L'USATO PIACE, LE CATENE CRESCONO - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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41 42<br />
2012<br />
29 NOVEMBRE<br />
• GDOWEEK 2012 • Settimanale • <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO) • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano<br />
INTERVISTA<br />
MORRISONS<br />
Piatti pronti,<br />
ne parla lo chef<br />
David Lennox<br />
<br />
RETAIL<br />
FEDERDISTRIBUZIONE<br />
<strong>Il</strong> bilancio<br />
delle iniziative<br />
sostenibili<br />
<br />
www.gdoweek.it www.gdoweektv.it<br />
INDUSTRIA<br />
RETI D’IMPRESE<br />
Le aziende<br />
si alleano<br />
per competere<br />
<br />
PRODOTTI CHE CONCILIANO RISPARMIO E SOSTENIBILITÀ <br />
SPECIA<strong>LE</strong><br />
DIFFERENZE<br />
INVENTARIALI<br />
Ricerca esclusiva<br />
su 17 insegne
cristina.lazzati@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />
<br />
<br />
nche in Italia si inizia seriamente a<br />
pensare all’e-commerce, non più<br />
come una simpatica tendenza estera<br />
(“tanto gli italiani non sono interessati...”),<br />
un’originalità a stelle e strisce (“Non siamo in<br />
America, qui è diverso...”), bensì come un’incalzante<br />
urgenza. Scomparse, o quasi, le frasi<br />
difensive del non fare, lasciano il posto ad una<br />
sincera e accorata preoccupazione del tipo:<br />
“Non posso più fare a meno di un sito, non<br />
solo, devo anche pensare all’e-commerce:<br />
come posso fare, da dove inizio?”.<br />
“Importante che non si inizi dal fidanzato<br />
della figlia, prescelto in quanto ‘sempre al<br />
computer’”, Roberto Liscia, presidente di<br />
Netcomm, il consorzio del commercio elettronico<br />
italiano, non ha dubbi: “Molto è da<br />
fare e, soprattutto, fino ad ora la tendenza<br />
è stata di prendere sottogamba le azioni da<br />
intraprendere, infatti non si può pensare di<br />
avviare un e-commerce senza avere informatizzato<br />
perfettamente tutto il back-office”. Un<br />
problema che sembrerebbe meno spinoso<br />
per le società della distribuzione moderna,<br />
che già hanno, per opportunità di business,<br />
traslato i loro rapporti con i fornitori e la logistica<br />
in avanzati sistemi IT. Più problematico<br />
per i piccoli e medi soggetti del commercio,<br />
che peraltro sarebbero coloro che più si avvantaggerebbero<br />
di un processo di virtualizzazione<br />
siffatto, perché permetterebbe loro<br />
di ampliare il raggio d’azione con investimenti<br />
EDITORIA<strong>LE</strong><br />
decisamente limitati. Oltretutto, stanno<br />
crescendo anche i siti “d’appoggio”, a iniziare<br />
dallo strutturato Amazon, che offre la<br />
possibilità di aprire la propria vetrina online,<br />
servendosi dei suoi servizi, trasformandosi<br />
così da category killer a centro commerciale<br />
virtuale. Poi ci sono siti come Blomming, di cui<br />
abbiamo scritto anche su queste pagine, che<br />
puntano ai social network, dando la possibilità<br />
di vendite immediate anche per piccoli o<br />
piccolissimi produttori. Infine, non dimentichiamo<br />
le vendite spot offerte da Groupon,<br />
un ottimo modo per assaggiare il commercio<br />
virtuale con una toccata e fuga.<br />
L’e-commerce, oggi, è utilizzato in grande<br />
misura anche dai big retailer stranieri, che<br />
vogliono saggiare le potenzialità del mercato<br />
italiano, ma non hanno voglia e tempo per<br />
impelagarsi con le pastoie burocratiche che<br />
l’apertura di un punto di vendita fisico comporterebbe;<br />
inoltre, per molti si tratta di un<br />
passo strategicamente importante per definire<br />
l’offerta più pertinente, per un eventuale<br />
ingresso con brick and mortar.<br />
Ad ora, i player che stanno percorrendo questa<br />
strada sono per lo più nell’area dell’abbigliamento<br />
e degli accessori, ma non è lontano<br />
il tempo in cui oltre al già presente (e ottimo)<br />
sito di Esselunga se ne affiancheranno altri.<br />
Cosa eccellente per il cliente, perché, come<br />
sappiamo bene, un po’ di concorrenza fa bene<br />
al mercato e soprattutto al consumatore.•<br />
29 novembre 2012 3
EDITORIA<strong>LE</strong><br />
OSSERVATORIO<br />
INTERVISTA<br />
COVER STORY<br />
41 42<br />
2012<br />
RETAIL<br />
DIFFERENZE<br />
INVENTARIALI<br />
INDUSTRIA<br />
L’e-commerce<br />
è ormai d’obbligo<br />
Lo shopping piace, ma mette<br />
a rischio l’armonia di coppia<br />
Fiducia, freschezza e gusto:<br />
tre parole chiave per l’ortofrutta<br />
Immobiliare<br />
Edifici, sostenibili<br />
sono anche un affare<br />
Da Morrisons i piatti pronti<br />
sono un mix di culture<br />
Catene dell’usato?<br />
Un formula<br />
da non buttare via<br />
Un commercio sostenibile<br />
anche per il portafoglio<br />
Retail design, in futuro<br />
più libertà dal prodotto<br />
Ovs continua a crescere<br />
e apre l’e-commerce<br />
Leroy Merlin: formazione<br />
articolata per il personale<br />
Etica e sostenibilità da Tesco<br />
sono strategie di business<br />
Sviluppo rete<br />
Furti in negozio,<br />
retailer sempre in stato d’allerta<br />
Reti d’impresa<br />
per competere<br />
Sostenibilità a tutto tondo<br />
per Oleificio Zucchi<br />
Nasce Fruitylife, progetto<br />
europeo per l’ortofrutta<br />
La Linea Verde si rafforza:<br />
partnership e monomarca<br />
Principi di Porcìa punta<br />
sul risparmio energetico<br />
Fare cultura sostenibile,<br />
una missione per BSH<br />
03<br />
06<br />
08<br />
12<br />
14<br />
16<br />
20<br />
23<br />
27<br />
28<br />
31<br />
34<br />
40<br />
48<br />
50<br />
53<br />
54<br />
57<br />
58<br />
8 Immobiliare<br />
27 Oviesse<br />
28 Leroy Merlin<br />
31 Tesco<br />
51 Oleificio<br />
Zucchi<br />
53 Fruitylife<br />
65 Merendine<br />
70 Walmart<br />
74 Barilla<br />
SERVIZI<br />
CULTURE<br />
ECOnews di novembre<br />
<strong>Il</strong> Tg Green di GdoweekTv è<br />
alla 3a puntata. Ecco le 10<br />
top news del mese, scelte<br />
tra le iniziative ecosostenibili<br />
più brillanti realizzate dalle<br />
imprese Si parla nell’ordine<br />
di: Feltrinelli, Esselunga,<br />
Salone del Gusto, Coop,<br />
Henkel, Iper la Grande i<br />
e al primo posto Ikea.<br />
L’0réal a Settimo Torinese<br />
punta a zero emissioni<br />
Lo stabilimento di L’Oréal<br />
ha introdotto tecnologie<br />
e metodologie<br />
per raggiungere zero<br />
emissioni. Paolo Bonfanti,<br />
direttore dello stabilimento<br />
spiega a Gdoweek<br />
il percorso che ha condotto<br />
allo storico traguardo.<br />
Mercati<br />
Marche su Facebook:<br />
chi sale e chi scende<br />
Mercati<br />
Detergenza superfici,<br />
si bada al risparmio<br />
Mercati<br />
Risultati non brillanti<br />
nel segmento merendine<br />
La logica multicanale<br />
valorizza il Natale<br />
“Ecco come Walmart<br />
riscrive l’e-commerce”<br />
Formazione in crisi,<br />
non per le grandi aziende<br />
Barilla si mette in gioco anche<br />
su web e digitale<br />
Opinione<br />
Nuova indennità<br />
disoccupazione?<br />
Molto simile a quella vecchia<br />
Libri<br />
<strong>Il</strong> limite come punto<br />
di forza della decrescita<br />
Libri<br />
L’esperienza alternativa<br />
della filiera corta<br />
<strong>Il</strong> cibo e il pianeta<br />
L’Italia agricola<br />
60<br />
62<br />
65<br />
69<br />
70<br />
73<br />
74<br />
76<br />
79<br />
80<br />
ECOnews<br />
ECOnews<br />
29 novembre 2012 5
6<br />
OSSERVATORIO<br />
<br />
<br />
<br />
Una ricerca di Ispo<br />
per Neinver evidenzia<br />
il malessere<br />
degli uomini<br />
quando si recano<br />
a fare acquisti<br />
con il partner<br />
29 novembre 2012<br />
di Gino Pagliuca<br />
i dice che lo shopping sia la più<br />
efficace terapia antidepressiva,<br />
con effetti che perlomeno<br />
durano fin quando non si legge<br />
l’estratto conto della banca o della carta<br />
di credito. E che gli italiani, anche in tempi<br />
di crisi (o forse proprio perché in tempo<br />
di crisi) si dedichino a questa terapia non<br />
convenzionale lo dimostra una recente<br />
ricerca condotta da Ispo per Neinver,<br />
grande società immobiliare internazionale,<br />
presente in Italia con i centri outlet<br />
di Vicolungo The Style Outlets e Castel<br />
Guelfo The Style Outlets.<br />
Lo studio dimostra infatti che sia gli uomini<br />
sia le donne amano dedicarsi allo<br />
shopping e anche con una certa assiduità.<br />
<strong>Il</strong> 45% degli italiani fa shopping una<br />
o più volte al mese, e anche se, come<br />
potrebbe sembrare scontato le donne<br />
amano quest’attività più degli uomini, la<br />
IL COMPORTAMENTO DEGLI ITALIANI QUANDO VANNO A FARE LA SPESA<br />
Campione rappresentativo popolazione italiana maggiorenne. Estensione territoriale nazionale. Metodo CATI - Base: 800 casi<br />
Partner<br />
Soli<br />
Familiare<br />
Amici<br />
Colleghi<br />
9<br />
9<br />
12<br />
21<br />
30<br />
39<br />
37<br />
43<br />
Maschi Femmine<br />
20% Basso<br />
12% Medio<br />
16% Alto<br />
52% Molto alto<br />
differenza non è in realtà molto accentuata:<br />
la quota per gli uomini infatti è del<br />
42% mentre si sale al 49% per le donne.<br />
<br />
Alla fascia di età tra i 18 e i 34 anni appartiene<br />
il target che pratica maggiormente<br />
lo shopping e il discorso vale particolarmente<br />
per i diplomati e i laureati),<br />
Per quanto riguarda la suddivisione per<br />
area geografica, si nota che i più assidui<br />
sono gli abitanti del nord-est che con il<br />
53% si dedicano allo shopping con mag-<br />
Con chi preferiscono fare shopping Apprezzamento per gli outlet Con quale frequenza gli italiani si dedicano allo shopping<br />
1% Più volte a settimana<br />
6% Una volta a settimana<br />
9% Una volta ogni 2 settimane<br />
29% Una volta al mese<br />
22% Una volta ogni 2-3 mesi<br />
21% Più raramente<br />
17% Mai-Quasi mai<br />
E c’è anche chi riesce a farne a meno<br />
Solo un italiano su 100 non si dedica mai allo shopping, intendendo con il termine<br />
gli acquisti di generi non strettamente necessari alla quotidianità.<br />
Fonte: Ispo
gior frequenza. Gli atteggiamenti che uomini<br />
e donne hanno nei confronti dell’andare<br />
a far spese spesso risultano quasi<br />
agli antipodi. Per esempio, secondo il<br />
43% degli uomini la partner è la compagna<br />
ideale per fare acquisti, mentre<br />
le donne mettono il compagno all’ultimo<br />
posto e di gran lunga prediligono fare<br />
<br />
shopping da sole (37%), o al massimo<br />
ripiegare su altri familiari (30%), oppure<br />
sulle amiche (21%). Quando la coppia<br />
decide di fare shopping insieme l’armonia<br />
tra i partner è giudicata a rischio. A creare<br />
problemi sono soprattutto gli acquisti per<br />
la casa, che vedono contrapposti i gusti<br />
di lei a quelli di lui. Innegabile per più del<br />
70% degli uomini e delle donne che una<br />
delle cause principali dei litigi di coppia<br />
è la noia del partner maschile che cerca<br />
ogni possibile escamotage per evitare la<br />
shopping experience.<br />
Ma qual è il tipico atteggiamento dei maschi<br />
quando accompagnano la partner<br />
in giro per negozi? Trascinarsi annoiati,<br />
almeno nel 71% dei casi. Altro aspetto<br />
che rende gli uomini insofferenti (57%<br />
dei casi) è la fobia femminile di essere<br />
fuori forma e dover acquistare indumenti<br />
di una taglia in più. Uguale la quota di<br />
uomini ossessionati all’idea di cercare un<br />
parcheggio per l’auto.<br />
<br />
Certo la situazione economica fa sentire<br />
il suo peso e lo shopping è inteso dalla<br />
maggioranza degli intervistati come una<br />
OSSERVATORIO<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
necessità (64%). Benché per un italiano<br />
su quattro lo shopping abbia anche una<br />
dimensione leisure: il 25% pensa infatti<br />
che fare compere sia un modo gradevole<br />
per trascorrere il tempo indipendentemente<br />
da ciò che si compra.<br />
Da questo punto di vista l’outlet ha il pregio<br />
di soddisfare le esigenze di chi, pur<br />
dovendo ridurre la propria capacità di<br />
spesa, non vuole rinunciare alla qualità.<br />
Renato Mannheimer, presidente di Ispo,<br />
commenta: “Gli italiani sono sempre più<br />
alla ricerca della comodità, della qualità<br />
e del risparmio, specie oggi che il prezzo<br />
conta più di ieri. E l’outlet sa ben interpretare<br />
queste esigenze”.<br />
La comodità di trovare prodotti di ogni<br />
categoria merceologica (per il 68%) e<br />
un buon rapporto qualità/prezzo (per il<br />
65%) sono fattori che più agiscono sulla<br />
scelta dell’outlet, che si conferma quindi<br />
essere uno dei luoghi più apprezzati per<br />
dedicarsi allo shopping.<br />
Queste strutture di shopping infatti piacciono<br />
al 68% degli italiani e per il 59% di<br />
essi si tratta di luoghi dove vale la pena<br />
di trascorrere la giornata con la famiglia<br />
o con gli amici.•
8<br />
OSSERVATORIO<br />
Gino Pagliuca<br />
alla settima edizione il<br />
Monitor Ortofrutta di MarkUp,<br />
un’ampia indagine su un settore<br />
iunge<br />
vitale della nostra economia in<br />
generale e del retail in particolare. Non<br />
è infatti un segreto che per le strutture<br />
della grande distribuzione i reparti frutta<br />
e verdura sono i più critici, con un rapporto<br />
qualità prezzo spesso discutibile e<br />
una varietà di scelta limitata. In questa<br />
pagine anticipiamo alcuni grafici dell’osservatorio<br />
e qualche considerazione che<br />
nel Monitor trovano ampio sviluppo.<br />
<br />
E partiamo dal tema principe, quello del<br />
prezzo: la ricerca conferma che si tratta<br />
comunque di uno tra i primi fattori che<br />
interessano il consumatore durante l’atto<br />
di acquisto. Solo l’1% degli intervistati<br />
dichiara di non guardare per nulla il prezzo<br />
durante l’atto di acquisto. Ciò non si-<br />
<strong>LE</strong> SCELTE E <strong>LE</strong> ABITUDINI DEL CONSUMATORE DI ORTOFRUTTA<br />
Suddivisione per provenienza geografi ca e cluster di età<br />
ANALISI SPRECHI<br />
Le capita ogni tanto<br />
di buttare parte<br />
di ortofrutta che<br />
ha acquistato perché<br />
ne ha presa troppa?<br />
Meno di 34 anni 35-54 anni Oltre 55 anni<br />
55% SI<br />
47% SI<br />
31% SI<br />
45% NO<br />
53% NO<br />
69% NO<br />
29 novembre 2012<br />
gnifica che non vi sia spazio anche per<br />
prodotti che possano sfuggire alla logica<br />
del prezzo basso a tutti i costi. Infatti<br />
alla domanda “Perché acquista frutta e<br />
verdura locale?“, solo il 6% dei respon-<br />
TOTA<strong>LE</strong><br />
43% SI<br />
57% NO<br />
69% SI<br />
31% NO<br />
sabili di acquisto risponde “perché hanno<br />
un buon prezzo e sono convenienti”,<br />
mentre il 2% di chi non fa uso di questi<br />
prodotti afferma che non li acquista per<br />
un prezzo alto.<br />
Ha acquistato almeno una volta negli ultimi sei mesi frutta e verdura<br />
locale, ovvero prodotta nella stessa città/zona dove lei abita?<br />
TOTA<strong>LE</strong> NORD-OVEST<br />
75% SI<br />
25% NO<br />
NORD-EST CENTRO SUD<br />
72% SI<br />
28% NO<br />
64% SI<br />
36% NO<br />
91% SI<br />
9% NO<br />
Fonte: Monitor Ortofrutta MarkUp
10<br />
OSSERVATORIO<br />
CHE COSA GUARDA QUANDO SCEGLIE LA FRUTTA E LA VERDURA IN UN NEGOZIO? DOMANDA APERTA<br />
Analisi dei Fattori di Acquisto per frutta e verdura- risposte spontanee<br />
Qualità estetiche/visive (freschezza, colore,<br />
dimensione, forma, difetti estetici)<br />
29 novembre 2012<br />
2008 2010 2012 Differenza pti %<br />
2012 vs 2008<br />
66% 75% 90% <strong>24</strong><br />
Prezzo/offerta 53% 33% 56% 3<br />
Provenienza 12% 16% 17% 5<br />
Prodotti di stagione 7% 12% 12% 5<br />
Livello di maturazione (qualità tattile) 12% 14% 9% -3<br />
Metodo di coltivazione (biologico, integrato,<br />
ecocompatibile, biodinamico, ecc.)<br />
3% 3% 1% -2<br />
Altro 13% 6% 8% -5<br />
Di qui nasce l’indubbio successo dei<br />
cosiddetti Farmers’ Markets (si veda in<br />
questo numero a pag. 80, ndr), che riescono<br />
a veicolare una forte percezione di<br />
convenienza, un concetto complesso di<br />
cui il prezzo è solo una parte.<br />
<br />
Ma in che cosa si esplica questa “convenienza”?<br />
Per spiegarlo possiamo rifarci<br />
a una delle domande fatte ai consumatori:<br />
“Perché compra prodotti locali?” e<br />
dalle risposte date dagli interpellati, che<br />
si possono sintetizzare con tre diverse<br />
espressioni inglesi. La prima in ordine di<br />
importanza è Trust, ovvero la fiducia: il<br />
consumatore conosce la zona e sa che<br />
si può fidare. Seconda parola chiave è<br />
Taste, il gusto. <strong>Il</strong> prodotto è vissuto come<br />
più buono e come più gustoso anche<br />
se non è sempre chiaro in base a quali<br />
parametri obiettivi si possa esprimere un<br />
giudizio di questo tipo.<br />
Infine Fresh, la freschezza: la produzione<br />
avviene più vicino e quindi il frutto o<br />
l’ortaggio sono vissuti quasi come se fossero<br />
di giornata, anche se magari sono<br />
rimasti sei mesi in una cella frigorifera.<br />
<br />
Interessanti anche le altre analisi sull’atteggiamento<br />
del consumatore. Alla domanda:<br />
“Che cosa guarda quando sceglie<br />
la frutta e la verdura in un negozio?”<br />
Per prima cosa il responsabile acquisti<br />
cita le qualità estetiche/visive come fre-<br />
schezza, colore, pezzatura, forma e difetti<br />
estetici, passando da un 79% del<br />
2006 ad un 90% 2012. Al secondo posto<br />
si trova il prezzo e le eventuali offerte. In<br />
crescita decisa, invece, la provenienza,<br />
che ricopre il terzo posto subito prima del<br />
livello di maturazione, definito in parte<br />
come qualità tattile.<br />
<br />
Scarso l’interesse per il consumatore non<br />
addetto ai lavori per i metodi di coltivazione;<br />
dal 2006 ad oggi la stagionalità e<br />
il metodo di coltivazione sono in decremento<br />
lineare mentre, in valore assoluto,<br />
il marchio privato e quello di denomina-<br />
Fonte: Monitor Ortofrutta - MarkUp<br />
zione di origine sono percepiti come gli<br />
aspetti meno importanti. Solo il 2% del<br />
campione casuale intervistato dichiara<br />
di mangiare poca o nessuna frutta e verdura.<br />
<strong>Il</strong> 75% ha comprato negli ultimi sei<br />
mesi frutta o verdura locale, il 37% ha<br />
comprato da un Farmers’ Market e chi<br />
non vi ha acquistato dichiara che alla base<br />
della sua non scelta c’è il fatto che non<br />
ne conosce uno nelle vicinanze, oppure è<br />
troppo lontano.<br />
<br />
Infine, citiamo qualche altra evidenza<br />
delle rilevazioni del Monitor. <strong>Il</strong> 43% ammette<br />
di sprecare frutta e verdura, con<br />
un 63% di chi spreca che dichiara di aver<br />
preso misure in modo da risolvere il problema<br />
e il 55% di questi utilizza il metodo<br />
di “ridurre le quantità acquistate”.<br />
Un italiano su cinque possiede un orto<br />
e i due terzi della popolazione che non<br />
lo possiede esprime la volontà di farlo/<br />
averlo. Scarsi i risultati del tentativo di<br />
brandizzare la frutta: il 23% della popolazione<br />
non è in grado di citare un marchio<br />
e il 67% due.<br />
Nella testa dell’italiano medio emerge<br />
poca fiducia nel futuro del gusto della<br />
frutta, e in particolar modo per quella<br />
prodotta nelle serre, mentre prevale<br />
l’idea bucolica di un progressivo ritorno<br />
a coltivare il proprio orto per contrastare<br />
la progressiva globalizzazione del settore<br />
ortofrutticolo, che motiva in modo plausibile<br />
il ritorno a gran forza del locale.•
OSSERVATORIO_ immobiliare<br />
<br />
<br />
12<br />
di Gino Pagliuca<br />
li investitori immobiliari ragionano<br />
sul medio e lungo periodo<br />
e per questo nella scelta degli<br />
edifici di nuova costruzione riservano<br />
una crescente attenzione alle<br />
prestazioni in termini di sostenibilità<br />
ambientale che le strutture su cui puntano<br />
possono garantire. L’obiettivo non<br />
è solo quello di conseguire un risparmio<br />
nei consumi energetici (che comunque<br />
si ottiene a fronte di costi maggiori nella<br />
costruzione da ammortizzare nel tempo),<br />
ma anche pararsi contro il rischio che<br />
venga varata una legislazione fiscale penalizzante<br />
nei confronti degli edifici meno<br />
virtuosi e quindi in definitiva garantire<br />
nel tempo il valore dell’investimento.<br />
<br />
La legge in Italia prevede l’obbligo di una<br />
certificazione che qualifichi le prestazioni<br />
energetiche di un edificio (o anche<br />
di una singola unità immobiliare) con<br />
una graduazione in classi da A+ a G. <strong>Il</strong><br />
certificato è necessario per ottenere la<br />
<br />
<br />
29 novembre 2012<br />
commerciabilità di una struttura edilizia<br />
ma non rappresenta una sufficiente garanzia<br />
sulla sostenibilità ambientale sia<br />
perché gli aspetti considerati riguardano<br />
in pratica solo il consumo energetico<br />
ma anche perché i requisiti prescritti per<br />
diventare certificatori sono molto “generosi”,<br />
basta in pratica avere un diploma<br />
tecnico. Nessun investitore internazionale<br />
però se ne accontenterebbe e richiede<br />
standard molto più rigorosi. La certificazione<br />
volontaria di sostenibilità per gli<br />
edifici più rinomata a livello internazionale<br />
oggi è il cosiddetto protocollo Leed;<br />
le certificazioni relative in Italia sono<br />
gestite da Gbc (Green Building Council).<br />
<br />
Gbc ha promosso a M<strong>Il</strong>ano, nell’ambito<br />
del Made Expo, un’interessante tavola<br />
rotonda su “Real estate e sostenibilità”<br />
nel corso della quale i relatori si sono<br />
confrontati sui trend di crescita globale<br />
dei green building e le politiche per favorire<br />
uno sviluppo sostenibile. In parti-<br />
colare, è stato sottolineato che la realizzazione<br />
di edifici realmente sostenibili<br />
comporta un ritorno degli investimenti<br />
sicuro, anche se, come Gdoweek ha potuto<br />
verificare nel tempo, non mancano<br />
perplessità da parte dei promotori. Si<br />
è anche messo in luce come l’adozione<br />
di sistemi di rating basati su metodiche<br />
condivise a livello internazionale permetta<br />
scelte certe e misurabili per gli investitori,<br />
e questo potrebbe risultare decisivo<br />
in una fase economica come l’attuale,<br />
con progetti che hanno difficoltà a passare<br />
alla fase attuativa, anche perché<br />
le banche hanno chiuso il rubinetto dei<br />
finanziamenti. Da questo punto di vista,<br />
la presenza di una certificazione riconosciuta<br />
a livello internazionale potrebbe<br />
avere un impatto decisivo nello scoring<br />
creditizio. Particolare accento è stato<br />
posto sulle tematiche della riqualificazione<br />
dell’esistente. La prima scelta<br />
da compiere per una reale sostenibilità<br />
ambientale dell’edilizia è non consumare<br />
più territorio.•<br />
<strong>LE</strong> ATTIVITÀ DI GBC ITALIA<br />
<strong>Il</strong> Green Building Council (Gbc) Italia è un’associazione no profit<br />
che certifica nel nostro Paese il rispetto del protocollo Leed degli<br />
edifici con un sistema a punti; il massimo ottenibile è 106.<br />
Le categorie esaminate sono sei:<br />
sostenibilità del sito; gestione efficiente delle acque; energia<br />
ed ambiente; materiali e risorse; qualità dell’aria negli ambienti<br />
interni; progettazione ed innovazione.<br />
Quattro i tipi di certificazione ottenibile:<br />
Certificazione base: tra 40 e 49 punti<br />
Argento: tra 50 e 59 punti<br />
Oro: tra 60 e 79 punti<br />
Platino: oltre gli 80 punti.<br />
<strong>Il</strong> primo edificio certificato Leed platino in Italia è l’Energy Park<br />
di Vimercate, alle porte di Milano (nella foto a sinistra), un<br />
complesso misto terziario e residenziale. Le certificazioni Platino<br />
in Europa sono solo sette.
INTERVISTA<br />
<br />
<br />
David Lennox, developer chef della catena britannica,<br />
spiega come trarre ispirazione dal rapporto<br />
con i fornitori, italiani e non, per continuare ad innovare<br />
di Davide Bernieri<br />
Chi è<br />
David Lennox,<br />
developer chef di<br />
Morrisons, insieme<br />
a una brigata<br />
di sette chef,<br />
cura la ricerca<br />
delle materie<br />
prime, lo sviluppo<br />
delle ricette e test<br />
organolettici in una<br />
cucina sperimentale<br />
che si occupa<br />
di preparare nuovi<br />
piatti pronti.<br />
14 29 novembre 2012<br />
iportare il gusto dei piatti<br />
home made style, andando<br />
a ricercare i migliori fornitori<br />
in tutto il mondo e condividendo<br />
con loro lo sviluppo di ricette<br />
e i relativi test. È un percorso che<br />
intreccia cultura e gastronomia quello<br />
intrapreso dalla catena britannica<br />
Morrisons, sui piatti pronti. Ne<br />
abbiamo parlato con David Lennox,<br />
developer chef di Morrisons, in visita<br />
allo stabilimento di Ariano Polesine<br />
(Ro) del fornitore della catena britannica,<br />
la Cesare Regnoli & Figlio,<br />
per sviluppare nuove ricettazioni da<br />
introdurre nella gamma a marchio<br />
degli antipasti. Abbiamo colto l’occasione<br />
per farci illustrare l’approccio<br />
strategico della catena britannica<br />
verso la categoria. “Negli ultimi<br />
anni -spiega Lennox- l’importanza<br />
dei piatti pronti nelle nostre scelte<br />
strategiche è andata crescendo. Per<br />
questo abbiamo predisposto una cucina<br />
sperimentale che si occupasse<br />
dello sviluppo dei piatti pronti,<br />
lavorando su tutte le categorie per<br />
creare nuove ricette in collaborazione<br />
con i nostri fornitori. Lavoriamo<br />
costantemente sulle nostre ricette<br />
tradizionali e abbiamo una sezione<br />
dedicata all’innovazione, nella quale<br />
siamo aperti alle proposte dei nostri<br />
fornitori, che coinvolgiamo nei test<br />
sui nuovi prodotti, e chiedendo loro<br />
di affinare insieme a noi le ricette.
