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L'USATO PIACE, LE CATENE CRESCONO - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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41 42<br />

2012<br />

29 NOVEMBRE<br />

• GDOWEEK 2012 • Settimanale • <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. – via Carlo Pisacane 1 – 20016 PERO (MILANO) • Poste Italiane S.p.A. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - art. 1, Comma 1, DCB Milano<br />

INTERVISTA<br />

MORRISONS<br />

Piatti pronti,<br />

ne parla lo chef<br />

David Lennox<br />

<br />

RETAIL<br />

FEDERDISTRIBUZIONE<br />

<strong>Il</strong> bilancio<br />

delle iniziative<br />

sostenibili<br />

<br />

www.gdoweek.it www.gdoweektv.it<br />

INDUSTRIA<br />

RETI D’IMPRESE<br />

Le aziende<br />

si alleano<br />

per competere<br />

<br />

PRODOTTI CHE CONCILIANO RISPARMIO E SOSTENIBILITÀ <br />

SPECIA<strong>LE</strong><br />

DIFFERENZE<br />

INVENTARIALI<br />

Ricerca esclusiva<br />

su 17 insegne


cristina.lazzati@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

<br />

<br />

nche in Italia si inizia seriamente a<br />

pensare all’e-commerce, non più<br />

come una simpatica tendenza estera<br />

(“tanto gli italiani non sono interessati...”),<br />

un’originalità a stelle e strisce (“Non siamo in<br />

America, qui è diverso...”), bensì come un’incalzante<br />

urgenza. Scomparse, o quasi, le frasi<br />

difensive del non fare, lasciano il posto ad una<br />

sincera e accorata preoccupazione del tipo:<br />

“Non posso più fare a meno di un sito, non<br />

solo, devo anche pensare all’e-commerce:<br />

come posso fare, da dove inizio?”.<br />

“Importante che non si inizi dal fidanzato<br />

della figlia, prescelto in quanto ‘sempre al<br />

computer’”, Roberto Liscia, presidente di<br />

Netcomm, il consorzio del commercio elettronico<br />

italiano, non ha dubbi: “Molto è da<br />

fare e, soprattutto, fino ad ora la tendenza<br />

è stata di prendere sottogamba le azioni da<br />

intraprendere, infatti non si può pensare di<br />

avviare un e-commerce senza avere informatizzato<br />

perfettamente tutto il back-office”. Un<br />

problema che sembrerebbe meno spinoso<br />

per le società della distribuzione moderna,<br />

che già hanno, per opportunità di business,<br />

traslato i loro rapporti con i fornitori e la logistica<br />

in avanzati sistemi IT. Più problematico<br />

per i piccoli e medi soggetti del commercio,<br />

che peraltro sarebbero coloro che più si avvantaggerebbero<br />

di un processo di virtualizzazione<br />

siffatto, perché permetterebbe loro<br />

di ampliare il raggio d’azione con investimenti<br />

EDITORIA<strong>LE</strong><br />

decisamente limitati. Oltretutto, stanno<br />

crescendo anche i siti “d’appoggio”, a iniziare<br />

dallo strutturato Amazon, che offre la<br />

possibilità di aprire la propria vetrina online,<br />

servendosi dei suoi servizi, trasformandosi<br />

così da category killer a centro commerciale<br />

virtuale. Poi ci sono siti come Blomming, di cui<br />

abbiamo scritto anche su queste pagine, che<br />

puntano ai social network, dando la possibilità<br />

di vendite immediate anche per piccoli o<br />

piccolissimi produttori. Infine, non dimentichiamo<br />

le vendite spot offerte da Groupon,<br />

un ottimo modo per assaggiare il commercio<br />

virtuale con una toccata e fuga.<br />

L’e-commerce, oggi, è utilizzato in grande<br />

misura anche dai big retailer stranieri, che<br />

vogliono saggiare le potenzialità del mercato<br />

italiano, ma non hanno voglia e tempo per<br />

impelagarsi con le pastoie burocratiche che<br />

l’apertura di un punto di vendita fisico comporterebbe;<br />

inoltre, per molti si tratta di un<br />

passo strategicamente importante per definire<br />

l’offerta più pertinente, per un eventuale<br />

ingresso con brick and mortar.<br />

Ad ora, i player che stanno percorrendo questa<br />

strada sono per lo più nell’area dell’abbigliamento<br />

e degli accessori, ma non è lontano<br />

il tempo in cui oltre al già presente (e ottimo)<br />

sito di Esselunga se ne affiancheranno altri.<br />

Cosa eccellente per il cliente, perché, come<br />

sappiamo bene, un po’ di concorrenza fa bene<br />

al mercato e soprattutto al consumatore.•<br />

29 novembre 2012 3


EDITORIA<strong>LE</strong><br />

OSSERVATORIO<br />

INTERVISTA<br />

COVER STORY<br />

41 42<br />

2012<br />

RETAIL<br />

DIFFERENZE<br />

INVENTARIALI<br />

INDUSTRIA<br />

L’e-commerce<br />

è ormai d’obbligo<br />

Lo shopping piace, ma mette<br />

a rischio l’armonia di coppia<br />

Fiducia, freschezza e gusto:<br />

tre parole chiave per l’ortofrutta<br />

Immobiliare<br />

Edifici, sostenibili<br />

sono anche un affare<br />

Da Morrisons i piatti pronti<br />

sono un mix di culture<br />

Catene dell’usato?<br />

Un formula<br />

da non buttare via<br />

Un commercio sostenibile<br />

anche per il portafoglio<br />

Retail design, in futuro<br />

più libertà dal prodotto<br />

Ovs continua a crescere<br />

e apre l’e-commerce<br />

Leroy Merlin: formazione<br />

articolata per il personale<br />

Etica e sostenibilità da Tesco<br />

sono strategie di business<br />

Sviluppo rete<br />

Furti in negozio,<br />

retailer sempre in stato d’allerta<br />

Reti d’impresa<br />

per competere<br />

Sostenibilità a tutto tondo<br />

per Oleificio Zucchi<br />

Nasce Fruitylife, progetto<br />

europeo per l’ortofrutta<br />

La Linea Verde si rafforza:<br />

partnership e monomarca<br />

Principi di Porcìa punta<br />

sul risparmio energetico<br />

Fare cultura sostenibile,<br />

una missione per BSH<br />

03<br />

06<br />

08<br />

12<br />

14<br />

16<br />

20<br />

23<br />

27<br />

28<br />

31<br />

34<br />

40<br />

48<br />

50<br />

53<br />

54<br />

57<br />

58<br />

8 Immobiliare<br />

27 Oviesse<br />

28 Leroy Merlin<br />

31 Tesco<br />

51 Oleificio<br />

Zucchi<br />

53 Fruitylife<br />

65 Merendine<br />

70 Walmart<br />

74 Barilla<br />

SERVIZI<br />

CULTURE<br />

ECOnews di novembre<br />

<strong>Il</strong> Tg Green di GdoweekTv è<br />

alla 3a puntata. Ecco le 10<br />

top news del mese, scelte<br />

tra le iniziative ecosostenibili<br />

più brillanti realizzate dalle<br />

imprese Si parla nell’ordine<br />

di: Feltrinelli, Esselunga,<br />

Salone del Gusto, Coop,<br />

Henkel, Iper la Grande i<br />

e al primo posto Ikea.<br />

L’0réal a Settimo Torinese<br />

punta a zero emissioni<br />

Lo stabilimento di L’Oréal<br />

ha introdotto tecnologie<br />

e metodologie<br />

per raggiungere zero<br />

emissioni. Paolo Bonfanti,<br />

direttore dello stabilimento<br />

spiega a Gdoweek<br />

il percorso che ha condotto<br />

allo storico traguardo.<br />

Mercati<br />

Marche su Facebook:<br />

chi sale e chi scende<br />

Mercati<br />

Detergenza superfici,<br />

si bada al risparmio<br />

Mercati<br />

Risultati non brillanti<br />

nel segmento merendine<br />

La logica multicanale<br />

valorizza il Natale<br />

“Ecco come Walmart<br />

riscrive l’e-commerce”<br />

Formazione in crisi,<br />

non per le grandi aziende<br />

Barilla si mette in gioco anche<br />

su web e digitale<br />

Opinione<br />

Nuova indennità<br />

disoccupazione?<br />

Molto simile a quella vecchia<br />

Libri<br />

<strong>Il</strong> limite come punto<br />

di forza della decrescita<br />

Libri<br />

L’esperienza alternativa<br />

della filiera corta<br />

<strong>Il</strong> cibo e il pianeta<br />

L’Italia agricola<br />

60<br />

62<br />

65<br />

69<br />

70<br />

73<br />

74<br />

76<br />

79<br />

80<br />

ECOnews<br />

ECOnews<br />

29 novembre 2012 5


6<br />

OSSERVATORIO<br />

<br />

<br />

<br />

Una ricerca di Ispo<br />

per Neinver evidenzia<br />

il malessere<br />

degli uomini<br />

quando si recano<br />

a fare acquisti<br />

con il partner<br />

29 novembre 2012<br />

di Gino Pagliuca<br />

i dice che lo shopping sia la più<br />

efficace terapia antidepressiva,<br />

con effetti che perlomeno<br />

durano fin quando non si legge<br />

l’estratto conto della banca o della carta<br />

di credito. E che gli italiani, anche in tempi<br />

di crisi (o forse proprio perché in tempo<br />

di crisi) si dedichino a questa terapia non<br />

convenzionale lo dimostra una recente<br />

ricerca condotta da Ispo per Neinver,<br />

grande società immobiliare internazionale,<br />

presente in Italia con i centri outlet<br />

di Vicolungo The Style Outlets e Castel<br />

Guelfo The Style Outlets.<br />

Lo studio dimostra infatti che sia gli uomini<br />

sia le donne amano dedicarsi allo<br />

shopping e anche con una certa assiduità.<br />

<strong>Il</strong> 45% degli italiani fa shopping una<br />

o più volte al mese, e anche se, come<br />

potrebbe sembrare scontato le donne<br />

amano quest’attività più degli uomini, la<br />

IL COMPORTAMENTO DEGLI ITALIANI QUANDO VANNO A FARE LA SPESA<br />

Campione rappresentativo popolazione italiana maggiorenne. Estensione territoriale nazionale. Metodo CATI - Base: 800 casi<br />

Partner<br />

Soli<br />

Familiare<br />

Amici<br />

Colleghi<br />

9<br />

9<br />

12<br />

21<br />

30<br />

39<br />

37<br />

43<br />

Maschi Femmine<br />

20% Basso<br />

12% Medio<br />

16% Alto<br />

52% Molto alto<br />

differenza non è in realtà molto accentuata:<br />

la quota per gli uomini infatti è del<br />

42% mentre si sale al 49% per le donne.<br />

<br />

Alla fascia di età tra i 18 e i 34 anni appartiene<br />

il target che pratica maggiormente<br />

lo shopping e il discorso vale particolarmente<br />

per i diplomati e i laureati),<br />

Per quanto riguarda la suddivisione per<br />

area geografica, si nota che i più assidui<br />

sono gli abitanti del nord-est che con il<br />

53% si dedicano allo shopping con mag-<br />

Con chi preferiscono fare shopping Apprezzamento per gli outlet Con quale frequenza gli italiani si dedicano allo shopping<br />

1% Più volte a settimana<br />

6% Una volta a settimana<br />

9% Una volta ogni 2 settimane<br />

29% Una volta al mese<br />

22% Una volta ogni 2-3 mesi<br />

21% Più raramente<br />

17% Mai-Quasi mai<br />

E c’è anche chi riesce a farne a meno<br />

Solo un italiano su 100 non si dedica mai allo shopping, intendendo con il termine<br />

gli acquisti di generi non strettamente necessari alla quotidianità.<br />

Fonte: Ispo


gior frequenza. Gli atteggiamenti che uomini<br />

e donne hanno nei confronti dell’andare<br />

a far spese spesso risultano quasi<br />

agli antipodi. Per esempio, secondo il<br />

43% degli uomini la partner è la compagna<br />

ideale per fare acquisti, mentre<br />

le donne mettono il compagno all’ultimo<br />

posto e di gran lunga prediligono fare<br />

<br />

shopping da sole (37%), o al massimo<br />

ripiegare su altri familiari (30%), oppure<br />

sulle amiche (21%). Quando la coppia<br />

decide di fare shopping insieme l’armonia<br />

tra i partner è giudicata a rischio. A creare<br />

problemi sono soprattutto gli acquisti per<br />

la casa, che vedono contrapposti i gusti<br />

di lei a quelli di lui. Innegabile per più del<br />

70% degli uomini e delle donne che una<br />

delle cause principali dei litigi di coppia<br />

è la noia del partner maschile che cerca<br />

ogni possibile escamotage per evitare la<br />

shopping experience.<br />

Ma qual è il tipico atteggiamento dei maschi<br />

quando accompagnano la partner<br />

in giro per negozi? Trascinarsi annoiati,<br />

almeno nel 71% dei casi. Altro aspetto<br />

che rende gli uomini insofferenti (57%<br />

dei casi) è la fobia femminile di essere<br />

fuori forma e dover acquistare indumenti<br />

di una taglia in più. Uguale la quota di<br />

uomini ossessionati all’idea di cercare un<br />

parcheggio per l’auto.<br />

<br />

Certo la situazione economica fa sentire<br />

il suo peso e lo shopping è inteso dalla<br />

maggioranza degli intervistati come una<br />

OSSERVATORIO<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

necessità (64%). Benché per un italiano<br />

su quattro lo shopping abbia anche una<br />

dimensione leisure: il 25% pensa infatti<br />

che fare compere sia un modo gradevole<br />

per trascorrere il tempo indipendentemente<br />

da ciò che si compra.<br />

Da questo punto di vista l’outlet ha il pregio<br />

di soddisfare le esigenze di chi, pur<br />

dovendo ridurre la propria capacità di<br />

spesa, non vuole rinunciare alla qualità.<br />

Renato Mannheimer, presidente di Ispo,<br />

commenta: “Gli italiani sono sempre più<br />

alla ricerca della comodità, della qualità<br />

e del risparmio, specie oggi che il prezzo<br />

conta più di ieri. E l’outlet sa ben interpretare<br />

queste esigenze”.<br />

La comodità di trovare prodotti di ogni<br />

categoria merceologica (per il 68%) e<br />

un buon rapporto qualità/prezzo (per il<br />

65%) sono fattori che più agiscono sulla<br />

scelta dell’outlet, che si conferma quindi<br />

essere uno dei luoghi più apprezzati per<br />

dedicarsi allo shopping.<br />

Queste strutture di shopping infatti piacciono<br />

al 68% degli italiani e per il 59% di<br />

essi si tratta di luoghi dove vale la pena<br />

di trascorrere la giornata con la famiglia<br />

o con gli amici.•


8<br />

OSSERVATORIO<br />

Gino Pagliuca<br />

alla settima edizione il<br />

Monitor Ortofrutta di MarkUp,<br />

un’ampia indagine su un settore<br />

iunge<br />

vitale della nostra economia in<br />

generale e del retail in particolare. Non<br />

è infatti un segreto che per le strutture<br />

della grande distribuzione i reparti frutta<br />

e verdura sono i più critici, con un rapporto<br />

qualità prezzo spesso discutibile e<br />

una varietà di scelta limitata. In questa<br />

pagine anticipiamo alcuni grafici dell’osservatorio<br />

e qualche considerazione che<br />

nel Monitor trovano ampio sviluppo.<br />

<br />

E partiamo dal tema principe, quello del<br />

prezzo: la ricerca conferma che si tratta<br />

comunque di uno tra i primi fattori che<br />

interessano il consumatore durante l’atto<br />

di acquisto. Solo l’1% degli intervistati<br />

dichiara di non guardare per nulla il prezzo<br />

durante l’atto di acquisto. Ciò non si-<br />

<strong>LE</strong> SCELTE E <strong>LE</strong> ABITUDINI DEL CONSUMATORE DI ORTOFRUTTA<br />

Suddivisione per provenienza geografi ca e cluster di età<br />

ANALISI SPRECHI<br />

Le capita ogni tanto<br />

di buttare parte<br />

di ortofrutta che<br />

ha acquistato perché<br />

ne ha presa troppa?<br />

Meno di 34 anni 35-54 anni Oltre 55 anni<br />

55% SI<br />

47% SI<br />

31% SI<br />

45% NO<br />

53% NO<br />

69% NO<br />

29 novembre 2012<br />

gnifica che non vi sia spazio anche per<br />

prodotti che possano sfuggire alla logica<br />

del prezzo basso a tutti i costi. Infatti<br />

alla domanda “Perché acquista frutta e<br />

verdura locale?“, solo il 6% dei respon-<br />

TOTA<strong>LE</strong><br />

43% SI<br />

57% NO<br />

69% SI<br />

31% NO<br />

sabili di acquisto risponde “perché hanno<br />

un buon prezzo e sono convenienti”,<br />

mentre il 2% di chi non fa uso di questi<br />

prodotti afferma che non li acquista per<br />

un prezzo alto.<br />

Ha acquistato almeno una volta negli ultimi sei mesi frutta e verdura<br />

locale, ovvero prodotta nella stessa città/zona dove lei abita?<br />

TOTA<strong>LE</strong> NORD-OVEST<br />

75% SI<br />

25% NO<br />

NORD-EST CENTRO SUD<br />

72% SI<br />

28% NO<br />

64% SI<br />

36% NO<br />

91% SI<br />

9% NO<br />

Fonte: Monitor Ortofrutta MarkUp


10<br />

OSSERVATORIO<br />

CHE COSA GUARDA QUANDO SCEGLIE LA FRUTTA E LA VERDURA IN UN NEGOZIO? DOMANDA APERTA<br />

Analisi dei Fattori di Acquisto per frutta e verdura- risposte spontanee<br />

Qualità estetiche/visive (freschezza, colore,<br />

dimensione, forma, difetti estetici)<br />

29 novembre 2012<br />

2008 2010 2012 Differenza pti %<br />

2012 vs 2008<br />

66% 75% 90% <strong>24</strong><br />

Prezzo/offerta 53% 33% 56% 3<br />

Provenienza 12% 16% 17% 5<br />

Prodotti di stagione 7% 12% 12% 5<br />

Livello di maturazione (qualità tattile) 12% 14% 9% -3<br />

Metodo di coltivazione (biologico, integrato,<br />

ecocompatibile, biodinamico, ecc.)<br />

3% 3% 1% -2<br />

Altro 13% 6% 8% -5<br />

Di qui nasce l’indubbio successo dei<br />

cosiddetti Farmers’ Markets (si veda in<br />

questo numero a pag. 80, ndr), che riescono<br />

a veicolare una forte percezione di<br />

convenienza, un concetto complesso di<br />

cui il prezzo è solo una parte.<br />

<br />

Ma in che cosa si esplica questa “convenienza”?<br />

Per spiegarlo possiamo rifarci<br />

a una delle domande fatte ai consumatori:<br />

“Perché compra prodotti locali?” e<br />

dalle risposte date dagli interpellati, che<br />

si possono sintetizzare con tre diverse<br />

espressioni inglesi. La prima in ordine di<br />

importanza è Trust, ovvero la fiducia: il<br />

consumatore conosce la zona e sa che<br />

si può fidare. Seconda parola chiave è<br />

Taste, il gusto. <strong>Il</strong> prodotto è vissuto come<br />

più buono e come più gustoso anche<br />

se non è sempre chiaro in base a quali<br />

parametri obiettivi si possa esprimere un<br />

giudizio di questo tipo.<br />

Infine Fresh, la freschezza: la produzione<br />

avviene più vicino e quindi il frutto o<br />

l’ortaggio sono vissuti quasi come se fossero<br />

di giornata, anche se magari sono<br />

rimasti sei mesi in una cella frigorifera.<br />

<br />

Interessanti anche le altre analisi sull’atteggiamento<br />

del consumatore. Alla domanda:<br />

“Che cosa guarda quando sceglie<br />

la frutta e la verdura in un negozio?”<br />

Per prima cosa il responsabile acquisti<br />

cita le qualità estetiche/visive come fre-<br />

schezza, colore, pezzatura, forma e difetti<br />

estetici, passando da un 79% del<br />

2006 ad un 90% 2012. Al secondo posto<br />

si trova il prezzo e le eventuali offerte. In<br />

crescita decisa, invece, la provenienza,<br />

che ricopre il terzo posto subito prima del<br />

livello di maturazione, definito in parte<br />

come qualità tattile.<br />

<br />

Scarso l’interesse per il consumatore non<br />

addetto ai lavori per i metodi di coltivazione;<br />

dal 2006 ad oggi la stagionalità e<br />

il metodo di coltivazione sono in decremento<br />

lineare mentre, in valore assoluto,<br />

il marchio privato e quello di denomina-<br />

Fonte: Monitor Ortofrutta - MarkUp<br />

zione di origine sono percepiti come gli<br />

aspetti meno importanti. Solo il 2% del<br />

campione casuale intervistato dichiara<br />

di mangiare poca o nessuna frutta e verdura.<br />

<strong>Il</strong> 75% ha comprato negli ultimi sei<br />

mesi frutta o verdura locale, il 37% ha<br />

comprato da un Farmers’ Market e chi<br />

non vi ha acquistato dichiara che alla base<br />

della sua non scelta c’è il fatto che non<br />

ne conosce uno nelle vicinanze, oppure è<br />

troppo lontano.<br />

<br />

Infine, citiamo qualche altra evidenza<br />

delle rilevazioni del Monitor. <strong>Il</strong> 43% ammette<br />

di sprecare frutta e verdura, con<br />

un 63% di chi spreca che dichiara di aver<br />

preso misure in modo da risolvere il problema<br />

e il 55% di questi utilizza il metodo<br />

di “ridurre le quantità acquistate”.<br />

Un italiano su cinque possiede un orto<br />

e i due terzi della popolazione che non<br />

lo possiede esprime la volontà di farlo/<br />

averlo. Scarsi i risultati del tentativo di<br />

brandizzare la frutta: il 23% della popolazione<br />

non è in grado di citare un marchio<br />

e il 67% due.<br />

Nella testa dell’italiano medio emerge<br />

poca fiducia nel futuro del gusto della<br />

frutta, e in particolar modo per quella<br />

prodotta nelle serre, mentre prevale<br />

l’idea bucolica di un progressivo ritorno<br />

a coltivare il proprio orto per contrastare<br />

la progressiva globalizzazione del settore<br />

ortofrutticolo, che motiva in modo plausibile<br />

il ritorno a gran forza del locale.•


OSSERVATORIO_ immobiliare<br />

<br />

<br />

12<br />

di Gino Pagliuca<br />

li investitori immobiliari ragionano<br />

sul medio e lungo periodo<br />

e per questo nella scelta degli<br />

edifici di nuova costruzione riservano<br />

una crescente attenzione alle<br />

prestazioni in termini di sostenibilità<br />

ambientale che le strutture su cui puntano<br />

possono garantire. L’obiettivo non<br />

è solo quello di conseguire un risparmio<br />

nei consumi energetici (che comunque<br />

si ottiene a fronte di costi maggiori nella<br />

costruzione da ammortizzare nel tempo),<br />

ma anche pararsi contro il rischio che<br />

venga varata una legislazione fiscale penalizzante<br />

nei confronti degli edifici meno<br />

virtuosi e quindi in definitiva garantire<br />

nel tempo il valore dell’investimento.<br />

<br />

La legge in Italia prevede l’obbligo di una<br />

certificazione che qualifichi le prestazioni<br />

energetiche di un edificio (o anche<br />

di una singola unità immobiliare) con<br />

una graduazione in classi da A+ a G. <strong>Il</strong><br />

certificato è necessario per ottenere la<br />

<br />

<br />

29 novembre 2012<br />

commerciabilità di una struttura edilizia<br />

ma non rappresenta una sufficiente garanzia<br />

sulla sostenibilità ambientale sia<br />

perché gli aspetti considerati riguardano<br />

in pratica solo il consumo energetico<br />

ma anche perché i requisiti prescritti per<br />

diventare certificatori sono molto “generosi”,<br />

basta in pratica avere un diploma<br />

tecnico. Nessun investitore internazionale<br />

però se ne accontenterebbe e richiede<br />

standard molto più rigorosi. La certificazione<br />

volontaria di sostenibilità per gli<br />

edifici più rinomata a livello internazionale<br />

oggi è il cosiddetto protocollo Leed;<br />

le certificazioni relative in Italia sono<br />

gestite da Gbc (Green Building Council).<br />

<br />

Gbc ha promosso a M<strong>Il</strong>ano, nell’ambito<br />

del Made Expo, un’interessante tavola<br />

rotonda su “Real estate e sostenibilità”<br />

nel corso della quale i relatori si sono<br />

confrontati sui trend di crescita globale<br />

dei green building e le politiche per favorire<br />

uno sviluppo sostenibile. In parti-<br />

colare, è stato sottolineato che la realizzazione<br />

di edifici realmente sostenibili<br />

comporta un ritorno degli investimenti<br />

sicuro, anche se, come Gdoweek ha potuto<br />

verificare nel tempo, non mancano<br />

perplessità da parte dei promotori. Si<br />

è anche messo in luce come l’adozione<br />

di sistemi di rating basati su metodiche<br />

condivise a livello internazionale permetta<br />

scelte certe e misurabili per gli investitori,<br />

e questo potrebbe risultare decisivo<br />

in una fase economica come l’attuale,<br />

con progetti che hanno difficoltà a passare<br />

alla fase attuativa, anche perché<br />

le banche hanno chiuso il rubinetto dei<br />

finanziamenti. Da questo punto di vista,<br />

la presenza di una certificazione riconosciuta<br />

a livello internazionale potrebbe<br />

avere un impatto decisivo nello scoring<br />

creditizio. Particolare accento è stato<br />

posto sulle tematiche della riqualificazione<br />

dell’esistente. La prima scelta<br />

da compiere per una reale sostenibilità<br />

ambientale dell’edilizia è non consumare<br />

più territorio.•<br />

<strong>LE</strong> ATTIVITÀ DI GBC ITALIA<br />

<strong>Il</strong> Green Building Council (Gbc) Italia è un’associazione no profit<br />

che certifica nel nostro Paese il rispetto del protocollo Leed degli<br />

edifici con un sistema a punti; il massimo ottenibile è 106.<br />

Le categorie esaminate sono sei:<br />

sostenibilità del sito; gestione efficiente delle acque; energia<br />

ed ambiente; materiali e risorse; qualità dell’aria negli ambienti<br />

interni; progettazione ed innovazione.<br />

Quattro i tipi di certificazione ottenibile:<br />

Certificazione base: tra 40 e 49 punti<br />

Argento: tra 50 e 59 punti<br />

Oro: tra 60 e 79 punti<br />

Platino: oltre gli 80 punti.<br />

<strong>Il</strong> primo edificio certificato Leed platino in Italia è l’Energy Park<br />

di Vimercate, alle porte di Milano (nella foto a sinistra), un<br />

complesso misto terziario e residenziale. Le certificazioni Platino<br />

in Europa sono solo sette.


INTERVISTA<br />

<br />

<br />

David Lennox, developer chef della catena britannica,<br />

spiega come trarre ispirazione dal rapporto<br />

con i fornitori, italiani e non, per continuare ad innovare<br />

di Davide Bernieri<br />

Chi è<br />

David Lennox,<br />

developer chef di<br />

Morrisons, insieme<br />

a una brigata<br />

di sette chef,<br />

cura la ricerca<br />

delle materie<br />

prime, lo sviluppo<br />

delle ricette e test<br />

organolettici in una<br />

cucina sperimentale<br />

che si occupa<br />

di preparare nuovi<br />

piatti pronti.<br />

14 29 novembre 2012<br />

iportare il gusto dei piatti<br />

home made style, andando<br />

a ricercare i migliori fornitori<br />

in tutto il mondo e condividendo<br />

con loro lo sviluppo di ricette<br />

e i relativi test. È un percorso che<br />

intreccia cultura e gastronomia quello<br />

intrapreso dalla catena britannica<br />

Morrisons, sui piatti pronti. Ne<br />

abbiamo parlato con David Lennox,<br />

developer chef di Morrisons, in visita<br />

allo stabilimento di Ariano Polesine<br />

(Ro) del fornitore della catena britannica,<br />

la Cesare Regnoli & Figlio,<br />

per sviluppare nuove ricettazioni da<br />

introdurre nella gamma a marchio<br />

degli antipasti. Abbiamo colto l’occasione<br />

per farci illustrare l’approccio<br />

strategico della catena britannica<br />

verso la categoria. “Negli ultimi<br />

anni -spiega Lennox- l’importanza<br />

dei piatti pronti nelle nostre scelte<br />

strategiche è andata crescendo. Per<br />

questo abbiamo predisposto una cucina<br />

sperimentale che si occupasse<br />

dello sviluppo dei piatti pronti,<br />

lavorando su tutte le categorie per<br />

creare nuove ricette in collaborazione<br />

con i nostri fornitori. Lavoriamo<br />

costantemente sulle nostre ricette<br />

tradizionali e abbiamo una sezione<br />

dedicata all’innovazione, nella quale<br />

siamo aperti alle proposte dei nostri<br />

fornitori, che coinvolgiamo nei test<br />

sui nuovi prodotti, e chiedendo loro<br />

di affinare insieme a noi le ricette.


