15.08.2013 Views

L'Europa punta i riflettori sul taglio dei consumi - B2B24 - Il Sole 24 ...

L'Europa punta i riflettori sul taglio dei consumi - B2B24 - Il Sole 24 ...

L'Europa punta i riflettori sul taglio dei consumi - B2B24 - Il Sole 24 ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong><strong>24</strong>Ore Spa - Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (Milano)<br />

I primi esperimenti<br />

italiani per la cattura<br />

della CO2 IV Conto energia: il punto<br />

su bonus made in Europe<br />

e Registro obbligatorio<br />

Settembre 2011 - Anno 4 - Numero 38<br />

<strong>24</strong><br />

L’Europa <strong>punta</strong> i <strong>riflettori</strong><br />

<strong>sul</strong> <strong>taglio</strong> <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong><br />

Con la proposta di direttiva <strong>sul</strong>l’efficienza, l’Ue rafforza il terzo pilastro della propria<br />

politica energetica in vista degli obiettivi al 2020. L’Italia, intanto, è alle prese<br />

con il recepimento delle norme comunitarie <strong>sul</strong>la certificazione degli edifici<br />

pag. 43<br />

I nuovi scenari post<br />

referendum per gli operatori<br />

del settore idrico<br />

pag. 14 pag. 29 pag. 55


Imperiali Comunicazione - 6DVision Italia<br />

L’energia diventa<br />

un’opportunità<br />

di crescita.<br />

Dove c’è innovazione c’è ICIM.<br />

Competenza ed esperienza fanno oggi di ICIM uno <strong>dei</strong> principali esperti al mondo nell’ambito <strong>dei</strong><br />

servizi rivolti al mercato delle energie rinnovabili.<br />

Dal termico solare al fotovoltaico, dall’eolico al geotermico, dagli impianti a biomasse a quelli ad<br />

idrogeno: ICIM affianca alla certificazione delle singole apparecchiature quella di tutti i componenti<br />

e dell’impianto, assicurando un controllo totale dal progetto all’installazione.<br />

In particolare nell’ambito dell’energia solare ICIM è l’unico organismo al mondo a poter garantire<br />

ai propri clienti il riconoscimento internazionale delle certificazioni erogate, sia per i collettori ed<br />

i sistemi solari termici con il “passaporto europeo” Solar KeyMark, sia per la certificazione delle<br />

prestazioni e degli aspetti di sicurezza elettrica <strong>dei</strong> moduli fotovoltaici, riconosciuta dall’IEC.<br />

Dopo oltre vent’anni di attività, ICIM è oggi un punto di riferimento per tutte le aziende che<br />

adottano modelli di sviluppo sostenibile del business e che, perseguendo politiche di risparmio<br />

energetico, intendono trasformare in opportunità di crescita l’esigenza di ridurre il riscaldamento<br />

globale del pianeta e le emissioni di agenti inquinanti nell’atmosfera.<br />

www.icim.it<br />

Certi chiamo oggi<br />

per il domani.


Dal <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE tutti gli strumenti per progettare, costruire, gestire.<br />

<strong>Il</strong> Gruppo <strong>24</strong> ORE offre tutto il meglio per i professionisti dell’edilizia. Un’ampia gamma di prodotti tra cui: codici, banche dati, software,<br />

formazione e convegni, libri, periodici e, non ultimo, <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE, il più diffuso quotidiano economico d’Italia. Prodotti e servizi integrati<br />

che affiancano e supportano professionisti e aziende del settore tecnico. Tutte le soluzioni e gli strumenti applicativi per edilizia,<br />

architettura, ambiente, energia, sicurezza, gestione e organizzazione aziendale.<br />

L’esperienza e l’autorevolezza di un grande Gruppo per tutti i professionisti che fanno di ogni progetto, un progetto di innovazione<br />

che punti all’eccellenza.<br />

Siamo presenti a:<br />

Pad. 6 Pad. 32-33<br />

Hall Sud<br />

9-12 Novembre<br />

Rimini Fiera


Perché è così importante<br />

avere prestazioni stabili?<br />

SI PREVEDONO CONDIZIONI STABILI…<br />

I moduli fotovoltaici SCHOTT Solar racchiudono ciò che conta veramente per<br />

ottenere rendimenti interessanti nel lungo periodo: elevata stabilità prestazionale*,<br />

la qualità offerta dalla tecnologia di una rinomata azienda tedesca e<br />

l‘esperienza nel settore dell‘energia solare<br />

sin dal 1958.<br />

Per saperne di più, visitate il<br />

sito schottsolar.it/resa-solare<br />

* Nel corso di una misurazione delle prestazioni svolta dal<br />

Fraunhofer-Institut i moduli fotovoltaici SCHOTT Solar hanno<br />

mantenuto in media più del 90% della loro potenza dopo 25 anni.<br />

Chiedimelo di nuovo<br />

fra 25 anni.


9/2011 <strong>24</strong><br />

energia tradizionale<br />

energia alternativa<br />

Storia di copertina:<br />

11 La CO 2 è calata solo per effetto<br />

della crisi. Ora sarà più difficile<br />

centrare gli obiettivi<br />

13 Assocarboni: il 12% della nostra<br />

elettricità va a carbone<br />

14 Imprese a caccia di anidride carbonica.<br />

Come catturarla senza spendere troppo<br />

Focus:<br />

16 Nel 2011 la spesa energetica dell’Italia<br />

toccherà il record di 63 miliardi di euro<br />

18 La crisi del settore petrolifero non ferma<br />

i piani di ristrutturazione delle raffinerie<br />

Storia di copertina:<br />

29 <strong>Il</strong> fotovoltaico cambia pelle<br />

con il bonus made in Europe<br />

e il Registro obbligatorio<br />

31 Le regole del Gse non convincono<br />

l’industria del solare<br />

32 Solon: bene il sostegno alla filiera<br />

nazionale<br />

<br />

il solare<br />

35 Aumenta la convenienza del mini<br />

<br />

nel fotovoltaico<br />

36 Le biomasse convengono con la filiera<br />

corta<br />

5 Sommario 7 Energy map<br />

Tecnologie&Soluzioni:<br />

22 Con il ciclo combinato si risparmia<br />

combustibile e si <strong>punta</strong> a diminuire<br />

l’impatto ambientale<br />

News&Mercati:<br />

26 Offerte poco chiare: il mercato libero<br />

dell’energia non convince gli italiani<br />

27 Al via il ponte energetico <strong>sul</strong>lo Stretto<br />

<br />

<br />

gas<br />

Tecnologie&Soluzioni:<br />

38 Sulle coste italiane vanno in scena<br />

le prove generali dell’energia<br />

dalle onde<br />

40 La tecnologia fotovoltaica<br />

in evoluzione. Più energia e minori<br />

costi di produzione<br />

41 Al via la fabbrica di pannelli di Catania<br />

<br />

<br />

5


6<br />

<strong>24</strong><br />

ambiente sostenibile<br />

Economia&Finanza<br />

63 L’idroelettrico può colmare il vuoto lasciato dalla moratoria per il nucleare<br />

Predictions<br />

65 Gli investimenti punteranno <strong>sul</strong>le rinnovabili anche “grazie” allo stop del nucleare<br />

67 La rivoluzione delle energie rinnovabili presuppone tecnologie e obiettivi di sistema<br />

Premi&Sostenibilità<br />

70 Nuova illuminazione a Led per i quadri della Pinacoteca Ambrosiana<br />

Agenda<br />

72 <strong>Il</strong> giusto mix energetico per il nostro Paese<br />

Altri ap<strong>punta</strong>menti<br />

Storia di copertina:<br />

43 L’Ue in ritardo <strong>sul</strong> risparmio energetico.<br />

Così la Commissione corre ai ripari<br />

46 <br />

47 Certificazione energetica degli edifici.<br />

C’è poco tempo per recepire<br />

la direttiva Ue<br />

50 Novabita, la cooperativa che costruisce<br />

e riqualifica<br />

52 La sostenibilità ambientale<br />

è anche sociale per UniAbita<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tutela della privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione<br />

dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si<br />

<br />

-<br />

<br />

Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta,<br />

memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore .<br />

<br />

dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle<br />

società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di<br />

nostro materiale promozionale.<br />

Focus:<br />

9/2011<br />

55 Le aziende dell’acqua devono recuperare<br />

efficienza per investire in infrastrutture<br />

57 Al settore idrico il pubblico non basta.<br />

La nuova linfa deve arrivare dal mercato<br />

Esperienze&Carriere:<br />

61 <br />

per il nuovo headquarter<br />

<br />

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice<br />

di deontologia relativo al trattamento<br />

<strong>dei</strong> dati personali nell’esercizio della attività<br />

giornalistica”.<br />

La società <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., editore della<br />

rivista Energia<strong>24</strong> rende noto al pubblico che<br />

esistono banche dati ad uso redazionale nelle<br />

quali sono raccolti dati personali . <strong>Il</strong> luogo dove<br />

<br />

to<br />

<strong>dei</strong> dati personali, presso il coordinamento


9/2011 <strong>24</strong><br />

IMPIANTO FOTOVOLTAICO<br />

Luogo: Cuneo<br />

Tecnologia: copertura fotovoltaica completamente integrata<br />

Potenziale produttivo: l’impianto è composto da due sezioni<br />

di potenza pari a 2,02 e 1,78 MW, per un totale di oltre 16.500<br />

moduli e un’estensione di circa 21.000 metri quadri <strong>sul</strong> tetto<br />

degli stabilimenti di Agc Flat Glass. A pieno regime sarà in grado<br />

di produrre circa 4.400 MWh/anno<br />

Stato progetto: connesso alla rete<br />

Progetto sviluppato da Kopernico, joint venture tra Solsonica<br />

ed Espe<br />

Note: il valore economico dell’impianto è di circa 11 milioni<br />

di euro e consentirà un risparmio in termini di emissioni<br />

pari a 1.500 tonnellate annue di CO 2<br />

RIQUALIFICAZIONE<br />

Luogo: Ancona<br />

Tecnologia: bonifica e installazione di un impianto fotovoltaico<br />

Potenziale produttivo: dalla copertura di undici capannoni<br />

dell’ex Tubimar è stato rimosso l’amianto ed è stato realizzato<br />

un impianto fotovoltaico da 3,2 MW per un’estensione<br />

di 18.907 mq<br />

Stato progetto: realizzato<br />

Progetto sviluppato da Conscoop, Edra Ambiente<br />

ed Energy Resources in accordo con l’Autorità portuale<br />

di Ancona e la Holding Porto Ancona<br />

Note: la Regione Marche ha aderito alla rete “Eternit free”<br />

che promuove interventi di bonifica <strong>sul</strong> territorio<br />

RIGASSIFICATORE<br />

Luogo: Falconara Marittima (An)<br />

Tecnologia: rigassificatore e nuova condotta sottomarina<br />

per l’allacciamento alla rete esistente di trasporto nazionale<br />

Potenziale produttivo: 4 miliardi di metri cubi l’anno di gas<br />

Stato progetto: la Conferenza <strong>dei</strong> servizi ha dato il via libera<br />

definitivo<br />

Progetto sviluppato da Api Nova Energia<br />

Note: l’impianto sarà realizzato mediante un adeguamento<br />

dell’esistente piattaforma off shore posta a 16 km dalla costa<br />

Impianti e siti regione per regione<br />

Le novità segnalate da Energia<strong>24</strong><br />

IMPIANTO FOTOVOLTAICO<br />

Luogo: Parma<br />

Tecnologia: tetto parzialmente integrato con moduli<br />

fotovoltaici inclinati di 5 gradi<br />

Potenziale produttivo: la potenza totale è di 929,28 kWp,<br />

per un totale di 8.000 metri quadri di copertura <strong>dei</strong> due<br />

magazzini dell’azienda Rodolfi Mansueto. La produzione annua<br />

stimata è di circa 1.000.000 kWh<br />

Stato progetto: realizzato<br />

Progetto sviluppato da Isofoton con installazione da parte<br />

di Fanfoni Impianti<br />

Note: i pannelli sono stati fissati con strutture in acciaio zincato<br />

a caldo, senza la sostituzione <strong>dei</strong> materiali esistenti<br />

IMPIANTO EOLICO<br />

Luogo: San Marco in Lamis (Fg)<br />

Tecnologia: parco eolico<br />

Potenziale produttivo: 13 aerogeneratori da 3,4 MW l’uno<br />

per un totale di oltre 44 MW installati. La produzione a regime<br />

sarà pari a 86 GWh/anno<br />

Stato progetto: accordo sottoscritto<br />

Progetto sviluppato da Renergy (controllata di Alerion Energie<br />

Rinnovabili) in partnership con RePower Systems<br />

Note: l’investimento sarà pari a circa 62 milioni di euro<br />

IMPIANTO FOTOVOLTAICO<br />

Luogo: Torre Santa Susanna (Br)<br />

Tecnologia: moduli solari con sistema a inseguimento<br />

Potenziale produttivo: l’impianto è dotato di 32.202 moduli<br />

per un totale di 7,567 MW installati<br />

Stato progetto: connesso alla rete<br />

Progetto sviluppato da Sanyo<br />

Note: il progetto è stato implementato da un consorzio guidato<br />

da Deutsche Bank<br />

7


una divisione di<br />

COGENER<br />

UNA SCELTA C<br />

VANTAGGI ENERGETICI, EC<br />

Autonomia, sicurez


AZIONE,<br />

ONSAPEVOLE<br />

ONOMICI E AMBIENTALI<br />

za, affidabilità<br />

Cogenerazione<br />

Trigenerazione<br />

Gruppi Elettrogeni<br />

www.intergen.it intergen@intergen.it


2011<br />

Bologna 5-8 ottobre<br />

SAIENERGIA INTEGRARE CON ENERGIA<br />

Energia rinnovabile ed effi cienza energetica nella più grande fi era dell’edilizia<br />

Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (Italia) - Tel. +39 051 282111 - Fax +39 051 6374013 - www.saienergia.bolognafi ere.it - saie@bolognafi ere.it


9/2011 storia di copertina <strong>24</strong><br />

MIX ENERGETICO<br />

La CO 2 è calata solo per effetto della crisi<br />

Ora sarà più difficile centrare gli obiettivi<br />

Rinnovabili in crescita del 126%, calo del petrolio del 20% e aumento del gas<br />

pari al 15%. Questo il probabile scenario italiano al 2025 secondo l’Up<br />

Per l’Italia sarà difficile rispettare gli<br />

impegni del protocollo di Kyoto, anche<br />

se figura tra i Paesi che più stanno<br />

migliorando nella riduzione delle emissioni<br />

inquinanti, grazie anche a un sistema<br />

di produzione di elettricità tra i più<br />

moderni al mondo, nonostante la sua<br />

elevatissima dipendenza dal gas (60%<br />

circa). Resta centrale il problema della<br />

pianificazione energetica, soprattutto<br />

dopo lo stop definitivo al nucleare sancito<br />

dal referendum.<br />

Anche l’obiettivo europeo di riduzione<br />

del 20% delle emissioni entro il 2020 è<br />

passato un po’ in secondo piano, con il<br />

“contributo” della crisi economica internazionale<br />

che ha portato a una contrazione<br />

<strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> energetici e quindi a<br />

un calo fisiologico delle emissioni, ma<br />

«queste riprenderanno a crescere già nel<br />

breve periodo, insieme ai <strong>consumi</strong> elettrici<br />

- è stato l’avvertimento di Rita Pistacchio,<br />

dell’Up, Unione petrolifera -.<br />

Secondo le nostre previsioni, entro il<br />

2025 ci sarà tuttavia un miglioramento<br />

dell’efficienza delle centrali elettriche.<br />

Sempre a quella data, in Italia cambierà<br />

la domanda di energia primaria, con<br />

un’impennata delle rinnovabili del<br />

126%, un calo del petrolio del 20% (<strong>sul</strong>la<br />

diminuzione della domanda peserà<br />

per il 10% la diffusione <strong>dei</strong> biocarburan-<br />

ti) e una crescita del gas pari al 15%. Nel<br />

2020 le emissioni di CO saranno inferio-<br />

2<br />

ri del 7% rispetto al 2005, ma si assesteranno<br />

su livelli superiori del 6% rispetto<br />

al 1990».<br />

Emerge quindi in modo chiaro la limitatezza<br />

del protocollo di Kyoto, non sottoscritto<br />

da Paesi grandi inquinatori come<br />

gli Stati Uniti, mentre la Cina ha aderito<br />

a Kyoto pur essendo esentata dai suoi<br />

parametri, in qualità di nazione in via di<br />

sviluppo. Ma sono proprio i Paesi emergenti<br />

a emettere la quantità maggiore di<br />

gas serra: si prevede che la Cina nel 2030<br />

inquinerà il 79% in più rispetto al 2008,<br />

l’India il 132%, il Medio Oriente il 70%.<br />

Vanificando così gli sforzi altrui, con<br />

l’Unione europea in testa.<br />

«L’Europa si è posta l’obiettivo di ridurre<br />

dell’80% i gas serra entro il 2050, ma<br />

per ottenere <strong>dei</strong> ri<strong>sul</strong>tati serve una politica<br />

energetica globale - ha affermato<br />

Luigi Michi, direttore divisione generazione<br />

ed energy management di Enel -.<br />

In Italia, dove la domanda elettrica alla<br />

fine del 2011 sarà ancora inferiore a<br />

quella del 2008, occorre lavorare <strong>sul</strong> mix<br />

elettrico e <strong>sul</strong>l’efficienza energetica. Per<br />

ciò che riguarda la cattura e lo stoccaggio<br />

della CO gli impianti ci sono, ma<br />

2<br />

11


12<br />

<strong>24</strong><br />

sono ancora in fase embrionale». L’Italia<br />

registra il dato migliore dell’Unione europea<br />

per ciò che riguarda l’intensità<br />

energetica (alta efficienza), un aspetto<br />

importante, senza nulla togliere allo sviluppo<br />

delle rinnovabili e alla riduzione<br />

<strong>dei</strong> gas serra, prodotti, tra l’altro, per circa<br />

il 50% dalla deforestazione e dal settore<br />

agricolo. «Un aspetto di cui pochi<br />

parlano ma su cui occorre investire, insieme<br />

a quello della mobilità sostenibile<br />

e dell’efficienza energetica degli edifici»,<br />

ha ricordato Stefano Pastori, amministratore<br />

delegato di Edipower.<br />

Senza contare che anche l’Europa mostra<br />

continue ambiguità, come dimostra<br />

il dibattito, mai risolto, <strong>sul</strong>l’eventualità di<br />

alzare la posta per il 2020, con un obiettivo<br />

di ridurre le emissioni del 30% che<br />

però non piace a molti settori industriali.<br />

La nuova proposta di direttiva <strong>sul</strong>l’efficienza<br />

energetica potrebbe aiutare, ma<br />

le incognite su questo percorso sono ancora<br />

tante. Tornando all’Italia, il <strong>24</strong> marzo<br />

è stato approvato il decreto legislativo<br />

Previsione <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> energetici in Italia<br />

storia di copertina<br />

Emissioni di CO 2 nel mondo<br />

di recepimento della direttiva comunitaria<br />

2009/31/Ce <strong>sul</strong>lo stoccaggio della<br />

CO per definire i contorni delle varie<br />

2<br />

fasi autorizzative, di scelta <strong>dei</strong> siti, della<br />

dismissione degli impianti per la Ccs.<br />

«Come Autorità vogliamo ridurre al minimo<br />

i rischi autorizzativi, industriali e<br />

del mercato - ha affermato Guido Borto-<br />

Fonte: McKinsey<br />

9/2011<br />

ni, presidente dell’Autorità per l’energia<br />

elettrica e il gas -. Sterilizzando il rischio<br />

del mercato, chi investe in questi impianti<br />

capital intensive è sicuro di non essere<br />

sottoposto ai meccanismi delle oscillazioni<br />

del prezzo e che l’investimento<br />

sarà remunerato nel tempo».<br />

Agnese Ananasso<br />

<strong>Il</strong> nucleare sarebbe indispensabile<br />

ma bisognerà fare i conti senza l’atomo<br />

Fonte: McKinsey<br />

«L’obiettivo della riduzione della CO 2 ha perso di importanza negli<br />

ultimi tempi per effetto della crisi che ha ridotto i <strong>consumi</strong> energetici,<br />

ma lo scenario cambierà». Questa è stata l’opinione di Davide Tabarelli,<br />

presidente di Nomisma Energia. «Le emissioni riprenderanno a<br />

crescere coi <strong>consumi</strong>, ma dimentichiamoci che nei prossimi anni cambieranno<br />

i trend e i mix energetici. La domanda mondiale di gas crescerà<br />

entro il 2030 di 500 milioni di Mtep (tonnellate equivalenti di<br />

petrolio), quella di energia da fonti fossili di un miliardo di Mtep, mentre<br />

le emissioni di gas serra cresceranno del 10%». Tabarelli ha evidenziato<br />

che il nucleare sarebbe indispensabile perché non emette CO 2 ,<br />

ma l’Italia dovrà ripensare completamente la sua politica energetica<br />

post referendum. Per Tabarelli, infine, sarà già un buon obiettivo se al<br />

2030 le emissioni mondiali di anidride carbonica si attesteranno a quota<br />

40 miliardi di tonnellate, considerando una chimera l’obiettivo italiano<br />

del 17% di produzione di energia da rinnovabili fissato per il<br />

2020. E anche <strong>sul</strong>la Ccs non si è mostrato così ottimista, definendo lo<br />

stoccaggio della CO 2 “un problema”.


9/2011 storia di copertina <strong>24</strong><br />

DATI ASSOCARBONI<br />

<strong>Il</strong> 12% della nostra elettricità va a carbone<br />

La produzione di carbone continua<br />

a conquistare spazio nello scenario<br />

energetico mondiale. Stando agli ultimi<br />

dati rilasciati da Assocarboni, infatti,<br />

la produzione complessiva è aumentata<br />

nel 2010 dell’8% rispetto all’anno<br />

precedente, raggiungendo quota 6,5<br />

miliardi di tonnellate.<br />

Una crescita continua, con incrementi<br />

del 7% anno su anno nell’ultima decade.<br />

Fino ad arrivare oggi a coprire una<br />

quota del 41% nella produzione mondiale<br />

di energia elettrica. Una fetta<br />

enorme se paragonata a quella del nucleare,<br />

19%, e del gas, 16%.<br />

Più contenuto il contributo del carbone<br />

in ambito europeo (33%), mentre<br />

il nucleare incide per il 30% <strong>sul</strong> mix<br />

energetico del vecchio Continente.<br />

Nella hit parade <strong>dei</strong> Paesi esportatori<br />

troviamo l’Australia (300 milioni di<br />

tonnellate, +10% rispetto al 2009),<br />

l’Indonesia, con <strong>24</strong>0 milioni di tonnellate<br />

(+20%), la Colombia a quota 75<br />

milioni di tonnellate (+7%), la Russia<br />

(90 milioni di tonnellate) e il Sudafrica<br />

(63 milioni di tonnellate). Queste ultime,<br />

però, non hanno fatto registrare<br />

incrementi significativi dell’export<br />

nell’ultimo anno. Da segnalare un dato<br />

importante, ossia che la Cina importa<br />

il 25% della quantità di carbone<br />

esportata dall’Indonesia ed è sempre<br />

più evidente come questa fonte sia<br />

sempre più utilizzata nei Paesi in via di<br />

sviluppo, in particolar modo in India, in<br />

Cina e in Indonesia. Nell’Unione euro-<br />

pea le importazioni sono rimaste più o<br />

meno ferme ai valori del 2009, intorno<br />

ai 189 milioni di tonnellate. In Italia il<br />

carbone continua a rivestire un ruolo<br />

costante ma marginale nella produzione<br />

di energia elettrica: solo il 12%,<br />

schiacciato dalla dipendenza dal gas.<br />

Questo sarebbe un danno per l’economia<br />

italiana perché, secondo Assocarboni,<br />

lo sbilanciamento verso il gas fa<br />

aumentare il peso della bolletta energetica<br />

<strong>sul</strong> Pil. Nel 2010, infatti, la spesa<br />

elettrica è aumentata del 18% rispetto<br />

al 2009, arrivando a 51,7 miliardi di<br />

euro, gravando <strong>sul</strong> Pil per il 3,3% (nel<br />

2009 l’incidenza era del 2,7%). Un in-<br />

cremento non giustificato perché i con-<br />

sumi energetici sono ai livelli del 1998.<br />

Arrivare in Italia a un mix energetico in<br />

linea con quello europeo consentirebbe<br />

una riduzione della fattura energetica<br />

e anche una sicurezza in termini di<br />

approvvigionamento. Tanto più che in<br />

Italia le competenze per lo sviluppo di<br />

un mercato del “carbone pulito” ci sono,<br />

lo dimostrano le tredici centrali a<br />

carbone che hanno un livello medio di<br />

efficienza del 40%, paragonabile a<br />

quelle del Nord Europa.<br />

Agnese Ananasso<br />

«Per fortuna che c’è il carbone - sostiene Andrea Clavarino di Assocarboni -<br />

perché in ogni momento di crisi degli approvigionamenti è sempre stato una<br />

certezza: quando c’è stata la crisi del gas in Ucraina, quando c’è stata la crisi<br />

del nucleare in Francia, il carbone si è rivelato una fonte preziosa. E anche<br />

adesso la situazione giapponese porterà a un ulteriore boom del carbone. Lo<br />

dimostrano già i mercati, sia quello produttivo che borsistico. D’altra parte è<br />

una fonte “democratica” perché, mentre le riserve di gas e petrolio sono nelle<br />

mani di pochi (il 3% della popolazione controlla il 54% delle riserve), il carbone<br />

ha un controllo più diffuso (la medesima percentuale di riserve è nelle mani<br />

del 42% della popolazione). D’altronde ce n’è in abbondanza, non ha<br />

problemi né di stoccaggio, né di trasporto. Noi siamo disposti a fare la nostra<br />

parte in questo momento di difficoltà e se il Governo ce lo chiederà possiamo<br />

accelerare l’avvio di tre/quattro nuovi siti».<br />

13


14<br />

<strong>24</strong><br />

In uno scenario futuro dove i <strong>consumi</strong><br />

di energia da fonti fossili sono destinati<br />

ad aumentare, la cattura e lo stoccaggio<br />

della CO (Ccs, carbon capture and<br />

2<br />

storage) diventa una fase importante e<br />

necessaria per recuperare risorse e contrastare<br />

l’aumento delle emissioni inquinanti.<br />

Ma i costi della tecnologia sono<br />

ancora alti e le aziende, italiane ed estere,<br />

stanno cercando il modo di abbatterli,<br />

unendo le forze per investire nelle<br />

tecniche più efficaci ed economicamente<br />

sostenibili.<br />

Perciò la frontiera del cosiddetto “clean<br />

carbon”, il carbone pulito, è ricca d’incognite<br />

soprattutto per il rapporto tra<br />

costi e benefici. Attualmente il fronte su<br />

storia di copertina<br />

SPERIMENTAZIONI<br />

Imprese a caccia di anidride carbonica<br />

Come catturarla senza spendere troppo<br />

cui si sta lavorando è quello della gestione<br />

integrata della CO e dell’idrogeno<br />

2<br />

nelle raffinerie, perché è nella produzione<br />

di idrogeno che si genera una quantità<br />

importante di anidride carbonica.<br />

Technip e Geogreen hanno stretto una<br />

partnership proprio per sviluppare <strong>dei</strong><br />

modelli che combinino tecnologie e risorse<br />

per la cattura della CO nel ciclo<br />

2<br />

produttivo delle raffinerie, meno costoso<br />

del recupero dai fumi.<br />

Una tecnologia su cui stanno investendo<br />

anche Tecnimont Kt ed Eni, che insieme<br />

stanno sperimentando da quattro-cinque<br />

anni la tecnica dell’ossidazione catalitica<br />

parziale, che consente il processo<br />

di “steam reforming” su gas naturale e<br />

9/2011<br />

Si sviluppano partnership per tecnologie non inquinanti ed economicamente<br />

sostenibili. Le sperimentazioni di Technip, Geogreen, Tecnimont Kt, Enel ed Eni<br />

<strong>Il</strong> progetto Vasco nel porto di Marsiglia<br />

A lcuni spunti interessanti <strong>sul</strong>la Ccs vengono dall’estero. Uno dalla Francia per esempio,<br />

dal porto di Marsiglia, dove Geogreen ha avviato il progetto Vasco, in cui sono coinvolte<br />

aziende consorziate, non solo per la cattura e lo stoccaggio della CO 2 , ma anche per la sua<br />

valorizzazione e l’utilizzo a beneficio della comunità locale. L’anidride carbonica verrebbe,<br />

infatti, impiegata per la produzione di alghe per alimentare i pesci e per il trattamento delle<br />

acque. La presenza del porto faciliterebbe il trasporto della CO 2 verso il sito di stoccaggio<br />

(attualmente ne sono stati individuati sette) e consentirebbe di ottimizzare anche i costi nel<br />

caso in cui nel viaggio di ritorno si trasportasse gas naturale o altro tipo di fonte fossile<br />

estratto da giacimenti limitrofi al sito di stoccaggio. In effetti, quello del trasporto della CO 2<br />

è un altro problema che le aziende stanno cercando di risolvere. E la tecnica di effettuare il<br />

viaggio di ritorno trasportando altro carburante (Eor-enanced oil recovery) secondo Sofregaz<br />

è, infatti, quella per ora più economica rispetto a quelle tradizionali, ma è stata giudicata<br />

anche “supercritical” per il rischio di interazione <strong>dei</strong> componenti trasportati.<br />

idrocarburi a temperature ridotte. «Stiamo<br />

lavorando su due impianti, uno a<br />

Milazzo (Me) e uno a Mantova - ha spiegato<br />

Luca Basini di Eni -. Quello di Mantova<br />

è un distributore di carburanti dove<br />

abbiamo installato un reattore, sicuro,<br />

piccolo e flessibile, che richiede quindi<br />

anche un investimento contenuto. Le<br />

dimensioni ridotte consentono di trasportarlo<br />

e integrarlo facilmente anche<br />

in impianti preesistenti, abbattendo i<br />

costi di integrazione».<br />

I costi sono, quindi, il tasto dolente della<br />

Ccs, ma le prospettive di riduzione delle<br />

voci di spesa nel medio-lungo termine ci<br />

sono, a patto che, come ha evidenziato<br />

Simone Mori, vice presidente Assoelettrica<br />

e direttore regolamentazione, ambiente<br />

e carbon strategy di Enel, «si renda<br />

operativo un programma di dimostrazione<br />

che incentivi le aziende, sollevandole<br />

dal rischio di essere penalizzate<br />

da un “first mover disadvantage”». Lo<br />

scorso marzo, il Consiglio <strong>dei</strong> ministri ha<br />

approvato un decreto <strong>sul</strong> Ccs, accogliendo<br />

la direttiva comunitaria in materia,<br />

ma siamo ancora lontani da un quadro<br />

normativo omogeneo.<br />

Sia Enel che Eni sono, in effetti, in attesa<br />

del via libera del legislatore per procedere<br />

alla fase di test per la procedura di<br />

“storage” salino acquifero offshore.