Per esempio, se parliamo di un nuovo<br />
piatto pronto a base di pasta, lasagne<br />
o linguine, chiediamo che i nostri fornitori<br />
italiani ci assistano nello sviluppo in<br />
quanto hanno la sensibilità e il know-how<br />
necessari. In questo modo riteniamo di<br />
potere procedere nel modo migliore possibile,<br />
creando ricette di piatti pronti al<br />
nostro interno, coinvolgendo i nostri partner<br />
in una relationship che ci porta molto<br />
valore per i nostri clienti. Non possiamo<br />
lavorare separatamente, bensì privilegiamo<br />
uno sviluppo condiviso”.<br />
Quali risvolti culturali cercate per lo<br />
sviluppo dei vostri piatti pronti?<br />
Naturalmente poniamo grande attenzione<br />
alla scelta dei fornitori, cerchiamo di<br />
scegliere il meglio dal punto di vista della<br />
qualità dei prodotti. Per questo motivo il<br />
nostro staff di developing chef è spesso<br />
in viaggio, per conoscere la qualità dei<br />
prodotti, per capire meglio il processo<br />
industriale che sta dietro e anche, almeno<br />
per me, di dare un senso più profondo<br />
alla parola sviluppo, con la possibilità<br />
di immergermi nella cultura che ha dato<br />
origine a questo piatto. Non è solo una<br />
visita di business: sia che viaggiamo in<br />
Europa, nel Far East, o dovunque, vogliamo<br />
vedere veramente cosa accade. Solo<br />
in questo modo siamo sicuri di offrire ai<br />
nostri clienti qualità vera. Molti retailer<br />
hanno linee di piatti pronti che rimandano<br />
all’alta gastronomia, con un’immagine<br />
gourmet: noi abbiamo una vera cucina<br />
interna che fa ricerca e sviluppo, con veri<br />
prodotti provenienti dalle diverse cucine<br />
internazionali.<br />
Qual è l’atteggiamento del consumatore<br />
nei confronti dei piatti pronti in Uk<br />
e in Europa tutta? Ritiene che ci siano<br />
delle differenze di approccio?<br />
Oggi le persone hanno meno soldi in tasca,<br />
quindi sono più concentrate a comprare<br />
quello che realmente vogliono.<br />
Questo ci obbliga allo sforzo di capire<br />
meglio cosa vogliono i nostri clienti. È<br />
una questione di fiducia, questo aspetto<br />
è diventato ancora più importante in<br />
tempi di crisi. Dal nostro punto di vista,<br />
dobbiamo focalizzarci ancora di più su<br />
qualità al giusto prezzo. Una tendenza<br />
che ritengo importante nei ready meals è<br />
il gusto: la nostra sfida è cercare di offrire<br />
prodotti che abbiamo un gusto definito<br />
e più fresco, simile a quanto si prepara<br />
normalmente a casa. Tutto quello che è<br />
home made ha un sapore differente dai<br />
piatti pronti, lo sappiamo, la nostra sfida<br />
è di replicare questo sapore, riducendo<br />
il contenuto di grassi. I ready meals non<br />
saranno mai un prodotto dietetico, il gusto<br />
guida l’acquisto, ma spesso c’è una<br />
percentuale troppo alta in grassi, a volte<br />
utile solo al processo produttivo e non<br />
essenziale per il gusto. Molti retailer sviluppano<br />
i piatti pronti per addizioni successive<br />
di ingredienti, il risultato è che a<br />
volte c’è troppo di tutto.<br />
molti retailer<br />
sviluppano<br />
i piatti pronti<br />
per addizioni<br />
successive<br />
di ingredienti<br />
Cosa ne pensa della tendenza internazionale<br />
in atto nei paesi occidentali,<br />
che vede un ritorno del consumatore<br />
in cucina? Sta avvenendo qualcosa di<br />
simile in Uk?<br />
<strong>Il</strong> trend è lo stesso in Gran Bretagna.<br />
Mia nonna cucinava tutte le pietanze a<br />
casa, ma oggi le persone hanno perduto<br />
questa capacità. In Morrisons cerchiamo<br />
di aiutare queste persone a ricreare<br />
la stessa atmosfera. Per esempio, nel<br />
nostro reparto macelleria prepariamo<br />
arrosti pronti che devono essere solo<br />
cotti, cercando di ritrovare il gusto perduto,<br />
scegliendo i migliori ingredienti,<br />
anche di provenienza locale, vogliamo<br />
pensare come se le nostre nonne fossero<br />
ancora nei nostri pdv a ricercare<br />
la qualità come facevano un tempo. Ma<br />
vogliamo anche fare evolvere il gusto del<br />
consumatore d’oggi, per esempio abbiamo<br />
arrosti di pollo freschi, con speck e<br />
INTERVISTA<br />
mozzarella, che devono solo essere cotti<br />
e che hanno un’immagine di cibo cotto<br />
in casa senza perdere tanto tempo in<br />
cucina. Vogliamo aiutarli a sfruttare al<br />
meglio il poco tempo libero che rimane<br />
loro, facendoli stare bene.<br />
Lei è in Italia alla ricerca di prodotti<br />
per i vostri ready meal. Avete una linea<br />
di piatti pronti con una chiara connotazione<br />
“italian style”?<br />
No, non vogliamo dare una connotazione<br />
particolare alle nostre linee di prodotto.<br />
Un aspetto molto importante della nostra<br />
politica sulla qualità è l’integrazione<br />
verticale della nostra filiera di approvvigionamento,<br />
Morrisons controlla delle<br />
sue fabbriche per quanto riguarda pane<br />
e prodotti da forno, macelleria, tutti i<br />
negozi hanno un banco macelleria che<br />
taglia e porziona carne fresca. Con<br />
questo modello di business, noi prepariamo,<br />
impacchettiamo e vendiamo i<br />
nostri prodotti, permettendoci un grande<br />
controllo della qualità. Siamo il solo<br />
retailer in gran Bretagna che fa questo<br />
tipo di politica.<br />
Quale sarà, dal suo punto di osservazione,<br />
il futuro dei piatti pronti in Gran<br />
Bretagna e in Europa?<br />
<strong>Il</strong> settore dei piatti pronti in futuro continuerà<br />
ad avere un grande futuro, anche<br />
se noto delle differenze interessanti<br />
tra il Regno Unito e l’Italia. In Italia,<br />
attraverso il banco assistito, c’è una<br />
politica diversa sui piatti pronti, non<br />
è tutto prepacked, le persone possono<br />
scegliere le quantità di insalata di<br />
mare, di lasagna o di porchetta. Anche<br />
noi vogliamo tentare un approccio più<br />
fresco, più simile a quello italiano. Da<br />
voi c’è più offerta, forse perché siete<br />
in grado di conservare meglio le vostre<br />
tradizioni a tavola. Da parte nostra,<br />
vogliamo mettere a disposizione dei<br />
nostri clienti, la nostra expertise in tutti<br />
i nostri prodotti, freschi e confezionati,<br />
con una qualità che tende all’antico, ma<br />
con un’attenzione al contemporaneo in<br />
termini di velocità, di dimensioni delle<br />
porzioni, di ricettazione.•<br />
29 novembre 2012<br />
15
16<br />
COVER STORY<br />
29 novembre 2012<br />
Si diffondono un po’ ovunque le insegne dedicate<br />
ai prodotti di seconda mano. Un successo che arriva<br />
da fenomeni nati in rete, come eBay, che viene rafforzato<br />
dall’attenzione crescente al risparmio
di Manuela Soressi<br />
egozi per la vendita, il baratto<br />
o la permuta di abbigliamento<br />
e accessori di seconda mano,<br />
centri dove si recuperano e assemblano<br />
materiali di riuso per creazioni<br />
artistiche, magazzini e mercatini, dove<br />
moderni rigattieri raccolgono e vendono<br />
di tutto: vestiti, dischi in vinile, libri, mobili,<br />
elettrodomestici, cellulari e computer.<br />
Per non parlare del boom dei “compro<br />
oro” e dei siti sul web -social network<br />
compresi- che propongono la vendita di<br />
oggetti d’ogni tipo. È davvero sfaccettato<br />
il mondo dell’usato, un settore che,<br />
nell’ultimo quinquennio, ha registrato in<br />
Italia un vero e proprio boom. Secondo le<br />
elaborazioni della Camera di commercio<br />
di Milano, tra 2006 e 2011, gli esercizi<br />
commerciali sono cresciuti del 35,4%,<br />
superando i 3.200 punti di vendita e il<br />
fatturato ammonta ad alcuni miliardi di<br />
euro, ma è solo presunto, visto che il settore,<br />
composito com’è, non è facile da<br />
monitorare.<br />
<br />
<strong>Il</strong> successo del “second hand” non si<br />
spiega solo con la necessità di far quadrare<br />
i budget domestici, ma anche con<br />
un approccio più razionale e disincantato<br />
alla spesa, che si abbina al desiderio<br />
di svuotare le case di oggetti inutilizzati,<br />
alla volontà di riconoscere il valore<br />
degli oggetti (indipendentemente dalla<br />
loro età) e ad un atteggiamento di consumo<br />
più critico, che vede nel riuso una<br />
risposta alla sovrapproduzione e alla necessità<br />
di maggiore attenzione alla so-<br />
stenibilità ambientale. A far da volano è<br />
stato soprattutto il web, con siti come<br />
ebay, che hanno contribuito a rendere<br />
più appealing l’usato o che hanno usato<br />
il web come canale commerciale per<br />
“democratizzare” il vintage. Dal mondo<br />
virtuale, questo fenomeno si è trasferito<br />
COVER STORY<br />
<br />
<br />
<br />
LA PRESENZA SUL TERRITORIO DEL<strong>LE</strong> IMPRESE DELL’USATO<br />
Specializzazione per regione<br />
Articoli<br />
di seconda mano<br />
in negozi (altro)<br />
Libri di seconda<br />
mano<br />
in quello reale, con la nascita di punti di<br />
vendita interamente dedicati alla merce<br />
di seconda mano.<br />
<strong>Il</strong> punto di forza dei negozi dell’usato,<br />
però, non sta soltanto nella possibilità di<br />
fare acquisti di qualità a prezzi low cost,<br />
ma anche in quella di sbarazzarsi di og-<br />
Mobili usati<br />
e oggetti<br />
antiquariato<br />
Abiti ed altri<br />
oggetti usati<br />
Abruzzo 8,3% 5,6% 61,1% 25,0%<br />
Basilicata 8,3% 8,3% 66,7% 16,7%<br />
Calabria 12,1% 0,0% 63,6% <strong>24</strong>,2%<br />
Campania 8,6% 5,6% 55,6% 30,1%<br />
Emilia Romagna 7,6% 12,2% 51,5% 28,6%<br />
Friuli 14,3% 11,1% 39,7% 34,9%<br />
Lazio 9,8% 8,7% 59,4% 22,1%<br />
Liguria 17,1% 5,6% 50,9% 26,4%<br />
Lombardia 13,9% 6,5% 51,1% 28,4%<br />
Marche 15,0% 8,3% 53,3% 23,3%<br />
Molise 0,0% 11,1% 66,7% 22,2%<br />
Piemonte 8,2% 10,2% 51,1% 30,5%<br />
Puglia 5,7% 7,3% 63,4% 23,6%<br />
Sardegna 13,3% 11,1% 42,2% 33,3%<br />
Sicilia 6,6% 4,4% 58,1% 30,9%<br />
Toscana 5,7% 7,5% 62,0% <strong>24</strong>,9%<br />
Trentino 12,5% 4,2% 66,7% 16,7%<br />
Umbria 12,5% 2,8% 66,7% 18,1%<br />
Valle D'aosta 12,5% 0,0% 62,5% 25,0%<br />
Veneto 8,9% 6,8% 62,8% 21,5%<br />
Italia 9,9% 7,5% 56,1% 26,4%<br />
Fonte: Elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del Registro Imprese al primo trimestre 2012<br />
29 novembre 2012 17
18<br />
COVER STORY<br />
OBIETTIVI<br />
DELL’ORGANIZZAZIONE<br />
NAZIONA<strong>LE</strong><br />
La Rete ONU è nata a fine 2011<br />
e riunisce 17 organizzazioni<br />
in rappresentanza di 50.000 operatori<br />
e organizzatori di mercatini storici<br />
e delle pulci, fiere, cooperative sociali,<br />
cooperative di produzione lavoro,<br />
botteghe rigattiere, negozi<br />
in conto terzi ed enti di solidarietà.<br />
<strong>Il</strong> suo obiettivo è quello di ottenere<br />
il riconoscimento della propria dignità<br />
e del proprio valore e ruolo sociale, ma<br />
anche quello di contare di più a livello<br />
politico decisionale e di strappare<br />
condizioni economiche migliori. La<br />
prima mossa è stata una lettera aperta<br />
indirizzata al presidente del consiglio<br />
Mario Monti per chiedere l’introduzione<br />
di una legge per la promozione,<br />
il riordino e la regolamentazione<br />
dell’attività degli operatori dell’usato.<br />
Tra le proposte: l’istituzione di un<br />
Consorzio Nazionale del Riuso (simile<br />
al Conai), l’abolizione del sistema delle<br />
licenze per gli operatori ambulanti<br />
dell’usato, la revisione degli oneri<br />
fiscali e la richiesta di maggiori spazi<br />
a livello locale per lo svolgimento<br />
dei mercati dell’usato.<br />
getti inutilizzati guadagnando in spazio<br />
domestico e denaro. In genere, i negozi<br />
dell’usato funzionano in conto vendita e<br />
l’incasso viene distribuito equamente tra<br />
commerciante e venditore. Comunque,<br />
benché rappresenti per molti consumatori<br />
e commercianti una risposta concreta<br />
alla domanda di un’economia low<br />
cost, neppure il settore del second hand<br />
è riuscito a scampare alla recessione:<br />
infatti, nell’ultimo anno, i punti di vendita<br />
sono diminuiti del 3% rispetto al 2011,<br />
anche se a cadere sono stati soprattutto<br />
alcuni settori, in particolare quello degli<br />
autoveicoli usati, in forte flessione. Chi<br />
non sembra avvertire gli effetti della crisi<br />
sono i commercianti di indumenti usati<br />
(858 negozi, +0,6% sul 2011) e i negozi<br />
che acquistano oro usato, il cui business<br />
ha ormai superato i due miliardi di euro.<br />
<br />
Dopo anni di anarchia e di microiniziative<br />
locali, il settore dell’usato sembra essere<br />
oggi sbarcato in una nuova fase: è il<br />
momento di fare sistema, mettendo in<br />
rete le esperienze di successo già consolidate<br />
o in fase di avvio in varie parti<br />
29 novembre 2012<br />
d’Italia. È nato, infatti, alla fine del 2011,<br />
il coordinamento nazionale degli operatori<br />
del settore: per la prima volta, l’usato<br />
italiano ha i suoi rappresentanti e punta<br />
a uscire dall’invisibilità e dalla mancanza<br />
di status e diritti frutto della polverizzazione<br />
che lo caratterizza. L’altra faccia<br />
di questa tendenza a fare sistema è la<br />
crescita del franchising, che ha portato<br />
alla nascita delle prime catene italiane di<br />
mercatini e negozi dell’usato come Leotron<br />
(che gestisce 99 punti di vendita a<br />
insegna Mercatopoli e 44 punti di vendita<br />
Baby Bazar) e Mercatino Usato, che<br />
nei suoi 195 punti di vendita, nei primi<br />
9 mesi del 2012, ha visto aumentare le<br />
vendite del 12% rispetto al 2011. Altre<br />
insegne specializzate sono T.riciclo,<br />
Baby Boom, Girabito e Libraccio.<br />
Su questo mini-boom molto ha pesato<br />
la semplificazione dell’iter burocratico<br />
necessario per aprire i negozi di second<br />
hand, grazie al DPR n. 311/2001. Una<br />
norma che ha fatto da volano all’espansione<br />
del commercio dell’usato, aprendo<br />
la strada alla nascita di catene di negozi,<br />
di grandi dimensioni e con un’offerta<br />
molto ampia. Così l’intermediazione<br />
della compravendita di oggetti usati è<br />
diventata un vero e proprio canale commerciale,<br />
che è uscita dai confini del<br />
collezionismo o del vintage sdoganando<br />
anche la vendita di oggetti prima esclusi<br />
da questo mercato, come gli elettrodomestici,<br />
gli articoli per bambini o i prodotti<br />
elettronici.<br />
<br />
Molto diffusi all’estero ora si stanno sviluppando<br />
anche in Italia i negozi di “buy<br />
and sell”, che acquistano macchine fotografiche,<br />
computer, orologi, strumenti<br />
musicali e hi-fi usati pagandoli subito in<br />
contanti. A Milano lo fanno Mister Cash<br />
e Cash Converters, mentre a Torino c’è<br />
Cash Time che compra soprattutto prodotti<br />
informatici di seconda mano e li<br />
liquida al 50% del loro valore di mercato.<br />
Anche alcuni retailer puntano sull’appeal<br />
del second hand: ad esempio, Gamestop,<br />
Fnac, Mediaworld e Sportler ritirano<br />
rispettivamente console, video-<br />
Baby Bazar<br />
Una catena in franchising dedicata al<br />
mondo bambino, facente capo a Leotron.<br />
Ad oggi i punti di vendita a insegna<br />
Baby Bazar sono 44. Da settembre è stata<br />
lanciata anche la web radio Baby Bazar:<br />
una radio in-store con musica selezionata<br />
per bambini e genitori,<br />
rubriche e intrattenimento.<br />
T.riciclo<br />
Catena di negozi in franchising per<br />
la compravendita di abbigliamento e<br />
accessori usati per bambini e ragazzi dagli<br />
0 ai 14 anni. La formula è caratterizzata<br />
dall’operazione di conto vendita, basata su<br />
un processo di scambio. I genitori possono<br />
portare i capi non più utilizzati: all’atto<br />
della vendita, percepiranno il 45%<br />
del prezzo stabilito precedentemente.
Humana People to People Italia<br />
Basato sulla formula del charity shop,<br />
la catena ha saputo leggere il trend<br />
trasversale legato al vintage. L’assortimento<br />
spazia dagli anni Sessanta agli Ottanta,<br />
gli arrivi sono settimanali.<br />
Prevista la riparazione gratuita<br />
per eventuali piccoli difetti dei capi.<br />
giochi, hardware e attrezzature sportive<br />
usate, trasformandole in sconti sull’acquisto<br />
del nuovo (tecnicamente si tratta<br />
di una permuta), mentre Decathlon<br />
organizza periodicamente i mercatini<br />
dell’usato presso i suoi punti di vendita,<br />
i noti Trocathlon, supportandoli con un<br />
forte battage pubblicitario e trasformandoli<br />
in veri e propri eventi.<br />
<br />
La si potrebbe definire come la versione<br />
terzo millennio della storica formula<br />
dell’usato sicuro che dal mondo dell’automobile<br />
ora si è estesa al mondo della<br />
tecnologia. Infatti è sempre più frequente<br />
trovare in commercio computer, cellulari,<br />
smartphone, televisori di ultima<br />
generazione e macchine fotografiche<br />
digitali rigenerati o refurbished. Ossia<br />
usati (provenienti da esposizioni, centri<br />
commerciali, fiere), risistemati e messi in<br />
vendita a prezzi scontati sino al 50-70%<br />
rispetto ai modelli nuovi. Mentre negli<br />
Usa questo fenomeno dura ormai da un<br />
paio di decenni e coinvolge direttamente<br />
i big della produzione tecnologica mondiale<br />
come Apple, Dell, Xerox o Kodak,<br />
mentre in Italia il refurbishing sta muovendo<br />
solo ora i primi passi. Superando<br />
le diffidenze, e utilizzando la rete con i<br />
suoi forum e le piattaforme di comparazione<br />
dei prezzi, i prodotti rigenerati<br />
stanno accrescendo la loro visibilità,<br />
conquistando un numero sempre crescente<br />
di consumatori.<br />
<br />
L’abbigliamento è il comparto dove la formula<br />
del second hand è più fiorente e<br />
dove origina format nuovi e interessanti.<br />
Spuntano negozi specializzati in luxury<br />
vintage (come Vendôme Italia, la prima<br />
boutique italiana riservata alle borse firmate<br />
di seconda mano) e organizzazioni<br />
del no profit, come Humana People to<br />
People Italia, che ha aperto vere e proprie<br />
boutique per vendere una selezione<br />
dei capi raccolti tramite i contenitori dove<br />
i privati possono conferire gli abiti di<br />
cui vogliono liberarsi.<br />
L’esigenza di svuotare armadi, soffitte e<br />
COVER STORY<br />
NORMATIVA E SVILUPPO<br />
A fianco dei pdv fissi, c’è poi l’universo<br />
di mercati e mercatini sia fissi<br />
sia dell’usato, dalle fiere periodiche<br />
a quelli delle pulci. Un mondo in forte<br />
crescita (seppur difficile da<br />
monitorare), che dovrebbe aumentare<br />
ulteriormente per due motivi:<br />
da un lato, esiste una forte domanda,<br />
che va dai mercatini dei privati<br />
alle garage sales; dall’altro, queste<br />
soluzioni rappresentano un’opportunità<br />
per ridurre i rifiuti conferiti nelle<br />
discariche. Tanto che già la legge<br />
13/2009 prevedeva la valorizzazione in<br />
chiave ecologica dei mercati dell’usato,<br />
promuovendone la rinascita e lo<br />
sviluppo in accordo con le associazioni<br />
professionali e imprenditoriali. Gli enti<br />
locali dovrebbero individuare spazi<br />
pubblici per lo svolgimento periodico<br />
di queste manifestazioni, mentre<br />
un decreto del Ministero dell’Ambiente<br />
ne dovrebbe stabilire gli standard<br />
minimi a tutela dell’ambiente e della<br />
concorrenza. Ma il buco normativo<br />
resta e rappresenta un forte ostacolo<br />
allo sviluppo di questo settore, che<br />
potrebbe rivelarsi una carta importante<br />
anche per valorizzare i centri storici,<br />
creando traffico e generando<br />
un importante “effetto evento”.<br />
cantine e di tenere il passo con la moda<br />
è alla base anche del fenomeno dello<br />
swapping, evoluzione del concetto storico<br />
del baratto, ora tornato prepotentemente<br />
di moda, colorandosi di nuove<br />
sfumature e avvalendosi dell’effetto moltiplicatore<br />
fornito dal web. Su internet,<br />
infatti, crescono i siti che propongono<br />
scambi senza circolo di denaro, mentre<br />
dagli Stati Uniti arriva la moda degli<br />
swap party, privati o pubblici, in cui ci si<br />
ritrova per scambiarsi oggetti e servizi.<br />
In Italia, gli swap party iniziano a diffondersi<br />
solo adesso: spesso vengono<br />
organizzati tramite facebook, ma c’è<br />
chi ne sta facendo un business in locali<br />
pubblici e fast food. Intanto, nascono<br />
punti di vendita dedicati allo swapping,<br />
che ritirano indumenti, calzature e accessori<br />
moda, li classificano in base<br />
a un mix di fattori (qualità, condizioni,<br />
marca) e consentono di scambiarli con<br />
altri capi di uguale valore commerciale<br />
attraverso un sistema di coupon. Come<br />
succede da Luxury Swapping a Treviso,<br />
da Atelier del Riciclo a Milano e da Barattiamo<br />
a Roma.•<br />
29 novembre 2012 19
20<br />
RETAIL<br />
<br />
<br />
Presentato dal presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli,<br />
il bilancio delle iniziative delle insegne a favore degli stakeholder<br />
di Gino Pagliuca<br />
el Paese dei furbi e dei furbetti<br />
alla perenne ricerca di scorciatoie<br />
ai confini (e spesso oltre)<br />
della legge essere sostenibili significa,<br />
innanzitutto, rispettare le regole.<br />
C’è una parte importante dell’economia<br />
italiana, la grande distribuzione, che del<br />
rispetto delle norme fa la sua bandiera.<br />
È questo il messaggio lanciato da Federdistribuzione<br />
in una delle più importanti<br />
sedi istituzionali, il Senato della Repubblica,<br />
dove ha presentato il primo bilancio di<br />
sostenibilità delle aziende aderenti, dando<br />
vita a un’iniziativa cui la Federazione intende<br />
dare continuità nel tempo.<br />
<br />
<strong>Il</strong>lustrando i risultati del corposo studio<br />
che accompagna i dati il presidente<br />
Giovanni Cobolli Gigli spiega: “La distribuzione<br />
moderna organizzata sviluppa,<br />
considerando complessivamente le componenti<br />
food e non food, un fatturato di<br />
130 miliardi di euro, cioè il 58% dei 223<br />
miliardi di vendite effettuate nei negozi in<br />
Italia. Ogni settimana nei nostri punti di<br />
vendita entrano più di 60 milioni di persone.<br />
E 450mila persone trovano occupazione<br />
diretta e stabile nelle strutture. Nelle<br />
imprese aderenti alla nostra federazione<br />
l’88,7% del personale ha un contratto a<br />
tempo indeterminato, il 59% è composto<br />
da donne e il 23,1% ha meno di 30 anni”.<br />
Sono numeri che sembrano provenire da<br />
un altro mondo, se si guarda alla realtà lavorativa<br />
del Paese, caratterizzata da presenza<br />
femminile sui posti di lavoro fortemente<br />
minoritaria e da scarse opportunità<br />
di inserimento per i giovani, ai quali oggi<br />
29 novembre 2012<br />
perlopiù a tempo indeterminato si offre solo<br />
la precarizzazione. Invece, nelle aziende<br />
della grande distribuzione, illustra Cobolli<br />
Gigli, non solo si assumono le persone,<br />
ma si offre loro una concreta possibilità<br />
di crescita, consolidando nel tempo il loro<br />
rapporto con le aziende datrici di lavoro<br />
mediante una continua formazione professionale.<br />
Nella tabella che compare in<br />
LA SOSTENIBILITÀ INTERPRETATA DAL<strong>LE</strong> IMPRESE ADERENTI A FEDERDISTRIBUZIONE<br />
Le attività implementate dalle insegne nei confr onti degli stakeholder<br />
queste pagine sintetizziamo le principali<br />
evidenze risultanti dal bilanci; oltre a questi<br />
numeri c’è però un aspetto di sistema<br />
che Cobolli mette in luce: l’impegno, che<br />
a buon diritto si può definire etico, che<br />
la grande distribuzione ha assunto nei<br />
confronti dei consumatori in un periodo<br />
di forti tensioni economiche e di difficoltà<br />
delle famiglie.<br />
Interazioni Attività<br />
Insegne<br />
aderenti Media<br />
Clienti Info nutrizionali su etichetta prodotti a marca 100% 85%<br />
Predisposizione di indagini di custumer satisfaction 95%<br />
Attivazione di un servizio di ascolto per consumatori 90%<br />
Attivazione di un uffi cio controllo qualità 85%<br />
Tracciabilità per l’identifi cazione dei prodotti 82%<br />
Possibilità di usufruire del part-time 100%<br />
Collaboratori Corsi di formazione per lo sviluppo professionale 95% 75%<br />
Strumenti di comunicazione con i collaboratori 95%<br />
Incentivi o agevolazioni aziendali (es. buoni sconto) 85%<br />
Percorsi formativi per la crescita aziendale 85%<br />
Premi di risultato per contratti integrativi 85%<br />
Miglioramenti organizzativi/contrattuali 80%<br />
Strutture interne aziendali dedicate alla formazione 60%<br />
Iniziative orientate alle pari opportunità 60%<br />
Asili nido, aiuto per fi gli piccoli/anziani a carico 10%<br />
Fornitori Rapporti di fornitura di lunga durata con le PMI 70% 65%<br />
Selezione fornitori sulla base del codice etico 60%<br />
Ambiente Programmi riduzione consumi energetici 100% 89%<br />
Programmi riduzione consumi d’acqua 100%
Ci riferiamo alla politica di moderazione<br />
dei prezzi messa in atto negli ultimi anni.<br />
“Dal 2004 al 2011 -dice Cobolli Gigli- i<br />
prezzi di tariffe e servizi sono complessivamente<br />
cresciuti del 38,1% a fronte<br />
di un’inflazione misurata dall’Istat nel<br />
17,6% e di un aumento dei prezzi dei<br />
confezionati venduti nella grande distribuzione<br />
alimentare salita solo del 7,6%”.<br />
Un’operazione di tutela del potere d’acquisto<br />
delle famiglie che non è stata però<br />
indolore per le aziende distributive,<br />
strette nella tenaglia della crescita dei<br />
costi in particolare delle materie prime e<br />
soprattutto del greggio, e dal forte calo<br />
della domanda interna, dovuto non solo<br />
da aspettative poco favorevoli per il<br />
futuro ma anche da un impoverimento<br />
delle famiglie, valutabile, per l’ultimo<br />
quinquennio, in un calo del 7% di reddito<br />
disponibile pro-capite.<br />
Approvvigionamenti di prodotti a km0 e/o locali* 91%<br />
Sviluppo di linee di “prodotti regionali”* 91%<br />
Ottimizzazione gestione rifiuti 100%<br />
Programmi riduzione degli imballi 91%<br />
Inserimento linee di prodotti attenti all’ambiente 91%<br />
Agricoltura biologica o a basso impatto ambientale 90%<br />
Sensibilizzazione dei clienti sull’ambiente 85%<br />
Comunità Donazioni a enti/soggetti con finalità sociale 85% 82%<br />
Corporate<br />
Governance<br />
Comunicazione<br />
istituzionale<br />
Ridistribuzione eccedenze a strutture caritative* 80%<br />
Vendita prodotti equo-solidali 95%<br />
Acquisti prodotti da soggetti di interesse sociale 95%<br />
Presenza di un Codice Etico 80% 52%<br />
Presenza di una Carta dei valori aziendali 65%<br />
Iniziative di comunicazione dedicate alla RSI 70% 50%<br />
Pubblicazioni o sezione sito internet dedicate alla RSI 65%<br />
Bilancio di sotenibilità/sociale 20%<br />
Certificazioni Certificazione sulla qualità ISO9001 65% 11<br />
Certificazione ambiente ISO14001 25%<br />
Certificazione etica SA8000 10%<br />
* solo imprese food Fonte: Federdistribuzione<br />
RETAIL<br />
Giovanni Cobolli Gigli,<br />
presidente<br />
di Federdistribuzione<br />
Per le insegne tutto questo sta significando<br />
erodere al minimo i margini di redditività:<br />
negli ultimi anni l’utile netto è sceso<br />
sotto l’1% del fatturato. Nonostante questo<br />
continuano, sia pure a livelli minori<br />
rispetto al passato, la politica di investimenti<br />
nell’ammodernamento delle vecchie<br />
strutture e nella realizzazione di nuovi punti<br />
di vendita: “Ogni anno -prosegue Cobolli<br />
Gigli- il nostro settore immette allo scopo<br />
nell’economia italiana tra i 2,5 e i 3 miliardi<br />
di euro, con un impegno che produce<br />
effetti positivi sul territorio, anche in termini<br />
ambientali, garantendo un impulso<br />
per lo sviluppo locale, creando un forte<br />
indotto, generando nuova occupazione e<br />
sostenendo il tessuto di artigiani e piccole<br />
e medie imprese”.<br />
Che cosa chiede Federdistribuzione alla<br />
politica? Sostanzialmente che i settori<br />
protetti siano costretti a farsi concorenza<br />
come hanno fatto le insegne: e si parla di<br />
energia, carburanti, farmaci, banche, assicurazioni<br />
e professioni. Se si giungesse a<br />
una reale liberalizzazione del mercato dei<br />
servizi la distribuzione avrebbe un duplice<br />
vantaggio: riduzione di costi e clienti con<br />
più soldi da spendere nel portafoglio.•<br />
29 novembre 2012 21
più servizio<br />
al consumatore,<br />
più valore al<br />
vostro scaffale<br />
di mercato<br />
<strong>LE</strong>ADER <strong>LE</strong>ADER<br />
e nell’innovazione<br />
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La scena di vendita si renderà più autonoma dall’offerta. <strong>Il</strong> visual<br />
merchandising verrà influenzato dall’arte e dalla contaminazione<br />
di Marina Bassi<br />
uali sono i trend che stanno cambiando<br />
il retail e il visual merchandising<br />
in particolare, a livello<br />
internazionale? Quali aspetti<br />
- estetici, progettuali, espositivi, stilistici-<br />
si stanno affermando per raccontare<br />
le nuove atmosfere, disegnare layout e<br />
percorsi in grado di trasmettere i valori e<br />
i plus delle singole catene, sottolineando<br />
le differenze? In breve, quale è oggi<br />
la correlazione tra retail design e visual<br />
merchandising? Queste le domande alle<br />
quali hanno cercato di dare risposte Luisa<br />
Collina, architetto e professore ordinario<br />
in disegno industriale al Politecnico di<br />
Milano, e Francesca Murialdo, direttore<br />
Labomint per il design di interni e collaboratrice<br />
attiva della facoltà sia di architettura<br />
sia di design del Politecnico di<br />
Milano, nel corso di Retail Visions 2012,<br />
il convegno internazionale, tenutosi a novembre<br />
a Milano, organizzato da Popai<br />
Italy e quest’anno moderato da Cristina<br />
Lazzati, vice direttore Area Retail Business<br />
Media Gruppo <strong>24</strong><strong>Ore</strong>.<br />
<br />
Secondo Collina e Murialdo, in un contesto<br />
che chiede sempre più elementi per<br />
individuare e disegnare format adeguati<br />
a intercettare le istanze innovative dei<br />
clienti (dall’antropologia alla geografica<br />
economica, dallo studio dei comportamenti<br />
di consumo al design strategico),<br />
oggi forse non ha più senso continuare<br />
a parlare di concept store, legato a una<br />
presenza della merce, che, invece, sembra<br />
lasciare il suo ruolo di protagonista<br />
in-store. Proprio mentre il legame tra pro-<br />
1<br />
2<br />
3 4<br />
RETAIL<br />
1-<strong>Il</strong> c. c. BoxPark, in una delle zone trendy del design<br />
di Londra, propone sempre spazi temporanei, come il<br />
Levi’s Commuter, un luogo che, in un container industriale,<br />
abbina la vendita della linea Levi’s Commuter, dedicata<br />
agli appassionati delle due ruote, con attrezzi per<br />
riparare le bici. 2-La Santeria, a Milano, esprime un nuovo<br />
concetto di partecipazione attiva: un luogo d’incontro, uno<br />
shop di libri e abbigliamento indipendenti, una caffetteria,<br />
uno spazio per mostre e vernissage e un laboratorio<br />
per condividere creatività. 3-Amazon, puro player<br />
e-commerce, sta lavorando per una rete brick a base<br />
di Kindle. 4-Nonostante Marras, lo spazio dello stilista<br />
Antonio Marras, con biblioteca, caffè, sala da tè, libreria,<br />
salotto, galleria d’arte, boutique, fabbrica di idee.<br />
29 novembre 2012 23
1<br />
3<br />
<strong>24</strong><br />
RETAIL<br />
POCHE REGO<strong>LE</strong> FERREE<br />
PER SVILUPPARE RETI<br />
NEGLI USA<br />
Per entrare con successo negli<br />
Stati Uniti, i retailer devono<br />
conoscere bene non solo il<br />
consumatore, ma anche le<br />
regole nei rapporti tra retailer,<br />
architetti (archistar o meno) e<br />
operatori del settore costruzioni<br />
(ingegneri, elettricisti,<br />
imbianchini, artigiani, ecc).<br />
“<strong>Il</strong> mondo delle costruzioni<br />
americano non ha la flessibilità<br />
di quello italiano -chiarisce<br />
Angelo Michilli, titolare della<br />
Michilli inc-: ma richiede<br />
certificazioni e autorizzazioni<br />
precise prima di avviare e<br />
richiedere qualsiasi lavoro”. Per<br />
questo, la società di Michilli<br />
(e quelle simili) si propone<br />
come interfaccia privilegiata in<br />
grado di monitorare il day by<br />
day della realizzazione del pdv,<br />
risolvendo divergenze<br />
e difficoltà, nel rispetto delle<br />
tempistiche e delle diverse<br />
mentalità, italiana e Usa.<br />
1-2-Palazzi vetro,<br />
ampie vetrine<br />
e manichini per<br />
mostrare lo stile:<br />
ecco l’approccio<br />
di Joe Fresh,<br />
sulla 5th Av a Ny.<br />
3-4-I manichini<br />
diventano<br />
installazioni<br />
che valorizzano<br />
gli spazi nello<br />
store. Parola<br />
di Ralph Pucci.<br />
5-Uniqlo mixa<br />
colori, figure,<br />
vetrine interne.<br />
5<br />
29 novembre 2012<br />
2<br />
4<br />
dotto e negozio sembra allentarsi, visto<br />
che la merce si può comprare ovunque,<br />
un puro player di internet come Amazon<br />
punta, invece, a store classici, dedicati<br />
solo ai Kindle. La rete, ovviamente, sta incidendo<br />
anche sulle modalità di rapporto<br />
dei consumatori: la<br />
diffusione dell’approccio<br />
social ha<br />
sviluppato nuove<br />
consapevolezze,<br />
modificando il<br />
concetto di partecipazione,<br />
basata<br />
su una condivisione<br />
di valori. Così, ognuno da ruolo attivo<br />
nei flussi informativi sui singoli prodotti,<br />
diventa collettore di intelligenza collettiva<br />