Per esempio, se parliamo di un nuovo<br />

piatto pronto a base di pasta, lasagne<br />

o linguine, chiediamo che i nostri fornitori<br />

italiani ci assistano nello sviluppo in<br />

quanto hanno la sensibilità e il know-how<br />

necessari. In questo modo riteniamo di<br />

potere procedere nel modo migliore possibile,<br />

creando ricette di piatti pronti al<br />

nostro interno, coinvolgendo i nostri partner<br />

in una relationship che ci porta molto<br />

valore per i nostri clienti. Non possiamo<br />

lavorare separatamente, bensì privilegiamo<br />

uno sviluppo condiviso”.<br />

Quali risvolti culturali cercate per lo<br />

sviluppo dei vostri piatti pronti?<br />

Naturalmente poniamo grande attenzione<br />

alla scelta dei fornitori, cerchiamo di<br />

scegliere il meglio dal punto di vista della<br />

qualità dei prodotti. Per questo motivo il<br />

nostro staff di developing chef è spesso<br />

in viaggio, per conoscere la qualità dei<br />

prodotti, per capire meglio il processo<br />

industriale che sta dietro e anche, almeno<br />

per me, di dare un senso più profondo<br />

alla parola sviluppo, con la possibilità<br />

di immergermi nella cultura che ha dato<br />

origine a questo piatto. Non è solo una<br />

visita di business: sia che viaggiamo in<br />

Europa, nel Far East, o dovunque, vogliamo<br />

vedere veramente cosa accade. Solo<br />

in questo modo siamo sicuri di offrire ai<br />

nostri clienti qualità vera. Molti retailer<br />

hanno linee di piatti pronti che rimandano<br />

all’alta gastronomia, con un’immagine<br />

gourmet: noi abbiamo una vera cucina<br />

interna che fa ricerca e sviluppo, con veri<br />

prodotti provenienti dalle diverse cucine<br />

internazionali.<br />

Qual è l’atteggiamento del consumatore<br />

nei confronti dei piatti pronti in Uk<br />

e in Europa tutta? Ritiene che ci siano<br />

delle differenze di approccio?<br />

Oggi le persone hanno meno soldi in tasca,<br />

quindi sono più concentrate a comprare<br />

quello che realmente vogliono.<br />

Questo ci obbliga allo sforzo di capire<br />

meglio cosa vogliono i nostri clienti. È<br />

una questione di fiducia, questo aspetto<br />

è diventato ancora più importante in<br />

tempi di crisi. Dal nostro punto di vista,<br />

dobbiamo focalizzarci ancora di più su<br />

qualità al giusto prezzo. Una tendenza<br />

che ritengo importante nei ready meals è<br />

il gusto: la nostra sfida è cercare di offrire<br />

prodotti che abbiamo un gusto definito<br />

e più fresco, simile a quanto si prepara<br />

normalmente a casa. Tutto quello che è<br />

home made ha un sapore differente dai<br />

piatti pronti, lo sappiamo, la nostra sfida<br />

è di replicare questo sapore, riducendo<br />

il contenuto di grassi. I ready meals non<br />

saranno mai un prodotto dietetico, il gusto<br />

guida l’acquisto, ma spesso c’è una<br />

percentuale troppo alta in grassi, a volte<br />

utile solo al processo produttivo e non<br />

essenziale per il gusto. Molti retailer sviluppano<br />

i piatti pronti per addizioni successive<br />

di ingredienti, il risultato è che a<br />

volte c’è troppo di tutto.<br />

molti retailer<br />

sviluppano<br />

i piatti pronti<br />

per addizioni<br />

successive<br />

di ingredienti<br />

Cosa ne pensa della tendenza internazionale<br />

in atto nei paesi occidentali,<br />

che vede un ritorno del consumatore<br />

in cucina? Sta avvenendo qualcosa di<br />

simile in Uk?<br />

<strong>Il</strong> trend è lo stesso in Gran Bretagna.<br />

Mia nonna cucinava tutte le pietanze a<br />

casa, ma oggi le persone hanno perduto<br />

questa capacità. In Morrisons cerchiamo<br />

di aiutare queste persone a ricreare<br />

la stessa atmosfera. Per esempio, nel<br />

nostro reparto macelleria prepariamo<br />

arrosti pronti che devono essere solo<br />

cotti, cercando di ritrovare il gusto perduto,<br />

scegliendo i migliori ingredienti,<br />

anche di provenienza locale, vogliamo<br />

pensare come se le nostre nonne fossero<br />

ancora nei nostri pdv a ricercare<br />

la qualità come facevano un tempo. Ma<br />

vogliamo anche fare evolvere il gusto del<br />

consumatore d’oggi, per esempio abbiamo<br />

arrosti di pollo freschi, con speck e<br />

INTERVISTA<br />

mozzarella, che devono solo essere cotti<br />

e che hanno un’immagine di cibo cotto<br />

in casa senza perdere tanto tempo in<br />

cucina. Vogliamo aiutarli a sfruttare al<br />

meglio il poco tempo libero che rimane<br />

loro, facendoli stare bene.<br />

Lei è in Italia alla ricerca di prodotti<br />

per i vostri ready meal. Avete una linea<br />

di piatti pronti con una chiara connotazione<br />

“italian style”?<br />

No, non vogliamo dare una connotazione<br />

particolare alle nostre linee di prodotto.<br />

Un aspetto molto importante della nostra<br />

politica sulla qualità è l’integrazione<br />

verticale della nostra filiera di approvvigionamento,<br />

Morrisons controlla delle<br />

sue fabbriche per quanto riguarda pane<br />

e prodotti da forno, macelleria, tutti i<br />

negozi hanno un banco macelleria che<br />

taglia e porziona carne fresca. Con<br />

questo modello di business, noi prepariamo,<br />

impacchettiamo e vendiamo i<br />

nostri prodotti, permettendoci un grande<br />

controllo della qualità. Siamo il solo<br />

retailer in gran Bretagna che fa questo<br />

tipo di politica.<br />

Quale sarà, dal suo punto di osservazione,<br />

il futuro dei piatti pronti in Gran<br />

Bretagna e in Europa?<br />

<strong>Il</strong> settore dei piatti pronti in futuro continuerà<br />

ad avere un grande futuro, anche<br />

se noto delle differenze interessanti<br />

tra il Regno Unito e l’Italia. In Italia,<br />

attraverso il banco assistito, c’è una<br />

politica diversa sui piatti pronti, non<br />

è tutto prepacked, le persone possono<br />

scegliere le quantità di insalata di<br />

mare, di lasagna o di porchetta. Anche<br />

noi vogliamo tentare un approccio più<br />

fresco, più simile a quello italiano. Da<br />

voi c’è più offerta, forse perché siete<br />

in grado di conservare meglio le vostre<br />

tradizioni a tavola. Da parte nostra,<br />

vogliamo mettere a disposizione dei<br />

nostri clienti, la nostra expertise in tutti<br />

i nostri prodotti, freschi e confezionati,<br />

con una qualità che tende all’antico, ma<br />

con un’attenzione al contemporaneo in<br />

termini di velocità, di dimensioni delle<br />

porzioni, di ricettazione.•<br />

29 novembre 2012<br />

15


16<br />

COVER STORY<br />

29 novembre 2012<br />

Si diffondono un po’ ovunque le insegne dedicate<br />

ai prodotti di seconda mano. Un successo che arriva<br />

da fenomeni nati in rete, come eBay, che viene rafforzato<br />

dall’attenzione crescente al risparmio


di Manuela Soressi<br />

egozi per la vendita, il baratto<br />

o la permuta di abbigliamento<br />

e accessori di seconda mano,<br />

centri dove si recuperano e assemblano<br />

materiali di riuso per creazioni<br />

artistiche, magazzini e mercatini, dove<br />

moderni rigattieri raccolgono e vendono<br />

di tutto: vestiti, dischi in vinile, libri, mobili,<br />

elettrodomestici, cellulari e computer.<br />

Per non parlare del boom dei “compro<br />

oro” e dei siti sul web -social network<br />

compresi- che propongono la vendita di<br />

oggetti d’ogni tipo. È davvero sfaccettato<br />

il mondo dell’usato, un settore che,<br />

nell’ultimo quinquennio, ha registrato in<br />

Italia un vero e proprio boom. Secondo le<br />

elaborazioni della Camera di commercio<br />

di Milano, tra 2006 e 2011, gli esercizi<br />

commerciali sono cresciuti del 35,4%,<br />

superando i 3.200 punti di vendita e il<br />

fatturato ammonta ad alcuni miliardi di<br />

euro, ma è solo presunto, visto che il settore,<br />

composito com’è, non è facile da<br />

monitorare.<br />

<br />

<strong>Il</strong> successo del “second hand” non si<br />

spiega solo con la necessità di far quadrare<br />

i budget domestici, ma anche con<br />

un approccio più razionale e disincantato<br />

alla spesa, che si abbina al desiderio<br />

di svuotare le case di oggetti inutilizzati,<br />

alla volontà di riconoscere il valore<br />

degli oggetti (indipendentemente dalla<br />

loro età) e ad un atteggiamento di consumo<br />

più critico, che vede nel riuso una<br />

risposta alla sovrapproduzione e alla necessità<br />

di maggiore attenzione alla so-<br />

stenibilità ambientale. A far da volano è<br />

stato soprattutto il web, con siti come<br />

ebay, che hanno contribuito a rendere<br />

più appealing l’usato o che hanno usato<br />

il web come canale commerciale per<br />

“democratizzare” il vintage. Dal mondo<br />

virtuale, questo fenomeno si è trasferito<br />

COVER STORY<br />

<br />

<br />

<br />

LA PRESENZA SUL TERRITORIO DEL<strong>LE</strong> IMPRESE DELL’USATO<br />

Specializzazione per regione<br />

Articoli<br />

di seconda mano<br />

in negozi (altro)<br />

Libri di seconda<br />

mano<br />

in quello reale, con la nascita di punti di<br />

vendita interamente dedicati alla merce<br />

di seconda mano.<br />

<strong>Il</strong> punto di forza dei negozi dell’usato,<br />

però, non sta soltanto nella possibilità di<br />

fare acquisti di qualità a prezzi low cost,<br />

ma anche in quella di sbarazzarsi di og-<br />

Mobili usati<br />

e oggetti<br />

antiquariato<br />

Abiti ed altri<br />

oggetti usati<br />

Abruzzo 8,3% 5,6% 61,1% 25,0%<br />

Basilicata 8,3% 8,3% 66,7% 16,7%<br />

Calabria 12,1% 0,0% 63,6% <strong>24</strong>,2%<br />

Campania 8,6% 5,6% 55,6% 30,1%<br />

Emilia Romagna 7,6% 12,2% 51,5% 28,6%<br />

Friuli 14,3% 11,1% 39,7% 34,9%<br />

Lazio 9,8% 8,7% 59,4% 22,1%<br />

Liguria 17,1% 5,6% 50,9% 26,4%<br />

Lombardia 13,9% 6,5% 51,1% 28,4%<br />

Marche 15,0% 8,3% 53,3% 23,3%<br />

Molise 0,0% 11,1% 66,7% 22,2%<br />

Piemonte 8,2% 10,2% 51,1% 30,5%<br />

Puglia 5,7% 7,3% 63,4% 23,6%<br />

Sardegna 13,3% 11,1% 42,2% 33,3%<br />

Sicilia 6,6% 4,4% 58,1% 30,9%<br />

Toscana 5,7% 7,5% 62,0% <strong>24</strong>,9%<br />

Trentino 12,5% 4,2% 66,7% 16,7%<br />

Umbria 12,5% 2,8% 66,7% 18,1%<br />

Valle D'aosta 12,5% 0,0% 62,5% 25,0%<br />

Veneto 8,9% 6,8% 62,8% 21,5%<br />

Italia 9,9% 7,5% 56,1% 26,4%<br />

Fonte: Elaborazione della Camera di commercio di Milano sui dati del Registro Imprese al primo trimestre 2012<br />

29 novembre 2012 17


18<br />

COVER STORY<br />

OBIETTIVI<br />

DELL’ORGANIZZAZIONE<br />

NAZIONA<strong>LE</strong><br />

La Rete ONU è nata a fine 2011<br />

e riunisce 17 organizzazioni<br />

in rappresentanza di 50.000 operatori<br />

e organizzatori di mercatini storici<br />

e delle pulci, fiere, cooperative sociali,<br />

cooperative di produzione lavoro,<br />

botteghe rigattiere, negozi<br />

in conto terzi ed enti di solidarietà.<br />

<strong>Il</strong> suo obiettivo è quello di ottenere<br />

il riconoscimento della propria dignità<br />

e del proprio valore e ruolo sociale, ma<br />

anche quello di contare di più a livello<br />

politico decisionale e di strappare<br />

condizioni economiche migliori. La<br />

prima mossa è stata una lettera aperta<br />

indirizzata al presidente del consiglio<br />

Mario Monti per chiedere l’introduzione<br />

di una legge per la promozione,<br />

il riordino e la regolamentazione<br />

dell’attività degli operatori dell’usato.<br />

Tra le proposte: l’istituzione di un<br />

Consorzio Nazionale del Riuso (simile<br />

al Conai), l’abolizione del sistema delle<br />

licenze per gli operatori ambulanti<br />

dell’usato, la revisione degli oneri<br />

fiscali e la richiesta di maggiori spazi<br />

a livello locale per lo svolgimento<br />

dei mercati dell’usato.<br />

getti inutilizzati guadagnando in spazio<br />

domestico e denaro. In genere, i negozi<br />

dell’usato funzionano in conto vendita e<br />

l’incasso viene distribuito equamente tra<br />

commerciante e venditore. Comunque,<br />

benché rappresenti per molti consumatori<br />

e commercianti una risposta concreta<br />

alla domanda di un’economia low<br />

cost, neppure il settore del second hand<br />

è riuscito a scampare alla recessione:<br />

infatti, nell’ultimo anno, i punti di vendita<br />

sono diminuiti del 3% rispetto al 2011,<br />

anche se a cadere sono stati soprattutto<br />

alcuni settori, in particolare quello degli<br />

autoveicoli usati, in forte flessione. Chi<br />

non sembra avvertire gli effetti della crisi<br />

sono i commercianti di indumenti usati<br />

(858 negozi, +0,6% sul 2011) e i negozi<br />

che acquistano oro usato, il cui business<br />

ha ormai superato i due miliardi di euro.<br />

<br />

Dopo anni di anarchia e di microiniziative<br />

locali, il settore dell’usato sembra essere<br />

oggi sbarcato in una nuova fase: è il<br />

momento di fare sistema, mettendo in<br />

rete le esperienze di successo già consolidate<br />

o in fase di avvio in varie parti<br />

29 novembre 2012<br />

d’Italia. È nato, infatti, alla fine del 2011,<br />

il coordinamento nazionale degli operatori<br />

del settore: per la prima volta, l’usato<br />

italiano ha i suoi rappresentanti e punta<br />

a uscire dall’invisibilità e dalla mancanza<br />

di status e diritti frutto della polverizzazione<br />

che lo caratterizza. L’altra faccia<br />

di questa tendenza a fare sistema è la<br />

crescita del franchising, che ha portato<br />

alla nascita delle prime catene italiane di<br />

mercatini e negozi dell’usato come Leotron<br />

(che gestisce 99 punti di vendita a<br />

insegna Mercatopoli e 44 punti di vendita<br />

Baby Bazar) e Mercatino Usato, che<br />

nei suoi 195 punti di vendita, nei primi<br />

9 mesi del 2012, ha visto aumentare le<br />

vendite del 12% rispetto al 2011. Altre<br />

insegne specializzate sono T.riciclo,<br />

Baby Boom, Girabito e Libraccio.<br />

Su questo mini-boom molto ha pesato<br />

la semplificazione dell’iter burocratico<br />

necessario per aprire i negozi di second<br />

hand, grazie al DPR n. 311/2001. Una<br />

norma che ha fatto da volano all’espansione<br />

del commercio dell’usato, aprendo<br />

la strada alla nascita di catene di negozi,<br />

di grandi dimensioni e con un’offerta<br />

molto ampia. Così l’intermediazione<br />

della compravendita di oggetti usati è<br />

diventata un vero e proprio canale commerciale,<br />

che è uscita dai confini del<br />

collezionismo o del vintage sdoganando<br />

anche la vendita di oggetti prima esclusi<br />

da questo mercato, come gli elettrodomestici,<br />

gli articoli per bambini o i prodotti<br />

elettronici.<br />

<br />

Molto diffusi all’estero ora si stanno sviluppando<br />

anche in Italia i negozi di “buy<br />

and sell”, che acquistano macchine fotografiche,<br />

computer, orologi, strumenti<br />

musicali e hi-fi usati pagandoli subito in<br />

contanti. A Milano lo fanno Mister Cash<br />

e Cash Converters, mentre a Torino c’è<br />

Cash Time che compra soprattutto prodotti<br />

informatici di seconda mano e li<br />

liquida al 50% del loro valore di mercato.<br />

Anche alcuni retailer puntano sull’appeal<br />

del second hand: ad esempio, Gamestop,<br />

Fnac, Mediaworld e Sportler ritirano<br />

rispettivamente console, video-<br />

Baby Bazar<br />

Una catena in franchising dedicata al<br />

mondo bambino, facente capo a Leotron.<br />

Ad oggi i punti di vendita a insegna<br />

Baby Bazar sono 44. Da settembre è stata<br />

lanciata anche la web radio Baby Bazar:<br />

una radio in-store con musica selezionata<br />

per bambini e genitori,<br />

rubriche e intrattenimento.<br />

T.riciclo<br />

Catena di negozi in franchising per<br />

la compravendita di abbigliamento e<br />

accessori usati per bambini e ragazzi dagli<br />

0 ai 14 anni. La formula è caratterizzata<br />

dall’operazione di conto vendita, basata su<br />

un processo di scambio. I genitori possono<br />

portare i capi non più utilizzati: all’atto<br />

della vendita, percepiranno il 45%<br />

del prezzo stabilito precedentemente.


Humana People to People Italia<br />

Basato sulla formula del charity shop,<br />

la catena ha saputo leggere il trend<br />

trasversale legato al vintage. L’assortimento<br />

spazia dagli anni Sessanta agli Ottanta,<br />

gli arrivi sono settimanali.<br />

Prevista la riparazione gratuita<br />

per eventuali piccoli difetti dei capi.<br />

giochi, hardware e attrezzature sportive<br />

usate, trasformandole in sconti sull’acquisto<br />

del nuovo (tecnicamente si tratta<br />

di una permuta), mentre Decathlon<br />

organizza periodicamente i mercatini<br />

dell’usato presso i suoi punti di vendita,<br />

i noti Trocathlon, supportandoli con un<br />

forte battage pubblicitario e trasformandoli<br />

in veri e propri eventi.<br />

<br />

La si potrebbe definire come la versione<br />

terzo millennio della storica formula<br />

dell’usato sicuro che dal mondo dell’automobile<br />

ora si è estesa al mondo della<br />

tecnologia. Infatti è sempre più frequente<br />

trovare in commercio computer, cellulari,<br />

smartphone, televisori di ultima<br />

generazione e macchine fotografiche<br />

digitali rigenerati o refurbished. Ossia<br />

usati (provenienti da esposizioni, centri<br />

commerciali, fiere), risistemati e messi in<br />

vendita a prezzi scontati sino al 50-70%<br />

rispetto ai modelli nuovi. Mentre negli<br />

Usa questo fenomeno dura ormai da un<br />

paio di decenni e coinvolge direttamente<br />

i big della produzione tecnologica mondiale<br />

come Apple, Dell, Xerox o Kodak,<br />

mentre in Italia il refurbishing sta muovendo<br />

solo ora i primi passi. Superando<br />

le diffidenze, e utilizzando la rete con i<br />

suoi forum e le piattaforme di comparazione<br />

dei prezzi, i prodotti rigenerati<br />

stanno accrescendo la loro visibilità,<br />

conquistando un numero sempre crescente<br />

di consumatori.<br />

<br />

L’abbigliamento è il comparto dove la formula<br />

del second hand è più fiorente e<br />

dove origina format nuovi e interessanti.<br />

Spuntano negozi specializzati in luxury<br />

vintage (come Vendôme Italia, la prima<br />

boutique italiana riservata alle borse firmate<br />

di seconda mano) e organizzazioni<br />

del no profit, come Humana People to<br />

People Italia, che ha aperto vere e proprie<br />

boutique per vendere una selezione<br />

dei capi raccolti tramite i contenitori dove<br />

i privati possono conferire gli abiti di<br />

cui vogliono liberarsi.<br />

L’esigenza di svuotare armadi, soffitte e<br />

COVER STORY<br />

NORMATIVA E SVILUPPO<br />

A fianco dei pdv fissi, c’è poi l’universo<br />

di mercati e mercatini sia fissi<br />

sia dell’usato, dalle fiere periodiche<br />

a quelli delle pulci. Un mondo in forte<br />

crescita (seppur difficile da<br />

monitorare), che dovrebbe aumentare<br />

ulteriormente per due motivi:<br />

da un lato, esiste una forte domanda,<br />

che va dai mercatini dei privati<br />

alle garage sales; dall’altro, queste<br />

soluzioni rappresentano un’opportunità<br />

per ridurre i rifiuti conferiti nelle<br />

discariche. Tanto che già la legge<br />

13/2009 prevedeva la valorizzazione in<br />

chiave ecologica dei mercati dell’usato,<br />

promuovendone la rinascita e lo<br />

sviluppo in accordo con le associazioni<br />

professionali e imprenditoriali. Gli enti<br />

locali dovrebbero individuare spazi<br />

pubblici per lo svolgimento periodico<br />

di queste manifestazioni, mentre<br />

un decreto del Ministero dell’Ambiente<br />

ne dovrebbe stabilire gli standard<br />

minimi a tutela dell’ambiente e della<br />

concorrenza. Ma il buco normativo<br />

resta e rappresenta un forte ostacolo<br />

allo sviluppo di questo settore, che<br />

potrebbe rivelarsi una carta importante<br />

anche per valorizzare i centri storici,<br />

creando traffico e generando<br />

un importante “effetto evento”.<br />

cantine e di tenere il passo con la moda<br />

è alla base anche del fenomeno dello<br />

swapping, evoluzione del concetto storico<br />

del baratto, ora tornato prepotentemente<br />

di moda, colorandosi di nuove<br />

sfumature e avvalendosi dell’effetto moltiplicatore<br />

fornito dal web. Su internet,<br />

infatti, crescono i siti che propongono<br />

scambi senza circolo di denaro, mentre<br />

dagli Stati Uniti arriva la moda degli<br />

swap party, privati o pubblici, in cui ci si<br />

ritrova per scambiarsi oggetti e servizi.<br />

In Italia, gli swap party iniziano a diffondersi<br />

solo adesso: spesso vengono<br />

organizzati tramite facebook, ma c’è<br />

chi ne sta facendo un business in locali<br />

pubblici e fast food. Intanto, nascono<br />

punti di vendita dedicati allo swapping,<br />

che ritirano indumenti, calzature e accessori<br />

moda, li classificano in base<br />

a un mix di fattori (qualità, condizioni,<br />

marca) e consentono di scambiarli con<br />

altri capi di uguale valore commerciale<br />

attraverso un sistema di coupon. Come<br />

succede da Luxury Swapping a Treviso,<br />

da Atelier del Riciclo a Milano e da Barattiamo<br />

a Roma.•<br />

29 novembre 2012 19


20<br />

RETAIL<br />

<br />

<br />

Presentato dal presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli,<br />

il bilancio delle iniziative delle insegne a favore degli stakeholder<br />

di Gino Pagliuca<br />

el Paese dei furbi e dei furbetti<br />

alla perenne ricerca di scorciatoie<br />

ai confini (e spesso oltre)<br />

della legge essere sostenibili significa,<br />

innanzitutto, rispettare le regole.<br />

C’è una parte importante dell’economia<br />

italiana, la grande distribuzione, che del<br />

rispetto delle norme fa la sua bandiera.<br />

È questo il messaggio lanciato da Federdistribuzione<br />

in una delle più importanti<br />

sedi istituzionali, il Senato della Repubblica,<br />

dove ha presentato il primo bilancio di<br />

sostenibilità delle aziende aderenti, dando<br />

vita a un’iniziativa cui la Federazione intende<br />

dare continuità nel tempo.<br />

<br />

<strong>Il</strong>lustrando i risultati del corposo studio<br />

che accompagna i dati il presidente<br />

Giovanni Cobolli Gigli spiega: “La distribuzione<br />

moderna organizzata sviluppa,<br />

considerando complessivamente le componenti<br />

food e non food, un fatturato di<br />

130 miliardi di euro, cioè il 58% dei 223<br />

miliardi di vendite effettuate nei negozi in<br />

Italia. Ogni settimana nei nostri punti di<br />

vendita entrano più di 60 milioni di persone.<br />

E 450mila persone trovano occupazione<br />

diretta e stabile nelle strutture. Nelle<br />

imprese aderenti alla nostra federazione<br />

l’88,7% del personale ha un contratto a<br />

tempo indeterminato, il 59% è composto<br />

da donne e il 23,1% ha meno di 30 anni”.<br />

Sono numeri che sembrano provenire da<br />

un altro mondo, se si guarda alla realtà lavorativa<br />

del Paese, caratterizzata da presenza<br />

femminile sui posti di lavoro fortemente<br />

minoritaria e da scarse opportunità<br />

di inserimento per i giovani, ai quali oggi<br />

29 novembre 2012<br />

perlopiù a tempo indeterminato si offre solo<br />

la precarizzazione. Invece, nelle aziende<br />

della grande distribuzione, illustra Cobolli<br />

Gigli, non solo si assumono le persone,<br />

ma si offre loro una concreta possibilità<br />

di crescita, consolidando nel tempo il loro<br />

rapporto con le aziende datrici di lavoro<br />

mediante una continua formazione professionale.<br />

Nella tabella che compare in<br />

LA SOSTENIBILITÀ INTERPRETATA DAL<strong>LE</strong> IMPRESE ADERENTI A FEDERDISTRIBUZIONE<br />

Le attività implementate dalle insegne nei confr onti degli stakeholder<br />

queste pagine sintetizziamo le principali<br />

evidenze risultanti dal bilanci; oltre a questi<br />

numeri c’è però un aspetto di sistema<br />

che Cobolli mette in luce: l’impegno, che<br />

a buon diritto si può definire etico, che<br />

la grande distribuzione ha assunto nei<br />

confronti dei consumatori in un periodo<br />

di forti tensioni economiche e di difficoltà<br />

delle famiglie.<br />

Interazioni Attività<br />

Insegne<br />

aderenti Media<br />

Clienti Info nutrizionali su etichetta prodotti a marca 100% 85%<br />

Predisposizione di indagini di custumer satisfaction 95%<br />

Attivazione di un servizio di ascolto per consumatori 90%<br />

Attivazione di un uffi cio controllo qualità 85%<br />

Tracciabilità per l’identifi cazione dei prodotti 82%<br />

Possibilità di usufruire del part-time 100%<br />

Collaboratori Corsi di formazione per lo sviluppo professionale 95% 75%<br />

Strumenti di comunicazione con i collaboratori 95%<br />

Incentivi o agevolazioni aziendali (es. buoni sconto) 85%<br />

Percorsi formativi per la crescita aziendale 85%<br />

Premi di risultato per contratti integrativi 85%<br />

Miglioramenti organizzativi/contrattuali 80%<br />

Strutture interne aziendali dedicate alla formazione 60%<br />

Iniziative orientate alle pari opportunità 60%<br />

Asili nido, aiuto per fi gli piccoli/anziani a carico 10%<br />

Fornitori Rapporti di fornitura di lunga durata con le PMI 70% 65%<br />

Selezione fornitori sulla base del codice etico 60%<br />

Ambiente Programmi riduzione consumi energetici 100% 89%<br />

Programmi riduzione consumi d’acqua 100%


Ci riferiamo alla politica di moderazione<br />

dei prezzi messa in atto negli ultimi anni.<br />

“Dal 2004 al 2011 -dice Cobolli Gigli- i<br />

prezzi di tariffe e servizi sono complessivamente<br />

cresciuti del 38,1% a fronte<br />

di un’inflazione misurata dall’Istat nel<br />

17,6% e di un aumento dei prezzi dei<br />

confezionati venduti nella grande distribuzione<br />

alimentare salita solo del 7,6%”.<br />

Un’operazione di tutela del potere d’acquisto<br />

delle famiglie che non è stata però<br />

indolore per le aziende distributive,<br />

strette nella tenaglia della crescita dei<br />

costi in particolare delle materie prime e<br />

soprattutto del greggio, e dal forte calo<br />

della domanda interna, dovuto non solo<br />

da aspettative poco favorevoli per il<br />

futuro ma anche da un impoverimento<br />

delle famiglie, valutabile, per l’ultimo<br />

quinquennio, in un calo del 7% di reddito<br />

disponibile pro-capite.<br />

Approvvigionamenti di prodotti a km0 e/o locali* 91%<br />

Sviluppo di linee di “prodotti regionali”* 91%<br />

Ottimizzazione gestione rifiuti 100%<br />

Programmi riduzione degli imballi 91%<br />

Inserimento linee di prodotti attenti all’ambiente 91%<br />

Agricoltura biologica o a basso impatto ambientale 90%<br />

Sensibilizzazione dei clienti sull’ambiente 85%<br />

Comunità Donazioni a enti/soggetti con finalità sociale 85% 82%<br />

Corporate<br />

Governance<br />

Comunicazione<br />

istituzionale<br />

Ridistribuzione eccedenze a strutture caritative* 80%<br />

Vendita prodotti equo-solidali 95%<br />

Acquisti prodotti da soggetti di interesse sociale 95%<br />

Presenza di un Codice Etico 80% 52%<br />

Presenza di una Carta dei valori aziendali 65%<br />

Iniziative di comunicazione dedicate alla RSI 70% 50%<br />

Pubblicazioni o sezione sito internet dedicate alla RSI 65%<br />

Bilancio di sotenibilità/sociale 20%<br />

Certificazioni Certificazione sulla qualità ISO9001 65% 11<br />

Certificazione ambiente ISO14001 25%<br />

Certificazione etica SA8000 10%<br />

* solo imprese food Fonte: Federdistribuzione<br />

RETAIL<br />

Giovanni Cobolli Gigli,<br />

presidente<br />

di Federdistribuzione<br />

Per le insegne tutto questo sta significando<br />

erodere al minimo i margini di redditività:<br />

negli ultimi anni l’utile netto è sceso<br />

sotto l’1% del fatturato. Nonostante questo<br />

continuano, sia pure a livelli minori<br />

rispetto al passato, la politica di investimenti<br />

nell’ammodernamento delle vecchie<br />

strutture e nella realizzazione di nuovi punti<br />

di vendita: “Ogni anno -prosegue Cobolli<br />

Gigli- il nostro settore immette allo scopo<br />

nell’economia italiana tra i 2,5 e i 3 miliardi<br />

di euro, con un impegno che produce<br />

effetti positivi sul territorio, anche in termini<br />

ambientali, garantendo un impulso<br />

per lo sviluppo locale, creando un forte<br />

indotto, generando nuova occupazione e<br />

sostenendo il tessuto di artigiani e piccole<br />

e medie imprese”.<br />

Che cosa chiede Federdistribuzione alla<br />

politica? Sostanzialmente che i settori<br />

protetti siano costretti a farsi concorenza<br />

come hanno fatto le insegne: e si parla di<br />

energia, carburanti, farmaci, banche, assicurazioni<br />

e professioni. Se si giungesse a<br />

una reale liberalizzazione del mercato dei<br />

servizi la distribuzione avrebbe un duplice<br />

vantaggio: riduzione di costi e clienti con<br />

più soldi da spendere nel portafoglio.•<br />

29 novembre 2012 21


più servizio<br />

al consumatore,<br />

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vostro scaffale<br />

di mercato<br />

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La scena di vendita si renderà più autonoma dall’offerta. <strong>Il</strong> visual<br />

merchandising verrà influenzato dall’arte e dalla contaminazione<br />

di Marina Bassi<br />

uali sono i trend che stanno cambiando<br />

il retail e il visual merchandising<br />

in particolare, a livello<br />

internazionale? Quali aspetti<br />

- estetici, progettuali, espositivi, stilistici-<br />

si stanno affermando per raccontare<br />

le nuove atmosfere, disegnare layout e<br />

percorsi in grado di trasmettere i valori e<br />

i plus delle singole catene, sottolineando<br />

le differenze? In breve, quale è oggi<br />

la correlazione tra retail design e visual<br />

merchandising? Queste le domande alle<br />

quali hanno cercato di dare risposte Luisa<br />

Collina, architetto e professore ordinario<br />

in disegno industriale al Politecnico di<br />

Milano, e Francesca Murialdo, direttore<br />

Labomint per il design di interni e collaboratrice<br />

attiva della facoltà sia di architettura<br />

sia di design del Politecnico di<br />

Milano, nel corso di Retail Visions 2012,<br />

il convegno internazionale, tenutosi a novembre<br />

a Milano, organizzato da Popai<br />

Italy e quest’anno moderato da Cristina<br />

Lazzati, vice direttore Area Retail Business<br />

Media Gruppo <strong>24</strong><strong>Ore</strong>.<br />

<br />

Secondo Collina e Murialdo, in un contesto<br />

che chiede sempre più elementi per<br />

individuare e disegnare format adeguati<br />

a intercettare le istanze innovative dei<br />

clienti (dall’antropologia alla geografica<br />

economica, dallo studio dei comportamenti<br />

di consumo al design strategico),<br />

oggi forse non ha più senso continuare<br />

a parlare di concept store, legato a una<br />

presenza della merce, che, invece, sembra<br />

lasciare il suo ruolo di protagonista<br />

in-store. Proprio mentre il legame tra pro-<br />

1<br />

2<br />

3 4<br />

RETAIL<br />

1-<strong>Il</strong> c. c. BoxPark, in una delle zone trendy del design<br />

di Londra, propone sempre spazi temporanei, come il<br />

Levi’s Commuter, un luogo che, in un container industriale,<br />

abbina la vendita della linea Levi’s Commuter, dedicata<br />

agli appassionati delle due ruote, con attrezzi per<br />

riparare le bici. 2-La Santeria, a Milano, esprime un nuovo<br />

concetto di partecipazione attiva: un luogo d’incontro, uno<br />

shop di libri e abbigliamento indipendenti, una caffetteria,<br />

uno spazio per mostre e vernissage e un laboratorio<br />

per condividere creatività. 3-Amazon, puro player<br />

e-commerce, sta lavorando per una rete brick a base<br />

di Kindle. 4-Nonostante Marras, lo spazio dello stilista<br />

Antonio Marras, con biblioteca, caffè, sala da tè, libreria,<br />

salotto, galleria d’arte, boutique, fabbrica di idee.<br />

29 novembre 2012 23


1<br />

3<br />

<strong>24</strong><br />

RETAIL<br />

POCHE REGO<strong>LE</strong> FERREE<br />

PER SVILUPPARE RETI<br />

NEGLI USA<br />

Per entrare con successo negli<br />

Stati Uniti, i retailer devono<br />

conoscere bene non solo il<br />

consumatore, ma anche le<br />

regole nei rapporti tra retailer,<br />

architetti (archistar o meno) e<br />

operatori del settore costruzioni<br />

(ingegneri, elettricisti,<br />

imbianchini, artigiani, ecc).<br />

“<strong>Il</strong> mondo delle costruzioni<br />

americano non ha la flessibilità<br />

di quello italiano -chiarisce<br />

Angelo Michilli, titolare della<br />

Michilli inc-: ma richiede<br />

certificazioni e autorizzazioni<br />

precise prima di avviare e<br />

richiedere qualsiasi lavoro”. Per<br />

questo, la società di Michilli<br />

(e quelle simili) si propone<br />

come interfaccia privilegiata in<br />

grado di monitorare il day by<br />

day della realizzazione del pdv,<br />

risolvendo divergenze<br />

e difficoltà, nel rispetto delle<br />

tempistiche e delle diverse<br />

mentalità, italiana e Usa.<br />

1-2-Palazzi vetro,<br />

ampie vetrine<br />

e manichini per<br />

mostrare lo stile:<br />

ecco l’approccio<br />

di Joe Fresh,<br />

sulla 5th Av a Ny.<br />

3-4-I manichini<br />

diventano<br />

installazioni<br />

che valorizzano<br />

gli spazi nello<br />

store. Parola<br />

di Ralph Pucci.<br />

5-Uniqlo mixa<br />

colori, figure,<br />

vetrine interne.<br />

5<br />

29 novembre 2012<br />

2<br />

4<br />

dotto e negozio sembra allentarsi, visto<br />

che la merce si può comprare ovunque,<br />

un puro player di internet come Amazon<br />

punta, invece, a store classici, dedicati<br />

solo ai Kindle. La rete, ovviamente, sta incidendo<br />

anche sulle modalità di rapporto<br />

dei consumatori: la<br />

diffusione dell’approccio<br />

social ha<br />

sviluppato nuove<br />

consapevolezze,<br />

modificando il<br />

concetto di partecipazione,<br />

basata<br />

su una condivisione<br />

di valori. Così, ognuno da ruolo attivo<br />

nei flussi informativi sui singoli prodotti,<br />

diventa collettore di intelligenza collettiva<br />

per supportare microprogetti personali<br />

industriali (come suggerito dal sito Kickstarter),<br />

piuttosto che micro proprietario<br />

merchandising<br />

sempre più<br />

strategico per<br />

comunicare<br />

il brand<br />

di un’attività, che può incidere anche sul<br />

processo creativo (come per il Mybar a<br />

Beirut). Crescono, inoltre, le contaminazioni,<br />

che vanno in più direzioni: trasformano<br />

uno showroom (Nonostante Marras)<br />

in un luogo non solo per abbigliamento,<br />

abbinano<br />

ristorazione, corsi<br />

di cucina e laboratori<br />

vari (Santeria),<br />

e offrono servizi<br />

specializzati come<br />

ha fatto Levi’s, in Uk<br />

e in Italia (all’ultimo<br />

Salone del Mobile a<br />

Milano) con spazi ad hoc per le biciclette<br />

abbinati alla marca Levi’s Commuter per<br />

chi ha la passione delle due ruote.<br />

<br />

In questo contesto, il visual merchandising<br />

rappresenta un elemento strategico,<br />

in grado di comunicare i valori del<br />

brand, in funzione di quanto ogni retailer<br />

o brand vuole trasmettere a proposito<br />

della propria shopping experience. Così,<br />

secondo Eric Feigenbaum, Chair of Visual<br />

Merchandising Lim College, sono<br />

tre i trend più significativi, già chiari in un<br />

osservatorio privilegiato, quale la Quinta<br />

Avenue di New York. Per Feigenbaum, il<br />

futuro del visual merchandising prevede<br />

un uso del vetro, con ampie vetrine che<br />

coprono anche l’intera superficie esterna<br />

degli store (come fatto da Uniqlo, Guess<br />

e Urban Outfitter) per interagire con i<br />

clienti sin dall’esterno; alcune insegne,<br />

soprattutto nei department store (Neiman<br />

Marcus), hanno deciso di adottare<br />

soluzioni espositive che ricostruiscono<br />

ambienti casalinghi compresi i riferimenti<br />

all’arte. Infine, cresce la diffusione di<br />

manichini, elemento scenografico essenziale<br />

per caratterizzare prodotti, stili e<br />

ambienti, soprattutto se d’autore, come<br />

quelli firmati da Ralph Pucci, cui è stata<br />

dedicata anche una mostra in uno dei<br />

nuovi luoghi più trendy come Joe Fresh,<br />

insegna canadese di abbigliamento che<br />

offre una moda accessibile, attuale e<br />

fresca (proprietà di Loblaw Companies<br />

Limited’s).•


FetteMorbide di GranBiraghi,<br />

un gusto al centro dell’attenzione,<br />

anche su stampa e Tv.<br />

FetteMorbide, il nuovo sottile piacere nato dal cuore della bontà del GranBiraghi, continuano a essere sulla bocca<br />

di tutti, con un investimento pubblicitario dai grandi numeri tra ottobre 2012 e marzo 2013:<br />

