Prospezioni geofisiche - Treccani
Prospezioni geofisiche - Treccani
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ESPLORAZIONE PETROLIFERA<br />
Latisana<br />
Pertegada<br />
Muzzana<br />
Lignano<br />
Carlino<br />
S.Giorgio<br />
Villabruna<br />
Marano<br />
Torviscosa<br />
individuare il campo regionale, operando allo scopo con<br />
metodi analitici (per esempio approssimando i dati osservati<br />
con curve o superfici, mediante il metodo dei minimi<br />
quadrati), per poi sottrarlo dal campo osservato, evidenziando<br />
le mappe delle anomalie residue. Più elevato<br />
è l’ordine della superficie regionale rimossa, più superficiali<br />
sono le sorgenti conservate nel campo residuo.<br />
Un diverso approccio al problema della separazione<br />
delle anomalie si basa sulle tecniche di filtraggio. L’anomalia<br />
di Bouguer può essere considerata come un<br />
segnale integrale, composto da infinite frequenze spaziali.<br />
Le sorgenti profonde producono un segnale gravitazionale<br />
con una bassa frequenza spaziale sulla superficie<br />
terrestre, mentre quelle superficiali producono frequenze<br />
più alte. È possibile quindi distinguere il campo<br />
regionale da quello locale attraverso un filtro che provvederà<br />
alla separazione in termini di frequenza (o di lunghezza<br />
d’onda) tra i campi.<br />
Simile al filtraggio è il calcolo della derivata verticale<br />
di primo e di secondo ordine del campo di anomalia.<br />
Entrambe le operazioni enfatizzano la presenza di<br />
alte frequenze, prodotte da sorgenti superficiali; si ottiene<br />
in questo modo la rimozione dell’effetto regionale,<br />
con conseguente segnale riferito solo alle anomalie locali.<br />
La mappa della derivata verticale di secondo ordine<br />
(la più usata) serve a far risaltare la distribuzione di anomalie<br />
molto locali rispetto al trend regionale e a rendere<br />
più incisive le discontinuità che delimitano i corpi sorgente.<br />
In fig. 2 è riportato lo stesso campo delle anomalie<br />
gravimetriche già descritto in fig. 1, trattato con le<br />
derivate seconde. Il calcolo della derivata seconda permette<br />
di restituire una nuova mappa ove sono esaltate le<br />
possibili variazioni morfologiche e tettoniche al tetto e<br />
ai margini della piattaforma carbonatica (le zone ombreggiate<br />
indicano la presenza di valori negativi). Anche la<br />
continuazione verso il basso e verso l’alto del campo<br />
Cervignano<br />
Fiumicello<br />
Aquileia<br />
potenziale di anomalia costituisce un valido strumento<br />
per separare le anomalie; allontanandosi o avvicinandosi<br />
alle cause delle anomalie è possibile, infatti, enfatizzare<br />
le relative componenti regionali e locali. La continuazione<br />
verso l’alto rappresenta un aumento della distanza<br />
dalle sorgenti gravimetriche e il campo risultante è<br />
associabile a quello regionale. Il grado di regionalità<br />
dipende dalla distanza della continuazione. La continuazione<br />
verso il basso, ove possibile, avvicina le anomalie<br />
osservate alle sorgenti e può essere utile nel separare<br />
le sorgenti i cui effetti di gravità sono sovrapposti a<br />
livello della superficie terrestre.<br />
Modellizzazione diretta<br />
Nell’ambito delle tecniche analitiche per la modellizzazione<br />
diretta, occorre distinguere tra i metodi bidimensionali<br />
(2D), adottati in gravimetria con maggiore<br />
frequenza, e quelli tridimensionali (3D). Un modello 2D<br />
si estende indefinitamente in una direzione, cosicché<br />
tutte le sezioni del corpo perpendicolari a tale asse sono<br />
uguali e hanno densità costante. Si costruisce una sezione<br />
geologica ideale con assegnate unità litostratigrafiche,<br />
con date geometrie e contrasti di densità noti, e si<br />
calcola il segnale gravimetrico prodotto in superficie da<br />
tale distribuzione di masse. Il segnale sintetico ottenuto<br />
soffre dell’indeterminazione connessa con l’uso dei metodi<br />
basati sul potenziale (una certa distribuzione di massa<br />
produce una sola anomalia, ma esistono infinite distribuzioni<br />
che possono generare lo stesso effetto gravimetrico).<br />
Tuttavia, se il modello è costruito nel rispetto di<br />
condizioni derivate dal rilevamento e dalle deduzioni<br />
geologiche, dai sondaggi o dalle conoscenze acquisite<br />
da altre metodologie <strong>geofisiche</strong>, il segnale ottenuto potrà<br />
essere confrontato con quello misurato e il modello potrà<br />
essere modificato per fornire un segnale che approssimi<br />
al meglio quello misurato.<br />
242 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI<br />
Grado<br />
fig. 2. Anomalie di fig. 1<br />
trattate con la derivata<br />
seconda. In verde le aree<br />
con valori negativi.