per supportare microprogetti personali<br />
industriali (come suggerito dal sito Kickstarter),<br />
piuttosto che micro proprietario<br />
merchandising<br />
sempre più<br />
strategico per<br />
comunicare<br />
il brand<br />
di un’attività, che può incidere anche sul<br />
processo creativo (come per il Mybar a<br />
Beirut). Crescono, inoltre, le contaminazioni,<br />
che vanno in più direzioni: trasformano<br />
uno showroom (Nonostante Marras)<br />
in un luogo non solo per abbigliamento,<br />
abbinano<br />
ristorazione, corsi<br />
di cucina e laboratori<br />
vari (Santeria),<br />
e offrono servizi<br />
specializzati come<br />
ha fatto Levi’s, in Uk<br />
e in Italia (all’ultimo<br />
Salone del Mobile a<br />
Milano) con spazi ad hoc per le biciclette<br />
abbinati alla marca Levi’s Commuter per<br />
chi ha la passione delle due ruote.<br />
<br />
In questo contesto, il visual merchandising<br />
rappresenta un elemento strategico,<br />
in grado di comunicare i valori del<br />
brand, in funzione di quanto ogni retailer<br />
o brand vuole trasmettere a proposito<br />
della propria shopping experience. Così,<br />
secondo Eric Feigenbaum, Chair of Visual<br />
Merchandising Lim College, sono<br />
tre i trend più significativi, già chiari in un<br />
osservatorio privilegiato, quale la Quinta<br />
Avenue di New York. Per Feigenbaum, il<br />
futuro del visual merchandising prevede<br />
un uso del vetro, con ampie vetrine che<br />
coprono anche l’intera superficie esterna<br />
degli store (come fatto da Uniqlo, Guess<br />
e Urban Outfitter) per interagire con i<br />
clienti sin dall’esterno; alcune insegne,<br />
soprattutto nei department store (Neiman<br />
Marcus), hanno deciso di adottare<br />
soluzioni espositive che ricostruiscono<br />
ambienti casalinghi compresi i riferimenti<br />
all’arte. Infine, cresce la diffusione di<br />
manichini, elemento scenografico essenziale<br />
per caratterizzare prodotti, stili e<br />
ambienti, soprattutto se d’autore, come<br />
quelli firmati da Ralph Pucci, cui è stata<br />
dedicata anche una mostra in uno dei<br />
nuovi luoghi più trendy come Joe Fresh,<br />
insegna canadese di abbigliamento che<br />
offre una moda accessibile, attuale e<br />
fresca (proprietà di Loblaw Companies<br />
Limited’s).•
FetteMorbide di GranBiraghi,<br />
un gusto al centro dell’attenzione,<br />
anche su stampa e Tv.<br />
FetteMorbide, il nuovo sottile piacere nato dal cuore della bontà del GranBiraghi, continuano a essere sulla bocca<br />
di tutti, con un investimento pubblicitario dai grandi numeri tra ottobre 2012 e marzo 2013:<br />
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IL BUONO DEL BIOLOGICO<br />
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Nonostante la crisi, l’insegna ammiraglia di Gruppo Coin<br />
mantiene il suo appeal e registra andamenti positivi<br />
di Marina Bassi<br />
ancio dell’e-commerce, sviluppo<br />
all’estero e in Italia, iniziative di solidarietà,<br />
con un forte contenuto di<br />
comunicazione verso il sociale, il<br />
tutto condito da risultati accettabili visto<br />
il momento economico difficile: questi i<br />
dati qualitativi più significativi che hanno<br />
contraddistinto il 2012 di Ovs, l’insegna di<br />
Gruppo Coin che opera in Italia e all’estero<br />
con oltre 700 pdv che hanno generato,<br />
nel 2012, 1.017,7 milioni di euro di vendite<br />
nette. “Nonostante il periodo, siamo soddisfatti<br />
delle performance ottenute -precisa<br />
Francesco Sama, direttore generale di<br />
Ovs-. Le nostre quote di mercato aumentano,<br />
confermando la nostra leadership in<br />
alcuni mercati come l’abbigliamento bambino,<br />
dove abbiamo una quota superiore<br />
al 18%, la moda sia donna sia uomo. Del<br />
resto, il favore che i consumatori continuano<br />
ad accordarci è testimoniato da recenti<br />
premi ricevuti quali Best Place to buy e The<br />
Retailer of the year 2012, per la categoria<br />
moda bimbo e prima infanzia”.<br />
<br />
L’attrattività dell’insegna è legata a diversi<br />
aspetti: il primo è un assortimento in<br />
grado di offrire qualità, prezzi accessibili e<br />
fashion “Anche grazie alla creazione di un<br />
ufficio stile interno attivato quest’anno per<br />
tutte le insegne del Gruppo”, chiarisce Stefano<br />
Beraldo, Ad di Gruppo Coin; un altro<br />
riguarda la validità del formato, con andamenti<br />
positivi legati sia alle nuove aperture<br />
sia alle ristrutturazioni. “Quest’anno abbiamo<br />
aperto 33 pdv in Italia e ristrutturato<br />
alcuni flagship a Firenze, Milano e Roma<br />
(la piazza più redditizia al mq) -precisa Sa-<br />
ma-. Inoltre, siamo concentrati nella trasformazione<br />
della rete Bernardi (104 pdv<br />
acquisiti a fine luglio, ndr): le prospettive<br />
sembrano buone visto che i primi pdv completamente<br />
rivisitati a settembre hanno<br />
registrato risultati più che soddisfacenti”.<br />
<br />
Ma non è solo l’Italia al centro dell’attenzione<br />
dell’insegna. “Stiamo completando<br />
la trasformazione dei 23 negozi che abbiamo<br />
acquisito in Russia, così come stiamo<br />
continuando ad aprire in Cina e nei Paesi<br />
del’Est”. Attualmente, Ovs opera con una<br />
rete all’estero di 150 store, di cui 75 aperti<br />
solo quest’anno. Tra gli obiettivi del 2013,<br />
Ovs pensa all’internazionalizzazione anche<br />
di un format come Ovs Kids. “La prima<br />
tappa sarà la Spagna grazie alla partnership<br />
strategica con El Corte Inglés, cui<br />
seguirà la Cina”. L’internazionalizzazione,<br />
quindi, è un obiettivo strategico, da sviluppare<br />
tenendo conto delle esperienze passate.<br />
“Abbiamo imparato molto in questi<br />
RETAIL<br />
I jeans rappresentano<br />
uno dei settori più forti<br />
dell’offerta Ovs, in termini<br />
sia di contenuto moda<br />
sia di fitting.<br />
“I nostri sono tra i migliori<br />
jeans su scala mondiale”,<br />
chiarisce<br />
Stefano Beraldo,<br />
Ad di Gruppo Coin<br />
anni -sottolinea Beraldo- e abbiamo capito<br />
che una delle chiavi del successo è<br />
quello di clusterizzare l’offerta in funzione<br />
delle caratteristiche del consumatore locale.<br />
I clienti russi hanno stili ed esigenze<br />
diversi da quelli cinesi e francesi, di cui<br />
dobbiamo tenere conto per essere un’insegna<br />
di riferimento. Del resto, questo è<br />
vero anche in Italia, dove, in funzione della<br />
location, l’offerta è focalizzata su single o<br />
famiglie”.<br />
<br />
In linea con l’approccio internazionale, Ovs<br />
ha deciso di cimentarsi anche con l’e-commerce,<br />
che coinvolgerà, successivamente,<br />
anche le altre insegne del gruppo. Dal 1<br />
dicembre, sul nuovo sito saranno disponibili<br />
i primi capi, top e t-shirt della capsule<br />
collection Make Love With, disegnata da<br />
11 ragazzi, giovani generazioni della moda<br />
internazionale, un’operazione sociale e di<br />
comunicazione che vuole tornare a mettere<br />
l’Aids al centro del dibattito.•<br />
29 novembre 2012 27
RETAIL<br />
<br />
<br />
Quattro i format, tecnici disponibili per sostenere gli addetti<br />
nelle relazioni con i clienti. In crescita i corsi online<br />
28<br />
di Barbara Trigari<br />
er Leroy Merlin: “La formazione<br />
è un asse strategico della filosofia<br />
aziendale, che si inserisce in<br />
una visione più ampia mettendo<br />
al centro la persona e la sua continua<br />
valorizzazione con iniziative di vario tipo,<br />
caratterizzate da dinamiche di partecipazione<br />
molto ampliata”. Cristian Marinelli,<br />
direttore risorse umane di Leroy<br />
Merlin Italia, spiega così il progetto di<br />
revisione dell’area risorse umane del sito,<br />
che prevede, per gli aspiranti collaboratori,<br />
la possibilità di confrontarsi in live<br />
chat con i responsabili aziendali.<br />
<br />
“La formazione di Leroy Merlin si muove seguendo<br />
due grandi linee strategiche -spiega<br />
Marinelli-: il miglioramento, da un lato, del<br />
contatto con il cliente, attraverso la formazione<br />
di prodotto, e, dall’altro, della relazione<br />
tra manager e col-<br />
laboratori, sviluppata<br />
agendo sulle competenze<br />
di gestione di<br />
squadra, organizzative<br />
e personali tramite<br />
consulenti esterni”.<br />
<strong>Il</strong> budget riservato alla<br />
formazione ammonta<br />
a 1,2 mio euro annui<br />
per erogare oltre 60mila ore tra formazione<br />
di prodotto, di mestiere, di relazione sia<br />
con la clientela sia nell’area management.<br />
“Leroy Merlin Italia ha una squadra composta<br />
da 11 persone in grado di supportare il<br />
lavoro dei manager che, per ciascun collaboratore,<br />
disegnano un piano specifico di<br />
sviluppo competenze”, spiega Marinelli. In<br />
29 novembre 2012<br />
saper fornire<br />
spiegazioni<br />
sui prodotti è<br />
indispensabile<br />
alla vendita<br />
base a questo piano, ai collaboratori vengono<br />
proposte iniziative formative ad hoc.<br />
Si parte da una formazione di base rivolta<br />
a chi è appena entrato in azienda e non ha<br />
precedenti esperienze o conoscenze tecniche<br />
relative ai prodot-<br />
ti o al loro impiego: si<br />
tratta di corsi online o<br />
tutorial, fruibili anche<br />
via Internet.<br />
<strong>Il</strong> passo successivo<br />
sono i “corsi-prodotto”,<br />
per approfondire<br />
le conoscenze in un<br />
determinato settore<br />
anche attraverso l’esperienza pratica in veri<br />
e propri laboratori tecnici. “Uno di questi<br />
spazi si trova a Caponago (Mb) e ne stiamo<br />
allestendo un altro a Roma -aggiunge Marinelli-.<br />
In questi luoghi, è possibile, ad esempio,<br />
realizzare un impianto termoidraulico,<br />
posare cartongesso, piastrellare... Lavori<br />
di bricolage anche pesanti dai quali partire<br />
I corsi si rivolgono<br />
a tutti<br />
i collaboratori,<br />
nuovi ed esperti,<br />
anche<br />
per aggiornarsi<br />
sui nuovi prodotti<br />
e le nuove<br />
tecniche<br />
per organizzare corsi-avvenimento, chiamati<br />
Campus: vere e proprie fiere attorno al prodotto,<br />
nel corso delle quali intervengono tutti<br />
gli attori legati a un determinato ambito,<br />
come artigiani, architetti, fornitori fino agli<br />
Animatori Prodotto”. <strong>Il</strong> Campus rappresenta<br />
il terzo format della formazione Leroy Merlin:<br />
ciascun collaboratore può, a seconda<br />
delle indicazioni fornite nel proprio piano<br />
di sviluppo competenze, accedere a uno o<br />
più format su una o più famiglie di prodotto,<br />
magari vicini alla propria specializzazione, in<br />
modo da allargare le competenze.<br />
<br />
“Nel settore del fai-da-te -spiega Marinelli-<br />
saper fornire spiegazioni sul prodotto è<br />
indispensabile alla vendita, approccio che<br />
vale anche per il personale in cassa. Per<br />
questo, privilegiamo contratti duraturi e full<br />
time, tendiamo ad assumere chi ha esperienze<br />
pregresse e siamo molto focalizzati<br />
a fornire la formazione interna il più rapi-
damente possibile”. I corsi si<br />
rivolgono a tutti i collaboratori,<br />
nuovi ed esperti, anche per<br />
aggiornarsi sulle novità sia di<br />
prodotto sia di tecniche, che<br />
un domani potrebbero diventare<br />
la tendenza più seguita.<br />
La valorizzazione continua dei<br />
collaboratori coinvolge non<br />
solo la formazione, ma anche<br />
le formule retributive e progetti<br />
come Vision. “Questo coinvolge<br />
tutti i collaboratori e mira a disegnare, attraverso<br />
i loro suggerimenti, la Leroy Merlin<br />
del 2020”, spiega Marinelli.<br />
<br />
Da chi sono formate le squadre di formazione<br />
di Leroy Merlin? I primi a farne parte<br />
sono gli Animatori Prodotto, un centinaio<br />
su 5.600 collaboratori, selezionati tra coloro<br />
che, oltre a possedere le competenze<br />
specifiche in un determinato ambito, hanno<br />
anche il desiderio e l’attitudine pedagogica<br />
per diffonderle e trasmetterle ai colleghi.<br />
“Sono persone normalmente già coinvolte<br />
in gruppi trasversali di lavoro per definire le<br />
nuove gamme prodotto, che selezioniamo<br />
CRISTIAN<br />
MARINELLI<br />
direttore<br />
risorse umane<br />
Leroy Merlin Italia<br />
attraverso colloqui di tipo prevalentemente<br />
motivazionale”,<br />
prosegue Marinelli.<br />
Alla formazione contribuiscono<br />
anche i fornitori: “Scegliamo<br />
quelli caratterizzati da<br />
un’impronta pedagogica forte,<br />
che vanno oltre la promozione<br />
dei prodotti, nella logica di<br />
apportare un know-how tecnico”,<br />
precisa il direttore risorse<br />
umane. Infine, vi sono tecnici<br />
e professionisti esterni: architetti, idraulici,<br />
elettricisti, ecc., che si distinguono per l’attitudine<br />
a trasmettere le proprie conoscenze.<br />
Spesso si tratta di professionisti entrati in<br />
contatto con l’azienda per altri progetti, reclutati<br />
successivamente per la formazione.<br />
<br />
Quest’anno la formazione prodotto si è arricchita<br />
di un quarto format, che prevede la<br />
partecipazione dei collaboratori a cantieri di<br />
posa reali, a casa del cliente. In questo modo<br />
retailer, produttore, artigiano, forza vendita<br />
e cliente si trovano, per la prima volta,<br />
a vivere un’esperienza comune, la cui valutazione<br />
va a vantaggio di tutti. “Quest’anno,<br />
RETAIL<br />
abbiamo fatto dei test andati molto bene e,<br />
nel 2013, vorremmo diffondere l’iniziativa in<br />
modo massiccio tra tutti coloro che lavorano<br />
nei negozi”, conclude Marinelli.<br />
La formazione prosegue anche sui social<br />
network, in maniera distinta, nel senso che<br />
i collaboratori tendono a costituire gruppi<br />
di discussione slegati da quelli ufficiali.<br />
Proseguirà nel 2013 anche l’attività di live<br />
chat con appuntamenti nel corso dell’anno<br />
che coinvolgeranno non solo il direttore del<br />
personale, ma anche altre figure aziendali.<br />
“L’obiettivo è quello di comunicare da subito<br />
il clima di trasparenza che si respira in azienda,<br />
dove tutti sono raggiungibili e aperti al<br />
dialogo”, chiarisce Marinelli.<br />
Un’altra tendenza in crescita riguarda i video<br />
tutorial, sempre più apprezzati dai collaboratori,<br />
e ai quali viene riservata una quota<br />
sempre più significativa del budget per la<br />
formazione.<br />
Per quanto riguarda i clienti, infine, Leroy<br />
Merlin organizza giornate formative dedicate<br />
a temi specifici in collaborazione con le<br />
case fornitrici di prodotto: “Aiutano a creare<br />
un rapporto più stretto con la clientela e<br />
a comunicare il sapere aziendale, al di là<br />
dell’attività di vendita”.•
artigianalità.<br />
Territorio.<br />
Radici.<br />
Futuro.<br />
È <br />
<br />
<br />
<br />
<br />
ALLUFLON SPA - Loc. Pianaccio, 71 - 61040 Mondavio (PU) - Italia
RETAIL<br />
<br />
<br />
<strong>Il</strong> retailer britannico è partito cinque anni fa con una serie<br />
di iniziative che stanno dando vita a un progetto complessivo<br />
120<br />
i prodotti per cui<br />
Tesco comunica<br />
la carbon footprint<br />
50%<br />
riduzione emissioni<br />
C02 nei pdv Tesco<br />
entro il 2020<br />
0<br />
emissioni C02<br />
nei pdv Tesco<br />
entro il 2050<br />
Si trova<br />
a Ramsey, nel<br />
Cambridgeshire,<br />
il primo store<br />
al mondo a zero<br />
emissioni<br />
di monossido<br />
di carbonio<br />
di Luigi Dell’Olio<br />
on più solo progetti che perseguono<br />
obiettivi socio-ambientali,<br />
e che possono portare anche<br />
a ricadute positive in termini di<br />
immagine e reputazione presso i consumatori,<br />
ma una vera e propria componente<br />
del business aziendale. Così sta<br />
cambiando il modo in cui etica e sostenibilità<br />
vengono percepite dal mondo retail:<br />
una tendenza che si sta rafforzando su<br />
larga scala e che trova alcuni esempi eccellenti<br />
anche tra i big del settore, come<br />
dimostra l’esperienza di Tesco. “Da una<br />
ricerca che abbiamo condotto su un campione<br />
di cfo internazionali del comparto<br />
retail”, spiega Lorenzo Solimene, senior<br />
manager Risk Consulting - Climate Change<br />
& Sustainability di Kpmg: “È emerso<br />
che siamo nel mezzo di un passaggio<br />
epocale: il tema della sostenibilità non è<br />
più una mostrina da esporre per mostrare<br />
al mercato che si sta agendo in maniera<br />
responsabile, ma sta diventando una<br />
componente essenziale del business. Ot-<br />
to aziende su dieci hanno sviluppato iniziative<br />
di questo tipo e la maggior parte di<br />
loro ha avuto riscontri positivi in termini<br />
di costi operativi”. Qualche esempio aiuta<br />
a delineare meglio lo scenario. “Prendiamo<br />
il tema dell’efficienza energetica:<br />
da un lato aiuta a limitare l’impiego di<br />
risorse energetiche (e quindi meno emissioni<br />
di CO2), ma dall’altro consente alla<br />
stessa azienda di anche ridurre i costi,<br />
cosa fondamentale in questo periodo”,<br />
aggiunge Solimene. “Lo stesso vale per<br />
l’impatto sull’ambiente e sulle tempistiche<br />
della logistica”.<br />
<br />
Un esempio in tal senso arriva da Tesco.<br />
<strong>Il</strong> più grande retailer britannico è partito<br />
un lustro fa con iniziative su singole<br />
componenti organizzative (miglioramento<br />
della catena logistica per ridurre le emissioni<br />
di CO2 nell’ambiente, creazione di<br />
impianti per produrre energia da fonti<br />
rinnovabili e trattamento delle acque<br />
prima dell’immissione nella rete fognaria),<br />
per poi estendere progressivamente<br />
il suo orizzonte, tenendo conto di volta<br />
in volta dei feedback provenienti dalla<br />
clientela. Così, ad esempio, sono nate<br />
sia la carbon labelling, un’etichetta che<br />
comunica la quantità di anidride carbonica<br />
emessa nella produzione degli articoli<br />
(120 i prodotti che finora sono stati coinvolti<br />
nell’iniziativa, dalle patate al succo<br />
d’arancia, passando per i detersivi e<br />
le patatine) sia l’assegnazione di punti<br />
green, aggiuntivi alla tessera fedeltà,<br />
quando si acquistano prodotti a basso<br />
impatto ambientale.<br />
29 novembre 2012 31
RETAIL<br />
Fino ad arrivare a Greener Living, strategia<br />
che abbraccia tutti i rami della vita<br />
aziendale in ottica sostenibile e che è<br />
supportata da un sito Internet (http://<br />
www.tesco.com/greenerliving/greener_<br />
tesco/what_tesco_is_doing/sustainable_living.page)<br />
dove vengono riportati<br />
i progressi conseguiti nel tempo.<br />
<br />
La strategia all’insegna della sostenibilità<br />
del retailer britannico si basa essenzialmente<br />
su tre pilastri: innanzitutto vengono<br />
realizzate iniziative nei punti di vendita e<br />
sui processi che consentano di seguire gli<br />
input della sostenibilità (come nell’esempio<br />
citato sul fronte logistico), con una<br />
rendicontazione periodica dei risultati<br />
conseguiti, che vengono sottoposti alla<br />
certificazione di enti terzi, specializzati<br />
in tematiche ambientali. Quindi lavora in<br />
collaborazione con i fornitori per ridurre<br />
le emissioni dei prodotti proposti sugli<br />
scaffali, aiutando i più piccoli nell’analisi<br />
dei costi e benefici dell’innovazione green.<br />
Infine, adotta azioni di comunicazione e<br />
orientamento ai consumatori affinché si<br />
indirizzino verso stili di vita a bassa emissione<br />
che giocano un ruolo importante anche<br />
in ottica di fidelizzazione.<br />
<br />
Al nome di Tesco è legato il primo zero carbon<br />
store al mondo, realizzato nel 2010<br />
a Ramsey (Cambridgeshire) attraverso<br />
una serie di azioni innovative che vanno<br />
dall’ampio impiego di legno nella costru-<br />
La carbon labelling<br />
comunica la quantità<br />
di CO2 emessa<br />
nella produzione<br />
degli articoli.<br />
L’iniziativa riguarda<br />
ad oggi 120 prodotti<br />
32<br />
29 novembre 2012<br />
zione a sistemi di raccolta dell’acqua piovana,<br />
da impiegare poi per l’irrigazione e<br />
i servizi igienici, dalla presenza di tubi<br />
solari che permettono all’irraggiamento<br />
naturale di raggiungere tutta la superficie<br />
di vendita e gli uffici destinati al personale<br />
caratterizzati da sistemi a elevata<br />
efficienza energetica nel riscaldamento.<br />
Anche l’area parcheggio è innovativa, con<br />
impianti di illuminazione led e ampio impiego<br />
dei pannelli solari per fornire energia<br />
ai lampioni. Tutta l’energia consumata<br />
dal punto di vendita deriva da autoproduzione<br />
in loco tramite energia rinnovabile,<br />
con prevalenza dei pannelli fotovoltaici.<br />
La realizzazione di Ramsey funziona da<br />
benchmark per tutti i nuovi punti di vendita,<br />
chiamati a contribuire all’obiettivo<br />
aziendale di ridur-<br />
re entro il 2020 le<br />
emissioni di anidride<br />
carbonica del 50% rispetto<br />
ai dati rilevati<br />
nel 2006, per arrivare<br />
a emissioni zero<br />
nel 2050. La logica<br />
di azione su più livelli<br />
trova conferma nello<br />
stesso esempio di<br />
Ramsey, dove si è fatto ricorso a manovalanza<br />
locale in sede di costruzione (previa<br />
formazione sui temi della sostenibilità),<br />
così come a fornitori vicini per il legno, la<br />
pavimentazione e le finestre.<br />
Un’esperienza replicata nel Tesco Express<br />
di Loughborough, 20 km a sud di<br />
Nottingham, inaugurato questo autunno,<br />
i clienti<br />
vengono<br />
fidelizzati<br />
suggerendo<br />
pratiche<br />
ecologiche<br />
virtuose<br />
che può vantare di essere il primo punto<br />
di vendita illuminato esclusivamente da<br />
apparecchi led ad alta efficienza (e tali<br />
sono anche le celle frigorifere e i congelatori<br />
del negozio).<br />
L’unico posto all’interno del punto di vendita<br />
in cui viene mantenuta l’illuminazione<br />
standard è nel forno del panificio per<br />
via delle temperature troppo alte per far<br />
funzionare i led. Si tratta di una scelta<br />
che dovrebbe portare a un risparmio<br />
medio dei consumi energetici valutabile<br />
intorno al 30%.<br />
<br />
<strong>Il</strong> coinvolgimento dei consumatori nelle<br />
strategie green risente del fenomeno<br />
social che dilaga sul Web e non solo. I<br />
clienti dei punti di<br />
vendita sono destinatari<br />
di una comunicazione<br />
che li<br />
fa sentire membri<br />
della comunità Tesco,aumentandone<br />
il coinvolgimento<br />
nelle strategie di<br />
azione concrete per<br />
ridurre le emissioni<br />
inquinanti. In questa direzione si muove,<br />
tra gli altri, il file “educational” proposto<br />
sul sito di Greneer Living, che promette di<br />
far risparmiare cinquemila sterline all’anno<br />
attraverso comportamenti più attenti<br />
tra le mura domestiche: segue una spiegazione<br />
con filmati ed esempi di iniziative<br />
virtuose nell’uso di elettrodomestici e<br />
altri dispositivi presenti in casa.<br />
<strong>Il</strong> concetto che il colosso del retail punta<br />
a trasmettere è che il cambiamento<br />
non può riguardare solo un attore della<br />
filiera (come il distributore), ma deve<br />
coinvolgere tutti, dai produttori ai consumatori,<br />
passando per gli addetti alla<br />
logistica. Senza trascurare i dipendenti,<br />
che partecipano a un concorso annuale<br />
-denominato Energy Champion- che<br />
premia chi si impegna maggiormente in<br />
azioni di riduzione dei consumi energetici<br />
nel punto di vendita e nel coinvolgimento<br />
delle comunità locali.•
34<br />
RETAIL_ sviluppo reti<br />
di A. Bonaccorsi<br />
* Dati aree da: Guida Nielsen Largo<br />
Consumo, edizione Luglio 2012<br />
AREA NIELSEN 1<br />
IPERMERCATI: 356<br />
MQ 1.863.412<br />
SUPERMERCATI: 1.787<br />
MQ 1.720.371<br />
ALTRI: 3.979<br />
MQ 1.258.440<br />
SUPERMERCATO<br />
Via Milazzo 30<br />
Busto Arsizio (Va)<br />
752 mq<br />
Unes Maxi<br />
DATA DI APERTURA<br />
31 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
È ubicato in zona centrale, a un<br />
29 novembre 2012<br />
paio di chilometri dal palazzo<br />
comunale.<br />
CONCORRENZA<br />
Nella stessa zona sono attivi<br />
un pdv Esselunga, un Tigros,<br />
un cash and carry Metro e un<br />
secondo punto di vendita Unes.<br />
LAYOUT<br />
Dopo un breve periodo di chiusura<br />
dedicato alla ristrutturazione,<br />
il pdv riapre rimanendo<br />
fedele alla filosofia dell’insegna<br />
ed adottando una serie di<br />
misure ecosostenibili. È stato<br />
realizzato anche il reparto self<br />
service di panetteria sfusa.<br />
OFFERTA<br />
Offre 8.250 referenze, di cui<br />
1.500 non alimentari.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,00-20,00;<br />
domenica 9,00-13,00. <strong>Il</strong> parcheggio,<br />
scoperto e non, ospita<br />
fino a 120 auto e 15 tra moto<br />
e bici.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Impiega <strong>24</strong> addetti e dispone<br />
di cinque casse in barriera.<br />
DUKA<br />
210 LITRI<br />
CITY<br />
110 LITRI<br />
AREA NIELSEN 2<br />
IPERMERCATI: 205<br />
MQ 934.762<br />
SUPERMERCATI: 1.812<br />
MQ 1.640.845<br />
ALTRI: 3.766<br />
MQ 1.129.030<br />
SUPERMERCATO<br />
Via Roma<br />
Tricesimo (Ud)<br />
1.350 mq<br />
Gruppo Unicomm<br />
(Selex)<br />
DATA DI APERTURA<br />
Ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Sulla via centrale, lungo la<br />
strada statale 13.<br />
CONCORRENZA<br />
Non sono presenti concorrenti<br />
nelle vicinanze.<br />
La spesa si fa green<br />
www.plastimark.com<br />
TWIGA<br />
150 LITRI<br />
LAYOUT<br />
Non si discosta dalla consueta<br />
formula aziendale.<br />
OFFERTA<br />
Sono 8.000 le referenze, tra<br />
alimentari e non food, con<br />
una particolare attenzione<br />
ai reparti freschi. In vendita<br />
sfusi vini, legumi e frutta<br />
secca.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,30-19,30;<br />
domenica 9,00-13,00. Sono<br />
disponibili nel parcheggio<br />
oltre 60 posti auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Ha uno staff di 29 addetti ed<br />
è dotato di sei casse.<br />
KEITA<br />
90 LITRI
sviluppo rete _ RETAIL<br />
AREA NIELSEN 4<br />
IPERMERCATI: 150<br />
MQ 779.145<br />
SUPERMERCATI: 2.739<br />
MQ 2.065.999<br />
ALTRI: 7.204<br />
MQ 1.984.229<br />
SUPERSTORE<br />
Via Messina Marine, 533/C<br />
Palermo<br />
1.500 mq<br />
F.lli Abbate & C. S.r.l.<br />
(Sicilconad Mercurio)<br />
DATA DI APERTURA<br />
17 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
A pochi passi dal mare, lungo la<br />
principale via di collegamento<br />
con i comuni limitrofi a sud del<br />
capoluogo siciliano.<br />
<strong>Il</strong> bacino di utenza potenziale<br />
è di 200.000 abitanti nell’arco<br />
di sette minuti di percorrenza<br />
automobilistica.<br />
CONCORRENZA<br />
In zona sono attivi un Ipercoop,<br />
due Carrefour Market, un secondo<br />
Conad Superstore, due pdv<br />
Conad, due Sigma e un Interspar.<br />
LAYOUT<br />
Si sviluppa su doppia piastra<br />
con ingresso sui freschi. <strong>Il</strong> banco<br />
assistito è ad isola centrale<br />
per salumeria, gastronomia e<br />
pasticceria, mentre è perimetrale<br />
per panetteria e macelleria,<br />
con lavorazione a vista.<br />
All’interno è presente il Punto<br />
ristoro con spazio dedicato.<br />
OFFERTA<br />
Conta circa 8.000 referenze,<br />
per l’80% alimentari.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-dom 8,30-20,30. <strong>Il</strong><br />
parcheggio scoperto può accogliere<br />
200 auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
L’organico operativo è composto<br />
da 35 addetti. La barriera<br />
casse è formata da dieci postazioni.<br />
SUPERSTORE<br />
Viale Michelangelo 2200<br />
Palermo<br />
1.800 mq<br />
Gamac S.r.l.<br />
(Sicilconad Mercurio)<br />
DATA DI APERTURA<br />
1 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
<strong>Il</strong> pdv è la locomotiva alimentare<br />
del centro commerciale<br />
Centro Michelangelo, realizzato<br />
all’interno del quartiere Borgo<br />
Nuovo, nella parte ovest del<br />
capoluogo siciliano, facilmente<br />
raggiungibile anche dall’autostrada.<br />
<strong>Il</strong> bacino potenziale di<br />
utenza è di 200.000 clienti.<br />
CONCORRENZA<br />
Nella stessa area gravitano<br />
un Ipercoop, un pdv Carrefour<br />
Market, un Simply, un secondo<br />
Conad Superstore, un super<br />
Conad e un Penny Market.<br />
LAYOUT<br />
Fedele alla tradizione dell’insegna.<br />
L’ingresso è sull’ortofrutta.<br />
OFFERTA<br />
Lo store ha un assortimento di<br />
8.000 referenze.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,30-20,30;<br />
domenica 9,00-13,00. <strong>Il</strong> parcheggio<br />
scoperto comprende<br />
300 posti auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> team di lavoro è composto<br />
da 35 dipendenti, mentre sono<br />
attive in barriera dieci casse.<br />
29 novembre 2012 35<br />
29 novembre 2012 35
36<br />
RETAIL_ sviluppo reti<br />
SUPERSTORE<br />
Via Olivieri Mandalà 38/40<br />
Palermo<br />
1.500 mq<br />
Le Pleiadi S.r.l.<br />
(Sicilconad Mercurio)<br />
DATA DI APERTURA<br />
17 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Aperto in un’area densamente<br />
trafficata. La strada<br />
scorre perpendicolare a viale<br />
Regione Siciliana, principale<br />
arteria di viabilità<br />
cittadina, nonché raccordo<br />
autostradale. Lo store ha un<br />
bacino di utenza potenziale<br />
di 250.000 abitanti.<br />
CONCORRENZA<br />
Le insegne presenti in zona<br />
sono Ipercoop, Carrefour,<br />
Conad Superstore, Conad,<br />
Sigma, Sisa e Pam.<br />
LAYOUT<br />
<strong>Il</strong> format, che si estende su<br />
doppia piastra con ingresso<br />
sull’ortofrutta, è in linea con<br />
il modello base dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Sono 8.000 circa gli articoli<br />
in vendita.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,45-20,30;<br />
domenica 9,00-13,00. Sono<br />
disponibili nel parcheggio<br />
scoperto 100 posti auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Dà lavoro a 30 impiegati. Per<br />
le operazioni di pagamento<br />
presenti sei casse in barriera.<br />
29 novembre 2012<br />
NON FOOD<br />
OTTICA<br />
Via Largo Carducci 21<br />
Trento<br />
250 mq<br />
Ottica Avanzi<br />
DATA DI APERTURA<br />
8 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Realizzato nel centro cittadino,<br />
a poche centinaia di metri<br />
dal Comune e dall’Università<br />
di Trento.<br />
CONCORRENZA<br />
A meno di un chilometro<br />
opera Punto Ottica.<br />
LAYOUT<br />
Rimane in linea con il consueto<br />
format aziendale.<br />
OFFERTA<br />
Vende 576 occhiali da vista<br />
e 264 da sole esposti<br />
nell’apposito corner Solaris.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lunedì 15,30-20,00;<br />
mar-sab 9,00-13,00 e<br />
15,30-20,00.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Sono quattro gli impiegati.<br />
OTTICA<br />
Via Ponte Piscina Cupa<br />
Castel Romano (Roma)<br />
130 mq<br />
Ottica Avanzi<br />
DATA DI APERTURA<br />
25 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Si trova all’interno del Castel<br />
Romano Shopping Village di<br />
recente inaugurazione. Si può<br />
raggiungere dalla strada stata-<br />
le 148 via Pontina.<br />
CONCORRENZA<br />
Non risultano concorrenti nello<br />
stesso bacino di utenza.<br />
LAYOUT<br />
Si estende su pianta rettangolare<br />
e rispecchia il tipico concept<br />
dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Non disponibile.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />
domenica 10,00-21,00. <strong>Il</strong> parcheggio<br />
del centro ha una capienza<br />
per 1.300 automobili.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Sono impiegati tre addetti. È<br />
presente una cassa.<br />
BRICOLAGE<br />
Corso Torino<br />
Asti<br />
2.100 mq<br />
Gruppo Potenti<br />
(affiliato Marketing Trend,<br />
Coop Lombardia)<br />
DATA DI APERTURA<br />
4 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Si trova alla periferia ovest della<br />
città, alle spalle del supermercato<br />
Pam. È stato realizzato<br />
nei locali precedentemente<br />
occupati da un discount In’s.<br />
CONCORRENZA<br />
Nel suo bacino d’utenza si confronta<br />
con un Self e un Brico<br />
Center entrambi nella periferia<br />
est di Asti.<br />
LAYOUT<br />
Ha pianta rettangolare. L’area<br />
espositiva è divisa in due da<br />
un’ampia corsia centrale (perpendicolare<br />
alla parete d’ingresso)<br />
al centro della quale<br />
sono allestite tante piccole<br />
isole promozionali.<br />
OFFERTA<br />
La proposta merceologica si<br />
compone di 20.000 articoli<br />
organizzati nei tredici reparti.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 8,30-20,00;<br />
domenica 9,00-19,30. Si avvale<br />
di un parcheggio antistante<br />
il negozio con oltre 100 posti<br />
auto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
È dotato di quattro casse e occupa<br />
14 addetti.<br />
SPECIALISTA PRODOTTI<br />
TECNICI PER LA CASA<br />
Via Marengo<br />
Carate Brianza (Mb)<br />
5.840 mq<br />
Bricoman Italia<br />
DATA DI APERTURA<br />
17 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Si trova su una parallela alla<br />
strada statale 36 Valassina, alla<br />
periferia della cittadina.<br />
CONCORRENZA<br />
Non sono presenti concorrenti<br />
in zona.<br />
LAYOUT<br />
Segue la tradizione dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Offre al pubblico una gamma di<br />
oltre 17.000 prodotti.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 7,00-20,30;<br />
domenica 9,00-20,30.