9/2011 storia di copertina <strong>24</strong><br />

Enel conta di effettuare l’iniezione della<br />

prima tonnellata di CO entro il 2015, in<br />

2<br />

un raggio di 200 chilometri da Porto Tolle<br />

(vedi box qui sotto). Eni e Stogit, invece,<br />

ad aprile hanno ricevuto il via libera<br />

dal ministero dell’Ambiente per avviare<br />

il progetto pilota per l’iniezione e il sequestro<br />

di CO nel giacimento di stoc-<br />

2<br />

caggio di Cortemaggiore (Pc).<br />

<strong>Il</strong> test durerà al massimo tre anni con<br />

l’obiettivo «di studiare le tecniche di<br />

iniezione, il comportamento della CO , 2<br />

ma anche lo studio della possibilità di<br />

utilizzare l’anidride carbonica come “cushion<br />

gas” per migliorare l’efficienza del<br />

giacimento di stoccaggio», ha spiegato<br />

Mario Marchionna di Eni.<br />

«Ma sarebbe anche un modo per testare<br />

l’interazione con autorità, cittadini, enti<br />

e stakeholder -, ha poi aggiunto Mar-<br />

Sul piatto finanziamenti per 100 milioni di euro<br />

dall’Unione europea (attraverso l’European energy programme<br />

for recovery), cui potrebbero aggiungersi altri 350<br />

milioni di provenienza comunitaria. In tutto, comunque,<br />

Enel ha intenzione di investire circa un miliardo di euro per<br />

realizzare e gestire un impianto di cattura delle emissioni di<br />

anidride carbonica. È questa la dote per il Ccs con cui do-<br />

Fotosimulazione dell’impianto di stoccaggio Eni (Cortemaggiore)<br />

chionna -. Quando si effettuano opera-<br />

zioni del genere non basta la tecnologia:<br />

è necessario conquistare la fiducia di<br />

azionisti e cittadini, muovendosi nel rispetto<br />

della normativa e del luogo dove<br />

si agisce». Agnese Ananasso<br />

Ecco i piani di Enel per la cattura della CO 2 : i siti di Brindisi e Porto Tolle<br />

vrebbe partire il controverso progetto per la riconversione<br />

a carbone della centrale di Porto Tolle (Ro), bocciato dal<br />

Consiglio di Stato ma forse rimesso in pista da una modifica<br />

della legge regionale del Veneto. Enel vorrebbe realizzare<br />

un impianto su “scala industriale” capace di trattare<br />

810mila metri cubi l’ora di fumi (il 40% di quelli di uno<br />

<strong>dei</strong> tre gruppi da 660 MW con cui sarà equipaggiata la<br />

centrale), separando fino a un milione di tonnellate l’anno<br />

di CO , che saranno confinate in un acquifero salino nel<br />

2<br />

mare Adriatico. In realtà un prototipo è già in azione. Nei<br />

mesi scorsi, infatti, è stato inaugurato il progetto pilota di<br />

cattura della CO nella centrale Enel Federico II a Brindisi.<br />

2<br />

L’impianto sperimentale varato in Puglia è il primo in Italia<br />

e uno <strong>dei</strong> primi sei in Europa di questo tipo. Consente di<br />

trattare 10mila metri cubi l’ora di fumi provenienti dalla<br />

centrale per separare 2,5 tonnellate l’ora di anidride carbonica,<br />

fino a raggiungere un massimo di ottomila tonnellate<br />

l’anno. La CO prodotta dall’impianto di Brindisi sarà<br />

2<br />

trasportata presso il sito Eni/Stogit di Cortemaggiore (Pc),<br />

dove sarà iniettata e immagazzinata permanentemente<br />

nel sottosuolo.<br />

.com<br />

15


16<br />

<strong>24</strong><br />

Nel 2010 la bolletta energetica<br />

nazionale è aumentata nonostante<br />

il calo <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong>. L’Italia,<br />

causa il caro greggio, ha speso infatti<br />

lo scorso anno 53,9 miliardi di euro,<br />

11,5 miliardi in più rispetto al<br />

2009 (+27%) per l’acquisto di materie<br />

prime destinate alla produzione di<br />

energia. Ma il conto è destinato a salire<br />

per l’esercizio in corso: secondo<br />

le stime di Unione petrolifera (Up),<br />

infatti, la bolletta toccherà nel 2011<br />

il record di 63 miliardi. Per quanto<br />

riguarda la sola fattura petrolifera<br />

nel 2010 l’esborso è stato pari a 28,5<br />

miliardi di euro (+8 miliardi rispetto<br />

al 2009), mentre nel 2011 (con quotazioni<br />

intorno ai valori attuali) po-<br />

focus<br />

FABBISOGNO<br />

Nel 2011 la spesa energetica dell’Italia<br />

toccherà il record di 63 miliardi di euro<br />

trebbe arrivare addirittura vicino ai<br />

36 miliardi di dollari. Eppure proprio<br />

il petrolio, ha sottolineato nella sua<br />

recente relazione annuale il presidente<br />

di Up, Pasquale De Vita, «è<br />

stata l’unica fonte che non ha recuperato<br />

nulla di quanto perso nel<br />

2009 a causa della crisi, come hanno<br />

invece fatto energia elettrica e gas. <strong>Il</strong><br />

suo peso <strong>sul</strong> totale <strong>sul</strong> fabbisogno<br />

energetico nazionale è così sceso intorno<br />

al 39% rispetto al 41% del<br />

2009, pur restando la nostra principale<br />

fonte di energia. Complessivamente,<br />

negli ultimi sei anni i <strong>consumi</strong><br />

petroliferi sono diminuiti più di quanto<br />

avessero fatto in occasione del<br />

secondo shock petrolifero (19,2 mi-<br />

9/2011<br />

Secondo l’Unione petrolifera, per effetto del caro greggio già nel 2010 la bolletta<br />

pagata dal Sistema Paese è salita a 53,9 miliardi, 11,5 in più rispetto al 2009<br />

La fattura energetica italiana<br />

lioni di tonnellate in meno)». Questo<br />

calo ha determinato un peggioramento<br />

<strong>dei</strong> conti delle aziende operanti<br />

nel settore del downstream,<br />

che appare sempre meno remunerativo.<br />

Nel 2010 le perdite in totale sono<br />

ammontate a 650-700 milioni di<br />

euro rispetto al miliardo perso nel<br />

2009. Nonostante ciò, segnala l’Up,<br />

negli ultimi quattro anni il settore ha<br />

investito circa 6,4 miliardi di euro<br />

(62% nella raffinazione) e circa il<br />

55% di questi investimenti è andato<br />

all’ammodernamento, al recupero di<br />

efficienza e all’adeguamento ambientale<br />

degli impianti. Nel prossimo<br />

quadriennio sono previsti altri 5,1<br />

miliardi di euro (oltre il 55% nella<br />

Fonte: Unione petrolifera su dati Istat


<strong>Il</strong> 30%* di risparmio <strong>sul</strong>la<br />

bolletta energetica <strong>dei</strong> vostri<br />

edifici è solo l’inizio<br />

Immaginate cosa potremmo fare per il resto dell’azienda<br />

La gestione di edifici complessi e il conseguimento di obiettivi di efficienza energetica<br />

non sono attività di poco conto. EcoStruxure, la nostra architettura per la gestione<br />

dell'energia, è in grado di aiutarvi a raggiungere con precisione questi obiettivi attraverso<br />

un'integrazione intelligente di sistemi per edifici su una singola piattaforma IP.<br />

Risparmi ben oltre gli edifici<br />

L’architettura di gestione dell'energia EcoStruxure di Schneider Electric è in grado<br />

di offrire un risparmio energetico fino al 30%, mediante l'integrazione di sistemi per<br />

l’efficienza energetica, come i sistemi HVAC, il controllo degli accessi, la gestione della<br />

videosorveglianza e il controllo dell'illuminazione in tutta l'azienda. Un risparmio nell'ordine<br />

del 30% sui costi dell'energia di un edificio rappresenta un inizio significativo e, grazie<br />

all'architettura di gestione dell'energia EcoStruxure, i risparmi possono andare ben oltre.<br />

Imparate il risparmio energetico<br />

direttamente dagli esperti!<br />

Scaricate GRATUITAMENTE il White Paper<br />

“Active Energy Efficiency”<br />

Visitate il sito Web all'indirizzo www.SEreply.com<br />

Codice chiave 93034t oppure chiamate il N. Verde 800-563-266<br />

©2011 Schneider Electric. All Rights Reserved. Schneider Electric, EcoStruxure, and Active Energy Management Architecture from Power Plant to Plug<br />

are trademarks owned by Schneider Electric Industries SAS or its affiliated companies. All other trademarks are property of their respective owners.<br />

35 rue Joseph Monier, CS 30323, 95506 Rueil Malmaison Cedex (Francia) • 998-2758_IT<br />

*L'architettura EcoStruxure riduce il consumo energetico fino al 30%.<br />

L’architettura per la gestione attiva dell’energia,<br />

dalla centrale alla presa elettrica <br />

Data center<br />

Dal rack alla fila, dal singolo ufficio<br />

all’intero edificio, l'utilizzo e la<br />

disponibilità di energia in questi ambienti<br />

interconnessi vengono attentamente<br />

monitorati e regolati in tempo reale.<br />

Impianti industriali<br />

L'utilizzo di protocolli standard aperti<br />

consente di gestire processi automatizzati<br />

nell’intero sistema con una riduzione <strong>dei</strong><br />

downtime, un miglioramento delle prestazioni<br />

e un'ottimizzazione dell'efficienza energetica.<br />

Edifici<br />

L'integrazione intelligente di sicurezza,<br />

alimentazione, illuminazione, distribuzione<br />

elettrica, sistemi antincendio, sistemi HVAC,<br />

IT e telecomunicazioni permettono una<br />

riduzione <strong>dei</strong> costi di formazione, messa<br />

in servizio, manutenzione, operativi ed<br />

energetici.<br />

30%


18<br />

<strong>24</strong><br />

raffinazione)». In ogni caso, secondo<br />

l’associazione <strong>dei</strong> petrolieri, le fonti<br />

fossili rimarranno anche nel prossimo<br />

futuro il principale driver energetico<br />

a livello mondiale: i numeri parlano<br />

di una domanda di energia mondiale<br />

che nei prossimi anni è destinata ad<br />

aumentare del 40% rispetto a oggi.<br />

<strong>Il</strong> mix globale sarà caratterizzato dal<br />

ruolo determinante delle fonti fossili<br />

(petrolio, gas, carbone) che, anche<br />

focus<br />

PROGRAMMAZIONE<br />

La crisi del settore petrolifero non ferma<br />

i piani di ristrutturazione delle raffinerie<br />

Diversi gruppi, tra cui Eni, hanno in agenda investimenti da decine di milioni<br />

di euro sugli impianti della Penisola, per ottenere più efficienza e sostenibilità<br />

Nonostante i cattivi conti economici<br />

registrati anche nel 2010, il<br />

settore italiano della raffinazione non<br />

ha rinunciato ai piani di ristrutturazione<br />

delle proprie strutture produttive.<br />

Come evidenzia la relazione annuale<br />

dell’Unione petrolifera (Up), per rilanciare<br />

o migliorare gli impianti esistenti<br />

sono in programma vari piani industriali<br />

di investimento. Molto attivo è il<br />

Gruppo Eni, che anche in questa fase<br />

può contare su una disponibilità di<br />

cassa maggiore rispetto a quella delle<br />

altre società petrolifere. Innanzitutto<br />

l’ex società pubblica ha presentato il<br />

piano industriale per il rilancio della<br />

raffineria di Livorno, rinunciando<br />

quindi all’ipotesi di cessione. Più nel<br />

nello scenario più virtuoso, copriranno<br />

ancora tra il 60% e il 70% della<br />

domanda totale. Ciò vale soprattutto<br />

per il fabbisogno nei trasporti, che al<br />

2035, tenuto conto di tutte le possibili<br />

alternative, sarà soddisfatto per<br />

l’80% ancora dal petrolio.<br />

«Qualsiasi scenario si voglia prospettare<br />

- ha concluso De Vita - resta il<br />

ruolo insostituibile delle fonti fossili<br />

in termini di disponibilità, versatilità,<br />

det<strong>taglio</strong> sono previsti 80 milioni di<br />

euro per il consolidamento e l’integra-<br />

zione dell’impianto con le altre installazioni<br />

industriali del gruppo, interventi<br />

di mantenimento strutturale,<br />

manutenzione straordinaria, miglioramento<br />

dell’efficienza produttiva, recupero<br />

energetico e di sicurezza ambientale,<br />

nonché la realizzazione del<br />

progetto del nuovo passaggio degli<br />

oleodotti che consentirà l’allargamento<br />

del canale industriale del porto. In<br />

Sicilia il Cane a sei zampe ha sottoscritto<br />

un protocollo d’intesa con la<br />

Regione per il rilancio della raffineria<br />

di Gela (Cl): il piano industriale prevede<br />

ingenti investimenti, pari a 650 milioni<br />

di euro, per migliorare la produt-<br />

9/2011<br />

economicità e anche sicurezza. Ma<br />

se da un lato bisogna fare i conti con<br />

la concorrenza internazionale, la volatilità<br />

<strong>dei</strong> prezzi del petrolio, i problemi<br />

nel settore raffinazione, dall’altro<br />

nel nostro Paese dobbiamo tenere<br />

presente qualche vincolo in più,<br />

rappresentato dal moltiplicarsi degli<br />

adempimenti amministrativi e dalle<br />

lungaggini burocratiche che si traducono<br />

in maggiori costi».<br />

tività e la logistica, a fronte del quale<br />

la Regione concederà una nuova concessione<br />

ventennale, quando l’attuale<br />

arriverà a scadenza. Le attività saranno<br />

volte ad assicurare sostenibilità,<br />

sicurezza, recupero energetico e tecnologico<br />

degli impianti, compresa la<br />

copertura del petcoke. Eni ha poi destinato<br />

quasi un miliardo di euro<br />

all’adeguamento della raffineria di<br />

Sannazzaro de’ Burgondi, in provincia<br />

di Pavia, che utilizzerà una nuova tecnologia<br />

in grado di trasformare greggi<br />

pesanti ad alto contenuto di zolfo in<br />

gasoli per autotrazione, grazie al processo<br />

denominato Eni slurry technology<br />

(Est). In programma c’è anche il<br />

raddoppio del tasso medio annuo de-


<strong>Il</strong> 30%* di risparmio <strong>sul</strong>la bolletta<br />

energetica <strong>dei</strong> vostri impianti<br />

industriali è solo l’inizio<br />

Immaginate cosa potremmo fare per il resto dell’azienda<br />

Gestire l'ambiente operativo complesso di impianti industriali non è un'attività di poco<br />

conto. Con il crescente aumento <strong>dei</strong> costi dell'energia e la comparsa di sempre nuove<br />

disposizioni in materia di tutela ambientale, la riduzione al minimo <strong>dei</strong> downtime e<br />

il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica rappresentano traguardi più<br />

impegnativi che in passato. Schneider Electric ha la soluzione che fa al caso vostro:<br />

EcoStruxure, l'architettura di gestione dell'energia progettata per ottimizzare le<br />

prestazioni operative e la produttività <strong>dei</strong> siti industriali, proponendo nuovi livelli di efficienza<br />

energetica. Oggi l'impianto di produzione, domani l'azienda nel suo insieme.<br />

Risparmi energetici ben oltre l'impianto produttivo<br />

Oggi, l'architettura EcoStruxure è in grado di fornire ai data center e agli edifici aziendali<br />

un risparmio di energia fino al 30%. Un risparmio del 30% sui costi energetici di un<br />

impianto industriale rappresenta un inizio significativo e, grazie all'architettura di gestione<br />

dell'energia EcoStruxure, i risparmi possono andare ben oltre.<br />

Imparate il risparmio energetico<br />

direttamente dagli esperti!<br />

Scaricate GRATUITAMENTE il White Paper<br />

“Active Energy Efficiency”<br />

Visitate il sito Web all'indirizzo www.SEreply.com<br />

Codice chiave 93035t oppure chiamate il N. Verde 800-563-266<br />

Edifici<br />

L'integrazione intelligente di sicurezza,<br />

alimentazione, illuminazione, distribuzione<br />

elettrica, sistemi antincendio, sistemi HVAC, IT<br />

e telecomunicazioni permettono una riduzione<br />

<strong>dei</strong> costi di formazione, messa in servizio,<br />

manutenzione, operativi ed energetici.<br />

Data center<br />

Dal rack alla fila, dal singolo ufficio all’intero<br />

edificio, l'utilizzo e la disponibilità di energia<br />

in questi ambienti interconnessi vengono<br />

attentamente monitorati e regolati in tempo<br />

reale.<br />

Impianti industriali<br />

L'utilizzo di protocolli standard aperti<br />

consente di gestire processi automatizzati<br />

nell’intero sistema con una riduzione <strong>dei</strong><br />

downtime, un miglioramento delle prestazioni<br />

e un'ottimizzazione dell'efficienza energetica.<br />

30%<br />

©2011 Schneider Electric. All Rights Reserved. Schneider Electric, EcoStruxure, and Active Energy Management Architecture from Power Plant to Plug are<br />

trademarks owned by Schneider Electric Industries SAS or its affiliated companies. All other trademarks are property of their respective owners.<br />

35 rue Joseph Monier, CS 30323, 95506 Rueil Malmaison Cedex (Francia) • 998-2759_IT<br />

*L'architettura EcoStruxure riduce il consumo energetico fino al 30%.<br />

L’architettura per la gestione attiva dell’energia,<br />

dalla centrale alla presa elettrica


20<br />

<strong>24</strong><br />

gli investimenti della Ram, la raffineria<br />

di Milazzo (joint-venture paritetica tra<br />

Eni e Kupit), con interventi destinati<br />

principalmente a innalzare il grado di<br />

conversione, nonché a ottenere prodotti<br />

a più elevata compatibilità ambientale<br />

e massimizzare l’efficienza<br />

degli impianti. A fronte <strong>dei</strong> 500 milioni<br />

di euro investiti nella raffineria nel<br />

decennio 2000-2009, nel periodo<br />

2010-2015 sono previsti infatti ulteriori<br />

investimenti per oltre 600 milioni,<br />

<strong>dei</strong> quali circa il 40% riguarderà l’ambiente.<br />

Ma le iniziative non riguarda-<br />

focus<br />

no soltanto la compagnia guidata da<br />

Paolo Scaroni: nel Lazio la Petrolifera<br />

Italo Rumena (Pir) e il Gruppo Gavio<br />

hanno presentato il progetto “Darsena<br />

energetica grandi masse”, in base<br />

al quale il porto di Civitavecchia diventerà<br />

il polo logistico di prodotti petroliferi<br />

più all’avanguardia d’Italia. <strong>Il</strong><br />

piano ha un valore complessivo di 80<br />

milioni di euro e ha l’obiettivo di incrementare<br />

la flessibilità e ridurre i costi<br />

di gestione dell’area, introducendo la<br />

possibilità di ricezione in banchina di<br />

navi fino a 50mila tonnellate. Tra i pia-<br />

Consumi <strong>dei</strong> prodotti petroliferi e capacità di lavorazione delle raffinerie in Italia<br />

9/2011<br />

ni industriali di trasformazione la relazione<br />

dell’Up menziona quello del<br />

Gruppo Tamoil, che ha annunciato e<br />

avviato la riconversione della raffineria<br />

di Cremona in un moderno polo logistico<br />

integrato di ricezione, stoccaggio<br />

e distribuzione di prodotti petroliferi.<br />

<strong>Il</strong> nuovo deposito sarà operativo dal<br />

2012 e comporterà un investimento<br />

complessivo di 65 milioni di euro. Nelle<br />

Marche, infine, Api investirà nella<br />

raffineria di Falconara (An) 80 milioni<br />

di euro in sicurezza ordinaria e strutture<br />

energetiche.<br />

gi.to.<br />

Fonte: Unione petrolifera su dati Istat


<strong>Il</strong> 30%* di risparmio <strong>sul</strong>la<br />

bolletta energetica del vostro<br />

data center è solo l’inizio<br />

Immaginate cosa potremmo fare per il resto dell’azienda<br />

Un risparmio del 30% <strong>sul</strong>la bolletta dell'energia elettrica del vostro data center non è una cosa da<br />

poco e, dal momento che i prezzi dell'energia elettrica continuano a lievitare, ogni watt risparmiato<br />

conta. I data center, infatti, non lavorano da soli; essi supportano e vengono supportati da altri<br />

sistemi — processi, HVAC e sicurezza, per elencarne alcuni — che richiedono un altrettanto<br />

elevato dispendio di elettricità.<br />

Risparmi energetici per tutta l'azienda<br />

Oggi, l’architettura EcoStruxure è in grado di fornire ai data center e agli edifici aziendali un<br />

risparmio di energia fino al 30%. Una riduzione del 30% sui costi energetici di un data center è<br />

davvero un buon inizio e, grazie all'architettura EcoStruxure, i risparmi non finiscono qui.<br />

Scoprite i consigli <strong>sul</strong> risparmio energetico<br />

direttamente dagli esperti!<br />

Scaricate GRATUITAMENTE il White Paper<br />

“Energia Efficiente Attiva”<br />

Visitate il sito Web all’indirizzo www.SEreply.com<br />

Codice chiave 93036t oppure chiamate il N. Verde 800-563-266<br />

30%<br />

©2011 Schneider Electric. All Rights Reserved. Schneider Electric, EcoStruxure, and Active Energy Management Architecture from Power Plant to Plug are<br />

trademarks owned by Schneider Electric Industries SAS or its affiliated companies. All other trademarks are property of their respective owners. 998-2760_IT<br />

*L'architettura EcoStruxure riduce il consumo di energia fino al 30%.<br />

L’architettura per la gestione attiva dell’energia,<br />

dalla centrale alla presa elettrica <br />

Impianti industriali<br />

L’utilizzo di protocolli standard aperti consente<br />

di gestire processi automatizzati nell’intero<br />

sistema con una riduzione <strong>dei</strong> downtime,<br />

un miglioramento delle prestazioni e<br />

un’ottimizzazione dell’efficienza energetica.<br />

Edifici<br />

L’integrazione intelligente di sicurezza,<br />

alimentazione, illuminazione, distribuzione<br />

elettrica, sistemi antincendio, sistemi HVAC, IT<br />

e telecomunicazioni permettono una riduzione<br />

<strong>dei</strong> costi di formazione, messa in servizio,<br />

manutenzione, operativi ed energetici.<br />

Data center<br />

Dal rack alla fila, dal singolo ufficio all’intero<br />

edificio, l’utilizzo e la disponibilità di energia<br />

in questi ambienti interconnessi vengono<br />

attentamente monitorati e regolati in tempo reale.


