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Prospezioni geofisiche - Treccani

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ESPLORAZIONE PETROLIFERA<br />

non coincidono con il layout di acquisizione sul terreno<br />

nell’effettuare la misura, è necessario, in fase di elaborazione,<br />

‘ruotare’ i dati registrati in campagna per trovare<br />

le direzioni di massimo e di minimo che sono correlate<br />

con quelle delle strutture geologico-conduttive.<br />

La rotazione si effettua massimalizzando gli elementi<br />

del tensore di impedenza che occupano la diagonale<br />

secondaria (o antidiagonale). In un modello 2D con i<br />

sensori rispettivamente paralleli e ortogonali alle strutture,<br />

il tensore Z avrà infatti valori massimi per gli elementi<br />

dell’antidiagonale. Introducendo variazioni di resistività<br />

nella terza direzione si giunge a un modello 3D<br />

che non presuppone alcuna isotropia.<br />

Per l’interpretazione si inizia con l’inversione delle<br />

curve di resistività apparente in funzione della frequenza.<br />

Il cosiddetto tipper, T|A| 2 |B| 2 (dove A è la costante<br />

di proporzionalità complessa tra H z e H x , B tra H z e<br />

H y ), è usato quale indicatore per ottenere informazioni<br />

sulle strutture geologiche; infatti il campo magnetico<br />

verticale H z è dovuto a una variazione laterale della resistività<br />

ed è anche un buon indicatore delle sorgenti di<br />

rumore. Il cosiddetto skew (o rapporto di disallineamento)<br />

dell’impedenza, a z |(z xx z yy )/(z xy z yx )|, è legato alla<br />

tridimensionalità della struttura in quanto valori grandi<br />

indicano che la struttura non è 2D, almeno nell’intervallo<br />

di frequenza considerato.<br />

La profondità di investigazione d, che coincide con<br />

la profondità di penetrazione d0,5 (rf ) 1/2 km, è ricavata<br />

variando la frequenza e aumenta con la resistività<br />

del mezzo. La distribuzione delle resistività reali è analizzata<br />

mediante modelli e processi di inversione. L’inversione<br />

di tipo Bostick (1977), usata quale punto di partenza<br />

per modelli più complicati, utilizza per calcolare<br />

r la curva TE (r xy ) espressa da rr a [1m(1m)], essendo<br />

m la pendenza della curva di resistività in funzione<br />

della frequenza per ogni intervallo di frequenze considerato,<br />

mentre la profondità è data da d(r a 2pfm) 1/2 .Il<br />

rapporto fra le due resistività a un’interfaccia tra due<br />

mezzi con diversa resistività determina il coefficiente di<br />

riflessione, cioè la parte dell’energia incidente che viene<br />

riflessa rispetto a quella trasmessa.<br />

Il recente sviluppo dei metodi di acquisizione e di<br />

elaborazione ha semplificato le procedure ed evidenziato<br />

la possibilità di usare la magnetotellurica come valido<br />

supporto, integrato con altre metodologie <strong>geofisiche</strong>, alla<br />

valutazione mineraria dei bacini sedimentari. Per esempio,<br />

la tecnica della stazione di riferimento remota riduce<br />

in modo significativo e sistematico gli errori nella<br />

stima dell’impedenza.<br />

Una volta individuato un modello che riproduce un<br />

certo numero di caratteristiche del campo, rimane la valutazione<br />

della sua univocità, perché le osservazioni su un<br />

intervallo di frequenze finito possono essere soddisfatte<br />

da un numero infinito di distribuzioni di conduttività. La<br />

variabilità del modello può essere accertata proponendo<br />

diverse distribuzioni della conduttività che si accordino<br />

con le osservazioni per poi analizzare le caratteristiche<br />

comuni, anche impiegando metodi avanzati di analisi<br />

statistica. Con l’introduzione della cosiddetta inversione<br />

di Occam (schema particolare di inversione che produce<br />

modelli con minima organizzazione strutturale), il<br />

modello converge comunque verso una soluzione unica<br />

ma semplificata, poco strutturata, che esprime l’informazione<br />

minima contenuta nei dati e contiene tutti i<br />

modelli a interfacce nette equivalenti al modello di convergenza.<br />

Ovviamente l’entità della semplificazione è<br />

in ragione inversa della ridondanza e della qualità dei<br />

dati. In conclusione la procedura matematica di inversione<br />

è basata su alcune ipotesi e vincoli e l’ambiguità<br />

dei suoi risultati può essere ridotta dalla ridondanza delle<br />

misure, dalla qualità dei dati e dalla disponibilità di altre<br />

informazioni geologicamente plausibili.<br />

L’applicazione delle misure magnetotelluriche in mare<br />

permette di ottenere risultati di elevata qualità. L’acqua<br />

di mare è conduttiva e ha un effetto di attenuazione sul<br />

campo MT incidente, agendo come un filtro passa-basso.<br />

La resistività dell’acqua di mare è infatti dell’ordine di<br />

0,3 W·m ed è caratterizzata da una piccola profondità di<br />

penetrazione: meno di 300 m alla frequenza di 1 Hz.<br />

Quindi se la profondità dei fondali è pari o maggiore di<br />

tre volte la profondità di penetrazione, il campo magnetotellurico<br />

incidente sarà completamente attenuato quando<br />

arriva al fondo. Le alte frequenze del campo osservabili<br />

sul fondo risultano strettamente dipendenti dalla<br />

profondità del mare e campi elettromagnetici con frequenze<br />

superiori a 1 Hz sono virtualmente eliminati a<br />

profondità superiori ai 200 m.<br />

Per effettuare misurazioni di interesse petrolifero in<br />

mare (identificazione delle strutture di resistività nei<br />

primi 10 km) occorre predisporre strumenti in grado di<br />

eseguire misure nell’intervallo di frequenze 10 4 -10 Hz<br />

ed elevare la sensibilità per contrastare l’attenuazione<br />

prodotta dall’acqua marina.<br />

La sensibilità dipende dallo sviluppo dei sensori e<br />

dei sistemi di amplificazione ad alte prestazioni e basso<br />

rumore, cioè dall’uso di amplificatori a corrente alternata<br />

invece che a corrente continua, che daranno risposte<br />

con frequenza di taglio (passa-basso) di 10 1 Hz. I<br />

campi elettrici e magnetici sono registrati con strumentazione<br />

separata. Si impiegano magnetometri con bobine<br />

a induzione magnetica e dipoli per il campo elettrico<br />

orizzontale (lunghi circa 10 m), montati in un contenitore<br />

stagno che ospita l’alimentazione, l’elettronica e i<br />

sistemi di affondamento e richiamo e di segnalazione;<br />

questi ultimi sono utilizzati quando si deve recuperare<br />

la strumentazione. In questo modo è possibile usare la<br />

magnetotellurica in mare, alle profondità dei margini<br />

continentali per ricerche petrolifere o a profondità superiori<br />

per ricerche sulla crosta e sul mantello superiore.<br />

Tali sistemi sono stati sviluppati principalmente presso<br />

250 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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