sviluppo rete _ RETAIL<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> punto di vendita è diretto da<br />
Giovanni Angileri e conta su un<br />
team di circa 95 collaboratori<br />
con un’età media di 25 anni.<br />
E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />
Via Bellei 22<br />
Pavullo nel Frignano (Mo)<br />
700 mq<br />
Derta spa<br />
(Euronics Italia)<br />
DATA DI APERTURA<br />
29 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Situato in periferia. La via è<br />
parallela alla strada statale<br />
12. Poco distante c’è la fermata<br />
dell’autobus Le Aie.<br />
CONCORRENZA<br />
Non operano competitor in<br />
zona.<br />
LAYOUT<br />
Si estende su pianta quadrata<br />
e segue la tradizionale formula<br />
aziendale.<br />
OFFERTA<br />
Conta su circa 4.000 referenze<br />
in assortimento.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lunedì 15,30-19,30;<br />
mar-sab 8,30-13,30 e<br />
15,30-19,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Sono impiegati otto lavoratori<br />
e attive due casse.<br />
E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />
Via Ponte di Piscina Cupa<br />
Parco<br />
Castel Romano (Roma)<br />
1.110 mq<br />
Andreoli Spa<br />
(Euronics Italia)<br />
DATA DI APERTURA<br />
25 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Realizzato all’interno del<br />
parco commerciale Castel<br />
Romano Shopping Village,<br />
esattamente di fronte<br />
all’Outlet. Raggiungibile<br />
dalla strada statale 148<br />
via Pontina che interseca<br />
il Grande Raccordo Anulare<br />
(uscita 26).<br />
CONCORRENZA<br />
Non ha concorrenti che gravitano<br />
in zona.<br />
LAYOUT<br />
Sviluppato su pianta triangolare,<br />
è stato disegnato<br />
in linea con il recente store<br />
concept messo a punto da<br />
Euronics, che valorizza l’innovazione<br />
tecnologica, grazie<br />
a prodotti a libero tocco,<br />
aree emozionali, wi-fi gratuito<br />
e Qr code per offrire spiegazioni<br />
dei modelli esposti<br />
direttamente sui dispositivi<br />
mobile dei clienti.<br />
OFFERTA<br />
Non disponibile.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />
domenica 10,00-21,00. Sono<br />
1.300 i posti auto del<br />
centro tra parcheggio interrato<br />
e parcheggio piano terra<br />
scoperto.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> direttore Maurizio Montitti<br />
coordina 14 addetti. Attive<br />
in barriera due casse.<br />
29 novembre 2012<br />
37
38<br />
RETAIL_ sviluppo reti<br />
E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />
Via Ugo La Malfa 115<br />
Palermo<br />
4.300 mq<br />
Pistone Srl<br />
(Gruppo Expert)<br />
DATA DI APERTURA<br />
3 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Collocato nel c.c. Nuova Città<br />
Mercato, considerato un’area<br />
strategica sia per l’alto valore<br />
commerciale sia per il bacino<br />
di utenza alto spendente.<br />
CONCORRENZA<br />
Non si confronta con concorrenti<br />
diretti in zona.<br />
LAYOUT<br />
<strong>Il</strong> layout, come da tradizione<br />
dell’insegna, valorizza al<br />
meglio l’offerta tecnologica.<br />
Presenti all’interno numerosi<br />
shop-in-shop dell’Industria.<br />
OFFERTA<br />
Non disponibile.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-dom 9,00-21,00.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Sono impiegati 40 addetti. La<br />
barriera casse è formata da<br />
sette postazioni.<br />
BRICOLAGE, EDILIZIA<br />
E GIARDINAGGIO<br />
Via Berlinguer 1<br />
Afragola (Na)<br />
8.400 mq<br />
Leroy Merlin<br />
DATA DI APERTURA<br />
13 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
L’azienda trasferisce il negozio<br />
di Arzano al parco commercia-<br />
29 novembre 2012<br />
le Le Porte di Napoli.<br />
CONCORRENZA<br />
Non operano concorrenti in<br />
zona.<br />
LAYOUT<br />
Come da tradizione dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Offre oltre 40.000 prodotti.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />
domenica 10,00-21,00.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
La squadra di lavoro, diretta<br />
da Antonio Borrelli, è composta<br />
da 75 collaboratori, con<br />
un’età media di 32 anni.<br />
MARCOPOLO EXPERT<br />
E<strong>LE</strong>TTRONICA<br />
DI CONSUMO<br />
Viale della Fisica <strong>24</strong><br />
Potenza<br />
1.100 mq<br />
Sgm Distribuzione<br />
DATA DI APERTURA<br />
29 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Si trova nella prima periferia<br />
urbana della città, a circa<br />
quattro chilometri dall’Università<br />
degli Studi della Basilicata.<br />
CONCORRENZA<br />
Nessun concorrente in zona.<br />
LAYOUT<br />
Riapre dopo il cambio di insegna<br />
in seguito all’acquisizione<br />
da Eldo e segue la filosofia<br />
dell’insegna Expert.<br />
OFFERTA<br />
In vendita sono proposti circa<br />
7.000 articoli.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-20,30;<br />
domenica 10,00-20,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
L’azienda ha riconfermato i<br />
16 addetti impiegati precedentemente<br />
da Eldo. La barriera<br />
casse è formata da tre<br />
postazioni.<br />
MARCOPOLO EXPERT<br />
Elettronica di consumo<br />
Viale Italia 48<br />
Corsico (Mi)<br />
2.200 mq<br />
Sgm Distribuzione<br />
DATA DI APERTURA<br />
27 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
È in zona periferica, poco distante<br />
dall’area verde Fontanile<br />
Visconti.<br />
CONCORRENZA<br />
Non sono presenti competitor.<br />
LAYOUT<br />
Riapre dopo l’acquisizione da<br />
Eldo e non si discosta dal tipico<br />
format dell’insegna Expert.<br />
OFFERTA<br />
Non disponibile.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-dom 9,00-20,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Ha mantenuto lo staff impiegato<br />
con la precedente insegna:<br />
in totale 13 dipendenti<br />
tra addetti alla vendita e al<br />
magazzino, cassieri e store<br />
manager.<br />
PET STORE<br />
Via Padana superiore<br />
Mazzano (Bs)<br />
470 mq<br />
Maxi Zoo Italia<br />
DATA DI APERTURA<br />
11 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Costruito in zona periferica,<br />
in una via perpendicolare alla<br />
strada statale Gardesana<br />
Occidentale.<br />
CONCORRENZA<br />
Non ci sono insegne concorrenti<br />
nelle vicinanze.<br />
LAYOUT<br />
Sviluppato su pianta rettangolare,<br />
rimane fedele al format<br />
dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
Sono 7.000 le referenze totali,<br />
di cui 3.000 di petfood e<br />
4.000 di petcare.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-20,00;<br />
domenica 9,30-19,30. <strong>Il</strong> parcheggio<br />
scoperto ospita fino<br />
a 20 automobili.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Katia Quaranta dirige sei<br />
addetti part time e uno full<br />
time. In barriera, sono attive<br />
due casse.
Ricerca a cura di<br />
<br />
<br />
<br />
Come prevenire i furti<br />
e ridurre l’impatto<br />
dei furti sul business.<br />
Un’indagine condotta<br />
su un campione<br />
di 17 insegne dei settori<br />
food e non food
40<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
<br />
<br />
<br />
Un’indagine condotta<br />
tra le insegne<br />
fotografa lo stato<br />
delle cose riguardo<br />
a un fenomeno che<br />
continua a vedere<br />
protagonisti (negativi)<br />
dipendenti<br />
e consumatori<br />
29 novembre 2012<br />
di Barbara Trigari<br />
a valutazione delle differenze inventariali<br />
coinvolge tutti i retailer. Una<br />
parte di questi ammanchi è causata<br />
da furti perpetrati dalla clientela<br />
oppure dai collaboratori nel corso delle<br />
diverse fasi che portano un prodotto sullo<br />
scaffale e... fuori dal pdv. A questo proposito<br />
abbiamo realizzato un’indagine in collaborazione<br />
con Checkpoint Systems Italia)<br />
che ha coinvolto 17 aziende retail tra<br />
alimentare e non food in tutta Italia (box<br />
a pagina 45, ndr) e della quale abbiamo<br />
anticipato i risultati nella tavola rotonda<br />
“L’innovazione tecnologica per migliorare<br />
performance e qualità del servizio” svoltasi<br />
durante il recente Consumer & Retail<br />
Summit a Milano (Gdoweekm@il n.34).<br />
<strong>Il</strong> primo elemento interessante emerso<br />
dall’inchiesta riguada proprio la definizione<br />
e la quantificazione del fenomeno dei<br />
furti, che risulta difficile o poco accurata.<br />
Le differenze inventariali spesso vengono<br />
conteggiate una volta sola durante l’anno,<br />
e confondono facilmente i furti con ammanchi<br />
legati alla normale attività di gestione<br />
del negozio.<br />
Difficile dunque collocarli nel tempo e<br />
legarli a specifici periodi dell’anno o momenti<br />
della giornata; inoltre, per merceologie<br />
come la carne e i prodotti freschi,<br />
solo la flagranza (soprattutto nel caso di<br />
furti da parte dei dipendenti) rende conto
del fenomeno, che altrimenti viene attribuito<br />
ai processi di gestione delle merci<br />
(scarti, rotture, consumi interni, mancato<br />
freddo...). I pochi dati a disposizione possono<br />
rendere le azioni di contrasto meno<br />
efficaci. Per questo alcuni retailer hanno<br />
cominciato a lavorare proprio su questo<br />
aspetto, come per esempio Conad Adriatico<br />
che ha messo in atto una mappatura<br />
dei rischi all’interno del pdv, individuando<br />
tre aree da monitorare: l’area riserva (ricevimento<br />
merci, controllo dei fornitori, stoccaggio<br />
e prelievo), l’area vendita (quindi il<br />
comportamento dei clienti) e l’area casse<br />
(pagamento e correttezza delle operazioni<br />
da parte dell’addetto cassa).<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
Stagionalità? Quando si ruba meglio?<br />
La stagionalità è un altro elemento difficile da rilevare, perché gli inventari non sono<br />
abbastanza frequenti per intercettare variazioni nel corso dell’anno. Per questo motivo,<br />
o forse perché davvero non c’è stagionalità, molti dichiarano che il fenomeno è spalmato<br />
uniformemente su tutto l’arco dell’anno, senza picchi in particolari fasce orarie, giornate,<br />
mesi o periodi. Ma non è così per tutti: alcuni retailer alimentari infatti segnalano dei<br />
picchi per Natale, Pasqua e il cambio di stagione, come il periodo pre-estivo, quindi è<br />
direttamente proporzionale al volume d’affari. Sembra che anche i ladri facciano regali e<br />
vadano in ferie. L’inverno poi favorisce i furti grazie a cappotti e abbigliamento ingombrante<br />
per celare la merce. L’idea che la confusione faccia aumentare i furti non è sempre<br />
confermata dai fatti: al contrario, l’affollamento in genere li previene perché i ladri temono<br />
il commesso, ma anche il cliente onesto che possa vederli. E infatti si ruba meglio prima<br />
della pausa pranzo e in tarda serata nei giorni feriali, quando il negozio è semi-vuoto e il<br />
commesso è più rilassato. BT<br />
<br />
Banda specializzata o taccheggiatore occasionale,<br />
la tipologia di merci rubate non<br />
è variata molto nel corso degli anni, con<br />
qualche eccezione. Si tratta per lo più di<br />
beni a battuta elevata, ma facili da trasportare<br />
e nascondere, e di marca: lamette da<br />
barba, creme, profumi, paste per dentiere,<br />
prodotti dimagranti, superalcolici, zafferano,<br />
carni e salumi confezionati, formaggio<br />
grana. Negli ipermercati: abbigliamento<br />
e accessori costosi, articoli multimediali,<br />
informatica e telefonia. Alcuni retailer segnalano<br />
un aumento di furti di alimenti di<br />
prima necessità e di scatolame, e la tendenza<br />
a prelevare prodotti graditi a una<br />
determinata comu-<br />
nità straniera, al fine<br />
evidentemente<br />
di rivenderli a un<br />
gruppo ben definito<br />
di acquirenti.<br />
Nei pdv non food si<br />
ruba un po’ di tutto,<br />
fatta eccezione per<br />
gli articoli più voluminosi<br />
(ma qualcuno<br />
ci prova anche con quelli): abbigliamento,<br />
accessori, videogiochi, capi sportivi di<br />
moda, scarpe, trucco giovane, macchine<br />
fotografiche digitali e computer portatili.<br />
Qui emerge un aspetto che riguarda i sistemi<br />
antitaccheggio, ed è l’impossibilità<br />
di proteggere tutte le merci, soprattutto a<br />
fronte della tendenza a rubare beni con<br />
battuta di cassa piuttosto ridotta (sotto i<br />
10 euro), ma in grande quantità, costringendo<br />
i retailer a proteggere beni sotto la<br />
soglia di prezzo normalmente presa in con-<br />
la tipologia<br />
di merci rubate<br />
non è variata<br />
molto<br />
nel corso<br />
degli anni<br />
siderazione, con un aumento dei costi legati<br />
alla sicurezza. Questo tipo di tendenza<br />
potrebbe costringere a rivedere dal basso<br />
l’approccio alla protezione antitaccheggio,<br />
che ha sempre privilegiato la tutela dei beni<br />
di più elevato valore.<br />
<br />
Tutti gli intervistati (a parte rare eccezioni<br />
legate alla collocazione geografica e alla<br />
particolarità della rete di vendita) sono<br />
concordi nell’attribuire un peso economico<br />
rilevante ai furti in negozio e alla loro<br />
prevenzione. Coloro i quali registrano un<br />
impatto scarsamente rilevante sul fatturato,<br />
attribuiscono il buon risultato all’attenzionededica-<br />
ta negli anni alla<br />
prevenzione del<br />
fenomeno e agli<br />
investimenti in sicurezza.<br />
La stima<br />
dei costi unisce il<br />
valore degli ammanchi<br />
e il budget<br />
dedicato a controllare<br />
il fenomeno, il<br />
cui peso varia da un rapporto 1 a 1 (se i<br />
furti valgono 1, altrettanto valgono le spese<br />
per controllarli) a 1 a 4 (tutelarsi costa<br />
il 25% delle perdite per gli ammanchi). <strong>Il</strong><br />
peso sul fatturato dichiarato dai retailer<br />
è molto variabile, va dallo 0,2% al 2,5%<br />
sulle vendite e varia a seconda delle famiglie<br />
di prodotto. L’1% per molti è ritenuta<br />
una percentuale accettabile (soprattutto<br />
dai retailer non food), anche se indubbiamente<br />
fastidiosa; risultati molto migliori<br />
anche nel non food si sono ottenuti solo<br />
29 novembre 2012 41
42<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
Giusta punizione<br />
Un aspetto del quale tutti i retailer si sono lamentati senza<br />
distinzioni regionali o merceologiche, è l’assenza di strumenti<br />
punitivi legali atti a diminuire il fenomeno dei furti in negozio.<br />
A parte quelli a carico dei dipendenti, che se presi sul fatto<br />
vengono puniti con il licenziamento, in tutti gli altri casi, pur<br />
a fronte di una flagranza, l’opzione di rivolgersi alle forze<br />
dell’ordine viene raramente presa in considerazione. Se<br />
infatti a rubare è stato un cliente, la strategia consiste nel<br />
recuperare la refurtiva e dissuaderlo perché non lo faccia<br />
un’altra volta, sia per l’esiguità del valore rubato, che per non<br />
creare un clima sgradevole in presenza dei clienti onesti. Se<br />
invece si tratta di bande organizzate, a parte la macchinosità<br />
delle procedure (nonostante la quale le denunce vengono<br />
comunque fatte), la pena non è sufficiente a disincentivare i<br />
ladri e si stima che le forze dell’ordine abbiano cose ben più<br />
importanti di cui occuparsi, che non quella dei furti nei negozi.<br />
Insomma, si tratta di un fenomeno sociale che, alcuni rilevano,<br />
si potrebbe più facilmente prevenire eliminando le cause<br />
sociali che spingono singoli e bande a rubare. BT<br />
29 novembre 2012<br />
grazie a investimenti costanti negli anni e<br />
a un adeguato monitoraggio del fenomeno<br />
(inventari rotativi). <strong>Il</strong> budget dedicato inoltre<br />
può variare molto anche in funzione di<br />
specifiche esigenze ed eventi: alcuni (per le<br />
caratteristiche peculiari della propria rete<br />
vendita) intervengono a fronte di furti ripetuti<br />
in un determinato settore merceologico<br />
con iniziative mirate non continuative.<br />
Mauro Poli (direttore affari generali Gruppo<br />
Poli) rileva che: “Se per la distribuzione<br />
quello delle differenze inventariali è<br />
un grosso problema, lo è molto di più per<br />
l’industria di marca, la più penalizzata dai<br />
nostri sistemi antitaccheggio”. Non a caso<br />
Gilette, per esempio, ha proposto lei stessa<br />
ai distributori uno speciale dispenser<br />
che cerca di venire incontro alle esigenze<br />
di tutti. <strong>Il</strong> rapporto con l’industria è un altro<br />
tema chiave, perché spesso la tutela<br />
dei profitti ha spinto i retailer a cambiare<br />
approccio rispetto ad alcune tipologie di<br />
prodotti, tipicamente i super alcolici, che<br />
messi sotto vetro diventano prodotto di<br />
servizio. Le mancate vendite infatti sono<br />
un danno meno rilevante rispetto al furto,<br />
perché i margini sono bassi.<br />
A conferma che i furti pesano, Rinaldo<br />
Pigoli, direttore vendite Unicomm, ha osservato<br />
che: “Se le differenze inventariali<br />
fossero pari a zero, gli imprenditori sicuramente<br />
penserebbero a investire parte dei<br />
maggiori utili in minor costo dei prodotti, a<br />
tutto vantaggio dei consumatori”, soprattutto<br />
in questo momento di incertezza economica.<br />
Infine, oltre ai già citati danni più
ovvi, ci sono quelli derivati, ovvero le mancate<br />
vendite e l’impossibilità di soddisfare<br />
la clientela. Se la crisi spinge qualcuno a<br />
rubare di più, costringe anche i retailer a<br />
calibrare meglio i budget, poiché scendono<br />
volumi e quote di mercato, quindi aumenta<br />
l’incidenza in percentuale dei furti.<br />
<br />
Tutti i retailer cercano di controllare il fenomeno<br />
per evitare che aumenti, e per farlo<br />
si avvalgono di sistemi tra loro diversi e<br />
complementari, pur nella consapevolezza<br />
che si tratterà sempre di una mediazione<br />
perché le differenze inventariali non si possono<br />
eliminare, ma nemmeno trascurare.<br />
Quindi, si va dai sistemi elettronici antitaccheggio,<br />
alle telecamere con o senza personale<br />
di controllo, all’avvalersi di servizi di<br />
agenzie specializzate per proteggere particolari<br />
settori o momenti dell’anno (come il<br />
Natale); dalle confezioni inserite in blister<br />
di plastica dura o messe sotto chiave in vetrinette,<br />
ai collarini per le bottiglie più “preziose”,<br />
o a posizionamenti “strategici” accanto<br />
alle casse, sotto gli occhi vigili della<br />
cassiera. Dipende dalle merceologie, poiché<br />
un solo sistema non serve a proteggere<br />
tutti gli articoli di un pdv, ma questi sono<br />
tra loro complementari. Ciò che emerge, è<br />
che si tratta di un continuo inseguirsi tra<br />
Le attese dei retailer<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
Rispetto al futuro le aspettative dei retailer non sono esattamente rosee. Nel migliore<br />
dei casi, i furti continueranno con andamento costante (nessuno prevede che si trovi il<br />
sistema per debellare il fenomeno, solo uno prevede una attenuazione del fenomeno); nel<br />
settore alimentare, molti pensano che la situazione di incertezza economica e l’apertura<br />
delle frontiere con la Comunità Europea abbiano portato e porteranno a una crescita del<br />
fenomeno. La tendenza in atto infatti, sempre secondo gli intervistati, è in crescita da<br />
cinque anni a questa parte, con una incidenza intorno allo 0,2% in più rispetto alle vendite,<br />
o un 20% in più rispetto ai furti dell’anno precedente, ogni anno. Se viene registrata una<br />
tendenza in calo, viene attribuita non a una diminuzione dei furti (difficile anche a causa<br />
delle deboli misure di deterrenza a livello legale), ma a un aumento degli investimenti per<br />
contenerli.<br />
Alcuni degli intervistati hanno rilevato un aumento dei furti di cibo e beni di prima<br />
necessità, e di furti perpetrati da donne e anziani a fine mese, che legano proprio alla crisi<br />
economica. Anche questo fenomeno è difficile da cogliere, perché alcuni retailer dichiarano<br />
che, avendo un target medio alto, difficilmente riscontrano furti di questo tipo; altri invece,<br />
proprio a causa del target medio alto che difficilmente si adatta alle ristrettezze della crisi,<br />
rilevano un aumento. In generale poi, il valore dei beni trafugati (la battuta di cassa) è<br />
elevato, e in alcuni casi addirittura in crescita, anche se per motivi non legati alla crisi ma<br />
alla tipologia di prodotti (il cellulare adesso è uno smartphone). BT<br />
retailer che proteggono e bande organizzate<br />
che escogitano i sistemi per ingannare<br />
le protezioni: se infatti il taccheggiatore<br />
“occasionale” può essere scoraggiato<br />
dal ripetere l’esperienza grazie ai sistemi<br />
tradizionali di protezione delle merci (o se<br />
viene “beccato” e redarguito), i delinquenti<br />
continueranno a provarci dotandosi di<br />
mezzi sempre più sofisticati: dalla borsa<br />
schermata in su. Per inciso, il caso spesso<br />
citato del cliente che viene trattato erroneamente<br />
come un delinquente, non sembra<br />
turbare almeno i retailer intervistati. Infatti<br />
se capita di fermare qualcuno che non ha<br />
nulla da nascondere, in genere si presta<br />
di buon grado alla verifica e la questione<br />
viene risolta rapidamente.<br />
Doppia mediazione quindi: del retailer, che<br />
sceglie quanto e come investire, proteg-<br />
29 novembre 2012 43
44<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
Quando la responsabilità è dei dipendenti<br />
La stima della percentuale di furti attribuibili ai dipendenti è particolarmente difficile,<br />
per ovvi motivi; una volta colti sul fatto, però, i disonesti possono essere licenziati, e<br />
questo soprattutto in un periodo di crisi economica è un ottimo deterrente. I retailer che<br />
hanno scelto di esprimersi su questo tema per loro sgradevole, hanno dichiarato che se le<br />
differenze inventariali si possono attribuire a tre cause, trasportatori, dipendenti e clienti,<br />
una vecchia regola ancora valida attribuisce 1/3 della responsabilità a ciascuna delle<br />
cause. Le percentuali comunque sono variate nel tempo: prima degli anni Novanta, quando<br />
ancora non era venuto alla luce il problema delle bande organizzate, i furti erano suddivisi al<br />
50% tra dipendenti e clienti. Successivamente a partire dal 2000 la percentuale è cresciuta<br />
a favore dei dipendenti, e oggi con i professionisti del furto il peso più elevato ricade sulla<br />
clientela. L’aleatorietà del fenomeno comunque costringe ad affidarsi a stime statistiche, e<br />
non a rilevazioni realistiche. BT<br />
29 novembre 2012<br />
gendo parte della merce e rinunciando a<br />
proteggere alcuni prodotti per limitare i costi;<br />
dell’industria e del retailer insieme, che<br />
mediano tra l’esigenza di vendere e quella<br />
di proteggere, senza perdere la piacevolezza<br />
dell’esperienza d’acquisto. Per quanto<br />
riguarda alcuni settori non food, pensiamo<br />
all’elettronica di consumo, si inserisce una<br />
variabile ulteriore che è quella della continua<br />
proposizione di nuovi prodotti grazie<br />
all’evolversi delle tecnologie, e la conseguente<br />
esigenza di sviluppare sistemi di<br />
protezione sempre nuovi.<br />
<br />
Inquadrate le problematiche, veniamo alle<br />
soluzioni immaginate e proposte. Giuseppe<br />
Marotta, direttore vendite Unieuro,<br />
riassume così: “A fronte di attività di<br />
protezione molto forti messe in campo<br />
da Unieuro, le misure utili ad arginare il<br />
fenomeno sarebbero una maggiore cultura<br />
della sicurezza lungo tutta la filiera, un<br />
maggiore coinvolgimento dello staff e la<br />
diffusione dei dati di perdita e di spesa, in<br />
modo da avere il massimo del commitment<br />
possibile”. Partendo dalla filiera, emerge<br />
l’interesse dei retailer food per la protezione<br />
alla fonte, considerata la soluzione<br />
ideale che permetterebbe di ovviare all’inconveniente<br />
delle etichette sovrapposte<br />
al pack e naturalmente costituirebbe un<br />
grande sollievo per i retailer, che non dovrebbero<br />
occuparsi di apporre i tag. I ladri,<br />
si dice, dovrebbero ingegnarsi per cercare<br />
nuove tattiche di furto.<br />
<br />
L’interesse verso le tecnologie legate all’impiego<br />
degli Rfid origina dalla semplificazione<br />
che ne deriverebbe nella gestione degli<br />
inventari, e quindi la monitorizzazione anche<br />
del fenomeno dei furti, che potrebbe<br />
avvenire praticamente in tempo reale,<br />
direttamente alla barriera casse, senza<br />
aspettare l’inventario annuale o periodico.<br />
La difficoltà viene percepita nel fatto che a<br />
inserire il tag dovrebbe essere l’industria,<br />
e non il retailer (come avviene oggi) attraverso<br />
una trattativa one-to-one tra buyer,<br />
nella quale il ruolo del responsabile della<br />
sicurezza è marginale. Per quanto riguarda<br />
i costi dell’Rfid, la percezione è che siano in<br />
calo, quindi l’interesse si sta risvegliando.<br />
Comunque anche rispetto all’efficacia dei<br />
tag Rfid ci sono dei dubbi nati dal fatto che<br />
sono facilmente schermabili con il corpo<br />
umano, quindi sostanzialmente sfuggono<br />
al rilevamento delle barriere antitaccheggio.<br />
Ogni tecnologia insomma ha il proprio<br />
punto debole, quindi un aspetto sul quale<br />
i pareri sono unanimi, è che la prima vera<br />
ed efficace misura antitaccheggio sia la<br />
formazione del personale. Quanto più questo<br />
è motivato e opportunamente istruito<br />
per prevenire i furti, tanto più il suo apporto<br />
sarà efficace nella prevenzione.<br />
Per molti retailer, soprattutto per il non food,<br />
quella della formazione e del coinvolgimento<br />
del personale è una strategia che<br />
viene messa al primo posto, perché senza<br />
l’occhio della persona, anche la tecnologia<br />
più sofisticata serve a poco: “La tecnologia
aiuta; spesso si pensa che possa sostituire<br />
il personale, ma non è così”, spiega Luca<br />
Massetti Direttore Vendite canale Despar/Eurospar<br />
Gruppo Tuo. <strong>Il</strong> personale<br />
attento è anche il primo deterrente, perché<br />
il ladro si accorge subito se il negozio è<br />
ben protetto o meno. <strong>Il</strong> personale di vendita<br />
viene istruito su come riconoscere e<br />
tenere d’occhio un ladro potenziale, mentre<br />
i manager vengono spinti a motivare i collaboratori<br />
dando attenzione al problema,<br />
e a ridurre il tournover.<br />
<br />
La complessità del fenomeno, delle merci<br />
coinvolte, delle proposte antifurto disponibili<br />
sul mercato, spinge i retailer a porre<br />
costante attenzione alle novità in fatto<br />
di sicurezza, se non altro per aggiornarsi,<br />
stare sempre un passo avanti rispetto ai<br />
malintenzionati, e quindi pianificare eventuali<br />
test di definizione dei costi/benefici,<br />
come per esempio ha già pensato di fare<br />
qualcuno nel settore tessile rispetto alla<br />
tecnologia Rfid. L’attenzione è partita diversi<br />
anni fa, anche con degli esperimenti<br />
di applicazione poi abbandonati per una<br />
questione di costo. Quei business case però<br />
oggi vengono ripresi in mano alla luce<br />
della disponibilità dei chip a costo inferiore,<br />
e di azioni di tutela della filiera messe in<br />
campo da grossi nomi internazionali quali<br />
H&M o Zara (i quali sono partiti prima grazie<br />
ai grossi volumi che gestiscono). Ancora<br />
Marotta per Unieuro: “Rispetto alla tecnologia<br />
per la protezione dai furti l’azienda è<br />
Criteri dell’inchiesta<br />
L’inchiesta ha coinvolto 17 aziende retail tra food e non food<br />
in tutta Italia. La disomogeneità e le ridotte dimensioni del<br />
campione non permettono di trarre conclusioni definitive,<br />
infatti l’inchiesta ha avuto carattere qualitativo e la finalità<br />
di individuare tendenze e spunti di lavoro, in un ambito<br />
che di solito viene analizzato con maggiore dettaglio dai<br />
professionisti. È stato richiesto alle aziende il parere del<br />
responsabile vendite, per avere un punto di vista attento agli<br />
aspetti economici del problema delle differenze inventariali<br />
e non il parere più tecnico del responsabile sicurezza. A tutti<br />
sono state poste le stesse dieci domande intorno al peso<br />
economico del problema e alle soluzioni adottate o auspicate<br />
dai retailer per limitarne l’impatto. BT<br />
DIFFERENZE INVENTARIALI<br />
Territorialità del furto<br />
<strong>Il</strong> luogo comune che al Sud si rubi di più è<br />
ovviamente falso, almeno lo è diventato a partire<br />
dal 2009, e infatti viene smentito dalla totalità<br />
degli intervistati che hanno pdv in tutta Italia e<br />
possono quindi dare conto delle differenze tra<br />
aree diverse. Alcuni anzi, hanno affermato che<br />
l’incidenza è maggiore al Nord. Ma quello dei<br />
furti è un fenomeno a macchia di leopardo, che<br />
colpisce aree specifiche per motivi specifici,<br />
quindi non è circoscrivibile e confinabile a<br />
un’area geografica piuttosto che a un’altra:<br />
troppe le variabili in campo. Per esempio,<br />
alcuni rilevano una maggiore incidenza nelle<br />
grandi città (Milano, Roma, Torino), che non in<br />
periferia o nelle cittadine, perché in provincia e<br />
nei paesi in generale le persone si conoscono,<br />
sul pdv è presente il proprietario, e il fenomeno<br />
delle bande viene stroncato sul nascere. Altri<br />
rilevano una tendenza all’aumento dei furti nei<br />
pdv collocati nei quartieri residenziali, rispetto<br />
a quelli popolari: colpa della crisi, che colpisce<br />
anche i più ricchi. Poi l’incidenza è maggiore se il<br />
pdv è più grande, per una questione statistica ma<br />
anche perché comunque il personale non riesce a<br />
seguire tutti i clienti personalmente come farebbe<br />
in un negozio di dimensioni ridotte. BT<br />
in continua evoluzione, anche perché come<br />
multinazionale ci confrontiamo costantemente<br />
con gli altri paesi europei e con la<br />
casa madre in UK, alla quale siamo allineati<br />
per i nuovi progetti”. Anche per Silvio<br />
Tognaccini, direttore vendite Butali (Euronics),<br />
“L’ideale non esiste, cerchiamo di<br />
lavorare con aziende all’avanguardia che ci<br />
propongono continuamente sistemi nuovi<br />
INSEGNE ALIMENTARI:<br />
Maiorana Maggiorino (C3)<br />
Conad Adriatico<br />
Coop Lombardia<br />
Unicoop Tirreno<br />
Gruppo Tuo (Despar)<br />
Gruppo Poli<br />
Iperal<br />
Unicomm (Selex)<br />
Unes<br />
che man mano implementiamo. La continua<br />
uscita di nuovi prodotti proposti nei<br />
nostri negozi ci spinge a studiare sistemi<br />
antitaccheggio mirati, cui affianchiamo la<br />
formazione e motivazione del personale<br />
di vendita”. Un’altra strategia è quella di<br />
lavorare in simbiosi con l’industria per studiare<br />
soluzioni specifiche su determinati<br />
prodotti.•<br />
INSEGNE NON FOOD:<br />
Artsana Prénatal<br />
Gruppo Coin<br />
Limoni<br />
Conbipel<br />
Decathlon<br />
Unieuro<br />
Gruppo Evoluzione<br />
Butali (Euronics)<br />
29 novembre 2012 45
Per maggiori dettagli, scansiona il QR code o visita il<br />
nostro sito www.CheckpointSystems.it<br />
© 2012 Checkpoint Systems, Inc. All rights reserved. Examples shown<br />
do not represent an endorsement for Checkpoint products.