22<br />

<strong>24</strong><br />

Elevati rendimenti, un utilizzo più<br />

efficiente <strong>dei</strong> combustibili e tecnologia<br />

matura. Sono queste le caratteristiche<br />

vincenti delle centrali a ciclo<br />

combinato che accoppiano le due fasi<br />

di gas e vapore ottenendo rendimenti<br />

di conversione superiori rispetto<br />

all’uso singolo delle due tecniche.<br />

Nel ciclo combinato i gas di scarico in<br />

uscita da una turbina a gas sono utilizzati<br />

per il ciclo a vapore come fonte di<br />

calore, dato che raggiungono temperature<br />

elevate di circa 600°. Secondo<br />

il principio del recupero, dunque, si<br />

converte in energia ciò che altrimenti<br />

andrebbe disperso.<br />

Abbiamo già parlato nel numero di<br />

giugno della centrale di Turano Lodigiano,<br />

realizzata da Ansaldo Energia<br />

per Sorgenia.<br />

tecnologie&soluzioni<br />

Ora approfondiamo il caso laziale<br />

dell’impianto di Aprilia (Lt), attualmente<br />

in costruzione da parte di Ansaldo<br />

Energia sempre per il cliente<br />

Sorgenia dopo l’assegnazione dell’ordine<br />

per la sua realizzazione chiavi in<br />

mano.<br />

La potenza nominale in via di installazione<br />

presso la centrale di Aprilia ammonta<br />

a circa 1.400 MW termici e 805<br />

MW elettrici, con un rendimento dichiarato<br />

del 57% contro il 35-40% di<br />

una centrale termoelettrica tradizionale.<br />

All’interno dell’impianto sono<br />

previste due turbine a gas da circa 270<br />

MW ognuna e una turbina a vapore<br />

da 260 MW. Due caldaie a recupero di<br />

tipo orizzontale a tre livelli di pressione<br />

sono utilizzate come generatori di<br />

vapore. <strong>Il</strong> combustibile utilizzato è<br />

9/2011<br />

CENTRALI TERMOELETTRICHE<br />

Con il ciclo combinato si risparmia combustibile<br />

e si <strong>punta</strong> a diminuire l’impatto ambientale<br />

Ansaldo Energia, Ge Energy e Siemens aumentano l’efficienza<br />

<strong>dei</strong> nuovi impianti che funzionano con turbine a gas e vapore<br />

Emissioni del ciclo combinato<br />

Fonte: Sorgenia<br />

Turbina a gas di Ansaldo energia (modello Ae94.2)<br />

esclusivamente gas naturale, mentre<br />

le risorse idriche necessarie per il funzionamento<br />

della centrale sono prelevate<br />

da pozzi, ma anche rifornite grazie<br />

alla raccolta delle acque piovane.<br />

Le emissioni saranno controllate e minori<br />

rispetto a un impianto tradizionale,<br />

aggirandosi intorno ai 360 g di CO2 per kWh. Per la centrale sono previste<br />

anche opere infrastrutturali importanti:<br />

attraverso l’accordo con Romana<br />

Costruzioni e Ciet sono in fase di realizzazione<br />

un metanodotto, lungo circa<br />

9,5 km con condotta interrata a 1,5<br />

metri di profondità e pressione di progetto<br />

a 75 bar, e un elettrodotto di<br />

collegamento con la rete di trasmissione<br />

nazionale, interrato per circa 1,3<br />

km, di proprietà di Sorgenia Power e<br />

che connette la centrale con la stazione<br />

di alta tensione di Terna. Ansaldo


9/2011 tecnologie&soluzioni <strong>24</strong><br />

Energia, come general contractor, si<br />

avvale di circa 20 imprese con appalto<br />

diretto e 80 aziende in subappalto.<br />

Ridotti i <strong>consumi</strong> di gas naturale<br />

Anche Siemens è attiva <strong>sul</strong> ciclo combinato.<br />

La società ha presentato recentemente<br />

il ri<strong>sul</strong>tato di 500 milioni<br />

di euro di investimento: una nuova<br />

turbina a gas (Sgt5-8000H), già operativa<br />

presso l’impianto Irsching 4 in<br />

Baviera, che con una potenza di oltre<br />

578 MW, secondo i calcoli dell’azienda,<br />

consuma un terzo in meno di gas<br />

naturale per kWh rispetto alla media<br />

delle centrali a ciclo combinato attualmente<br />

attive. Di conseguenza anche le<br />

emissioni di CO sono ridotte di un<br />

2<br />

terzo. L’investimento Siemens ha previsto<br />

lo sviluppo della turbina e la costruzione<br />

e messa in opera della centrale<br />

prototipo di Irsching, in cui per<br />

circa un anno e mezzo la turbina è stata<br />

sottoposta a test e prove di funzionamento:<br />

l’efficienza raggiunta supera<br />

l’obiettivo del 60%, attestandosi<br />

secondo le stime di Siemens intorno al<br />

60,75%.<br />

Le turbine con le rinnovabili<br />

Un caso particolare è quello di Ge<br />

Energy che sta investendo in turbine<br />

per cicli combinati integrati con fonti<br />

rinnovabili: recentemente ha applicato<br />

la tecnologia FlexEfficiency presso<br />

un’innovativa centrale elettrica sviluppata<br />

dalla società turca MetCap Energy<br />

Investments a Karaman. In questo<br />

caso per produrre energia elettrica sono<br />

utilizzati gas naturale, pale eoliche<br />

e solare termico. Attraverso il sistema<br />

di controllo Mark Vle, nella centrale<br />

La parola a Guelfo Gheri - Ge Power and Water<br />

Quali sono i ri<strong>sul</strong>tati conseguibili con<br />

lo sviluppo di una nuova tecnologia<br />

per il ciclo combinato?<br />

<strong>Il</strong> crescente utilizzo di energie rinnovabili a<br />

cui stiamo assistendo rende critica la sfida<br />

relativa alla stabilità della rete; inoltre gli<br />

operatori sono sotto pressione per ottenere<br />

sempre maggiori livelli di efficienza e minori<br />

emissioni dalle centrali a gas naturale. Per<br />

questo gli sviluppi della tecnologia delle<br />

turbine a gas vanno nella direzione di una<br />

combinazione tra efficienza e flessibilità<br />

essenziale affinché l’energia rinnovabile si<br />

integri nelle reti di distribuzione globali su<br />

larga scala e in maniera economicamente<br />

conveniente. È in quest’ottica che Ge ha<br />

sviluppato la nuova centrale a ciclo combinato<br />

FlexEfficiency 50 che raggiunge un’efficienza<br />

di consumo di combustibile superiore<br />

al 61%. Capace di reagire velocemente<br />

alle fluttuazioni dell’energia eolica e solare,<br />

il sistema favorirà l’integrazione di una<br />

maggior quantità di risorse rinnovabili<br />

all’interno della rete di distribuzione elettrica.<br />

Le attuali centrali elettriche sono in grado<br />

di garantire alternativamente flessibilità<br />

o elevata efficienza; con questa nuova tecnologia<br />

sarà invece possibile combinare<br />

entrambi i vantaggi. Certamente oggi disporre<br />

in Italia di alcune centrali FlexEfficiency50<br />

metterebbe gli operatori in condizione<br />

di lavorare con rendimenti top di<br />

classe, riducendo i costi di esercizio, e di<br />

utilizzare le caratteristiche<br />

di flessibilità per<br />

sopperire all’intermittenza<br />

e all’incerta disponibilità<br />

delle fonti<br />

rinnovabili. Le centrali<br />

FlexEfficiency50 consentirebbero,<br />

inoltre, di<br />

incrementare ulteriormente<br />

il parco rinnovabile<br />

assicurando stabilità<br />

alla rete e riducendo<br />

la dipendenza estera<br />

nell’approvvigionameto<br />

di combustibili.<br />

È conveniente riconvertire il parco<br />

delle vecchie centrali italiane e come<br />

si può agire?<br />

Certamente è conveniente. Infatti il “revamping”<br />

di cicli termoelettrici tradizionali<br />

in cicli combinati con turbogas alimentati a<br />

gas naturale migliora notevolmente l’efficienza<br />

della produzione termoelettrica permettendo<br />

tra l’altro un drastico abbattimento<br />

di emissioni inquinanti. Agli inizi del<br />

2000, per esempio, un’importante Utility<br />

italiana ha avviato un’azione di “revamping”<br />

di centrali termiche a olio pesante<br />

esistenti, attraverso la sostituzione della<br />

caldaia a combustione diretta con un treno<br />

di turbina a gas e caldaia di recupero, rendendo<br />

le centrali di fatto <strong>dei</strong> cicli combinati<br />

e in qualche caso anche aumentando la<br />

potenza complessiva dell’impianto (repowering).<br />

Esistono, inoltre, anche altre attività di service<br />

tese a migliorare l’efficienza e l’impatto<br />

ambientale <strong>dei</strong> cicli combinati esistenti,<br />

come per esempio l’installazione di sistemi<br />

di combustione Dln (Dry Low NOx) in grado<br />

di ridurre le emissioni di ossidi d’azoto e<br />

anidride carbonica, la sostituzione di turbogas<br />

di tecnologia matura con macchine di<br />

tecnologia più avanzata e più efficienti, o<br />

l’applicazione di pacchetti di analisi delle<br />

performance e modifiche impiantistiche<br />

tese al miglioramento delle prestazioni degli<br />

impianti.<br />

23


<strong>24</strong><br />

<strong>24</strong><br />

turca operano una turbina a gas 9Fb a<br />

50 Hz, una turbina a vapore, un generatore,<br />

22 MW di turbine eoliche Ge e<br />

50 MW di solare termico concentrato<br />

eSolar. L’impianto, che sarà operativo<br />

secondo le stime nel 2015 ha una potenza<br />

di 510 MW, sufficienti ad alimentare<br />

oltre 600mila abitazioni. L’investimento<br />

di 500 milioni di dollari per<br />

la ricerca e lo sviluppo sarà seguito da<br />

altri 170 milioni di dollari per la realizzazione<br />

di un impianto “prova” a Greenville,<br />

nel South Carolina, in cui saranno<br />

effettuati i test a pieno carico e<br />

massima velocità.<br />

<strong>Il</strong> repowering<br />

Molto interessante, infine, è il discorso<br />

relativo all’ammodernamento delle<br />

vecchie centrali, nell’ottica di ridurre<br />

l’impatto ambientale generale aumentando<br />

nello stesso tempo il rendimento<br />

e la potenza.<br />

Questi interventi vengono definiti “repowering”<br />

e ci sono varie possibilità di<br />

azione: può essere modificata la caldaia<br />

dell’impianto a vapore, apportando<br />

maggiore combustibile in essa (ciclo<br />

combinato fired) e agendo <strong>sul</strong>l’acqua<br />

di alimento oppure <strong>sul</strong>l’aria di<br />

combustione. In questi casi si eliminano<br />

gli spillamenti delle sezioni di preriscaldo<br />

dell’acqua di alimento oppure<br />

si alimenta direttamente la caldaia con<br />

i gas di scarico caldi della turbina che<br />

contengono ancora una buona percentuale<br />

di ossigeno. In altri casi possono<br />

essere effettuati interventi di<br />

sostituzione della caldaia con una a<br />

recupero unfired, ma in questo caso è<br />

necessario modificare strutturalmente<br />

la turbina a vapore. È infine possibile<br />

tecnologie&soluzioni<br />

La parola a Massimo Gianfreda - Siemens<br />

Quali sono i principi di base dai quali<br />

siete partiti per sviluppare la nuova<br />

tecnologia di ciclo combinato?<br />

Alla base dello sviluppo di una nuova tipologia<br />

di turbina abbiamo tenuto conto principalmente<br />

di tre obiettivi da raggiungere:<br />

un alto rendimento e di conseguenza un<br />

minor consumo specifico di combustibile;<br />

elevata potenza unitaria, dunque riduzione<br />

dello spazio necessario per la realizzazione<br />

di una nuova centrale con produzione più<br />

alta; alta flessibilità di esercizio.<br />

La combinazione di questi tre criteri determina<br />

il miglioramento dell’impatto ambientale<br />

di un grande impianto di generazione<br />

con minori emissioni in termini assoluti<br />

(in relazione alla potenza prodotta) e<br />

una riduzione delle emissioni specifiche.<br />

Per le sue caratteristiche la nuova turbina<br />

8000H può essere pensata sia come elemento<br />

centrale di un ciclo combinato flessibile,<br />

in combinazione con una produzione<br />

da energie rinnovabili altamente variabile,<br />

sia come macchina stand alone in grado di<br />

far fronte a richieste improvvise di carico<br />

elettrico grazie alla sua capacità di entrare<br />

in produzione con tempi ridottissimi di avviamento.<br />

<strong>Il</strong> ciclo combinato può essere di supporto<br />

per ridurre le emissioni inquinanti?<br />

Gli obiettivi minimi da raggiungere sono<br />

quelli imposti dalla normativa della Comunità<br />

europea a cui l’Italia deve inevitabilmente<br />

adeguarsi.<br />

<strong>Il</strong> raggiungimento di tali obiettivi secondo<br />

sviluppare il ciclo combinato utilizzando<br />

combustibili solidi e non pregiati<br />

(come residui della distillazione del<br />

petrolio, carbone, biomasse o combustibile<br />

derivato dai rifiuti) in un impianto<br />

con turbina a gas nel quale si<br />

predispone un processo di gassificazione<br />

in condizioni pressurizzate. In<br />

9/2011<br />

Siemens può essere garantito dalla combinazione<br />

<strong>dei</strong> seguenti approcci: intervenire<br />

sugli impianti termoelettrici convenzionali<br />

abbattendone le emissioni attraverso tecnologie<br />

ormai collaudate quali DeNox, De-<br />

Sox, e con l’ausilio di tecnologie più innovative<br />

quali la Carbon capture and storage;<br />

integrare in maniera sempre più importante<br />

la generazione da fonti tradizionali con<br />

fonti di generazione rinnovabili: eolico, fotovoltaico<br />

e impianti a biomasse (anche<br />

questi ultimi dotati di tecnologie di abbattimento<br />

delle emissioni); affiancare alle<br />

fonti di generazione rinnovabili, il cui apporto<br />

diviene sempre più rilevante, centrali<br />

di generazione basate su tecnologia turbogas<br />

in grado di offrire performance ambientali<br />

ottime e la cui flessibilità ben si<br />

sposa con il ciclo assolutamente variabile<br />

della produzione da fonti rinnovabili.<br />

tal modo si realizza un impianto Igcc<br />

(Integrated gassifier combined cycle)<br />

che consente una riduzione delle<br />

emissioni inquinanti rispetto alla combustione<br />

diretta abbinata alla corretta<br />

valorizzazione di combustibili alternativi<br />

al petrolio, caro e in esaurimento.<br />

Chiara Scalco


Anche l’energia ha i suoi grandi classici.<br />

Spark Energy: passione e competenza nella cogenerazione dal 1988.<br />

Con tre siti produttivi su territorio nazionale, Spark Energy si avvale di storicità,<br />

esperienza ed innovazione per rispondere alle esigenze delle aziende.<br />

Un ven<strong>taglio</strong> di soluzioni e una linea di prodotti completa:<br />

microSpark per la micro-cogenerazione, blueSpark per la cogenerazione a metano,<br />

bioSpark per la cogenerazione a biogas.<br />

Spark Energy: un classico intramontabile nel mondo dell’energia.<br />

Impianti di Cogenerazione<br />

member of DSF GROUP<br />

Spark Energy S.r.l. - Via Olivi, 66 - 31054 Possagno (TV), ITALY - Tel. +39 0423 9203 - +39 0423 920160 - Fax +39 0423 920420 - +39 0423 920163 - www.sparkenergy.it


26<br />

<strong>24</strong><br />

Poco incline a cambiare fornitore e<br />

poco informato. È il profilo del<br />

consumatore italiano medio di elettricità<br />

e gas emerso dalla quarta indagine<br />

“Comportamento <strong>dei</strong> consumatori<br />

domestici nel mercato liberalizzato<br />

dell’elettricità e del gas in Italia”, a<br />

cura di Rie (Ricerche Industriali ed<br />

Energetiche) e Gmpr Group, presentata<br />

a Roma presso la sede del Gse,<br />

condotta su un campione di 2.000 famiglie<br />

(1.000 per il mercato elettrico<br />

e 1.000 per il mercato gas).<br />

Nel settore elettrico sono 4,9 milioni i<br />

clienti domestici (16% circa) che hanno<br />

scelto il mercato libero, di cui 1,8<br />

milioni hanno cambiato gestore. Nel<br />

news&mercati<br />

INDAGINI<br />

Offerte poco chiare: il mercato libero<br />

dell’energia non convince gli italiani<br />

gas si scende a 2,2 milioni (anche qui<br />

1,8 milioni hanno cambiato operatore,<br />

con un’incidenza nettamente superiore).<br />

Ma la propensione al cambiamento<br />

è diminuita fortemente dal<br />

2007 a oggi, scendendo dal 16 all’8%<br />

nell’elettrico e dal 16 al 6% nel caso<br />

del gas. «Da una parte c’è un consumatore<br />

sempre meno informato e<br />

spinto al cambiamento solo da un forte<br />

risparmio economico (che non c’è),<br />

dall’altra c’è un’offerta sempre meno<br />

chiara e non comparabile - ha spiegato<br />

Alberto Clò, ordinario all’Università<br />

di Bologna -. Quello che succede nella<br />

filiera è condizionato dai mercati internazionali:<br />

l’aumento del prezzo del<br />

9/2011<br />

La propensione al cambiamento del contratto nel comparto domestico è calata<br />

rispetto al 2007. Per l’elettricità solo il 16% ha compiuto questa scelta<br />

Le principali motivazioni allo switch del contratto<br />

Elettricità Gas<br />

Per risparmiare 96,4%<br />

Per avere<br />

la tariffa<br />

bioraria 2,0%<br />

Risparmiare 97,7%<br />

Per avere<br />

bolletta<br />

unica 1,2%<br />

Per avere<br />

informazioni<br />

più chiare 0,4%<br />

metano di aprile si è mangiato il risparmio<br />

potenziale derivante dal cambio<br />

di gestore».<br />

Risparmi insignificanti<br />

Mediamente, rispetto all’inizio delle<br />

liberalizzazioni, è stato registrato un<br />

aumento dell’offerta di sconti e oggi<br />

si può risparmiare dal 3 al 5,5 % <strong>sul</strong>la<br />

bolletta elettrica e circa il 2% su quella<br />

del gas rispetto ai prezzi di riferimento<br />

dell’Aeeg. <strong>Il</strong> 34% circa degli<br />

intervistati che hanno effettuato lo<br />

switch nell’elettrico, tuttavia, dice di<br />

non aver registrato nessun risparmio,<br />

(per il gas è il 26%); rispettivamente il<br />

66% e il 40,6%, inoltre, si dice insod-<br />

Per avere<br />

bolletta unica<br />

gas/elettricità<br />

2,3%<br />

Fonte: Rie-Grmp Group


9/2011<br />

disfatto del cambio perché ha risparmiato<br />

troppo poco. Per Clò, a influire<br />

negativamente sui prezzi c’è anche un<br />

surplus di capacità produttiva non assorbita<br />

dalla domanda, sempre più<br />

stagnante a causa <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> in calo<br />

(i costi dell’eccesso di offerta ricadono<br />

sui consumatori) e la presenza di un<br />

Regolatore che condiziona la concorrenza:<br />

«Bisogna finirla di pensare che<br />

i prezzi dell’energia diminuiranno: i<br />

prezzi devono aumentare - ha detto<br />

Clò -. Smettiamola di pensare a come<br />

riempire il “buco” del 25% lasciato<br />

dal nucleare: quel buco non c’è perché<br />

il nucleare non c’è mai stato. Qui<br />

non si capisce se la poca concorrenza<br />

è causa dell’intervento dell’Autorità o<br />

viceversa. Sta di fatto che i prezzi rimangono<br />

più o meno ancorati a quelli<br />

dettati dal Regolatore».<br />

<strong>Il</strong> ruolo di Acquirente unico<br />

Un interrogativo legittimo quello <strong>sul</strong><br />

ruolo del Regolatore, in un Paese dove<br />

il 95% <strong>dei</strong> consumatori non sa fare<br />

una stima <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> energetici, do-<br />

I tassi di switch in Europa - utenti domestici<br />

news&mercati <strong>24</strong><br />

ve il 70% ha cambiato operatore in<br />

modalità pull (ossia perché spinto dal<br />

venditore o dalla pubblicità), dove<br />

quasi la metà non conosce nemmeno<br />

le offerte commerciali e soprattutto<br />

dove non si sa che esiste un prezzo<br />

regolato (lo ignora il 95% nel gas e il<br />

61% nell’elettricità). Inoltre, dall’indagine<br />

emerge che solo una minima parte<br />

(il 2 e l’8%, rispettivamente, nel gas<br />

e nell’elettrico) sanno che ci sono a<br />

disposizione strumenti come “Sportello<br />

del consumatore” presso l’Acquirente<br />

unico o il “Trova offerte”.<br />

«A livello di switch siamo in linea con gli<br />

altri Paesi Ue, ma noi siamo ancora<br />

all’inizio, quindi è fisiologico che ci siano<br />

difficoltà - ha affermato Paolo Vigevano,<br />

amministratore delegato di Au; finché<br />

l’offertà non diventerà più trasparente<br />

e il cittadino non avrà ben chiari i<br />

vantaggi nel passare al mercato libero,<br />

occorre che ci sia un organismo come<br />

Au ad assicurare un prezzo regolato e a<br />

evitare disguidi nel cambio di gestore o<br />

nel passaggio al mercato libero».<br />

Agnese Ananasso<br />

Fonti: Ergeg, Cre (Francia), Cne (Spagna), Bnetza (Germania), Ofgem (Uk); Aeeg; altri regolatori; Rie<br />

In breve<br />

.com<br />

Al via il ponte energetico <strong>sul</strong>lo Stretto<br />

Entra nel vivo la costruzione del “Ponte<br />

dell’energia” tra Sicilia e Calabria, la linea elettrica<br />

Sorgente-Rizziconi che sarà realizzata da<br />

Terna. L’elettrodotto è un’opera da 105 km di<br />

lunghezza, di cui 38 in cavo sottomarino, 61<br />

km in linea aerea e 5 km in cavo interrato. Nel<br />

progetto è prevista la demolizione di oltre 170<br />

km di linee aree esistenti nelle province di<br />

Messina e Reggio Calabria. I lavori dovrebbero<br />

terminare per la fine del 2013. La nuova linea<br />

consentirà di esportare produzione rinnovabile<br />

dalla Sicilia al Continente e renderà più efficiente<br />

la gestione <strong>dei</strong> flussi delle centrali nel<br />

Sud, permettendo un risparmio per imprese e<br />

famiglie di circa 800 milioni di euro l’anno.<br />

Bonus carburante per la Basilicata<br />

I residenti muniti di patente della Regione Basilicata<br />

riceveranno una carta prepagata, che<br />

consentirà l’acquisto di carburante presso i<br />

distributori abilitati. <strong>Il</strong> rilascio della tessera,<br />

denominata Bonus idrocarburi, è reso possibile<br />

dai i decreti interministeriali del 12 novembre<br />

2010 e del 21 febbraio 2011, con cui si è<br />

data attuazione all’articolo 45 della legge<br />

99/09 che prevede un’aliquota di prodotto<br />

aggiuntiva del 3% <strong>sul</strong>la produzione di idrocarburi<br />

da destinare ai residenti nelle Regioni interessate.<br />

<strong>Il</strong> giacimento della Val d’Agri in<br />

Basilicata è il più grande d’Europa su terraferma<br />

e rappresenta per l’Italia l’80% della produzione<br />

nazionale di greggio.<br />

In Francia è stop teorico per lo shale gas<br />

<strong>Il</strong> Senato francese ha approvato la proposta di<br />

legge che proibisce l’esplorazione <strong>dei</strong> giacimenti<br />

non convenzionali di gas. Restano però<br />

delle contraddizioni: secondo gli ambientalisti<br />

francesi, infatti, la legge sarebbe inapplicabile<br />

perché si limita a vietare la tecnica di estrazione<br />

della “fratturazione idraulica” senza definirla<br />

in modo univoco. Inoltre, si concede la<br />

possibilità di compiere perforazioni a scopi<br />

scientifici. Stando a un rapporto commissionato<br />

dal Governo transalpino per valutare i rischi<br />

ecologici <strong>dei</strong> giacimenti non convenzionali,<br />

sarebbe necessario un programma nazionale<br />

di perforazioni sperimentali, per stimare con<br />

precisione le riserve potenziali di shale gas e<br />

affinare la tecnologia.<br />

27


TROVIAMO RISORSE<br />

dove altri vedono inefficienze<br />

ACQUA GYM<br />

Forse non lo sai, ma la tua azienda e la natura stessa producono<br />

risorse che normalmente vengono sprecate con considerevoli perdite<br />

economiche per te e danni ambientali per tutti: fumi industriali,<br />

biomassa solida e liquida, biogas, calore della terra e del sole.<br />

Grazie ai micro-impianti ORC, Icenova recupera il calore<br />

quotidianamente prodotto dall’industria, dall’impianto a fonti rinnovabili,<br />

o dalla natura trasformandolo in energia elettrica e termica. L’energia<br />

così recuperata anche da strutture di piccola dimensione può essere<br />

riutilizzata oppure semplicemente venduta.<br />

Ora che lo sai, non sprecare più le tue risorse: telefona per un<br />

ap<strong>punta</strong>mento ed Icenova ti offrirà una con<strong>sul</strong>enza gratuita per trovare<br />

la soluzione più adatta alle tue esigenze.<br />

Ci guadagni tu ed anche l’ambiente.<br />

ICENOVA ENGINEERING S.R.L.<br />

VIENI A TROVARCI ALLO STAND C 21/22<br />

Per maggiori informazioni www.icenova.eu<br />

Via Legler, 14 <strong>24</strong>030 Brembate di Sopra (BG) Italy Tel: +39 035 4158828 Fax: +39 035 4158898 info@pec.icenova.eu Skype:icenovaengineering<br />

<br />

<br />

MICRO-COGENERATORE ORC<br />

www.drx.it


energia alternativa<br />

QUARTO CONTO ENERGIA<br />

<strong>Il</strong> fotovoltaico cambia pelle con il bonus<br />

made in Europe e il Registro obbligatorio<br />

<strong>Il</strong> nuovo regime d’incentivazione prevede un 10% di incremento della tariffa<br />

per i moduli comunitari, ma complica la realizzazione <strong>dei</strong> grandi impianti a terra<br />

Le polemiche <strong>sul</strong> quarto Conto energia<br />

sono ormai alle spalle, ma gli effetti del<br />

nuovo sistema di incentivazione entrato in<br />

vigore lo scorso primo giugno interesseranno<br />

il settore sino alla fine del 2016. Tra le<br />

tantissime novità introdotte dal regime incentivante<br />

ce ne sono due, in particolare,<br />

destinate a incidere profondamente nella<br />

vita del fotovoltaico italiano: il bonus previsto<br />

per i moduli made in Europe e il Registro<br />

obbligatorio per i grandi impianti. Per<br />

quanto riguarda il primo punto, il provvedimento<br />

nasce per rispondere a una delle<br />

principali accuse rivolte al solare italiano:<br />

ovvero che gli incentivi messi a disposizione<br />

dallo Stato per lo sviluppo di questa tecnologia<br />

finiscano per arricchire più che altro i<br />

Paesi esteri (Germania e Cina in testa), dal<br />

momento che i componenti base degli impianti<br />

(celle, moduli, silicio ecc.) sono realizzati<br />

soprattutto al di fuori <strong>dei</strong> nostri confini.<br />

Negli ultimi anni, in realtà, questa asserzione<br />

è diventata abbastanza confutabile,<br />

considerato il progressivo rafforzamento<br />

della filiera industriale italiana del fotovoltaico,<br />

oggi capace persino di esportare con<br />

successo sui mercati esteri. Per rafforzare<br />

ulteriormente questa tendenza, il quarto<br />

Conto energia ha introdotto una maggiorazione<br />

del 10% dell’incentivo per gli impianti<br />

il cui costo di acquisto sia per non<br />

meno del 60% riconducibile a una produzione<br />

realizzata all’interno della Unione<br />

europea. Ma cosa si deve intendere esattamente<br />

per fabbricazione comunitaria? Un<br />

chiarimento è arrivato dalle regole applicative<br />

rilasciate a metà luglio dal Gse: in una<br />

prima fase transitoria (sino al 30 giugno<br />

2012), per quanto riguarda i classici moduli<br />

in silicio cristallino, il bonus sarà riconosciuto<br />

se si verificherà almeno una delle<br />

due seguenti condizioni. La prima possibilità<br />

è che all’interno del sito produttivo europeo<br />

siano state effettuate le operazioni<br />

di stringatura celle, assemblaggio/laminazione<br />

e test elettrici. La seconda opzione,<br />

valida per le produzioni realizzate nei Paesi<br />

extra Ue, è che questi apparecchi contengano<br />

almeno un componente (silicio cri-<br />

stallino, wafer o celle) fabbricato in Europa.<br />

<strong>Il</strong> Gse prevede condizioni simili per<br />

l’attribuzione del bonus anche a inverter e<br />

componentistica elettrica. Gli operatori<br />

non potranno però autocertificare il rispetto<br />

di questi requisiti, che dovranno invece<br />

essere attestati attraverso un certificato di<br />

ispezione di fabbrica (factory inspection),<br />

rilasciato da un ente terzo appartenente<br />

all’Iecee (Iec system of conformity assessment<br />

schemes for electrotechnical equipment<br />

and components). Sulle nuove regole<br />

applicative decise dal Gse, Vittorio Chiesa,<br />

direttore Energy & strategy group del<br />

Politecnico di Milano, non nasconde però<br />

alcune perplessità: «La proposta del bonus<br />

mira a un obiettivo condivisibile, ovvero il<br />

rafforzamento della filiera del fotovoltaico.<br />

29


30<br />

<strong>24</strong><br />

Le nuove linee guida mettono nero su<br />

bianco che ci devono essere determinate<br />

certificazioni ed esplicitano un po’ di più la<br />

procedura. Resta il dubbio <strong>sul</strong>l’applicabilità,<br />

per esempio quando nel testo delle regole<br />

applicative si leggono frasi del tipo<br />

“Indicare le fasi produttive realizzate all’interno<br />

del sito comunitario”. Dal momento<br />

che la produzione è un qualcosa di estremamente<br />

complesso e articolato, sarà difficile<br />

assicurare che una parte significativa<br />

di questo processo avvenga all’interno<br />

dell’Ue». Fondamentale sarà comunque il<br />

ruolo degli enti di certificazione: «Questi<br />

istituiti sono destinati ad assumere un ruolo<br />

sempre più importante per il fotovoltai-<br />

I numeri del fotovoltaico italiano<br />

storia di copertina<br />

co, così com’è avvenuto per la tracciabilità<br />

degli oli nel settore delle biomasse. Credo<br />

dunque che la funzione svolta dalla certificazione<br />

sarà fondamentale per la corretta<br />

applicazione del bonus per i moduli made<br />

in Europe» conclude Chiesa.<br />

<strong>Il</strong> Registro grandi impianti<br />

L’altro elemento del quarto Conto energia<br />

destinato ad avere un impatto significativo<br />

<strong>sul</strong> comparto fotovoltaico è il Registro<br />

grandi impianti. <strong>Il</strong> nuovo regime di incentivazione<br />

distingue nettamente tra piccole e<br />

grandi installazioni: sono considerate piccole<br />

quelle che - avendo una potenza sino<br />

a un MW - vengono realizzate su edifici,<br />

9/2011<br />

nonché gli impianti fotovoltaici collocati a<br />

terra sino a 200 kW e che cedono l’energia<br />

prodotta alla rete secondo lo schema contrattuale<br />

dello scambio <strong>sul</strong> posto. A prescindere<br />

dalla potenza, sono in ogni caso<br />

valutati come piccoli gli impianti realizzati<br />

su edifici o aree di proprietà della Pubblica<br />

amministrazione. In generale, le grandi installazioni<br />

tendono a essere sfavorite dal<br />

nuovo Conto energia sotto il profilo delle<br />

tariffe; inoltre i grandi impianti che entrano<br />

in esercizio dopo il 31 agosto 2011 ed entro<br />

il 31 dicembre 2012, per accedere agli<br />

incentivi devono essere iscritti in un apposito<br />

Registro e ri<strong>sul</strong>tare in posizione tale da<br />

rientrare nei limiti specifici di spesa definita<br />

Fonte: Gse (dati aggiornati al 31/05/2011)