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IL BUONO DEL BIOLOGICO<br />

DAL 1978


Nonostante la crisi, l’insegna ammiraglia di Gruppo Coin<br />

mantiene il suo appeal e registra andamenti positivi<br />

di Marina Bassi<br />

ancio dell’e-commerce, sviluppo<br />

all’estero e in Italia, iniziative di solidarietà,<br />

con un forte contenuto di<br />

comunicazione verso il sociale, il<br />

tutto condito da risultati accettabili visto<br />

il momento economico difficile: questi i<br />

dati qualitativi più significativi che hanno<br />

contraddistinto il 2012 di Ovs, l’insegna di<br />

Gruppo Coin che opera in Italia e all’estero<br />

con oltre 700 pdv che hanno generato,<br />

nel 2012, 1.017,7 milioni di euro di vendite<br />

nette. “Nonostante il periodo, siamo soddisfatti<br />

delle performance ottenute -precisa<br />

Francesco Sama, direttore generale di<br />

Ovs-. Le nostre quote di mercato aumentano,<br />

confermando la nostra leadership in<br />

alcuni mercati come l’abbigliamento bambino,<br />

dove abbiamo una quota superiore<br />

al 18%, la moda sia donna sia uomo. Del<br />

resto, il favore che i consumatori continuano<br />

ad accordarci è testimoniato da recenti<br />

premi ricevuti quali Best Place to buy e The<br />

Retailer of the year 2012, per la categoria<br />

moda bimbo e prima infanzia”.<br />

<br />

L’attrattività dell’insegna è legata a diversi<br />

aspetti: il primo è un assortimento in<br />

grado di offrire qualità, prezzi accessibili e<br />

fashion “Anche grazie alla creazione di un<br />

ufficio stile interno attivato quest’anno per<br />

tutte le insegne del Gruppo”, chiarisce Stefano<br />

Beraldo, Ad di Gruppo Coin; un altro<br />

riguarda la validità del formato, con andamenti<br />

positivi legati sia alle nuove aperture<br />

sia alle ristrutturazioni. “Quest’anno abbiamo<br />

aperto 33 pdv in Italia e ristrutturato<br />

alcuni flagship a Firenze, Milano e Roma<br />

(la piazza più redditizia al mq) -precisa Sa-<br />

ma-. Inoltre, siamo concentrati nella trasformazione<br />

della rete Bernardi (104 pdv<br />

acquisiti a fine luglio, ndr): le prospettive<br />

sembrano buone visto che i primi pdv completamente<br />

rivisitati a settembre hanno<br />

registrato risultati più che soddisfacenti”.<br />

<br />

Ma non è solo l’Italia al centro dell’attenzione<br />

dell’insegna. “Stiamo completando<br />

la trasformazione dei 23 negozi che abbiamo<br />

acquisito in Russia, così come stiamo<br />

continuando ad aprire in Cina e nei Paesi<br />

del’Est”. Attualmente, Ovs opera con una<br />

rete all’estero di 150 store, di cui 75 aperti<br />

solo quest’anno. Tra gli obiettivi del 2013,<br />

Ovs pensa all’internazionalizzazione anche<br />

di un format come Ovs Kids. “La prima<br />

tappa sarà la Spagna grazie alla partnership<br />

strategica con El Corte Inglés, cui<br />

seguirà la Cina”. L’internazionalizzazione,<br />

quindi, è un obiettivo strategico, da sviluppare<br />

tenendo conto delle esperienze passate.<br />

“Abbiamo imparato molto in questi<br />

RETAIL<br />

I jeans rappresentano<br />

uno dei settori più forti<br />

dell’offerta Ovs, in termini<br />

sia di contenuto moda<br />

sia di fitting.<br />

“I nostri sono tra i migliori<br />

jeans su scala mondiale”,<br />

chiarisce<br />

Stefano Beraldo,<br />

Ad di Gruppo Coin<br />

anni -sottolinea Beraldo- e abbiamo capito<br />

che una delle chiavi del successo è<br />

quello di clusterizzare l’offerta in funzione<br />

delle caratteristiche del consumatore locale.<br />

I clienti russi hanno stili ed esigenze<br />

diversi da quelli cinesi e francesi, di cui<br />

dobbiamo tenere conto per essere un’insegna<br />

di riferimento. Del resto, questo è<br />

vero anche in Italia, dove, in funzione della<br />

location, l’offerta è focalizzata su single o<br />

famiglie”.<br />

<br />

In linea con l’approccio internazionale, Ovs<br />

ha deciso di cimentarsi anche con l’e-commerce,<br />

che coinvolgerà, successivamente,<br />

anche le altre insegne del gruppo. Dal 1<br />

dicembre, sul nuovo sito saranno disponibili<br />

i primi capi, top e t-shirt della capsule<br />

collection Make Love With, disegnata da<br />

11 ragazzi, giovani generazioni della moda<br />

internazionale, un’operazione sociale e di<br />

comunicazione che vuole tornare a mettere<br />

l’Aids al centro del dibattito.•<br />

29 novembre 2012 27


RETAIL<br />

<br />

<br />

Quattro i format, tecnici disponibili per sostenere gli addetti<br />

nelle relazioni con i clienti. In crescita i corsi online<br />

28<br />

di Barbara Trigari<br />

er Leroy Merlin: “La formazione<br />

è un asse strategico della filosofia<br />

aziendale, che si inserisce in<br />

una visione più ampia mettendo<br />

al centro la persona e la sua continua<br />

valorizzazione con iniziative di vario tipo,<br />

caratterizzate da dinamiche di partecipazione<br />

molto ampliata”. Cristian Marinelli,<br />

direttore risorse umane di Leroy<br />

Merlin Italia, spiega così il progetto di<br />

revisione dell’area risorse umane del sito,<br />

che prevede, per gli aspiranti collaboratori,<br />

la possibilità di confrontarsi in live<br />

chat con i responsabili aziendali.<br />

<br />

“La formazione di Leroy Merlin si muove seguendo<br />

due grandi linee strategiche -spiega<br />

Marinelli-: il miglioramento, da un lato, del<br />

contatto con il cliente, attraverso la formazione<br />

di prodotto, e, dall’altro, della relazione<br />

tra manager e col-<br />

laboratori, sviluppata<br />

agendo sulle competenze<br />

di gestione di<br />

squadra, organizzative<br />

e personali tramite<br />

consulenti esterni”.<br />

<strong>Il</strong> budget riservato alla<br />

formazione ammonta<br />

a 1,2 mio euro annui<br />

per erogare oltre 60mila ore tra formazione<br />

di prodotto, di mestiere, di relazione sia<br />

con la clientela sia nell’area management.<br />

“Leroy Merlin Italia ha una squadra composta<br />

da 11 persone in grado di supportare il<br />

lavoro dei manager che, per ciascun collaboratore,<br />

disegnano un piano specifico di<br />

sviluppo competenze”, spiega Marinelli. In<br />

29 novembre 2012<br />

saper fornire<br />

spiegazioni<br />

sui prodotti è<br />

indispensabile<br />

alla vendita<br />

base a questo piano, ai collaboratori vengono<br />

proposte iniziative formative ad hoc.<br />

Si parte da una formazione di base rivolta<br />

a chi è appena entrato in azienda e non ha<br />

precedenti esperienze o conoscenze tecniche<br />

relative ai prodot-<br />

ti o al loro impiego: si<br />

tratta di corsi online o<br />

tutorial, fruibili anche<br />

via Internet.<br />

<strong>Il</strong> passo successivo<br />

sono i “corsi-prodotto”,<br />

per approfondire<br />

le conoscenze in un<br />

determinato settore<br />

anche attraverso l’esperienza pratica in veri<br />

e propri laboratori tecnici. “Uno di questi<br />

spazi si trova a Caponago (Mb) e ne stiamo<br />

allestendo un altro a Roma -aggiunge Marinelli-.<br />

In questi luoghi, è possibile, ad esempio,<br />

realizzare un impianto termoidraulico,<br />

posare cartongesso, piastrellare... Lavori<br />

di bricolage anche pesanti dai quali partire<br />

I corsi si rivolgono<br />

a tutti<br />

i collaboratori,<br />

nuovi ed esperti,<br />

anche<br />

per aggiornarsi<br />

sui nuovi prodotti<br />

e le nuove<br />

tecniche<br />

per organizzare corsi-avvenimento, chiamati<br />

Campus: vere e proprie fiere attorno al prodotto,<br />

nel corso delle quali intervengono tutti<br />

gli attori legati a un determinato ambito,<br />

come artigiani, architetti, fornitori fino agli<br />

Animatori Prodotto”. <strong>Il</strong> Campus rappresenta<br />

il terzo format della formazione Leroy Merlin:<br />

ciascun collaboratore può, a seconda<br />

delle indicazioni fornite nel proprio piano<br />

di sviluppo competenze, accedere a uno o<br />

più format su una o più famiglie di prodotto,<br />

magari vicini alla propria specializzazione, in<br />

modo da allargare le competenze.<br />

<br />

“Nel settore del fai-da-te -spiega Marinelli-<br />

saper fornire spiegazioni sul prodotto è<br />

indispensabile alla vendita, approccio che<br />

vale anche per il personale in cassa. Per<br />

questo, privilegiamo contratti duraturi e full<br />

time, tendiamo ad assumere chi ha esperienze<br />

pregresse e siamo molto focalizzati<br />

a fornire la formazione interna il più rapi-


damente possibile”. I corsi si<br />

rivolgono a tutti i collaboratori,<br />

nuovi ed esperti, anche per<br />

aggiornarsi sulle novità sia di<br />

prodotto sia di tecniche, che<br />

un domani potrebbero diventare<br />

la tendenza più seguita.<br />

La valorizzazione continua dei<br />

collaboratori coinvolge non<br />

solo la formazione, ma anche<br />

le formule retributive e progetti<br />

come Vision. “Questo coinvolge<br />

tutti i collaboratori e mira a disegnare, attraverso<br />

i loro suggerimenti, la Leroy Merlin<br />

del 2020”, spiega Marinelli.<br />

<br />

Da chi sono formate le squadre di formazione<br />

di Leroy Merlin? I primi a farne parte<br />

sono gli Animatori Prodotto, un centinaio<br />

su 5.600 collaboratori, selezionati tra coloro<br />

che, oltre a possedere le competenze<br />

specifiche in un determinato ambito, hanno<br />

anche il desiderio e l’attitudine pedagogica<br />

per diffonderle e trasmetterle ai colleghi.<br />

“Sono persone normalmente già coinvolte<br />

in gruppi trasversali di lavoro per definire le<br />

nuove gamme prodotto, che selezioniamo<br />

CRISTIAN<br />

MARINELLI<br />

direttore<br />

risorse umane<br />

Leroy Merlin Italia<br />

attraverso colloqui di tipo prevalentemente<br />

motivazionale”,<br />

prosegue Marinelli.<br />

Alla formazione contribuiscono<br />

anche i fornitori: “Scegliamo<br />

quelli caratterizzati da<br />

un’impronta pedagogica forte,<br />

che vanno oltre la promozione<br />

dei prodotti, nella logica di<br />

apportare un know-how tecnico”,<br />

precisa il direttore risorse<br />

umane. Infine, vi sono tecnici<br />

e professionisti esterni: architetti, idraulici,<br />

elettricisti, ecc., che si distinguono per l’attitudine<br />

a trasmettere le proprie conoscenze.<br />

Spesso si tratta di professionisti entrati in<br />

contatto con l’azienda per altri progetti, reclutati<br />

successivamente per la formazione.<br />

<br />

Quest’anno la formazione prodotto si è arricchita<br />

di un quarto format, che prevede la<br />

partecipazione dei collaboratori a cantieri di<br />

posa reali, a casa del cliente. In questo modo<br />

retailer, produttore, artigiano, forza vendita<br />

e cliente si trovano, per la prima volta,<br />

a vivere un’esperienza comune, la cui valutazione<br />

va a vantaggio di tutti. “Quest’anno,<br />

RETAIL<br />

abbiamo fatto dei test andati molto bene e,<br />

nel 2013, vorremmo diffondere l’iniziativa in<br />

modo massiccio tra tutti coloro che lavorano<br />

nei negozi”, conclude Marinelli.<br />

La formazione prosegue anche sui social<br />

network, in maniera distinta, nel senso che<br />

i collaboratori tendono a costituire gruppi<br />

di discussione slegati da quelli ufficiali.<br />

Proseguirà nel 2013 anche l’attività di live<br />

chat con appuntamenti nel corso dell’anno<br />

che coinvolgeranno non solo il direttore del<br />

personale, ma anche altre figure aziendali.<br />

“L’obiettivo è quello di comunicare da subito<br />

il clima di trasparenza che si respira in azienda,<br />

dove tutti sono raggiungibili e aperti al<br />

dialogo”, chiarisce Marinelli.<br />

Un’altra tendenza in crescita riguarda i video<br />

tutorial, sempre più apprezzati dai collaboratori,<br />

e ai quali viene riservata una quota<br />

sempre più significativa del budget per la<br />

formazione.<br />

Per quanto riguarda i clienti, infine, Leroy<br />

Merlin organizza giornate formative dedicate<br />

a temi specifici in collaborazione con le<br />

case fornitrici di prodotto: “Aiutano a creare<br />

un rapporto più stretto con la clientela e<br />

a comunicare il sapere aziendale, al di là<br />

dell’attività di vendita”.•


artigianalità.<br />

Territorio.<br />

Radici.<br />

Futuro.<br />

È <br />

<br />

<br />

<br />

<br />

ALLUFLON SPA - Loc. Pianaccio, 71 - 61040 Mondavio (PU) - Italia


RETAIL<br />

<br />

<br />

<strong>Il</strong> retailer britannico è partito cinque anni fa con una serie<br />

di iniziative che stanno dando vita a un progetto complessivo<br />

120<br />

i prodotti per cui<br />

Tesco comunica<br />

la carbon footprint<br />

50%<br />

riduzione emissioni<br />

C02 nei pdv Tesco<br />

entro il 2020<br />

0<br />

emissioni C02<br />

nei pdv Tesco<br />

entro il 2050<br />

Si trova<br />

a Ramsey, nel<br />

Cambridgeshire,<br />

il primo store<br />

al mondo a zero<br />

emissioni<br />

di monossido<br />

di carbonio<br />

di Luigi Dell’Olio<br />

on più solo progetti che perseguono<br />

obiettivi socio-ambientali,<br />

e che possono portare anche<br />

a ricadute positive in termini di<br />

immagine e reputazione presso i consumatori,<br />

ma una vera e propria componente<br />

del business aziendale. Così sta<br />

cambiando il modo in cui etica e sostenibilità<br />

vengono percepite dal mondo retail:<br />

una tendenza che si sta rafforzando su<br />

larga scala e che trova alcuni esempi eccellenti<br />

anche tra i big del settore, come<br />

dimostra l’esperienza di Tesco. “Da una<br />

ricerca che abbiamo condotto su un campione<br />

di cfo internazionali del comparto<br />

retail”, spiega Lorenzo Solimene, senior<br />

manager Risk Consulting - Climate Change<br />

& Sustainability di Kpmg: “È emerso<br />

che siamo nel mezzo di un passaggio<br />

epocale: il tema della sostenibilità non è<br />

più una mostrina da esporre per mostrare<br />

al mercato che si sta agendo in maniera<br />

responsabile, ma sta diventando una<br />

componente essenziale del business. Ot-<br />

to aziende su dieci hanno sviluppato iniziative<br />

di questo tipo e la maggior parte di<br />

loro ha avuto riscontri positivi in termini<br />

di costi operativi”. Qualche esempio aiuta<br />

a delineare meglio lo scenario. “Prendiamo<br />

il tema dell’efficienza energetica:<br />

da un lato aiuta a limitare l’impiego di<br />

risorse energetiche (e quindi meno emissioni<br />

di CO2), ma dall’altro consente alla<br />

stessa azienda di anche ridurre i costi,<br />

cosa fondamentale in questo periodo”,<br />

aggiunge Solimene. “Lo stesso vale per<br />

l’impatto sull’ambiente e sulle tempistiche<br />

della logistica”.<br />

<br />

Un esempio in tal senso arriva da Tesco.<br />

<strong>Il</strong> più grande retailer britannico è partito<br />

un lustro fa con iniziative su singole<br />

componenti organizzative (miglioramento<br />

della catena logistica per ridurre le emissioni<br />

di CO2 nell’ambiente, creazione di<br />

impianti per produrre energia da fonti<br />

rinnovabili e trattamento delle acque<br />

prima dell’immissione nella rete fognaria),<br />

per poi estendere progressivamente<br />

il suo orizzonte, tenendo conto di volta<br />

in volta dei feedback provenienti dalla<br />

clientela. Così, ad esempio, sono nate<br />

sia la carbon labelling, un’etichetta che<br />

comunica la quantità di anidride carbonica<br />

emessa nella produzione degli articoli<br />

(120 i prodotti che finora sono stati coinvolti<br />

nell’iniziativa, dalle patate al succo<br />

d’arancia, passando per i detersivi e<br />

le patatine) sia l’assegnazione di punti<br />

green, aggiuntivi alla tessera fedeltà,<br />

quando si acquistano prodotti a basso<br />

impatto ambientale.<br />

29 novembre 2012 31


RETAIL<br />

Fino ad arrivare a Greener Living, strategia<br />

che abbraccia tutti i rami della vita<br />

aziendale in ottica sostenibile e che è<br />

supportata da un sito Internet (http://<br />

www.tesco.com/greenerliving/greener_<br />

tesco/what_tesco_is_doing/sustainable_living.page)<br />

dove vengono riportati<br />

i progressi conseguiti nel tempo.<br />

<br />

La strategia all’insegna della sostenibilità<br />

del retailer britannico si basa essenzialmente<br />

su tre pilastri: innanzitutto vengono<br />

realizzate iniziative nei punti di vendita e<br />

sui processi che consentano di seguire gli<br />

input della sostenibilità (come nell’esempio<br />

citato sul fronte logistico), con una<br />

rendicontazione periodica dei risultati<br />

conseguiti, che vengono sottoposti alla<br />

certificazione di enti terzi, specializzati<br />

in tematiche ambientali. Quindi lavora in<br />

collaborazione con i fornitori per ridurre<br />

le emissioni dei prodotti proposti sugli<br />

scaffali, aiutando i più piccoli nell’analisi<br />

dei costi e benefici dell’innovazione green.<br />

Infine, adotta azioni di comunicazione e<br />

orientamento ai consumatori affinché si<br />

indirizzino verso stili di vita a bassa emissione<br />

che giocano un ruolo importante anche<br />

in ottica di fidelizzazione.<br />

<br />

Al nome di Tesco è legato il primo zero carbon<br />

store al mondo, realizzato nel 2010<br />

a Ramsey (Cambridgeshire) attraverso<br />

una serie di azioni innovative che vanno<br />

dall’ampio impiego di legno nella costru-<br />

La carbon labelling<br />

comunica la quantità<br />

di CO2 emessa<br />

nella produzione<br />

degli articoli.<br />

L’iniziativa riguarda<br />

ad oggi 120 prodotti<br />

32<br />

29 novembre 2012<br />

zione a sistemi di raccolta dell’acqua piovana,<br />

da impiegare poi per l’irrigazione e<br />

i servizi igienici, dalla presenza di tubi<br />

solari che permettono all’irraggiamento<br />

naturale di raggiungere tutta la superficie<br />

di vendita e gli uffici destinati al personale<br />

caratterizzati da sistemi a elevata<br />

efficienza energetica nel riscaldamento.<br />

Anche l’area parcheggio è innovativa, con<br />

impianti di illuminazione led e ampio impiego<br />

dei pannelli solari per fornire energia<br />

ai lampioni. Tutta l’energia consumata<br />

dal punto di vendita deriva da autoproduzione<br />

in loco tramite energia rinnovabile,<br />

con prevalenza dei pannelli fotovoltaici.<br />

La realizzazione di Ramsey funziona da<br />

benchmark per tutti i nuovi punti di vendita,<br />

chiamati a contribuire all’obiettivo<br />

aziendale di ridur-<br />

re entro il 2020 le<br />

emissioni di anidride<br />

carbonica del 50% rispetto<br />

ai dati rilevati<br />

nel 2006, per arrivare<br />

a emissioni zero<br />

nel 2050. La logica<br />

di azione su più livelli<br />

trova conferma nello<br />

stesso esempio di<br />

Ramsey, dove si è fatto ricorso a manovalanza<br />

locale in sede di costruzione (previa<br />

formazione sui temi della sostenibilità),<br />

così come a fornitori vicini per il legno, la<br />

pavimentazione e le finestre.<br />

Un’esperienza replicata nel Tesco Express<br />

di Loughborough, 20 km a sud di<br />

Nottingham, inaugurato questo autunno,<br />

i clienti<br />

vengono<br />

fidelizzati<br />

suggerendo<br />

pratiche<br />

ecologiche<br />

virtuose<br />

che può vantare di essere il primo punto<br />

di vendita illuminato esclusivamente da<br />

apparecchi led ad alta efficienza (e tali<br />

sono anche le celle frigorifere e i congelatori<br />

del negozio).<br />

L’unico posto all’interno del punto di vendita<br />

in cui viene mantenuta l’illuminazione<br />

standard è nel forno del panificio per<br />

via delle temperature troppo alte per far<br />

funzionare i led. Si tratta di una scelta<br />

che dovrebbe portare a un risparmio<br />

medio dei consumi energetici valutabile<br />

intorno al 30%.<br />

<br />

<strong>Il</strong> coinvolgimento dei consumatori nelle<br />

strategie green risente del fenomeno<br />

social che dilaga sul Web e non solo. I<br />

clienti dei punti di<br />

vendita sono destinatari<br />

di una comunicazione<br />

che li<br />

fa sentire membri<br />

della comunità Tesco,aumentandone<br />

il coinvolgimento<br />

nelle strategie di<br />

azione concrete per<br />

ridurre le emissioni<br />

inquinanti. In questa direzione si muove,<br />

tra gli altri, il file “educational” proposto<br />

sul sito di Greneer Living, che promette di<br />

far risparmiare cinquemila sterline all’anno<br />

attraverso comportamenti più attenti<br />

tra le mura domestiche: segue una spiegazione<br />

con filmati ed esempi di iniziative<br />

virtuose nell’uso di elettrodomestici e<br />

altri dispositivi presenti in casa.<br />

<strong>Il</strong> concetto che il colosso del retail punta<br />

a trasmettere è che il cambiamento<br />

non può riguardare solo un attore della<br />

filiera (come il distributore), ma deve<br />

coinvolgere tutti, dai produttori ai consumatori,<br />

passando per gli addetti alla<br />

logistica. Senza trascurare i dipendenti,<br />

che partecipano a un concorso annuale<br />

-denominato Energy Champion- che<br />

premia chi si impegna maggiormente in<br />

azioni di riduzione dei consumi energetici<br />

nel punto di vendita e nel coinvolgimento<br />

delle comunità locali.•


34<br />

RETAIL_ sviluppo reti<br />

di A. Bonaccorsi<br />

* Dati aree da: Guida Nielsen Largo<br />

Consumo, edizione Luglio 2012<br />

AREA NIELSEN 1<br />

IPERMERCATI: 356<br />

MQ 1.863.412<br />

SUPERMERCATI: 1.787<br />

MQ 1.720.371<br />

ALTRI: 3.979<br />

MQ 1.258.440<br />

SUPERMERCATO<br />

Via Milazzo 30<br />

Busto Arsizio (Va)<br />

752 mq<br />

Unes Maxi<br />

DATA DI APERTURA<br />

31 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

È ubicato in zona centrale, a un<br />

29 novembre 2012<br />

paio di chilometri dal palazzo<br />

comunale.<br />

CONCORRENZA<br />

Nella stessa zona sono attivi<br />

un pdv Esselunga, un Tigros,<br />

un cash and carry Metro e un<br />

secondo punto di vendita Unes.<br />

LAYOUT<br />

Dopo un breve periodo di chiusura<br />

dedicato alla ristrutturazione,<br />

il pdv riapre rimanendo<br />

fedele alla filosofia dell’insegna<br />

ed adottando una serie di<br />

misure ecosostenibili. È stato<br />

realizzato anche il reparto self<br />

service di panetteria sfusa.<br />

OFFERTA<br />

Offre 8.250 referenze, di cui<br />

1.500 non alimentari.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,00-20,00;<br />

domenica 9,00-13,00. <strong>Il</strong> parcheggio,<br />

scoperto e non, ospita<br />

fino a 120 auto e 15 tra moto<br />

e bici.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Impiega <strong>24</strong> addetti e dispone<br />

di cinque casse in barriera.<br />

DUKA<br />

210 LITRI<br />

CITY<br />

110 LITRI<br />

AREA NIELSEN 2<br />

IPERMERCATI: 205<br />

MQ 934.762<br />

SUPERMERCATI: 1.812<br />

MQ 1.640.845<br />

ALTRI: 3.766<br />

MQ 1.129.030<br />

SUPERMERCATO<br />

Via Roma<br />

Tricesimo (Ud)<br />

1.350 mq<br />

Gruppo Unicomm<br />

(Selex)<br />

DATA DI APERTURA<br />

Ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Sulla via centrale, lungo la<br />

strada statale 13.<br />

CONCORRENZA<br />

Non sono presenti concorrenti<br />

nelle vicinanze.<br />

La spesa si fa green<br />

www.plastimark.com<br />

TWIGA<br />

150 LITRI<br />

LAYOUT<br />

Non si discosta dalla consueta<br />

formula aziendale.<br />

OFFERTA<br />

Sono 8.000 le referenze, tra<br />

alimentari e non food, con<br />

una particolare attenzione<br />

ai reparti freschi. In vendita<br />

sfusi vini, legumi e frutta<br />

secca.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,30-19,30;<br />

domenica 9,00-13,00. Sono<br />

disponibili nel parcheggio<br />

oltre 60 posti auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Ha uno staff di 29 addetti ed<br />

è dotato di sei casse.<br />

KEITA<br />

90 LITRI


sviluppo rete _ RETAIL<br />

AREA NIELSEN 4<br />

IPERMERCATI: 150<br />

MQ 779.145<br />

SUPERMERCATI: 2.739<br />

MQ 2.065.999<br />

ALTRI: 7.204<br />

MQ 1.984.229<br />

SUPERSTORE<br />

Via Messina Marine, 533/C<br />

Palermo<br />

1.500 mq<br />

F.lli Abbate & C. S.r.l.<br />

(Sicilconad Mercurio)<br />

DATA DI APERTURA<br />

17 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

A pochi passi dal mare, lungo la<br />

principale via di collegamento<br />

con i comuni limitrofi a sud del<br />

capoluogo siciliano.<br />

<strong>Il</strong> bacino di utenza potenziale<br />

è di 200.000 abitanti nell’arco<br />

di sette minuti di percorrenza<br />

automobilistica.<br />

CONCORRENZA<br />

In zona sono attivi un Ipercoop,<br />

due Carrefour Market, un secondo<br />

Conad Superstore, due pdv<br />

Conad, due Sigma e un Interspar.<br />

LAYOUT<br />

Si sviluppa su doppia piastra<br />

con ingresso sui freschi. <strong>Il</strong> banco<br />

assistito è ad isola centrale<br />

per salumeria, gastronomia e<br />

pasticceria, mentre è perimetrale<br />

per panetteria e macelleria,<br />

con lavorazione a vista.<br />

All’interno è presente il Punto<br />

ristoro con spazio dedicato.<br />

OFFERTA<br />

Conta circa 8.000 referenze,<br />

per l’80% alimentari.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-dom 8,30-20,30. <strong>Il</strong><br />

parcheggio scoperto può accogliere<br />

200 auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

L’organico operativo è composto<br />

da 35 addetti. La barriera<br />

casse è formata da dieci postazioni.<br />

SUPERSTORE<br />

Viale Michelangelo 2200<br />

Palermo<br />

1.800 mq<br />

Gamac S.r.l.<br />

(Sicilconad Mercurio)<br />

DATA DI APERTURA<br />

1 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

<strong>Il</strong> pdv è la locomotiva alimentare<br />

del centro commerciale<br />

Centro Michelangelo, realizzato<br />

all’interno del quartiere Borgo<br />

Nuovo, nella parte ovest del<br />

capoluogo siciliano, facilmente<br />

raggiungibile anche dall’autostrada.<br />

<strong>Il</strong> bacino potenziale di<br />

utenza è di 200.000 clienti.<br />

CONCORRENZA<br />

Nella stessa area gravitano<br />

un Ipercoop, un pdv Carrefour<br />

Market, un Simply, un secondo<br />

Conad Superstore, un super<br />

Conad e un Penny Market.<br />

LAYOUT<br />

Fedele alla tradizione dell’insegna.<br />

L’ingresso è sull’ortofrutta.<br />

OFFERTA<br />

Lo store ha un assortimento di<br />

8.000 referenze.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,30-20,30;<br />

domenica 9,00-13,00. <strong>Il</strong> parcheggio<br />

scoperto comprende<br />

300 posti auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> team di lavoro è composto<br />

da 35 dipendenti, mentre sono<br />

attive in barriera dieci casse.<br />

29 novembre 2012 35<br />

29 novembre 2012 35


36<br />

RETAIL_ sviluppo reti<br />

SUPERSTORE<br />

Via Olivieri Mandalà 38/40<br />

Palermo<br />

1.500 mq<br />

Le Pleiadi S.r.l.<br />

(Sicilconad Mercurio)<br />

DATA DI APERTURA<br />

17 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Aperto in un’area densamente<br />

trafficata. La strada<br />

scorre perpendicolare a viale<br />

Regione Siciliana, principale<br />

arteria di viabilità<br />

cittadina, nonché raccordo<br />

autostradale. Lo store ha un<br />

bacino di utenza potenziale<br />

di 250.000 abitanti.<br />

CONCORRENZA<br />

Le insegne presenti in zona<br />

sono Ipercoop, Carrefour,<br />

Conad Superstore, Conad,<br />

Sigma, Sisa e Pam.<br />

LAYOUT<br />

<strong>Il</strong> format, che si estende su<br />

doppia piastra con ingresso<br />

sull’ortofrutta, è in linea con<br />

il modello base dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Sono 8.000 circa gli articoli<br />

in vendita.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,45-20,30;<br />

domenica 9,00-13,00. Sono<br />

disponibili nel parcheggio<br />

scoperto 100 posti auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Dà lavoro a 30 impiegati. Per<br />

le operazioni di pagamento<br />

presenti sei casse in barriera.<br />

29 novembre 2012<br />

NON FOOD<br />

OTTICA<br />

Via Largo Carducci 21<br />

Trento<br />

250 mq<br />

Ottica Avanzi<br />

DATA DI APERTURA<br />

8 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Realizzato nel centro cittadino,<br />

a poche centinaia di metri<br />

dal Comune e dall’Università<br />

di Trento.<br />

CONCORRENZA<br />

A meno di un chilometro<br />

opera Punto Ottica.<br />

LAYOUT<br />

Rimane in linea con il consueto<br />

format aziendale.<br />

OFFERTA<br />

Vende 576 occhiali da vista<br />

e 264 da sole esposti<br />

nell’apposito corner Solaris.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lunedì 15,30-20,00;<br />

mar-sab 9,00-13,00 e<br />

15,30-20,00.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Sono quattro gli impiegati.<br />