ARREDAMENTO<br />
V.le Lorenzo Larocca 3/5<br />
Bari<br />
5.000 mq<br />
Mercatone Uno<br />
DATA DI APERTURA<br />
20 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
<strong>Il</strong> pdv è collocato all’interno del<br />
Parco commerciale Barimax,<br />
in zona industriale.<br />
CONCORRENZA<br />
Nello stesso parco sono attivi<br />
Poltrone e Sofà, Happy Casa<br />
e Unopiù.<br />
LAYOUT<br />
Secondo la filosofia del gruppo.<br />
OFFERTA<br />
Conta su 12.500 referenze<br />
così suddivise: mobile (100);<br />
brico (4.300); casalinghi<br />
(2.300); complementi d’arredo<br />
(3.000); elettrodomestici<br />
(500); persona (1.300);<br />
tessile (1.000).<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />
domenica 10,00-21,00. I<br />
posti auto nel parcheggio del<br />
parco sono 1.002.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Operano 50 dipendenti, a cui<br />
si aggiungono dieci squadre<br />
di padroncini che si occupa-<br />
no ogni giorno di consegna,<br />
montaggio e smontaggio dei<br />
mobili. Per i pagamenti sono<br />
disponibili cinque casse.<br />
BEAUTY STORE<br />
Via Canciani 15<br />
Udine<br />
315 mq<br />
Gruppo Lvmh<br />
DATA DI APERTURA<br />
18 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
A ridosso di piazza Matteotti,<br />
zona centrale della città.<br />
CONCORRENZA<br />
In centro sono presenti Limoni,<br />
Profumeria Elisir, Profumerie<br />
Zanon e Profumeria<br />
Regina di Saba.<br />
LAYOUT<br />
Con due ingressi e tre grandi<br />
e luminose vetrine, viene<br />
riproposte come di consueto<br />
l’inconfondibile format con<br />
decor nero e bianco.<br />
OFFERTA<br />
Non disponibile.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lunedì 15,30-19,30;<br />
mar-sab 10,00-19,30; domenica<br />
15,30-19,30.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
Impiega dieci persone e ha<br />
tre casse.<br />
sviluppo rete _ RETAIL<br />
GIOIEL<strong>LE</strong>RIA<br />
Corso Buenos Aires 13<br />
Milano<br />
100 mq<br />
Stroili Oro Group<br />
DATA DI APERTURA<br />
8 settembre 2012<br />
LOCATION<br />
Ad angolo con via Casati, poco<br />
distante da Porta Venezia. Si<br />
trova in un’arteria commerciale<br />
strategica per lo shopping,<br />
centrale e ben collegata dalla<br />
metropolitana; le più vicine<br />
fermate sono Porta Venezia e<br />
Lima.<br />
CONCORRENZA<br />
In zona gravitano due punti<br />
di vendita Swarovski, la Gioielleria<br />
del Corso, Gioielleria<br />
Gagliardi e Luigi Sala Gioielli.<br />
LAYOUT<br />
Si snoda su pianta irregolare.<br />
All’interno si avvale del dinamismo<br />
di due ampi videowall<br />
animati e di un piccolo salotto.<br />
I banchi e i dettagli a parete<br />
sono rifiniti con lacche<br />
colorate sui toni del viola. <strong>Il</strong><br />
controsoffitto, realizzato con<br />
il sistema barrisol, riflette la<br />
luce di gioielli e bijoux come<br />
uno specchio, amplificando e<br />
caratterizzando con forza lo<br />
spazio. Le superfici sono rese<br />
ancora più dinamiche dalle finiture<br />
in oro per la prima volta<br />
in versione lucida.<br />
OFFERTA<br />
L’assortimento comprende circa<br />
5.000 referenze.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 10,00-20,00;<br />
domenica 11,00-20,00.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> team di lavoro è formato da<br />
nove addetti. Sono attive due<br />
casse.<br />
E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />
Via Tolstoj<br />
San Giuliano<br />
Milanese (Mi)<br />
1.400 mq<br />
D.P.S. Group S.r.l.<br />
DATA DI APERTURA<br />
11 ottobre 2012<br />
LOCATION<br />
Presso il nuovo centro commerciale<br />
San Giuliano, nella<br />
zona est di Milano. Ad angolo<br />
con via Emilia. <strong>Il</strong> pdv ha un<br />
bacino di utenza stimato di<br />
<strong>24</strong>0.000 potenziali clienti.<br />
CONCORRENZA<br />
Non compete con insegne attive<br />
sul territorio.<br />
LAYOUT<br />
Creato su pianta a elle, sposa<br />
la filosofia dell’insegna.<br />
OFFERTA<br />
<strong>Il</strong> punto di vendita conta<br />
4.200 referenze.<br />
SERVIZI<br />
Orario: lun-sab 9,30-21,00;<br />
domenica e festivi 10,00-<br />
20,00. Tra i servizi al cliente,<br />
credito al consumo, lista<br />
nozze, attivazioni telefonia e<br />
tv digitale, consegna a domicilio.<br />
ADDETTI E CASSE<br />
<strong>Il</strong> pdv dà lavoro a 22 impiegati<br />
e dispone di sei casse.<br />
29 novembre 2012 47
48<br />
INDUSTRIA<br />
Si moltiplicano i progetti che prevedono<br />
la condivisione delle competenze<br />
<br />
<br />
di Manuela Soressi<br />
<br />
uno di quei modi di dire quasi fastidiosi.<br />
Una di quelle formule di<br />
rito che si sentono ripetere un po’<br />
ovunque, che mettono d’accordo<br />
tutti e... non dicono niente. Eppure ci sono<br />
situazioni in cui il concetto di “fare rete”<br />
assume una connotazione reale, concreta<br />
e spesso sorprendente. Sono, infatti,<br />
sempre più numerose le case history che<br />
vedono allearsi le imprese in modo nuovo,<br />
spesso informale e soprattutto in chiave<br />
marketing oriented. E sicuramente il difficile<br />
contesto economico degli ultimi anni,<br />
con la necessità di ripensare i modelli di<br />
business e gli strumenti operativi in nome<br />
della razionalizzazione, ha dato un’accelerata<br />
a questo fenomeno, accendendo i<br />
riflettori sui benefici che ne derivano e che<br />
possono essere riassunti in un’altra inossidabile<br />
frase fatta: l’unione fa la forza.<br />
Eppure, anche in questo caso la verità è<br />
palpabile: fare rete consente di migliorare<br />
promozione, distribuzione e innovazione<br />
e spesso serve ad andare all’estero con<br />
un marchio unico. Certo, il successo non<br />
è automatico e dipende molto dalle (giu-<br />
29 novembre 2012<br />
ste) alleanze. Ossia quelle tra aziende di<br />
dimensioni diverse e con specializzazioni<br />
differenti, meglio se con un’impresa capofila.<br />
Questa la ricetta dell’alleanza perfetta<br />
contenuta nel secondo Osservatorio<br />
Intesa-Sanpaolo-Mediocredito Italiano<br />
sulle reti d’impresa. Eppure, guardando<br />
alla multiformità delle esperienze in atto<br />
in Italia, sembra proprio che, anziché<br />
fermarsi a un monopiatto, la tavola delle<br />
partnership si possa arricchire, con successo,<br />
di ricette molto differenti.<br />
Cosa accomuna infatti -per restare in<br />
ambito food -la “Rete della pasta dei<br />
coltivatori toscani” (formata dal Consorzio<br />
di Siena con 27 imprese socie e il<br />
Pastificio Fabianelli), nata per portare<br />
all’estero produttori eccellenti, ma dalla<br />
massa critica insufficiente? E ancora, che<br />
dire di Premiate Trattorie Italiane, che<br />
coinvolge cinque “trattori” di altrettanti<br />
locali, che hanno deciso di condividere<br />
esperienze, storie e percorsi, lavorando<br />
in sinergia per valorizzare e difendere la<br />
loro identità, comunicare una zona, vendere<br />
un territorio e salvaguardare tradizio-<br />
CEMBRANI DOC<br />
È un consorzio creato da sei cantine e due<br />
distillerie della Val di Cembra, in Trentino,<br />
che hanno unito le forze per puntare unite<br />
sull’e-commerce. È nato così il sito www.<br />
cembranidoc.it (a cui presto si affiancherà<br />
una app per gli acquisti via mobile) dove si<br />
possono acquistare i vini, gli spumanti e le<br />
grappe realizzati da Opera Vitivinicola<br />
Val di Cembra, Azienda Agricola<br />
Simoni Ferruccio, Azienda Vitivinicola<br />
Villa Corniole, Azienda Agricola<br />
Pelz, Azienda Agricola Zanotelli,<br />
Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio,<br />
Distilleria Paolazzi e Distilleria Pilzer.<br />
Ad accomunare le otto aziende coinvolte nel<br />
progetto sono la gestione familiare, la lunga<br />
tradizione nel mondo del vino e degli alcolici,<br />
e l’offerta di prodotti che racchiudono sia la<br />
passione di intere generazioni sia la storia<br />
di un territorio dove la coltivazione della vite<br />
risale al tempo degli Etruschi.<br />
Un altro obiettivo del consorzio Cembrani<br />
Doc è quello di sfruttare il web marketing<br />
per promuovere l’enoturismo e il turismo<br />
sostenibile, anche in collaborazione con le apt<br />
locali, proponendo dei percorsi che uniscano<br />
esperienze naturalistiche e sensoriali. Le<br />
visite a vigneti, cantine e distillerie sono<br />
considerate un mezzo importante per<br />
consolidare la fiducia dei consumatori nella<br />
vendita via internet e dall’altra l’e-commerce<br />
è visto come stimolo a visitare i luoghi di<br />
produzione.<br />
Una seconda fase del progetto prevede la<br />
creazione e la commercializzazione attraverso<br />
il sito www.cembranidoc.it di prodotti<br />
realizzati da aziende della Valle di Cembra con<br />
il marchio Cembrani D.O.C. da abbinare ai vini,<br />
agli spumanti e alle grappe, per esaltare le<br />
peculiarità e le caratteristiche organolettiche<br />
dei prodotti di montagna.
ni e tipicità? Anche uscendo dall’ambito<br />
alimentare si trovano esperienze recenti<br />
che sembrano tracciare percorsi nuovi per<br />
le aziende aperte all’idea di collaborare<br />
anche con i competitor storici. Com’è accaduto<br />
a Ermenegildo Zegna, Marzotto<br />
e Loro Piana, che hanno acquisito ciascuno<br />
il 15% della Pettinatura di Verrone<br />
(un’azienda specializzata nella lavorazione<br />
dei tessuti) alleandosi per dare impulso<br />
alla filiera. Diversa la case history di<br />
nove brand di design (Agape, B&B Italia,<br />
Boffi, Cappellini, Cassina, Dada, Maxalto,<br />
Molteni&C, Poltrona Frau) che hanno<br />
unito le forze fondando la piattaforma<br />
DeClub.it una vetrina virtuale del design<br />
di eccellenza che propone pezzi autentici<br />
e certificati, con uno sconto minimo del<br />
30%. Non si tratta di e-commerce ma di<br />
un link tra mondo virtuale e rete commerciale<br />
reale: divani e librerie, lampade e armadi,<br />
cucine e vasche da bagno vengono,<br />
infatti, postati direttamente dai rivenditori<br />
che propongono le offerte e presso i quali<br />
bisogna recarsi per fare l’acquisto.<br />
Gli esempi da raccontare sarebbero<br />
davvero tanti e sempre più numerosi,<br />
visto che il ricorso alla creazione di re-<br />
ti inter-aziendali è in forte crescita. Secondo<br />
l’Osservatorio Intesa-Sanpaolo-<br />
Mediocredito Italiano, tra giugno 2011<br />
e giugno 2012, le reti sono passate da<br />
79 a 441 per un totale di 2.323 azien-<br />
YOUCHEF<br />
È la prima rete multicanale italiana: a realizzarla<br />
sono state cinque aziende lombarde che operano<br />
in mercati diversi (food e non food), e che hanno<br />
deciso di mettere in comune i loro prodotti,<br />
articolandoli in 25 kit-regalo, e di condividere<br />
obiettivi e canali di vendita, ricorrendo al nuovo<br />
istituto giuridico rappresentato dal contratto<br />
di rete. In questo modo Risolì, Tenute La<br />
Montina, Consorzio Premax, Tradizioni<br />
Padane e GirziLine condividono ricerca,<br />
progettazione e comunicazione con gli altri<br />
partner di rete, ma restano liberi di agire in modo<br />
autonomo sui canali di vendita a cui si rivolge<br />
Youchef. Con questa formula ogni partner può<br />
accrescere la propria capacità innovativa, la<br />
propria gamma di prodotti e le proprie vendite,<br />
anche perché è autorizzato a vendere tutti i 25<br />
kit-regalo in un’ottica di servizio al consumatore e<br />
di multicanalità. Youchef è presente in tre settori:<br />
cucina con i marchi di linea Prestige e Senza<br />
Glutine; bellezza con il marchio di linea Beautè,<br />
e moda con il marchio di linea Art&Craft.<br />
INDUSTRIA<br />
UNICO<br />
“Un’unione che valorizza le differenze”: così<br />
definiscono Unico i cinque produttori (Ursini,<br />
Mancini, Savini, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />
e Biscottificio Mattei Deseo) che hanno<br />
dato vita a questa rete sui generis, nata per<br />
collaborare in nome dell’eccellenza nella<br />
qualità dei prodotti e della cura sul fronte<br />
dell’immagine, che è ben connotata e originale.<br />
Punto di partenza: un’amicizia ventennale<br />
e un impegno appassionato nelle rispettive<br />
aziende, tutte operanti nel mondo food ma con<br />
realtà e radici molto diverse. E quindi con un<br />
bagaglio di esperienze (anche internazionali) da<br />
mettere in comune in incontri regolari in cui ci si<br />
scambiano idee e informazioni e ci si confronta<br />
su nuovi progetti. Anche sfruttando le sinergie<br />
tra i prodotti delle cinque aziende, che sono<br />
complementari, e che consentono a Unico<br />
di proporsi in modo unitario in mostre ed eventi,<br />
condividendo un’immagine coerente e capace<br />
di valorizzare le cinque anime di quest’alleanza.<br />
de. A guidare la classifica per regione<br />
è la Lombardia con 507 imprese coinvolte<br />
in contratti di rete, seguita dalla<br />
Toscana (405) e, a pari merito, da<br />
Emilia Romagna e Veneto (circa 230).<br />
Nella metà dei casi è il marketing che<br />
spinge le aziende ad allearsi, come testimonia<br />
il fatto che gli investimenti della rete<br />
si concentrano in innovazione (44,5%<br />
dei casi), promozione (39,9%) e potenziamento<br />
della struttura commerciale<br />
(36,3%). Le Reti d’Impresa sono un vero<br />
e proprio “mercato delle competenze”. <strong>Il</strong><br />
47% delle imprese è alla ricerca di competenze<br />
in campo distributivo, seguono<br />
ricerca e innovazione (37%). È parimenti<br />
ampia la disponibilità di competenze e<br />
capacità produttiva (portate in rete dal<br />
62,6% delle imprese); minore invece la<br />
presenza di imprese con competenze<br />
distributive (28,5% l’offerta vs 47% la<br />
domanda). È significativa infine la presenza<br />
di imprese che portano know-how<br />
in ricerca e innovazione.<br />
Sempre secondo l’Osservatorio Intesa<br />
-Sanpaolo-Mediocredito Italiano sono<br />
soprattutto le piccole e medie imprese<br />
a scegliere di allearsi con le grandi allo<br />
scopo di acquisire competenze di marke-<br />
29 novembre 2012 49
INDUSTRIA<br />
ting e distribuzione e di raggiungere massa<br />
critica e capitale per essere presenti<br />
fisicamente sui mercati esteri con una<br />
comunicazione d’impatto.<br />
Al contrario le grandi aziende scelgono<br />
le piccole soprattutto per le loro capacità<br />
produttive e per i livelli qualitativi<br />
che possono garantire. Ma ci sono anche<br />
fenomeni di alleanze tra pari (vedi box):<br />
aziende, spesso piccole e a gestione familiare,<br />
accomunate dalla passione per<br />
il proprio lavoro, dal bisogno di condivi-<br />
AMICI ACIDI<br />
È un progetto che nasce dall’amicizia tra cinque produttori,<br />
che si sono alleati per far conoscere l’aceto agro di vino,<br />
un prodotto nobile ma “dimenticato”. Ad accomunarli,<br />
oltre che la passione per il loro lavoro, la stessa visione del<br />
prodotto: solo materie prime di qualità, non diluite e non<br />
scarti di altre lavorazioni, rispetto dei tempi tradizionali<br />
di produzione e della temperatura ideale. Ognuna delle<br />
aziende (Baron Widmann, Sirk della Subida, Mieli<br />
Thun, Acetaia San Giacomo e Pojer&Sandri)<br />
parte da questi principi e li usa per reinterpretare secondo<br />
il suo stile il prodotto aceto. Insieme si presentano in<br />
eventi (come il Salone del Gusto), realizzano laboratori sul<br />
prodotto, gestiscono un sito comune e ora lanciano il loro<br />
primo libro, sui 100 modi per usare l’aceto di vino.<br />
IL GUSTO AL CUBO<br />
<strong>Il</strong> debutto è stato al Cibus e a Tuttofood, e la<br />
conferma del successo della formula viene<br />
dalla decisione di riproporla anche al Salone<br />
del Gusto, rivolgendosi così, non più solo a un<br />
pubblico professionale ma anche direttamente<br />
ai consumatori finali. Infatti, anche a Torino<br />
Birra Menabrea, Botalla Formaggi e<br />
Capanna Prosciutti si sono presentate come<br />
una sola squadra. Obiettivo: mettere a fattor<br />
comune l’attenzione all’artigianalità e l’alta<br />
qualità dei prodotti, riuscendo a esaltarne le<br />
peculiarità proprio attraverso gli abbinamenti<br />
golosi e le degustazioni guidate di birre,<br />
formaggi e prosciutti. Una rete basata quindi<br />
sulle affinità elettive, a dispetto della diversità<br />
dei prodotti proposti, e su un atteggiamento<br />
comune che vede l’alleanza tra le aziende come<br />
un generatore di nuovi valori e nuove possibilità<br />
di crescita e un acceleratore della notorietà dei<br />
singoli partner.<br />
dere informazioni ed esperienze, dalla<br />
necessità di crescere di taglia, e che decidono<br />
di mettere in comune solo alcune<br />
attività, rimanendo comunque autonome<br />
nella gestione. E dando così vita a reti<br />
a geometria variabile che sembrano<br />
avere la flessibilità, la leggerezza e la<br />
densità richieste dall’economia del terzo<br />
millennio.•
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Dallo scalo ferroviario interno, alla riduzione del 20% dei rifiuti, fino<br />
alla collaborazione con le scuole per diffondere la cultura dell’olio<br />
di Nadia Tadioli<br />
n sostegno a mense benefiche e<br />
associazioni di volontariato, un<br />
fondo sanitario per i dipendenti<br />
e contributi per l’asilo nido. In<br />
più l’avvio della certificazione Iso 18001<br />
per un sistema di gestione della sicurezza<br />
e della salute dei lavoratori. La settima<br />
edizione del bilancio di Sostenibilità<br />
dell’Oleificio Zucchi mostra anche per il<br />
2011 un’impresa attivamente impegnata<br />
a migliorare le proprie performance sociali<br />
e ambientali.<br />
La certificazione ISO 14001, ottenuta più<br />
di 10 anni fa, impegna infatti la storica<br />
azienda cremonese, specializzata nella<br />
fornitura di marche private e nella produzione<br />
di oli d’oliva e oli di semi a marchio<br />
proprio, a un miglioramento continuo. Missione<br />
che Zucchi ha preso con coerenza,<br />
registrando quest’anno una riduzione del<br />
20% dei rifiuti e significativi risparmi sul<br />
fronte del consumo di acqua, elettricità<br />
e metano. “La riduzione del quantitativo<br />
dei rifiuti non pericolosi prodotti -spiega<br />
Lorenzo Carnevali, responsabile Processi<br />
Operativi Divisione Oli Sfusi- è stata ottenuta<br />
principalmente migliorando il processo<br />
di raffinazione e ottimizzando il processo<br />
di disidratazione dei fanghi provenienti<br />
dalla depurazione delle acque. Inoltre, tutti<br />
i rifiuti non pericolosi sono stati avviati al<br />
Eco-efficienza anche nei trasporti<br />
“Per ridurre l’impatto ambientale nella fase di approvvigionamento della materia prima, dal<br />
2009 l’azienda ha deciso di realizzare al proprio interno uno scalo ferroviario, allacciandosi<br />
alla esistente linea ferroviaria adiacente all’Oleificio Zucchi”. Le parole di Giovanni<br />
Bonali, responsabile Area Qualità, rivelano un’iniziativa davvero degna di nota che ha<br />
permesso di ridurre le emissioni di CO2 di più di 390 tonnellate. “La materia prima arriva<br />
al porto di Genova -spiega Bonali- e<br />
tramite ferro cisterna viene trasportata<br />
fino all’Oleificio. Nel corso del 2011<br />
sono stati ricevuti 63 convogli ferroviari,<br />
per una quantità complessiva di circa<br />
39.134 tonnellate, equivalenti a circa<br />
1.300 autocisterne. <strong>Il</strong> risultato è una<br />
riduzione di circa 10 kg di CO2 emessa<br />
per tonnellata di olio trasportato”. NT<br />
recupero: scarti, residui della raffinazione<br />
e materiali d’imballo”.<br />
I risparmi di acqua ed energia sono stati<br />
invece ottenuti grazie a investimenti<br />
impiantistici e organizzativi. È stata migliorata,<br />
per esempio, l’efficienza pneumatica<br />
dei sistemi di movimentazione<br />
dell’olio, grazie a nuove valvole e circuiti.<br />
Più efficace anche il trattamento dei residui<br />
di depurazione e dell’acqua di scarico<br />
in fognatura, con il recupero di una parte<br />
del liquido per uso interno. <strong>Il</strong> calore di<br />
soffiaggio delle preforme è stato invece<br />
riutilizzato per il riscaldamento, mentre<br />
nuovi motori e l’utilizzo di inverter hanno<br />
permesso un’ulteriore riduzione dei consumi.<br />
Infine, l’adozione di un sistema automatico<br />
di riduzione dei flussi luminosi<br />
ha ottimizzato l’elettricità.<br />
<br />
“Questi risultati non sarebbero stati possibili<br />
-continua Carnevali- senza un sistema<br />
di monitoraggio dei consumi energetici:<br />
il laboratorio interno monitora settimanalmente<br />
la qualità dell’acqua depurata<br />
e scaricata, per verificare la rispondenza<br />
ai parametri prescritti. Ogni reparto, e<br />
ogni singola macchina viene monitorata,<br />
tramite contatori di energia che rilevano<br />
giornalmente i consumi. I dati sono poi<br />
processati per verificare la performance<br />
in base agli obiettivi prefissati”. Alla tecnologia<br />
green si associa un forte legame<br />
con il territorio: il lato sociale della sostenibilità<br />
ha portato Zucchi in tutte le scuole<br />
primarie di Cremona, grazie all’iniziativa<br />
“La via dell’Olio”, organizzata in collaborazione<br />
con Legambiente.•<br />
29 novembre 2012 51
Non basta produrre bottiglie e vasi in vetro sani,<br />
naturali, sicuri e riciclabili al 100% all’infinito.<br />
Per noi è anche indispensabile seguire logiche<br />
di sviluppo responsabile e sostenibile. Occuparsi<br />
direttamente del riciclo del vetro. Mettere prodotti<br />
sempre nuovi nelle vostre mani. Per questo siamo<br />
Verallia, il vetro per alimenti.<br />
SAINT-GOBAIN VETRI S.p.A.<br />
www.verallia.it<br />
Bottiglie e vasi in vetro per alimenti<br />
CONTENUTI SANI,<br />
OBIETTIVI RESPONSABILI.