9/2011 storia di copertina <strong>24</strong><br />

per l’anno di riferimento (concorrono a<br />

determinare il tetto per il 2011 anche gli<br />

impianti che entrano in esercizio entro il 31<br />

agosto 2011). In pratica, gli operatori non<br />

hanno alcuna certezza di essere ammessi<br />

al regime di incentivazione, che è subordinato<br />

all’inclusione nelle graduatorie. «<strong>Il</strong><br />

Registro grandi impianti - spiega Vittorio<br />

Chiesa - è stato un meccanismo introdotto<br />

per regolare l’ammontare <strong>dei</strong> grandi impianti<br />

ammessi agli incentivi e dunque tenere<br />

sotto controllo la spesa, che è a sua<br />

volta uno <strong>dei</strong> principali obiettivi del nuovo<br />

Conto energia. Sicuramente questa norma<br />

rende molto difficile la bancabilità delle<br />

grandi installazioni: dal momento che<br />

l’iscrizione al registro non rende automatica<br />

la concessione degli incentivi, la banche<br />

tenderanno a non finanziare questi investimenti.<br />

Infatti, anche dopo l’approvazione<br />

definitva del Conto, il decollo <strong>dei</strong> grandi<br />

impianti è stato molto lento, perché gli istituti<br />

di credito in questa fase sono ancora<br />

piuttosto cauti. In definitiva, credo che con<br />

questo provvedimento sarà molto difficile<br />

realizzare in Italia parchi fotovoltaici a terra».<br />

Chi difende il Registro sostiene che il<br />

Governo abbia voluto fermare l’eccessiva<br />

proliferazione <strong>dei</strong> grandi impianti, soprattutto<br />

al Sud (si veda tabella a fianco). Non<br />

è però d’accordo con questa impostazione<br />

il segretario generale di Assosolare, Francesca<br />

Marchini: «<strong>Il</strong> termine eccessivo è sempre<br />

relativo. Che la potenza installata del<br />

fotovoltaico abbia superato ampiamente<br />

le previsioni ufficiali è stato detto da tutti.<br />

Che il Salva Alcoa abbia fornito un’ulteriore<br />

spinta al settore è un dato di fatto<br />

anch’esso. Se però consideriamo che le<br />

potenzialità che l’Italia può esprimere per<br />

via del suo irraggiamento sono significative,<br />

la crescita nei termini che abbiamo visto<br />

Regimi di accesso all’incentivo<br />

GRANDI IMPIANTI<br />

Data di entrata in esercizio Incentivo Condizioni da rispettare<br />

Entro il 31/08/2011 Accedono all’incentivo vigente nel mese Devono comunicare al Gse l’entrata<br />

in cui avviene la data di entrata in esercizio<br />

dell’impianto<br />

in esercizio entro 15 giorni<br />

Tra il 1/09/2011 e il 31/12/2011 Accedono all’incentivo vigente nel semestre Devono ri<strong>sul</strong>tare inseriti nelle graduatorie<br />

in cui avviene la data di entrata in esercizio stilate in seguito all’iscrizione al Registro<br />

dell’impianto<br />

grandi impianti. Gli impianti devono essere<br />

completati entro sette mesi dalla<br />

pubblicazione delle graduatorie.<br />

Dal 1/01/2013 Accedono all’incentivo vigente nel mese Non esiste più l’obbligo di iscrizione<br />

in cui avviene la data di entrata in esercizio<br />

dell’impianto<br />

PICCOLI IMPIANTI<br />

al Registro<br />

Data di entrata in esercizio Incentivo Condizioni da rispettare<br />

Dalla data di entrata in vigore del decreto Accedono all’incentivo vigente nel mese (nel<br />

2011) o nel semestre (dal 2012) in cui avviene<br />

la data di entrata in esercizio dell’impianto<br />

Accedono agli incentivi senza condizioni<br />

non era poi così imprevedibile. In ogni caso<br />

noi valutiamo negativamente il Registro<br />

grandi impianti per come è stato organizzato:<br />

si tratta di uno strumento che non dà<br />

nessuna certezza <strong>sul</strong>la possibilità di ricevere<br />

la tariffa perché tutto dipende dall’inserimento<br />

nella graduatoria stabilita dal Gse.<br />

Non basta, infatti, né l’entrata in esercizio,<br />

né la certificazione di fine lavori, ma l’operatore<br />

deve anche accertarsi di essere inserito<br />

nella classifica. Dal momento che concorrono<br />

all’ammontare <strong>dei</strong> limiti di spesa<br />

complessivi anche gli impianti in esercizio<br />

entro il 31 agosto, è probabile che già entro<br />

il dicembre 2011 si brucerà il tetto di<br />

spesa previsto per il secondo semestre<br />

2012. Gli operatori che non riusciranno ad<br />

accedere alla graduatoria entro il 2012 correranno<br />

il rischio concreto di ricevere gli<br />

incentivi soltanto nel 2013. In poche parole,<br />

la dinamica di accesso al Registro è caratterizzata<br />

da un’incertezza assoluta. Le<br />

banche non possono fare previsioni, né<br />

sapere se gli impianti saranno sovvenzionati<br />

o meno e con quale tariffa». Sul Registro,<br />

così come su altri elementi critici del<br />

Conto energia che stanno frenando il settore,<br />

Assosolare sta da tempo chiedendo<br />

al Governo un deciso cambio di rotta.<br />

Gianluigi Torchiani<br />

Le regole del Gse non convincono l’industria del solare<br />

Secondo l’Ifi, il Comitato industrie fotovoltaiche italiane, «ci sono molte luci e una grande ombra<br />

nelle Linee guida - spiega Filippo Levati, presidente Ifi -. Siamo soddisfatti di come è stato definito<br />

il calcolo del premio per il prodotto made in Europe. Sono indicazioni chiare, che premiano<br />

la qualità della produzione continentale e di quella italiana, che rappresenta un’eccellenza nel<br />

mondo. Ciò che ci rende però molto perplessi sono i contenuti della norma transitoria, che attribuisce<br />

il premio anche a moduli in silicio cristallino extra Ue che contengano parti sostanziali di<br />

origine comunitaria. Questa definizione ri<strong>sul</strong>ta poco applicabile, mentre nella forma è piuttosto<br />

generica e a tratti confusa. Inoltre, gli strumenti di verifica degli apparecchi extra Ue sono scarsi.<br />

Dal nostro punto di vista il bonus deve essere un fattore di differenziazione della produzione<br />

europea, ma la seconda parte delle regole applicative rischia di vanificare questa possibilità».<br />

Fonte: Assosolare<br />

31


32<br />

<strong>24</strong><br />

storia di copertina<br />

L<br />

’ostilità del quarto Conto energia ai grandi impianti a terra va<br />

vista come un cambiamento di strategia salutare per l’intero settore<br />

del fotovoltaico, mentre il bonus previsto per i moduli made in<br />

Europe può rappresentare una buona opportunità per la filiera italiana.<br />

Su due delle questioni più delicate del nuovo sistema d’incentivazione<br />

Wojciech Swietochowski, neo presidente e amministratore<br />

delegato di Solon Italia (filiale del grande produttore tedesco), ha<br />

pochi dubbi.<br />

Qual è la vostra opinione sui bonus per i moduli made in<br />

Europe?<br />

La nostra opinione come produttore di moduli europeo può essere<br />

soltanto positiva. Abbiamo accolto con soddisfazione questa nuova<br />

normativa che favorisce le produzioni comunitarie. Bisogna ricordare<br />

che l’Italia è l’unico Paese al mondo ad aver introdotto un regolamento<br />

di questo tipo, la nostra stima verso il Governo italiano è<br />

dunque doppia, perché ha avuto il coraggio di scoraggiare la concorrenza<br />

sleale del mercato asiatico.<br />

9/2011<br />

Solon: bene il sostegno alla filiera nazionale<br />

<strong>Il</strong> bonus per i moduli comunitari è un ostacolo alla libera circolazione<br />

delle merci, mentre il Registro grandi impianti è destinato a<br />

favorire soltanto pochi player. <strong>Il</strong> quarto Conto energia proprio non<br />

piace a Pedro Pereira, managing director di Martifer Solar, che boccia<br />

senza riserve i due provvedimenti previsti dal nuovo sistema di<br />

incentivazione.<br />

Come valutate il bonus previsto per i moduli comunitari?<br />

Nonostante la pubblicazione delle regole applicative, rimaniamo<br />

pieni di dubbi e perplessità su diversi aspetti del testo. Per esempio,<br />

in questa fase transitoria, si devono possedere i certificati di origine<br />

europea, elemento che sinora nessun cliente ci aveva mai richiesto.<br />

Per quanto riguarda la concreta applicazione dell’incentivo, le regole<br />

stabiliscono che il costo sostenuto debba essere provato con le<br />

fatture <strong>dei</strong> componenti. Non è però chiaro a quali ricevute si faccia<br />

riferimento. Se il Gse voleva intendere le spese sostenute dall’installatore,<br />

si pone un problema di open book, perché di fatto si chiede<br />

Perché parla di concorrenza sleale?<br />

Se si ha l’opportunità di visitare i siti produttivi che ci sono in Cina ci<br />

si può rendere facilmente conto di come lavorano le persone, di qual<br />

è il rispetto dell’ambiente in queste fabbriche, che in teoria producono<br />

tecnologia “rinnovabile e pulita” ma che, in realtà, inquinano più<br />

di quanto si possa immaginare. Se aggiungiamo che tutta l’industria<br />

asiatica è foraggiata con crediti statali a costo zero, concessi per<br />

sgominare i competitor dai mercati globali, ritengo davvero che si<br />

possa parlare di concorrenza sleale.<br />

Le regole applicative rilasciate a metà luglio dal Gse per il<br />

funzionamento del bonus sono abbastanze chiare?<br />

Valutiamo molto positivamente l’emanazione di queste regole applicative<br />

da parte del Gestore, che d’altronde rispecchiano quanto avevamo<br />

auspicato nei mesi passati. D’ora in poi i moduli, per essere<br />

riconosciuti come di fabbricazione europea, dovranno rispettare una<br />

serie di condizioni molto chiare e ben definite dalle tabelle rilasciate<br />

dal Gse a proposito della provenienza <strong>dei</strong> vari componenti. Se queste<br />

caratteristiche saranno rispettate, penso proprio che non ci potrà<br />

Martifer: il protezionismo non aiuta il solare<br />

a un’azienda come la nostra una trasparenza totale sui propri conti.<br />

Se invece si tratta del costo sostenuto dall’investitore (chi vuole<br />

beneficiare del bonus - ndr) è difficile provarlo, perché siamo abituati<br />

a firmare con i nostri clienti un contratto unico per tutta la commessa,<br />

senza distinguere tra i singoli componenti come si chiede<br />

nelle Linee guida. Inoltre, in linea di principio, non siamo favorevoli<br />

alla discriminazione di alcuni mercati rispetto ad altri.<br />

Lei dunque non pensa che ci sia concorrenza sleale da parte<br />

<strong>dei</strong> Paesi asiatici?<br />

Io sono molto favorevole all’apertura <strong>dei</strong> mercati e alla globalizzazione.<br />

<strong>Il</strong> mondo non è più quello di un tempo: la concorrenza non è solo<br />

tra Paesi confinanti, ma in qualsiasi attività economica si compete<br />

con l’intero Pianeta, non soltanto con i player <strong>dei</strong> Paesi vicini. D’altronde<br />

tutte le grandi aziende industriali occidentali praticano<br />

l’outsourcing, basti pensare al settore automotive. I modelli di business<br />

sono ormai questi, credo dunque che non si debbano prendere


9/2011 storia di copertina <strong>24</strong><br />

essere nessuna speculazione <strong>sul</strong> bonus per i moduli made in Europe.<br />

Si tratta, dunque, di una normativa che non piacerà per nulla ai<br />

produttori asiatici, ma che premia giustamente la produzione italiana<br />

ed europea. Per quanto ci riguarda siamo ulteriormente soddisfatti,<br />

anche perché con queste regole ai nostri moduli potrà essere<br />

applicato facilmente il marchio made in Europe.<br />

Come considerate, invece, l’istituzione del Registro grandi<br />

impianti?<br />

Diciamo che è stato un modo molto elegante per introdurre un<br />

cambiamento strategico del mercato fotovoltaico nazionale. Ovvero<br />

chiudere finalmente con le grandi speculazioni per gli impianti<br />

a terra e cominciare a parlare del fotovoltaico sostenibile. I terreni<br />

agricoli devono essere occupati da coltivazioni, il fotovoltaico non<br />

deve essere un’alternativa all’agricoltura ma essere utilizzato in<br />

sinergia.<br />

Siamo dunque favorevoli a questo cambio di rotta e siamo convinti<br />

che il quarto Conto energia abbia finalmente indirizzato il mercato<br />

nella giusta direzione. Speriamo che le promesse del Governo<br />

siano mantenute sino al 2016 e non ci siano altri cambiamenti.<br />

Piuttosto ora è importante una giusta comunicazione verso il mondo<br />

bancario, che in questa fase ha chiuso i cordoni della borsa. Gli<br />

<strong>dei</strong> provvedimenti che cercano di contrastare la realtà delle cose.<br />

Qual è invece la vostra opinione a proposito del Registro<br />

grandi impianti?<br />

Anche in questo caso la mia opinione è molto chiara ed è decisamente<br />

negativa. <strong>Il</strong> Registro avrà un effetto di fermo del settore che<br />

si sta già avvertendo. <strong>Il</strong> 90% <strong>dei</strong> grandi impianti ha infatti bisogno<br />

di finanziamenti bancari e questo Registro ovviamente non rende<br />

bancabili i progetti in fase di costruzione. Le banche sono state con<br />

noi piuttosto chiare: d’ora in poi saranno disponibili a finanziare i<br />

progetti soltanto dall’ottenimento della tariffa in poi. In pratica,<br />

soltanto le grandi aziende che hanno la liquidità necessaria per<br />

poter investire senza ricorrere al credito - soprattutto le Utilities -<br />

potranno costruire parchi fotovoltaici a terra con questo sistema. La<br />

maggioranza degli operatori non avrà invece questa possibilità e<br />

dovrà ripiegare <strong>sul</strong> fotovoltaico residenziale. Tra l’altro trovo incoerente<br />

la distinzione tra grandi e piccoli impianti: un’installazione è<br />

considerata dal quarto Conto energia grande se ha 201 kW di potenza<br />

a terra. Se invece è sopra un edificio, è valutata come piccola<br />

sino a un MW. Un decreto legislativo non può cambiare la classifi-<br />

istituti di credito devono<br />

però capire che per i piccoli<br />

impianti occorre mantenere<br />

una via aperta per il finanziamento.<br />

<strong>Il</strong> décalage delle tariffe<br />

del quarto Conto energia<br />

si basa anche <strong>sul</strong>l’assunto<br />

di una forte riduzione<br />

del prezzo <strong>dei</strong> moduli. La<br />

ritiene possibile?<br />

Dal nostro punto di vista i<br />

costi di produzione e delle<br />

materie prime sono già fortemente<br />

diminuiti. Non vedo<br />

ulteriori riduzioni all’orizzonte nei prossimi 6-12 mesi, i margini sono<br />

calati lungo tutta la filiera. In futuro ci sarà ancora un abbassamento<br />

del costo <strong>dei</strong> pannelli, ma non alla velocità che si è vista negli ultimi<br />

due anni. Nel 2016 potrebbe essere raggiunta comunque la grid<br />

parity nel residenziale e nella piccola industria.<br />

gi.to.<br />

cazione a seconda della tipologia<br />

di installazione.<br />

Wojciech Swietochowski<br />

Pedro Pereira<br />

<strong>Il</strong> quarto Conto energia<br />

prevede una forte riduzione<br />

del prezzo <strong>dei</strong> moduli.<br />

La ritiene possibile?<br />

È molto difficile che ci sia un<br />

adeguamento <strong>dei</strong> prezzi per<br />

arrivare a <strong>dei</strong> livelli adeguati<br />

di profittabilità. Io sono<br />

d’accordo con una spinta<br />

all’abbassamento <strong>dei</strong> costi,<br />

ma non si può passare<br />

dall’80 all’8% da un giorno<br />

all’altro. In generale, la nostra<br />

opinione è molto negativa<br />

per tutto il provvedimento, abbiamo avviato un’iniziativa giudiziaria<br />

insieme ad altre sette aziende europee per la salvaguardia<br />

<strong>dei</strong> nostri diritti acquisiti.<br />

gi.to.<br />

33


9/2011 focus <strong>24</strong><br />

GENERAZIONE DISTRIBUITA<br />

Aumenta la convenienza del mini eolico<br />

Ma finora non è boom come nel fotovoltaico<br />

Anche nell’idroelettrico si prospetta un’evoluzione interessante per i piccoli impianti:<br />

quelli tra uno e dieci MW sono già cresciuti del 23% dal 2001 al 2009 nel nostro Paese<br />

Ci sono tecnologie che anche in versione<br />

“mini” possono garantire ottimi<br />

ri<strong>sul</strong>tati quanto a energia prodotta e remu-<br />

nerazione del capitale investito. È il caso,<br />

soprattutto, dell’eolico e dell’idroelettrico,<br />

ma anche per il fotovoltaico e le biomasse<br />

ci sono incentivi ad hoc per le installazioni<br />

di minori dimensioni. Perché l’obiettivo è<br />

sempre lo stesso: promuovere la generazione<br />

distribuita con le fonti rinnovabili,<br />

l’auto produzione di energia elettrica per<br />

la propria abitazione o azienda. Secondo<br />

Marco Comelli, partner della società di<br />

con<strong>sul</strong>enza Updating, il sistema italiano<br />

degli incentivi favorisce ancora il solare a<br />

scapito del mini eolico, in particolare perché<br />

quest’ultimo «non rientra nel Conto<br />

energia ma in una tariffa omnicomprensiva<br />

e poi perché l’Italia non è considerata<br />

una nazione con le caratteristiche migliori<br />

per l’eolico. Siamo troppo urbanizzati e il<br />

nostro vento non è costante. Ci sono, però,<br />

delle zone che potrebbero essere sfruttate<br />

come la costa e il primo entroterra fra<br />

la Liguria e il Lazio, o gli sbocchi di alcune<br />

valli alpine». La tariffa omnicomprensiva,<br />

prevista dal decreto ministeriale 12/2008,<br />

assegna 30 centesimi di euro per ogni<br />

kWh immesso in rete, nell’arco di quindici<br />

anni, agli impianti con una potenza massima<br />

di 200 kW. La differenza tra gli incentivi<br />

del mini eolico e del solare, però, è<br />

destinata ad assottigliarsi in fretta. Con le<br />

tariffe del quarto Conto energia, infatti,<br />

già dal prossimo dicembre tutti gli impianti<br />

solari (sia sugli edifici che a terra) di capacità<br />

inferiore a un MW, riceveranno meno<br />

di 30 centesimi di euro per kWh. Nonostante<br />

i limiti ricordati da Comelli, i costi<br />

delle mini turbine stanno diminuendo: ora<br />

servono da tre a cinquemila euro per ogni<br />

kW installato, considerando un impianto<br />

da cinque a venti kW (dati Enel Green Power).<br />

È molto difficile censire gli impianti in<br />

funzione, perché moltissimi - in particolare<br />

quelli di potenza inferiore a 20 kW - sono<br />

dedicati all’autoconsumo e quindi, non<br />

richiedendo incentivi, sono esclusi dalle<br />

rilevazioni. Stando alle statistiche più recenti<br />

(Gse 2009), sono 19 i sistemi mini<br />

eolici che sfruttano la tariffa onnicomprensiva,<br />

con una potenza totale pari a 866<br />

kW. Un altro centinaio d’installazioni era<br />

in progetto a quella stessa data, secondo<br />

le stime di Updating. Uno degli ostacoli<br />

allo sviluppo di questa fonte rinnovabile è<br />

che le imprese italiane del settore sono<br />

poche, di piccole dimensioni e importano<br />

prevalentemente tecnologia estera.<br />

Per quanto riguarda, invece, il mini idroelettrico,<br />

gli impianti con potenza massima<br />

fino a un MW ricevono una tariffa omnicomprensiva<br />

(22 centesimi di euro per<br />

ogni kWh), mentre quelli di taglia superio-<br />

La turbina Bmp 30k prodotta da Gaia Wind<br />

re rientrano nello schema <strong>dei</strong> Certificati<br />

verdi. L’Italia è al primo posto in Europa<br />

per energia prodotta con centrali idroelettriche<br />

con capacità inferiore ai dieci MW:<br />

poco più di 10mila GWh nel 2009 davanti<br />

alla Francia e alla Germania. Considerando<br />

gli impianti da meno di un MW, il nostro<br />

Paese figura in seconda posizione con circa<br />

2mila GWh generati nel 2009, dietro<br />

alla Germania con più di 3mila GWh. La<br />

potenza media delle 682 installazioni tra<br />

uno a dieci MW in Italia è pari a 3,2 MW<br />

per oltre 2mila MW complessivi, mentre la<br />

potenza media della categoria “mini”<br />

(1.270 centrali) è pari a circa 0,37 MW per<br />

465 MW totali, come si vede dai dati più<br />

recenti del Gse. Secondo elaborazioni<br />

Aper su dati Terna, dal 2001 al 2009 il numero<br />

degli impianti tra uno e dieci MW nel<br />

35


36<br />

<strong>24</strong><br />

nostro Paese è aumentato del 23,3%,<br />

contro un +17,6% per la classe di potenza<br />

inferiore a un MW; pressoché stabile, inve-<br />

ce (+1,4%), il numero delle centrali idroelettriche<br />

tradizionali da dieci o più MW. <strong>Il</strong><br />

Piano d’azione nazionale <strong>sul</strong>le rinnovabili<br />

prevede che, da qui al 2020, la produzione<br />

idroelettrica complessiva rimanga quasi<br />

invariata a circa 42mila GWh. Ciò non significa<br />

una stagnazione del settore, perché<br />

al rallentamento delle installazioni di<br />

maggiori dimensioni - dovuto, per esempio,<br />

al progressivo interramento degli invasi<br />

- corrisponderà una crescita di numero<br />

e produzione per gli impianti di taglia minore.<br />

<strong>Il</strong> Politecnico di Milano ritiene che il<br />

mini idroelettrico possa crescere di mille<br />

MW nei prossimi dieci anni, grazie per<br />

esempio agli interventi sugli acquedotti<br />

montani e sui piccoli salti d’acqua nelle<br />

zone irrigue in pianura. Un contributo allo<br />

sviluppo del mini idroelettrico potrebbe<br />

arrivare anche dal progetto europeo<br />

Ch2oice, che intende creare una certificazione<br />

volontaria per impianti esistenti o da<br />

realizzare, favorendo la corretta gestione<br />

ambientale <strong>dei</strong> bacini idrici.<br />

na.ta. / lu.re<br />

focus<br />

Le biomasse convengono con la filiera corta<br />

9/2011<br />

Le centrali a biogas si sono rivelate un buon investimento per molte imprese agricole in<br />

difficoltà, grazie alla remunerazione di 28 centesimi di euro per kWh, a patto di alimentare<br />

gli impianti con le colture autoprodotte. Un esempio è l’azienda Agrimora di Castelnuovo<br />

Scrivia, che ha dovuto fronteggiare la crisi nelle coltivazioni della barbabietola da<br />

zucchero. Con un investimento di cinque milioni di euro, ha realizzato un impianto da un<br />

MW grazie ai finanziamenti di banche di credito cooperativo. «Al contrario, gli impianti<br />

a biomasse solide sono destinati a coprire solo una nicchia del territorio italiano - avverte<br />

Andrea Ventura, consigliere nazionale della Fiper, la federazione che riunisce i produttori<br />

di energia rinnovabile -. Questi impianti sono ideali nelle comunità montane non<br />

raggiunte dal metano, dove gli scarti delle locali segherie diventano, opportunamente<br />

triturati, un combustibile, il cippato. In questo settore si favoriscono le installazioni di<br />

piccola taglia e la filiera corta. In provincia di Trento, per esempio, il trasporto non deve<br />

superare i 70 chilometri. Certo questo combustibile non è infinito e in Val di Fiemme<br />

abbiamo deciso di valorizzare anche gli scarti del <strong>taglio</strong> forestale. Ci piacerebbe utilizzare<br />

anche le potature del verde urbano che oggi, essendo classificate come rifiuti, sono<br />

invece fuori della nostra portata. L’importante è che gli impianti abbinino sempre la<br />

produzione di elettricità con il recupero del calore».<br />

Impianti idroelettrici autorizzati in Italia, al 1/1/2010<br />

Mini idroelettrico: il confronto con gli altri Paesi europei<br />

a - piccoli impianti (1-10 MW) b - mini impianti (< 1 MW)<br />

Germania Italia Francia Svezia Austria<br />

Potenza media <strong>dei</strong> piccoli impianti (a) e mini impianti (b) in Europa.<br />

Confronto fra Italia, Francia, Svezia, Germania e Austria. Dati in MW<br />

Italia Francia Svezia Austria Germania<br />

Fonte: Gse (2010)<br />

Fonte: Esha-Hydi database


il nostro segreto<br />

per un perfetto Green Building<br />

fotovoltaico<br />

geotermia<br />

minieolico<br />

300 kWp<br />

160 kWt<br />

21kWp<br />

stazioni di ricarica per i veicoli elettrici<br />

building automation / sistema di gestione e monitoraggio delle celle al litio<br />

recupero della acque piovane<br />

sistemi efficienti per l’illuminazione e il condizionamento<br />

un team di 160 persone<br />

Questa è la nostra formula vincente.<br />

costruiamo il futuro sostenibile<br />

Via I. Silone 10 | Zona industriale ZIPA | Jesi<br />

t. +39 0731 61.68.11 | f.+39 0731 61.68.91<br />

C.F. - P.I. 02286940420<br />

Capitale Sociale € 2.000.000,00 i.v.