OTTICA<br />

Via Ponte Piscina Cupa<br />

Castel Romano (Roma)<br />

130 mq<br />

Ottica Avanzi<br />

DATA DI APERTURA<br />

25 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Si trova all’interno del Castel<br />

Romano Shopping Village di<br />

recente inaugurazione. Si può<br />

raggiungere dalla strada stata-<br />

le 148 via Pontina.<br />

CONCORRENZA<br />

Non risultano concorrenti nello<br />

stesso bacino di utenza.<br />

LAYOUT<br />

Si estende su pianta rettangolare<br />

e rispecchia il tipico concept<br />

dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Non disponibile.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />

domenica 10,00-21,00. <strong>Il</strong> parcheggio<br />

del centro ha una capienza<br />

per 1.300 automobili.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Sono impiegati tre addetti. È<br />

presente una cassa.<br />

BRICOLAGE<br />

Corso Torino<br />

Asti<br />

2.100 mq<br />

Gruppo Potenti<br />

(affiliato Marketing Trend,<br />

Coop Lombardia)<br />

DATA DI APERTURA<br />

4 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Si trova alla periferia ovest della<br />

città, alle spalle del supermercato<br />

Pam. È stato realizzato<br />

nei locali precedentemente<br />

occupati da un discount In’s.<br />

CONCORRENZA<br />

Nel suo bacino d’utenza si confronta<br />

con un Self e un Brico<br />

Center entrambi nella periferia<br />

est di Asti.<br />

LAYOUT<br />

Ha pianta rettangolare. L’area<br />

espositiva è divisa in due da<br />

un’ampia corsia centrale (perpendicolare<br />

alla parete d’ingresso)<br />

al centro della quale<br />

sono allestite tante piccole<br />

isole promozionali.<br />

OFFERTA<br />

La proposta merceologica si<br />

compone di 20.000 articoli<br />

organizzati nei tredici reparti.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 8,30-20,00;<br />

domenica 9,00-19,30. Si avvale<br />

di un parcheggio antistante<br />

il negozio con oltre 100 posti<br />

auto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

È dotato di quattro casse e occupa<br />

14 addetti.<br />

SPECIALISTA PRODOTTI<br />

TECNICI PER LA CASA<br />

Via Marengo<br />

Carate Brianza (Mb)<br />

5.840 mq<br />

Bricoman Italia<br />

DATA DI APERTURA<br />

17 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Si trova su una parallela alla<br />

strada statale 36 Valassina, alla<br />

periferia della cittadina.<br />

CONCORRENZA<br />

Non sono presenti concorrenti<br />

in zona.<br />

LAYOUT<br />

Segue la tradizione dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Offre al pubblico una gamma di<br />

oltre 17.000 prodotti.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 7,00-20,30;<br />

domenica 9,00-20,30.


sviluppo rete _ RETAIL<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> punto di vendita è diretto da<br />

Giovanni Angileri e conta su un<br />

team di circa 95 collaboratori<br />

con un’età media di 25 anni.<br />

E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />

Via Bellei 22<br />

Pavullo nel Frignano (Mo)<br />

700 mq<br />

Derta spa<br />

(Euronics Italia)<br />

DATA DI APERTURA<br />

29 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Situato in periferia. La via è<br />

parallela alla strada statale<br />

12. Poco distante c’è la fermata<br />

dell’autobus Le Aie.<br />

CONCORRENZA<br />

Non operano competitor in<br />

zona.<br />

LAYOUT<br />

Si estende su pianta quadrata<br />

e segue la tradizionale formula<br />

aziendale.<br />

OFFERTA<br />

Conta su circa 4.000 referenze<br />

in assortimento.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lunedì 15,30-19,30;<br />

mar-sab 8,30-13,30 e<br />

15,30-19,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Sono impiegati otto lavoratori<br />

e attive due casse.<br />

E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />

Via Ponte di Piscina Cupa<br />

Parco<br />

Castel Romano (Roma)<br />

1.110 mq<br />

Andreoli Spa<br />

(Euronics Italia)<br />

DATA DI APERTURA<br />

25 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Realizzato all’interno del<br />

parco commerciale Castel<br />

Romano Shopping Village,<br />

esattamente di fronte<br />

all’Outlet. Raggiungibile<br />

dalla strada statale 148<br />

via Pontina che interseca<br />

il Grande Raccordo Anulare<br />

(uscita 26).<br />

CONCORRENZA<br />

Non ha concorrenti che gravitano<br />

in zona.<br />

LAYOUT<br />

Sviluppato su pianta triangolare,<br />

è stato disegnato<br />

in linea con il recente store<br />

concept messo a punto da<br />

Euronics, che valorizza l’innovazione<br />

tecnologica, grazie<br />

a prodotti a libero tocco,<br />

aree emozionali, wi-fi gratuito<br />

e Qr code per offrire spiegazioni<br />

dei modelli esposti<br />

direttamente sui dispositivi<br />

mobile dei clienti.<br />

OFFERTA<br />

Non disponibile.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />

domenica 10,00-21,00. Sono<br />

1.300 i posti auto del<br />

centro tra parcheggio interrato<br />

e parcheggio piano terra<br />

scoperto.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> direttore Maurizio Montitti<br />

coordina 14 addetti. Attive<br />

in barriera due casse.<br />

29 novembre 2012<br />

37


38<br />

RETAIL_ sviluppo reti<br />

E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />

Via Ugo La Malfa 115<br />

Palermo<br />

4.300 mq<br />

Pistone Srl<br />

(Gruppo Expert)<br />

DATA DI APERTURA<br />

3 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Collocato nel c.c. Nuova Città<br />

Mercato, considerato un’area<br />

strategica sia per l’alto valore<br />

commerciale sia per il bacino<br />

di utenza alto spendente.<br />

CONCORRENZA<br />

Non si confronta con concorrenti<br />

diretti in zona.<br />

LAYOUT<br />

<strong>Il</strong> layout, come da tradizione<br />

dell’insegna, valorizza al<br />

meglio l’offerta tecnologica.<br />

Presenti all’interno numerosi<br />

shop-in-shop dell’Industria.<br />

OFFERTA<br />

Non disponibile.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-dom 9,00-21,00.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Sono impiegati 40 addetti. La<br />

barriera casse è formata da<br />

sette postazioni.<br />

BRICOLAGE, EDILIZIA<br />

E GIARDINAGGIO<br />

Via Berlinguer 1<br />

Afragola (Na)<br />

8.400 mq<br />

Leroy Merlin<br />

DATA DI APERTURA<br />

13 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

L’azienda trasferisce il negozio<br />

di Arzano al parco commercia-<br />

29 novembre 2012<br />

le Le Porte di Napoli.<br />

CONCORRENZA<br />

Non operano concorrenti in<br />

zona.<br />

LAYOUT<br />

Come da tradizione dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Offre oltre 40.000 prodotti.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />

domenica 10,00-21,00.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

La squadra di lavoro, diretta<br />

da Antonio Borrelli, è composta<br />

da 75 collaboratori, con<br />

un’età media di 32 anni.<br />

MARCOPOLO EXPERT<br />

E<strong>LE</strong>TTRONICA<br />

DI CONSUMO<br />

Viale della Fisica <strong>24</strong><br />

Potenza<br />

1.100 mq<br />

Sgm Distribuzione<br />

DATA DI APERTURA<br />

29 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Si trova nella prima periferia<br />

urbana della città, a circa<br />

quattro chilometri dall’Università<br />

degli Studi della Basilicata.<br />

CONCORRENZA<br />

Nessun concorrente in zona.<br />

LAYOUT<br />

Riapre dopo il cambio di insegna<br />

in seguito all’acquisizione<br />

da Eldo e segue la filosofia<br />

dell’insegna Expert.<br />

OFFERTA<br />

In vendita sono proposti circa<br />

7.000 articoli.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-20,30;<br />

domenica 10,00-20,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

L’azienda ha riconfermato i<br />

16 addetti impiegati precedentemente<br />

da Eldo. La barriera<br />

casse è formata da tre<br />

postazioni.<br />

MARCOPOLO EXPERT<br />

Elettronica di consumo<br />

Viale Italia 48<br />

Corsico (Mi)<br />

2.200 mq<br />

Sgm Distribuzione<br />

DATA DI APERTURA<br />

27 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

È in zona periferica, poco distante<br />

dall’area verde Fontanile<br />

Visconti.<br />

CONCORRENZA<br />

Non sono presenti competitor.<br />

LAYOUT<br />

Riapre dopo l’acquisizione da<br />

Eldo e non si discosta dal tipico<br />

format dell’insegna Expert.<br />

OFFERTA<br />

Non disponibile.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-dom 9,00-20,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Ha mantenuto lo staff impiegato<br />

con la precedente insegna:<br />

in totale 13 dipendenti<br />

tra addetti alla vendita e al<br />

magazzino, cassieri e store<br />

manager.<br />

PET STORE<br />

Via Padana superiore<br />

Mazzano (Bs)<br />

470 mq<br />

Maxi Zoo Italia<br />

DATA DI APERTURA<br />

11 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Costruito in zona periferica,<br />

in una via perpendicolare alla<br />

strada statale Gardesana<br />

Occidentale.<br />

CONCORRENZA<br />

Non ci sono insegne concorrenti<br />

nelle vicinanze.<br />

LAYOUT<br />

Sviluppato su pianta rettangolare,<br />

rimane fedele al format<br />

dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

Sono 7.000 le referenze totali,<br />

di cui 3.000 di petfood e<br />

4.000 di petcare.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-20,00;<br />

domenica 9,30-19,30. <strong>Il</strong> parcheggio<br />

scoperto ospita fino<br />

a 20 automobili.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Katia Quaranta dirige sei<br />

addetti part time e uno full<br />

time. In barriera, sono attive<br />

due casse.


Ricerca a cura di<br />

<br />

<br />

<br />

Come prevenire i furti<br />

e ridurre l’impatto<br />

dei furti sul business.<br />

Un’indagine condotta<br />

su un campione<br />

di 17 insegne dei settori<br />

food e non food


40<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

<br />

<br />

<br />

Un’indagine condotta<br />

tra le insegne<br />

fotografa lo stato<br />

delle cose riguardo<br />

a un fenomeno che<br />

continua a vedere<br />

protagonisti (negativi)<br />

dipendenti<br />

e consumatori<br />

29 novembre 2012<br />

di Barbara Trigari<br />

a valutazione delle differenze inventariali<br />

coinvolge tutti i retailer. Una<br />

parte di questi ammanchi è causata<br />

da furti perpetrati dalla clientela<br />

oppure dai collaboratori nel corso delle<br />

diverse fasi che portano un prodotto sullo<br />

scaffale e... fuori dal pdv. A questo proposito<br />

abbiamo realizzato un’indagine in collaborazione<br />

con Checkpoint Systems Italia)<br />

che ha coinvolto 17 aziende retail tra<br />

alimentare e non food in tutta Italia (box<br />

a pagina 45, ndr) e della quale abbiamo<br />

anticipato i risultati nella tavola rotonda<br />

“L’innovazione tecnologica per migliorare<br />

performance e qualità del servizio” svoltasi<br />

durante il recente Consumer & Retail<br />

Summit a Milano (Gdoweekm@il n.34).<br />

<strong>Il</strong> primo elemento interessante emerso<br />

dall’inchiesta riguada proprio la definizione<br />

e la quantificazione del fenomeno dei<br />

furti, che risulta difficile o poco accurata.<br />

Le differenze inventariali spesso vengono<br />

conteggiate una volta sola durante l’anno,<br />

e confondono facilmente i furti con ammanchi<br />

legati alla normale attività di gestione<br />

del negozio.<br />

Difficile dunque collocarli nel tempo e<br />

legarli a specifici periodi dell’anno o momenti<br />

della giornata; inoltre, per merceologie<br />

come la carne e i prodotti freschi,<br />

solo la flagranza (soprattutto nel caso di<br />

furti da parte dei dipendenti) rende conto


del fenomeno, che altrimenti viene attribuito<br />

ai processi di gestione delle merci<br />

(scarti, rotture, consumi interni, mancato<br />

freddo...). I pochi dati a disposizione possono<br />

rendere le azioni di contrasto meno<br />

efficaci. Per questo alcuni retailer hanno<br />

cominciato a lavorare proprio su questo<br />

aspetto, come per esempio Conad Adriatico<br />

che ha messo in atto una mappatura<br />

dei rischi all’interno del pdv, individuando<br />

tre aree da monitorare: l’area riserva (ricevimento<br />

merci, controllo dei fornitori, stoccaggio<br />

e prelievo), l’area vendita (quindi il<br />

comportamento dei clienti) e l’area casse<br />

(pagamento e correttezza delle operazioni<br />

da parte dell’addetto cassa).<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

Stagionalità? Quando si ruba meglio?<br />

La stagionalità è un altro elemento difficile da rilevare, perché gli inventari non sono<br />

abbastanza frequenti per intercettare variazioni nel corso dell’anno. Per questo motivo,<br />

o forse perché davvero non c’è stagionalità, molti dichiarano che il fenomeno è spalmato<br />

uniformemente su tutto l’arco dell’anno, senza picchi in particolari fasce orarie, giornate,<br />

mesi o periodi. Ma non è così per tutti: alcuni retailer alimentari infatti segnalano dei<br />

picchi per Natale, Pasqua e il cambio di stagione, come il periodo pre-estivo, quindi è<br />

direttamente proporzionale al volume d’affari. Sembra che anche i ladri facciano regali e<br />

vadano in ferie. L’inverno poi favorisce i furti grazie a cappotti e abbigliamento ingombrante<br />

per celare la merce. L’idea che la confusione faccia aumentare i furti non è sempre<br />

confermata dai fatti: al contrario, l’affollamento in genere li previene perché i ladri temono<br />

il commesso, ma anche il cliente onesto che possa vederli. E infatti si ruba meglio prima<br />

della pausa pranzo e in tarda serata nei giorni feriali, quando il negozio è semi-vuoto e il<br />

commesso è più rilassato. BT<br />

<br />

Banda specializzata o taccheggiatore occasionale,<br />

la tipologia di merci rubate non<br />

è variata molto nel corso degli anni, con<br />

qualche eccezione. Si tratta per lo più di<br />

beni a battuta elevata, ma facili da trasportare<br />

e nascondere, e di marca: lamette da<br />

barba, creme, profumi, paste per dentiere,<br />

prodotti dimagranti, superalcolici, zafferano,<br />

carni e salumi confezionati, formaggio<br />

grana. Negli ipermercati: abbigliamento<br />

e accessori costosi, articoli multimediali,<br />

informatica e telefonia. Alcuni retailer segnalano<br />

un aumento di furti di alimenti di<br />

prima necessità e di scatolame, e la tendenza<br />

a prelevare prodotti graditi a una<br />

determinata comu-<br />

nità straniera, al fine<br />

evidentemente<br />

di rivenderli a un<br />

gruppo ben definito<br />

di acquirenti.<br />

Nei pdv non food si<br />

ruba un po’ di tutto,<br />

fatta eccezione per<br />

gli articoli più voluminosi<br />

(ma qualcuno<br />

ci prova anche con quelli): abbigliamento,<br />

accessori, videogiochi, capi sportivi di<br />

moda, scarpe, trucco giovane, macchine<br />

fotografiche digitali e computer portatili.<br />

Qui emerge un aspetto che riguarda i sistemi<br />

antitaccheggio, ed è l’impossibilità<br />

di proteggere tutte le merci, soprattutto a<br />

fronte della tendenza a rubare beni con<br />

battuta di cassa piuttosto ridotta (sotto i<br />

10 euro), ma in grande quantità, costringendo<br />

i retailer a proteggere beni sotto la<br />

soglia di prezzo normalmente presa in con-<br />

la tipologia<br />

di merci rubate<br />

non è variata<br />

molto<br />

nel corso<br />

degli anni<br />

siderazione, con un aumento dei costi legati<br />

alla sicurezza. Questo tipo di tendenza<br />

potrebbe costringere a rivedere dal basso<br />

l’approccio alla protezione antitaccheggio,<br />

che ha sempre privilegiato la tutela dei beni<br />

di più elevato valore.<br />

<br />

Tutti gli intervistati (a parte rare eccezioni<br />

legate alla collocazione geografica e alla<br />

particolarità della rete di vendita) sono<br />

concordi nell’attribuire un peso economico<br />

rilevante ai furti in negozio e alla loro<br />

prevenzione. Coloro i quali registrano un<br />

impatto scarsamente rilevante sul fatturato,<br />

attribuiscono il buon risultato all’attenzionededica-<br />

ta negli anni alla<br />

prevenzione del<br />

fenomeno e agli<br />

investimenti in sicurezza.<br />

La stima<br />

dei costi unisce il<br />

valore degli ammanchi<br />

e il budget<br />

dedicato a controllare<br />

il fenomeno, il<br />

cui peso varia da un rapporto 1 a 1 (se i<br />

furti valgono 1, altrettanto valgono le spese<br />

per controllarli) a 1 a 4 (tutelarsi costa<br />

il 25% delle perdite per gli ammanchi). <strong>Il</strong><br />

peso sul fatturato dichiarato dai retailer<br />

è molto variabile, va dallo 0,2% al 2,5%<br />

sulle vendite e varia a seconda delle famiglie<br />

di prodotto. L’1% per molti è ritenuta<br />

una percentuale accettabile (soprattutto<br />

dai retailer non food), anche se indubbiamente<br />

fastidiosa; risultati molto migliori<br />

anche nel non food si sono ottenuti solo<br />

29 novembre 2012 41


42<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

Giusta punizione<br />

Un aspetto del quale tutti i retailer si sono lamentati senza<br />

distinzioni regionali o merceologiche, è l’assenza di strumenti<br />

punitivi legali atti a diminuire il fenomeno dei furti in negozio.<br />

A parte quelli a carico dei dipendenti, che se presi sul fatto<br />

vengono puniti con il licenziamento, in tutti gli altri casi, pur<br />

a fronte di una flagranza, l’opzione di rivolgersi alle forze<br />

dell’ordine viene raramente presa in considerazione. Se<br />

infatti a rubare è stato un cliente, la strategia consiste nel<br />

recuperare la refurtiva e dissuaderlo perché non lo faccia<br />

un’altra volta, sia per l’esiguità del valore rubato, che per non<br />

creare un clima sgradevole in presenza dei clienti onesti. Se<br />

invece si tratta di bande organizzate, a parte la macchinosità<br />

delle procedure (nonostante la quale le denunce vengono<br />

comunque fatte), la pena non è sufficiente a disincentivare i<br />

ladri e si stima che le forze dell’ordine abbiano cose ben più<br />

importanti di cui occuparsi, che non quella dei furti nei negozi.<br />

Insomma, si tratta di un fenomeno sociale che, alcuni rilevano,<br />

si potrebbe più facilmente prevenire eliminando le cause<br />

sociali che spingono singoli e bande a rubare. BT<br />

29 novembre 2012<br />

grazie a investimenti costanti negli anni e<br />

a un adeguato monitoraggio del fenomeno<br />

(inventari rotativi). <strong>Il</strong> budget dedicato inoltre<br />

può variare molto anche in funzione di<br />

specifiche esigenze ed eventi: alcuni (per le<br />

caratteristiche peculiari della propria rete<br />

vendita) intervengono a fronte di furti ripetuti<br />

in un determinato settore merceologico<br />

con iniziative mirate non continuative.<br />

Mauro Poli (direttore affari generali Gruppo<br />

Poli) rileva che: “Se per la distribuzione<br />

quello delle differenze inventariali è<br />

un grosso problema, lo è molto di più per<br />

l’industria di marca, la più penalizzata dai<br />

nostri sistemi antitaccheggio”. Non a caso<br />

Gilette, per esempio, ha proposto lei stessa<br />

ai distributori uno speciale dispenser<br />

che cerca di venire incontro alle esigenze<br />

di tutti. <strong>Il</strong> rapporto con l’industria è un altro<br />

tema chiave, perché spesso la tutela<br />

dei profitti ha spinto i retailer a cambiare<br />

approccio rispetto ad alcune tipologie di<br />

prodotti, tipicamente i super alcolici, che<br />

messi sotto vetro diventano prodotto di<br />

servizio. Le mancate vendite infatti sono<br />

un danno meno rilevante rispetto al furto,<br />

perché i margini sono bassi.<br />

A conferma che i furti pesano, Rinaldo<br />

Pigoli, direttore vendite Unicomm, ha osservato<br />

che: “Se le differenze inventariali<br />

fossero pari a zero, gli imprenditori sicuramente<br />

penserebbero a investire parte dei<br />

maggiori utili in minor costo dei prodotti, a<br />

tutto vantaggio dei consumatori”, soprattutto<br />

in questo momento di incertezza economica.<br />

Infine, oltre ai già citati danni più


ovvi, ci sono quelli derivati, ovvero le mancate<br />

vendite e l’impossibilità di soddisfare<br />

la clientela. Se la crisi spinge qualcuno a<br />

rubare di più, costringe anche i retailer a<br />

calibrare meglio i budget, poiché scendono<br />

volumi e quote di mercato, quindi aumenta<br />

l’incidenza in percentuale dei furti.<br />

<br />

Tutti i retailer cercano di controllare il fenomeno<br />

per evitare che aumenti, e per farlo<br />

si avvalgono di sistemi tra loro diversi e<br />

complementari, pur nella consapevolezza<br />

che si tratterà sempre di una mediazione<br />

perché le differenze inventariali non si possono<br />

eliminare, ma nemmeno trascurare.<br />

Quindi, si va dai sistemi elettronici antitaccheggio,<br />

alle telecamere con o senza personale<br />

di controllo, all’avvalersi di servizi di<br />

agenzie specializzate per proteggere particolari<br />

settori o momenti dell’anno (come il<br />

Natale); dalle confezioni inserite in blister<br />

di plastica dura o messe sotto chiave in vetrinette,<br />

ai collarini per le bottiglie più “preziose”,<br />

o a posizionamenti “strategici” accanto<br />

alle casse, sotto gli occhi vigili della<br />

cassiera. Dipende dalle merceologie, poiché<br />

un solo sistema non serve a proteggere<br />

tutti gli articoli di un pdv, ma questi sono<br />

tra loro complementari. Ciò che emerge, è<br />

che si tratta di un continuo inseguirsi tra<br />

Le attese dei retailer<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

Rispetto al futuro le aspettative dei retailer non sono esattamente rosee. Nel migliore<br />

dei casi, i furti continueranno con andamento costante (nessuno prevede che si trovi il<br />

sistema per debellare il fenomeno, solo uno prevede una attenuazione del fenomeno); nel<br />

settore alimentare, molti pensano che la situazione di incertezza economica e l’apertura<br />

delle frontiere con la Comunità Europea abbiano portato e porteranno a una crescita del<br />

fenomeno. La tendenza in atto infatti, sempre secondo gli intervistati, è in crescita da<br />

cinque anni a questa parte, con una incidenza intorno allo 0,2% in più rispetto alle vendite,<br />

o un 20% in più rispetto ai furti dell’anno precedente, ogni anno. Se viene registrata una<br />

tendenza in calo, viene attribuita non a una diminuzione dei furti (difficile anche a causa<br />

delle deboli misure di deterrenza a livello legale), ma a un aumento degli investimenti per<br />

contenerli.<br />

Alcuni degli intervistati hanno rilevato un aumento dei furti di cibo e beni di prima<br />

necessità, e di furti perpetrati da donne e anziani a fine mese, che legano proprio alla crisi<br />

economica. Anche questo fenomeno è difficile da cogliere, perché alcuni retailer dichiarano<br />

che, avendo un target medio alto, difficilmente riscontrano furti di questo tipo; altri invece,<br />

proprio a causa del target medio alto che difficilmente si adatta alle ristrettezze della crisi,<br />

rilevano un aumento. In generale poi, il valore dei beni trafugati (la battuta di cassa) è<br />

elevato, e in alcuni casi addirittura in crescita, anche se per motivi non legati alla crisi ma<br />

alla tipologia di prodotti (il cellulare adesso è uno smartphone). BT<br />

retailer che proteggono e bande organizzate<br />

che escogitano i sistemi per ingannare<br />

le protezioni: se infatti il taccheggiatore<br />

“occasionale” può essere scoraggiato<br />

dal ripetere l’esperienza grazie ai sistemi<br />

tradizionali di protezione delle merci (o se<br />

viene “beccato” e redarguito), i delinquenti<br />

continueranno a provarci dotandosi di<br />

mezzi sempre più sofisticati: dalla borsa<br />

schermata in su. Per inciso, il caso spesso<br />

citato del cliente che viene trattato erroneamente<br />

come un delinquente, non sembra<br />

turbare almeno i retailer intervistati. Infatti<br />

se capita di fermare qualcuno che non ha<br />

nulla da nascondere, in genere si presta<br />

di buon grado alla verifica e la questione<br />

viene risolta rapidamente.<br />

Doppia mediazione quindi: del retailer, che<br />

sceglie quanto e come investire, proteg-<br />

29 novembre 2012 43


44<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

Quando la responsabilità è dei dipendenti<br />

La stima della percentuale di furti attribuibili ai dipendenti è particolarmente difficile,<br />

per ovvi motivi; una volta colti sul fatto, però, i disonesti possono essere licenziati, e<br />

questo soprattutto in un periodo di crisi economica è un ottimo deterrente. I retailer che<br />

hanno scelto di esprimersi su questo tema per loro sgradevole, hanno dichiarato che se le<br />

differenze inventariali si possono attribuire a tre cause, trasportatori, dipendenti e clienti,<br />

una vecchia regola ancora valida attribuisce 1/3 della responsabilità a ciascuna delle<br />

cause. Le percentuali comunque sono variate nel tempo: prima degli anni Novanta, quando<br />

ancora non era venuto alla luce il problema delle bande organizzate, i furti erano suddivisi al<br />

50% tra dipendenti e clienti. Successivamente a partire dal 2000 la percentuale è cresciuta<br />

a favore dei dipendenti, e oggi con i professionisti del furto il peso più elevato ricade sulla<br />

clientela. L’aleatorietà del fenomeno comunque costringe ad affidarsi a stime statistiche, e<br />

non a rilevazioni realistiche. BT<br />

29 novembre 2012<br />

gendo parte della merce e rinunciando a<br />

proteggere alcuni prodotti per limitare i costi;<br />

dell’industria e del retailer insieme, che<br />

mediano tra l’esigenza di vendere e quella<br />

di proteggere, senza perdere la piacevolezza<br />

dell’esperienza d’acquisto. Per quanto<br />

riguarda alcuni settori non food, pensiamo<br />

all’elettronica di consumo, si inserisce una<br />

variabile ulteriore che è quella della continua<br />

proposizione di nuovi prodotti grazie<br />

all’evolversi delle tecnologie, e la conseguente<br />

esigenza di sviluppare sistemi di<br />

protezione sempre nuovi.<br />

<br />

Inquadrate le problematiche, veniamo alle<br />

soluzioni immaginate e proposte. Giuseppe<br />

Marotta, direttore vendite Unieuro,<br />

riassume così: “A fronte di attività di<br />

protezione molto forti messe in campo<br />

da Unieuro, le misure utili ad arginare il<br />

fenomeno sarebbero una maggiore cultura<br />

della sicurezza lungo tutta la filiera, un<br />

maggiore coinvolgimento dello staff e la<br />

diffusione dei dati di perdita e di spesa, in<br />

modo da avere il massimo del commitment<br />

possibile”. Partendo dalla filiera, emerge<br />

l’interesse dei retailer food per la protezione<br />

alla fonte, considerata la soluzione<br />

ideale che permetterebbe di ovviare all’inconveniente<br />

delle etichette sovrapposte<br />

al pack e naturalmente costituirebbe un<br />

grande sollievo per i retailer, che non dovrebbero<br />

occuparsi di apporre i tag. I ladri,<br />

si dice, dovrebbero ingegnarsi per cercare<br />

nuove tattiche di furto.<br />

<br />

L’interesse verso le tecnologie legate all’impiego<br />

degli Rfid origina dalla semplificazione<br />

che ne deriverebbe nella gestione degli<br />

inventari, e quindi la monitorizzazione anche<br />

del fenomeno dei furti, che potrebbe<br />

avvenire praticamente in tempo reale,<br />

direttamente alla barriera casse, senza<br />

aspettare l’inventario annuale o periodico.<br />

La difficoltà viene percepita nel fatto che a<br />

inserire il tag dovrebbe essere l’industria,<br />

e non il retailer (come avviene oggi) attraverso<br />

una trattativa one-to-one tra buyer,<br />

nella quale il ruolo del responsabile della<br />

sicurezza è marginale. Per quanto riguarda<br />

i costi dell’Rfid, la percezione è che siano in<br />

calo, quindi l’interesse si sta risvegliando.<br />

Comunque anche rispetto all’efficacia dei<br />

tag Rfid ci sono dei dubbi nati dal fatto che<br />

sono facilmente schermabili con il corpo<br />

umano, quindi sostanzialmente sfuggono<br />

al rilevamento delle barriere antitaccheggio.<br />

Ogni tecnologia insomma ha il proprio<br />

punto debole, quindi un aspetto sul quale<br />

i pareri sono unanimi, è che la prima vera<br />

ed efficace misura antitaccheggio sia la<br />

formazione del personale. Quanto più questo<br />

è motivato e opportunamente istruito<br />

per prevenire i furti, tanto più il suo apporto<br />

sarà efficace nella prevenzione.<br />

Per molti retailer, soprattutto per il non food,<br />

quella della formazione e del coinvolgimento<br />

del personale è una strategia che<br />

viene messa al primo posto, perché senza<br />

l’occhio della persona, anche la tecnologia<br />

più sofisticata serve a poco: “La tecnologia


aiuta; spesso si pensa che possa sostituire<br />

il personale, ma non è così”, spiega Luca<br />

Massetti Direttore Vendite canale Despar/Eurospar<br />

Gruppo Tuo. <strong>Il</strong> personale<br />

attento è anche il primo deterrente, perché<br />

il ladro si accorge subito se il negozio è<br />

ben protetto o meno. <strong>Il</strong> personale di vendita<br />

viene istruito su come riconoscere e<br />

tenere d’occhio un ladro potenziale, mentre<br />

i manager vengono spinti a motivare i collaboratori<br />

dando attenzione al problema,<br />

e a ridurre il tournover.<br />

<br />

La complessità del fenomeno, delle merci<br />

coinvolte, delle proposte antifurto disponibili<br />

sul mercato, spinge i retailer a porre<br />

costante attenzione alle novità in fatto<br />

di sicurezza, se non altro per aggiornarsi,<br />

stare sempre un passo avanti rispetto ai<br />

malintenzionati, e quindi pianificare eventuali<br />

test di definizione dei costi/benefici,<br />

come per esempio ha già pensato di fare<br />

qualcuno nel settore tessile rispetto alla<br />

tecnologia Rfid. L’attenzione è partita diversi<br />

anni fa, anche con degli esperimenti<br />

di applicazione poi abbandonati per una<br />

questione di costo. Quei business case però<br />

oggi vengono ripresi in mano alla luce<br />

della disponibilità dei chip a costo inferiore,<br />

e di azioni di tutela della filiera messe in<br />

campo da grossi nomi internazionali quali<br />

H&M o Zara (i quali sono partiti prima grazie<br />

ai grossi volumi che gestiscono). Ancora<br />

Marotta per Unieuro: “Rispetto alla tecnologia<br />

per la protezione dai furti l’azienda è<br />

Criteri dell’inchiesta<br />

L’inchiesta ha coinvolto 17 aziende retail tra food e non food<br />

in tutta Italia. La disomogeneità e le ridotte dimensioni del<br />

campione non permettono di trarre conclusioni definitive,<br />

infatti l’inchiesta ha avuto carattere qualitativo e la finalità<br />

di individuare tendenze e spunti di lavoro, in un ambito<br />

che di solito viene analizzato con maggiore dettaglio dai<br />

professionisti. È stato richiesto alle aziende il parere del<br />

responsabile vendite, per avere un punto di vista attento agli<br />

aspetti economici del problema delle differenze inventariali<br />

e non il parere più tecnico del responsabile sicurezza. A tutti<br />

sono state poste le stesse dieci domande intorno al peso<br />

economico del problema e alle soluzioni adottate o auspicate<br />

dai retailer per limitarne l’impatto. BT<br />

DIFFERENZE INVENTARIALI<br />

Territorialità del furto<br />

<strong>Il</strong> luogo comune che al Sud si rubi di più è<br />

ovviamente falso, almeno lo è diventato a partire<br />

dal 2009, e infatti viene smentito dalla totalità<br />

degli intervistati che hanno pdv in tutta Italia e<br />

possono quindi dare conto delle differenze tra<br />

aree diverse. Alcuni anzi, hanno affermato che<br />

l’incidenza è maggiore al Nord. Ma quello dei<br />

furti è un fenomeno a macchia di leopardo, che<br />

colpisce aree specifiche per motivi specifici,<br />

quindi non è circoscrivibile e confinabile a<br />

un’area geografica piuttosto che a un’altra:<br />

troppe le variabili in campo. Per esempio,<br />

alcuni rilevano una maggiore incidenza nelle<br />

grandi città (Milano, Roma, Torino), che non in<br />

periferia o nelle cittadine, perché in provincia e<br />

nei paesi in generale le persone si conoscono,<br />

sul pdv è presente il proprietario, e il fenomeno<br />

delle bande viene stroncato sul nascere. Altri<br />

rilevano una tendenza all’aumento dei furti nei<br />

pdv collocati nei quartieri residenziali, rispetto<br />

a quelli popolari: colpa della crisi, che colpisce<br />

anche i più ricchi. Poi l’incidenza è maggiore se il<br />

pdv è più grande, per una questione statistica ma<br />

anche perché comunque il personale non riesce a<br />

seguire tutti i clienti personalmente come farebbe<br />

in un negozio di dimensioni ridotte. BT<br />

in continua evoluzione, anche perché come<br />

multinazionale ci confrontiamo costantemente<br />

con gli altri paesi europei e con la<br />

casa madre in UK, alla quale siamo allineati<br />

per i nuovi progetti”. Anche per Silvio<br />

Tognaccini, direttore vendite Butali (Euronics),<br />

“L’ideale non esiste, cerchiamo di<br />

lavorare con aziende all’avanguardia che ci<br />

propongono continuamente sistemi nuovi<br />

INSEGNE ALIMENTARI:<br />

Maiorana Maggiorino (C3)<br />

Conad Adriatico<br />

Coop Lombardia<br />

Unicoop Tirreno<br />

Gruppo Tuo (Despar)<br />

Gruppo Poli<br />

Iperal<br />

Unicomm (Selex)<br />

Unes<br />

che man mano implementiamo. La continua<br />

uscita di nuovi prodotti proposti nei<br />

nostri negozi ci spinge a studiare sistemi<br />

antitaccheggio mirati, cui affianchiamo la<br />

formazione e motivazione del personale<br />

di vendita”. Un’altra strategia è quella di<br />

lavorare in simbiosi con l’industria per studiare<br />

soluzioni specifiche su determinati<br />

prodotti.•<br />

INSEGNE NON FOOD:<br />

Artsana Prénatal<br />

Gruppo Coin<br />

Limoni<br />

Conbipel<br />

Decathlon<br />

Unieuro<br />

Gruppo Evoluzione<br />

Butali (Euronics)<br />

29 novembre 2012 45


Per maggiori dettagli, scansiona il QR code o visita il<br />

nostro sito www.CheckpointSystems.it<br />

© 2012 Checkpoint Systems, Inc. All rights reserved. Examples shown<br />

do not represent an endorsement for Checkpoint products.


