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Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica

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126<br />

PAOLO CESARETTI<br />

Un episodio, il bride-show, che il testo ci presenta (a partire da VTh 5,13)<br />

come saldamente governato dalla madre di Leone, la «fedelissima augusta»<br />

Eudocia, già amante di Michele III, poi moglie di Basilio I. La questione<br />

del primo matrimonio di Leone VI è stata recentemente e opportunamente<br />

analizzata in termini storici e cronologici 55 , con particolare considerazione<br />

del fatto che Eudocia Ingerina era imparentata con la importante<br />

(ma non potentissima) 56 famiglia dei Martinacii, di cui Teofano<br />

faceva parte in quanto figlia dell’illustris Costantino 57 . Indipendentemente<br />

dalla «realtà storica» del bride-show,<br />

Eudokia surely knew perfectly well who Theophano was 58 .<br />

La narrazione dei fatti, nella specifica «realtà del testo» (VTh 5,1-<br />

6,24) 59 , è ben sviluppata, in una composizione molto distesa e «letteraria».<br />

Dapprima abbiamo un periodo di ricerche della futura sposa all’infuori<br />

di Costantinopoli, che si rivelano infruttuose: nessuna è bella, virtuosa e<br />

giovane abbastanza. A quel punto, per diretto impulso di Eudocia, l’attenzione<br />

si concentra sulla capitale, dove si sceglie un gruppo di fanciulle<br />

nel cui numero è Teofano. Fra tutte costoro (dal prosieguo della narrazione<br />

si evince che sono qui comprese anche le extracostantinopolitane)<br />

vengono selezionate dodici giovinette, ospitate per un ulteriore esame ν<br />

τινι ασιλικ ταµιείω (VTh 5,17) del palazzo della Magnaura.Vincitrice di<br />

55 Ibid., pp. 134-136.GARLAND, Byzantine Empresses cit., pone la data del matrimonio<br />

nella seconda metà dell’882.<br />

56 Se è giusto considerare il testo di VTh anche dal punto di vista della promozione<br />

familiare dei Martinacii – della loro «propaganda», per rifarsi alla terminologia<br />

di STRANO, La Vita di Teofano cit. – occorre peraltro ricordare, con TOUGHER,<br />

The Reign of Leo VI cit., pp. 135-136, che i Martinacii erano stati prescelti proprio<br />

perché non eccessivamente «power-hungry» e lontani dal costituire «political threat».<br />

57 Per Eudocia cf. C. MANGO, Eudocia Ingerina, the Normans and the Macedonian<br />

Dynasty, in Zbornik Radova Vizantolosˇkog Instituta 14-15 (1973), pp. 17-27; contra, E.<br />

KISLINGER, Eudokia Ingerina, Basileios I. und Michael III., in Jahrbuch der österreichischen<br />

Byzantinistik 33 (1983), pp. 119-136. – Per il suo rapporto di parentela con i Martinacii<br />

importante la precisazione di TOUGHER, The Reign of Leo VI cit., p. 135 n. 10<br />

(anche a correzione di una svista di KURTZ, Zwei Griechische Texte cit., p. X).<br />

58 TOUGHER, The Reign of Leo VI cit., p. 135.<br />

59 Sull’opposizione «realtà storica vs realtà del testo» nelle fonti medievali piace<br />

ricordare la pagina di Georges Duby in merito a una cronaca, il cui carattere fantasioso<br />

e manipolatorio destò l’irrisione degli storici positivisti. «Considero quest’opera<br />

un documento di eccezionale valore. Per me il positivo non consiste nella realtà dei<br />

“minuti fatti veri”: so bene che non afferrerò mai quella realtà. Il positivo è un<br />

oggetto concreto: questo testo [il corsivo è mio, N.d.A.], che conserva un’eco, un<br />

riflesso, dei discorsi, dei gesti irrimediabilmente perduti. Per me quel che conta è il<br />

testimone» (G. DUBY, Il potere delle donne nel Medioevo, Roma-Bari 1996, p.75).

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