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Si sviluppa sulla rete con un sito ad hoc, sui social network<br />
e nella gdo con numerose insegne coinvolte in diverse iniziative<br />
di Manuela Soressi<br />
romuovere i consumi di frutta e<br />
verdura fresche, ripristinare la fiducia<br />
dei consumatori nei confronti<br />
dei prodotti ortofrutticoli e comunicarne<br />
la sicurezza. Con questi obiettivi<br />
è partito il progetto internazionale “Fruitylife<br />
- Frutta e verdura sana e sicura - un<br />
percorso di conoscenza e informazione dal<br />
campo alle tavole d’Europa”, una campagna<br />
di informazione e promozione rivolta<br />
ai consumatori di Italia, Francia e Germania.<br />
<strong>Il</strong> progetto è triennale e conta su un<br />
budget complessivo di 1,5 milioni di euro,<br />
quasi equamente diviso tra i tre paesi, e<br />
finanziato al 50% dall’Unione Europea e al<br />
20% dal ministero delle Politiche Agricole.<br />
<strong>Il</strong> restante 30% proviene da cinque aziende<br />
del settore (Alegra, Apofruit Italia, Conor,<br />
Naturitalia e Orogel Fresco), socie di<br />
Alimos - Alimenta la Salute, cooperativa<br />
senza scopo di lucro che si occupa anche<br />
del coordinamento del progetto. La realizzazione<br />
operativa è stata affidata a SG<br />
marketing e la creatività a Matilde Studio.<br />
<br />
“Fruitylife è un’iniziativa che consideriamo<br />
molto importante per la promozione<br />
dell’ortofrutta europea e l’educazione alimentare<br />
dei consumatori e dei responsabili<br />
d’acquisto, soprattutto in un momento<br />
in cui il sensazionalismo sulla crisi economica<br />
induce stili di acquisto e di consumo<br />
tutt’altro che razionali -ha spiegato il direttore<br />
di Alimos, Massimo Brusaporci-.<br />
Occorre quindi ribadire che frutta e verdura<br />
europee sono controllate e sicure. Questi<br />
plus vanno comunicati per far apprezzare<br />
la nostra produzione ortofrutticola, in paesi<br />
tradizionalmente importatori come la Germania,<br />
ma anche nei paesi forti produttori<br />
come Italia e Francia”. Salute, sicurezza<br />
e gusto sono i tre pilastri su cui poggia<br />
questo progetto, che si articola su diversi<br />
fronti. <strong>Il</strong> perno delle iniziative è il nuovo sito<br />
www.fruitylife.eu, che fornisce, in quattro<br />
lingue, informazioni e notizie sulla filiera<br />
ortofrutticola europea, sulla tracciabilità<br />
dei prodotti e sulla sicurezza alimentare,<br />
e che sarà continuamente aggiornato sulle<br />
attività svolte. Non manca una sezione<br />
dedicata alle ricette con suggerimenti per<br />
assaporare i prodotti più diffusi, stagione<br />
per stagione. <strong>Il</strong> coinvolgimento virtuale dei<br />
consumatori continua tramite i social network:<br />
infatti è su Facebook e Twitter che<br />
sono stati veicolati i primi tre dei sei video<br />
realizzati per promuovere il progetto Fruitylife,<br />
ora pronti a essere trasmessi anche<br />
su un canale dedicato di YouTube con la<br />
formula del racconto a puntate. Filmati<br />
dai tagli diversi, accomunati però da un<br />
approccio leggero, da uno stile sobrio e<br />
da un tono ironico, piuttosto insoliti nel<br />
Fruitylife è finanziato<br />
al 50% dall’Unione<br />
Europea, al 20%<br />
dal ministero<br />
delle Politiche Agricole<br />
e al 30% da cinque<br />
aziende del settore:<br />
Alegra, Apofruit Italia,<br />
Conor, Naturitalia<br />
e Orogel Fresco<br />
mondo dell’ortofrutta, che utilizzano immagini<br />
di grande impatto per trasmettere<br />
i concetti di tracciabilità e sicurezza della<br />
filiera ortofrutticola e per mostrare quanto<br />
sia facile inserire questi prodotti nei consumi<br />
quotidiani.<br />
<br />
Ma Fruitylife non è solo un progetto virtuale,<br />
perché coinvolge, fisicamente, anche<br />
gdo, normal trade e ristorazione collettiva<br />
attraverso campagne di informazione<br />
e promozione diretta con l’allestimento<br />
di spazi ad hoc nell’area riservata all’ortofrutta<br />
e con distribuzione di materiale<br />
informativo, come un folder con il calendario<br />
dell’ortofrutta di stagione. In Italia le<br />
attività sono iniziate, a metà agosto, nei<br />
supermercati Poli e da ottobre anche in<br />
33 pdv di Cir Food, e nei prossimi mesi<br />
coinvolgeranno anche Sma, Coop Italia,<br />
Sì Supermercati, Magazzini Gabrielli e<br />
Camst. In Francia il progetto è sbarcato in<br />
Auchan e Biomonde, mentre in Germania<br />
è presente in Edeka, Rewe e Kauffman.•<br />
29 novembre 2012 53
54<br />
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Progetti di category con Fresh Gourmet. Valorizzato il brand<br />
DimmidiSì con l’apertura dello store La Frescheria a Milano<br />
di Anna Zinola<br />
i consolida la partnership tra La<br />
Linea Verde e Fresh Gourmet.<br />
L’azienda di Manerbio (Bs), specializzata<br />
nel mercato della IV<br />
gamma e dei piatti pronti freschi, è infatti<br />
il distributore esclusivo per l’Italia di Fresh<br />
Gourmet, società che produce crostini e<br />
arricchitori e fa capo al gruppo americano<br />
Sugar Foods. Sottolinea Valérie Hoff,<br />
direttore marketing e comunicazione di<br />
La Linea Verde: “La collaborazione, iniziata<br />
nel 2011, non si riduce a un semplice<br />
scambio di opportunità commerciale.<br />
Cerchiamo, cioè, di sviluppare dei progetti<br />
specifici, in grado di valorizzare in maniera<br />
adeguata i prodotti Fresh Gourmet e<br />
la sinergia con DimmidiSì”. È il caso, per<br />
esempio, del progetto di category avviato<br />
recentemente. “Proponiamo -spiega Hoff-<br />
di collocare i crostini non nel reparto dei<br />
prodotti sostitutivi del pane, ma nel reparto<br />
ortofrutta per suggerirne l’abbinamento<br />
a insalate pronte, zuppe oppure creme di<br />
verdura”. Grazie a questa collocazione viene<br />
raggiunto un duplice obiettivo: da una<br />
29 novembre 2012<br />
parte si individua una nuova<br />
forma di servizio per i consumatori,<br />
dall’altra parte si crea<br />
un’originale possibilità di business<br />
per il retailer. Al fine<br />
di aumentarne la visibilità<br />
in-store, i prodotti sono posti<br />
in un espositore ad hoc.<br />
“È una struttura ricaricabile<br />
e leggera, facilmente gestibile<br />
dal personale dedicato”<br />
specifica Hoff. Nel corso dei<br />
prossimi mesi il lancio sarà supportato da<br />
una serie di iniziative focalizzate sul punto<br />
di vendita. Anticipa Hoff: “Nei super e negli<br />
iper nei quali è presente Fresh Gourmet,<br />
realizzeremo delle in-store promotion in comarketing<br />
con le zuppe e le insalate”. Per il<br />
momento non è, invece, prevista una campagna<br />
di comunicazione above the line.<br />
<br />
Le novità per La Linea Verde non finiscono<br />
qui. L’azienda ha, infatti, recentemente<br />
inaugurato a Milano (Corso<br />
VALÉRIE<br />
HOFF<br />
direttore marketing<br />
e comunicazione<br />
di La Linea Verde<br />
Garibaldi 21) il primo store<br />
monomarca, a insegna La<br />
Frescheria. All’interno del<br />
punto di vendita è possibile<br />
acquistare tutti i prodotti<br />
della linea DimmidiSì (dalle<br />
insalate arricchite ai frullati,<br />
dalle spremute alle zuppe),<br />
oltrechè una serie di referenze<br />
complementari, come<br />
panini, snack salati, frutta<br />
secca e acqua minerale.<br />
Naturalmente è possibile anche consumare<br />
il pasto in loco.<br />
È, inoltre, previsto, dal lunedì al sabato,<br />
un sistema di consegna a domicilio che<br />
copre una buona parte della metropoli<br />
lombarda È sufficiente prenotare almeno<br />
un’ora prima dell’orario di consegna<br />
desiderato e la spesa, o il pranzo, arriva<br />
direttamente a casa oppure in ufficio. <strong>Il</strong><br />
servizio costa cinque euro ma è gratuito<br />
in caso di acquisti pari o superiori ai 30<br />
euro. Creato anche un sito dedicato: www.<br />
lafrescheria.it.•<br />
LA STRUTTURA PRODUTTIVA<br />
Sei siti produttivi, oltre 1.000 addetti, un milione di confezioni<br />
prodotte ogni giorno. Sono questi i numeri di La Linea Verde,<br />
gruppo italiano che produce con marchi della grande distribuzione<br />
e con il proprio brand DimmidiSì. La gamma delle referenze è<br />
molto vasta: si va dalla frutta fresca in busta agli ortaggi pronti da<br />
cuocere sino ad arrivare al purè di patate fresco pronto.<br />
La società, che nel 2011 ha fatturato oltre 176 milioni di euro,<br />
è molto attiva anche all’estero. Nel corso degli ultimi anni ha<br />
dapprima aperto una sede in Spagna, a Navarra, e quindi costituito<br />
una società in Austria, nata dalla joint venture con un partner<br />
locale. Proprio in Austria, a Hof bei Salzburg, è stato recentemente<br />
inaugurato un nuovo sito produttivo destinato alla realizzazione di<br />
referenze per il mercato locale. Fra gli obiettivi vi sono l’espansione<br />
in Russia e l’allargamento del business dei prodotti freschi a<br />
maggiore valore aggiunto nei paesi del Nord Europa e dell’Est<br />
europeo. AZ
studioverde<br />
Baden La L più alta espressione della versatilità<br />
al a<br />
servizio del punto vendita.<br />
Offre ottime caratteristiche di funzionalità, abbinando un moderno concetto<br />
stilistico di alto livello. La nuova vetrina BADEN si distingue per leggerezza,<br />
trasparenza e versatilità, avvicinando maggiormente il prodotto al cliente e<br />
favorendo un contatto più diretto con il consumatore.<br />
Dalla combinazione del modello “vetrina alta a servizio” e del modello “self<br />
service” è nato BADEN ATB, un connubio assolutamente inedito e innovativo<br />
che garantisce una totale visibilità della merce.<br />
La versione ATB è in grado di sostituire completamente la funzione espositiva<br />
dei tradizionali retrobanchi, riducendo i costi di attrezzature e di superfici<br />
occupate al suolo nelle aree di vendita.<br />
YOUR NATURALLY INNOVATIVE PARTNER FOR RETAIL SOLUTIONS<br />
www.arneg.it
Lanciate due nuove linee di vini che espongono il marchio<br />
Energy Saving Company. Obiettivo: crescere in gdo<br />
di Nadia Tadioli<br />
n impianto fotovoltaico da<br />
2.500 metri quadri sui tetti<br />
delle stalle, che pareggia il<br />
bilancio tra produzione e consumo<br />
elettrico della fattoria. Una centrale<br />
a biogas da 1 MW, che produce<br />
8.400.000 Kw annui, pari al consumo di<br />
2.850 persone, grazie ai propri cereali<br />
e ai reflui zootecnici del proprio allevamento<br />
di bovini da latte. L’ammodernamento<br />
della centrale idroelettrica che<br />
compensa il fabbisogno energetico della<br />
cantina storica e delle pertinenze del castello<br />
di famiglia a Porcìa, per portare la<br />
produzione dagli attuali 180mila Kw a<br />
300mila Kw annui.<br />
Stiamo parlando di Principi di Porcìa, la<br />
storica azienda vitivinicola del Friuli Venezia<br />
Giulia che ora, forte di una produzione<br />
di 12mila ettolitri di vino, intende<br />
incrementare notevolmente la propria<br />
presenza nella gdo. Attualmente il mondo<br />
retail rappresenta solo una piccola<br />
percentuale del business, ma la quota<br />
dovrebbe crescere grazie anche a due<br />
nuove linee di vini, Fattoria di Azzano e<br />
Ca’ Bembo, che espongono in bella vista<br />
il logo Energy Saving Company.<br />
“Siamo per il momento<br />
l’unica azienda italiana<br />
del settore ad avere questo<br />
marchio, ottenuto grazie alla<br />
certificazione Iso 50.001 per<br />
la gestione dell’energia”, di-<br />
ce Guecello di Porcìa e Brugnera,<br />
titolare dell’azienda.<br />
“<strong>Il</strong> risparmio energetico ci<br />
permette di entrare nel retail<br />
con prodotti di qualità e<br />
GUECELLO<br />
DI PORCìA<br />
E BRUGNERA<br />
titolare<br />
dell’azienda<br />
con una tracciabilità totale a un prezzo<br />
inferiore”. Attualmente i vini della famiglia<br />
Porcìa sono già sugli scaffali di Aliper,<br />
Conad Tirreno, Bennet, Famila, Pam e<br />
Picard.<br />
<br />
Ca’ Bembo è la linea certificata Doc<br />
composta da sei referenze, tre bianchi<br />
e tre rossi, che comprendono tutti<br />
i più famosi vini della regione, dal Pinot<br />
grigio al Refosco. Sempre sei referenze<br />
per Fattoria di Azzano, la linea Igt che<br />
si aggira sui tre-quattro euro, mentre<br />
la prima è caratterizzata<br />
da un prezzo leggermente<br />
superiore. Sono previste<br />
azioni promozionali,<br />
anche se l’intenzione non<br />
è quella di giocare troppo<br />
sui tagli di prezzo e sui vo-<br />
lantini, visto che il rapporto<br />
qualità-prezzo è già molto<br />
calibrato. Saranno molte<br />
invece le promozioni in<br />
store per far conoscere la<br />
INDUSTRIA<br />
Principi di Porcìa<br />
mantiene<br />
un equilibrio tra la<br />
propria tradizione,<br />
che risale all’alto<br />
medioevo<br />
e l’estrema<br />
contemporaneità<br />
filosofia dell’azienda ed entrare in diretto<br />
contatto con il consumatore. “Ma<br />
un prodotto non ha solo un costo di<br />
produzione e un prezzo di vendita, ha<br />
anche un costo ambientale -prosegue<br />
il conte e futuro principe di Porcìa-. che<br />
può anche essere azzerato se l’energia<br />
impiegata è autoprodotta e proviene<br />
da fonti rinnovabili. Questo è l’impegno<br />
che ci prefiggiamo di raggiungere entro<br />
il prossimo anno”.<br />
<br />
L’attenzione all’ambiente si estende ovviamente<br />
anche all’agricoltura: per esempio<br />
attraverso la rotazione delle colture. E<br />
il recupero e riutilizzo sui terreni agricoli<br />
degli scarti da biogas ha permesso di<br />
tagliare del 50% l’uso di concimi azotati.<br />
Sul fronte solfiti, mentre sta prendendo<br />
forma un progetto futuro di agricoltura<br />
biologica, la meccanizzazione della<br />
vendemmia e altri accorgimenti hanno<br />
consentito di ridurne di molto la quantità,<br />
tanto che in alcuni casi è già pari ai<br />
parametri previsti dal disciplinare bio.•<br />
29 novembre 2012 57
INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Le attività<br />
di sensibilizzazione<br />
di BSH ai temi legati<br />
all’ambiente sono<br />
molteplici<br />
e coinvolgono<br />
diversi target<br />
58<br />
di Erina Conti<br />
i sono aziende per cui il tema<br />
della sostenibilità ambientale fa<br />
realmente parte del proprio Dna,<br />
un patrimonio pluriennale che è<br />
un vero tesoro da comunicare al cliente<br />
finale. È il caso di BSH, azienda tedesca di<br />
elettrodomestici che si distingue per l’approccio<br />
strutturato sul tema, che coniuga<br />
momenti di sensibilizzazione, per creare<br />
cultura su questo argomento, e attività impattanti<br />
sul punto di vendita, luogo dove<br />
sempre di più si attuano le decisioni di acquisto.<br />
In definitiva, per il gruppo tedesco<br />
il concetto di sostenibilità ambientale si<br />
traduce in risparmio delle risorse e diminuzione<br />
dell’inquinamento coniugate con<br />
massime prestazioni.<br />
BSH è impegnata<br />
nella creazione<br />
di una reale<br />
cultura sul tema<br />
della sostenibilità<br />
e a veicolare<br />
elettrodomestici<br />
sempre più<br />
efficienti<br />
29 novembre 2012<br />
<br />
Per veicolare questi concetti molto concreti,<br />
e aiutare la formazione di una coscienza<br />
green, il gruppo Bosch, di cui fa<br />
parte BSH, ha istituito una fondazione<br />
senza fini di lucro, a cui vengono destinati<br />
parte degli utili per sviluppare attività sul<br />
tema. Un esempio in questa direzione è<br />
“Missione ambiente”, un’iniziativa di sensibilizzazione<br />
sui temi della sostenibilità<br />
lanciata per la prima volta quattro anni<br />
fa, che coinvolge tutto il gruppo Bosch:<br />
elettrodomestici, ma anche elettroutensili<br />
e automotive. <strong>Il</strong> progetto si rivolge ai<br />
ragazzi di scuole elementari e medie,<br />
coinvolgendo quest’anno 200 istituti<br />
in tutta Italia. In quattro anni sono stati<br />
scelti quattro temi, che avevano tutti<br />
come minimo comun denominatore il risparmio<br />
energetico. Quello di quest’anno<br />
voleva approfondire l’importanza della<br />
tecnologia e delle invenzioni tese al suo<br />
risparmio: ai ragazzi è stato chiesto di<br />
ideare una tecnologia in grado di migliorare<br />
un aspetto della vita grazie all’uso<br />
consapevole dell’energia. I riscontri sono<br />
stati positivi: “I progetti si sono distinti<br />
per creatività” ha raccontato Sabrina<br />
Zago, responsabile comunicazione<br />
BSH. “Segno dell’interesse suscitato<br />
sono anche i tanti accessi -16 mila- al<br />
gioco messo online per verificare che le<br />
proprie abitudini quotidiane si rifacciano<br />
a uno stile di vita green. Si tratta di tanti<br />
piccoli step per sensibilizzare quelli che<br />
saranno i consumatori di domani creando<br />
cultura anche nelle famiglie di appartenenza”.<br />
Per un approccio efficace al tema,<br />
non può, però, mancare un’offerta di<br />
prodotti adeguata.<br />
“In questi ultimi anni sono diverse le<br />
aziende ad autoproclamarsi green” prosegue<br />
Zago. “Si nota comunque da parte<br />
del consumatore la richiesta di prodotti<br />
ancora più efficienti, prima di tutto perché<br />
l’esigenza di un risparmio economico<br />
sulla bolletta -pur senza pregiudicare le<br />
prestazioni- è diventata fondamentale.<br />
Noi ci impegniamo per soddisfare questa<br />
richiesta e per alimentarla con una gamma<br />
particolarmente ampia di elettrodomestici<br />
efficienti”.<br />
<br />
Per ottenere risultati concreti nell’evoluzione<br />
dei consumatori verso scelte più consapevoli,<br />
è necessario, inoltre, comunicare in<br />
modo intuitivo e, se possibile, simpatico il<br />
tema dell’efficienza energetica, non esattamente<br />
un argomento che si presta ad<br />
allestimenti emozionali.<br />
Per ovviare a questo disagio, negli store<br />
della grande distribuzione organizzata,<br />
sui frigoriferi più efficienti del marchio<br />
tedesco sono stati realizzati una sorta<br />
di contatori da applicare direttamente<br />
sulla porta, che calcolano il risparmio in<br />
termini monetari rispetto a un frigorifero<br />
tradizionale. “L’aspetto economico è uno<br />
degli argomenti più presenti nella testa del<br />
consumatore, ma non è l’unico. Secondo<br />
dati Nielsen, il 63% dei consumatori italiani<br />
ha un’età inferiore ai 40 anni, fascia<br />
in cui la sensibilità verso la sostenibilità<br />
ambientale è maggiore. Si tratta di aspetti<br />
che ci fanno ben sperare”.•
PERFETTO EQUILIBRIO,<br />
TRA VISIBILITA’ E RISPARMIO.<br />
Grazie alla disponibilità di porte a singolo vetro, ai ventilatori ad alta effi cienza e<br />
all’opzione d’illuminazione a <strong>LE</strong>D, la nuova gamma plug-in Concert Ultra Costan,<br />
offre un reale risparmio energetico del 35%*.<br />
<strong>Il</strong> giusto equilibrio tra riduzione dei consumi, visibilità e possibilità di<br />
personalizzazione risponde così ad ogni necessità.<br />
Concert Ultra Costan, esporre in ogni occasione.<br />
*Rispetto alle soluzioni standard.<br />
w w w . c o s t a n . c o m
60<br />
INDUSTRIA_ mercati<br />
<br />
<br />
La Top Brand di BlogMeter analizza ogni mese le performance<br />
delle pagine delle marche che si rivolgono al mercato nazionale.<br />
Ecco cosa è accaduto da agosto a ottobre<br />
<strong>Il</strong> team di<br />
ono 14 milioni i connazionali che<br />
ogni giorno scelgono questo social<br />
medium per comunicare tra<br />
loro e con le aziende. Per indagare<br />
quest’ultimo punto, BlogMeter, grazie al<br />
suo strumento Facebook Social Analytics,<br />
analizza tutti mesi le pagine FB dei brand<br />
scritte in italiano secondo tre dimensioni:<br />
il numero dei fan, la capacità di coinvolgere<br />
gli utenti e i tempi di risposta impiegati<br />
per rispondere alle loro domande. Da<br />
agosto a ottobre si è osservato una realtà<br />
in forte divenire caratterizzata comunque<br />
da diverse regolarità. Se stiamo alla classifica<br />
per numero di fan, il top rating è dominato<br />
stabilmente da Nutella (oltre 4,3<br />
milioni di fan), seguito a grande distanza<br />
CLASSIFICA RESPONSE TIME<br />
I tempi impiegati dai brand per rispondere agli utenti<br />
29 novembre 2012<br />
da Kinder Cioccolato (2,3 milioni) e da una<br />
serie di brand che nel corso del trimestre<br />
hanno sempre mantenuto le loro posizioni:<br />
Lo Zoo di 105, Le Iene, Pan di Stelle, Kinder,<br />
Nokia, Fanpage.it, Estathè. Decisamente<br />
più fluida la parte mediana e bassa<br />
della classifica grazie via via all’ingresso<br />
di brand come La punta di cioccolato del<br />
Cornetto Algida, Rtl 105, Radio Italia Solomusicaitaliana,<br />
Alitalia e alla crescita di<br />
marchi come Mtv Italia e La Repubblica,<br />
giusto per citarne due. Dal punto di vista<br />
merceologico il settore dominante è il Food<br />
seguito dai Media. In termini di engagement<br />
il rating è alquanto mosso e pieno di<br />
sorprese. Questa classifica, la più importante<br />
tra quelle elaborate da BlogMeter, misura<br />
PosteMobile 00h <strong>24</strong>m<br />
Un Gallo in cucina new 01h 52m<br />
Poste Italiane<br />
02h 20m<br />
Intesa SanpaoloServizioClienti<br />
02h 36m<br />
Rai Gulp<br />
03h 51m<br />
Vodafone.it<br />
03h 54m<br />
BetItaly new<br />
04h 09m<br />
QVC Italia new<br />
04h 12m<br />
Superflash.it<br />
04h <strong>24</strong>m<br />
Postepay new<br />
04h 34m<br />
Telco Food Service Gambling<br />
Media Travel Finanza<br />
Service<br />
Fonte: BlogMeter<br />
CLASSIFICA PAGE ENGAGEMENT<br />
Capacità di coinvolgere gli utenti<br />
<strong>Il</strong> Messaggero.it<br />
Libero<br />
Leggo - il sito ufficiale<br />
Visit Trentino<br />
Hub09 - Social Design<br />
007 Skyfall<br />
<strong>Il</strong> SecoloXIX<br />
Pianeta Donna<br />
The Apprentice Italia<br />
Mottolino Fun Mountain<br />
Media Travel<br />
Movie<br />
Tv Show<br />
infatti il tasso di coinvolgimento generato<br />
dal brand per ogni mille fan. Se ad agosto il<br />
podio è stato appannaggio di Visit Trentino<br />
con 55,6 interazioni (attraverso like, commenti,<br />
condivisioni, post spontanei) ogni<br />
1.000 fan, da settembre in avanti le prime<br />
posizioni sono state monopolizzate dai quotidiani<br />
il Messaggero (87,7 a ottobre), Libero<br />
(83,7 in forte crescita) e dal sito ufficiale<br />
della free press Leggo (78,8 anch’esso in<br />
crescita). Ma la novità più eclatante è stata<br />
a settembre l’ingresso in classifica delle fan<br />
page più coinvolgenti di alcuni programmi tivù<br />
di Sky e Rai, un segnale che ne testimonia<br />
la capacità di far fronte alle nuove dinamiche<br />
di fruizione dei contenuti. In altre parole<br />
è esplosa la Social Tv di cui tanto parlano<br />
new<br />
new<br />
87,68<br />
83,69<br />
02h 20m 78,83<br />
49,75<br />
45,78<br />
43,41<br />
39,26<br />
38,92<br />
36,28<br />
35,30<br />
Fonte: BlogMeter
mercati _ INDUSTRIA<br />
CLASSIFICA DEI FAN<br />
<strong>Il</strong> numero dei fan<br />
Nutella<br />
Kinder Cioccolato<br />
Lo Zoo di 105<br />
Le Iene<br />
Pan di Stelle<br />
Kinder<br />
Nokia Italia<br />
Fanpage.it<br />
Estathè<br />
TIM<br />
Telco Food<br />
Media<br />
Tech<br />
Radio/Tv Show<br />
2.389.077<br />
1.696.112<br />
1.629.471<br />
1.590.050<br />
1.449.685<br />
1.420.067<br />
1.284.719<br />
1.222.028<br />
1.183.806<br />
gli americani e che sta iniziando a prender piede anche in<br />
Italia. The Apprentice (36,3), il reality andato in onda sul<br />
canale Cielo di Sky con protagonista Flavio Briatore è stato<br />
quello che è cresciuto di più negli ultimi due mesi, ma si<br />
sono fatti spazio anche Piazza Pulita, La prova del cuoco e<br />
Ballarò. Sempre in ottobre, tra l’altro, sono cresciuti molti<br />
brand in termini di engagement rispetto al mese precedente:<br />
Visit Trentino, Hub 09 Social Design, <strong>Il</strong> Secolo XIX,<br />
Pianeta Donna, <strong>Il</strong> Giornale e Virgin Radio Italy. La capacità di<br />
coinvolgere gli utenti non è solo una prerogativa dei marchi.<br />
A settembre, ad esempio, Italia Loves Emilia, l’evento musicale<br />
a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto,<br />
ha fatto registrare 1<strong>24</strong> interazioni per ogni 1.000 fan conquistando<br />
il top della classifica, mentre ad ottobre l’ultimo<br />
film di 007, Skyfall, è planato direttamente al sesto posto.<br />
<br />
L’ultima classifica stilata da BlogMeter riguarda i servizi<br />
di customer care attraverso Facebook che cominciano a<br />
funzionare bene a giudicare dalle performance realizzate<br />
dagli attori coinvolti. In agosto la classifica per tempi di risposta<br />
ha visto come top rating Intesa San Paolo Servizio<br />
Clienti che ha risposto mediamente in tre ore e un minuto<br />
alle 259 domande ricevute dagli utenti. A settembre è<br />
balzata in prima posizione PosteMobile che ha impiegato<br />
meno di un’ora a evadere 217 richieste, seguita da Poste<br />
Italiane con quasi tre ore per 533 domande e da Intesa<br />
Sanpaolo con tre ore e 41 minuti per 378 richieste. A<br />
ottobre infine, Poste Mobile ha confermato la leadership<br />
migliorando sensibilmente i propri tempi di risposta (<strong>24</strong><br />
minuti), seguito a larga distanza dalla new entry Un gallo<br />
in cucina (un ora e 52 minuti), un’iniziativa di Riso Gallo e<br />
al terzo posto da Poste Italiane (due ore e 20 minuti).•<br />
4.433.887<br />
Fonte: BlogMeter<br />
29 novembre 2012<br />
61
INDUSTRIA_ mercati<br />
Comparto in flessione,<br />
guadagnano terreno<br />
solo i prodotti,<br />
versatili multiuso,<br />
per piccole superfici<br />
<br />
<br />
in collaborazione con<br />
lettono le vendite dei prodotti per<br />
la detergenza delle superfici nelle<br />
superfici moderne. Un trend che,<br />
secondo dati Symphony Iri Group,<br />
colpisce tutti i segmenti e le tipologie di<br />
prodotto, a conferma che gli italiani, i cui<br />
comportamenti di acquisto sono in larga<br />
parte condizionati dalla crisi economica<br />
e dalle fosche prospettive che si addensano<br />
sul nostro sistema paese, mossi<br />
dalla ricerca del risparmio, riducono le<br />
attenzioni rivolte all’ambiente domestico,<br />
oppure “downgradano” le proprie<br />
scelta di acquisto, rivolgendosi a canali<br />
più convenienti (discount, category killer),<br />
o semplificando il parco prodotti in<br />
favore di una maggiore multifunzionalità<br />
degli stessi.<br />
Non a caso, nel panorama di flessione<br />
complessiva delle vendite, solo i prodotti<br />
per le piccole superfici, versatili<br />
multiuso, comodi con la loro confezione<br />
trigger e senza necessità di risciacquo,<br />
guadagnano terreno. Così come le private<br />
label, che in queste ultime stagioni<br />
hanno allargato la propria presenza dai<br />
62 29 novembre 2012<br />
segmenti basic fino a coprire tutte le<br />
esigenze di pulizia casa e oggi capitalizzano<br />
il monte di fiducia accumulato in<br />
tutti questi anni, facendo leva sulla loro<br />
maggiore convenienza per conquistare il<br />
consumatore contemporaneo.<br />
Nel complesso, viene sentita sempre<br />
meno l’esigenza di una performance specializzata<br />
e si privilegiano altri aspetti,<br />
tra i quali la gradevolezza olfattiva o la<br />
facilità d’uso/risparmio di tempo.<br />
I dati Symphony Iri Group, mostrano un<br />
mercato dei detergenti superfici che<br />
flette, rispetto allo stesso periodo precedente,<br />
del 4,3% a volume e del 3,2%<br />
a valore. Segmentando questo dato aggregato,<br />
emerge chiara la tendenza al<br />
ribasso di quasi tutti i segmenti, che<br />
mostrano performance negative più o<br />
meno accentuate. Secondo Symphony<br />
Iri Group, vanno male i prodotti per la<br />
pulitura metalli, che flettono di oltre il<br />
12% a volume, seguiti dai prodotti per<br />
la pulitura dei forni (-11,5% a volume)<br />
e dalle cere per pavimenti, che perdono<br />
quasi il 10% delle vendite in quantità.<br />
€ 1,76<br />
IL PREZZO<br />
MEDIO VOLUME<br />
LA QUOTA VALORE<br />
DEL<strong>LE</strong> PL<br />
167<br />
IL NUMERO MEDIO<br />
DI REFERENZE<br />
9,9% 19,9%<br />
LA QUOTA VOLUME<br />
DEL<strong>LE</strong> PL<br />
<br />
Si tratta dei prodotti più colpiti da questa<br />
tendenza a ridurre gli acquisti di<br />
prodotti differenti e a focalizzarsi, da<br />
parte dei consumatori, verso il nocciolo<br />
del problema pulizie casa, accantonando<br />
un pochino “i ricami” che oggi sembrano<br />
sempre più anacronistici. Anche<br />
i prodotti per la cura dei mobili e per la<br />
cura wc mostrano un andamento decisamente<br />
negativo: i primi perdono il 9,3% a<br />
volume, i secondi, che pure sono uno tra<br />
i segmenti più rilevanti per dimensioni<br />
complessive, del 9,8%.<br />
Segnali meno negativi vengono da due<br />