ARREDAMENTO<br />

V.le Lorenzo Larocca 3/5<br />

Bari<br />

5.000 mq<br />

Mercatone Uno<br />

DATA DI APERTURA<br />

20 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

<strong>Il</strong> pdv è collocato all’interno del<br />

Parco commerciale Barimax,<br />

in zona industriale.<br />

CONCORRENZA<br />

Nello stesso parco sono attivi<br />

Poltrone e Sofà, Happy Casa<br />

e Unopiù.<br />

LAYOUT<br />

Secondo la filosofia del gruppo.<br />

OFFERTA<br />

Conta su 12.500 referenze<br />

così suddivise: mobile (100);<br />

brico (4.300); casalinghi<br />

(2.300); complementi d’arredo<br />

(3.000); elettrodomestici<br />

(500); persona (1.300);<br />

tessile (1.000).<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,00-21,00;<br />

domenica 10,00-21,00. I<br />

posti auto nel parcheggio del<br />

parco sono 1.002.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Operano 50 dipendenti, a cui<br />

si aggiungono dieci squadre<br />

di padroncini che si occupa-<br />

no ogni giorno di consegna,<br />

montaggio e smontaggio dei<br />

mobili. Per i pagamenti sono<br />

disponibili cinque casse.<br />

BEAUTY STORE<br />

Via Canciani 15<br />

Udine<br />

315 mq<br />

Gruppo Lvmh<br />

DATA DI APERTURA<br />

18 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

A ridosso di piazza Matteotti,<br />

zona centrale della città.<br />

CONCORRENZA<br />

In centro sono presenti Limoni,<br />

Profumeria Elisir, Profumerie<br />

Zanon e Profumeria<br />

Regina di Saba.<br />

LAYOUT<br />

Con due ingressi e tre grandi<br />

e luminose vetrine, viene<br />

riproposte come di consueto<br />

l’inconfondibile format con<br />

decor nero e bianco.<br />

OFFERTA<br />

Non disponibile.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lunedì 15,30-19,30;<br />

mar-sab 10,00-19,30; domenica<br />

15,30-19,30.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

Impiega dieci persone e ha<br />

tre casse.<br />

sviluppo rete _ RETAIL<br />

GIOIEL<strong>LE</strong>RIA<br />

Corso Buenos Aires 13<br />

Milano<br />

100 mq<br />

Stroili Oro Group<br />

DATA DI APERTURA<br />

8 settembre 2012<br />

LOCATION<br />

Ad angolo con via Casati, poco<br />

distante da Porta Venezia. Si<br />

trova in un’arteria commerciale<br />

strategica per lo shopping,<br />

centrale e ben collegata dalla<br />

metropolitana; le più vicine<br />

fermate sono Porta Venezia e<br />

Lima.<br />

CONCORRENZA<br />

In zona gravitano due punti<br />

di vendita Swarovski, la Gioielleria<br />

del Corso, Gioielleria<br />

Gagliardi e Luigi Sala Gioielli.<br />

LAYOUT<br />

Si snoda su pianta irregolare.<br />

All’interno si avvale del dinamismo<br />

di due ampi videowall<br />

animati e di un piccolo salotto.<br />

I banchi e i dettagli a parete<br />

sono rifiniti con lacche<br />

colorate sui toni del viola. <strong>Il</strong><br />

controsoffitto, realizzato con<br />

il sistema barrisol, riflette la<br />

luce di gioielli e bijoux come<br />

uno specchio, amplificando e<br />

caratterizzando con forza lo<br />

spazio. Le superfici sono rese<br />

ancora più dinamiche dalle finiture<br />

in oro per la prima volta<br />

in versione lucida.<br />

OFFERTA<br />

L’assortimento comprende circa<br />

5.000 referenze.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 10,00-20,00;<br />

domenica 11,00-20,00.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> team di lavoro è formato da<br />

nove addetti. Sono attive due<br />

casse.<br />

E<strong>LE</strong>TTRONICA DI CONSUMO<br />

Via Tolstoj<br />

San Giuliano<br />

Milanese (Mi)<br />

1.400 mq<br />

D.P.S. Group S.r.l.<br />

DATA DI APERTURA<br />

11 ottobre 2012<br />

LOCATION<br />

Presso il nuovo centro commerciale<br />

San Giuliano, nella<br />

zona est di Milano. Ad angolo<br />

con via Emilia. <strong>Il</strong> pdv ha un<br />

bacino di utenza stimato di<br />

<strong>24</strong>0.000 potenziali clienti.<br />

CONCORRENZA<br />

Non compete con insegne attive<br />

sul territorio.<br />

LAYOUT<br />

Creato su pianta a elle, sposa<br />

la filosofia dell’insegna.<br />

OFFERTA<br />

<strong>Il</strong> punto di vendita conta<br />

4.200 referenze.<br />

SERVIZI<br />

Orario: lun-sab 9,30-21,00;<br />

domenica e festivi 10,00-<br />

20,00. Tra i servizi al cliente,<br />

credito al consumo, lista<br />

nozze, attivazioni telefonia e<br />

tv digitale, consegna a domicilio.<br />

ADDETTI E CASSE<br />

<strong>Il</strong> pdv dà lavoro a 22 impiegati<br />

e dispone di sei casse.<br />

29 novembre 2012 47


48<br />

INDUSTRIA<br />

Si moltiplicano i progetti che prevedono<br />

la condivisione delle competenze<br />

<br />

<br />

di Manuela Soressi<br />

<br />

uno di quei modi di dire quasi fastidiosi.<br />

Una di quelle formule di<br />

rito che si sentono ripetere un po’<br />

ovunque, che mettono d’accordo<br />

tutti e... non dicono niente. Eppure ci sono<br />

situazioni in cui il concetto di “fare rete”<br />

assume una connotazione reale, concreta<br />

e spesso sorprendente. Sono, infatti,<br />

sempre più numerose le case history che<br />

vedono allearsi le imprese in modo nuovo,<br />

spesso informale e soprattutto in chiave<br />

marketing oriented. E sicuramente il difficile<br />

contesto economico degli ultimi anni,<br />

con la necessità di ripensare i modelli di<br />

business e gli strumenti operativi in nome<br />

della razionalizzazione, ha dato un’accelerata<br />

a questo fenomeno, accendendo i<br />

riflettori sui benefici che ne derivano e che<br />

possono essere riassunti in un’altra inossidabile<br />

frase fatta: l’unione fa la forza.<br />

Eppure, anche in questo caso la verità è<br />

palpabile: fare rete consente di migliorare<br />

promozione, distribuzione e innovazione<br />

e spesso serve ad andare all’estero con<br />

un marchio unico. Certo, il successo non<br />

è automatico e dipende molto dalle (giu-<br />

29 novembre 2012<br />

ste) alleanze. Ossia quelle tra aziende di<br />

dimensioni diverse e con specializzazioni<br />

differenti, meglio se con un’impresa capofila.<br />

Questa la ricetta dell’alleanza perfetta<br />

contenuta nel secondo Osservatorio<br />

Intesa-Sanpaolo-Mediocredito Italiano<br />

sulle reti d’impresa. Eppure, guardando<br />

alla multiformità delle esperienze in atto<br />

in Italia, sembra proprio che, anziché<br />

fermarsi a un monopiatto, la tavola delle<br />

partnership si possa arricchire, con successo,<br />

di ricette molto differenti.<br />

Cosa accomuna infatti -per restare in<br />

ambito food -la “Rete della pasta dei<br />

coltivatori toscani” (formata dal Consorzio<br />

di Siena con 27 imprese socie e il<br />

Pastificio Fabianelli), nata per portare<br />

all’estero produttori eccellenti, ma dalla<br />

massa critica insufficiente? E ancora, che<br />

dire di Premiate Trattorie Italiane, che<br />

coinvolge cinque “trattori” di altrettanti<br />

locali, che hanno deciso di condividere<br />

esperienze, storie e percorsi, lavorando<br />

in sinergia per valorizzare e difendere la<br />

loro identità, comunicare una zona, vendere<br />

un territorio e salvaguardare tradizio-<br />

CEMBRANI DOC<br />

È un consorzio creato da sei cantine e due<br />

distillerie della Val di Cembra, in Trentino,<br />

che hanno unito le forze per puntare unite<br />

sull’e-commerce. È nato così il sito www.<br />

cembranidoc.it (a cui presto si affiancherà<br />

una app per gli acquisti via mobile) dove si<br />

possono acquistare i vini, gli spumanti e le<br />

grappe realizzati da Opera Vitivinicola<br />

Val di Cembra, Azienda Agricola<br />

Simoni Ferruccio, Azienda Vitivinicola<br />

Villa Corniole, Azienda Agricola<br />

Pelz, Azienda Agricola Zanotelli,<br />

Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio,<br />

Distilleria Paolazzi e Distilleria Pilzer.<br />

Ad accomunare le otto aziende coinvolte nel<br />

progetto sono la gestione familiare, la lunga<br />

tradizione nel mondo del vino e degli alcolici,<br />

e l’offerta di prodotti che racchiudono sia la<br />

passione di intere generazioni sia la storia<br />

di un territorio dove la coltivazione della vite<br />

risale al tempo degli Etruschi.<br />

Un altro obiettivo del consorzio Cembrani<br />

Doc è quello di sfruttare il web marketing<br />

per promuovere l’enoturismo e il turismo<br />

sostenibile, anche in collaborazione con le apt<br />

locali, proponendo dei percorsi che uniscano<br />

esperienze naturalistiche e sensoriali. Le<br />

visite a vigneti, cantine e distillerie sono<br />

considerate un mezzo importante per<br />

consolidare la fiducia dei consumatori nella<br />

vendita via internet e dall’altra l’e-commerce<br />

è visto come stimolo a visitare i luoghi di<br />

produzione.<br />

Una seconda fase del progetto prevede la<br />

creazione e la commercializzazione attraverso<br />

il sito www.cembranidoc.it di prodotti<br />

realizzati da aziende della Valle di Cembra con<br />

il marchio Cembrani D.O.C. da abbinare ai vini,<br />

agli spumanti e alle grappe, per esaltare le<br />

peculiarità e le caratteristiche organolettiche<br />

dei prodotti di montagna.


ni e tipicità? Anche uscendo dall’ambito<br />

alimentare si trovano esperienze recenti<br />

che sembrano tracciare percorsi nuovi per<br />

le aziende aperte all’idea di collaborare<br />

anche con i competitor storici. Com’è accaduto<br />

a Ermenegildo Zegna, Marzotto<br />

e Loro Piana, che hanno acquisito ciascuno<br />

il 15% della Pettinatura di Verrone<br />

(un’azienda specializzata nella lavorazione<br />

dei tessuti) alleandosi per dare impulso<br />

alla filiera. Diversa la case history di<br />

nove brand di design (Agape, B&B Italia,<br />

Boffi, Cappellini, Cassina, Dada, Maxalto,<br />

Molteni&C, Poltrona Frau) che hanno<br />

unito le forze fondando la piattaforma<br />

DeClub.it una vetrina virtuale del design<br />

di eccellenza che propone pezzi autentici<br />

e certificati, con uno sconto minimo del<br />

30%. Non si tratta di e-commerce ma di<br />

un link tra mondo virtuale e rete commerciale<br />

reale: divani e librerie, lampade e armadi,<br />

cucine e vasche da bagno vengono,<br />

infatti, postati direttamente dai rivenditori<br />

che propongono le offerte e presso i quali<br />

bisogna recarsi per fare l’acquisto.<br />

Gli esempi da raccontare sarebbero<br />

davvero tanti e sempre più numerosi,<br />

visto che il ricorso alla creazione di re-<br />

ti inter-aziendali è in forte crescita. Secondo<br />

l’Osservatorio Intesa-Sanpaolo-<br />

Mediocredito Italiano, tra giugno 2011<br />

e giugno 2012, le reti sono passate da<br />

79 a 441 per un totale di 2.323 azien-<br />

YOUCHEF<br />

È la prima rete multicanale italiana: a realizzarla<br />

sono state cinque aziende lombarde che operano<br />

in mercati diversi (food e non food), e che hanno<br />

deciso di mettere in comune i loro prodotti,<br />

articolandoli in 25 kit-regalo, e di condividere<br />

obiettivi e canali di vendita, ricorrendo al nuovo<br />

istituto giuridico rappresentato dal contratto<br />

di rete. In questo modo Risolì, Tenute La<br />

Montina, Consorzio Premax, Tradizioni<br />

Padane e GirziLine condividono ricerca,<br />

progettazione e comunicazione con gli altri<br />

partner di rete, ma restano liberi di agire in modo<br />

autonomo sui canali di vendita a cui si rivolge<br />

Youchef. Con questa formula ogni partner può<br />

accrescere la propria capacità innovativa, la<br />

propria gamma di prodotti e le proprie vendite,<br />

anche perché è autorizzato a vendere tutti i 25<br />

kit-regalo in un’ottica di servizio al consumatore e<br />

di multicanalità. Youchef è presente in tre settori:<br />

cucina con i marchi di linea Prestige e Senza<br />

Glutine; bellezza con il marchio di linea Beautè,<br />

e moda con il marchio di linea Art&Craft.<br />

INDUSTRIA<br />

UNICO<br />

“Un’unione che valorizza le differenze”: così<br />

definiscono Unico i cinque produttori (Ursini,<br />

Mancini, Savini, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />

e Biscottificio Mattei Deseo) che hanno<br />

dato vita a questa rete sui generis, nata per<br />

collaborare in nome dell’eccellenza nella<br />

qualità dei prodotti e della cura sul fronte<br />

dell’immagine, che è ben connotata e originale.<br />

Punto di partenza: un’amicizia ventennale<br />

e un impegno appassionato nelle rispettive<br />

aziende, tutte operanti nel mondo food ma con<br />

realtà e radici molto diverse. E quindi con un<br />

bagaglio di esperienze (anche internazionali) da<br />

mettere in comune in incontri regolari in cui ci si<br />

scambiano idee e informazioni e ci si confronta<br />

su nuovi progetti. Anche sfruttando le sinergie<br />

tra i prodotti delle cinque aziende, che sono<br />

complementari, e che consentono a Unico<br />

di proporsi in modo unitario in mostre ed eventi,<br />

condividendo un’immagine coerente e capace<br />

di valorizzare le cinque anime di quest’alleanza.<br />

de. A guidare la classifica per regione<br />

è la Lombardia con 507 imprese coinvolte<br />

in contratti di rete, seguita dalla<br />

Toscana (405) e, a pari merito, da<br />

Emilia Romagna e Veneto (circa 230).<br />

Nella metà dei casi è il marketing che<br />

spinge le aziende ad allearsi, come testimonia<br />

il fatto che gli investimenti della rete<br />

si concentrano in innovazione (44,5%<br />

dei casi), promozione (39,9%) e potenziamento<br />

della struttura commerciale<br />

(36,3%). Le Reti d’Impresa sono un vero<br />

e proprio “mercato delle competenze”. <strong>Il</strong><br />

47% delle imprese è alla ricerca di competenze<br />

in campo distributivo, seguono<br />

ricerca e innovazione (37%). È parimenti<br />

ampia la disponibilità di competenze e<br />

capacità produttiva (portate in rete dal<br />

62,6% delle imprese); minore invece la<br />

presenza di imprese con competenze<br />

distributive (28,5% l’offerta vs 47% la<br />

domanda). È significativa infine la presenza<br />

di imprese che portano know-how<br />

in ricerca e innovazione.<br />

Sempre secondo l’Osservatorio Intesa<br />

-Sanpaolo-Mediocredito Italiano sono<br />

soprattutto le piccole e medie imprese<br />

a scegliere di allearsi con le grandi allo<br />

scopo di acquisire competenze di marke-<br />

29 novembre 2012 49


INDUSTRIA<br />

ting e distribuzione e di raggiungere massa<br />

critica e capitale per essere presenti<br />

fisicamente sui mercati esteri con una<br />

comunicazione d’impatto.<br />

Al contrario le grandi aziende scelgono<br />

le piccole soprattutto per le loro capacità<br />

produttive e per i livelli qualitativi<br />

che possono garantire. Ma ci sono anche<br />

fenomeni di alleanze tra pari (vedi box):<br />

aziende, spesso piccole e a gestione familiare,<br />

accomunate dalla passione per<br />

il proprio lavoro, dal bisogno di condivi-<br />

AMICI ACIDI<br />

È un progetto che nasce dall’amicizia tra cinque produttori,<br />

che si sono alleati per far conoscere l’aceto agro di vino,<br />

un prodotto nobile ma “dimenticato”. Ad accomunarli,<br />

oltre che la passione per il loro lavoro, la stessa visione del<br />

prodotto: solo materie prime di qualità, non diluite e non<br />

scarti di altre lavorazioni, rispetto dei tempi tradizionali<br />

di produzione e della temperatura ideale. Ognuna delle<br />

aziende (Baron Widmann, Sirk della Subida, Mieli<br />

Thun, Acetaia San Giacomo e Pojer&Sandri)<br />

parte da questi principi e li usa per reinterpretare secondo<br />

il suo stile il prodotto aceto. Insieme si presentano in<br />

eventi (come il Salone del Gusto), realizzano laboratori sul<br />

prodotto, gestiscono un sito comune e ora lanciano il loro<br />

primo libro, sui 100 modi per usare l’aceto di vino.<br />

IL GUSTO AL CUBO<br />

<strong>Il</strong> debutto è stato al Cibus e a Tuttofood, e la<br />

conferma del successo della formula viene<br />

dalla decisione di riproporla anche al Salone<br />

del Gusto, rivolgendosi così, non più solo a un<br />

pubblico professionale ma anche direttamente<br />

ai consumatori finali. Infatti, anche a Torino<br />

Birra Menabrea, Botalla Formaggi e<br />

Capanna Prosciutti si sono presentate come<br />

una sola squadra. Obiettivo: mettere a fattor<br />

comune l’attenzione all’artigianalità e l’alta<br />

qualità dei prodotti, riuscendo a esaltarne le<br />

peculiarità proprio attraverso gli abbinamenti<br />

golosi e le degustazioni guidate di birre,<br />

formaggi e prosciutti. Una rete basata quindi<br />

sulle affinità elettive, a dispetto della diversità<br />

dei prodotti proposti, e su un atteggiamento<br />

comune che vede l’alleanza tra le aziende come<br />

un generatore di nuovi valori e nuove possibilità<br />

di crescita e un acceleratore della notorietà dei<br />

singoli partner.<br />

dere informazioni ed esperienze, dalla<br />

necessità di crescere di taglia, e che decidono<br />

di mettere in comune solo alcune<br />

attività, rimanendo comunque autonome<br />

nella gestione. E dando così vita a reti<br />

a geometria variabile che sembrano<br />

avere la flessibilità, la leggerezza e la<br />

densità richieste dall’economia del terzo<br />

millennio.•


INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Dallo scalo ferroviario interno, alla riduzione del 20% dei rifiuti, fino<br />

alla collaborazione con le scuole per diffondere la cultura dell’olio<br />

di Nadia Tadioli<br />

n sostegno a mense benefiche e<br />

associazioni di volontariato, un<br />

fondo sanitario per i dipendenti<br />

e contributi per l’asilo nido. In<br />

più l’avvio della certificazione Iso 18001<br />

per un sistema di gestione della sicurezza<br />

e della salute dei lavoratori. La settima<br />

edizione del bilancio di Sostenibilità<br />

dell’Oleificio Zucchi mostra anche per il<br />

2011 un’impresa attivamente impegnata<br />

a migliorare le proprie performance sociali<br />

e ambientali.<br />

La certificazione ISO 14001, ottenuta più<br />

di 10 anni fa, impegna infatti la storica<br />

azienda cremonese, specializzata nella<br />

fornitura di marche private e nella produzione<br />

di oli d’oliva e oli di semi a marchio<br />

proprio, a un miglioramento continuo. Missione<br />

che Zucchi ha preso con coerenza,<br />

registrando quest’anno una riduzione del<br />

20% dei rifiuti e significativi risparmi sul<br />

fronte del consumo di acqua, elettricità<br />

e metano. “La riduzione del quantitativo<br />

dei rifiuti non pericolosi prodotti -spiega<br />

Lorenzo Carnevali, responsabile Processi<br />

Operativi Divisione Oli Sfusi- è stata ottenuta<br />

principalmente migliorando il processo<br />

di raffinazione e ottimizzando il processo<br />

di disidratazione dei fanghi provenienti<br />

dalla depurazione delle acque. Inoltre, tutti<br />

i rifiuti non pericolosi sono stati avviati al<br />

Eco-efficienza anche nei trasporti<br />

“Per ridurre l’impatto ambientale nella fase di approvvigionamento della materia prima, dal<br />

2009 l’azienda ha deciso di realizzare al proprio interno uno scalo ferroviario, allacciandosi<br />

alla esistente linea ferroviaria adiacente all’Oleificio Zucchi”. Le parole di Giovanni<br />

Bonali, responsabile Area Qualità, rivelano un’iniziativa davvero degna di nota che ha<br />

permesso di ridurre le emissioni di CO2 di più di 390 tonnellate. “La materia prima arriva<br />

al porto di Genova -spiega Bonali- e<br />

tramite ferro cisterna viene trasportata<br />

fino all’Oleificio. Nel corso del 2011<br />

sono stati ricevuti 63 convogli ferroviari,<br />

per una quantità complessiva di circa<br />

39.134 tonnellate, equivalenti a circa<br />

1.300 autocisterne. <strong>Il</strong> risultato è una<br />

riduzione di circa 10 kg di CO2 emessa<br />

per tonnellata di olio trasportato”. NT<br />

recupero: scarti, residui della raffinazione<br />

e materiali d’imballo”.<br />

I risparmi di acqua ed energia sono stati<br />

invece ottenuti grazie a investimenti<br />

impiantistici e organizzativi. È stata migliorata,<br />

per esempio, l’efficienza pneumatica<br />

dei sistemi di movimentazione<br />

dell’olio, grazie a nuove valvole e circuiti.<br />

Più efficace anche il trattamento dei residui<br />

di depurazione e dell’acqua di scarico<br />

in fognatura, con il recupero di una parte<br />

del liquido per uso interno. <strong>Il</strong> calore di<br />

soffiaggio delle preforme è stato invece<br />

riutilizzato per il riscaldamento, mentre<br />

nuovi motori e l’utilizzo di inverter hanno<br />

permesso un’ulteriore riduzione dei consumi.<br />

Infine, l’adozione di un sistema automatico<br />

di riduzione dei flussi luminosi<br />

ha ottimizzato l’elettricità.<br />

<br />

“Questi risultati non sarebbero stati possibili<br />

-continua Carnevali- senza un sistema<br />

di monitoraggio dei consumi energetici:<br />

il laboratorio interno monitora settimanalmente<br />

la qualità dell’acqua depurata<br />

e scaricata, per verificare la rispondenza<br />

ai parametri prescritti. Ogni reparto, e<br />

ogni singola macchina viene monitorata,<br />

tramite contatori di energia che rilevano<br />

giornalmente i consumi. I dati sono poi<br />

processati per verificare la performance<br />

in base agli obiettivi prefissati”. Alla tecnologia<br />

green si associa un forte legame<br />

con il territorio: il lato sociale della sostenibilità<br />

ha portato Zucchi in tutte le scuole<br />

primarie di Cremona, grazie all’iniziativa<br />

“La via dell’Olio”, organizzata in collaborazione<br />

con Legambiente.•<br />

29 novembre 2012 51


Non basta produrre bottiglie e vasi in vetro sani,<br />

naturali, sicuri e riciclabili al 100% all’infinito.<br />

Per noi è anche indispensabile seguire logiche<br />

di sviluppo responsabile e sostenibile. Occuparsi<br />

direttamente del riciclo del vetro. Mettere prodotti<br />

sempre nuovi nelle vostre mani. Per questo siamo<br />

Verallia, il vetro per alimenti.<br />

SAINT-GOBAIN VETRI S.p.A.<br />

www.verallia.it<br />

Bottiglie e vasi in vetro per alimenti<br />

CONTENUTI SANI,<br />

OBIETTIVI RESPONSABILI.


INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Si sviluppa sulla rete con un sito ad hoc, sui social network<br />

e nella gdo con numerose insegne coinvolte in diverse iniziative<br />

di Manuela Soressi<br />

romuovere i consumi di frutta e<br />

verdura fresche, ripristinare la fiducia<br />

dei consumatori nei confronti<br />

dei prodotti ortofrutticoli e comunicarne<br />

la sicurezza. Con questi obiettivi<br />

è partito il progetto internazionale “Fruitylife<br />

- Frutta e verdura sana e sicura - un<br />

percorso di conoscenza e informazione dal<br />

campo alle tavole d’Europa”, una campagna<br />

di informazione e promozione rivolta<br />

ai consumatori di Italia, Francia e Germania.<br />

<strong>Il</strong> progetto è triennale e conta su un<br />

budget complessivo di 1,5 milioni di euro,<br />

quasi equamente diviso tra i tre paesi, e<br />

finanziato al 50% dall’Unione Europea e al<br />

20% dal ministero delle Politiche Agricole.<br />

<strong>Il</strong> restante 30% proviene da cinque aziende<br />

del settore (Alegra, Apofruit Italia, Conor,<br />

Naturitalia e Orogel Fresco), socie di<br />

Alimos - Alimenta la Salute, cooperativa<br />

senza scopo di lucro che si occupa anche<br />

del coordinamento del progetto. La realizzazione<br />

operativa è stata affidata a SG<br />

marketing e la creatività a Matilde Studio.<br />

<br />

“Fruitylife è un’iniziativa che consideriamo<br />

molto importante per la promozione<br />

dell’ortofrutta europea e l’educazione alimentare<br />

dei consumatori e dei responsabili<br />

d’acquisto, soprattutto in un momento<br />

in cui il sensazionalismo sulla crisi economica<br />

induce stili di acquisto e di consumo<br />

tutt’altro che razionali -ha spiegato il direttore<br />

di Alimos, Massimo Brusaporci-.<br />

Occorre quindi ribadire che frutta e verdura<br />

europee sono controllate e sicure. Questi<br />

plus vanno comunicati per far apprezzare<br />

la nostra produzione ortofrutticola, in paesi<br />

tradizionalmente importatori come la Germania,<br />

ma anche nei paesi forti produttori<br />

come Italia e Francia”. Salute, sicurezza<br />

e gusto sono i tre pilastri su cui poggia<br />

questo progetto, che si articola su diversi<br />

fronti. <strong>Il</strong> perno delle iniziative è il nuovo sito<br />

www.fruitylife.eu, che fornisce, in quattro<br />

lingue, informazioni e notizie sulla filiera<br />

ortofrutticola europea, sulla tracciabilità<br />

dei prodotti e sulla sicurezza alimentare,<br />

e che sarà continuamente aggiornato sulle<br />

attività svolte. Non manca una sezione<br />

dedicata alle ricette con suggerimenti per<br />

assaporare i prodotti più diffusi, stagione<br />

per stagione. <strong>Il</strong> coinvolgimento virtuale dei<br />

consumatori continua tramite i social network:<br />

infatti è su Facebook e Twitter che<br />

sono stati veicolati i primi tre dei sei video<br />

realizzati per promuovere il progetto Fruitylife,<br />

ora pronti a essere trasmessi anche<br />

su un canale dedicato di YouTube con la<br />

formula del racconto a puntate. Filmati<br />

dai tagli diversi, accomunati però da un<br />

approccio leggero, da uno stile sobrio e<br />

da un tono ironico, piuttosto insoliti nel<br />

Fruitylife è finanziato<br />

al 50% dall’Unione<br />

Europea, al 20%<br />

dal ministero<br />

delle Politiche Agricole<br />

e al 30% da cinque<br />

aziende del settore:<br />

Alegra, Apofruit Italia,<br />

Conor, Naturitalia<br />

e Orogel Fresco<br />

mondo dell’ortofrutta, che utilizzano immagini<br />

di grande impatto per trasmettere<br />

i concetti di tracciabilità e sicurezza della<br />

filiera ortofrutticola e per mostrare quanto<br />

sia facile inserire questi prodotti nei consumi<br />

quotidiani.<br />

<br />

Ma Fruitylife non è solo un progetto virtuale,<br />

perché coinvolge, fisicamente, anche<br />

gdo, normal trade e ristorazione collettiva<br />

attraverso campagne di informazione<br />

e promozione diretta con l’allestimento<br />

di spazi ad hoc nell’area riservata all’ortofrutta<br />

e con distribuzione di materiale<br />

informativo, come un folder con il calendario<br />

dell’ortofrutta di stagione. In Italia le<br />

attività sono iniziate, a metà agosto, nei<br />

supermercati Poli e da ottobre anche in<br />

33 pdv di Cir Food, e nei prossimi mesi<br />

coinvolgeranno anche Sma, Coop Italia,<br />

Sì Supermercati, Magazzini Gabrielli e<br />

Camst. In Francia il progetto è sbarcato in<br />

Auchan e Biomonde, mentre in Germania<br />

è presente in Edeka, Rewe e Kauffman.•<br />

29 novembre 2012 53


54<br />

INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Progetti di category con Fresh Gourmet. Valorizzato il brand<br />

DimmidiSì con l’apertura dello store La Frescheria a Milano<br />

di Anna Zinola<br />

i consolida la partnership tra La<br />

Linea Verde e Fresh Gourmet.<br />

L’azienda di Manerbio (Bs), specializzata<br />

nel mercato della IV<br />

gamma e dei piatti pronti freschi, è infatti<br />

il distributore esclusivo per l’Italia di Fresh<br />

Gourmet, società che produce crostini e<br />

arricchitori e fa capo al gruppo americano<br />

Sugar Foods. Sottolinea Valérie Hoff,<br />

direttore marketing e comunicazione di<br />

La Linea Verde: “La collaborazione, iniziata<br />

nel 2011, non si riduce a un semplice<br />

scambio di opportunità commerciale.<br />

Cerchiamo, cioè, di sviluppare dei progetti<br />

specifici, in grado di valorizzare in maniera<br />

adeguata i prodotti Fresh Gourmet e<br />

la sinergia con DimmidiSì”. È il caso, per<br />

esempio, del progetto di category avviato<br />

recentemente. “Proponiamo -spiega Hoff-<br />

di collocare i crostini non nel reparto dei<br />

prodotti sostitutivi del pane, ma nel reparto<br />

ortofrutta per suggerirne l’abbinamento<br />

a insalate pronte, zuppe oppure creme di<br />

verdura”. Grazie a questa collocazione viene<br />

raggiunto un duplice obiettivo: da una<br />

29 novembre 2012<br />

parte si individua una nuova<br />

forma di servizio per i consumatori,<br />

dall’altra parte si crea<br />

un’originale possibilità di business<br />

per il retailer. Al fine<br />

di aumentarne la visibilità<br />

in-store, i prodotti sono posti<br />

in un espositore ad hoc.<br />

“È una struttura ricaricabile<br />

e leggera, facilmente gestibile<br />

dal personale dedicato”<br />

specifica Hoff. Nel corso dei<br />

prossimi mesi il lancio sarà supportato da<br />

una serie di iniziative focalizzate sul punto<br />

di vendita. Anticipa Hoff: “Nei super e negli<br />

iper nei quali è presente Fresh Gourmet,<br />

realizzeremo delle in-store promotion in comarketing<br />

con le zuppe e le insalate”. Per il<br />

momento non è, invece, prevista una campagna<br />

di comunicazione above the line.<br />

<br />

Le novità per La Linea Verde non finiscono<br />

qui. L’azienda ha, infatti, recentemente<br />

inaugurato a Milano (Corso<br />

VALÉRIE<br />

HOFF<br />

direttore marketing<br />

e comunicazione<br />

di La Linea Verde<br />

Garibaldi 21) il primo store<br />

monomarca, a insegna La<br />

Frescheria. All’interno del<br />

punto di vendita è possibile<br />

acquistare tutti i prodotti<br />

della linea DimmidiSì (dalle<br />

insalate arricchite ai frullati,<br />

dalle spremute alle zuppe),<br />

oltrechè una serie di referenze<br />

complementari, come<br />

panini, snack salati, frutta<br />

secca e acqua minerale.<br />

Naturalmente è possibile anche consumare<br />

il pasto in loco.<br />

È, inoltre, previsto, dal lunedì al sabato,<br />

un sistema di consegna a domicilio che<br />

copre una buona parte della metropoli<br />

lombarda È sufficiente prenotare almeno<br />

un’ora prima dell’orario di consegna<br />

desiderato e la spesa, o il pranzo, arriva<br />

direttamente a casa oppure in ufficio. <strong>Il</strong><br />

servizio costa cinque euro ma è gratuito<br />

in caso di acquisti pari o superiori ai 30<br />

euro. Creato anche un sito dedicato: www.<br />

lafrescheria.it.•<br />

LA STRUTTURA PRODUTTIVA<br />

Sei siti produttivi, oltre 1.000 addetti, un milione di confezioni<br />

prodotte ogni giorno. Sono questi i numeri di La Linea Verde,<br />

gruppo italiano che produce con marchi della grande distribuzione<br />

e con il proprio brand DimmidiSì. La gamma delle referenze è<br />

molto vasta: si va dalla frutta fresca in busta agli ortaggi pronti da<br />

cuocere sino ad arrivare al purè di patate fresco pronto.<br />

La società, che nel 2011 ha fatturato oltre 176 milioni di euro,<br />

è molto attiva anche all’estero. Nel corso degli ultimi anni ha<br />

dapprima aperto una sede in Spagna, a Navarra, e quindi costituito<br />

una società in Austria, nata dalla joint venture con un partner<br />

locale. Proprio in Austria, a Hof bei Salzburg, è stato recentemente<br />

inaugurato un nuovo sito produttivo destinato alla realizzazione di<br />

referenze per il mercato locale. Fra gli obiettivi vi sono l’espansione<br />

in Russia e l’allargamento del business dei prodotti freschi a<br />

maggiore valore aggiunto nei paesi del Nord Europa e dell’Est<br />

europeo. AZ


studioverde<br />

Baden La L più alta espressione della versatilità<br />

al a<br />

servizio del punto vendita.<br />

Offre ottime caratteristiche di funzionalità, abbinando un moderno concetto<br />

stilistico di alto livello. La nuova vetrina BADEN si distingue per leggerezza,<br />

trasparenza e versatilità, avvicinando maggiormente il prodotto al cliente e<br />

favorendo un contatto più diretto con il consumatore.<br />

Dalla combinazione del modello “vetrina alta a servizio” e del modello “self<br />

service” è nato BADEN ATB, un connubio assolutamente inedito e innovativo<br />

che garantisce una totale visibilità della merce.<br />

La versione ATB è in grado di sostituire completamente la funzione espositiva<br />

dei tradizionali retrobanchi, riducendo i costi di attrezzature e di superfici<br />

occupate al suolo nelle aree di vendita.<br />

YOUR NATURALLY INNOVATIVE PARTNER FOR RETAIL SOLUTIONS<br />

www.arneg.it


Lanciate due nuove linee di vini che espongono il marchio<br />

Energy Saving Company. Obiettivo: crescere in gdo<br />

di Nadia Tadioli<br />

n impianto fotovoltaico da<br />

2.500 metri quadri sui tetti<br />

delle stalle, che pareggia il<br />

bilancio tra produzione e consumo<br />

elettrico della fattoria. Una centrale<br />

a biogas da 1 MW, che produce<br />

8.400.000 Kw annui, pari al consumo di<br />

2.850 persone, grazie ai propri cereali<br />

e ai reflui zootecnici del proprio allevamento<br />

di bovini da latte. L’ammodernamento<br />

della centrale idroelettrica che<br />

compensa il fabbisogno energetico della<br />

cantina storica e delle pertinenze del castello<br />

di famiglia a Porcìa, per portare la<br />

produzione dagli attuali 180mila Kw a<br />

300mila Kw annui.<br />

Stiamo parlando di Principi di Porcìa, la<br />

storica azienda vitivinicola del Friuli Venezia<br />

Giulia che ora, forte di una produzione<br />

di 12mila ettolitri di vino, intende<br />

incrementare notevolmente la propria<br />

presenza nella gdo. Attualmente il mondo<br />

retail rappresenta solo una piccola<br />

percentuale del business, ma la quota<br />

dovrebbe crescere grazie anche a due<br />

nuove linee di vini, Fattoria di Azzano e<br />

Ca’ Bembo, che espongono in bella vista<br />

il logo Energy Saving Company.<br />

“Siamo per il momento<br />

l’unica azienda italiana<br />

del settore ad avere questo<br />

marchio, ottenuto grazie alla<br />

certificazione Iso 50.001 per<br />

la gestione dell’energia”, di-<br />

ce Guecello di Porcìa e Brugnera,<br />

titolare dell’azienda.<br />

“<strong>Il</strong> risparmio energetico ci<br />

permette di entrare nel retail<br />

con prodotti di qualità e<br />

GUECELLO<br />

DI PORCìA<br />

E BRUGNERA<br />

titolare<br />

dell’azienda<br />

con una tracciabilità totale a un prezzo<br />

inferiore”. Attualmente i vini della famiglia<br />

Porcìa sono già sugli scaffali di Aliper,<br />

Conad Tirreno, Bennet, Famila, Pam e<br />

Picard.<br />

<br />

Ca’ Bembo è la linea certificata Doc<br />

composta da sei referenze, tre bianchi<br />

e tre rossi, che comprendono tutti<br />

i più famosi vini della regione, dal Pinot<br />

grigio al Refosco. Sempre sei referenze<br />

per Fattoria di Azzano, la linea Igt che<br />

si aggira sui tre-quattro euro, mentre<br />

la prima è caratterizzata<br />

da un prezzo leggermente<br />

superiore. Sono previste<br />

azioni promozionali,<br />

anche se l’intenzione non<br />

è quella di giocare troppo<br />

sui tagli di prezzo e sui vo-<br />

lantini, visto che il rapporto<br />

qualità-prezzo è già molto<br />

calibrato. Saranno molte<br />

invece le promozioni in<br />

store per far conoscere la<br />

INDUSTRIA<br />

Principi di Porcìa<br />

mantiene<br />

un equilibrio tra la<br />

propria tradizione,<br />

che risale all’alto<br />

medioevo<br />

e l’estrema<br />

contemporaneità<br />

filosofia dell’azienda ed entrare in diretto<br />

contatto con il consumatore. “Ma<br />

un prodotto non ha solo un costo di<br />

produzione e un prezzo di vendita, ha<br />

anche un costo ambientale -prosegue<br />

il conte e futuro principe di Porcìa-. che<br />

può anche essere azzerato se l’energia<br />

impiegata è autoprodotta e proviene<br />

da fonti rinnovabili. Questo è l’impegno<br />

che ci prefiggiamo di raggiungere entro<br />

il prossimo anno”.<br />

<br />

L’attenzione all’ambiente si estende ovviamente<br />

anche all’agricoltura: per esempio<br />

attraverso la rotazione delle colture. E<br />

il recupero e riutilizzo sui terreni agricoli<br />

degli scarti da biogas ha permesso di<br />

tagliare del 50% l’uso di concimi azotati.<br />

Sul fronte solfiti, mentre sta prendendo<br />

forma un progetto futuro di agricoltura<br />

biologica, la meccanizzazione della<br />

vendemmia e altri accorgimenti hanno<br />

consentito di ridurne di molto la quantità,<br />

tanto che in alcuni casi è già pari ai<br />

parametri previsti dal disciplinare bio.•<br />

29 novembre 2012 57


INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Le attività<br />

di sensibilizzazione<br />

di BSH ai temi legati<br />

all’ambiente sono<br />

molteplici<br />

e coinvolgono<br />

diversi target<br />

58<br />

di Erina Conti<br />

i sono aziende per cui il tema<br />

della sostenibilità ambientale fa<br />

realmente parte del proprio Dna,<br />

un patrimonio pluriennale che è<br />

un vero tesoro da comunicare al cliente<br />

finale. È il caso di BSH, azienda tedesca di<br />

elettrodomestici che si distingue per l’approccio<br />

strutturato sul tema, che coniuga<br />

momenti di sensibilizzazione, per creare<br />

cultura su questo argomento, e attività impattanti<br />

sul punto di vendita, luogo dove<br />

sempre di più si attuano le decisioni di acquisto.<br />

In definitiva, per il gruppo tedesco<br />

il concetto di sostenibilità ambientale si<br />

traduce in risparmio delle risorse e diminuzione<br />

dell’inquinamento coniugate con<br />

massime prestazioni.<br />

BSH è impegnata<br />

nella creazione<br />

di una reale<br />

cultura sul tema<br />

della sostenibilità<br />

e a veicolare<br />

elettrodomestici<br />

sempre più<br />

efficienti<br />

29 novembre 2012<br />

<br />

Per veicolare questi concetti molto concreti,<br />

e aiutare la formazione di una coscienza<br />

green, il gruppo Bosch, di cui fa<br />

parte BSH, ha istituito una fondazione<br />

senza fini di lucro, a cui vengono destinati<br />

parte degli utili per sviluppare attività sul<br />

tema. Un esempio in questa direzione è<br />

“Missione ambiente”, un’iniziativa di sensibilizzazione<br />

sui temi della sostenibilità<br />

lanciata per la prima volta quattro anni<br />

fa, che coinvolge tutto il gruppo Bosch:<br />

elettrodomestici, ma anche elettroutensili<br />

e automotive. <strong>Il</strong> progetto si rivolge ai<br />

ragazzi di scuole elementari e medie,<br />

coinvolgendo quest’anno 200 istituti<br />

in tutta Italia. In quattro anni sono stati<br />

scelti quattro temi, che avevano tutti<br />

come minimo comun denominatore il risparmio<br />

energetico. Quello di quest’anno<br />

voleva approfondire l’importanza della<br />

tecnologia e delle invenzioni tese al suo<br />

risparmio: ai ragazzi è stato chiesto di<br />

ideare una tecnologia in grado di migliorare<br />

un aspetto della vita grazie all’uso<br />

consapevole dell’energia. I riscontri sono<br />

stati positivi: “I progetti si sono distinti<br />

per creatività” ha raccontato Sabrina<br />

Zago, responsabile comunicazione<br />

BSH. “Segno dell’interesse suscitato<br />

sono anche i tanti accessi -16 mila- al<br />

gioco messo online per verificare che le<br />

proprie abitudini quotidiane si rifacciano<br />

a uno stile di vita green. Si tratta di tanti<br />

piccoli step per sensibilizzare quelli che<br />

saranno i consumatori di domani creando<br />

cultura anche nelle famiglie di appartenenza”.<br />

Per un approccio efficace al tema,<br />

non può, però, mancare un’offerta di<br />

prodotti adeguata.<br />

“In questi ultimi anni sono diverse le<br />

aziende ad autoproclamarsi green” prosegue<br />

Zago. “Si nota comunque da parte<br />

del consumatore la richiesta di prodotti<br />

ancora più efficienti, prima di tutto perché<br />

l’esigenza di un risparmio economico<br />

sulla bolletta -pur senza pregiudicare le<br />

prestazioni- è diventata fondamentale.<br />

Noi ci impegniamo per soddisfare questa<br />

richiesta e per alimentarla con una gamma<br />

particolarmente ampia di elettrodomestici<br />

efficienti”.<br />

<br />

Per ottenere risultati concreti nell’evoluzione<br />

dei consumatori verso scelte più consapevoli,<br />

è necessario, inoltre, comunicare in<br />

modo intuitivo e, se possibile, simpatico il<br />

tema dell’efficienza energetica, non esattamente<br />

un argomento che si presta ad<br />

allestimenti emozionali.<br />

Per ovviare a questo disagio, negli store<br />

della grande distribuzione organizzata,<br />

sui frigoriferi più efficienti del marchio<br />

tedesco sono stati realizzati una sorta<br />

di contatori da applicare direttamente<br />

sulla porta, che calcolano il risparmio in<br />

termini monetari rispetto a un frigorifero<br />

tradizionale. “L’aspetto economico è uno<br />

degli argomenti più presenti nella testa del<br />

consumatore, ma non è l’unico. Secondo<br />

dati Nielsen, il 63% dei consumatori italiani<br />

ha un’età inferiore ai 40 anni, fascia<br />

in cui la sensibilità verso la sostenibilità<br />

ambientale è maggiore. Si tratta di aspetti<br />

che ci fanno ben sperare”.•


PERFETTO EQUILIBRIO,<br />

TRA VISIBILITA’ E RISPARMIO.<br />

Grazie alla disponibilità di porte a singolo vetro, ai ventilatori ad alta effi cienza e<br />

all’opzione d’illuminazione a <strong>LE</strong>D, la nuova gamma plug-in Concert Ultra Costan,<br />

offre un reale risparmio energetico del 35%*.<br />

<strong>Il</strong> giusto equilibrio tra riduzione dei consumi, visibilità e possibilità di<br />

personalizzazione risponde così ad ogni necessità.<br />

Concert Ultra Costan, esporre in ogni occasione.<br />

*Rispetto alle soluzioni standard.<br />

w w w . c o s t a n . c o m


60<br />

INDUSTRIA_ mercati<br />

<br />

<br />

La Top Brand di BlogMeter analizza ogni mese le performance<br />

delle pagine delle marche che si rivolgono al mercato nazionale.<br />

Ecco cosa è accaduto da agosto a ottobre<br />

<strong>Il</strong> team di<br />

ono 14 milioni i connazionali che<br />

ogni giorno scelgono questo social<br />

medium per comunicare tra<br />

loro e con le aziende. Per indagare<br />

quest’ultimo punto, BlogMeter, grazie al<br />

suo strumento Facebook Social Analytics,<br />

analizza tutti mesi le pagine FB dei brand<br />

scritte in italiano secondo tre dimensioni:<br />

il numero dei fan, la capacità di coinvolgere<br />

gli utenti e i tempi di risposta impiegati<br />

per rispondere alle loro domande. Da<br />

agosto a ottobre si è osservato una realtà<br />

in forte divenire caratterizzata comunque<br />

da diverse regolarità. Se stiamo alla classifica<br />

per numero di fan, il top rating è dominato<br />

stabilmente da Nutella (oltre 4,3<br />

milioni di fan), seguito a grande distanza<br />

CLASSIFICA RESPONSE TIME<br />

I tempi impiegati dai brand per rispondere agli utenti<br />

29 novembre 2012<br />

da Kinder Cioccolato (2,3 milioni) e da una<br />

serie di brand che nel corso del trimestre<br />

hanno sempre mantenuto le loro posizioni:<br />

Lo Zoo di 105, Le Iene, Pan di Stelle, Kinder,<br />

Nokia, Fanpage.it, Estathè. Decisamente<br />

più fluida la parte mediana e bassa<br />

della classifica grazie via via all’ingresso<br />

di brand come La punta di cioccolato del<br />

Cornetto Algida, Rtl 105, Radio Italia Solomusicaitaliana,<br />

Alitalia e alla crescita di<br />

marchi come Mtv Italia e La Repubblica,<br />

giusto per citarne due. Dal punto di vista<br />

merceologico il settore dominante è il Food<br />

seguito dai Media. In termini di engagement<br />

il rating è alquanto mosso e pieno di<br />

sorprese. Questa classifica, la più importante<br />

tra quelle elaborate da BlogMeter, misura<br />

PosteMobile 00h <strong>24</strong>m<br />

Un Gallo in cucina new 01h 52m<br />

Poste Italiane<br />

02h 20m<br />

Intesa SanpaoloServizioClienti<br />

02h 36m<br />

Rai Gulp<br />

03h 51m<br />

Vodafone.it<br />

03h 54m<br />

BetItaly new<br />

04h 09m<br />

QVC Italia new<br />

04h 12m<br />

Superflash.it<br />

04h <strong>24</strong>m<br />

Postepay new<br />

04h 34m<br />

Telco Food Service Gambling<br />

Media Travel Finanza<br />

Service<br />

Fonte: BlogMeter<br />

CLASSIFICA PAGE ENGAGEMENT<br />

Capacità di coinvolgere gli utenti<br />

<strong>Il</strong> Messaggero.it<br />

Libero<br />

Leggo - il sito ufficiale<br />

Visit Trentino<br />

Hub09 - Social Design<br />

007 Skyfall<br />

<strong>Il</strong> SecoloXIX<br />

Pianeta Donna<br />

The Apprentice Italia<br />

Mottolino Fun Mountain<br />

Media Travel<br />

Movie<br />

Tv Show<br />

infatti il tasso di coinvolgimento generato<br />

dal brand per ogni mille fan. Se ad agosto il<br />

podio è stato appannaggio di Visit Trentino<br />

con 55,6 interazioni (attraverso like, commenti,<br />

condivisioni, post spontanei) ogni<br />

1.000 fan, da settembre in avanti le prime<br />

posizioni sono state monopolizzate dai quotidiani<br />

il Messaggero (87,7 a ottobre), Libero<br />

(83,7 in forte crescita) e dal sito ufficiale<br />

della free press Leggo (78,8 anch’esso in<br />

crescita). Ma la novità più eclatante è stata<br />

a settembre l’ingresso in classifica delle fan<br />

page più coinvolgenti di alcuni programmi tivù<br />

di Sky e Rai, un segnale che ne testimonia<br />

la capacità di far fronte alle nuove dinamiche<br />

di fruizione dei contenuti. In altre parole<br />

è esplosa la Social Tv di cui tanto parlano<br />

new<br />

new<br />

87,68<br />

83,69<br />

02h 20m 78,83<br />

49,75<br />

45,78<br />

43,41<br />

39,26<br />

38,92<br />

36,28<br />

35,30<br />

Fonte: BlogMeter


mercati _ INDUSTRIA<br />

CLASSIFICA DEI FAN<br />

<strong>Il</strong> numero dei fan<br />

Nutella<br />

Kinder Cioccolato<br />

Lo Zoo di 105<br />

Le Iene<br />

Pan di Stelle<br />

Kinder<br />

Nokia Italia<br />

Fanpage.it<br />

Estathè<br />

TIM<br />

Telco Food<br />

Media<br />

Tech<br />

Radio/Tv Show<br />

2.389.077<br />

1.696.112<br />

1.629.471<br />

1.590.050<br />

1.449.685<br />

1.420.067<br />

1.284.719<br />

1.222.028<br />

1.183.806<br />

gli americani e che sta iniziando a prender piede anche in<br />

Italia. The Apprentice (36,3), il reality andato in onda sul<br />

canale Cielo di Sky con protagonista Flavio Briatore è stato<br />

quello che è cresciuto di più negli ultimi due mesi, ma si<br />

sono fatti spazio anche Piazza Pulita, La prova del cuoco e<br />

Ballarò. Sempre in ottobre, tra l’altro, sono cresciuti molti<br />

brand in termini di engagement rispetto al mese precedente:<br />

Visit Trentino, Hub 09 Social Design, <strong>Il</strong> Secolo XIX,<br />

Pianeta Donna, <strong>Il</strong> Giornale e Virgin Radio Italy. La capacità di<br />

coinvolgere gli utenti non è solo una prerogativa dei marchi.<br />

A settembre, ad esempio, Italia Loves Emilia, l’evento musicale<br />

a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto,<br />

ha fatto registrare 1<strong>24</strong> interazioni per ogni 1.000 fan conquistando<br />

il top della classifica, mentre ad ottobre l’ultimo<br />

film di 007, Skyfall, è planato direttamente al sesto posto.<br />

<br />

L’ultima classifica stilata da BlogMeter riguarda i servizi<br />

di customer care attraverso Facebook che cominciano a<br />

funzionare bene a giudicare dalle performance realizzate<br />

dagli attori coinvolti. In agosto la classifica per tempi di risposta<br />

ha visto come top rating Intesa San Paolo Servizio<br />

Clienti che ha risposto mediamente in tre ore e un minuto<br />

alle 259 domande ricevute dagli utenti. A settembre è<br />

balzata in prima posizione PosteMobile che ha impiegato<br />

meno di un’ora a evadere 217 richieste, seguita da Poste<br />

Italiane con quasi tre ore per 533 domande e da Intesa<br />

Sanpaolo con tre ore e 41 minuti per 378 richieste. A<br />

ottobre infine, Poste Mobile ha confermato la leadership<br />

migliorando sensibilmente i propri tempi di risposta (<strong>24</strong><br />

minuti), seguito a larga distanza dalla new entry Un gallo<br />

in cucina (un ora e 52 minuti), un’iniziativa di Riso Gallo e<br />

al terzo posto da Poste Italiane (due ore e 20 minuti).•<br />

4.433.887<br />

Fonte: BlogMeter<br />

29 novembre 2012<br />

61


INDUSTRIA_ mercati<br />

Comparto in flessione,<br />

guadagnano terreno<br />

solo i prodotti,<br />

versatili multiuso,<br />

per piccole superfici<br />

<br />

<br />

in collaborazione con<br />

lettono le vendite dei prodotti per<br />

la detergenza delle superfici nelle<br />

superfici moderne. Un trend che,<br />

secondo dati Symphony Iri Group,<br />

colpisce tutti i segmenti e le tipologie di<br />

prodotto, a conferma che gli italiani, i cui<br />

comportamenti di acquisto sono in larga<br />

parte condizionati dalla crisi economica<br />

e dalle fosche prospettive che si addensano<br />

sul nostro sistema paese, mossi<br />

dalla ricerca del risparmio, riducono le<br />

attenzioni rivolte all’ambiente domestico,<br />

oppure “downgradano” le proprie<br />

scelta di acquisto, rivolgendosi a canali<br />

più convenienti (discount, category killer),<br />

o semplificando il parco prodotti in<br />

favore di una maggiore multifunzionalità<br />

degli stessi.<br />

Non a caso, nel panorama di flessione<br />

complessiva delle vendite, solo i prodotti<br />

per le piccole superfici, versatili<br />

multiuso, comodi con la loro confezione<br />

trigger e senza necessità di risciacquo,<br />

guadagnano terreno. Così come le private<br />

label, che in queste ultime stagioni<br />

hanno allargato la propria presenza dai<br />

62 29 novembre 2012<br />

segmenti basic fino a coprire tutte le<br />

esigenze di pulizia casa e oggi capitalizzano<br />

il monte di fiducia accumulato in<br />

tutti questi anni, facendo leva sulla loro<br />

maggiore convenienza per conquistare il<br />

consumatore contemporaneo.<br />

Nel complesso, viene sentita sempre<br />

meno l’esigenza di una performance specializzata<br />

e si privilegiano altri aspetti,<br />

tra i quali la gradevolezza olfattiva o la<br />

facilità d’uso/risparmio di tempo.<br />

I dati Symphony Iri Group, mostrano un<br />

mercato dei detergenti superfici che<br />

flette, rispetto allo stesso periodo precedente,<br />

del 4,3% a volume e del 3,2%<br />

a valore. Segmentando questo dato aggregato,<br />

emerge chiara la tendenza al<br />

ribasso di quasi tutti i segmenti, che<br />

mostrano performance negative più o<br />

meno accentuate. Secondo Symphony<br />

Iri Group, vanno male i prodotti per la<br />

pulitura metalli, che flettono di oltre il<br />

12% a volume, seguiti dai prodotti per<br />

la pulitura dei forni (-11,5% a volume)<br />

e dalle cere per pavimenti, che perdono<br />

quasi il 10% delle vendite in quantità.<br />

€ 1,76<br />

IL PREZZO<br />

MEDIO VOLUME<br />

LA QUOTA VALORE<br />

DEL<strong>LE</strong> PL<br />

167<br />

IL NUMERO MEDIO<br />

DI REFERENZE<br />

9,9% 19,9%<br />

LA QUOTA VOLUME<br />

DEL<strong>LE</strong> PL<br />

<br />

Si tratta dei prodotti più colpiti da questa<br />

tendenza a ridurre gli acquisti di<br />

prodotti differenti e a focalizzarsi, da<br />

parte dei consumatori, verso il nocciolo<br />

del problema pulizie casa, accantonando<br />

un pochino “i ricami” che oggi sembrano<br />

sempre più anacronistici. Anche<br />

i prodotti per la cura dei mobili e per la<br />

cura wc mostrano un andamento decisamente<br />

negativo: i primi perdono il 9,3% a<br />

volume, i secondi, che pure sono uno tra<br />

i segmenti più rilevanti per dimensioni<br />

complessive, del 9,8%.<br />

Segnali meno negativi vengono da due<br />

segmenti che negli ultimi anni hanno<br />

brillato per la loro capacità di fare presa<br />

sulle esigenze della casa e del consumatore<br />

d’oggi: i pulitori vetro multiuso,<br />

che dalla loro parte hanno una spiccata<br />

versatilità/comodità d’uso, flettono del<br />

2,5% a volume; i prodotti per la manutenzione<br />

degli scarichi, che pur occupano<br />

uno spazio minore di questo mercato,<br />

flettono del 2,4%. In una situazione di<br />

questo tipo, il +1,8% realizzato dai puli-


DIMENSIONI E TREND DEL MERCATO<br />

Andamento dei segmenti - Anno terminante agosto 2012<br />

Vendite<br />

in Volume<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

mercati _ INDUSTRIA<br />

Vendite<br />

in Valore<br />

Var % su anno<br />

precedente<br />

Detergenti Superfi ci Totale 305.231.964 -4,3 538.381.208 -3,2<br />

Cere Pavimenti e Deceranti 4.057.867 -9,9 18.563.864 -7,3<br />

Pulitori Forni/camini e altri 810.038 -11,5 6.395.005 -4,7<br />

Pulitori Metalli 2.849.332 -12,6 20.076.523 -10,5<br />

Cura Mobili 1.501.379 -9,3 12.671.820 -8,0<br />

Antipolvere 1.320.498 -4,6 9.4<strong>24</strong>.603 -1,4<br />

Pulitori Specifi ci 113.111 -8,4 1.392.460 -8,8<br />

Cura Wc 63.479.191 -9,8 81.152.665 -6,2<br />

Cura e Manutenzione Scarichi 6.817.6<strong>24</strong> -2,4 27.722.194 2,2<br />

Piccole Superfi ci 115.091.882 1,8 154.100.976 0,5<br />

Pavimenti 79.501.885 -7,0 122.185.958 -3,7<br />

Pulitori Vetro Multiuso 16.623.302 -2,5 39.386.497 -2,3<br />

Anticalcare/pulitore universale 13.065.856 -7,0 45.308.642 -5,1<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