38<br />

<strong>24</strong><br />

Secondo le stime dell’Agenzia internazionale<br />

dell’energia, il potenziale<br />

teorico di energia ricavabile dal mare<br />

varia dai 20mila ai 90mila TWh l’anno.<br />

Si tratta, certo, di un potenziale molto<br />

variabile, a seconda del mare e soprattutto<br />

della distanza dalla costa in cui<br />

viene installato l’impianto. Durante il<br />

workshop “Prospettive di sviluppo<br />

dell’energia dal mare per la produzione<br />

elettrica in Italia”, organizzato a Roma<br />

dall’Enea, si è cercato di fare il punto<br />

<strong>sul</strong>la percorribilità di questa strada nel<br />

nostro Paese, resa certamente più interessante<br />

anche alla luce dello stop al<br />

nucleare determinato dal referendum<br />

dello scorso giugno.<br />

In Italia sono state collocate 15 boe lungo<br />

gli 8.000 chilometri di coste per studiare<br />

il potenziale energetico del Mediterraneo.<br />

«Stiamo realizzando <strong>dei</strong> modelli<br />

e determineremo una mappatura<br />

delle potenzialità del nostro mare, come<br />

se avessimo collocato non 15 boe ma<br />

200 - ha spiegato Gianmaria Sannino,<br />

del dipartimento Enea Energy and modeling,<br />

climate modeling and impact<br />

Utmea-Clim -. La Sardegna occidentale<br />

ha un potenziale altissimo, così come lo<br />

stretto di Messina, anche se non è uniforme<br />

in tutto lo stretto». La potenza in<br />

Italia varia dai 10 kW per metro della<br />

tecnologie&soluzioni<br />

SPERIMENTAZIONI<br />

Sulle coste italiane vanno in scena<br />

le prove generali dell’energia dalle onde<br />

9/2011<br />

A Formia sarà realizzato il sistema a cassoni Rewec3, mentre a Messina è in funzione<br />

la turbina Kobold. Intanto l’Enea sta mappando le acque del Mediterraneo<br />

costa di Alghero ai 5 di Mazara del Vallo,<br />

fino ai 2-3 kW per metro del mar Ionio-Tirreno,<br />

ma, come sottolineato da<br />

Diego Vicinanza, della Seconda Università<br />

degli studi di Napoli, «ci sono <strong>dei</strong><br />

punti spot con buona concentrazione di<br />

energia, anche intorno ai 200 kW per<br />

metro. Va considerato che in Italia abbiamo<br />

il 50% di giorni di mare calmo, a<br />

differenza degli oceani».<br />

Dagli studi condotti da Paolo Boccotti,<br />

del dipartimento di Meccanica e mate-<br />

riali dell’Università Mediterranea di<br />

Reggio Calabria, si deduce tuttavia che<br />

è proprio il moto delle onde di mare<br />

lungo - e non le mareggiate - a produrre<br />

una maggiore quantità di energia.<br />

Boccotti, nel laboratorio naturale di ingegneria<br />

marittima Noel, ha eseguito<br />

una serie di esperimenti, l’ultimo <strong>dei</strong><br />

quali è una diga a cassoni Rewec3 (Reasonant<br />

wave energy converter), che è<br />

stata anche brevettata. Si tratta di una<br />

tecnologia che consente di ricavare<br />

Bisogna investire in tecnologia per abbassare i costi<br />

e passare dai prototipi alla realizzazione commerciale<br />

«L’energia marina è una fonte nuova di energia ed è da qui che potrebbe venire un impulso<br />

importante per raggiungere l’obiettivo europeo del 50% di energia da fonti rinnovabili<br />

entro il 2040» ha affermato Diego Vicinanza, del dipartimento di Ingegneria civile della<br />

Seconda Università degli studi di Napoli. «Le due sfide da affrontare sono gli investimenti<br />

in tecnologia e l’abbattimento <strong>dei</strong> costi. Questi due elementi spiegano perché <strong>dei</strong> 1.500<br />

brevetti europei in questo settore (22 finanziati dall’Ue) solo due hanno trovato una realizzazione<br />

commerciale, mentre gli altri sono ancora in fase sperimentale. Regno Unito,<br />

Portogallo, Norvegia, Stati Uniti, Giappone e Canada investono già dagli anni Settanta<br />

nella ricerca, in Italia si è iniziato da meno di vent’anni».<br />

La Germania, che non dispone di 8.000 km di coste come l’Italia ma solo di 2.000, investe<br />

milioni di euro per sviluppare questo tipo di tecnologie. Paesi come Cile, Australia e Sudafrica<br />

hanno un enorme potenziale energetico dalle onde. In Europa sono stati realizzati o<br />

avviati progetti commerciali in Portogallo, Scozia, Irlanda del Nord. La società Ponte di<br />

Archimede ha ottenuto un finanziamento dall’Unido (United nations industrial development<br />

organization) per realizzare un secondo impianto basato <strong>sul</strong>la turbina marina Kobold<br />

in Indonesia. L’impianto, di 150 kW di potenza nominale a 3 metri al secondo, sarà varato<br />

in autunno nell’isola di Lombok e darà energia elettrica a un piccolo villaggio che attualmente<br />

non dispone di rete elettrica. Un secondo impianto, finanziato nell’ambito del programma<br />

europeo Life+, è in fase di progettazione, in cooperazione con la società olandese<br />

Bluewater: la piattaforma sarà ormeggiata nelle isole Orcadi, a nord della Scozia.


9/2011<br />

energia elettrica dalla variazione di<br />

pressione all’interno di una camera di<br />

assorbimento, dove sono presenti una<br />

massa d’acqua e una turbina per trasformare<br />

l’energia ondosa in energia<br />

elettrica. La variazione si ottiene grazie<br />

all’interazione delle onde con la struttura<br />

e con l’acqua contenuta nel cassone.<br />

Nel 2005, per favorire lo sviluppo<br />

industriale del brevetto, si è costituita la<br />

società Wavenergy.it, spin off dell’Università<br />

Mediterranea.<br />

Una diga di questo genere richiede, in<br />

generale, un investimento di circa 40<br />

milioni di euro per chilometro. <strong>Il</strong> primo<br />

cassone Rewec3 dovrebbe essere realizzato<br />

al porto turistico di Formia “Marina<br />

di Cicerone” entro un paio di anni.<br />

«Dobbiamo pensare a questa soluzione<br />

come a una parte del cosiddetto Green<br />

port, a un modo per integrare la produzione<br />

energetica locale, con un piccolo<br />

costo aggiuntivo nella progettazione<br />

dell’area portuale - ha sottolineato Felice<br />

Arena, dell’Università Mediterranea<br />

-. L’opera portuale non viene stravolta<br />

perché il cassone si integra nei cassoni<br />

tradizionali. <strong>Il</strong> costo in Italia può lievitare<br />

un po’, nell’ordine del 5% per l’intervento<br />

dell’ingegneria civile e di 5-10mila<br />

euro per chilometro per spese di<br />

elettromeccanica». Anche a Genova si<br />

sta studiando il modo per integrare i<br />

cassoni Rewec3 nel porto (al progetto<br />

si è interessato anche Renzo Piano).<br />

Nello stretto di Messina, ancorata al largo<br />

della frazione Ganzirri, è già stata<br />

installata, invece, una turbina marina<br />

ad asse verticale chiamata Kobold e<br />

progettata per lo sfruttamento delle<br />

correnti. <strong>Il</strong> progetto, avviato nel 2001,<br />

si chiama Enermar ed è il frutto di una<br />

tecnologie&soluzioni <strong>24</strong><br />

Stima della potenza dell’energia marina lungo i nostri litorali<br />

lunga serie di studi condotti dalla società<br />

Ponte di Archimede in collaborazione<br />

con l’Università di Napoli Federico II<br />

(dipartimento di Progettazione aeronautica).<br />

L’impianto, collegato dal 2006<br />

alla rete elettrica nazionale, ha una potenza<br />

nominale di circa 80 kW conside-<br />

Fonte: Elaborazioni Rse, Ricerca <strong>sul</strong> sistema energetico<br />

rando una corrente di 3 metri per secondo.<br />

Allo stato attuale, tuttavia, il<br />

dato si riduce a circa 25 kW di potenza<br />

massima, poiché il punto in cui è installata<br />

la turbina non è raggiunto dalle<br />

correnti più forti.<br />

Agnese Ananasso<br />

39


40<br />

<strong>24</strong><br />

Con la nuova tecnologia Elps,<br />

Canadian Solar ha aumentato<br />

l’efficienza delle proprie celle solari.<br />

L’annuncio del nuovo ri<strong>sul</strong>tato è stato<br />

dato nel corso della manifestazione<br />

Intersolar Europe 2011 di Monaco,<br />

durante la quale l’azienda ha<br />

esposto i moduli Csp6 e le celle solari<br />

Elps dotati dell’innovativa soluzione.<br />

«Siamo passati da una percentuale di<br />

efficienza del 17,6% al 19,5% per le<br />

celle monocristalline e al 18% per le<br />

policristalline - ha affermato Shawn<br />

Qu, Ceo di Canadian Solar -. Ma non<br />

finisce qui: entro due anni puntiamo<br />

a raggiungere quota 20%, sempre<br />

più concentrati <strong>sul</strong>la tecnologia a silicio,<br />

con l’obiettivo di allungare la vita<br />

delle celle e renderle più affidabili».<br />

L’azienda prevede di consegnare i<br />

moduli Elps a partire dagli ultimi mesi<br />

di quest’anno; la loro lavorazione,<br />

infatti, è stata integrata semplicemente<br />

nelle linee di prodotto già esistenti,<br />

riducendo i costi di produzione<br />

per Watt: «Abbiamo calcolato che<br />

aumentare l’efficienza <strong>dei</strong> moduli<br />

dell’1% (per esempio passando dal<br />

17% al 18%) significa risparmiare<br />

circa il 10% <strong>dei</strong> costi di produzione»<br />

ha spiegato Shawn Qu.<br />

tecnologie&soluzioni<br />

MODULI<br />

La tecnologia fotovoltaica in evoluzione<br />

Più energia e minori costi di produzione<br />

Annunciati in occasione della fiera Intersolar 2011 i ri<strong>sul</strong>tati raggiunti<br />

da Canadian Solar e SunPower nella realizzazione di celle solari più efficienti<br />

L’impianto di Rovigo si estende per 850mila metri quadri con una potenza installata di 70 MW<br />

Canadian opera con otto impianti di<br />

produzione in Canada e Cina. L’ultima<br />

fabbrica da 200 MW è in via di<br />

realizzazione nella città di Guelph<br />

nell’Ontario. L’azienda ha installato<br />

nel 2010 oltre 803 MW di potenza<br />

totale: questa cifra dimostra una crescita<br />

del 159% rispetto alle installazioni<br />

del 2009.<br />

L’Italia è uno <strong>dei</strong> Paesi su cui Canadian<br />

<strong>punta</strong> molto: «I nostri maggiori<br />

mercati sono rappresentati dall’Italia<br />

e dalla Germania, molto simili tra loro<br />

- ha sottolineato Shawn Qu -: l’Italia<br />

ha una forte influenza <strong>sul</strong>lo sviluppo<br />

del solare. Nonostante lo stop&go<br />

del Conto energia, anche quest’anno<br />

9/2011<br />

il Paese è rientrato nei nostri primi<br />

cinque mercati mondiali (insieme a<br />

Germania, appunto, Giappone, Usa e<br />

Canada). Abbiamo l’obiettivo di diventare<br />

un player locale molto importante,<br />

con una forte presenza soprattutto<br />

nel customer care».<br />

L’azienda non dimentica, però, la<br />

grande domanda in crescita da parte<br />

del mercato cinese: il Ceo, infatti, ne<br />

ha descritto la redditività, sottolineando<br />

come sia per Canadian uno <strong>dei</strong><br />

pilastri fondamentali dello sviluppo<br />

futuro, poiché questo Paese necessita<br />

davvero di una grande quantità di<br />

energia. E se anche l’Africa può essere<br />

considerata un mercato emergen-


9/2011<br />

te interessante, soprattutto per l’alto<br />

livello di insolazione, non arriverà<br />

mai a una richiesta (in termini di fabbisogno<br />

energetico) equiparabile alla<br />

Cina.<br />

Tetto o terra?<br />

Per Canadian ci sono target diversi a<br />

seconda <strong>dei</strong> Paesi in cui si decide di<br />

lavorare: in Italia le coperture su tetto<br />

sono preferibili, per sfruttare superfici<br />

altrimenti inutilizzate senza danneggiare<br />

il territorio. Negli Stati Uniti<br />

e in Canada, invece, dove la disponibilità<br />

di grandi spazi è considerevole,<br />

l’azienda predilige installazioni anche<br />

tecnologie&soluzioni <strong>24</strong><br />

Guinness World Record per SunPower<br />

estese a terra. Uno degli ultimi lavori<br />

ai quali Canadian ha contribuito è il<br />

grande impianto fotovoltaico realizzato<br />

da SunEdison in provincia di Rovigo,<br />

precisamente a San Bellino: come<br />

partner dell’iniziativa, l’azienda<br />

ha fornito parte <strong>dei</strong> moduli che coprono,<br />

in totale, una superficie di<br />

850mila metri quadri. L’impianto,<br />

completato recentemente dopo nove<br />

mesi di lavoro, ha una potenza installata<br />

di 70 MW e produrrà energia per<br />

il fabbisogno di circa 16.500 famiglie,<br />

con un risparmio annuale di<br />

40mila tonnellate di CO . 2<br />

Chiara Scalco<br />

SunPower si è aggiudicata il Guinness World Record per il pannello solare<br />

più efficiente <strong>sul</strong> mercato commerciale. La cerimonia di premiazione<br />

ha avuto luogo durante Intersolar 2011 e ha certificato l’efficienza del<br />

22,4% della cella solare e del 20,07% del modulo battezzato E20. <strong>Il</strong><br />

prototipo è stato sviluppato grazie ai fondi stanziati dal dipartimento<br />

dell’Energia Usa (Doe) nell’ambito del programma Solar America Initiative<br />

e il National renewable energy lab del Doe ne ha confermato il rendimento<br />

nominale. I nuovi pannelli solari E20, disponibili nelle versioni<br />

da 333 e 327 Watt, sono composti da 96 celle fotovoltaiche brevettate<br />

Maxeon: «È la prima volta che si supera la barriera del 20% di efficienza<br />

- ha affermato Tommaso Calosso, product marketing manager Europe<br />

di SunPower -. Ma i vantaggi non si fermano all’efficienza: dobbiamo<br />

considerare anche la tolleranza positiva nominale in grado di garantire<br />

che ogni pannello abbia una potenza generata uguale o superiore alla<br />

cifra nominale.<br />

Inoltre è molto<br />

importante anche<br />

la possibilità<br />

di connettere<br />

qualsiasi tipo di<br />

inverter, anche<br />

quelli senza trasformatore,leggeri<br />

e di semplice<br />

installazione».<br />

In breve<br />

.com<br />

Al via la fabbrica di pannelli di Catania<br />

È stata inaugurata a luglio a Catania la più<br />

grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici,<br />

che sarà gestita dalla joint venture paritetica<br />

tra Enel Green Power, Sharp e STMicroelectronics.<br />

L’investimento complessivo è di circa<br />

400 milioni di euro, assicurati dal Cipe e da tre<br />

istituti di credito (Banca Imi, Centrobanca e<br />

Unicredit). La capacità produttiva iniziale dello<br />

stabilimento sarà pari a 160 MW l’anno, per<br />

poi raggiungere i 480 MW. Secondo l’amministratore<br />

delegato di Enel, Fulvio Conti, la<br />

nuova maxi fabbrica «permetterà di ridurre le<br />

importazioni di pannelli dall’estero, contribuendo<br />

a creare una filiera verticalmente integrata<br />

lungo tutta la catena del valore che potrà<br />

essere competitiva <strong>sul</strong> mercato nazionale e<br />

internazionale».<br />

<strong>Il</strong> Marocco sosterrà Desertec<br />

Sarà il Marocco il primo banco di prova per<br />

l’attività di Desertec, il consorzio composto da<br />

oltre 55 aziende che scommettono <strong>sul</strong>la possibilità<br />

di sfruttare le potenzialità offerte dall’irraggiamento<br />

solare africano. La Desertec industrial<br />

initiative (Dii) ha infatti sottoscritto un<br />

memorandum d’intesa con la Moroccan agency<br />

for solar energy (Masen), che rappresenta il<br />

primo passo concreto per verificare la fattibilità<br />

dell’esportazione dell’energia africana in<br />

Europa. L’accordo costituisce inoltre un test<br />

chiave per il futuro di Desertec, che finora ha<br />

ottenuto il sostegno del mondo industriale,<br />

ma era invece ancora in attesa di ricevere un<br />

segnale da parte <strong>dei</strong> governi africani.<br />

Alstom investe nell’energia marina<br />

L’energia marina sta attirando una crescente<br />

attenzione da parte del mondo industriale.<br />

Recentemente il colosso francese Alstom ha<br />

acquisito il 40% dell’azienda scozzese Aws<br />

Ocean Energy, entrando così a pieno titolo<br />

nella produzione di energia elettrica dalle onde<br />

e dalle maree. Alstom sta già sviluppando<br />

un prototipo di turbina da un MW (denominato<br />

Beluga 9) per sfruttare i movimenti delle<br />

maree, mentre la società scozzese si è concentrata<br />

su un dispositivo galleggiante (Aws-III)<br />

da 2,5 MW, in grado di convertire in energia il<br />

moto delle onde grazie a diverse turbine ad<br />

aria collegate a generatori.<br />

41


COGENERAZIONE,<br />

UNA SCELTA CONSAPEVOLE<br />

una divisione di<br />

VANTAGGI ENERGETICI, ECONOMICI E AMBIENTALI<br />

Autonomia, sicurezza, affidabilità<br />

Cogenerazione<br />

Trigenerazione<br />

Gruppi Elettrogeni<br />

www.intergen.it intergen@intergen.it<br />

ampadv.it


ambiente sostenibile<br />

NORMATIVE<br />

L’Ue in ritardo <strong>sul</strong> risparmio energetico<br />

Così la Commissione corre ai ripari<br />

La proposta di direttiva <strong>sul</strong>l’efficienza <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> si concentra su due punti:<br />

riqualificazione degli edifici pubblici e tagli annuali pari all’1,5% <strong>dei</strong> volumi di elettricità<br />

e gas per tutti i distributori. Mancano però obiettivi vincolanti per i singoli Stati<br />

ancora presto per capire se la<br />

È montagna ha partorito un topolino:<br />

certo è che <strong>sul</strong>la proposta di direttiva<br />

per l’efficienza energetica,<br />

l’Europa si gioca una buona fetta della<br />

sua politica ambientale verso il<br />

2020. Basterà per rivitalizzare il settore<br />

più sottovalutato del noto pac-<br />

chetto 20-20-20? Per quanto concerne<br />

i primi due pilastri, gli Stati membri<br />

stanno procedendo nella giusta<br />

direzione. Tra meno di dieci anni, con<br />

ogni probabilità, avremo ridotto del<br />

20% le emissioni di CO e aumentato<br />

2<br />

del 20% la produzione di energia con<br />

le fonti rinnovabili, rispetto ai livelli<br />

del 1990; il risparmio energetico, invece,<br />

è un tallone d’Achille. È il terzo<br />

pilastro finora accantonato da Bruxelles,<br />

che rischia di far crollare l’intero<br />

edificio. <strong>Il</strong> Vecchio Continente dovrebbe<br />

tagliare del 20% i <strong>consumi</strong> di<br />

energia primaria rispetto alla tendenza<br />

calcolata per il 2020 in uno scena-<br />

43


44<br />

<strong>24</strong><br />

rio “business as usual”, come ha<br />

spiegato Samuele Furfari, della direzione<br />

generale Energia della Commissione<br />

europea. Significa risparmiare<br />

368 milioni di tonnellate equivalenti<br />

di petrolio (Mtep).<br />

Tuttavia, secondo le proiezioni più<br />

recenti, potremmo raggiungere soltanto<br />

metà dell’obiettivo. Per colmare<br />

il fossato che ci separa dal 2020, la<br />

Commissione ha elaborato delle iniziative<br />

in tutti i settori - Pubblica amministrazione,<br />

servizi, produzione di<br />

energia, famiglie e industrie - in buona<br />

parte riprese dal piano per l’efficienza<br />

energetica dello scorso marzo.<br />

Stando ai calcoli, la proposta di direttiva<br />

comporterà numerosi vantaggi.<br />

Si è ipotizzato di far risparmiare fino<br />

a mille euro l’anno a ogni nucleo familiare,<br />

di rafforzare la competitività<br />

dell’industria europea creando circa<br />

due milioni di posti di lavoro aggiun-<br />

-20<br />

I TRE OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE NEL 2020<br />

Ridurre del 20%<br />

i livelli<br />

di gas serra<br />

Tendenza<br />

attuale<br />

per il 2020<br />

storia di copertina<br />

Portare al 20%<br />

la quota delle fonti<br />

rinnovabili<br />

20<br />

tivi, di ridurre le emissioni inquinanti<br />

e la dipendenza energetica dai Paesi<br />

extra Ue.<br />

Certificati bianchi<br />

in Europa<br />

I punti principali del nuovo provvedimento<br />

sono due, ha illustrato Furfari.<br />

<strong>Il</strong> primo riguarda il settore pubblico, le<br />

cui attività incidono per il 19% <strong>sul</strong> Pil<br />

europeo e i cui edifici costituiscono il<br />

12% dell’intero parco edilizio del Vecchio<br />

Continente. Secondo la proposta<br />

di direttiva, gli enti pubblici dovranno<br />

rinnovare ogni anno almeno il 3% della<br />

superficie totale <strong>dei</strong> loro uffici<br />

(esclusi quelli inferiori ai 250 metri<br />

quadrati), rispettando gli standard minimi<br />

di efficienza energetica e non più<br />

le migliori tecnologie disponibili come<br />

inizialmente si era pensato.<br />

C’è anche un capitolo <strong>sul</strong> “Green public<br />

procurement”, gli acquisti verdi<br />

-10<br />

Tendenza<br />

attuale<br />

per il 2020<br />

Ridurre del 20%<br />

i <strong>consumi</strong><br />

di energia<br />

Tendenza<br />

attuale<br />

per il 2020<br />

Fonte: Commissione europea<br />

9/2011<br />

della Pubblica amministrazione: si dovranno<br />

scegliere prodotti e servizi capaci<br />

di abbassare i <strong>consumi</strong>. <strong>Il</strong> secondo<br />

punto è l’obbligo per gli Stati membri<br />

di stabilire degli schemi per l’efficienza<br />

energetica, prevedendo che tutti i distributori<br />

di elettricità e gas <strong>sul</strong> territorio<br />

nazionale ottengano risparmi annuali<br />

pari all’1,5% del volume di energia<br />

venduto l’anno precedente. Per<br />

arrivarci, dovranno promuovere interventi<br />

di efficienza presso i clienti finali,<br />

come l’isolamento termico <strong>dei</strong> tetti e<br />

l’installazione di doppi vetri. L’obiettivo<br />

- ha chiarito Furfari - è diffondere a<br />

livello europeo il sistema italiano <strong>dei</strong><br />

Certificati bianchi.<br />

Questi certificati, lo ricordiamo, attestano<br />

i risparmi ottenuti dai distributori;<br />

sono gestiti dal Gme (Gestore del<br />

mercato elettrico) all’interno di uno<br />

specifico mercato. Le società elettriche<br />

e del gas devono consegnare ogni anno<br />

all’Autorità per l’energia un numero<br />

di titoli di efficienza energetica che<br />

sia equivalente all’obiettivo obbligatorio,<br />

eventualmente acquistando i certificati<br />

mancanti <strong>sul</strong> mercato.<br />

Con un’aggiunta dell’ultimo minuto al<br />

testo europeo, però, si consente agli<br />

Stati di raggiungere lo stesso traguardo<br />

(1,5% di risparmi annuali) con altre<br />

misure non meglio specificate, da comunicare<br />

alla Commissione entro il<br />

primo gennaio 2013. Rimangono delle<br />

incertezze: l’efficienza riuscirà a<br />

compensare un eventuale aumento<br />

<strong>dei</strong> <strong>consumi</strong>? L’1,5% è una soglia<br />

troppo risicata per conseguire <strong>dei</strong> ri<strong>sul</strong>tati<br />

apprezzabili? Ci sono, infine,<br />

provvedimenti per famiglie e imprese:<br />

in particolare, le bollette dovranno es-


9/2011<br />

sere più frequenti e calcolate sui <strong>consumi</strong><br />

reali e si dovranno installare i<br />

contatori elettronici individuali. Le<br />

aziende di maggiori dimensioni dovranno<br />

eseguire audit energetici per<br />

individuare gli sprechi e ridurre di conseguenza<br />

i <strong>consumi</strong>; si cercherà di sviluppare<br />

la cogenerazione e il teleriscaldamento<br />

con piani nazionali decennali.<br />

Le contraddizioni<br />

della proposta<br />

Ci sono altre contraddizioni. <strong>Il</strong> risparmio<br />

energetico è l’unico obiettivo non<br />

vincolante. Ciò ha permesso un certo<br />

lassismo, anche perché il concetto di<br />

“risparmio” evoca timori. Molte industrie,<br />

per esempio, si domandano come<br />

sia possibile coniugare la crescita<br />

produttiva con una diminuzione<br />

dell’energia impiegata.<br />

Non bisogna confondere i termini. Risparmiare<br />

energia è come spegnere<br />

una lampadina e rimanere al buio; efficienza<br />

significa tenere accesa quella<br />

lampadina consumando meno elettricità,<br />

per esempio sostituendola con<br />

una a basso consumo. In altri termini:<br />

produrre la stessa quantità di beni e<br />

servizi ma senza sprechi. Spesso è più<br />

facile a dirsi che a farsi. Per tagliare i<br />

storia di copertina <strong>24</strong><br />

IL GAP DA COLMARE NEL RISPARMIO ENERGETICO<br />

Proiezioni del 2007<br />

Proiezioni del 2009<br />

Obiettivo di risparmio energetico del 20%<br />

<strong>consumi</strong> energetici senza impoverirsi,<br />

occorre definire <strong>dei</strong> piani di efficienza<br />

e investire in nuove tecnologie, che<br />

siano le lampadine o l’isolamento termico<br />

degli edifici o motori a elevato<br />

rendimento. Le misure proposte seguono<br />

questa logica - risparmio attraverso<br />

l’efficienza - e sono vincolanti,<br />

tuttavia senza fissare degli obiettivi obbligatori<br />

per i vari Stati al 2020.<br />

La Commissione deciderà nel 2014,<br />

dopo aver valutato i progressi nazionali:<br />

se i ri<strong>sul</strong>tati saranno troppo scarsi,<br />

Bruxelles potrà diventare più severa.<br />

L’EDILIZIA VISTA DAL WEB<br />

IL PORTALE CHE MOLTIPLICA LE OPPORTUNITÀ PER AZIENDE E PROFESSIONISTI.<br />

+ INFORMAZIONE<br />

+ STRUMENTI<br />

+ AZIENDE<br />

+ PRODOTTI<br />

+ COMMUNITY<br />

+ FORMAZIONE<br />

Consumi di energia primaria (Mtep)<br />

www.edilio.it<br />

1.842 Mtep<br />

1.678 Mtep<br />

1.474 Mtep<br />

Business<br />

as usual<br />

Stato<br />

attuale<br />

Obiettivo<br />

del -20%<br />

Fonte: Commissione europea<br />

Intanto, dalle discussioni nel Consiglio<br />

e nel Parlamento europeo potranno<br />

uscire modifiche anche profonde al<br />

testo proposto.<br />

L’approvazione definitiva dovrebbe<br />

arrivare nel 2012; considerando un<br />

anno per il recepimento negli ordinamenti<br />

nazionali, si passerà al 2013. <strong>Il</strong><br />

rischio è che nel 2014 la situazione<br />

sarà cambiata di poco. Così la nuova<br />

Commissione che sostituirà l’attuale<br />

Barroso II si ritroverà con la patata<br />

bollente.<br />

Luca Re<br />

PH: DANIELEDOMENICALI.COM<br />

45


46<br />

FINANZIAMENTI<br />

<strong>24</strong><br />

storia di copertina<br />

Nasce il Fondo europeo per l’efficienza<br />

Grazie al contributo di Commissione europea, Banca<br />

europea per gli investimenti (Bei), Deutsche Bank e<br />

Cassa Depositi e Prestiti, è stato istituito il Fondo di investimento<br />

per l’efficienza energetica. <strong>Il</strong> capitale iniziale è di 265<br />

milioni di euro (elargiti secondo questa suddivisione: 125<br />

milioni di euro dalla Commissione europea, 75 milioni dalla<br />

Bei, 60 milioni dalla Cassa Depositi e Prestiti e 5 milioni<br />

da Deutsche Bank) ed esteso a livello geografico ai 27 Paesi<br />

membri dell’Ue. «Si tratta di un veicolo di investimento<br />

con registrazione a Lussemburgo - ha spiegato Silvia Kreibiel,<br />

vice presidente lead analyst di Deutsche Bank -. È previsto<br />

che ci siano ulteriori investimenti da parte del settore<br />

privato. Sono già in corso incontri per favorire ciò e riteniamo<br />

si possa raggiungere un ammontare totale pari a 700-<br />

800 milioni di euro». La strategia del fondo è stata impostata<br />

per finanziare soprattutto interventi di efficienza<br />

energetica, che occuperanno circa il 70% del totale; il 20%<br />

sarà dedicato all’utilizzo delle energie rinnovabili e il 10%<br />

al trasporto pulito.<br />

Potranno fare richiesta di finanziamento enti pubblici o imprese<br />

private che agiscono per conto di istituzioni pubbliche.<br />

«Vogliamo incentivare anche lavori portati avanti da organismi<br />

come le Esco - ha aggiunto Silvia Kreibiel -. I principali<br />

criteri di selezione sono sicuramente il risparmio energetico<br />

ottenibile e la riduzione delle emissioni. Altri indicatori<br />

saranno il livello di innovazione tecnologica del progetto, la<br />

fattibilità economica e il rispetto di indicazioni legislative».<br />

<strong>Il</strong> meccanismo prevede investimenti diretti, ma anche attraverso<br />

l’intervento di istituti di credito intermediari. La durata<br />

massima del finanziamento è stata fissata per un periodo<br />

di 15 anni, ma a seconda del progetto si potrà arrivare a<br />

coprire fino a 20 anni.<br />

<strong>Il</strong> soggetto che fa richiesta di finanziamento deve presentare<br />

una proposta di progetto al Fondo. <strong>Il</strong> feedback viene<br />

dato entro due settimane, cercando di snellire il processo.<br />

Dopo questo screening iniziale si procede a creare la due<br />

diligence e si presenta alla Commissione la decisione di pro-<br />

9/2011<br />

cedere all’investimento. Un volta presa la decisione definitiva<br />

si approva il progetto e l’intero processo può completarsi<br />

nel giro di sei mesi.<br />

<strong>Il</strong> secondo Piano d’azione italiano<br />

<strong>Il</strong> fondo europeo è uno strumento utile per supportare le<br />

azioni del nostro Governo: secondo la Direttiva europea<br />

2006/32/Ce, infatti, gli Stati membri devono redigere un piano<br />

d’azione per l’efficienza energetica che miri a conseguire<br />

un obiettivo nazionale di risparmio energetico. Nel 2007 l’Italia<br />

ha previsto il primo Piano d’azione (Paee 2007), grazie al<br />

quale sono stati conseguiti risparmi per 47.711 GWh/anno<br />

al 2010. Attualmente è stata stilata la bozza per il secondo<br />

Piano d’azione, per il quale è stata aperta anche una con<strong>sul</strong>tazione<br />

pubblica per raccogliere commenti e osservazioni<br />

prima dell’elaborazione del programma definitivo. Questo<br />

sarà approvato dal ministro dello Sviluppo economico, di<br />

concerto con il ministro dell’Ambiente e d’intesa con la Conferenza<br />

Stato-Regioni-Province autonome. <strong>Il</strong> secondo Piano<br />

d’azione aggiorna le misure di efficienza energetica da adottare,<br />

mantenendo al 9,6% l’obiettivo generale al 2016.<br />

Gli ambiti <strong>dei</strong> progetti finanziabili:<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

