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6 PIERFABIO PANAZZA<br />
[6<br />
tenta all’evidenza non riesca a riconoscere la strada che si spalanca<br />
di fronte a lui, solo perché il tempo e la tradizione hanno<br />
codificato un’abitudine. Ma spesso basta cambiare il punto di<br />
vista o capovolgere la questione ed ecco che essa trova, quasi<br />
d’incanto, la sua soluzione. Ciò che si cerca è lì, sotto i nostri<br />
occhi, anche se talvolta essi sono impotenti di fronte ai limiti<br />
imposti dall’abitudine e condizionati dall’uso e dalla tradizione.<br />
E così il nostro Giovanni Labus, semplicemente invertendone<br />
la disposizione, ha potuto con sostanziale facilità recuperare<br />
il corretto senso del brano epigrafico sotteso a entrambi i frammenti.<br />
Il risultato di tale operazione lo induce a inserire quei<br />
monconi all’interno di un testo decisamente più articolato e complesso,<br />
che egli è in grado di ricostruire in modo integrale: IMP<br />
. CAES . VESPASIANVS . AVGVSTVS . PONT . MAX . TR<br />
. POT . IIII . IMP X.P. P.COS . IIII . CENSOR. Labus, a<br />
questo punto, propone alla nostra attenzione il testo completo<br />
dell’iscrizione, in anticipo rispetto alle inequivocabili integrazioni<br />
che emergeranno dagli sterri dell’area capitolina solo un paio<br />
d’anni più tardi; inoltre questo testo non ha più segreti per l’epigrafista<br />
archeologo e anche la sua datazione è precisabile con<br />
sufficiente ragionevolezza: si tratta di un’iscrizione “storica, già<br />
posta in fronte di un sontuoso edificio, dedicato l’anno di Roma<br />
825, dell’era nostra 72, di tale ampiezza e magnificenza da<br />
ornarsene qualunque più illustre metropoli” 9 . Più oltre il concetto<br />
viene ripreso e ribadito, tanto che, al termine della dotta<br />
dissertazione volta a giustificare le sue scelte integrative e interpretative,<br />
il Labus così scrive: “L’epigrafe è storica, e quel che si<br />
fosse il monumento che decorava, esso era un superbo dono fatto<br />
al Municipio nostro da un principe che fu liberalissimo nell’amplificar<br />
le città, nel riparar gli acquedotti e le strade, e nell’accrescere<br />
il decoro dell’impero” 10 . L’intera relazione del Labus,<br />
pubblicata a cura dell’Ateneo bresciano, costituisce un contributo<br />
cospicuo nei confronti di quella storia della città di Bre-<br />
9 Intorno varj antichi monumenti 1823, pp. 114-115 e Tav. I,4.<br />
10 Intorno varj antichi monumenti 1823, p. 119.