Paolo Cesaretti - Antichità e Tradizione Classica
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UN LEITMOTIV NARRATIVO 123<br />
ciarsi sulla letteratura agiografica dell’epoca – tale era la sua competenza<br />
– con accenti e in base a interessi prossimi a quelli di una critica letteraria<br />
di intento estetico-formale, tanto che nel suo ultimo lavoro importante<br />
egli giunse addirittura a una definizione «assoluta» degli elementi<br />
pertinenti alla narrazione, non in quanto essa è successione logica e cronologica<br />
di fatti (e dunque in quanto, lato sensu, è «storia») ma in quanto<br />
è costruzione consapevole di quella specifica realtà che deriva dall’elaborazione<br />
letteraria, e dunque in quanto è «racconto». Non casualmente<br />
Rydén impiegò il sostantivo inglese tale:<br />
In a tale, exactness and realism are of limited interest. What matters is<br />
visuality, tempo and suspense 43 .<br />
Prima «variety, flexibility and ingenuity». Poi «visuality, tempo and<br />
suspense». Sei concetti articolati in due triadi, da accostare, volendo, ai «six<br />
memos» di un breviario estetico di fine millennio famoso a livello internazionale,<br />
le Lezioni Americane che Italo Calvino aveva preparato per le<br />
sue Charles Eliot Norton Lectures all’Università di Harvard 44 . Calvino<br />
pensava a «Lightness, Quickness, Exactitude, Visibility, Molteplicity, Consistency»;<br />
poté sviluppare solo i primi cinque concetti. Certe convergenze<br />
balzano agli occhi, anche in assenza di contatti reciproci 45 . Ed è innegabile<br />
che l’ultimo Rydén – a voler utilizzare una terminologia di uso corrente<br />
negli studi critico-letterari 46 – si mostrasse particolarmente sensibile<br />
al plot narrativo (sensibile dunque agli elementi «connotativi» del fatto letterario)<br />
più che alla fabula in quanto svolgimento «denotativo» degli eventi<br />
nel loro svolgimento logico e nel loro contesto temporale e spaziale.<br />
Ne derivava ovviamente un profondo ripensamento (non una negazione)<br />
in merito allo statuto dell’agiografia in quanto fonte storica.<br />
Non sembra che in questo modo Rydén introducesse elementi allotri<br />
a quel Byzantium proper che era sempre stato l’oggetto della sua ricerca 47 ;<br />
43 L. RYDÉN, The Life of St Philaretos the Merciful, written by his Grandson Niketas.<br />
A Critical Edition with Introduction, Translation, Notes and Indices, Uppsala 2002 (Acta<br />
Universitatis Upsaliensis. Studia Byzantina Upsaliensia, 8), p. 19.<br />
44 I. CALVINO, Lezioni americane. Sei proposte per il prossimo millennio, Milano 1988.<br />
45 Quanto all’esattezza che può apparire esaltata da Calvino e ridimensionata da<br />
Rydén: quella che il primo elogia in quanto cifra stilistica è altra da quella di cui<br />
parla diminutivamente il secondo (in quanto cioè è preoccupazione extraletteraria di<br />
una assoluta coerenza fattuale e cronologica).<br />
46 La bibliografia è legione. Si può considerare, fra altro, la sintesi proposta da C.<br />
SEGRE in Avviamento all’analisi del testo letterario, Torino 1985, ad es. p. 273.<br />
47 Cf. il mio contributo cit. supra, n.33.