I beneficiari:


9/2011<br />

storia di copertina <strong>24</strong><br />

IMMOBILI<br />

Certificazione energetica degli edifici<br />

C’è poco tempo per recepire la direttiva Ue<br />

Le norme comunitarie dovranno essere accolte entro il 2012.<br />

Ma il nostro Paese deve ancora finire di attuare le indicazioni del 2002<br />

La certificazione energetica degli edifici<br />

non è solo un adempimento di legge,<br />

ma un atto essenziale nella fase di compravendita<br />

degli immobili.<br />

La direttiva europea <strong>sul</strong>l’argomento, la<br />

2010/31/Ue pubblicata a giugno 2010,<br />

stabilisce precise norme in proposito.<br />

I Paesi europei hanno tempo fino al 2012<br />

per recepire le norme e l’applicazione è<br />

prevista tra gennaio e luglio 2013.<br />

Secondo quanto è emerso durante il 1°<br />

forum nazionale <strong>sul</strong>la certificazione energetica<br />

degli edifici, svoltosi a Milano, l’impatto<br />

stimato della direttiva dovrebbe<br />

portare a risparmi del 5-6% <strong>sul</strong> consumo<br />

energetico entro il 2020 e a una diminuzione<br />

del 5% delle emissioni di CO . Le 2<br />

nuove norme, in pratica, rendono più efficaci<br />

i principi fondamentali della precedente<br />

direttiva 2002/91. Si prevede l’adozione<br />

di una metodologia di calcolo, la<br />

fissazione di requisiti minimi di prestazione<br />

e una forte spinta per arrivare alla costruzione<br />

di edifici a consumo “quasi zero”.<br />

Inoltre è obbligatorio comunicare l’indicatore<br />

delle prestazioni energetiche, contenuto<br />

nel certificato di efficienza energetica,<br />

in tutti gli annunci di vendita e affitto<br />

non appena l’immobile è immesso <strong>sul</strong><br />

mercato. Gli Stati membri, infine, sono<br />

tenuti a introdurre controlli a campione su<br />

un certo numero di certificati e a produrre<br />

rapporti di ispezione. «La priorità numero<br />

uno della strategia europea “Energia<br />

2020” è l’efficienza energetica - afferma<br />

Robert Nujl, rappresentante della Commissione<br />

europea (Policy offer - direttorato<br />

generale per l’energia) -. Gli edifici e i trasporti<br />

sono considerati i settori chiave per<br />

il futuro. Dal 1° gennaio 2012 tutti gli Stati<br />

membri dovranno includere standard di<br />

efficienza energetica nelle specificazioni<br />

tecniche per le gare d’appalto finalizzate<br />

alla costruzione di edifici e alla fornitura di<br />

servizi. Inoltre, secondo un documento<br />

adottato l’8 marzo 2011, è stata definita<br />

una roadmap per un’economia a basse<br />

emissioni di CO e saranno necessari inve-<br />

2<br />

stimenti ulteriori per 270 miliardi di euro<br />

all’anno fino al 2050». Buoni i propositi<br />

dell’Unione europea: ma l’Italia come si<br />

colloca all’interno di questo grande tema<br />

dell’efficienza energetica degli edifici? Secondo<br />

Pietro Torretta, vice presidente Ance,<br />

«non abbiamo ancora finito di attuare<br />

la direttiva precedente, quella del 2002.<br />

Manca attualmente il decreto attuativo<br />

relativo ai certificatori energetici».<br />

Italia a macchia di leopardo<br />

Per cercare di fare il punto <strong>sul</strong> nostro mercato,<br />

il Cti (Comitato termotecnico italiano),<br />

in collaborazione con il Politecnico di<br />

Milano, ha condotto un’indagine su Re-<br />

gioni e Province autonome per raccogliere<br />

tutte le leggi e le norme emanate fino a<br />

maggio 2011. La situazione italiana è praticamente<br />

spaccata in due: il punto di divisione<br />

è l’entrata in vigore delle Linee<br />

guida nazionali. Dunque c’è una situazione<br />

“prima” e una “dopo”, ma non tutte<br />

le Regioni hanno un regolamento regionale<br />

di attuazione. E c’è un grande buco,<br />

rappresentato da Veneto, Lazio, Marche,<br />

Abruzzo, Molise, Umbria, Sardegna,<br />

Campania, Calabria e Basilicata.«Le Regioni<br />

che hanno recepito le linee guida<br />

nazionali fanno riferimento al modello di<br />

certificazione proposto in modo univoco<br />

- ricorda Giuliano Dall’O’, presidente del<br />

Sottocomitato 1 “Trasmissione del calore<br />

e fluidodinamica” del Cti e professore del<br />

Politecnico di Milano -; le altre utilizzano<br />

attestati diversi, che rendono difficile confrontare<br />

gli standard: la classe A di una<br />

Regione può essere differente dalla classe<br />

A di un’altra Regione». Nello specifico,<br />

sono 14 le Regioni che utilizzano il modello<br />

di Ace (attestato di certificazione energetica)<br />

proposto dalle Linee guida nazionali,<br />

mentre le altre producono un documento<br />

personalizzato. Solo quattro Regioni,<br />

inoltre, hanno istituito il Catasto<br />

energetico, pensato per raccogliere tutte<br />

le informazioni e consentire di decidere le<br />

linee d’azione. Un’altra problematica ri-<br />

47


48<br />

<strong>24</strong><br />

guarda l’autocertificazione: in molte Regioni<br />

italiane, al posto della certificazione<br />

ufficiale è ancora utilizzata questa alternativa,<br />

che prevede un’autodichiarazione<br />

dello stato energetico dell’immobile da<br />

parte del proprietario nel momento della<br />

vendita. <strong>Il</strong> certificato energetico previsto<br />

dalla legge si basa, invece, su un sistema<br />

di classificazione degli edifici in base alle<br />

loro prestazioni energetiche: a tal fine<br />

nell’attestato deve essere riportato l’indice<br />

di prestazione energetica globale (EP ) gl<br />

basato su climatizzazione invernale (EP), i<br />

produzione di acqua calda sanitaria (EP ), acs<br />

climatizzazione estiva (EP ) e illuminazione<br />

e<br />

storia di copertina<br />

artificiale (EP ). La somma di questi quat-<br />

ill<br />

tro parametri ne definisce le prestazioni<br />

globali. Attualmente la certificazione<br />

energetica viene, però, limitata alla valutazione<br />

dell’indice di prestazione per climatizzazione<br />

invernale e acqua calda sanitaria.<br />

Solo Lombardia, Valle d’Aosta e provincia<br />

autonoma di Bolzano hanno deciso<br />

di includere nel certificato anche gli altri<br />

due parametri (vedi tabella sottostante).<br />

Sulla questione <strong>dei</strong> tecnici certificatori,<br />

infine, il quadro italiano è molto variegato,<br />

poiché sono previsti titoli di studio<br />

differenti, oltre a quelli universalmente<br />

riconosciuti. Alcune Regioni, infatti, han-<br />

Indici di prestazione energetica utilizzati dalle Regioni italiane<br />

EPgl = EPi + EPacs + EPe + EPill<br />

EPi è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale;<br />

EPacs è l’indice di prestazione energetica per la produzione dell’acqua calda sanitaria;<br />

Epe è l’indice di prestazione energetica per la climatizzazione estiva;<br />

EPill è l’indice di prestazione energetica per l’illuminazione artificiale.<br />

9/2011<br />

no deciso di allargare l’accesso alla professione<br />

anche a figure non specializzate.<br />

I requisiti per diventare certificatore non<br />

sono universalmente gestiti, ma sono<br />

previsti diversi corsi, con differenti quantità<br />

di ore e costi.<br />

Chiara Scalco<br />

Per approfondire<br />

.com<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Regioni e Province autonome EPi EPacs EPe EPill<br />

Abruzzo <br />

Basilicata <br />

Bolzano 7 <br />

Calabria <br />

Campania <br />

Emilia Romagna <br />

Friuli Venezia Giulia <br />

Lazio <br />

Liguria <br />

Lombardia 8<br />

Marche <br />

Molise <br />

Piemonte <br />

Puglia <br />

Sardegna <br />

Sicilia <br />

Toscana <br />

Trento <br />

Umbria <br />

Valle d’Aosta <br />

Veneto <br />

7 Gli EP vengono calcolati con metodologie di calcolo specifiche. <strong>Il</strong> rispetto del limite “Epgl = EPi + EPacs” viene verificato in rapporto all’<br />

allegato C del D.Lgs. 29/12/2006, n.311.<br />

8 Metodologia applicata a edifici con destinazione d’uso non residenziale. Tiene conto della potenza elettrica installata e, in maniera<br />

semplificata, della disponibilità di luce naturale, delle modalità di occupazione e della presenza di eventuali sistemi di controllo<br />

<strong>sul</strong>l’accensione del sistema di illuminazione. <strong>Il</strong> fabbisogno di energia elettrica per illuminazione viene valutato, su base mensile,<br />

suddividendo ciascuna zona termica in ambienti con caratteristiche illuminotecniche omogenee.<br />

Fonte: Cti


9/2011<br />

storia di copertina <strong>24</strong><br />

Recepimento della certificazione energetica nazionale a livello regionale<br />

Regioni e<br />

Province<br />

autonome<br />

Regolamentazione<br />

Regionale Obbligatorietà dell’ACE<br />

1 2 3 4<br />

Abruzzo Secondo normativa nazionale.<br />

Basilicata Secondo normativa nazionale.<br />

Bolzano Dal 29/09/2004 per gli edifici nuovi;<br />

dal 26/06/2009 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 26/06/2009 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Calabria Dal 01/07/2009 per la compravendita di unità immobiliari.<br />

Campania Secondo normativa nazionale.<br />

Emilia Dal 01/07/2008 per gli edifici interi;<br />

Romagna<br />

dal 01/07/2009 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 01/07/2010 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Friuli Venezia Dal 31/10/2011 per nuove costruzioni, ampliamenti, manutenzioni straordinarie, interventi che<br />

Giulia<br />

modificano le prestazioni energetiche dell’edificio;<br />

dal 01/01/2012 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 01/01/2012 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Lazio Dal 01/07/2009 la compravendita di unità immobiliari.<br />

Non obbligatoria per le locazioni di unità immobiliari<br />

Liguria Dal 06/07/2007 per edifici di nuova costruzione, edifici oggetto di ristrutturazione integrale con<br />

superficie utile superiore a 1000 m2 ;<br />

dal 08/05/2009 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 08/05/2009 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Lombardia Dal 01/09/2007 per interventi di nuova costruzione, demolizione e ricostruzione in<br />

ristrutturazione, ristrutturazione edilizia (sempreché coinvolga più del 25% della superficie<br />

disperdente), ampliamento volumetrico (sempreché sia superiore al 20% dell’esistente) e<br />

recupero di sottotetti a fini abitativi;<br />

dal 01/09/2007 per il trasferimento a titolo oneroso dell’intero edificio;<br />

dal 01/09/2007 per accedere agli incentivi e alle agevolazioni di qualsiasi natura;<br />

dal 01/01/2008 nel caso di contratti Servizio Energia e Servizio Energia “Plus”, nuovi o rinnovati;<br />

dal 22/12/2008 per tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici di<br />

climatizzazione degli edifici pubblici o nei quali figura comunque come committente un Soggetto<br />

pubblico;<br />

dal 01/07/2009 nel caso di trasferimento a titolo oneroso delle singole unità immobiliari;<br />

dal 01/07/2010 nel caso di contratti di locazione, locazione finanziaria e di affitto di azienda;<br />

dal 01/09/2007 ed entro il 01/07/2011 per edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico la<br />

cui superficie utile sia superiore a 1.000 m2 Marche <br />

.<br />

Secondo normativa nazionale.<br />

Molise Secondo normativa nazionale.<br />

Piemonte Dal 01/10/2009 per la compravendita e le locazioni.<br />

Puglia Dal 10/02/2010 per la compravendita e le ristrutturazioni.<br />

Sardegna Dal 01/07/2009 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 01/07/2009 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Sicilia Dal 01/07/2009 per la compravendita di unità immobiliari.<br />

Non obbligatoria per le locazioni di unità immobiliari<br />

Toscana Dal 18/03/2010 per gli edifici interi;<br />

dal 18/03/2010 per la compravendita di unità immobiliari;<br />

dal 18/03/2010 per la locazione di unità immobiliari.<br />

Trento Dal 14/07/2010.<br />

Umbria Secondo normativa nazionale.<br />

Valle d’Aosta Dal 23/07/2008 per gli edifici di nuova costruzione, interessati da totale demolizione e<br />

ricostruzione o sottoposti a ristrutturazione edilizia ai sensi della L.R. 11/1998, trasferimenti di<br />

proprietà a titolo oneroso di intero edificio o singole unità immobiliari. Specifiche ulteriori<br />

contenute nell’allegato D della D.G.R. 1062/2011.<br />

Non obbligatoria per le locazioni di unità immobiliari.<br />

Veneto Compravendita unità immobiliari: Secondo l’art.6 D.lgs 192/2005.<br />

Legenda - Regolamentazione regionale<br />

La certificazione degli edifici:<br />

[1] È stata recepita con una Legge regionale autonoma<br />

[2] Non è stata ancora recepita<br />

[3] È stato emanato un Regolamento regionale per l’attuazione delle Linee guida nazionali<br />

[4] Non è stato emanato un Regolamento regionale per l’attuazione delle Linee guida Nazionali<br />

Fonte: Cti<br />

49


50<br />

<strong>24</strong><br />

storia di copertina<br />

Modelli di attestato di certificazione energetica<br />

Redazione dell’ACE<br />

g<br />

L’ACE viene emesso da:<br />

Modello delle Modello Software Piattaforma Piattaforma<br />

Regioni e Province autonome linee guida regionale certificato gestita dalla gestita<br />

nazionali<br />

Regione dall’Organismo<br />

di abilitazione<br />

Abruzzo <br />

Basilicata <br />

Bolzano <br />

Calabria <br />

Campania <br />

Emilia Romagna <br />

Friuli Venezia Giulia <br />

Lazio <br />

Liguria <br />

Lombardia <br />

Marche <br />

Molise <br />

Piemonte <br />

Puglia <br />

Sardegna <br />

Sicilia <br />

Toscana <br />

Trento <br />

Umbria <br />

Valle d’Aosta 9<br />

Veneto <br />

La Regione/ Provincia autonoma non ha compilato il relativo campo.<br />

In corso di definizione.<br />

9 Dal 20 luglio 2011.<br />

CASE HISTORY/1<br />

La cooperativa che costruisce e riqualifica<br />

Seguendo lo standard CasaClima, Novabita gestisce tutte le fasi:<br />

dal progetto alla realizzazione, occupandosi anche dell’iter autorizzativo<br />

Novabita, cooperativa edilizia costituita<br />

da quattro ingegneri e un architetto,<br />

progetta e realizza risanamenti energetici<br />

degli edifici esistenti, edifici di nuova<br />

costruzione a basso consumo energetico<br />

e impianti di produzione di energia da fonti<br />

rinnovabili, gestendo in toto anche gli<br />

iter autorizzativi. «Per le nostre realizzazioni<br />

edili - spiega Sonia Calò, socia di Novabita<br />

- partiamo dal presupposto che la<br />

miglior energia è quella non usata, nel senso<br />

che un edificio per essere sostenibile<br />

deve cercare di far tendere a zero il proprio<br />

fabbisogno energetico. Una volta che, tramite<br />

una corretta progettazione termotecnica,<br />

si è giunti a ridurre in modo sostanziale<br />

l’energia necessaria al raggiungimento<br />

del comfort interno, allora si interviene<br />

alimentando l’edificio tramite impianti che<br />

utilizzano fonti rinnovabili e quindi larga-<br />

9/2011<br />

Fonte: Cti<br />

mente disponibili in natura, pulite e gratuite».<br />

Novabita costruisce edifici seguendo<br />

lo standard CasaClima e riqualifica il patrimonio<br />

esistente. Dove richiesto utilizza<br />

criteri dettati dalla bio edilizia, <strong>punta</strong>ndo<br />

sempre <strong>sul</strong> recupero e la valorizzazione di<br />

ciò che è già costruito: «Le tecnologie per<br />

ristrutturare abitazioni più parsimoniose<br />

dal punto di vista energetico sono già disponibili<br />

da molto tempo: è dunque ora di


9/2011<br />

applicarle in modo da ridurre le emissioni<br />

di sostanze inquinanti e di gas a effetto<br />

serra» conferma Sonia Calò. Approfondiamo<br />

insieme a lei alcuni aspetti.<br />

Quali sono i passaggi per riqualificare<br />

un edificio?<br />

Nell’ambito delle riqualificazioni energetiche<br />

partiamo da un attento check up<br />

dell’edificio e delle risorse disponibili.<br />

Successivamente studiamo soluzioni ad<br />

hoc per il caso, a seconda delle disponibilità<br />

economiche, <strong>dei</strong> ri<strong>sul</strong>tati energetici che<br />

il cliente vuole raggiungere e del comfort<br />

globale desiderato. Alla base <strong>dei</strong> nostri interventi<br />

ci sono materiali dalla qualità certificata<br />

in grado di garantire elevate prestazioni<br />

tecniche. Preferiamo materiali<br />

naturali prodotti tramite processi energeticamente<br />

efficienti e in luoghi a noi vicini.<br />

Prediligiamo impiantistica ad alta efficienza<br />

che utilizza energia ottenuta da fonti<br />

rinnovabili quali il fotovoltaico, il geotermico,<br />

il solare termico o, dove possibile, il<br />

mini e micro-idro e mini e micro-eolico.<br />

Non abbiamo soluzioni predefinite che<br />

adattiamo al caso, ma di volta in volta cerchiamo<br />

la soluzione tecnica che meglio ci<br />

permette di raggiungere gli obiettivi concordati.<br />

Per fare ciò è indispensabile la formazione<br />

continua e il tenersi aggiornati<br />

sugli sviluppi del mercato nel campo delle<br />

tecnologie e <strong>dei</strong> materiali disponibili.<br />

Come interagisce la cooperativa con le<br />

aziende installatrici?<br />

Novabita ha instaurato un rapporto di fiducia<br />

con una piccola rete di artigiani specializzati<br />

nelle lavorazioni richieste che<br />

hanno imparato a conoscere quali siano le<br />

nostre esigenze e i nostri standard di posa<br />

e sono ora in grado di affrontare con espe-<br />

storia di copertina <strong>24</strong><br />

rienza ogni criticità caratteristica delle alte<br />

prestazioni energetiche. Le modalità di<br />

collaborazione si basano su subappalto<br />

diretto e bilaterale, nel senso che spesso<br />

siamo anche noi subappaltatori per lavorazioni<br />

che l’artigiano non è in grado di<br />

compiere con le proprie competenze.<br />

Quali sono le ultime realizzazioni?<br />

Nel campo della riqualificazione energetica<br />

di recente ne abbiamo effettuata una<br />

alla “Fattoria il Gambero”, un’azienda vinicola<br />

situata in Valle Versa, nel cuore<br />

dell’Oltrepò Pavese, nel comune di Santa<br />

Maria della Versa. L’azienda è costituita da<br />

diversi corpi di fabbrica divisi in due nuclei,<br />

quello produttivo e, poco distante, quello<br />

residenziale. È un complesso costruito negli<br />

anni 70 che, come la maggior parte<br />

degli edifici realizzati in questo periodo,<br />

presentava diversi problemi termici. Nella<br />

parte relativa all’impianto produttivo abbiamo<br />

rimosso e ricostruito le coperture, le<br />

abbiamo isolate tramite l’inserimento di<br />

cellulosa insufflata nel sottotetto e <strong>sul</strong><br />

nuovo manto di copertura abbiamo realizzato<br />

un impianto fotovoltaico integrato da<br />

38 kWp che copre interamente il fabbisogno<br />

energetico dell’azienda. <strong>Il</strong> consumo<br />

annuo dell’azienda prima dell’intervento<br />

era di 35.000 kwh; ora l’impianto fotovoltaico<br />

di kWh ne produce circa 40.000.<br />

Nella residenza della proprietà la dispersione<br />

termica avveniva soprattutto tramite i<br />

sottotetti non correttamente isolati e attraverso<br />

le superfici a contatto con l’esterno<br />

del piano interrato adibito a sala giochi.<br />

Abbiamo isolato i sottotetti tramite il posizionamento<br />

di fibra di cellulosa stabilizzata<br />

dallo spessore di 20 cm. Nell’interrato, per<br />

risolvere problemi di umidità, abbiamo installato<br />

un impianto a elettrosmosi inversa<br />

La riqualificazione della Fattoria <strong>Il</strong> Gambero in Valle Versa<br />

nelle pareti. Successivamente <strong>sul</strong>le strutture<br />

perimetrali, sui pavimenti verso locali<br />

non riscaldati e sui soffitti verso l’esterno,<br />

abbiamo realizzato un cappotto di isolamento<br />

interno ricoperto da strato di apposito<br />

intonaco. Grazie a questi interventi<br />

abbiamo ottenuto un risparmio pari al<br />

30% annuo <strong>sul</strong> consumo di gas e un miglioramento<br />

energetico globale nell’ordine<br />

di ben due classi energetiche Cened. Altro<br />

intervento è stato su un’abitazione monofamiliare<br />

a Pavia nei pressi del Naviglio Pavese:<br />

qui abbiamo progettato e realizzato<br />

un sistema di riscaldamento a pavimento<br />

alimentato tramite un impianto geotermico<br />

a sonde verticali, con pompa di calore e<br />

impianto fotovoltaico integrato nella copertura.<br />

L’intervento sugli impianti si inserisce<br />

in una riqualificazione totale dell’edificio<br />

che lo porta in classe energetica A+<br />

Cened. Grazie al Conto energia e alla detrazione<br />

fiscale del 55%, i maggiori costi<br />

affrontati verranno ammortizzati in meno<br />

di 10 anni. Dopo questo periodo rimarranno<br />

ancora altri 10 anni di incentivo del<br />

Conto energia e il risparmio <strong>sul</strong> consumo<br />

annuo di energia. A seconda del caso utilizziamo<br />

le tecnologie che meglio si adattano<br />

alla situazione, cerchiamo di privilegiare<br />

tecnologie che comportino un basso costo<br />

di gestione, prodotte su territorio nazionale<br />

o europeo e che hanno già dato buoni e<br />

testabili ri<strong>sul</strong>tati.<br />

chi.sca.<br />

51


52<br />

CASE HISTORY/2<br />

<strong>24</strong><br />

storia di copertina<br />

9/2011<br />

La sostenibilità ambientale è anche sociale<br />

I progetti della cooperativa di abitanti UniAbita prevedono classe energetica A,<br />

utilizzo di rinnovabili e connessione alla rete di teleriscaldamento<br />

Un patrimonio immobiliare di oltre<br />

2.700 alloggi e 18mila soci. Sono<br />

questi i numeri della cooperativa di abitanti<br />

UniAbita, attiva nei comuni di Cinisello<br />

Balsamo, Sesto San Giovanni e<br />

Monza. Per rendere Green i propri edifici,<br />

la cooperativa, che gestisce e fornisce<br />

alloggi sia in vendita che in affitto, ha<br />

investito nel 2010 più di un milione e<br />

300mila euro: ha installato impianti solari<br />

termici e fotovoltaici in grado di far risparmiare<br />

103.506 kg annui di CO2 emessa. «La nostra realtà - racconta Gian<br />

Matteo Marangoni, presidente della<br />

cooperativa nata nel 1903 - ha obiettivi<br />

ben precisi di carattere mutualistico. Vogliamo<br />

che tutti abbiano il diritto di possedere<br />

un’abitazione, ma soprattutto<br />

non abbiamo intenti speculativi, ma di<br />

solidarietà e responsabilità sociale. Ecco<br />

perché desideriamo tenere conto anche<br />

della sostenibilità ambientale. Per fare<br />

questo collaboriamo con installatori, co-<br />

<strong>Il</strong> sistema cooperativo degli abitanti<br />

struttori e fornitori di tecnologia, isti-<br />

tuendo gare d’appalto per la conduzione<br />

<strong>dei</strong> lavori». Molti alloggi sono connessi<br />

alla rete di teleriscaldamento di Cinisello<br />

Balsamo, alimentata da una centrale di<br />

cogenerazione elettrica e termica, sviluppata<br />

dalla società Smec (della quale<br />

UniAbita detiene una quota del 27%). <strong>Il</strong><br />

progetto è in divenire e sempre più abitazioni<br />

si riforniranno di energia pulita.<br />

«A Sesto San Giovanni stiamo partecipando<br />

al progetto di riqualificazione urbanistica<br />

e abitativa dell’area della Cascina<br />

Bergamella, territorio di <strong>24</strong>0mila metri<br />

quadri - spiega Marangoni -: in collaborazione<br />

con A2a, stiamo studiando un<br />

piano di mix energetico che comprende<br />

teleriscaldamento abbinato a diverse altre<br />

tecnologie Green, in ottica di integrazione<br />

energetica sostenibile. L’area sarà<br />

dotata di tutti i servizi per i cittadini, ma<br />

la maggior parte, circa 200mila metri<br />

quadri, sarà convertita in spazio verde,<br />

-<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

Gian Matteo Marangoni<br />

connesso al parco regionale dell’Alta Valle<br />

del Lambro».<br />

Tutti i nuovi immobili della cooperativa<br />

saranno pensati in ottica di efficienza e<br />

sostenibilità energetica: «In Bicocca, per<br />

esempio, stiamo realizzando appartamenti<br />

tutti in classe energetica A - conferma<br />

Marangoni -. Un altro progetto<br />

interessante riguarda la riqualificazione<br />

dell’area Falk, per la quale ci sono circa<br />

160mila metri quadri di Slp (Superficie<br />

lorda complessiva) vincolati dal comune<br />

per l’edilizia convenzionata: il nostro<br />

obiettivo è quello di acquistare gli immobili<br />

per poi destinare 35/40mila mq all’affitto<br />

e la restante parte in vendita al prezzo<br />

di circa 2.300 euro al metro quadro.<br />

L’idea è quella di pianificare la costruzione<br />

di abitazioni efficienti e autonome dal<br />

punto di vista energetico con l’utilizzo di<br />

tecnologie a basso impatto ambientale<br />

soprattutto in termini di emissioni inquinanti».<br />

Chiara Scalco


Tecnologia di <strong>punta</strong>.<br />

Progettazione e costruzione di impianti idroelettrici -<br />

dallo studio di fattibilità alla realizzazione.<br />

Reliability beyond tomorrow.<br />

Troyer SpA<br />

Via Karl v. Etzel 2<br />

39049 - Vipiteno / Italy<br />

Tel. +39 0472 765 195<br />

Fax +39 0472 766 356<br />

www.troyer.it / info@troyer.it


Tecnologia di <strong>punta</strong>.<br />

Progettazione e costruzione di impianti idroelettrici -<br />

dallo studio di fattibilità alla realizzazione.<br />

Reliability beyond tomorrow.<br />

Troyer SpA<br />

Via Karl v. Etzel 2<br />

39049 - Vipiteno / Italy<br />

Tel. +39 0472 765 195<br />

Fax +39 0472 766 356<br />

www.troyer.it / info@troyer.it


9/2011<br />

focus <strong>24</strong><br />

ANALISI COMPARATIVA<br />

Le aziende dell’acqua devono recuperare<br />

efficienza per investire in infrastrutture<br />

Althesys fa i conti in tasca ai gestori <strong>dei</strong> servizi idrici nel nostro Paese: eliminando<br />

gli sprechi si potrebbero risparmiare oltre 19 miliardi di euro in sei anni<br />