ALLOCAZIONE NEI CANALI E NEL<strong>LE</strong> AREE GEOGRAFICHE<br />

Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante agosto 2012<br />

Vendite Sales Location Vendite Sales Location<br />

in Volume in Volume in Valore in Valore<br />

Totale Italia 305.231.964 100,0 538.381.208 100,0<br />

Nord-Ovest 109.648.037 35,9 188.971.287 35,1<br />

Nord-Est 64.511.939 21,1 115.940.690 21,5<br />

Centro+Sardegna 66.482.161 21,8 122.966.140 22,8<br />

Sud 64.589.828 21,2 110.503.078 20,5<br />

Ipermercati 41.469.336 13,6 91.236.792 16,9<br />

Supermercati 182.767.323 59,9 335.499.886 62,3<br />

LSP 80.995.308 26,5 111.644.526 20,7<br />

Fonte: Symphony Iri Group<br />

tori piccole superfici, il segmento più rilevante<br />

dell’intero mercato, rappresenta<br />

un risultato importante ma, soprattutto,<br />

traccia la direzione verso la quale i vari<br />

competitor devono muoversi per incontrare<br />

la domanda.<br />

<br />

Guardando all’allocazione delle vendite<br />

nelle aree geografiche emerge con<br />

chiarezza l’importanza del Mezzogiorno<br />

per questo tipo di prodotti. Nelle regioni<br />

meridionali, la struttura sociale caratterizzata<br />

da una maggiore tradizionalità,<br />

che vede un più alto numero di casalinghe<br />

che si occupano a tempo pieno<br />

della famiglia e della pulizia degli spazi<br />

domestici, si riflette anche nelle vendite<br />

di prodotti per la cura della casa.<br />

Secondo dati Symphony Iri Group, infatti,<br />

il Sud rappresenta un’area di grande<br />

importanza per questo tipo di prodotti.<br />

Nessuna sorpresa, invece, dalla suddivisione<br />

delle vendite per canale, con i supermercati<br />

a rappresentare quasi il 60%<br />

a volume e gli ipermercati che coprono<br />

il 26,5% delle quantità, anche in virtù di<br />

una maggiore convenienza.<br />

Quello della ricerca della massima convenienza<br />

possibile è un tratto molto<br />

spiccato su questo tipo di mercato, che<br />

deve fare rizzare le antenne ai produt-<br />

tori, soprattutto ai prodotti branded,<br />

che devono continuare ad offrire valore<br />

al consumatore, pena finire vittime<br />

del downgrading della spesa dei nostri<br />

connazionali. Già oggi, oltre il 27% delle<br />

vendite è avvenuto in un regime promozionale<br />

di taglio prezzo, con buona pace<br />

della fedeltà alla marca, ma questo trend<br />

è avvalorato anche dalla quota ottenuta<br />

dalle private label, che sfiorano il 20% a<br />

volume. con una crescita del 4,6 rispetto<br />

allo stesso periodo precedente, e giungono<br />

quasi a controllare una quota del<br />

mercato del 10% a valore, con un balzo<br />

in avanti di sei punti.<br />

Davide Bernieri<br />

29 novembre 2012<br />

63


mercati _ INDUSTRIA<br />

<br />

<br />

Pesano diversi fattori,<br />

dalla contrazione generalizzata<br />

degli acquisti di prodotti alimentari<br />

al dibattito nutrizionale sugli zuccheri.<br />

Crescono le private label,<br />

che ormai detengono<br />

il 40% di quota<br />

in collaborazione con<br />

n andamento opaco, quello delle<br />

merendine shelf stable, le cui<br />

vendite risentono di una serie di<br />

fattori concomitanti che diminuiscono<br />

l’appeal di questi prodotti e fanno<br />

stagnare il mercato. Secondo dati Nielsen,<br />

nonostante le merendine godano di una<br />

posizione consolidata nel paniere di spesa<br />

delle famiglie italiane (con una penetrazione<br />

superiore al 90%) e il loro mercato<br />

abbia dimensioni rilevanti per il settore alimentare<br />

nazionale (oltre 22mila tonnellate<br />

a volume per un controvalore che sfiora<br />

gli 1,5 miliardi di euro), oggi le merendine<br />

sono entrate in un cono d’ombra, che<br />

determina un andamento negativo delle<br />

vendite, con un calo generalizzato appena<br />

superiore al 3%. Vediamone i motivi.<br />

<br />

Da un lato la crisi, che spinge i consumatori<br />

a “sfoltire” le proprie liste della<br />

spesa oppure a privilegiare opzioni più<br />

convenienti; dall’altro, una certa crociata<br />

salutistica portata avanti per combattere<br />

l’obesità infantile ha individuato proprio<br />

nelle merendine il bersaglio più facile e<br />

immediato da colpire. Terzo, l’innovazione<br />

di prodotto: in difficoltà le tipologie classiche,<br />

come i croissant, che rappresentano<br />

il segmento più grande, o le crostatine, solo<br />

per fare alcuni esempi, anche la spinta<br />

propulsiva rappresentata nelle ultime stagioni<br />

dalle merendine refrigerate sembra<br />

essersi arrestata, anch’essa caduta sotto<br />

la ricerca di convenienza.<br />

Di fatto l’innovazione di prodotto, oltre a<br />

inserire elementi di maggior salubrità e<br />

andando a muoversi nelle nicchie, come<br />

l’uso di materie prime bio o integrali, o la<br />

riduzione nell’uso di grassi vegetali, si è limitata<br />

solo ad aggiornamenti e a restyling,<br />

ma non ha modificato significativamente<br />

il concept del prodotto. Così, segmentando<br />

le vendite per tipologia di merendine,<br />

emerge un profilo molto tradizionale, con<br />

croissant e trancini a spartirsi oltre il 65%<br />

del mercato, seguiti da minicake, crostatine,<br />

tortine e panini al latte.<br />

Riguardo al salutismo, per reazione alla<br />

crociata anti obesità, i principali competitor<br />

hanno dato vita a merendine con un ridotto<br />

contenuto in zuccheri e grassi, senza<br />

andare a colpire il gusto e la consistenza<br />

dei prodotti, uno dei fattori chiave nel processo<br />

di scelta. Questo processo di “alleg-<br />

gerimento”, partito dalle aziende di marca,<br />

oggi si è diffuso anche alle realtà minori<br />

e alle private label. Proprio queste ultime<br />

stanno ottenendo un successo crescente<br />

presso i consumatori. Con una quota che<br />

si aggira intorno al 40%, le pl rappresentano<br />

sicuramente la prima forza del mercato<br />

delle merendine in Italia.<br />

<br />

Insieme a Barbara Mancini di Nielsen<br />

facciamo la fotografia del mercato delle<br />

merendine shelf stable partendo proprio<br />

dall’analisi della flessione delle vendite, un<br />

trend che interessa non solo le referenze<br />

“storiche”, bensì anche quelle più “innovative”<br />

come le refrigerate. “<strong>Il</strong> dato che consideriamo<br />

-spiega Mancini- è relativo al<br />

totale merendine shelf stable; unica area<br />

esclusa è quella delle merendine refrigerate<br />

(per esempio, i prodotti Kinder come<br />

Fetta al latte, Paradiso,...) che sviluppano<br />

un giro d’affari di 163 milioni di euro a<br />

valore e circa 12.600 tonnellate a volume<br />

nell’ultimo anno. Le merendine refrigerate<br />

mostrano una flessione a volume del<br />

4,4%, che è allineata a quello che si evidenzia<br />

sul mondo merendine shelf stable.<br />

29 novembre 2012 65


66<br />

INDUSTRIA_ mercati<br />

L’ANDAMENTO DEL SEGMENTO MINICAKES<br />

Totale peso imposto + peso variabile<br />

Anni<br />

terminanti<br />

Totale Italia<br />

Food<br />

S<br />

11/09/11<br />

29 novembre 2012<br />

V.Vol (Kg.000) V.Val (€000) Prezzo Medio<br />

S<br />

09/09/12<br />

Var%<br />

vs Corrisp.<br />

S<br />

11/09/11<br />

S<br />

09/09/12<br />

Var%<br />

vs Corrisp.<br />

S<br />

11/09/11<br />

S<br />

09/09/12<br />

Var%<br />

vs Corrisp.<br />

183.139 176.415 -3,7 1.082.234 1.065.758 -1,5 5,91 6,04 2,2<br />

Area 1 50.202 49.016 -2,4 302.007 302.873 0,3 6,02 6,18 2,7<br />

Area 2 35.054 34.164 -2,5 207.600 206.315 -0,6 5,92 6,04 2,0<br />

Area 3 42.138 41.405 -1,7 <strong>24</strong>7.343 <strong>24</strong>7.580 0,1 5,87 5,98 1,9<br />

Area 4 55.746 51.831 -7,0 325.284 308.991 -5,0 5,84 5,96 2,2<br />

Iper + Super 111.373 108.064 -3,0 672.727 672.977 0,0 6,04 6,23 3,1<br />

Iper 41.829 41.355 -1,1 250.489 255.075 1,8 5,99 6,17 3,0<br />

Super 69.544 66.709 -4,1 422.238 417.902 -1,0 6,07 6,26 3,2<br />

Liberi Servizi 28.943 26.976 -6,8 183.791 175.990 -4,2 6,35 6,52 2,7<br />

Traditional<br />

Grocery<br />

12.311 11.867 -3,6 83.818 81.831 -2,4 6,81 6,90 1,3<br />

Discount 30.512 29.509 -3,3 141.897 134.960 -4,9 4,65 4,57 -1,7<br />

Come si spiega l’andamento negativo<br />

dei minicakes in area 4, dove rappresentano<br />

oltre il 29% delle vendite?<br />

<strong>Il</strong> calo in area 4 del mercato delle merendine<br />

si inserisce in un contesto di<br />

contrazione generalizzata delle vendite<br />

alimentari dell’area meridionale della penisola.<br />

Infatti, anche a totale grocery è<br />

quest’area quella che evidenzia maggiori<br />

trend negativi.<br />

La contrazione del mercato dei minicakes<br />

coinvolge anche il discount. Quali<br />

sono le ragioni?<br />

<strong>Il</strong> calo che si evidenzia nel canale discount<br />

è legato alla performance negativa<br />

dei principali attori del mercato<br />

in questo canale. Tengono, invece, le<br />

marche minori con la loro offerta più in<br />

linea con le politiche di convenienza del<br />

canale.<br />

La crisi ha fatto rivedere gli assortimenti.<br />

Come?<br />

In realtà possiamo notare un calo del<br />

numero medio referenze per le piccole<br />

superfici, mentre continua la crescita<br />

soprattutto per gli ipermercati.<br />

Manuela Soressi<br />

I PROFILI SOCIODEMOGRAFICI<br />

Suddivisione per nucleo familiare, per disponibilità economiche e aree geografiche<br />

% Famiglie<br />

Universo<br />

% Famiglie<br />

Acquirenti<br />

Fonte: Nielsen<br />

Indice Alloc.<br />

Universo<br />

LIFESTAGES<br />

Pre-Family 10,3 10,7 104<br />

New-Families 8,7 9,5 109<br />

Maturing-Families 10,0 11,1 111<br />

Estabilished-Families 9,1 9,9 108<br />

Post Families 19,7 20,1 102<br />

Older Couples 26,2 25,6 98<br />

Older Singles<br />

AFFLUENCY<br />

16,0 13,3 83<br />

Low Affluency 20,0 21,1 105<br />

Below-Average Affluency 30,0 30,7 102<br />

Above Average Affluency 30,0 30,0 100<br />

High Affluency<br />

AREE<br />

20,0 18,2 91<br />

Area 1 28,5 27,6 97<br />

Area 2 19,8 19,5 98<br />

Area 3 + Sardegna 22,6 22,5 100<br />

Area 4 29,2 30,4 104<br />

Fonte: Nielsen


Premio<br />

per un futuro<br />

sostenibile<br />

Ethic Award premia i proge ti<br />

che le imprese stanno implementando<br />

a traverso iniziative<br />

di “sviluppo sostenibile”, a te ad<br />

un miglioramento de la qualità<br />

de la vita, de l’ambiente, del<br />

lavoro, de le relazioni sociali e<br />

de la cultura.<br />

SONO SON<br />

APERTE <strong>LE</strong> ISCRIZIONI ALL’EDIZIONE 2012-2013<br />

Ethic Award è aperto alle imprese di retail,<br />

di beni di consumo, e di attrezzature<br />

che operano sul territorio nazionale.<br />

La partecipazione è gratuita, le aziende che<br />

desiderano candidarsi sono invitate ad inviare<br />

le proprie iniziative entro il 15 gennaio 2013<br />

compilando la “Scheda di partecipazione”<br />

scaricabile dal sito gdoweek.it – bottone Ethic Award<br />

o richiedendola alla Segreteria organizzativa del<br />

Premio: gdoweek.ethicaward@ilsole<strong>24</strong>ore.com


INDUSTRIA<br />

La Tv si allea con i media digitali per confezionare prodotti<br />

natalizi appealing. L’esperienza di Switchover Licensing<br />

in collaborazione con<br />

rriva Natale, evviva: i character<br />

televisivi del licensing si adattano<br />

perfettamente a essere protagonisti<br />

delle strenne natalizie,<br />

perché hanno una visibilità che altri brand<br />

non possiedono.<br />

L’equivalenza Tv-successo non è però<br />

scontata: funziona solo se il licensor<br />

supporta in maniera forte il personaggio,<br />

creando sinergie e attività cross-canale.<br />

<strong>Il</strong> fatto è che è la fruizione televisiva dei<br />

bambini (e degli adulti) a essersi modificata.<br />

Oltre a essersi moltiplicati i canali,<br />

il digitale ha cambiato le abitudini<br />

di consumo, spostando l’attenzione del<br />

consumatore, magari nello stesso lasso<br />

di tempo, dalla Tv, al videogame connesso<br />

a Internet, al web, al social network. <strong>Il</strong><br />

tutto, se serve, on demand. Se, dunque,<br />

la licenza è in grado di supportare il proprio<br />

personaggio “da strenna” utilizzando<br />

strumenti di marketing e visibilità crosscanale,<br />

l’efficacia del character crescerà<br />

enormemente.<br />

<br />

Switchover Licensing, la divisione interna<br />

del broadcaster Switchover Media dedicata<br />

alle attività di licensing relative alle<br />

serie più conosciute e strategiche di K2<br />

e Frisbee, racconta la propria strategia<br />

natalizia: i palinsesti vengono disegnati<br />

tenendo conto delle abitudini dei bambini<br />

in questo periodo, in cui la fruizione è<br />

tipicamente allargata a tutta la famiglia.<br />

Anche gli elementi grafici che decorano<br />

gli “stacchi” tra una trasmissione e l’altra<br />

si ammantano di trifoglio e temi cari alle<br />

strenne. Viene poi fatto un uso strategico<br />

delle leve sul campo. Spiega Tiziana Barbuto,<br />

Senior Manager Licensing: “Un pack<br />

che, soprattutto per prodotti come il giocattolo,<br />

generi una buona percezione, o<br />

materiali Pop legati all’allestimento degli<br />

scaffali, o la presentazione di aree tematizzate<br />

in cui il prodotto di punta natalizio<br />

sia il prodotto civetta, influenzano in<br />

maniera determinante il comportamento<br />

del consumatore e rimangono cruciali nel<br />

comunicare i valori della property, dare un<br />

servizio alla distribuzione e supportare la<br />

vendita”.<br />

<strong>Il</strong> “Tour K2 e Frisbee” prevede una serie<br />

di appuntamenti con i personaggi di serie Tv,<br />

tra cui i concorrenti di “A Tutto Reality”<br />

<br />

Le insegne della gdo sono alla ricerca di<br />

brand che siano con esse sintonici, che<br />

abbiano un valore aggiunto dato dalla<br />

riconoscibilità (supporto Tv costante) e<br />

dal rapporto emozionale che si crea con<br />

il consumatore. “Nella nostra esperienza<br />

–spiega Barbuto- è importante creare<br />

eventi speciali che coinvolgano il consumatore.<br />

Ne è un esempio il “Tour K2 e Frisbee”<br />

che organizziamo in collaborazione<br />

con alcuni importanti centri commerciali<br />

d’Italia: il prossimo partirà proprio nel periodo<br />

prenatalizio nel più importante del<br />

centro-Italia. Una serie di appuntamenti<br />

dedicati al pubblico con protagonisti i<br />

personaggi delle nostre serie Tv, come<br />

Due Fantagenitori, gli eroi di Monsuno, i<br />

concorrenti di A Tutto Reality. Un genere di<br />

attività che, in quanto editore televisivo,<br />

possiamo supportare anche attraverso i<br />

nostri canali, così da aumentare ulteriormente<br />

il traffico sul punto di vendita”.<br />

Switchover Licensing ha allo studio nuove<br />

attività, con tipologie di proposte che<br />

implicano il coinvolgimento del consumatore<br />

e da cui nel periodo natalizio si<br />

attendono i migliori risultati. Conclude<br />

Barbuto: “In quest’ottica, il prodotto a<br />

licenza -nella specifico la property televisiva-<br />

è sicuramente un’arma vincente.<br />

Soprattutto quando possiamo valorizzarlo<br />

allineando le attività sul punto di<br />

vendita con la programmazione televisiva<br />

e grazie all’esposizione che riusciamo a<br />

dare ai nostri brand su K2 e Frisbee, specialmente<br />

nel periodo natalizio”.<br />

Elena Giordano<br />

29 novembre 2012<br />

69


SERVIZI<br />

<br />

<br />

Shernaz Daver di @WalmartLabs racconta a Gdoweek come il Big<br />

Retailer analizza le intenzioni d’acquisto nel progetto Social Genoma<br />

70<br />

di Enrico Sacchi<br />

a fusione tra retail, social e mobile<br />

sta riscrivendo le regole di interazione<br />

tra i consumatori e tra shopper,<br />

brand e retailer, disegnando<br />

uno scenario in continua evoluzione che<br />

richiede nuovi strumenti di analisi e di<br />

decriptazione. È da queste premesse che<br />

nasce un’iniziativa di Walmart, all’interno<br />

della divisione Global e-commerce,<br />

-denominata @WalmartLabs- attraverso<br />

la quale il Big Retailer sta rifocalizzando<br />

le proprie strategie di e-commerce.<br />

@WalmartLabs si è insediato nel cuore<br />

della Silicon Valley arruolando molti fra i<br />

più brillanti business people e specialisti<br />

in tecnologia del settore. “L’obiettivo è<br />

quello di essere un hub per la creazione<br />

di tecnologie e business nei canali social<br />

e mobile commerce per gli shopper globali<br />

-spiega a Gdoweek Shernaz Daver<br />

ricercatore di @WalmartLabs-. Vogliamo<br />

guidare l’e-commerce di nuova generazione<br />

al quale i consumatori possono accedere<br />

in qualsiasi momento e da ogni<br />

luogo”.<br />

Fra le iniziative più importanti nate in<br />

seno a @WalmartLabs figura il Social<br />

Genoma, qual è il suo obiettivo?<br />

il progetto Social Genoma è una piattaforma<br />

(vedi schema a lato, ndr) che connette<br />

persone, luoghi, attività, eventi e<br />

prodotti. Un buon modo per guardare ad<br />

esso è di immaginare una mappa molto<br />

grande, simile al Genoma Umano, che<br />

può effettuare connessioni per arrivare<br />

ad una migliore comprensione di intenzioni<br />

e comportamenti delle persone.<br />

In sostanza, si tratta di una gigantesca<br />

29 novembre 2012<br />

base di conoscenza che cattura pubblici<br />

interessi e relazioni nel mondo social.<br />

Come funziona questa tecnologia di<br />

ricerca semantica?<br />

Polaris, il motore di ricerca introdotto<br />

recentemente da Walmart, utilizza la<br />

tecnologia semantica per anticipare le<br />

intenzioni di ricerca degli shopper ed offrire<br />

loro risultati pertinenti. Questo è un<br />

esempio di possibile utilizzo della piat-<br />

Prodotti<br />

correlati<br />

Giudizio<br />

PEOP<strong>LE</strong><br />

taforma Social Genoma. La ricerca di un<br />

risultato relativo allo shopping è molto<br />

diversa dalla conduzione di una ricerca<br />

di carattere generale. Questo nuovo search<br />

engine utilizza algoritmi avanzati,<br />

incluse query di comprensione e mining<br />

di sinonimi, per “spigolare”tra le intenzioni<br />

degli user nel consegnare i risultati.<br />

Ci può fare qualche esempio?<br />

Quando un utente compone la parola<br />

PRODOTTI ARGOMENTI<br />

SEDE<br />

Amici/Followers<br />

AFFINITÀ<br />

Disponibilità Partecipazione<br />

IN EVIDENZA<br />

Luogo<br />

Tempo<br />

Interessi<br />

EVENTO<br />

Argomenti<br />

correlati


“denim”, il motore di ricerca restituisce i<br />

risultati sui jeans, o quando viene inserito<br />

il termine “compressa di cloro” Polaris<br />

dà il risultati relativi alla dotazione<br />

di attrezzature in base alle intenzioni che<br />

l’user potrebbe avere.<br />

Come è stata applicata questa tecnologia<br />

sul sito Walmart.com?<br />

Polaris è stato implementato su Walmart.com<br />

e alimenta la ricerca su Walmart<br />

mobile. Walmart.com ha già visto<br />

una crescita del 10-15% degli shopper<br />

che completano un acquisto dopo aver<br />

utilizzato Polaris per la ricerca di un prodotto.<br />

Lo scorso anno il vostro gruppo ha<br />

creato Shopycat. Quali sono le sue caratteristiche<br />

e come si relaziona con il<br />

Social genoma?<br />

All’interno di @WalmartLabs, il progetto<br />

Social Genoma rappresenta il fondamento<br />

per diversi prodotti. Shopycat è<br />

un altro esempio legato all’uso di Polaris:<br />

indirizza i temi del social gifting utiliz-<br />

zando Facebook come un diagramma<br />

social. Una volta scaricata l’applicazione,<br />

con il vostro permesso questa può<br />

raccomandare i regali che i vostri amici<br />

vorrebbero ricevere -per un compleanno,<br />

anniversario o Natale- in base ai loro<br />

post, like e interessi. Per esempio, se<br />

un vostro amico è appassionato di football,<br />

Shopycat potrebbe consigliarvi un<br />

dvd blue ray “World Cup 2012 soccer”<br />

in confezione classica. Facciamo un altro<br />

esempio. Quando<br />

un utente twitta entusiasticamente<br />

“io<br />

amo Salt” (film con<br />

Angelina Jolie, ndr),<br />

entro pochi secondi<br />

questo tweet arriva<br />

ai WalmartLabs, dove<br />

viene analizzato in un modo velocissimo.<br />

Pochi minuti dopo, arriva un messaggio<br />

nella mailbox di un amico intimo<br />

dell’utente in questione: “Buongiorno<br />

Giuliana, ci hai chiesto di ricordarti l’imminente<br />

compleanno di Anna. Lei ha appena<br />

twittato positivamente riguardo a<br />

catturare<br />

interessi<br />

e relazioni<br />

nel mondo<br />

social<br />

SERVIZI<br />

In queste immagini, alcuni spazi<br />

di lavoro nella sede @WalmartLabs<br />

situata nella Silicon Valley<br />

(California).<br />

Recentemente è stata aperta un’altra<br />

sede a Bangalore, in India.<br />

In basso a sinistra, uno dei cartelloni<br />

pubblicitari disseminati da Walmart<br />

nell’area della Valley<br />

Salt. Vuoi comprare per lei qualcosa di<br />

pertinente? Noi abbiamo alcuni suggerimenti”.<br />

Entro la fine dell’anno, amplieremo<br />

le nostre applicazioni di regalistica<br />

per la stagione delle vacanze.<br />

È possibile avere qualche anticipazione<br />

sui nuovi progetti?<br />

Recentemente abbiamo annunciato<br />

“Classroom by Walmart”, dove gli insegnanti<br />

possono caricare le liste dei<br />

materiali di classe<br />

e consentire ai genitori<br />

di acquistarli<br />

online per l’inizio<br />

dell’anno scolastico.<br />

Al momento<br />

sono state inserite<br />

oltre 100mila liste<br />

di classe. Inoltre, abbiamo avviato un<br />

progetto con Pinterest per l’acquisto<br />

degli articoli di college preferiti quando<br />

i giovani si iscrivono al college negli<br />

Stati Uniti. Nei prossimi mesi lanceremo<br />

nuove iniziative nell’area del gifting e dei<br />

social products.•<br />

29 novembre 2012 71


Loriana è la piadina con la Romagna dentro!<br />

Gustosa, soffice e pronta in un minuto,<br />

è l’ideale non solo per uno spuntino,<br />

ma anche per una cena sana, veloce e ricca di gusto!<br />

Prodotto testato ed approvato dai consumatori.<br />

Per informazioni consulta il sito: www.saporedellanno.com<br />

www.decoindustrie.it


SERVIZI<br />

I corsi organizzati riguardano prevalentemente lo studio di una lingua<br />

straniera (soprattutto l’inglese) l’informatica e la sicurezza sul lavoro<br />

di Loredana Oliva<br />

on sono tempi floridi per la formazione<br />

aziendale, soprattutto nella<br />

piccola e media impresa.<br />

La crisi, sin dall’inizio ha indebolito<br />

la determinazione dei capi d’azienda<br />

a investire risorse e tempo nel training<br />

e nell’aggiornamento dei propri addetti.<br />

Questa realtà che in Italia già tradizionalmente<br />

non ha mai troppo entusiasmato<br />

la direzione aziendale -se non per grandi<br />

imprese e multinazionali- oggi fa i conti<br />

con risorse assorbite dai programmi<br />

a sostegno della sopravvivenza stessa<br />

dell’impresa.<br />

<br />

Nel 2011 solo il 10 % delle piccole e medie<br />

aziende (che hanno tra 50 e 100 addetti)<br />

ha dichiarato di aver messo in atto programmi<br />

di formazione professionale e il<br />

dato non è cambiato per il 2012. Invece,<br />

le organizzazioni con un numero di dipendenti<br />

fra i 100 e i 300 che hanno attivato<br />

programmi e corsi sono oltre il 15% per il<br />

2011. La percentuale però scende al 5%<br />

se queste stesse organizzazioni sono interpellate<br />

sugli investimenti in formazione<br />

AZIENDE E PROGRAMMI DI FORMAZIONE<br />

Indagine su un campione di 2.000 aziende italiane<br />

previsti per l’anno successivo. Dati presentati<br />

in occasione della seconda edizione<br />

di Expo Training, la prima fiera della<br />

formazione professionale in Italia, che si<br />

è svolta a Milano il 25 e 26 ottobre 2012,<br />

nella sede di FieraMilano City UnionFormazione<br />

(l’associazione nazionale degli<br />

enti di formazione) ha realizzato l’indagine<br />

nei primi mesi del 2011, identificando<br />

un campione di 2.000 aziende italiane che<br />

impiegano, in totale, circa un milione di<br />

lavoratori.<br />

Le informazioni ricavate da una serie d’interviste<br />

e dati incrociati, rivelano che la<br />

propensione verso la formazione migliora<br />

con il crescere della dimensione d’impresa.<br />

Infatti superano la percentuale del<br />

26% quelle imprese con un numero di<br />

dipendenti compreso tra i 301 e i 500,<br />

le quali hanno realizzato nel 2011 investimenti<br />

per la formazione.<br />

Per quanto riguarda le realtà di dimensioni<br />

medio-grandi interpellate, l’intenzione<br />

di fare formazione aziendale si esprime<br />

nel downsizing –formare per risanare la<br />

situazione finanziaria in azienda. Soltanto<br />

il 15% di queste aziende ha dichiarato<br />

Dimensione delle aziende<br />

(n° dipendenti)<br />

2011 2012*<br />

Tra 50 e 100 10% 18%<br />

Tra 101 e 300 15% 5%<br />

Tra 301 e 500 26% 15%<br />

Tra 501 e 1.000 35% 32%<br />

1.001 e oltre 50% 45%<br />

*intenzione - Fonte: UnionFormazione<br />

investimenti in formazione per il 2012. Se<br />

si guarda alle imprese che impiegano da<br />

500 a mille dipendenti, le cifre sono molto<br />

più rassicuranti: il 35% delle aziende ha<br />

svolto interventi di formazione nel 2011,<br />

malgrado la previsione d’investimento nel<br />

2012 cala di tre punti .<br />

Si possono definire aziende virtuose per<br />

l’attitudine a creare formazione, il 45% tra<br />

quelle intervistate (che impiegano oltre<br />

mille lavoratori) con programmi di training<br />

per i dipendenti già realizzati nel 2011, e<br />

il 50% che hanno dichiarato l’intenzione<br />

di investire in formazione professionale<br />

anche per il 2012.<br />

<br />

L’Associazione Nazionale degli Enti di<br />

formazione, ha indagato sui contenuti,<br />

dei corsi, dei training della formazione in<br />

azienda. Soprattutto cercando di capire se<br />

la qualità della formazione fosse in linea<br />

con le esigenze innovative che emergono<br />

al livello europeo e mondiale. Al contrario,<br />

sembra che le attività si concentrino piuttosto<br />

su competenze di base e molto meno<br />

su quelle strategiche per il business e<br />

il management, necessarie in vista di una<br />

ripresa dell’economia. I corsi organizzati<br />

riguardano prevalentemente lo studio di<br />

una lingua straniera (soprattutto l’inglese)<br />

l’informatica e la sicurezza sul lavoro. Mentre<br />

l’approfondimento di nuove pratiche di<br />

marketing, comunicazione, management,<br />

e vendite è affrontato nei programmi delle<br />

aziende di maggiori dimensioni, e le strategie<br />

per l’innovazione dei prodotti o dei<br />

processi sono rivolte a livelli più alti nella<br />

scala gerarchica aziendale.•<br />

29 novembre 2012 73


SERVIZI<br />

<br />

<br />

<strong>Il</strong> programma di loyalty multicanale per il brand Ringo è uno<br />