segmenti che negli ultimi anni hanno<br />
brillato per la loro capacità di fare presa<br />
sulle esigenze della casa e del consumatore<br />
d’oggi: i pulitori vetro multiuso,<br />
che dalla loro parte hanno una spiccata<br />
versatilità/comodità d’uso, flettono del<br />
2,5% a volume; i prodotti per la manutenzione<br />
degli scarichi, che pur occupano<br />
uno spazio minore di questo mercato,<br />
flettono del 2,4%. In una situazione di<br />
questo tipo, il +1,8% realizzato dai puli-
DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />
Andamento dei segmenti - Anno terminante agosto 2012<br />
Vendite<br />
in Volume<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
mercati _ INDUSTRIA<br />
Vendite<br />
in Valore<br />
Var % su anno<br />
precedente<br />
Detergenti Superfi ci Totale 305.231.964 -4,3 538.381.208 -3,2<br />
Cere Pavimenti e Deceranti 4.057.867 -9,9 18.563.864 -7,3<br />
Pulitori Forni/camini e altri 810.038 -11,5 6.395.005 -4,7<br />
Pulitori Metalli 2.849.332 -12,6 20.076.523 -10,5<br />
Cura Mobili 1.501.379 -9,3 12.671.820 -8,0<br />
Antipolvere 1.320.498 -4,6 9.4<strong>24</strong>.603 -1,4<br />
Pulitori Specifi ci 113.111 -8,4 1.392.460 -8,8<br />
Cura Wc 63.479.191 -9,8 81.152.665 -6,2<br />
Cura e Manutenzione Scarichi 6.817.6<strong>24</strong> -2,4 27.722.194 2,2<br />
Piccole Superfi ci 115.091.882 1,8 154.100.976 0,5<br />
Pavimenti 79.501.885 -7,0 122.185.958 -3,7<br />
Pulitori Vetro Multiuso 16.623.302 -2,5 39.386.497 -2,3<br />
Anticalcare/pulitore universale 13.065.856 -7,0 45.308.642 -5,1<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
ALLOCAZIONE NEI CANALI E NEL<strong>LE</strong> AREE GEOGRAFICHE<br />
Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante agosto 2012<br />
Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />
in Volume in Volume in Valore in Valore<br />
Totale Italia 305.231.964 100,0 538.381.208 100,0<br />
Nord-Ovest 109.648.037 35,9 188.971.287 35,1<br />
Nord-Est 64.511.939 21,1 115.940.690 21,5<br />
Centro+Sardegna 66.482.161 21,8 122.966.140 22,8<br />
Sud 64.589.828 21,2 110.503.078 20,5<br />
Ipermercati 41.469.336 13,6 91.236.792 16,9<br />
Supermercati 182.767.323 59,9 335.499.886 62,3<br />
LSP 80.995.308 26,5 111.644.526 20,7<br />
Fonte: Symphony Iri Group<br />
tori piccole superfici, il segmento più rilevante<br />
dell’intero mercato, rappresenta<br />
un risultato importante ma, soprattutto,<br />
traccia la direzione verso la quale i vari<br />
competitor devono muoversi per incontrare<br />
la domanda.<br />
<br />
Guardando all’allocazione delle vendite<br />
nelle aree geografiche emerge con<br />
chiarezza l’importanza del Mezzogiorno<br />
per questo tipo di prodotti. Nelle regioni<br />
meridionali, la struttura sociale caratterizzata<br />
da una maggiore tradizionalità,<br />
che vede un più alto numero di casalinghe<br />
che si occupano a tempo pieno<br />
della famiglia e della pulizia degli spazi<br />
domestici, si riflette anche nelle vendite<br />
di prodotti per la cura della casa.<br />
Secondo dati Symphony Iri Group, infatti,<br />
il Sud rappresenta un’area di grande<br />
importanza per questo tipo di prodotti.<br />
Nessuna sorpresa, invece, dalla suddivisione<br />
delle vendite per canale, con i supermercati<br />
a rappresentare quasi il 60%<br />
a volume e gli ipermercati che coprono<br />
il 26,5% delle quantità, anche in virtù di<br />
una maggiore convenienza.<br />
Quello della ricerca della massima convenienza<br />
possibile è un tratto molto<br />
spiccato su questo tipo di mercato, che<br />
deve fare rizzare le antenne ai produt-<br />
tori, soprattutto ai prodotti branded,<br />
che devono continuare ad offrire valore<br />
al consumatore, pena finire vittime<br />
del downgrading della spesa dei nostri<br />
connazionali. Già oggi, oltre il 27% delle<br />
vendite è avvenuto in un regime promozionale<br />
di taglio prezzo, con buona pace<br />
della fedeltà alla marca, ma questo trend<br />
è avvalorato anche dalla quota ottenuta<br />
dalle private label, che sfiorano il 20% a<br />
volume. con una crescita del 4,6 rispetto<br />
allo stesso periodo precedente, e giungono<br />
quasi a controllare una quota del<br />
mercato del 10% a valore, con un balzo<br />
in avanti di sei punti.<br />
Davide Bernieri<br />
29 novembre 2012<br />
63
mercati _ INDUSTRIA<br />
<br />
<br />
Pesano diversi fattori,<br />
dalla contrazione generalizzata<br />
degli acquisti di prodotti alimentari<br />
al dibattito nutrizionale sugli zuccheri.<br />
Crescono le private label,<br />
che ormai detengono<br />
il 40% di quota<br />
in collaborazione con<br />
n andamento opaco, quello delle<br />
merendine shelf stable, le cui<br />
vendite risentono di una serie di<br />
fattori concomitanti che diminuiscono<br />
l’appeal di questi prodotti e fanno<br />
stagnare il mercato. Secondo dati Nielsen,<br />
nonostante le merendine godano di una<br />
posizione consolidata nel paniere di spesa<br />
delle famiglie italiane (con una penetrazione<br />
superiore al 90%) e il loro mercato<br />
abbia dimensioni rilevanti per il settore alimentare<br />
nazionale (oltre 22mila tonnellate<br />
a volume per un controvalore che sfiora<br />
gli 1,5 miliardi di euro), oggi le merendine<br />
sono entrate in un cono d’ombra, che<br />
determina un andamento negativo delle<br />
vendite, con un calo generalizzato appena<br />
superiore al 3%. Vediamone i motivi.<br />
<br />
Da un lato la crisi, che spinge i consumatori<br />
a “sfoltire” le proprie liste della<br />
spesa oppure a privilegiare opzioni più<br />
convenienti; dall’altro, una certa crociata<br />
salutistica portata avanti per combattere<br />
l’obesità infantile ha individuato proprio<br />
nelle merendine il bersaglio più facile e<br />
immediato da colpire. Terzo, l’innovazione<br />
di prodotto: in difficoltà le tipologie classiche,<br />
come i croissant, che rappresentano<br />
il segmento più grande, o le crostatine, solo<br />
per fare alcuni esempi, anche la spinta<br />
propulsiva rappresentata nelle ultime stagioni<br />
dalle merendine refrigerate sembra<br />
essersi arrestata, anch’essa caduta sotto<br />
la ricerca di convenienza.<br />
Di fatto l’innovazione di prodotto, oltre a<br />
inserire elementi di maggior salubrità e<br />
andando a muoversi nelle nicchie, come<br />
l’uso di materie prime bio o integrali, o la<br />
riduzione nell’uso di grassi vegetali, si è limitata<br />
solo ad aggiornamenti e a restyling,<br />
ma non ha modificato significativamente<br />
il concept del prodotto. Così, segmentando<br />
le vendite per tipologia di merendine,<br />
emerge un profilo molto tradizionale, con<br />
croissant e trancini a spartirsi oltre il 65%<br />
del mercato, seguiti da minicake, crostatine,<br />
tortine e panini al latte.<br />
Riguardo al salutismo, per reazione alla<br />
crociata anti obesità, i principali competitor<br />
hanno dato vita a merendine con un ridotto<br />
contenuto in zuccheri e grassi, senza<br />
andare a colpire il gusto e la consistenza<br />
dei prodotti, uno dei fattori chiave nel processo<br />
di scelta. Questo processo di “alleg-<br />
gerimento”, partito dalle aziende di marca,<br />
oggi si è diffuso anche alle realtà minori<br />
e alle private label. Proprio queste ultime<br />
stanno ottenendo un successo crescente<br />
presso i consumatori. Con una quota che<br />
si aggira intorno al 40%, le pl rappresentano<br />
sicuramente la prima forza del mercato<br />
delle merendine in Italia.<br />
<br />
Insieme a Barbara Mancini di Nielsen<br />
facciamo la fotografia del mercato delle<br />
merendine shelf stable partendo proprio<br />
dall’analisi della flessione delle vendite, un<br />
trend che interessa non solo le referenze<br />
“storiche”, bensì anche quelle più “innovative”<br />
come le refrigerate. “<strong>Il</strong> dato che consideriamo<br />
-spiega Mancini- è relativo al<br />
totale merendine shelf stable; unica area<br />
esclusa è quella delle merendine refrigerate<br />
(per esempio, i prodotti Kinder come<br />
Fetta al latte, Paradiso,...) che sviluppano<br />
un giro d’affari di 163 milioni di euro a<br />
valore e circa 12.600 tonnellate a volume<br />
nell’ultimo anno. Le merendine refrigerate<br />
mostrano una flessione a volume del<br />
4,4%, che è allineata a quello che si evidenzia<br />
sul mondo merendine shelf stable.<br />
29 novembre 2012 65
66<br />
INDUSTRIA_ mercati<br />
L’ANDAMENTO DEL SEGMENTO MINICAKES<br />
Totale peso imposto + peso variabile<br />
Anni<br />
terminanti<br />
Totale Italia<br />
Food<br />
S<br />
11/09/11<br />
29 novembre 2012<br />
V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />
S<br />
09/09/12<br />
Var%<br />
vs Corrisp.<br />
S<br />
11/09/11<br />
S<br />
09/09/12<br />
Var%<br />
vs Corrisp.<br />
S<br />
11/09/11<br />
S<br />
09/09/12<br />
Var%<br />
vs Corrisp.<br />
183.139 176.415 -3,7 1.082.234 1.065.758 -1,5 5,91 6,04 2,2<br />
Area 1 50.202 49.016 -2,4 302.007 302.873 0,3 6,02 6,18 2,7<br />
Area 2 35.054 34.164 -2,5 207.600 206.315 -0,6 5,92 6,04 2,0<br />
Area 3 42.138 41.405 -1,7 <strong>24</strong>7.343 <strong>24</strong>7.580 0,1 5,87 5,98 1,9<br />
Area 4 55.746 51.831 -7,0 325.284 308.991 -5,0 5,84 5,96 2,2<br />
Iper + Super 111.373 108.064 -3,0 672.727 672.977 0,0 6,04 6,23 3,1<br />
Iper 41.829 41.355 -1,1 250.489 255.075 1,8 5,99 6,17 3,0<br />
Super 69.544 66.709 -4,1 422.238 417.902 -1,0 6,07 6,26 3,2<br />
Liberi Servizi 28.943 26.976 -6,8 183.791 175.990 -4,2 6,35 6,52 2,7<br />
Traditional<br />
Grocery<br />
12.311 11.867 -3,6 83.818 81.831 -2,4 6,81 6,90 1,3<br />
Discount 30.512 29.509 -3,3 141.897 134.960 -4,9 4,65 4,57 -1,7<br />
Come si spiega l’andamento negativo<br />
dei minicakes in area 4, dove rappresentano<br />
oltre il 29% delle vendite?<br />
<strong>Il</strong> calo in area 4 del mercato delle merendine<br />
si inserisce in un contesto di<br />
contrazione generalizzata delle vendite<br />
alimentari dell’area meridionale della penisola.<br />
Infatti, anche a totale grocery è<br />
quest’area quella che evidenzia maggiori<br />
trend negativi.<br />
La contrazione del mercato dei minicakes<br />
coinvolge anche il discount. Quali<br />
sono le ragioni?<br />
<strong>Il</strong> calo che si evidenzia nel canale discount<br />
è legato alla performance negativa<br />
dei principali attori del mercato<br />
in questo canale. Tengono, invece, le<br />
marche minori con la loro offerta più in<br />
linea con le politiche di convenienza del<br />
canale.<br />
La crisi ha fatto rivedere gli assortimenti.<br />
Come?<br />
In realtà possiamo notare un calo del<br />
numero medio referenze per le piccole<br />
superfici, mentre continua la crescita<br />
soprattutto per gli ipermercati.<br />
Manuela Soressi<br />
I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />
Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />
% Famiglie<br />
Universo<br />
% Famiglie<br />
Acquirenti<br />
Fonte: Nielsen<br />
Indice Alloc.<br />
Universo<br />
LIFESTAGES<br />
Pre-Family 10,3 10,7 104<br />
New-Families 8,7 9,5 109<br />
Maturing-Families 10,0 11,1 111<br />
Estabilished-Families 9,1 9,9 108<br />
Post Families 19,7 20,1 102<br />
Older Couples 26,2 25,6 98<br />
Older Singles<br />
AFFLUENCY<br />
16,0 13,3 83<br />
Low Affluency 20,0 21,1 105<br />
Below-Average Affluency 30,0 30,7 102<br />
Above Average Affluency 30,0 30,0 100<br />
High Affluency<br />
AREE<br />
20,0 18,2 91<br />
Area 1 28,5 27,6 97<br />
Area 2 19,8 19,5 98<br />
Area 3 + Sardegna 22,6 22,5 100<br />
Area 4 29,2 30,4 104<br />
Fonte: Nielsen
Premio<br />
per un futuro<br />
sostenibile<br />
Ethic Award premia i proge ti<br />
che le imprese stanno implementando<br />
a traverso iniziative<br />
di “sviluppo sostenibile”, a te ad<br />
un miglioramento de la qualità<br />
de la vita, de l’ambiente, del<br />
lavoro, de le relazioni sociali e<br />
de la cultura.<br />
SONO SON<br />
APERTE <strong>LE</strong> ISCRIZIONI ALL’EDIZIONE 2012-2013<br />
Ethic Award è aperto alle imprese di retail,<br />
di beni di consumo, e di attrezzature<br />
che operano sul territorio nazionale.<br />
La partecipazione è gratuita, le aziende che<br />
desiderano candidarsi sono invitate ad inviare<br />
le proprie iniziative entro il 15 gennaio 2013<br />
compilando la “Scheda di partecipazione”<br />
scaricabile dal sito gdoweek.it – bottone Ethic Award<br />
o richiedendola alla Segreteria organizzativa del<br />
Premio: gdoweek.ethicaward@ilsole<strong>24</strong>ore.com
INDUSTRIA<br />
La Tv si allea con i media digitali per confezionare prodotti<br />
natalizi appealing. L’esperienza di Switchover Licensing<br />
in collaborazione con<br />
rriva Natale, evviva: i character<br />
televisivi del licensing si adattano<br />
perfettamente a essere protagonisti<br />
delle strenne natalizie,<br />
perché hanno una visibilità che altri brand<br />
non possiedono.<br />
L’equivalenza Tv-successo non è però<br />
scontata: funziona solo se il licensor<br />
supporta in maniera forte il personaggio,<br />
creando sinergie e attività cross-canale.<br />
<strong>Il</strong> fatto è che è la fruizione televisiva dei<br />
bambini (e degli adulti) a essersi modificata.<br />
Oltre a essersi moltiplicati i canali,<br />
il digitale ha cambiato le abitudini<br />
di consumo, spostando l’attenzione del<br />
consumatore, magari nello stesso lasso<br />
di tempo, dalla Tv, al videogame connesso<br />
a Internet, al web, al social network. <strong>Il</strong><br />
tutto, se serve, on demand. Se, dunque,<br />
la licenza è in grado di supportare il proprio<br />
personaggio “da strenna” utilizzando<br />
strumenti di marketing e visibilità crosscanale,<br />
l’efficacia del character crescerà<br />
enormemente.<br />
<br />
Switchover Licensing, la divisione interna<br />
del broadcaster Switchover Media dedicata<br />
alle attività di licensing relative alle<br />
serie più conosciute e strategiche di K2<br />
e Frisbee, racconta la propria strategia<br />
natalizia: i palinsesti vengono disegnati<br />
tenendo conto delle abitudini dei bambini<br />
in questo periodo, in cui la fruizione è<br />
tipicamente allargata a tutta la famiglia.<br />
Anche gli elementi grafici che decorano<br />
gli “stacchi” tra una trasmissione e l’altra<br />
si ammantano di trifoglio e temi cari alle<br />
strenne. Viene poi fatto un uso strategico<br />
delle leve sul campo. Spiega Tiziana Barbuto,<br />
Senior Manager Licensing: “Un pack<br />
che, soprattutto per prodotti come il giocattolo,<br />
generi una buona percezione, o<br />
materiali Pop legati all’allestimento degli<br />
scaffali, o la presentazione di aree tematizzate<br />
in cui il prodotto di punta natalizio<br />
sia il prodotto civetta, influenzano in<br />
maniera determinante il comportamento<br />
del consumatore e rimangono cruciali nel<br />
comunicare i valori della property, dare un<br />
servizio alla distribuzione e supportare la<br />
vendita”.<br />
<strong>Il</strong> “Tour K2 e Frisbee” prevede una serie<br />
di appuntamenti con i personaggi di serie Tv,<br />
tra cui i concorrenti di “A Tutto Reality”<br />
<br />
Le insegne della gdo sono alla ricerca di<br />
brand che siano con esse sintonici, che<br />
abbiano un valore aggiunto dato dalla<br />
riconoscibilità (supporto Tv costante) e<br />
dal rapporto emozionale che si crea con<br />
il consumatore. “Nella nostra esperienza<br />
–spiega Barbuto- è importante creare<br />
eventi speciali che coinvolgano il consumatore.<br />
Ne è un esempio il “Tour K2 e Frisbee”<br />
che organizziamo in collaborazione<br />
con alcuni importanti centri commerciali<br />
d’Italia: il prossimo partirà proprio nel periodo<br />
prenatalizio nel più importante del<br />
centro-Italia. Una serie di appuntamenti<br />
dedicati al pubblico con protagonisti i<br />
personaggi delle nostre serie Tv, come<br />
Due Fantagenitori, gli eroi di Monsuno, i<br />
concorrenti di A Tutto Reality. Un genere di<br />
attività che, in quanto editore televisivo,<br />
possiamo supportare anche attraverso i<br />
nostri canali, così da aumentare ulteriormente<br />
il traffico sul punto di vendita”.<br />
Switchover Licensing ha allo studio nuove<br />
attività, con tipologie di proposte che<br />
implicano il coinvolgimento del consumatore<br />
e da cui nel periodo natalizio si<br />
attendono i migliori risultati. Conclude<br />
Barbuto: “In quest’ottica, il prodotto a<br />
licenza -nella specifico la property televisiva-<br />
è sicuramente un’arma vincente.<br />
Soprattutto quando possiamo valorizzarlo<br />
allineando le attività sul punto di<br />
vendita con la programmazione televisiva<br />
e grazie all’esposizione che riusciamo a<br />
dare ai nostri brand su K2 e Frisbee, specialmente<br />
nel periodo natalizio”.<br />
Elena Giordano<br />
29 novembre 2012<br />
69
SERVIZI<br />
<br />
<br />
Shernaz Daver di @WalmartLabs racconta a Gdoweek come il Big<br />
Retailer analizza le intenzioni d’acquisto nel progetto Social Genoma<br />
70<br />
di Enrico Sacchi<br />
a fusione tra retail, social e mobile<br />
sta riscrivendo le regole di interazione<br />
tra i consumatori e tra shopper,<br />
brand e retailer, disegnando<br />
uno scenario in continua evoluzione che<br />
richiede nuovi strumenti di analisi e di<br />
decriptazione. È da queste premesse che<br />
nasce un’iniziativa di Walmart, all’interno<br />
della divisione Global e-commerce,<br />
-denominata @WalmartLabs- attraverso<br />
la quale il Big Retailer sta rifocalizzando<br />
le proprie strategie di e-commerce.<br />
@WalmartLabs si è insediato nel cuore<br />
della Silicon Valley arruolando molti fra i<br />
più brillanti business people e specialisti<br />
in tecnologia del settore. “L’obiettivo è<br />
quello di essere un hub per la creazione<br />
di tecnologie e business nei canali social<br />
e mobile commerce per gli shopper globali<br />
-spiega a Gdoweek Shernaz Daver<br />
ricercatore di @WalmartLabs-. Vogliamo<br />
guidare l’e-commerce di nuova generazione<br />
al quale i consumatori possono accedere<br />
in qualsiasi momento e da ogni<br />
luogo”.<br />
Fra le iniziative più importanti nate in<br />
seno a @WalmartLabs figura il Social<br />
Genoma, qual è il suo obiettivo?<br />
il progetto Social Genoma è una piattaforma<br />
(vedi schema a lato, ndr) che connette<br />
persone, luoghi, attività, eventi e<br />
prodotti. Un buon modo per guardare ad<br />
esso è di immaginare una mappa molto<br />
grande, simile al Genoma Umano, che<br />
può effettuare connessioni per arrivare<br />
ad una migliore comprensione di intenzioni<br />
e comportamenti delle persone.<br />
In sostanza, si tratta di una gigantesca<br />
29 novembre 2012<br />
base di conoscenza che cattura pubblici<br />
interessi e relazioni nel mondo social.<br />
Come funziona questa tecnologia di<br />
ricerca semantica?<br />
Polaris, il motore di ricerca introdotto<br />
recentemente da Walmart, utilizza la<br />
tecnologia semantica per anticipare le<br />
intenzioni di ricerca degli shopper ed offrire<br />
loro risultati pertinenti. Questo è un<br />
esempio di possibile utilizzo della piat-<br />
Prodotti<br />
correlati<br />
Giudizio<br />
PEOP<strong>LE</strong><br />
taforma Social Genoma. La ricerca di un<br />
risultato relativo allo shopping è molto<br />
diversa dalla conduzione di una ricerca<br />
di carattere generale. Questo nuovo search<br />
engine utilizza algoritmi avanzati,<br />
incluse query di comprensione e mining<br />
di sinonimi, per “spigolare”tra le intenzioni<br />
degli user nel consegnare i risultati.<br />
Ci può fare qualche esempio?<br />
Quando un utente compone la parola<br />
PRODOTTI ARGOMENTI<br />
SEDE<br />
Amici/Followers<br />
AFFINITÀ<br />
Disponibilità Partecipazione<br />
IN EVIDENZA<br />
Luogo<br />
Tempo<br />
Interessi<br />
EVENTO<br />
Argomenti<br />
correlati
“denim”, il motore di ricerca restituisce i<br />
risultati sui jeans, o quando viene inserito<br />
il termine “compressa di cloro” Polaris<br />
dà il risultati relativi alla dotazione<br />
di attrezzature in base alle intenzioni che<br />
l’user potrebbe avere.<br />
Come è stata applicata questa tecnologia<br />
sul sito Walmart.com?<br />
Polaris è stato implementato su Walmart.com<br />
e alimenta la ricerca su Walmart<br />
mobile. Walmart.com ha già visto<br />
una crescita del 10-15% degli shopper<br />
che completano un acquisto dopo aver<br />
utilizzato Polaris per la ricerca di un prodotto.<br />
Lo scorso anno il vostro gruppo ha<br />
creato Shopycat. Quali sono le sue caratteristiche<br />
e come si relaziona con il<br />
Social genoma?<br />
All’interno di @WalmartLabs, il progetto<br />
Social Genoma rappresenta il fondamento<br />
per diversi prodotti. Shopycat è<br />
un altro esempio legato all’uso di Polaris:<br />
indirizza i temi del social gifting utiliz-<br />
zando Facebook come un diagramma<br />
social. Una volta scaricata l’applicazione,<br />
con il vostro permesso questa può<br />
raccomandare i regali che i vostri amici<br />
vorrebbero ricevere -per un compleanno,<br />
anniversario o Natale- in base ai loro<br />
post, like e interessi. Per esempio, se<br />
un vostro amico è appassionato di football,<br />
Shopycat potrebbe consigliarvi un<br />
dvd blue ray “World Cup 2012 soccer”<br />
in confezione classica. Facciamo un altro<br />
esempio. Quando<br />
un utente twitta entusiasticamente<br />
“io<br />
amo Salt” (film con<br />
Angelina Jolie, ndr),<br />
entro pochi secondi<br />
questo tweet arriva<br />
ai WalmartLabs, dove<br />
viene analizzato in un modo velocissimo.<br />
Pochi minuti dopo, arriva un messaggio<br />
nella mailbox di un amico intimo<br />
dell’utente in questione: “Buongiorno<br />
Giuliana, ci hai chiesto di ricordarti l’imminente<br />
compleanno di Anna. Lei ha appena<br />
twittato positivamente riguardo a<br />
catturare<br />
interessi<br />
e relazioni<br />
nel mondo<br />
social<br />
SERVIZI<br />
In queste immagini, alcuni spazi<br />
di lavoro nella sede @WalmartLabs<br />
situata nella Silicon Valley<br />
(California).<br />
Recentemente è stata aperta un’altra<br />
sede a Bangalore, in India.<br />
In basso a sinistra, uno dei cartelloni<br />
pubblicitari disseminati da Walmart<br />
nell’area della Valley<br />
Salt. Vuoi comprare per lei qualcosa di<br />
pertinente? Noi abbiamo alcuni suggerimenti”.<br />
Entro la fine dell’anno, amplieremo<br />
le nostre applicazioni di regalistica<br />
per la stagione delle vacanze.<br />
È possibile avere qualche anticipazione<br />
sui nuovi progetti?<br />
Recentemente abbiamo annunciato<br />
“Classroom by Walmart”, dove gli insegnanti<br />
possono caricare le liste dei<br />
materiali di classe<br />
e consentire ai genitori<br />
di acquistarli<br />
online per l’inizio<br />
dell’anno scolastico.<br />
Al momento<br />
sono state inserite<br />
oltre 100mila liste<br />
di classe. Inoltre, abbiamo avviato un<br />
progetto con Pinterest per l’acquisto<br />
degli articoli di college preferiti quando<br />
i giovani si iscrivono al college negli<br />
Stati Uniti. Nei prossimi mesi lanceremo<br />
nuove iniziative nell’area del gifting e dei<br />
social products.•<br />
29 novembre 2012 71
Loriana è la piadina con la Romagna dentro!<br />
Gustosa, soffice e pronta in un minuto,<br />
è l’ideale non solo per uno spuntino,<br />
ma anche per una cena sana, veloce e ricca di gusto!<br />
Prodotto testato ed approvato dai consumatori.<br />
Per informazioni consulta il sito: www.saporedellanno.com<br />
www.decoindustrie.it
SERVIZI<br />
I corsi organizzati riguardano prevalentemente lo studio di una lingua<br />
straniera (soprattutto l’inglese) l’informatica e la sicurezza sul lavoro<br />
di Loredana Oliva<br />
on sono tempi floridi per la formazione<br />
aziendale, soprattutto nella<br />
piccola e media impresa.<br />
La crisi, sin dall’inizio ha indebolito<br />
la determinazione dei capi d’azienda<br />
a investire risorse e tempo nel training<br />
e nell’aggiornamento dei propri addetti.<br />
Questa realtà che in Italia già tradizionalmente<br />
non ha mai troppo entusiasmato<br />
la direzione aziendale -se non per grandi<br />
imprese e multinazionali- oggi fa i conti<br />
con risorse assorbite dai programmi<br />
a sostegno della sopravvivenza stessa<br />
dell’impresa.<br />
<br />
Nel 2011 solo il 10 % delle piccole e medie<br />
aziende (che hanno tra 50 e 100 addetti)<br />
ha dichiarato di aver messo in atto programmi<br />
di formazione professionale e il<br />
dato non è cambiato per il 2012. Invece,<br />
le organizzazioni con un numero di dipendenti<br />
fra i 100 e i 300 che hanno attivato<br />
programmi e corsi sono oltre il 15% per il<br />
2011. La percentuale però scende al 5%<br />
se queste stesse organizzazioni sono interpellate<br />
sugli investimenti in formazione<br />
AZIENDE E PROGRAMMI DI FORMAZIONE<br />
Indagine su un campione di 2.000 aziende italiane<br />
previsti per l’anno successivo. Dati presentati<br />
in occasione della seconda edizione<br />
di Expo Training, la prima fiera della<br />
formazione professionale in Italia, che si<br />
è svolta a Milano il 25 e 26 ottobre 2012,<br />
nella sede di FieraMilano City UnionFormazione<br />
(l’associazione nazionale degli<br />
enti di formazione) ha realizzato l’indagine<br />
nei primi mesi del 2011, identificando<br />
un campione di 2.000 aziende italiane che<br />
impiegano, in totale, circa un milione di<br />
lavoratori.<br />
Le informazioni ricavate da una serie d’interviste<br />
e dati incrociati, rivelano che la<br />
propensione verso la formazione migliora<br />
con il crescere della dimensione d’impresa.<br />
Infatti superano la percentuale del<br />
26% quelle imprese con un numero di<br />
dipendenti compreso tra i 301 e i 500,<br />
le quali hanno realizzato nel 2011 investimenti<br />
per la formazione.<br />
Per quanto riguarda le realtà di dimensioni<br />
medio-grandi interpellate, l’intenzione<br />
di fare formazione aziendale si esprime<br />
nel downsizing –formare per risanare la<br />
situazione finanziaria in azienda. Soltanto<br />
il 15% di queste aziende ha dichiarato<br />
Dimensione delle aziende<br />
(n° dipendenti)<br />
2011 2012*<br />
Tra 50 e 100 10% 18%<br />
Tra 101 e 300 15% 5%<br />
Tra 301 e 500 26% 15%<br />
Tra 501 e 1.000 35% 32%<br />
1.001 e oltre 50% 45%<br />
*intenzione - Fonte: UnionFormazione<br />
investimenti in formazione per il 2012. Se<br />
si guarda alle imprese che impiegano da<br />
500 a mille dipendenti, le cifre sono molto<br />
più rassicuranti: il 35% delle aziende ha<br />
svolto interventi di formazione nel 2011,<br />
malgrado la previsione d’investimento nel<br />
2012 cala di tre punti .<br />
Si possono definire aziende virtuose per<br />
l’attitudine a creare formazione, il 45% tra<br />
quelle intervistate (che impiegano oltre<br />
mille lavoratori) con programmi di training<br />
per i dipendenti già realizzati nel 2011, e<br />
il 50% che hanno dichiarato l’intenzione<br />
di investire in formazione professionale<br />
anche per il 2012.<br />
<br />
L’Associazione Nazionale degli Enti di<br />
formazione, ha indagato sui contenuti,<br />
dei corsi, dei training della formazione in<br />
azienda. Soprattutto cercando di capire se<br />
la qualità della formazione fosse in linea<br />
con le esigenze innovative che emergono<br />
al livello europeo e mondiale. Al contrario,<br />
sembra che le attività si concentrino piuttosto<br />
su competenze di base e molto meno<br />
su quelle strategiche per il business e<br />
il management, necessarie in vista di una<br />
ripresa dell’economia. I corsi organizzati<br />
riguardano prevalentemente lo studio di<br />
una lingua straniera (soprattutto l’inglese)<br />
l’informatica e la sicurezza sul lavoro. Mentre<br />
l’approfondimento di nuove pratiche di<br />
marketing, comunicazione, management,<br />
e vendite è affrontato nei programmi delle<br />
aziende di maggiori dimensioni, e le strategie<br />
per l’innovazione dei prodotti o dei<br />
processi sono rivolte a livelli più alti nella<br />
scala gerarchica aziendale.•<br />
29 novembre 2012 73
SERVIZI<br />
<br />
<br />
<strong>Il</strong> programma di loyalty multicanale per il brand Ringo è uno<br />
tra gli ultimi progetti realizzati. Le app nuovo terreno di azione<br />
74<br />
di Luigi Ferro<br />
opo il Kaka televisivo che gioca<br />
a pallone con i bambini, Ringo<br />
sbarca sul web con un sito totalmente<br />
rinnovato integrato<br />
con un programma di loyalty multicanale.<br />
Advice ha ideato per Barilla un percorso<br />
che parte dai video nei quali i campioni<br />
del calcio insegnano i fondamentali, poi<br />
ci sono i quiz, web game 3D dove si partecipa<br />
inserendo i codici trovati all’interno<br />
dei prodotti acquistati. Al termine il navigatore<br />
riceve una Ringo Card digitalizzata<br />