L<br />

’efficienza è oggi una strada obbligata,<br />

dopo il ri<strong>sul</strong>tato <strong>dei</strong> referendum<br />

<strong>sul</strong>l’acqua dello scorso 12 giugno,<br />

per tutti gli operatori, sia privati sia pubblici,<br />

che si occupano di gestione idrica<br />

integrata per sostenere le loro future<br />

politiche d’investimento. In attesa di<br />

una decisione legislativa che dovrà risolvere<br />

- in modo non contraddittorio con<br />

il ri<strong>sul</strong>tato della con<strong>sul</strong>tazione - il nodo<br />

della nuova determinazione delle tariffe<br />

idriche, le aziende del settore devono<br />

comunque fare i conti con uno scenario<br />

cambiato. Più difficile da affrontare <strong>sul</strong><br />

fronte del recupero delle risorse, ma che<br />

può essere anche un’occasione per rivedere<br />

profondamente assetti consolidati<br />

e affrontare in modo sostanziale il tema<br />

degli sprechi.<br />

I margini di miglioramento non mancano.<br />

Infatti, se tutti i gestori degli acquedotti<br />

italiani seguissero gli standard delle<br />

aziende migliori del settore, il nostro<br />

Paese risparmierebbe oltre 19,3 miliardi<br />

di euro nei prossimi sei anni. Una cifra<br />

non certo indifferente, che servirebbe<br />

anche da volano per alimentare i 60 miliardi<br />

di euro che anche il Governo stima<br />

come necessari per compiere quegli investimenti<br />

per modernizzare il “sistema<br />

acqua” italiano nei prossimi dieci anni.<br />

La cifra di 19,4 miliardi di risparmi da<br />

maggiore efficienza nasce da uno studio<br />

di Althesys, presentato (prima del<br />

referendum) a Milano in occasione di un<br />

convegno promosso da Metropolitana<br />

Milanese, la società che dal 2003 gestisce<br />

il servizio idrico integrato del capoluogo<br />

lombardo.<br />

L’analisi ha selezionato <strong>dei</strong> casi di eccellenza<br />

tra gli operatori che gestiscono<br />

l’acqua nelle aree di Torino, Cremona,<br />

Novara, Milano e larga parte dell’Emilia<br />

Romagna: «Abbiamo scelto un gruppo<br />

d’imprese tra le migliori, con dimensioni<br />

e con assetti azionari diversi, e le abbiamo<br />

confrontate con la media degli altri<br />

servizi idrici italiani - ha spiegato Alessandro<br />

Marangoni, Ceo di Althesys e<br />

capo del team di ricerca -. Dai casi di<br />

eccellenza nella gestione dell’acqua è<br />

possibile stimare il potenziale beneficio<br />

per la collettività».<br />

Da dove è necessario ripartire<br />

dopo i referendum<br />

Oggi il ri<strong>sul</strong>tato del referendum ha cambiato<br />

le carte in tavola, rendendo le cose<br />

Dove si può risparmiare ottimizzando la gestione idrica<br />

Mancati costi per minori perdite 5.439,7<br />

Mancati oneri per minori tariffe 1.075,8<br />

Benefici per uso acqua depurata in irrigazione 4.746,4<br />

Minori costi per interventi non programmati:<br />

Costo del lavoro 1.412,7<br />

Costo impatti esterni 6.658,9<br />

Costi ambientali evitati 21,1<br />

Totale 19.354,6<br />

<strong>Il</strong> valore dell’efficienza, in miliardi di euro, che si potrebbe ottenere in sei anni se tutte le aziende<br />

idriche italiane allineassero le loro pratiche ai casi di eccellenza (aziende che gestiscono il servizio idrico<br />

integrato nelle aree di Torino, Cremona, Novara, Milano e larga parte dell’Emilia Romagna).<br />

Fonte: Althesys, maggio 2011<br />

55


56<br />

<strong>24</strong><br />

più difficili, ma non impossibili: «Se il<br />

sistema tariffario finora esistente permetteva<br />

di programmare gli investimenti<br />

più consistenti nell’adeguamento delle<br />

infrastrutture, oggi la strada del miglioramento<br />

dell’efficienza può invece<br />

essere intrapresa partendo dagli interventi<br />

che non necessitano di finanziamenti<br />

così elevati. Se ne possono mettere<br />

in atto vari anche in breve tempo»<br />

ha affermato Marangoni, che tra questi<br />

cita: la rivisitazione <strong>dei</strong> processi interni<br />

alle aziende, l’attivazione <strong>dei</strong> sistemi di<br />

monitoraggio delle reti idriche e l’ottimizzazione<br />

degli interventi di manutenzione<br />

non programmati.<br />

Proprio in quest’ultimo caso, lo studio<br />

sottolinea che in Italia in un anno sono<br />

3,18 gli interventi effettuati per ogni<br />

chilometro di rete gestita, mentre la<br />

media calcolata sui casi di eccellenza<br />

presi in considerazione da Althesys ri<strong>sul</strong>ta<br />

essere pari a 0,57. Un divario<br />

notevole che, se colmato, produrrebbe<br />

minori costi per interventi non programmati<br />

superiori agli 8 miliardi di<br />

euro (1,41 per costo del lavoro, 6,66<br />

per impatti esterni).<br />

Alessandro Marangoni<br />

Ceo di Althesys<br />

focus<br />

Le qualità <strong>dei</strong> servizi idrici a confronto<br />

A rischio le innovazioni<br />

per la depurazione<br />

Più difficile, invece, intervenire oggi <strong>sul</strong><br />

fronte dell’ammodernamento delle infrastrutture,<br />

dove i benefici per la riduzione<br />

delle perdite sarebbero pari a 5,44<br />

miliardi, e <strong>sul</strong>l’utilizzo in agricoltura<br />

dell’acqua in uscita dai depuratori, attività<br />

che farebbe registrare un teorico<br />

nuovo fatturato per 4,75 miliardi di euro.<br />

In questo caso, le aziende che già<br />

depurano l’acqua proveniente dalle fognature<br />

riuscirebbero a mettere <strong>sul</strong><br />

mercato dell’irrigazione agricola questo<br />

“oro blu” piuttosto che riversarlo direttamente<br />

nei fiumi e nei mari italiani.<br />

<strong>Il</strong> problema semmai si apre per quelle<br />

realtà che oggi stanno ancora investendo<br />

proprio <strong>sul</strong> fronte della depurazione:<br />

«Ancora oggi, tre italiani su dieci non<br />

usufruiscono di un depuratore e due<br />

italiani su dieci non sono collegati alla<br />

fognatura - ha aggiunto Erasmo D’Angelis,<br />

presidente di Publiacqua, la società<br />

a maggioranza pubblica che gestisce<br />

il servizio idrico integrato nella Toscana<br />

centrale - e dal 2016 su questi fronti il<br />

9/2011<br />

Tutta Italia Casi di eccellenza<br />

Perdite idriche 40,6% 22,3%<br />

Numero interventi non programmati 3,18 0,57<br />

per chilometro di rete all’anno<br />

Qualità dell’acqua Cod*: 125 mg/l Cod*: 51,25 mg/l<br />

Depurata Bod**: 25 mg/l Bod**: 14,3 mg/l<br />

Legenda: *Cod (Chemical Oxigen Demand) e **Bod (Biochemical Oxygen Demand) sono misure della<br />

richiesta chimica di ossigeno, parametri usati per la misurazione della qualità dell’acqua<br />

Fonte: Althesys, maggio 2011<br />

nostro Paese sarà a rischio sanzioni da<br />

parte dell’Unione europea». Ma oggi lo<br />

stop degli investimenti più importanti,<br />

come quelli relativi al capitolo depurazione,<br />

è purtroppo molto concreto e<br />

tutti gli operatori stanno aspettando<br />

che il legislatore intervenga con una<br />

nuova disciplina delle tariffe per colmare<br />

il vuoto legislativo apertosi dopo i<br />

referendum.<br />

Anche a fronte della necessità di continuare<br />

a garantire gli investimenti più onerosi<br />

e complessi, la strada dell’efficienza<br />

si conferma ineludibile, sostiene Lanfranco<br />

Senn, presidente di Metropolitana<br />

Milanese: «L’unica condizione importante<br />

che deve avere una Utility è l’efficienza,<br />

a prescindere dalla proprietà: la capacità,<br />

cioè, di erogare un servizio con ritorni di<br />

redditività tali da consentire investimenti<br />

in infrastrutture e in qualità. Dotarsi di un<br />

servizio efficiente vuol dire anche assicurare<br />

la disponibilità del bene acqua alle<br />

fasce di popolazione più deboli, introducendo<br />

tariffe graduali in base alla capacità<br />

di spesa <strong>dei</strong> consumatori».<br />

Ruggero Vota


9/2011<br />

focus <strong>24</strong><br />

FINANZIAMENTI<br />

Al settore idrico il pubblico non basta<br />

La nuova linfa deve arrivare dal mercato<br />

Le risorse private possono affiancarsi per risolvere le urgenze d’investimento:<br />

dal corporate finance al private equity, fino ai fondi rotativi <strong>sul</strong> modello Usa<br />

Di fronte agli investimenti richiesti<br />

in Italia per ammodernare il<br />

settore del Servizio Idrico Integrato<br />

(Sii) pensare di contare solo su finanziamenti<br />

pubblici è un falso mito. In<br />

epoca di risorse scarse e di stringenti<br />

vincoli di finanza pubblica, è necessario<br />

attrarre in questo sforzo anche<br />

il capitale privato, nonostante un ri<strong>sul</strong>tato<br />

referendario che in molti interpretano<br />

come la volontà di ricondurre<br />

tutto il tema dell’acqua sotto<br />

OPINIONI/1<br />

l’ombrello pubblico. Questa è l’opinione<br />

di Angela Casiraghi, origination<br />

corporate finance della Cassa<br />

Depositi e Prestiti, l’entità statale che<br />

con la trasformazione in Spa, avvenuta<br />

nel 2003, all’attività di raccolta<br />

di risorse per finanziare gli investimenti<br />

pubblici ha affiancato il finanziamento<br />

di aziende o società di progetto<br />

per la fornitura di servizi pubblici,<br />

alimentato dalla raccolta dal<br />

mercato.<br />

Esistono oggi nuovi strumenti che<br />

possono essere messi in gioco per<br />

Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua<br />

Come accade troppe volte in Italia, abrogata una norma c’è il vuoto<br />

legislativo. E quello che si è aperto dopo il ri<strong>sul</strong>tato del referendum<br />

sta paralizzando l’intero settore delle aziende idriche italiane che al 70%<br />

sono interamente pubbliche e solo per il 3% sono private.<br />

Oggi non sappiamo ancora come elaborare le prossime bollette: tenendo<br />

conto del ri<strong>sul</strong>tato del referendum e quindi diminuendo contestualmente<br />

la tariffa da applicare, oppure continuando con il vecchio sistema<br />

di calcolo, rischiando però di essere sommersi dalle class action di cittadini<br />

e associazioni. Ma il vero problema, cancellata la remunerazione<br />

del capitale investito, è il rischio del blocco degli investimenti per acquedotti,<br />

fognature e depurazione e di mandare a casa i lavoratori. A fine<br />

2010, i sindaci dell’area di Publiacqua hanno deliberato un programma<br />

d’investimenti decennale del valore di 740 milioni di euro con un piano<br />

tariffario bancabile. Questo ci ha permesso di attivare istruttorie per<br />

mutui con il sistema bancario per anticipi importanti, i cui interessi oggi<br />

sono impossibili da pagare, dopo l’abolizione della norma che prevede<br />

la remunerazione del 7%. Non è sufficiente intervenire <strong>sul</strong>l’efficienza<br />

interna, come comunque stiamo facendo, o incidere <strong>sul</strong>l’utile di esercizio<br />

(14 milioni di euro nel 2010 con 52 milioni di opere realizzate). In<br />

finanziare gli investimenti nel settore<br />

idrico italiano, il cui fabbisogno, come<br />

ha ricordato il ministro dell’Ambiente,<br />

è stato stimato per i prossimi<br />

10 anni tra i 50 e i 60 miliardi di euro<br />

ripartiti tra nuove opere e interventi<br />

di manutenzione straordinaria, con<br />

prevalenza nel Mezzogiorno.<br />

Non è solo un problema<br />

di tariffa<br />

Se la tariffa ha rappresentato fino al<br />

referendum la fonte principale per il<br />

finanziamento degli investimenti, co-<br />

Italia c’è un rischio enorme<br />

per infrastrutture<br />

ambientali urgentissime<br />

come la depurazione di<br />

metà Firenze, un cantiere<br />

già avviato, del costo di<br />

71,5 milioni di euro, attivato<br />

per chiudere lo<br />

scandaloso scarico in Arno<br />

<strong>dei</strong> liquami che l’Europa<br />

dal 2016 ci sanzionerà. Speriamo si risolva presto l’impasse legislativo,<br />

intanto studiamo l’emissione di obbligazioni e confidiamo nel ricorso<br />

al prestito della Cassa Depositi e Prestiti.<br />

Pubbliacqua gestisce il servizio idrico intregrato nelle province di Firenze,<br />

Prato, Pistoia e una parte di quella di Arezzo. La società è controllata<br />

al 60% dai Comuni e al 40% da soci industriali di cui il più importante<br />

è Acea.<br />

57


58<br />

<strong>24</strong><br />

prendo il 45% del fabbisogno, anche<br />

con nuovi interventi legislativi è pro-<br />

babile che questa fonte di autofinan-<br />

ziamento ridurrà in ogni caso la sua<br />

portata, ed è per questo che emerge<br />

ancora di più l’importanza del ricorso<br />

a capitale proveniente dal mercato.<br />

Una nuova norma <strong>sul</strong>la politica tariffaria<br />

nei servizi idrici è comunque<br />

attesa dagli operatori che chiedono<br />

un metodo certo, chiaro in termini di<br />

interpretazione e applicazione e duraturo<br />

nel tempo. <strong>Il</strong> settore, infatti, è<br />

ancora disciplinato da meccanismi<br />

obsoleti che raramente sono stati aggiornati<br />

nei tempi e nelle modalità<br />

previste, generando incertezza negli<br />

operatori, negli investitori e scarsa<br />

chiarezza per i cittadini.<br />

Una soluzione auspicabile dovrebbe<br />

essere quella di definire regole tariffarie<br />

semplici, uniformi <strong>sul</strong> territorio<br />

OPINIONI/2<br />

focus<br />

nazionale, di facile applicazione e verifica,<br />

trasparenti e aggiornate. Questo<br />

consentirebbe: una maggiore<br />

tutela del cliente in merito all’efficienza<br />

del servizio e alla trasparenza<br />

del costo; più garanzie al gestore di<br />

una corretta remunerazione del capitale<br />

investito; una migliore valutazione<br />

della bancabilità degli investimenti<br />

e l’individuazione di modalità esplicite<br />

per supportare agevolazioni e<br />

bonus per le famiglie e le fasce più<br />

deboli della popolazione.<br />

Ma l’intervento legislativo potrebbe<br />

anche dare più certezza e chiarezza<br />

<strong>sul</strong> fronte degli affidamenti, superando<br />

la stratificazione della disciplina<br />

in materia. Secondo Casiraghi,<br />

infatti: «Affidamenti di lungo periodo<br />

sarebbero garanzia di investimenti<br />

e interventi strutturali <strong>sul</strong>la rete».<br />

È inoltre opportuno dare efficienza<br />

alle fonti di finanziamento di origine<br />

pubblica che, pur essendo sempre<br />

Alessandro Ramazzotti, presidente di Cap Holding<br />

120 milioni di euro per i nuovi investimenti previsti dal piano trienna-<br />

I le d’intervento 2011-2013 di Cap Holding non sono a rischio nonostante<br />

il ri<strong>sul</strong>tato referendario. La società riuscirà ad autofinanziarsi con<br />

le tariffe esistenti che, per un accordo con l’Ato della Provincia di Milano,<br />

non comprendevano già in precedenza la remunerazione del capitale<br />

investito al 7%, ovvero la norma abolita con il secondo quesito referendario<br />

dello scorso giugno.<br />

Questo non toglie la volontà della società di procedere con continue<br />

iniziative di efficientamento che consentono di razionalizzare il consumo<br />

di acqua potabile e in definitiva di ridurre i costi di gestione.<br />

La prima è il progetto InformaRe attivato all’inizio dell’anno, che prevede<br />

di rilevare le reti di fognatura, organizzare e condividere le banche<br />

dati di tutte le società di gestione presenti <strong>sul</strong> territorio della provincia<br />

di Milano e aggiornare il Sistema informativo territoriale.<br />

Una seconda iniziativa, partita a fine giugno, è il finanziamento ai Comuni<br />

che attiveranno i pozzi di prima falda, di cui il territorio lombardo<br />

è particolarmente ricco, e oggi ri<strong>sul</strong>tano inutilizzati. L’acqua di questi<br />

pozzi che non viene potabilizzata potrà essere usata per irrigare campi<br />

sportivi, parchi, giardini e aiuole comunali, con un doppio risparmio: per<br />

9/2011<br />

più esigue alla luce <strong>dei</strong> vincoli imposti<br />

dalle regole del patto di stabilità<br />

agli enti pubblici locali, rappresentano<br />

comunque una certezza <strong>sul</strong>la<br />

quale fare riferimento come volano<br />

per riuscire ad attrarre capitali da altri<br />

settori.<br />

Le due principali strade<br />

di finanziamento<br />

Corporate e project finance sono le<br />

due tipologie di finanziamento a cui<br />

potrebbero rivolgersi le aziende del<br />

settore idrico in questa nuova fase.<br />

Questi due modelli si presentano<br />

spesso sotto diverse varianti. <strong>Il</strong> modello<br />

corporate è quello più classico<br />

ed è principalmente utilizzato per finanziare<br />

interventi di manutenzione<br />

straordinaria.<br />

Prevede accensione di linee di credito,<br />

debito a lungo termine, emissione<br />

di bond, operazioni di finanza<br />

straordinaria come fusioni e acquisi-<br />

il Comune che non utilizzando<br />

acqua potabile<br />

avrà un consistente risparmio<br />

in bolletta e per<br />

Cap Holding che razionalizzerà<br />

il ciclo di potabilizzazione<br />

dell’acqua.<br />

Se gli investimenti di pochi<br />

milioni di euro vengono<br />

coperti dall’autofinanziamento,<br />

quelli più consistenti, come probabilmente i 25 milioni di<br />

euro previsti nei prossimi anni per il Comune di Monza, grazie all’intervento<br />

della Provincia di Milano vengono normalmente supportati dalla<br />

Banca europea per gli investimenti.<br />

Cap Holding è interamente a capitale pubblico; opera nelle province di<br />

Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Serve oltre 200 comuni per una<br />

popolazione di circa due milioni di abitanti.


9/2011<br />

zioni, aumenti di capitale e reinvesti-<br />

mento di utili di esercizio. La sosteni-<br />

bilità del finanziamento è garantita<br />

dal rating della società e dalla sua<br />

solidità finanziaria e patrimoniale.<br />

Finanziamenti corporate sono quindi<br />

più facilmente attivabili per realtà<br />

aziendali in cui sono presenti enti<br />

pubblici o multiutilities di grandi dimensioni,<br />

preferibilmente quotate in<br />

Borsa, con solidi valori finanziari e<br />

buon merito di credito.<br />

<strong>Il</strong> project finance, invece, è preferibile<br />

per i nuovi investimenti, perché<br />

adotta una logica diversa, secondo<br />

la quale il progetto è considerato a<br />

sé stante come una realtà giuridica<br />

ed economica ad hoc che incorpora<br />

i rischi dell’operazione, gli impieghi<br />

finanziari e i futuri ricavi. Bisogna<br />

però ricordare che nell’ambito del<br />

Sii, il project finance tende a limitar-<br />

OPINIONI/3<br />

si a specifici ambiti facilmente circoscrivibili,<br />

come per esempio gli impianti<br />

di depurazione, con concessioni<br />

sufficientemente lunghe e certezza<br />

di futuri ricavi.<br />

Tuttavia, se nel settore idrico il modello<br />

di project finance è sostenibile<br />

- in quanto le tariffe sono predeterminate<br />

e stabili -, Casiraghi fa osservare<br />

che il Sii in Italia presenta alcune<br />

caratteristiche negative poco<br />

conciliabili con le logiche di questo<br />

tipo di finanziamento. Fra queste, vi<br />

sono: lo stato di conservazione delle<br />

reti, che necessita d’ingenti investimenti<br />

ammortizzabili nel lungo o<br />

lunghissimo periodo; la complessità<br />

del nostro sistema tariffario; la frammentazione<br />

e la complessità del sistema<br />

normativo e regolatorio; infine,<br />

la difficoltà a individuare il perimetro<br />

del progetto e i condizionamenti<br />

di natura ambientale e geomorfologica.<br />

Ri<strong>sul</strong>ta quindi necessa-<br />

Stefano Cetti, direttore generale di Metropolitana Milanese<br />

<strong>Il</strong> ri<strong>sul</strong>tato del primo quesito referendario non ha creato problemi<br />

a Metropolitana Milanese che, come società in house, oggi può<br />

continuare a operare nel rispetto delle norme europee.<br />

Sul fronte degli investimenti, inoltre, l’ambizioso piano 2010-2020<br />

che prevede la mobilitazione di ben 800 milioni di euro oggi non è<br />

a rischio né di rallentamenti, né tanto meno di stop. Ma se si dovesse<br />

prolungare a lungo il vuoto legislativo, allora potrebbero emergere<br />

<strong>dei</strong> problemi a iniziare dal 2013. È necessario che il legislatore<br />

prenda al più presto decisioni in merito al nuovo schema tariffario<br />

che dovrebbe governare il settore <strong>dei</strong> servizi idrici integrati.<br />

