You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
PROFILI<br />
A<strong>RT</strong>A <strong>ntis</strong>.<strong>info</strong><br />
24<br />
Lipari<br />
Renato<br />
euro e pittura<br />
di Gianfranco Labrosciano<br />
Nel caos di una materia caratterizzata da un movimento<br />
tanto leggero e sintetico quanto aggrovigliato ed<br />
espanso, generatore di una grandiosa, granulosa sostanza<br />
filiforme simile a una grata-struttura pittorica, il<br />
linguaggio di Renato Lipari si autoproclama come generatore<br />
di senso, e perfino di ordine, su una superficie<br />
<strong>info</strong>rme ma ordinata e unitaria, di una regolare complessità<br />
il cui risultato non è altro che la continua mescolanza<br />
di un unico segno vermicolante che amplifica sia l’impatto<br />
visivo che emozionale. L’elemento di base, allora,<br />
ossia il segno-motore, aziona una macchina estetica di<br />
un cromatismo semplice che ripete i medesimi toni pur<br />
in gradazioni diverse nelle complesse architetture di una<br />
texture che muta continuamente ed è sempre la stessa,<br />
nel gioco infinito di una metamorfosi straniante che implode<br />
ed esplode in un evento visivo che pare accadere<br />
all’istante, frutto di un hic et nunc imprevisto e inevitabile<br />
e invece non altrimenti elaborato che dalle leggi intrinseche<br />
di una tecnica a lungo sperimentata e perfezionata.<br />
Isola 2008<br />
euro triturati e ferro spinato su tela, cm 50x50<br />
a destra<br />
Emersioni 2009<br />
euro triturati su tela, cm 30x20<br />
sopra<br />
Allegro con brio 2009<br />
euro triturati su tela, cm 40x50<br />
sotto da sinistra<br />
Verticale 2008<br />
euro triturati e ferro spinato su tela<br />
cm 50x50<br />
Andante 2009<br />
euro triturati su tela<br />
cm 30x30<br />
a destra<br />
Onde 2009<br />
euro triturati su tela, cm 60x80<br />
Ovvero, accade ma si produce non spontaneamente,<br />
ma in virtù di una singolare procedura estetica e di una<br />
tavolozza creata da un insolito tessuto che sebbene triturato,<br />
sfilacciato e ridotto a pochi motivi cromatici, è<br />
e resta il fattore essenziale, ineliminabile dell’intero processo<br />
creativo, l’euro, senza il quale la ricerca di Renato<br />
Lipari sarebbe, per così dire, senza materia. Una materia,<br />
alla fine, ispessita e compressa, come addensata in<br />
grumi di particelle elementari reticolanti e intreccia<strong>ntis</strong>i<br />
in territori capaci di “fare mondo” unitario e composito,<br />
come un respiro regolare. Questo in rapporto all’immagine.<br />
Concettualmente l’opera si estende nelle forme che<br />
la abitano, per quelle stratificazioni di toni che sembrano<br />
agitarsi e muoversi come nuvole, tra i rivoli sottilissimi della<br />
carta utilizzata in frammento (l’euro) a cui non è estraneo<br />
il luccichio offerto dalla filigrana e che qui assume<br />
importante valenza cromatica. Talvolta, tuttavia, il senso<br />
gioioso che pure appartiene a questo pittura, vira verso<br />
una concettualità ora drammatica, ora di denuncia,<br />
per l’inclusione di un elemento esterno, sempre di natura<br />
filiforme, costituito dalla materia del ferro spinato, che indurisce<br />
la trama del reticolo pittorico e le conferisce un<br />
significato pesante, tragico e inquietante. Probabilmente<br />
allude a spazi recintati, claustrati, entro i quali l’uomo<br />
contemporaneo è costretto a vivere senza possibilità di<br />
fuga ed evoca altri spazi, oltre i confini del segno, di più<br />
ampie e illimitate libertà. Sono, probabilmente, gli spazi<br />
angusti nei quali l’individuo è prigioniero a causa dello<br />
stesso danaro - l’euro - o dei miti negativi di cui la società<br />
contemporanea non riesce a liberarsi. Quel ferro spinato,<br />
allora, diventa piuttosto protezione e difesa, una sorta di<br />
trincea nella quale ci si rinserra per garantire un equilibrio<br />
che altrimenti sarebbe compromesso. In ogni caso è un<br />
elemento inquietante che si propone come un lacerto<br />
di possibilità esistenziale in un “campo” che, sebbene<br />
amorfo, si presenta omologato e incapace di estendersi<br />
in maniera diversa. Il fatto stesso che spesso, in queste<br />
opere, il colore non raggiunga tonalità diverse da quelle<br />
consuete sta a indicare, probabilmente, non certo l’impossibilità<br />
dovuta alla materia propria che viene triturata<br />
(che Lipari supera mescolando frammenti di tagli diversi)<br />
ma soprattutto la volontà di indicare, attraverso una<br />
contrastata monocromia, il senso di un appiattimento<br />
esistenziale. Questa la ricerca, peraltro già largamente<br />
sperimentata, di un elaboratore di merce preziosa che<br />
diventa, per l’azione alchemica di quella “cosa inutile”<br />
che è l’arte, prodotto estetico a partire dall’impiego del<br />
danaro, col quale, ironia della sorte, dovrebbe essere<br />
acquistata la stessa opera.<br />
Renato Lipari<br />
vive ed opera a Palermo