e personalizzata come premio-fedeltà e<br />
sblocca il Livello 2 del percorso loyalty in<br />
cui potrà proseguire con nuovi giochi, domande<br />
e video.<br />
<br />
Per Ringo si tratta dell’evoluzione di una<br />
prima iniziativa datata 2007 che prevedeva<br />
il download di giochi brandizzati. Un segno<br />
dell’attenzione della società di Parma<br />
ai nuovi strumenti di comunicazione della<br />
quale si aveva già avuto un esempio con<br />
la campagna “Top of the Drops” realizzata<br />
nel 2007 per le “Gocciole”. In questo caso<br />
si puntava sui contenuti per i cellulari con<br />
codici differenziati a seconda del target<br />
Molteplici<br />
le possibilità<br />
di interazione<br />
online<br />
con Pan di Stelle<br />
per i consumatori,<br />
fra queste anche<br />
il canale<br />
Instagram<br />
29 novembre 2012<br />
di riferimento che poteva accedere a un<br />
diverso tipo di contenuti. Dai cellulari si è<br />
andati gradualmente verso il Web. Dopo<br />
un iniziale periodo di osservazione, Barilla<br />
ha deciso di spingere sull’acceleratore<br />
prendendo sempre più confidenza con<br />
Internet.<br />
<br />
La svolta arriva con il “Nel Mulino che Vorrei”.<br />
È questo il momento in cui Barilla conosce<br />
e prende confidenza con la propria<br />
community online. Lanciato nel 2009, ha<br />
visto entrare in contatto con la marca oltre<br />
duecentomila persone che hanno proposto<br />
più di tremila idee di prodotto, oltre<br />
1.400 suggerimenti per le promozioni, seicento<br />
per le confezioni e quattrocento per<br />
l’impegno sociale. Cornetti al cioccolato,<br />
biscotti integrali, i Palicao (biscotti al cioccolato)<br />
in edizione limitata sono alcuni dei<br />
nuovi prodotti frutto del rapporto strettissimo<br />
fra la marca e i suoi consumatori. Un<br />
esempio di Wikinomics, la collaborazione<br />
di massa, che un’azienda come Barilla ha<br />
sfruttato mettendosi in gioco, dialogando<br />
con i clienti e mandando a memoria<br />
una delle 95 tesi del Cluetrain Manifesto<br />
(che detta le regole per la comunicazione<br />
online, si veda anche Gdoweek 39, pag.<br />
14, ndr): “I mercati sono conversazioni”.<br />
L’evoluzione segue lo sviluppo tecnologico.<br />
Con Pan di stelle si parte dalla consapevolezza<br />
che la community esiste già tramite<br />
social network e blog. Per questo Barilla<br />
non chiede di produrre contenuti, ma offre<br />
gli strumenti per entrare in relazione con la<br />
marca e reinterpretarla secondo la propria<br />
sensibilità. <strong>Il</strong> centro del progetto è il sito<br />
web dal quale è possibile scaricare icone,<br />
temi per chat e blog e un set di paper toys<br />
da stampare e montare a casa o in ufficio.<br />
Poi c’è l’app per l’iPhone e un’altra app<br />
Poesie di stelle che genera poesie.<br />
<br />
Le app sono il nuovo terreno d’azione e<br />
così nell’aprile di quest’anno è possibile<br />
scaricare anche Pan di stelle mooncake<br />
che sfrutta le nuove possibilità offerte dalla<br />
realtà aumentata per organizzare una<br />
caccia al tesoro. A Parma però non si sono<br />
dimenticati della pasta. E lo dimostrano<br />
con iPasta, l’applicazione per il cellulare<br />
di Apple pensata per aiutare gli utenti a<br />
sfornare nuove ricette. La tecnologia Gps<br />
integrata nell’iPhone permette di ottenere<br />
informazioni sulla tradizione culinaria locale<br />
in base alla propria posizione, ottenendo<br />
un elenco dei piatti tipici. Altre funzioni<br />
permettono di utilizzare l’applicazione durante<br />
la spesa al supermercato o in cucina.<br />
Per esempio, è possibile visualizzare<br />
un elenco di ricette e degli ingredienti necessari<br />
per prepararli o elaborare una ricetta<br />
a partire dall’elenco degli ingredienti<br />
a disposizione.•
www.bagarre.net<br />
<strong>Il</strong> Natale made<br />
in Italy ha tutta<br />
un’altra forma!<br />
è il Natale secondo Bibo: fantasia e<br />
design tutti italiani. E se made in Italy<br />
significa qualità e creatività, non può<br />
esserci festa senza Bibo Quadro.<br />
Bibo Quadro è un modo tutto nuovo per<br />
dare forma alla festa.<br />
www.bibo.it
_ opinione<br />
<br />
<br />
76<br />
29 novembre 2012<br />
Aldo Calza<br />
Managing<br />
Partner<br />
hELP - tHe<br />
Employment<br />
Law Plant<br />
a nuova disciplina della indennità<br />
di disoccupazione avrebbe dovuto<br />
rappresentare il pilastro centrale<br />
di un nuovo sistema caratterizzato dalla<br />
flessibilità in ingresso e in uscita dal<br />
rapporto di lavoro. Così non è stato.<br />
<br />
La disciplina della indennità di disoccupazione<br />
scontava, in Italia, l’handicap di<br />
essere nata in un’epoca nella quale la<br />
perdita del posto di lavoro fisso e ipergarantito<br />
rappresentava una assai rara<br />
e sfortunata occorrenza.<br />
La perenne crisi dei mercati aveva però<br />
reso da tempo evidente la inutilità di<br />
una indennità, come quella esistente in<br />
Italia, che prevede un assegno fino a<br />
un massimo di poco più di 1.000 euro<br />
lordi al mese per un periodo massimo<br />
di otto mesi (prolungabile fino a 12 per<br />
gli over 50).<br />
Anche i sassi ormai sapevano che l’unico<br />
modo per concedere alle aziende la<br />
facoltà di risolvere, senza troppi vincoli,<br />
i rapporti di lavoro ritenuti non più sostenibili,<br />
non poteva che consistere nel<br />
garantire ai lavoratori il diritto di mantenere,<br />
anche dopo il licenziamento, un<br />
livello di reddito simile a quello acquisito<br />
durante l’ultimo rapporto di lavoro, e ciò<br />
per tutto il periodo di tempo necessario<br />
per reperire un nuovo posto di lavoro.<br />
<br />
Purtroppo, nonostante i proclami che la<br />
hanno preceduta, l’ASpI - Assicurazione<br />
Sociale per l’Impiego introdotta dalla Riforma<br />
Fornero (che entrerà in vigore nel<br />
gennaio 2013) è assai simile alla precedente<br />
indennità di disoccupazione.<br />
Allungata (poco) nella durata fino ad<br />
arrivare a 12 mesi (18 per gli over 55),<br />
è rimasta sostanzialmente invariata nel<br />
quantum: è ancora presente infatti la<br />
previsione di un limi-<br />
te massimo stabilito<br />
di anno in anno con<br />
apposito decreto,<br />
che per il 2013 sarà<br />
di euro 1.119,32<br />
lordi.<br />
Anche i requisiti per<br />
l’accesso non sono<br />
mutati di molto; è stato infatti mantenuto<br />
il requisito della involontarietà dello<br />
stato di disoccupazione, con l’unica novità<br />
della maturazione del diritto per chi<br />
risolva “consensualmente” il rapporto di<br />
lavoro nell’ambito della nuova procedura<br />
prevista in caso di licenziamento per<br />
motivi economici.<br />
Chi perderà il posto di lavoro dal gennaio<br />
2013 riceverà dunque una indennità<br />
palesemente insufficiente, sia nella durata<br />
che nell’ammontare.<br />
<strong>Il</strong> tutto a discapito dei lavoratori, sicuramente,<br />
ma anche delle aziende, che<br />
rimarranno ancora invischiate nelle dinamiche<br />
che derivano dal dover sempre<br />
considerare il licenziamento, per<br />
gli effetti drammatici che produce sulle<br />
condizioni economiche di ogni lavorato-<br />
trattamento<br />
insufficiente<br />
sia nella<br />
durata che<br />
nell’importo<br />
re, come una extrema ratio e non come<br />
un normale strumento di gestione della<br />
propria organizzazione aziendale.<br />
<br />
Che gli inventori dell’ASpI non avessero<br />
a cuore il problema della indennità di<br />
disoccupazione lo si comprende agevolmente<br />
dal clamoroso lapsus freudiano<br />
insito nell’averla battezzata con il nome<br />
di una associazione di aziende esistente<br />
dal lontano marzo 2000, l’ASPI - Associazione<br />
Nazionale Manutenzione e<br />
Spurgo delle Reti Fognarie (non è uno<br />
scherzo, controllate pure: www.associazioneaspi.it).<br />
Ovvio<br />
che la equazione “disoccupati<br />
= spurghi<br />
delle reti fognarie da<br />
man(u)tenere”, seppur<br />
solo freudianamente<br />
annidata nella<br />
psiche del legislatore,<br />
non poteva che<br />
condurre a una disciplina dell’istituto in<br />
esame a dir poco irriguardosa nei confronti<br />
delle esigenze dei suoi sfortunati<br />
fruitori.<br />
Non a caso, tra i tanti fallimenti della Riforma<br />
Fornero, quello riguardante l’idennità<br />
per gli … spurghi del mercato del<br />
lavoro è certamente la più clamorosa.<br />
<strong>Il</strong> commento più adeguato pare quello<br />
che chiude l’ultimo libro di Francesco<br />
Totti “E mo’ te spiego Roma” (gli eruditi<br />
lettori non storcano il naso: ogni riforma<br />
ha il respiro letterario che si merita!):<br />
“Chi siamo? Siamo romani. Da dove veniamo?<br />
Da Ponte Milvio, dar Colosseo,<br />
dar Pantheon. … Dove andiamo? Aò, ma<br />
so domande da fare al filosofo Pupone<br />
de Porta Metronia? Annamo a giocà a<br />
pallone, no? Daje, passa ‘sta palla!”.•
PRODOTTI E IMPRESE
di Antonietta De Feo<br />
a crisi sociale ed ecologica odierna<br />
ci pone di fronte ai limiti del credo<br />
liberoscambista, per il quale il<br />
benessere è prevalentemente connesso<br />
a un arricchimento materiale senza<br />
freni, fondato sulla fiducia nella razionalità<br />
economica e in un suo libero dispiegamento.<br />
Con “Limite”, il filosofo ed economista<br />
francese, Serge Latouche, torna<br />
a evidenziare il carattere utopico di una<br />
simile concezione, mettendo in discussione<br />
la possibilità prometeica di sganciare<br />
la sostanza umana della società da ogni<br />
vincolo geografico, morale, culturale, politico<br />
ed ecologico. La questione centrale<br />
che attraversa il pamphlet è la demistificazione<br />
della “dismisura” come valore di riferimento<br />
dell’agire umano, auspicando un<br />
progetto di “autolimitazione” come scelta<br />
non solo individuale ma collettiva, necessaria<br />
per la sopravvivenza del nostro pianeta.<br />
L’autore lancia una sfida all’illusione<br />
di un modello di sviluppo senza confini,<br />
nonché al riduzionismo del mito dell’homo<br />
oeconomicus, ricollocando entro specifiche<br />
condizioni la stessa opportunità di<br />
vivere una vita felice.<br />
Andando per ordine, le frontiere spaziali<br />
sono il primo orizzonte di riflessione che<br />
Latouche propone contro l’odissea insaziabile<br />
del capitalismo globalizzato. La “riterritorializzazione”<br />
della vita, per esem-<br />
LIMITE<br />
di Serge Latouche<br />
Bollati Boringhieri<br />
pagine 113, € 9,00<br />
libri _ CULTURE<br />
<br />
<br />
pio, è uno dei limiti suggeriti per opporsi<br />
tanto al progressivo sradicamento delle<br />
attività antropiche dalle particolarità dei<br />
contesti locali, quanto alla disgregazione<br />
dei legami comunitari. I confini non sono<br />
solo geografici ma hanno soprattutto<br />
una dimensione politico-culturale e, per<br />
quanto arbitrari possano essere, “sono indispensabili<br />
per trovare l’identità necessaria<br />
allo scambio con l’altro” (p. 36) e,<br />
dunque, per preservare il pluralismo delle<br />
identità esistenti.<br />
<br />
Più evidente nella nostra realtà attuale è<br />
la finitezza delle risorse naturali di cui, tuttavia,<br />
i modi di produzione e di consumo<br />
dominanti non sembrano tenere conto.<br />
Sebbene la sostenibilità ambientale sia<br />
un concetto che va gradualmente a connotare<br />
una parte del mercato (si pensi alla<br />
green economy), per l’autore è necessario<br />
liberarla del tutto dalla “ragione geometrica”<br />
della crescita illimitata. In questa<br />
direzione, appare lecito sfatare anche il<br />
catechismo dell’“onnipotenza tecnoscientifica”,<br />
le cui pretese di manipolazione e di<br />
controllo della natura si scontrano con gli<br />
stessi limiti conoscitivi dell’uomo (si pensi<br />
ad esempio agli ogm e a tutte quelle forme<br />
di tecnicizzazione della vita biologica che<br />
pongono problemi più seri di quelli che ri-<br />
solvono). Quando la volontà di conoscere<br />
è fuori controllo ed è pesantemente informata<br />
di interessi utilitaristici, “essa sfocia<br />
nel rigetto di ogni norma morale” (p. 78).<br />
Stabilire un perimetro etico che renda sostenibili<br />
le nostre attività appare dunque<br />
necessario per porre un freno all’autonormatività<br />
del mercato e all’emancipazione<br />
dell’economia dal tessuto dei rapporti sociali<br />
e dai vincoli naturali. Perimetro che si<br />
delinea, di certo, rispetto a una presa di<br />
coscienza della finitezza della vita, ma i<br />
cui riferimenti normativi sono ancora tutti<br />
da discutere. Quali istanze infatti sono o<br />
saranno deputate a orientare i nostri comportamenti?<br />
Autolimitare i propri desideri è una scelta<br />
che implica la socializzazione a nuovi valori<br />
e nuove regole, processo questo che deve<br />
tener conto della diversità dei punti di<br />
vista, che sono sempre punti situati, cioè<br />
legati a specifiche condizioni culturali e<br />
sociali. Godere di quello che si ha è un<br />
suggerimento più che un imperativo, ma<br />
vale anche per quelli che hanno sempre<br />
vissuto in uno stato di costrizione?<br />
Di sicuro il senso del limite richiama il<br />
senso di responsabilità verso le future<br />
generazioni, rispetto a cui l’elaborazione<br />
di nuovi precetti dovrebbe andare insieme<br />
all’individuazione di possibili pratiche di<br />
“frugalità felice”.•<br />
29 novembre 2012 79
80<br />
CULTURE_ libri<br />
di Anna Bertolini<br />
uesto volume, che presenta i principali<br />
risultati di un progetto di ricerca<br />
sulla tematica delle filiere corte<br />
finanziato da Mipaaf e realizzato da Cursa,<br />
ci fornisce lo spunto per analizzare il<br />
fenomeno dei farmers’ market alla luce di<br />
quanto si è verificato e ancora accade sia<br />
in Italia sia nel resto del mondo. Negli ultimi<br />
anni abbiamo assistito all’emergere di<br />
esperienze di mercato alternative: dai gruppi<br />
di acquisto solidale ai mercati contadini<br />
fino, ovviamente, allo sviluppo delle filiere<br />
corte. Tutto in ottica di incremento della<br />
domanda di sostenibilità del consumatore.<br />
Fare chiarezza sul fenomeno richiede, però,<br />
innanzitutto di circoscriverne i caratteri<br />
fondanti e fondamentali. Cos’è, dunque, la<br />
filiera corta? In prima battuta, verrebbe da<br />
dire che si tratta di un circuito breve dove<br />
EATING PLANET<br />
di Barilla Center for<br />
Food & Nutrition<br />
in collaborazione con<br />
Worldwatch Institute,<br />
Edizioni Ambiente<br />
pagine 352, € 26,00<br />
29 novembre 2012<br />
I FARMER’S MARKET:<br />
LA MANO VISIBI<strong>LE</strong> DEL MERCATO<br />
di Davide Marino, Clara Cicatiello<br />
Franco Angeli<br />
pagine 368, € 35,00<br />
<br />
<br />
Eating Planet 2012 nasce dalla necessità<br />
di ripensare in maniera radicale il sistema<br />
alimentare globale. Infatti, secondo<br />
il Global Footprint Network, l’umanità<br />
consuma ogni anno risorse per 1,3<br />
pianeti. Nei Paesi ad alto reddito, inoltre,<br />
i consumi alimentari rappresentano la<br />
prima voce dell’impatto ambientale di<br />
ogni individuo, con una percentuale tra il<br />
30% e il 40% dell’eco-impronta totale. <strong>Il</strong><br />
volume è costruito intorno ai quattro ambiti<br />
su cui il BCFN ha sviluppato l’attività di<br />
ricerca (accesso al cibo, cibo e sviluppo<br />
sostenibile, cibo e salute, cibo e cultura)<br />
e offre contributi di scienziati, politici,<br />
premi Nobel ed esperti di fama mondiale.<br />
Acquistabile in versione e-book.<br />
il rapporto tra produttore e consumatore<br />
assume i toni della relazione diretta senza<br />
orpelli e intermediari. Ma non basta, in realtà<br />
la filiera corta, soprattutto in tempi di<br />
crisi come questo, si manifesta come un<br />
sistema commerciale che permette di diminuire<br />
il prezzo finale dei prodotti. Ancora<br />
una volta assistiamo, quindi, a una presa<br />
di potere del prezzo in qualità di driver degli<br />
acquisti. Certo, come accennato, non è<br />
l’unico elemento caratterizzante. La filiera<br />
corta è anche vendita di prodotti su scala<br />
locale, permettendo alle piccole realtà del<br />
territorio di emergere e di farsi conoscere;<br />
è rispetto delle stagionalità, evitando<br />
così eccessivi consumi di energia previsti,<br />
invece, nelle coltivazioni prodotte fuori<br />
stagione; è convivialità, rappresentando il<br />
gesto del fare la spesa non solo in un atto<br />
CIBO VERO<br />
di Autori vari<br />
Giunti/Alce Nero<br />
pagine 120,<br />
€ 12,00<br />
funzionale bensì in un tempo consumato<br />
tra piacere e socialità. Tutte motivazioni<br />
conosciute anche dai consumatori. Secondo<br />
un sondaggio di Coldiretti, infatti,<br />
la causa principale che spinge ad acquistare<br />
prodotti direttamente dai produttori<br />
è il risparmio (30% degli intervistati), ma<br />
non sono di meno importanza la qualità e<br />
la freschezza dei generi alimentari (<strong>24</strong>%),<br />
la salvaguardia delle tradizioni enogastronomiche<br />
del territorio (12%) e il risparmio<br />
di energia nonché la difesa dell’ambiente e<br />
del clima legati alla riduzione dei trasporti<br />
(9%). Interessante è comprendere, tra l’altro,<br />
quale impatto può avere questa forma<br />
commerciale sulle strutture aziendali, sugli<br />
assetti produttivi oltre che sul sistema territoriale<br />
in cui è inserita. Ma per questo vi<br />
rimandiamo al libro.•<br />
<strong>Il</strong> cibo e il pianeta L’Italia agricola<br />
Un tempo lo si sarebbe definito un volume<br />
di informazione militante, oggi un libro così<br />
si può più semplicemente chiamare una<br />
raccolta di storie, quella degli agricoltori di<br />
Alce Nero. Persone legate in modo profondo<br />
alla terra che coltivano, a cui li unisce non<br />
solo il lavoro, ma elementi più profondi:<br />
l’anima, l’identità, i sentimenti, l’amore. <strong>Il</strong><br />
volume a cura di Rita Brugnara, corredato<br />
da foto e video (di Alberto Callari e Paolo<br />
Panzera) visibili sull’omonimo sito, è il<br />
risultato di un viaggio nell’autentica Italia<br />
agricola, iniziato a giugno 2011 in Basilicata<br />
e concluso nel cuore delle Dolomiti a fine<br />
novembre. Esperienze concrete di una<br />
visione sostenibile, responsabile, valida per<br />
l’intero modo di produrre e fruire.
82<br />
n o m i<br />
Acetaia San Giacomo 50, Advice 74, Agape 49, Alegra 53,<br />
Alimenta la Salute 53, Alimos 53, Aliper 57, Amazon <strong>24</strong>,<br />
Apofruit Italia 53, Apple 19, Artsana Prénatal 45, Atelier<br />
del riciclo 19, Auchan 53, Azienda Agricola Pelz 48, Azienda<br />
Agricola Simoni Ferruccio 48, Azienda Agricola Zanotelli 48,<br />
Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio 48, Azienda Vitivinicola<br />
Villa Corniole 48, B&B Italia 49, Baby Boom 18, Barattiamo<br />
19, Barbuto Tiziana 69, Barilla 74, Baron Widmann 50, Ben-<br />
net 57, Beraldo Stefano 27, Bernardi 27, Biomonde 53, Birra<br />
Menabrea 50, Biscottificio Mattei Deseo 49, Bonali Giovanni<br />
51, Bosch 80, Botalla Formaggi 50, Brico io 36, Bricoman<br />
36, Brusaporci Massimo 53, Bsh 80, Butali 45, Camst 53,<br />
Capanna Prosciutti 50, Cappellini 49, Carnevali Lorenzo<br />
51, Cash Converters 18, Cash Time 18, Cassina 49, Castel<br />
Guelfo The Style Outlets 6, Cesare Regnoli & Figlio 14, Cir<br />
Food 53, Cobolli Gigli Giovanni 19/21, Coldiretti 80, Collina<br />
Luisa 23, Conad Adriatico 41/45, Conad Tirreno 57, Conai<br />
18, Conbipel 45, Conor 53, Consorzio di Siena 48, Consorzio<br />
Nazionale del Riuso 18, Consorzio Premax 49, Coop Italia 53,<br />
Coop Lombardia 45, Cursa 80, Dada 49, Decathlon 45, Dell<br />
19, Despar 45, Di Porcia e Brugnera Guecello 57, Distilleria<br />
Paolazzi 48, Distilleria Pilzer 48, eBay 16, Edeka 53, El Corte<br />
Inglés 27, Ermenegildo Zegna 49, Euronics Italia 37, Euro-<br />
spar Gruppo Tuo 45, Expert 38, Famila 57, Federdistribuzione<br />
19, Feigenbaum Eric <strong>24</strong>, Fnac 18, Fresh Gourmet 54, Game-<br />
stop 18, Gbc 12, Gilette 41, Girabito 18, GirziLine 49, Gruppo<br />
Coin 27,45, Gruppo Evoluzione 45, Gruppo Poli 41,45, Gruppo<br />
Tuo 45, Gruppo Unicomm 34, Guess <strong>24</strong>, Hoffe Valérie 54,<br />
Humana People to People Italia 19, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />
49, Iperal 45, Ispo 6, Joe Fresh <strong>24</strong>, Kauffman 53, Kickstarter<br />
<strong>24</strong>, Kodak 19, Kpmg 31, La Linea Verde 54, Labomint 23,<br />
Leed 12, Lennox David 14, Leotron 18, Leroy Merlin Italia<br />
27/28/38, Levi’s Commuter <strong>24</strong>, Libraccio 18, Lim College<br />
<strong>24</strong>, Limoni 45, Loblaw Companies Limited’s <strong>24</strong>, Loro Piana<br />
49, Luxury Swapping 19, Magazzini Gabrielli 53, Maiorana<br />
Maggiorino 45, Mancini 49, Mancini Barbara 65, Marco Polo<br />
Expert 38, Marinelli Cristian 27/28, Marotta Giuseppe 44,<br />
Marzotto 49, Massetti Luca 45, Matilde Studio 53, Maxalto<br />
49, Maxi Zoo Italia 38, Mediaworld 18, Mercatino Usato 18,<br />
Mercatone Uno 47, Mieli Thun 50, Mipaaf 80, Mister Cash<br />
18, Molteni&C. 49, Morrisons 14, Murialdo Francesca 23,<br />
Naturitalia 53, Neiman Marcus <strong>24</strong>, Neinver 6, Nielsen 65/80,<br />
Oleificio Zucchi 51, Opera Vitivinicola Val di Cembra 48, Orogel<br />
Fresco 53, Ottica Avanzi 36, Ovs 27, Ovs Kids 27, Pam<br />
57, Pastificio Fabianelli 48, Pettinatura di Verrone 49, Picard<br />
57, Pigoli Rinaldo 41, Pojer&Sandri 50, Poli 53, Politecnico<br />
di Milano 23, Poltrona Frau 49, Popai Italy 23, Premiate<br />
Trattorie Italiane 48, Principi di Porcìa 57, Ralph Pucci <strong>24</strong>,<br />
Rewe 53, Risoli’ 49, Sama Francesco 27, Santeria <strong>24</strong>, Savini<br />
49, Sephora 47, Sg Marketing 53, Shernaz Daver 70, Sì Supermercati<br />
53, Sicilconad 35, Sirk della Subida 50, Sma 53,<br />
Solimene Lorenzo 31, Sportler 18, Stroili Oro 47, Sugar Foods<br />
54, Switchover Media 69, T.riciclo 18, Tenute La Montina<br />
49, Tesco 31/32, Tognaccini Silvio 45, Tradizioni Padane 49,<br />
Trony 47, U2 34, Unes 45, Unicomm 41/45, Unieuro 44,45,<br />
UnionFormazione 73, Uniqlo <strong>24</strong>, Urban Outfitter <strong>24</strong>, Ursini 49,<br />
Vicolungo The Style Outlets 6, Walmart 70, Xerox 19, Zago<br />
Sabrina 80, Zara 45<br />
29 novembre 2012<br />
numero 41-42 - 29 novembre 2012<br />
www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it<br />
dIREttORE RESpONSabI<strong>LE</strong>: Mattia Losi<br />
aREa REtaIL<br />
VICEdIREttORE: Cristina Lazzati<br />
REdaZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),<br />
Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)<br />
Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),<br />
Anna Bertolini, Roberto Pacifico<br />
UffICIO GRafICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,<br />
Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli,<br />
Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli<br />
SEGREtERIa dI REdaZIONE bUSINESS mEdIa: Anna Alberti, Donatella Cavallo,<br />
Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis<br />
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COLLabORatORI: Davide Bernieri, BlogMeter, Alessandra Bonaccorsi, Lu.Ca,<br />
Aldo Calza (hELP - tHe Employment Law Plant), Erina Conti, Antonietta De Feo, Luigi<br />
Dell’Olio, Luigi Ferro, Elena Giordano, Loredana Oliva, Manuela Soressi, Nadia tadioli,<br />
Barbara Trigari, Anna Zinola<br />
pROGEttO GRafICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli<br />
dIREttORE EdItORIa<strong>LE</strong> bUSINESS mEdIa: Mattia Losi<br />
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pRESIdENtE: Giancarlo Cerutti<br />
ammINIStRatORE dE<strong>LE</strong>GatO: Donatella Treu<br />
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Stampa: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 3<br />
20096 Seggiano di Pioltello (Mi)<br />
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20.589 copie. Società di Revisione fausto Vittucci & C. sas.
82<br />
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Acetaia San Giacomo 50, Advice 74, Agape 49, Alegra 53,<br />
Alimenta la Salute 53, Alimos 53, Aliper 57, Amazon <strong>24</strong>,<br />
Apofruit Italia 53, Apple 19, Artsana Prénatal 45, Atelier<br />
del riciclo 19, Auchan 53, Azienda Agricola Pelz 48, Azienda<br />
Agricola Simoni Ferruccio 48, Azienda Agricola Zanotelli 48,<br />
Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio 48, Azienda Vitivinicola<br />
Villa Corniole 48, B&B Italia 49, Baby Boom 18, Barattiamo<br />
19, Barbuto Tiziana 69, Barilla 74, Baron Widmann 50, Ben-<br />
net 57, Beraldo Stefano 27, Bernardi 27, Biomonde 53, Birra<br />
Menabrea 50, Biscottificio Mattei Deseo 49, Bonali Giovanni<br />
51, Bosch 80, Botalla Formaggi 50, Brico io 36, Bricoman<br />
36, Brusaporci Massimo 53, Bsh 80, Butali 45, Camst 53,<br />
Capanna Prosciutti 50, Cappellini 49, Carnevali Lorenzo<br />
51, Cash Converters 18, Cash Time 18, Cassina 49, Castel<br />
Guelfo The Style Outlets 6, Cesare Regnoli & Figlio 14, Cir<br />
Food 53, Cobolli Gigli Giovanni 19/21, Coldiretti 80, Collina<br />
Luisa 23, Conad Adriatico 41/45, Conad Tirreno 57, Conai<br />
18, Conbipel 45, Conor 53, Consorzio di Siena 48, Consorzio<br />
Nazionale del Riuso 18, Consorzio Premax 49, Coop Italia 53,<br />
Coop Lombardia 45, Cursa 80, Dada 49, Decathlon 45, Dell<br />
19, Despar 45, Di Porcia e Brugnera Guecello 57, Distilleria<br />
Paolazzi 48, Distilleria Pilzer 48, eBay 16, Edeka 53, El Corte<br />
Inglés 27, Ermenegildo Zegna 49, Euronics Italia 37, Euro-<br />
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19, Feigenbaum Eric <strong>24</strong>, Fnac 18, Fresh Gourmet 54, Game-<br />
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Coin 27,45, Gruppo Evoluzione 45, Gruppo Poli 41,45, Gruppo<br />
Tuo 45, Gruppo Unicomm 34, Guess <strong>24</strong>, Hoffe Valérie 54,<br />
Humana People to People Italia 19, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />
49, Iperal 45, Ispo 6, Joe Fresh <strong>24</strong>, Kauffman 53, Kickstarter<br />
<strong>24</strong>, Kodak 19, Kpmg 31, La Linea Verde 54, Labomint 23,<br />
Leed 12, Lennox David 14, Leotron 18, Leroy Merlin Italia<br />
27/28/38, Levi’s Commuter <strong>24</strong>, Libraccio 18, Lim College<br />
<strong>24</strong>, Limoni 45, Loblaw Companies Limited’s <strong>24</strong>, Loro Piana<br />
49, Luxury Swapping 19, Magazzini Gabrielli 53, Maiorana<br />
Maggiorino 45, Mancini 49, Mancini Barbara 65, Marco Polo<br />
Expert 38, Marinelli Cristian 27/28, Marotta Giuseppe 44,<br />
Marzotto 49, Massetti Luca 45, Matilde Studio 53, Maxalto<br />
49, Maxi Zoo Italia 38, Mediaworld 18, Mercatino Usato 18,<br />
Mercatone Uno 47, Mieli Thun 50, Mipaaf 80, Mister Cash<br />
18, Molteni&C. 49, Morrisons 14, Murialdo Francesca 23,<br />
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Oleificio Zucchi 51, Opera Vitivinicola Val di Cembra 48, Orogel<br />
Fresco 53, Ottica Avanzi 36, Ovs 27, Ovs Kids 27, Pam<br />
57, Pastificio Fabianelli 48, Pettinatura di Verrone 49, Picard<br />
57, Pigoli Rinaldo 41, Pojer&Sandri 50, Poli 53, Politecnico<br />
di Milano 23, Poltrona Frau 49, Popai Italy 23, Premiate<br />
Trattorie Italiane 48, Principi di Porcìa 57, Ralph Pucci <strong>24</strong>,<br />
Rewe 53, Risoli’ 49, Sama Francesco 27, Santeria <strong>24</strong>, Savini<br />
49, Sephora 47, Sg Marketing 53, Shernaz Daver 70, Sì Supermercati<br />
53, Sicilconad 35, Sirk della Subida 50, Sma 53,<br />
Solimene Lorenzo 31, Sportler 18, Stroili Oro 47, Sugar Foods<br />
54, Switchover Media 69, T.riciclo 18, Tenute La Montina<br />
49, Tesco 31/32, Tognaccini Silvio 45, Tradizioni Padane 49,<br />
Trony 47, U2 34, Unes 45, Unicomm 41/45, Unieuro 44,45,<br />
UnionFormazione 73, Uniqlo <strong>24</strong>, Urban Outfitter <strong>24</strong>, Ursini 49,<br />
Vicolungo The Style Outlets 6, Walmart 70, Xerox 19, Zago<br />
Sabrina 80, Zara 45<br />
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REdaZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),<br />
Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)<br />
Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),<br />
Anna Bertolini, Roberto Pacifico<br />
UffICIO GRafICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,<br />
Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli,<br />
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Dell’Olio, Luigi Ferro, Elena Giordano, Loredana Oliva, Manuela Soressi, Nadia tadioli,<br />
Barbara Trigari, Anna Zinola<br />
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20.589 copie. Società di Revisione fausto Vittucci & C. sas.
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