tra gli ultimi progetti realizzati. Le app nuovo terreno di azione<br />

74<br />

di Luigi Ferro<br />

opo il Kaka televisivo che gioca<br />

a pallone con i bambini, Ringo<br />

sbarca sul web con un sito totalmente<br />

rinnovato integrato<br />

con un programma di loyalty multicanale.<br />

Advice ha ideato per Barilla un percorso<br />

che parte dai video nei quali i campioni<br />

del calcio insegnano i fondamentali, poi<br />

ci sono i quiz, web game 3D dove si partecipa<br />

inserendo i codici trovati all’interno<br />

dei prodotti acquistati. Al termine il navigatore<br />

riceve una Ringo Card digitalizzata<br />

e personalizzata come premio-fedeltà e<br />

sblocca il Livello 2 del percorso loyalty in<br />

cui potrà proseguire con nuovi giochi, domande<br />

e video.<br />

<br />

Per Ringo si tratta dell’evoluzione di una<br />

prima iniziativa datata 2007 che prevedeva<br />

il download di giochi brandizzati. Un segno<br />

dell’attenzione della società di Parma<br />

ai nuovi strumenti di comunicazione della<br />

quale si aveva già avuto un esempio con<br />

la campagna “Top of the Drops” realizzata<br />

nel 2007 per le “Gocciole”. In questo caso<br />

si puntava sui contenuti per i cellulari con<br />

codici differenziati a seconda del target<br />

Molteplici<br />

le possibilità<br />

di interazione<br />

online<br />

con Pan di Stelle<br />

per i consumatori,<br />

fra queste anche<br />

il canale<br />

Instagram<br />

29 novembre 2012<br />

di riferimento che poteva accedere a un<br />

diverso tipo di contenuti. Dai cellulari si è<br />

andati gradualmente verso il Web. Dopo<br />

un iniziale periodo di osservazione, Barilla<br />

ha deciso di spingere sull’acceleratore<br />

prendendo sempre più confidenza con<br />

Internet.<br />

<br />

La svolta arriva con il “Nel Mulino che Vorrei”.<br />

È questo il momento in cui Barilla conosce<br />

e prende confidenza con la propria<br />

community online. Lanciato nel 2009, ha<br />

visto entrare in contatto con la marca oltre<br />

duecentomila persone che hanno proposto<br />

più di tremila idee di prodotto, oltre<br />

1.400 suggerimenti per le promozioni, seicento<br />

per le confezioni e quattrocento per<br />

l’impegno sociale. Cornetti al cioccolato,<br />

biscotti integrali, i Palicao (biscotti al cioccolato)<br />

in edizione limitata sono alcuni dei<br />

nuovi prodotti frutto del rapporto strettissimo<br />

fra la marca e i suoi consumatori. Un<br />

esempio di Wikinomics, la collaborazione<br />

di massa, che un’azienda come Barilla ha<br />

sfruttato mettendosi in gioco, dialogando<br />

con i clienti e mandando a memoria<br />

una delle 95 tesi del Cluetrain Manifesto<br />

(che detta le regole per la comunicazione<br />

online, si veda anche Gdoweek 39, pag.<br />

14, ndr): “I mercati sono conversazioni”.<br />

L’evoluzione segue lo sviluppo tecnologico.<br />

Con Pan di stelle si parte dalla consapevolezza<br />

che la community esiste già tramite<br />

social network e blog. Per questo Barilla<br />

non chiede di produrre contenuti, ma offre<br />

gli strumenti per entrare in relazione con la<br />

marca e reinterpretarla secondo la propria<br />

sensibilità. <strong>Il</strong> centro del progetto è il sito<br />

web dal quale è possibile scaricare icone,<br />

temi per chat e blog e un set di paper toys<br />

da stampare e montare a casa o in ufficio.<br />

Poi c’è l’app per l’iPhone e un’altra app<br />

Poesie di stelle che genera poesie.<br />

<br />

Le app sono il nuovo terreno d’azione e<br />

così nell’aprile di quest’anno è possibile<br />

scaricare anche Pan di stelle mooncake<br />

che sfrutta le nuove possibilità offerte dalla<br />

realtà aumentata per organizzare una<br />

caccia al tesoro. A Parma però non si sono<br />

dimenticati della pasta. E lo dimostrano<br />

con iPasta, l’applicazione per il cellulare<br />

di Apple pensata per aiutare gli utenti a<br />

sfornare nuove ricette. La tecnologia Gps<br />

integrata nell’iPhone permette di ottenere<br />

informazioni sulla tradizione culinaria locale<br />

in base alla propria posizione, ottenendo<br />

un elenco dei piatti tipici. Altre funzioni<br />

permettono di utilizzare l’applicazione durante<br />

la spesa al supermercato o in cucina.<br />

Per esempio, è possibile visualizzare<br />

un elenco di ricette e degli ingredienti necessari<br />

per prepararli o elaborare una ricetta<br />

a partire dall’elenco degli ingredienti<br />

a disposizione.•


www.bagarre.net<br />

<strong>Il</strong> Natale made<br />

in Italy ha tutta<br />

un’altra forma!<br />

è il Natale secondo Bibo: fantasia e<br />

design tutti italiani. E se made in Italy<br />

significa qualità e creatività, non può<br />

esserci festa senza Bibo Quadro.<br />

Bibo Quadro è un modo tutto nuovo per<br />

dare forma alla festa.<br />

www.bibo.it


_ opinione<br />

<br />

<br />

76<br />

29 novembre 2012<br />

Aldo Calza<br />

Managing<br />

Partner<br />

hELP - tHe<br />

Employment<br />

Law Plant<br />

a nuova disciplina della indennità<br />

di disoccupazione avrebbe dovuto<br />

rappresentare il pilastro centrale<br />

di un nuovo sistema caratterizzato dalla<br />

flessibilità in ingresso e in uscita dal<br />

rapporto di lavoro. Così non è stato.<br />

<br />

La disciplina della indennità di disoccupazione<br />

scontava, in Italia, l’handicap di<br />

essere nata in un’epoca nella quale la<br />

perdita del posto di lavoro fisso e ipergarantito<br />

rappresentava una assai rara<br />

e sfortunata occorrenza.<br />

La perenne crisi dei mercati aveva però<br />

reso da tempo evidente la inutilità di<br />

una indennità, come quella esistente in<br />

Italia, che prevede un assegno fino a<br />

un massimo di poco più di 1.000 euro<br />

lordi al mese per un periodo massimo<br />

di otto mesi (prolungabile fino a 12 per<br />

gli over 50).<br />

Anche i sassi ormai sapevano che l’unico<br />

modo per concedere alle aziende la<br />

facoltà di risolvere, senza troppi vincoli,<br />

i rapporti di lavoro ritenuti non più sostenibili,<br />

non poteva che consistere nel<br />

garantire ai lavoratori il diritto di mantenere,<br />

anche dopo il licenziamento, un<br />

livello di reddito simile a quello acquisito<br />

durante l’ultimo rapporto di lavoro, e ciò<br />

per tutto il periodo di tempo necessario<br />

per reperire un nuovo posto di lavoro.<br />

<br />

Purtroppo, nonostante i proclami che la<br />

hanno preceduta, l’ASpI - Assicurazione<br />

Sociale per l’Impiego introdotta dalla Riforma<br />

Fornero (che entrerà in vigore nel<br />

gennaio 2013) è assai simile alla precedente<br />

indennità di disoccupazione.<br />

Allungata (poco) nella durata fino ad<br />

arrivare a 12 mesi (18 per gli over 55),<br />

è rimasta sostanzialmente invariata nel<br />

quantum: è ancora presente infatti la<br />

previsione di un limi-<br />

te massimo stabilito<br />

di anno in anno con<br />

apposito decreto,<br />

che per il 2013 sarà<br />

di euro 1.119,32<br />

lordi.<br />

Anche i requisiti per<br />

l’accesso non sono<br />

mutati di molto; è stato infatti mantenuto<br />

il requisito della involontarietà dello<br />

stato di disoccupazione, con l’unica novità<br />

della maturazione del diritto per chi<br />

risolva “consensualmente” il rapporto di<br />

lavoro nell’ambito della nuova procedura<br />

prevista in caso di licenziamento per<br />

motivi economici.<br />

Chi perderà il posto di lavoro dal gennaio<br />

2013 riceverà dunque una indennità<br />

palesemente insufficiente, sia nella durata<br />

che nell’ammontare.<br />

<strong>Il</strong> tutto a discapito dei lavoratori, sicuramente,<br />

ma anche delle aziende, che<br />

rimarranno ancora invischiate nelle dinamiche<br />

che derivano dal dover sempre<br />

considerare il licenziamento, per<br />

gli effetti drammatici che produce sulle<br />

condizioni economiche di ogni lavorato-<br />

trattamento<br />

insufficiente<br />

sia nella<br />

durata che<br />

nell’importo<br />

re, come una extrema ratio e non come<br />

un normale strumento di gestione della<br />

propria organizzazione aziendale.<br />

<br />

Che gli inventori dell’ASpI non avessero<br />

a cuore il problema della indennità di<br />

disoccupazione lo si comprende agevolmente<br />

dal clamoroso lapsus freudiano<br />

insito nell’averla battezzata con il nome<br />

di una associazione di aziende esistente<br />

dal lontano marzo 2000, l’ASPI - Associazione<br />

Nazionale Manutenzione e<br />

Spurgo delle Reti Fognarie (non è uno<br />

scherzo, controllate pure: www.associazioneaspi.it).<br />

Ovvio<br />

che la equazione “disoccupati<br />

= spurghi<br />

delle reti fognarie da<br />

man(u)tenere”, seppur<br />

solo freudianamente<br />

annidata nella<br />

psiche del legislatore,<br />

non poteva che<br />

condurre a una disciplina dell’istituto in<br />

esame a dir poco irriguardosa nei confronti<br />

delle esigenze dei suoi sfortunati<br />

fruitori.<br />

Non a caso, tra i tanti fallimenti della Riforma<br />

Fornero, quello riguardante l’idennità<br />

per gli … spurghi del mercato del<br />

lavoro è certamente la più clamorosa.<br />

<strong>Il</strong> commento più adeguato pare quello<br />

che chiude l’ultimo libro di Francesco<br />

Totti “E mo’ te spiego Roma” (gli eruditi<br />

lettori non storcano il naso: ogni riforma<br />

ha il respiro letterario che si merita!):<br />

“Chi siamo? Siamo romani. Da dove veniamo?<br />

Da Ponte Milvio, dar Colosseo,<br />

dar Pantheon. … Dove andiamo? Aò, ma<br />

so domande da fare al filosofo Pupone<br />

de Porta Metronia? Annamo a giocà a<br />

pallone, no? Daje, passa ‘sta palla!”.•


PRODOTTI E IMPRESE


di Antonietta De Feo<br />

a crisi sociale ed ecologica odierna<br />

ci pone di fronte ai limiti del credo<br />

liberoscambista, per il quale il<br />

benessere è prevalentemente connesso<br />

a un arricchimento materiale senza<br />

freni, fondato sulla fiducia nella razionalità<br />

economica e in un suo libero dispiegamento.<br />

Con “Limite”, il filosofo ed economista<br />

francese, Serge Latouche, torna<br />

a evidenziare il carattere utopico di una<br />

simile concezione, mettendo in discussione<br />

la possibilità prometeica di sganciare<br />

la sostanza umana della società da ogni<br />

vincolo geografico, morale, culturale, politico<br />

ed ecologico. La questione centrale<br />

che attraversa il pamphlet è la demistificazione<br />

della “dismisura” come valore di riferimento<br />

dell’agire umano, auspicando un<br />

progetto di “autolimitazione” come scelta<br />

non solo individuale ma collettiva, necessaria<br />

per la sopravvivenza del nostro pianeta.<br />

L’autore lancia una sfida all’illusione<br />

di un modello di sviluppo senza confini,<br />

nonché al riduzionismo del mito dell’homo<br />

oeconomicus, ricollocando entro specifiche<br />

condizioni la stessa opportunità di<br />

vivere una vita felice.<br />

Andando per ordine, le frontiere spaziali<br />

sono il primo orizzonte di riflessione che<br />

Latouche propone contro l’odissea insaziabile<br />

del capitalismo globalizzato. La “riterritorializzazione”<br />

della vita, per esem-<br />

LIMITE<br />

di Serge Latouche<br />

Bollati Boringhieri<br />

pagine 113, € 9,00<br />

libri _ CULTURE<br />

<br />

<br />

pio, è uno dei limiti suggeriti per opporsi<br />

tanto al progressivo sradicamento delle<br />

attività antropiche dalle particolarità dei<br />

contesti locali, quanto alla disgregazione<br />

dei legami comunitari. I confini non sono<br />

solo geografici ma hanno soprattutto<br />

una dimensione politico-culturale e, per<br />

quanto arbitrari possano essere, “sono indispensabili<br />

per trovare l’identità necessaria<br />

allo scambio con l’altro” (p. 36) e,<br />

dunque, per preservare il pluralismo delle<br />

identità esistenti.<br />

<br />

Più evidente nella nostra realtà attuale è<br />

la finitezza delle risorse naturali di cui, tuttavia,<br />

i modi di produzione e di consumo<br />

dominanti non sembrano tenere conto.<br />

Sebbene la sostenibilità ambientale sia<br />

un concetto che va gradualmente a connotare<br />

una parte del mercato (si pensi alla<br />

green economy), per l’autore è necessario<br />

liberarla del tutto dalla “ragione geometrica”<br />

della crescita illimitata. In questa<br />

direzione, appare lecito sfatare anche il<br />

catechismo dell’“onnipotenza tecnoscientifica”,<br />

le cui pretese di manipolazione e di<br />

controllo della natura si scontrano con gli<br />

stessi limiti conoscitivi dell’uomo (si pensi<br />

ad esempio agli ogm e a tutte quelle forme<br />

di tecnicizzazione della vita biologica che<br />

pongono problemi più seri di quelli che ri-<br />

solvono). Quando la volontà di conoscere<br />

è fuori controllo ed è pesantemente informata<br />

di interessi utilitaristici, “essa sfocia<br />

nel rigetto di ogni norma morale” (p. 78).<br />

Stabilire un perimetro etico che renda sostenibili<br />

le nostre attività appare dunque<br />

necessario per porre un freno all’autonormatività<br />

del mercato e all’emancipazione<br />

dell’economia dal tessuto dei rapporti sociali<br />

e dai vincoli naturali. Perimetro che si<br />

delinea, di certo, rispetto a una presa di<br />

coscienza della finitezza della vita, ma i<br />

cui riferimenti normativi sono ancora tutti<br />

da discutere. Quali istanze infatti sono o<br />

saranno deputate a orientare i nostri comportamenti?<br />

Autolimitare i propri desideri è una scelta<br />

che implica la socializzazione a nuovi valori<br />

e nuove regole, processo questo che deve<br />

tener conto della diversità dei punti di<br />

vista, che sono sempre punti situati, cioè<br />

legati a specifiche condizioni culturali e<br />

sociali. Godere di quello che si ha è un<br />

suggerimento più che un imperativo, ma<br />

vale anche per quelli che hanno sempre<br />

vissuto in uno stato di costrizione?<br />

Di sicuro il senso del limite richiama il<br />

senso di responsabilità verso le future<br />

generazioni, rispetto a cui l’elaborazione<br />

di nuovi precetti dovrebbe andare insieme<br />

all’individuazione di possibili pratiche di<br />

“frugalità felice”.•<br />

29 novembre 2012 79


80<br />

CULTURE_ libri<br />

di Anna Bertolini<br />

uesto volume, che presenta i principali<br />

risultati di un progetto di ricerca<br />

sulla tematica delle filiere corte<br />

finanziato da Mipaaf e realizzato da Cursa,<br />

ci fornisce lo spunto per analizzare il<br />

fenomeno dei farmers’ market alla luce di<br />

quanto si è verificato e ancora accade sia<br />

in Italia sia nel resto del mondo. Negli ultimi<br />

anni abbiamo assistito all’emergere di<br />

esperienze di mercato alternative: dai gruppi<br />

di acquisto solidale ai mercati contadini<br />

fino, ovviamente, allo sviluppo delle filiere<br />

corte. Tutto in ottica di incremento della<br />

domanda di sostenibilità del consumatore.<br />

Fare chiarezza sul fenomeno richiede, però,<br />

innanzitutto di circoscriverne i caratteri<br />

fondanti e fondamentali. Cos’è, dunque, la<br />

filiera corta? In prima battuta, verrebbe da<br />

dire che si tratta di un circuito breve dove<br />

EATING PLANET<br />

di Barilla Center for<br />

Food & Nutrition<br />

in collaborazione con<br />

Worldwatch Institute,<br />

Edizioni Ambiente<br />

pagine 352, € 26,00<br />

29 novembre 2012<br />

I FARMER’S MARKET:<br />

LA MANO VISIBI<strong>LE</strong> DEL MERCATO<br />

di Davide Marino, Clara Cicatiello<br />

Franco Angeli<br />

pagine 368, € 35,00<br />

<br />

<br />

Eating Planet 2012 nasce dalla necessità<br />

di ripensare in maniera radicale il sistema<br />

alimentare globale. Infatti, secondo<br />

il Global Footprint Network, l’umanità<br />

consuma ogni anno risorse per 1,3<br />

pianeti. Nei Paesi ad alto reddito, inoltre,<br />

i consumi alimentari rappresentano la<br />

prima voce dell’impatto ambientale di<br />

ogni individuo, con una percentuale tra il<br />

30% e il 40% dell’eco-impronta totale. <strong>Il</strong><br />

volume è costruito intorno ai quattro ambiti<br />

su cui il BCFN ha sviluppato l’attività di<br />

ricerca (accesso al cibo, cibo e sviluppo<br />

sostenibile, cibo e salute, cibo e cultura)<br />

e offre contributi di scienziati, politici,<br />

premi Nobel ed esperti di fama mondiale.<br />

Acquistabile in versione e-book.<br />

il rapporto tra produttore e consumatore<br />

assume i toni della relazione diretta senza<br />

orpelli e intermediari. Ma non basta, in realtà<br />

la filiera corta, soprattutto in tempi di<br />

crisi come questo, si manifesta come un<br />

sistema commerciale che permette di diminuire<br />

il prezzo finale dei prodotti. Ancora<br />

una volta assistiamo, quindi, a una presa<br />

di potere del prezzo in qualità di driver degli<br />

acquisti. Certo, come accennato, non è<br />

l’unico elemento caratterizzante. La filiera<br />

corta è anche vendita di prodotti su scala<br />

locale, permettendo alle piccole realtà del<br />

territorio di emergere e di farsi conoscere;<br />

è rispetto delle stagionalità, evitando<br />

così eccessivi consumi di energia previsti,<br />

invece, nelle coltivazioni prodotte fuori<br />

stagione; è convivialità, rappresentando il<br />

gesto del fare la spesa non solo in un atto<br />

CIBO VERO<br />

di Autori vari<br />

Giunti/Alce Nero<br />

pagine 120,<br />

€ 12,00<br />

funzionale bensì in un tempo consumato<br />

tra piacere e socialità. Tutte motivazioni<br />

conosciute anche dai consumatori. Secondo<br />

un sondaggio di Coldiretti, infatti,<br />

la causa principale che spinge ad acquistare<br />

prodotti direttamente dai produttori<br />

è il risparmio (30% degli intervistati), ma<br />

non sono di meno importanza la qualità e<br />

la freschezza dei generi alimentari (<strong>24</strong>%),<br />

la salvaguardia delle tradizioni enogastronomiche<br />

del territorio (12%) e il risparmio<br />

di energia nonché la difesa dell’ambiente e<br />

del clima legati alla riduzione dei trasporti<br />

(9%). Interessante è comprendere, tra l’altro,<br />

quale impatto può avere questa forma<br />

commerciale sulle strutture aziendali, sugli<br />

assetti produttivi oltre che sul sistema territoriale<br />

in cui è inserita. Ma per questo vi<br />

rimandiamo al libro.•<br />

<strong>Il</strong> cibo e il pianeta L’Italia agricola<br />

Un tempo lo si sarebbe definito un volume<br />

di informazione militante, oggi un libro così<br />

si può più semplicemente chiamare una<br />

raccolta di storie, quella degli agricoltori di<br />

Alce Nero. Persone legate in modo profondo<br />

alla terra che coltivano, a cui li unisce non<br />

solo il lavoro, ma elementi più profondi:<br />

l’anima, l’identità, i sentimenti, l’amore. <strong>Il</strong><br />

volume a cura di Rita Brugnara, corredato<br />

da foto e video (di Alberto Callari e Paolo<br />

Panzera) visibili sull’omonimo sito, è il<br />

risultato di un viaggio nell’autentica Italia<br />

agricola, iniziato a giugno 2011 in Basilicata<br />

e concluso nel cuore delle Dolomiti a fine<br />

novembre. Esperienze concrete di una<br />

visione sostenibile, responsabile, valida per<br />

l’intero modo di produrre e fruire.


82<br />

n o m i<br />

Acetaia San Giacomo 50, Advice 74, Agape 49, Alegra 53,<br />

Alimenta la Salute 53, Alimos 53, Aliper 57, Amazon <strong>24</strong>,<br />

Apofruit Italia 53, Apple 19, Artsana Prénatal 45, Atelier<br />

del riciclo 19, Auchan 53, Azienda Agricola Pelz 48, Azienda<br />

Agricola Simoni Ferruccio 48, Azienda Agricola Zanotelli 48,<br />

Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio 48, Azienda Vitivinicola<br />

Villa Corniole 48, B&B Italia 49, Baby Boom 18, Barattiamo<br />

19, Barbuto Tiziana 69, Barilla 74, Baron Widmann 50, Ben-<br />

net 57, Beraldo Stefano 27, Bernardi 27, Biomonde 53, Birra<br />

Menabrea 50, Biscottificio Mattei Deseo 49, Bonali Giovanni<br />

51, Bosch 80, Botalla Formaggi 50, Brico io 36, Bricoman<br />

36, Brusaporci Massimo 53, Bsh 80, Butali 45, Camst 53,<br />

Capanna Prosciutti 50, Cappellini 49, Carnevali Lorenzo<br />

51, Cash Converters 18, Cash Time 18, Cassina 49, Castel<br />

Guelfo The Style Outlets 6, Cesare Regnoli & Figlio 14, Cir<br />

Food 53, Cobolli Gigli Giovanni 19/21, Coldiretti 80, Collina<br />

Luisa 23, Conad Adriatico 41/45, Conad Tirreno 57, Conai<br />

18, Conbipel 45, Conor 53, Consorzio di Siena 48, Consorzio<br />

Nazionale del Riuso 18, Consorzio Premax 49, Coop Italia 53,<br />

Coop Lombardia 45, Cursa 80, Dada 49, Decathlon 45, Dell<br />

19, Despar 45, Di Porcia e Brugnera Guecello 57, Distilleria<br />

Paolazzi 48, Distilleria Pilzer 48, eBay 16, Edeka 53, El Corte<br />

Inglés 27, Ermenegildo Zegna 49, Euronics Italia 37, Euro-<br />

spar Gruppo Tuo 45, Expert 38, Famila 57, Federdistribuzione<br />

19, Feigenbaum Eric <strong>24</strong>, Fnac 18, Fresh Gourmet 54, Game-<br />

stop 18, Gbc 12, Gilette 41, Girabito 18, GirziLine 49, Gruppo<br />

Coin 27,45, Gruppo Evoluzione 45, Gruppo Poli 41,45, Gruppo<br />

Tuo 45, Gruppo Unicomm 34, Guess <strong>24</strong>, Hoffe Valérie 54,<br />

Humana People to People Italia 19, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />

49, Iperal 45, Ispo 6, Joe Fresh <strong>24</strong>, Kauffman 53, Kickstarter<br />

<strong>24</strong>, Kodak 19, Kpmg 31, La Linea Verde 54, Labomint 23,<br />

Leed 12, Lennox David 14, Leotron 18, Leroy Merlin Italia<br />

27/28/38, Levi’s Commuter <strong>24</strong>, Libraccio 18, Lim College<br />

<strong>24</strong>, Limoni 45, Loblaw Companies Limited’s <strong>24</strong>, Loro Piana<br />

49, Luxury Swapping 19, Magazzini Gabrielli 53, Maiorana<br />

Maggiorino 45, Mancini 49, Mancini Barbara 65, Marco Polo<br />

Expert 38, Marinelli Cristian 27/28, Marotta Giuseppe 44,<br />

Marzotto 49, Massetti Luca 45, Matilde Studio 53, Maxalto<br />

49, Maxi Zoo Italia 38, Mediaworld 18, Mercatino Usato 18,<br />

Mercatone Uno 47, Mieli Thun 50, Mipaaf 80, Mister Cash<br />

18, Molteni&C. 49, Morrisons 14, Murialdo Francesca 23,<br />

Naturitalia 53, Neiman Marcus <strong>24</strong>, Neinver 6, Nielsen 65/80,<br />

Oleificio Zucchi 51, Opera Vitivinicola Val di Cembra 48, Orogel<br />

Fresco 53, Ottica Avanzi 36, Ovs 27, Ovs Kids 27, Pam<br />

57, Pastificio Fabianelli 48, Pettinatura di Verrone 49, Picard<br />

57, Pigoli Rinaldo 41, Pojer&Sandri 50, Poli 53, Politecnico<br />

di Milano 23, Poltrona Frau 49, Popai Italy 23, Premiate<br />

Trattorie Italiane 48, Principi di Porcìa 57, Ralph Pucci <strong>24</strong>,<br />

Rewe 53, Risoli’ 49, Sama Francesco 27, Santeria <strong>24</strong>, Savini<br />

49, Sephora 47, Sg Marketing 53, Shernaz Daver 70, Sì Supermercati<br />

53, Sicilconad 35, Sirk della Subida 50, Sma 53,<br />

Solimene Lorenzo 31, Sportler 18, Stroili Oro 47, Sugar Foods<br />

54, Switchover Media 69, T.riciclo 18, Tenute La Montina<br />

49, Tesco 31/32, Tognaccini Silvio 45, Tradizioni Padane 49,<br />

Trony 47, U2 34, Unes 45, Unicomm 41/45, Unieuro 44,45,<br />

UnionFormazione 73, Uniqlo <strong>24</strong>, Urban Outfitter <strong>24</strong>, Ursini 49,<br />

Vicolungo The Style Outlets 6, Walmart 70, Xerox 19, Zago<br />

Sabrina 80, Zara 45<br />

29 novembre 2012<br />

numero 41-42 - 29 novembre 2012<br />

www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it<br />

dIREttORE RESpONSabI<strong>LE</strong>: Mattia Losi<br />

aREa REtaIL<br />

VICEdIREttORE: Cristina Lazzati<br />

REdaZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),<br />

Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)<br />

Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),<br />

Anna Bertolini, Roberto Pacifico<br />

UffICIO GRafICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,<br />

Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli,<br />

Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli<br />

SEGREtERIa dI REdaZIONE bUSINESS mEdIa: Anna Alberti, Donatella Cavallo,<br />

Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis<br />

redazione.gdoweek@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

COLLabORatORI: Davide Bernieri, BlogMeter, Alessandra Bonaccorsi, Lu.Ca,<br />

Aldo Calza (hELP - tHe Employment Law Plant), Erina Conti, Antonietta De Feo, Luigi<br />

Dell’Olio, Luigi Ferro, Elena Giordano, Loredana Oliva, Manuela Soressi, Nadia tadioli,<br />

Barbara Trigari, Anna Zinola<br />

pROGEttO GRafICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli<br />

dIREttORE EdItORIa<strong>LE</strong> bUSINESS mEdIa: Mattia Losi<br />

PROPRIETARIO ED EDITORE: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

SEdE <strong>LE</strong>Ga<strong>LE</strong>: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />

pRESIdENtE: Giancarlo Cerutti<br />

ammINIStRatORE dE<strong>LE</strong>GatO: Donatella Treu<br />

SEdE OpERatIVa: Via Carlo Pisacane 1 - 20016 - PERO (MILANO)<br />

Tel. +39 02 3022.1 - Fax +39 02 3022.6637<br />

UffICIO pUbbLICItà: Tel. +39 02 3022.6295<br />

Stampa: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 3<br />

20096 Seggiano di Pioltello (Mi)<br />

SERVIZIO CLIENtI: servizioclienti.periodici@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

tel 02-3022.5680 06-3022.5680 fax 02-3022.5400 06-3022.5400.<br />

abbONamENtI: www.shopping<strong>24</strong>.it<br />

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Prezzo di una copia cartacea 2,75 e<br />

Prezzo abbonamento Italia e 102,90 + iva e 5,99 = totale e 108,89<br />

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Abbonamenti. L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile.<br />

Registrazione tribunale di milano n. 392/72<br />

ROC n. 6553 del 10 /12/2001 - ISSN 1123-7260<br />

associato a:<br />

Informativa ex D. Lgs. 196/03 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.a., titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati<br />

personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da<br />

elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i<br />

quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del d. Lgs. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento<br />

od in omaggio. potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del d. Lgs n. 196/03 (accesso, correzione, cancellazione,<br />

ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il direttore Generale dell’area<br />

professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.a., l’Ufficio diffusione c/o la sede di via pisacane 1 - 20016<br />

pero (mI). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. tutti i diritti sono<br />

riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in<br />

nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso<br />

scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile<br />

presso l’Ufficio privacy, Via monte Rosa 91, 20149 milano. I Suoi dati potranno essere trattati da<br />

incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere<br />

comunicati alle società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta,<br />

a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

“annuncio ai sensi dell’articolo 2, comma 2, del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati<br />

personali nell’esercizio dell’attività giornalistica”.<br />

La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.a., editore della rivista Gdoweek rende noto al pubblico che esistono<br />

banche-dati di uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. <strong>Il</strong> luogo dove è possibile<br />

esercitare i diritti previsti dal d.LGS. n. 196/03 è l’ufficio del Responsabile del trattamento dei dati<br />

personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali.<br />

testata a diffusione nazionale volontariamente sottoposta dall’editore ad accertamento e riscontro della<br />

tiratura e diffusione per il periodo 01/01/2009-31/12/2009; tiratura media 21.022 copie, diffusione media<br />

20.589 copie. Società di Revisione fausto Vittucci & C. sas.


82<br />

n o m i<br />

Acetaia San Giacomo 50, Advice 74, Agape 49, Alegra 53,<br />

Alimenta la Salute 53, Alimos 53, Aliper 57, Amazon <strong>24</strong>,<br />

Apofruit Italia 53, Apple 19, Artsana Prénatal 45, Atelier<br />

del riciclo 19, Auchan 53, Azienda Agricola Pelz 48, Azienda<br />

Agricola Simoni Ferruccio 48, Azienda Agricola Zanotelli 48,<br />

Azienda Vitivinicola Nicolodi Alfio 48, Azienda Vitivinicola<br />

Villa Corniole 48, B&B Italia 49, Baby Boom 18, Barattiamo<br />

19, Barbuto Tiziana 69, Barilla 74, Baron Widmann 50, Ben-<br />

net 57, Beraldo Stefano 27, Bernardi 27, Biomonde 53, Birra<br />

Menabrea 50, Biscottificio Mattei Deseo 49, Bonali Giovanni<br />

51, Bosch 80, Botalla Formaggi 50, Brico io 36, Bricoman<br />

36, Brusaporci Massimo 53, Bsh 80, Butali 45, Camst 53,<br />

Capanna Prosciutti 50, Cappellini 49, Carnevali Lorenzo<br />

51, Cash Converters 18, Cash Time 18, Cassina 49, Castel<br />

Guelfo The Style Outlets 6, Cesare Regnoli & Figlio 14, Cir<br />

Food 53, Cobolli Gigli Giovanni 19/21, Coldiretti 80, Collina<br />

Luisa 23, Conad Adriatico 41/45, Conad Tirreno 57, Conai<br />

18, Conbipel 45, Conor 53, Consorzio di Siena 48, Consorzio<br />

Nazionale del Riuso 18, Consorzio Premax 49, Coop Italia 53,<br />

Coop Lombardia 45, Cursa 80, Dada 49, Decathlon 45, Dell<br />

19, Despar 45, Di Porcia e Brugnera Guecello 57, Distilleria<br />

Paolazzi 48, Distilleria Pilzer 48, eBay 16, Edeka 53, El Corte<br />

Inglés 27, Ermenegildo Zegna 49, Euronics Italia 37, Euro-<br />

spar Gruppo Tuo 45, Expert 38, Famila 57, Federdistribuzione<br />

19, Feigenbaum Eric <strong>24</strong>, Fnac 18, Fresh Gourmet 54, Game-<br />

stop 18, Gbc 12, Gilette 41, Girabito 18, GirziLine 49, Gruppo<br />

Coin 27,45, Gruppo Evoluzione 45, Gruppo Poli 41,45, Gruppo<br />

Tuo 45, Gruppo Unicomm 34, Guess <strong>24</strong>, Hoffe Valérie 54,<br />

Humana People to People Italia 19, <strong>Il</strong> Borgo del Balsamico<br />

49, Iperal 45, Ispo 6, Joe Fresh <strong>24</strong>, Kauffman 53, Kickstarter<br />

<strong>24</strong>, Kodak 19, Kpmg 31, La Linea Verde 54, Labomint 23,<br />

Leed 12, Lennox David 14, Leotron 18, Leroy Merlin Italia<br />

27/28/38, Levi’s Commuter <strong>24</strong>, Libraccio 18, Lim College<br />

<strong>24</strong>, Limoni 45, Loblaw Companies Limited’s <strong>24</strong>, Loro Piana<br />

49, Luxury Swapping 19, Magazzini Gabrielli 53, Maiorana<br />

Maggiorino 45, Mancini 49, Mancini Barbara 65, Marco Polo<br />

Expert 38, Marinelli Cristian 27/28, Marotta Giuseppe 44,<br />

Marzotto 49, Massetti Luca 45, Matilde Studio 53, Maxalto<br />

49, Maxi Zoo Italia 38, Mediaworld 18, Mercatino Usato 18,<br />

Mercatone Uno 47, Mieli Thun 50, Mipaaf 80, Mister Cash<br />

18, Molteni&C. 49, Morrisons 14, Murialdo Francesca 23,<br />

Naturitalia 53, Neiman Marcus <strong>24</strong>, Neinver 6, Nielsen 65/80,<br />

Oleificio Zucchi 51, Opera Vitivinicola Val di Cembra 48, Orogel<br />

Fresco 53, Ottica Avanzi 36, Ovs 27, Ovs Kids 27, Pam<br />

57, Pastificio Fabianelli 48, Pettinatura di Verrone 49, Picard<br />

57, Pigoli Rinaldo 41, Pojer&Sandri 50, Poli 53, Politecnico<br />

di Milano 23, Poltrona Frau 49, Popai Italy 23, Premiate<br />

Trattorie Italiane 48, Principi di Porcìa 57, Ralph Pucci <strong>24</strong>,<br />

Rewe 53, Risoli’ 49, Sama Francesco 27, Santeria <strong>24</strong>, Savini<br />

49, Sephora 47, Sg Marketing 53, Shernaz Daver 70, Sì Supermercati<br />

53, Sicilconad 35, Sirk della Subida 50, Sma 53,<br />

Solimene Lorenzo 31, Sportler 18, Stroili Oro 47, Sugar Foods<br />

54, Switchover Media 69, T.riciclo 18, Tenute La Montina<br />

49, Tesco 31/32, Tognaccini Silvio 45, Tradizioni Padane 49,<br />

Trony 47, U2 34, Unes 45, Unicomm 41/45, Unieuro 44,45,<br />

UnionFormazione 73, Uniqlo <strong>24</strong>, Urban Outfitter <strong>24</strong>, Ursini 49,<br />

Vicolungo The Style Outlets 6, Walmart 70, Xerox 19, Zago<br />

Sabrina 80, Zara 45<br />

29 novembre 2012<br />

numero 41-42 - 29 novembre 2012<br />

www.gdoweek.it - www.gdoweektv.it<br />

dIREttORE RESpONSabI<strong>LE</strong>: Mattia Losi<br />

aREa REtaIL<br />

VICEdIREttORE: Cristina Lazzati<br />

REdaZIONE: Ugo Stella (Caporedattore), Gennaro Fucile (Vicecaporedattore),<br />

Marina Bassi (Caposervizio), Gino Pagliuca, Enrico Sacchi (Caposervizio)<br />

Patrick Fontana (Vicecaporedattore), Francesco Oldani (Vicecaposervizio),<br />

Anna Bertolini, Roberto Pacifico<br />

UffICIO GRafICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Walter Tinelli,<br />

Elisabetta Buda, Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli,<br />

Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli<br />

SEGREtERIa dI REdaZIONE bUSINESS mEdIa: Anna Alberti, Donatella Cavallo,<br />

Gabriella Crotti, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli, Paola Melis<br />

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COLLabORatORI: Davide Bernieri, BlogMeter, Alessandra Bonaccorsi, Lu.Ca,<br />

Aldo Calza (hELP - tHe Employment Law Plant), Erina Conti, Antonietta De Feo, Luigi<br />

Dell’Olio, Luigi Ferro, Elena Giordano, Loredana Oliva, Manuela Soressi, Nadia tadioli,<br />

Barbara Trigari, Anna Zinola<br />

pROGEttO GRafICO: Elisabetta Delfini, Walter Tinelli<br />

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SEdE <strong>LE</strong>Ga<strong>LE</strong>: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />

pRESIdENtE: Giancarlo Cerutti<br />

ammINIStRatORE dE<strong>LE</strong>GatO: Donatella Treu<br />

SEdE OpERatIVa: Via Carlo Pisacane 1 - 20016 - PERO (MILANO)<br />

Tel. +39 02 3022.1 - Fax +39 02 3022.6637<br />

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Stampa: ROTOLITO LOMBARDA S.p.A. - Via Sondrio, 3<br />

20096 Seggiano di Pioltello (Mi)<br />

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ROC n. 6553 del 10 /12/2001 - ISSN 1123-7260<br />

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<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.a., titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati<br />

personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da<br />

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quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del d. Lgs. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento<br />

od in omaggio. potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del d. Lgs n. 196/03 (accesso, correzione, cancellazione,<br />

ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il direttore Generale dell’area<br />

professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.a., l’Ufficio diffusione c/o la sede di via pisacane 1 - 20016<br />

pero (mI). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. tutti i diritti sono<br />

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20.589 copie. Società di Revisione fausto Vittucci & C. sas.


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