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LA TESI - SAP Alessandria

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3.0 I Lazzari.<br />

Il lazzaro è un popolano plebeo, senza arte né parte,<br />

senza un tetto sotto cui ripararsi, tendenzialmente<br />

sfaccendato, sempre pronto ad attaccar briga, dedito alla<br />

gestione di affari illeciti.<br />

Il nome è di origine spagnola. Li chiamavano los<br />

lazzaros, dall’etimologia del Lazzaro delle sacre carte,<br />

che disputava gli ossi ai famelici cani, presso le porte del<br />

ricco Epulone.<br />

All’arrivo di Carlo III di Borbone, si stimava che, a<br />

Napoli, vi fossero almeno 60.000 lazzari.<br />

Nell’ambito del lavoro, costituivano la massa<br />

dequalificata di ragazzi di bottega, giovani al servizio di<br />

artigiani con funzioni subalterne ed un’assoluta precarietà<br />

nel rapporto con il padrone, di facchini, e tutta una<br />

popolazione inoperosa che si limitava al reperimento del<br />

minimo indispensabile, sopravvivendo alla giornata.<br />

Nel 1799, a Napoli, si era determinata una situazione<br />

particolarmente critica.<br />

I Francesi stavano per entrare in città.<br />

Ferdinando IV, il re nasone, unitamente ai nobili, era<br />

prudentemente in fuga.<br />

La massa della plebe, unita agli sfruttatori di<br />

prostitute, tangentisti del gioco d’azzardo, facchini,<br />

bottegai, malavitosi di professione, nell’incertezza che<br />

accompagna tutti i cambiamenti epocali, preoccupati<br />

dell’arrivo dei soldati di Napoleone, si coalizzarono per<br />

difendere gli illeciti interessi comuni.

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