Gli investimenti che necessitano di finanziamenti attraverso i tradizionali<br />

mutui bancari sono quelli di più elevata entità, dai 7 agli 8 milioni<br />

di euro, tipicamente legati al rifacimento <strong>dei</strong> condotti fognari. La<br />

depurazione non è invece un problema poiché sono attivi già da tempo<br />

gli impianti necessari a garantire una totale copertura della richiesta.<br />

Sul fronte dell’efficientamento interno, volto a liberare risorse per<br />

gli investimenti, MM è ora concentrata <strong>sul</strong>la riduzione del consumo di<br />

energia elettrica, che rappresenta il 20% <strong>dei</strong> costi di gestione per una<br />

spesa annuale di circa 18 milioni di euro. È stata fatta una gara che<br />

focus <strong>24</strong><br />

rio rafforzare queste due forme di<br />

finanziamento con altre leve.<br />

Le opportunità offerte<br />

dal private equity<br />

I fondi di private equity possono rispondere<br />

a questa esigenza, apportando<br />

capitali alle società veicolo<br />

impegnate nella realizzazione di progetti<br />

infrastrutturali. Nel settore idrico<br />

i fondi possono operare su due<br />

livelli. Da una parte possono investire<br />

nel capitale di rischio di società di<br />

progetto, costituite per la realizzazione<br />

di determinate infrastrutture<br />

<strong>sul</strong>la base di partnership pubblico<br />

privato contrattuali come il project<br />

finance. Alternativamente possono<br />

investire il loro capitale in società<br />

operanti nella gestione del servizio<br />

idrico integrato. Altre soluzioni sono<br />

comunque immaginabili, spiega Casiraghi:<br />

«Potrebbero essere studiate<br />

per la più congrua e opportuna ap-<br />

ha consentito un risparmio<br />

del 6%, mentre ora<br />

l’azienda sta cercando di<br />

gestire le operazioni di<br />

sollevamento e pompaggio<br />

dell’acqua.<br />

Da questa azione MM<br />

prevede di risparmiare<br />

un’altra quota stimabile<br />

tra il 5% e il 7,5%. Fino<br />

a oggi non è stato preso in esame l’utilizzo di nuovi strumenti finanziari<br />

a supporto degli investimenti, al di là <strong>dei</strong> mutui bancari esclusivamente<br />

utilizzati, ma la situazione potrebbe modificarsi in futuro.<br />

Dal 2003, <strong>sul</strong>la base di una convenzione che scade nel 2027, il Comune<br />

di Milano ha affidato a Metropolitana Milanese la captazione, la potabilizzazione<br />

e la distribuzione dell’acqua, oltre alla raccolta degli scarichi<br />

fognari e il coordinamento delle attività di depurazione.<br />

59


60<br />

<strong>24</strong><br />

plicazione di modalità quali la creazione<br />

di fondi rotativi <strong>sul</strong> modello<br />

degli State revolving fund (Srf) utilizzati<br />

con successo nel servizio idrico<br />

degli Stati Uniti». Gli Srf sono fondi<br />

vincolati che hanno come obiettivo<br />

l’erogazione di finanziamenti agevolati,<br />

a bassi tassi fissi, o garanzie su<br />

prestiti e/o emissioni obbligazionarie.<br />

Gli elementi caratteristici di questi<br />

fondi sono la rotazione, in quanto<br />

il rimborso della quota capitale e degli<br />

interessi vengono impiegati per<br />

focus<br />

IL PARERE DELLA FEDERAZIONE<br />

Adolfo Spaziani, direttore generale di Federutility<br />

L<br />

’esito referendario di giugno <strong>sul</strong>l’acqua<br />

ha prodotto un consolidamento delle<br />

concessioni in essere; il grosso delle imprese,<br />

quindi, continuerà a operare fino alla<br />

scadenza naturale delle stesse. La norma<br />

abrogata dal primo referendum, l’articolo<br />

23bis, invece, obbligava entro poco tempo<br />

a cedere quote oppure a mettere a gara il<br />

servizio di gestione. Rimane comunque<br />

valida per le amministrazioni pubbliche la<br />

possibilità di affidare “in house” la gestione<br />

del servizio idrico integrato, o a terzi o<br />

a una partnership pubblico-privato.<br />

L’abrogazione della norma rimanda oggi<br />

alla legislazione comunitaria e ci attendiamo<br />

che venga svolta un’analisi <strong>sul</strong>le caratteristiche<br />

delle società in house per verificarne<br />

la conformità con i vincoli comunitari.<br />

Una verifica effettuata in passato<br />

dall’Autorità di vigilanza <strong>dei</strong> lavori pubblici<br />

non aveva evidenziato grandi problemi a<br />

tal proposito. L’affidamento in house<br />

esclude la possibilità di partecipare a gare<br />

fuori dal proprio ambito. Auspichiamo che<br />

in futuro il legislatore intervenga con norme<br />

differenziate per i settori acqua, raccolta<br />

<strong>dei</strong> rifiuti e trasporti che sono stati oggetto<br />

del referendum.<br />

La criticità più pesante concerne, invece,<br />

finanziare nuove opere, così da assicurare<br />

fonti finanziarie costanti nel<br />

tempo e l’utilizzo vincolato delle risorse<br />

prestate. Queste possono essere<br />

impiegate esclusivamente per il<br />

finanziamento di specifici progetti<br />

nel settore idrico, della potabilizzazione<br />

e della depurazione/fognatura.<br />

Negli Usa la capitalizzazione di questi<br />

fondi è costituita in parte da risorse<br />

del Governo federale e in parte da<br />

risorse <strong>dei</strong> diversi Stati. In Italia, tale<br />

strumento risponderebbe all’esigen-<br />

l’abrogazione della remunerazione<br />

del capitale investito, che riguarderà<br />

i futuri investimenti, quelli cioè che<br />

dovranno essere finanziati dai nuovi<br />

cicli tariffari che entreranno in vigore<br />

alla fine di quelli attualmente in corso.<br />

Normalmente un ciclo tariffario<br />

ha una durata di tre o cinque anni.<br />

Un possibile effetto negativo del ri<strong>sul</strong>tato<br />

referendario, assolutamente<br />

da evitare, è che l’aumento del livello<br />

d’incertezza attuale sui destini del<br />

settore e della tariffa si traduca in un<br />

aumento da parte del sistema bancario<br />

del costo degli oneri finanziari<br />

per i mutui accesi e per quelli da contrarre<br />

sugli investimenti da realizzare. A pagare<br />

un prezzo salato sarebbero soprattutto le<br />

aziende pubbliche, che hanno generalmente<br />

una bassa capitalizzazione e che<br />

non dispongono di una politica di gestione<br />

finanziaria di tipo “corporate”. Prima finirà<br />

questa fase d’incertezza, prima eviteremo<br />

la fuga degli investitori e la distruzione<br />

di competenze industriali nate nel settore<br />

dalla legge Galli in poi. Inoltre, sarà necessario<br />

introdurre nel dibattito politico<br />

del Paese il tema di come potrà essere finanziato<br />

un piano di tutela ambientale<br />

9/2011<br />

za di una maggiore responsabilizza-<br />

zione degli enti locali e una maggiore<br />

efficienza degli investimenti pubblici.<br />

Per le esigenze della realtà italiana è<br />

indispensabile un mix finanziario che<br />

risponda alle urgenze d’investimen-<br />

to: «Probabilmente la scelta vincente<br />

non sarà univoca - pensa Casiraghi -;<br />

ma per mitigare il rischio e attrarre<br />

più soggetti è importante una corret-<br />

ta combinazione di risorse sia pubbli-<br />

che che private da mettere in campo<br />

in tempi comunque brevi».<br />

Ruggero Vota<br />

della risorsa idrica senza rinviare i costi<br />

alle future generazioni. La salvaguardia<br />

del patrimonio ambientale è essenziale<br />

per un Paese come l’Italia. Solo così sarà<br />

possibile evitare ulteriori sanzioni a livello<br />

europeo.<br />

Federutility è la federazione che riunisce le<br />

aziende di servizi pubblici locali che operano<br />

nei settori energia elettrica, gas e acqua.<br />

Sono 237 le aziende e gli enti del<br />

settore idrico associati a Federutility che<br />

attualmente forniscono acqua a circa il<br />

76% della popolazione italiana.


9/2011<br />

esperienze&carriere <strong>24</strong><br />

SEDI AZIENDALI<br />

Bassi <strong>consumi</strong> energetici e mobilità<br />

per il nuovo headquarter di Microsoft Italia<br />

Tre edifici immersi nel verde, materiali ecocompatibili, teleriscaldamento e cloud<br />

computing: questi gli ingredienti del complesso realizzato a Peschiera Borromeo<br />

Da luglio Microsoft Italia si è trasferita<br />

a Peschiera Borromeo (Mi) in<br />

una sede tutta nuova, progettata e costruita<br />

nel rispetto <strong>dei</strong> valori aziendali e<br />

dell’ambiente, che è stata battezzata<br />

Innovation campus per sottolineare<br />

l’ispirazione ai campus universitari<br />

americani.<br />

Attenzione ai materiali<br />

e alle dotazioni tecnologiche<br />

<strong>Il</strong> complesso utilizza materiali ecocompatibili,<br />

infissi e vetrate a basso coefficiente<br />

di trasmittanza, ha numerosi<br />

brise-soleil per ridurre l’impatto del sole,<br />

è riscaldato via teleriscaldamento e condizionato<br />

utilizzando l’acqua della falda.<br />

Come ri<strong>sul</strong>tato, il consumo energetico<br />

dell’edificio è globalmente la metà di<br />

quello di un edificio paragonabile vecchio<br />

di 20 anni. Inoltre, le dotazioni informatiche<br />

individuali sono costituite da<br />

notebook e tablet in cloud computing:<br />

ciò ha permesso di ridurre a due i server<br />

per tutta la sede con conseguente risparmio<br />

energetico e riduzione di emissione<br />

di calore. Grazie a tutto ciò, l’Innovation<br />

campus di Microsoft è stato il<br />

primo complesso italiano di questa tipologia<br />

ad aver ottenuto la certificazione<br />

Leed (Leadership in energy and environmental<br />

design).<br />

La nuova sede, inoltre, fa un uso intenso<br />

della tecnologia, a cominciare da quella<br />

targata Microsoft, per creare un ambiente<br />

di ufficio con la massima contiguità<br />

possibile con l’ambiente extra ufficio<br />

in modo da garantire un’ideale<br />

compenetrazione <strong>dei</strong> momenti lavorativi<br />

e non. Così, da un lato la nuova sede<br />

offre strutture come aree relax, una palestra,<br />

un campo di calcetto, un percorso<br />

running, un asilo nido, un minimarket,<br />

un ristorante (oltre alla tradizionale<br />

mensa aziendale) da cui si possono prelevare<br />

pasti pronti da consumare altrove.<br />

Dall’altro l’organizzazione del lavoro<br />

prevede l’assoluto dominio della mobilità<br />

e la capacità per il dipendente di distribuire<br />

il lavoro in ufficio e fuori-ufficio<br />

in autonomia, con la possibilità perciò di<br />

ridurre al massimo gli spostamenti e di<br />

concentrarli, come minimo, nei periodi<br />

di minor traffico. Con benefici sia per il<br />

dipendente che per l’ambiente per la<br />

riduzione delle emissioni CO , che do-<br />

2<br />

vrebbe arrivare al 20% in quattro anni.<br />

Cinquantamila metri quadri<br />

inseriti nel verde<br />

<strong>Il</strong> nuovo Innovation campus di Peschiera<br />

Borromeo è il terzo di questo tipo che<br />

Microsoft ha aperto in Europa dopo<br />

quelli di Parigi e di Amsterdam. Si com-<br />

La nuova sede di Microsoft Italia<br />

pone di tre edifici di quattro piani e di un<br />

auditorium per un totale di 50mila metri<br />

quadri inseriti in un’area a verde di<br />

62mila metri quadri ai bordi del parco<br />

agricolo Sud Milano.<br />

All’interno lo spazio è strutturato in modo<br />

vario a seconda delle diverse tipologie<br />

di posti di lavoro ed è particolarmente<br />

luminoso, non solo per l’ampiezza<br />

delle vetrate, ma anche per la riduzione<br />

dell’impiego di pareti opache che sono<br />

state sostituite, quando possibile, da<br />

pannelli in vetro operato con vari livelli<br />

di trasparenza. In totale, lo spazio ri<strong>sul</strong>ta<br />

ben superiore a quello necessario a<br />

ospitare i dipendenti milanesi di Microsoft<br />

perché è stato progettato come un<br />

luogo di lavoro in comune con i partner<br />

e di incontro con i clienti.<br />

Luciano Barelli<br />

61


L’informazione specialistica e integrata<br />

per i professionisti dell’ambiente e della<br />

sicurezza, in un grande sistema editoriale.<br />

Ambiente&Sicurezza Le assicura un’informazione completa,<br />

con aggiornamenti tempestivi e costanti <strong>sul</strong>l’evoluzione<br />

legislativa e sugli orientamenti giurisprudenziali.<br />

I suoi due supplementi, Tecnologie&Soluzioni per l’ambiente<br />

e Lavoro Sicuro, Le offrono tutti i supporti tecnici per la gestione<br />

ottimale <strong>dei</strong> sistemi relativi all’ambiente e alla sicurezza <strong>sul</strong> lavoro.<br />

Inoltre, per la Sua pratica quotidiana, una vasta gamma<br />

di strumenti editoriali e multimediali:<br />

www.ambientesicurezza.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

CD-Rom delle annate della rivista dal 1999 al 2010<br />

Abaco della sicurezza, una guida di immediata con<strong>sul</strong>tazione<br />

I Dossier on line con le novità normative, in formato PDF<br />

Scopra tutti i dettagli sui prodotti e i servizi su<br />

http://vetrina.ilsole<strong>24</strong>ore.com/ambientesicurezza<br />

troverà anche altre offerte più ricche e complete!<br />

SÌ, desidero abbonarmi alla rivista <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE Ambiente&Sicurezza indicando con<br />

una crocetta una delle seguenti offerte:<br />

Ambiente & Sicurezza + Tecnologie&Soluzioni<br />

P00297 + CD-Rom raccolta annate € 190,00<br />

Ambiente & Sicurezza+ Lavoro Sicuro<br />

P00298 + CD-Rom raccolta annate € 191,00<br />

Ambiente & Sicurezza + Tecnologie&Soluzioni<br />

P00299 + Lavoro Sicuro + CD-Rom raccolta annate € 205,00<br />

*Cognome e Nome o Ragione Sociale<br />

*Cod. Fiscale/P. I.V.A.<br />

*Via n. CAP<br />

*Città *Prov.<br />

Prefisso Telefono Fax<br />

Indirizzo E-mail<br />

Indirizzo di consegna (se diverso dal precedente) *CAMPI OBBLIGATORI<br />

Si abboni subito!<br />

INVII OGGI STESSO QUESTO COUPON.<br />

Via TELEFONO Chiamando il numero (06 o 02) 30225680<br />

e pagando con carta di credito<br />

Via FAX (02 o 06) 3022.5402. Pagherà successivamente al<br />

ricevimento <strong>dei</strong> nostri bollettini postali.<br />

Via INTERNET<br />

I VANTAGGI DI SHOPPING<strong>24</strong><br />

ATTIVAZIONE IMMEDIATA<br />

NESSUNA CODA ALLO SPORTELLO<br />

NESSUNA COMMISSIONE POSTALE<br />

ADERIRE ON LINE È FACILE!<br />

SCOPRA LE OFFERTE SU<br />

offerte.ilsole<strong>24</strong>ore.com/ambientesicurezza<br />

CONCORSO<br />

Aderendo on line ha diritto<br />

a partecipare all’edizione 2011<br />

del concorso “Abbonati&Vinci“<br />

www.abbonatievinci.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Clausola contrattuale: la sottoscrizione dell’offerta dà diritto a ricevere informazioni commerciali su prodotti e servizi del Gruppo ‘<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE’. Se non desidera<br />

riceverle barri la seguente casella.<br />

Informativa ex D.Lgs. n. 196/’03. <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta anche elettronicamente i dati personali liberamente conferiti<br />

per fornire i servizi indicati e, se lo desidera, per aggiornarLa su iniziative e offerte del Gruppo. Potrà esercitare i diritti dell’art. 7, del D.Lgs. n. 196/03<br />

rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Responsabile del Coordinamento Commerciale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Database<br />

Marketing - Via Ramusio, 1 - 20141 Milano . L’elenco completo e aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile, al medesimo indirizzo,<br />

presso l’Ufficio Privacy. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, all’amministrazione, al servizio clienti e potranno<br />

essere comunicati alle Società del Gruppo per gli stessi fini della raccolta, a società esterne che svolgono attività connesse all’evasione dell’ordine<br />

e all’eventuale invio di nostro materiale promozionale ed agli istituti bancari. Consenso: Con il conferimento del Suo indirizzo e-mail, del numero di<br />

telefax e/o di telefono (del tutto facoltativi) esprime il Suo specifico consenso all’utilizzo di detti strumenti per l’invio di informazioni commerciali.<br />

Per informazioni: tel. 02 30225680 www.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

OFFERTA VALIDA SINO AL 30.09.2011<br />

50059


9/2011 <strong>24</strong><br />

NUOVI SCENARI PER IL MIX ENERGETICO MONDIALE<br />

L’idroelettrico può colmare il vuoto<br />

lasciato dalla moratoria per il nucleare<br />

Secondo l’Iea, la fonte rinnovabile più "antica" ha una potenzialità produttiva<br />

teorica di 40.500 TWh l’anno. Ma bisogna fare i conti con gli ostacoli ambientali<br />

Dopo il tempo delle reazioni emotive al<br />

disastro di Fukushima, è arrivato<br />

quello - più produttivo - delle ricerche e<br />

delle analisi. Che in questi mesi ri<strong>sul</strong>tano<br />

particolarmente importanti, perché il disastro<br />

nucleare non ha solo modificato in<br />

profondità la sensibilità dell’opinione pubblica<br />

mondiale (in Italia, lo testimonia con<br />

chiarezza l’esito del referendum), ma richiede<br />

ora decisioni che avranno effetti<br />

strutturali di lungo periodo.<br />

Un buon punto di partenza per la riflessione<br />

può essere lo studio, realizzato dalla<br />

Hong Kong and Shanghai Banking Corporation<br />

(Hsbc) dopo il grave incidente in<br />

Giappone, che disegna lo scenario energetico<br />

mondiale al 2050, in caso di prolungata<br />

moratoria per la costruzione di impianti<br />

nucleari. Si scopre subito che dal punto di<br />

vista economico occorre fare i conti con<br />

una difficoltà rilevante. Come facilmente<br />

intuibile, la conseguenza della moratoria<br />

nucleare è la necessità di fare massiccio ricorso<br />

alle energie rinnovabili. Dal punto di<br />

vista tecnico e da quello delle risorse ener-<br />

getiche, ciò ri<strong>sul</strong>ta effettivamente possibile:<br />

il potenziale mondiale, secondo Hsbc, ammonta<br />

infatti a 186mila TWh. Per avere un<br />

termine di paragone, nel 2009 la produzione<br />

ha superato di poco i 20 TWh. <strong>Il</strong> problema,<br />

però, è che le fonti rinnovabili diventano<br />

competitive solo in presenza di quotazioni<br />

del petrolio molto elevate (il punto di<br />

convenienza varia a seconda del tipo di<br />

fonte, ma arriva fino al vertiginoso livello di<br />

600 dollari al barile nel caso del solare fotovoltaico).<br />

Ed ecco che, come talora succede,<br />

l’antico acquista un sapore nuovo. In<br />

questo caso, è l’acqua a sollecitare attenzione.<br />

Per questa fonte rinnovabile di energia<br />

sono infatti disponibili larghi margini di<br />

crescita: si stima che il settore idroelettrico<br />

sia sfruttato in misura molto inferiore alle<br />

sue potenzialità e a ciò si aggiunge un<br />

buon livello di compatibilità economica. La<br />

fotografia della situazione è stata scattata<br />

dall’Agenzia internazionale dell’energia<br />

(Iea): nel mondo l’energia idroelettrica prodotta<br />

ammonta a circa 3.300 TWh, un<br />

dato che si confronta con una potenzialità<br />

di Guido Plutino<br />

teorica annua pari a 40.500 TWh (anche se<br />

quella effettivamente sfruttabile supera di<br />

poco i 14mila TWh). Alla quantità abbondante<br />

si aggiunge una distribuzione relativamente<br />

omogenea nelle diverse aree<br />

geografiche. Oltre 150 Paesi su 175 analizzati<br />

dall’Iea, infatti, dispongono di risorse<br />

idroelettriche. Inoltre, le tecnologie per lo<br />

sfruttamento sono mature e ampiamente<br />

disponibili (tranne che per gli Stati più poveri).<br />

Tuttavia in questo caso il principale<br />

ostacolo da risolvere è di natura ambientale.<br />

Negli ultimi anni nell’opinione pubblica<br />

si è consolidata una certa diffidenza (quando<br />

non addirittura ostilità) nei confronti<br />

delle grandi centrali e degli invasi di maggiori<br />

dimensioni. A ciò si aggiunge la posizione<br />

spesso contraria delle popolazioni e,<br />

in particolare, degli agricoltori in Paesi come<br />

India, Vietnam e Cambogia. Ri<strong>sul</strong>tato:<br />

la risposta perfetta al problema energetico<br />

ancora non c’è. Purtroppo le soluzioni winwin,<br />

che tanto piacciono agli americani, si<br />

trovano più spesso nei manuali di management<br />

che nel mondo reale.<br />

Utilizzo dell’idroelettrico nella produzione globale di elettricità<br />

AREE MONDIALI PRODUZIONE TOTALE DI ELETTRICITÀ (TW/H) CONSUMI IDROELETTRICI (TW/H) PESO %<br />

Nord America 5.041,7 699,7 13,9<br />

Centro e Sud America 1.082,3 700,1 64,7<br />

Europa ed Ex Urss 5.070,1 804,2 15,8<br />

Medio Oriente 756,3 10,8 1,4<br />

Africa 631 97,2 15,4<br />

Asia e Oceania 7.512,1 959,6 12,8<br />

Totale 20.093,5 3.271,6 16,3<br />

Fonte: Bp, World economic outlook 2010<br />

63


11° ITALIAN ENERGY<br />

SUMMIT 2011<br />

Quale futuro per il nuovo energy mix?<br />

Milano - 26, 27 e 28 settembre 2011<br />

Sede <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE - Via Monte Rosa, 91<br />

Intervengono<br />

Paolo Abati, Estra<br />

Maria Andreetta, Energia<strong>24</strong><br />

Miguel Antoñanzas, E.ON Italia<br />

Giovanni Apa, Aiget<br />

Ennio Arlandi, Borsa Italiana<br />

Carlo Bagnasco, Energetic Source<br />

Massimo Bello, DSE<br />

Massimo Bertoncini, Engineering<br />

Alessandro Bianchi, Nomisma Energia<br />

Alberto Biancardi, Autorità per l’energia elettrica e il gas<br />

Danilo Bonato, ReMedia<br />

Guido Bortoni, Autorità per l’energia elettrica e il gas<br />

Fabio Caiazzi, Gala Energia<br />

Luca Valerio Camerano, GDF SUEZ Energie<br />

Carlo Maria Capè, BIP<br />

Stefano Casertano, Universitá di Potsdam<br />

Aldo Chiarini, GDF SUEZ Energia Italia<br />

Gianpaolo Chimenti, PwC Strategy Group<br />

Alessandro Clerici, WEC<br />

Matteo Codazzi, CESI<br />

Marco Codognola, Falck Renewables<br />

Monica Colombera, Legance Studio Legale Associato<br />

Massimo Comina, Prysmian Group<br />

Mimmo Costanzo, Cogip<br />

Stefano da Empoli, I-Com – Istituto per la Competitività<br />

Partner: In collaborazione con:<br />

Con la partecipazione di:<br />

Fornitore uffi ciale:<br />

Servizio Clienti<br />

tel. 02 5660.1887<br />

fax 02 7004.8601<br />

info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Sponsor uffi ciale:<br />

Con il contributo di:<br />

Carlo Del Conte, Studio Legale Pavia e Ansaldo<br />

Domenico Dispenza, Eni Gas & Power<br />

Nicolò Dubini, Harebell<br />

Walter Facciotto, Conai<br />

Francesco Gagliardi, KPMG Advisory<br />

Diego Ganz, Azienda Energetica Trading<br />

Paolo Luca Ghislandi, AIGET<br />

Claudio Gianotti, World Energy<br />

Jacopo Giliberto, <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE<br />

Michele Governatori, AIGET<br />

Heinz Peter Hager, Hager & Partners<br />

Katarzyna Kacperczyk, Ministero degli Affari Esteri<br />

della Polonia<br />

Laura La Posta, <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE<br />

Carlo Leoni, Peugeot Automobili Italia<br />

Nino Lo Bianco, BIP<br />

Francesco Lo Passo, NERA<br />

Mattia Losi, Business Media<br />

Roberto Malaman, Autorità per l’energia elettrica e il gas<br />

Carla Mambretti, Lombardi Molinari e Associati<br />

Studio Legale<br />

Piero Manzoni, Falck Renewables<br />

Cornelius Matthes, Desertec Industrial Initiative (Dii)<br />

Maurizio Melis, Radio <strong>24</strong>, <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE<br />

Aldo Molino, Corporance Finanza d’Impresa<br />

Programma dettagliato, iscrizioni e partnership: www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/energy2011<br />

Massimo Nicolazzi, Centrex Europe Energy & Gas<br />

Massimo Orlandi, Sorgenia<br />

Lorenzo Parola, Dewey & LeBoeuf Studio Legale<br />

Paul Pasteris, TAP<br />

Mauro Pisapia, Lombardi Molinari e Associati<br />

Studio Legale<br />

Michele Pizzolato, ENI Gas & Power<br />

Massimo Ricci, Autorità per l’energia elettrica e il gas<br />

Andrea Roncoroni, ESSEC Paris<br />

Massimo Rosini, Indesit Company<br />

Fabio Santorum, Openlogs<br />

Andrea Sasso, EDF ENR Solare<br />

Livio Scalvini, Intesa Sanpaolo<br />

Barbara Scampuddu, Hager & Partners<br />

Oliver Schulte, RWE Innogy Italia<br />

Massimo Simone, Hager & Partners<br />

Giuseppe Sofi a, Conergy<br />

Ulrich Stofner, Business Location Südtirol –<br />

Alto Adige (BLS)<br />

Carlo Tamburi, Enel<br />

Marco Tecchio, Elettronica Santerno<br />

Valeria Termini, Autorità per l’energia elettrica e il gas<br />

Chicco Testa, Forum Nucleare Italiano<br />

Catia Tomasetti, Bonelli Erede Pappalardo Studio Legale<br />

Winter/Ullstein bild/Archivi Alinari<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE Formazione ed Eventi<br />

Milano - via Monte Rosa, 91<br />

Roma - piazza dell’Indipendenza, 23 b/c<br />

Organizzazione con sistema di qualità certifi cato ISO 9001:2008


9/2011 <strong>24</strong><br />

FUSIONI & ACQUISIZIONI<br />

Gli investimenti punteranno <strong>sul</strong>le rinnovabili<br />

anche “grazie” allo stop dell’atomo<br />

Lo sostiene lo studio pubblicato da Merger Market con Rödl & Partner,<br />

che ha valutato l’andamento di merger & acquisition nella prima parte dell’anno<br />

Nei prossimi mesi il settore delle<br />

energie rinnovabili sarà interessato<br />

da crescenti movimenti di capitali,<br />

accordi e mutamenti di assetti<br />

societari, a conferma di una vitalità<br />

del settore resa ancora più dinamica<br />

dalla crisi del nucleare seguita al disastro<br />

di Fukushima. È quanto emer-<br />

Aspettative di investimento nelle rinnovabili<br />

Percentuale di intervistati<br />

13%<br />

65%<br />

18%<br />

4%<br />

ge dal rapporto pubblicato da Merger<br />

Market in collaborazione con lo<br />

studio legale e tributario internazionale<br />

Rödl & Partner. L’indagine,<br />

giunta alla sua seconda edizione, è<br />

stata condotta su un campione di<br />

100 professionisti senior dell’M&A<br />

appartenenti al mondo delle impre-<br />

13%<br />

65%<br />

18%<br />

4%<br />

Decremento<br />

Stabile<br />

Incremento<br />

Consistente incremento<br />

Fonte: Rödl & Partner<br />

se, degli advisor finanziari, del private<br />

equity di Europa, Africa, Asia,<br />

Nord, Sud e Centro America che operano<br />

nel settore delle energie rinnovabili.<br />

Me se c’è un sostanziale accordo<br />

tra gli intervistati <strong>sul</strong> fatto che<br />

il catastrofico evento giapponese<br />

contribuirà a spostare capitali dal nucleare<br />

verso le fonti pulite, non c’è<br />

altrettanta concordanza di vedute<br />

sugli effetti della crisi del Nord Africa:<br />

in questo caso quasi la metà del<br />

campione non prevede particolari<br />

conseguenze.<br />

Lo studio evidenza la spinta crescente<br />

degli investimenti verso le energie<br />

alternative attraverso la valutazione<br />

e la previsione della portata delle<br />

operazioni di merger & acquisition.<br />

A questo proposito, nella prima metà<br />

del 2011 si sono registrate 51 operazioni<br />

per un valore totale di 10,6 miliardi<br />

di euro. L’offerta di Iberdrola<br />

per rilevare il 20% di Renovables Sa<br />

Iberdrola è stato stimato il più grande<br />

affare dell’anno, in termini economici,<br />

con un valore di 2,6 miliardi<br />

di euro, seguito dai 1,5 miliardi di<br />

euro offerti da France Sa Electricité<br />

per il controllo del 50% di Edf Energies<br />

Nouvelles.<br />

65


66<br />

<strong>24</strong><br />

<strong>Il</strong> 72% degli intervistati si aspetta che<br />

le operazioni di merger & acquisition<br />

nel settore delle energie alternative<br />

aumenteranno nei prossimi mesi,<br />

una percentuale inferiore a quella<br />

registrata lo scorso anno (era il 78%),<br />

ma che comunque evidenzia la predominanza<br />

di aspettative positive.<br />

Secondo il 67% sarà l’Europa il bacino<br />

territoriale più in fermento, grazie<br />

alla spinta alle rinnovabili che viene<br />

esercitata a vario titolo da molti suoi<br />

Paesi membri verso i propri settori<br />

“best seller”: i Paesi nordici per l’eolico,<br />

l’Italia, la Spagna e la Grecia per<br />

il solare, l’Europa continentale per il<br />

geotermico e le biomasse. Per queste<br />

ultime, tra l’altro, lo studio prevede<br />

ottime fortune anche in Italia, un<br />

mercato finora dominato dal fotovoltaico.<br />

Una percentuale analoga ha<br />

anche indicato l’importanza <strong>dei</strong> mercati<br />

emergenti per le attività di M&A<br />

nel settore delle rinnovabili. Secondo<br />

l’indagine, le attività di fusioni e acquisizioni<br />

per eolico e solare saranno<br />

le più numerose, ma le biomasse<br />

guadagneranno sempre maggiore<br />

rilevanza. Gli aiuti governativi sono<br />

ovviamente ancora considerati fondamentali<br />

(dal 72% del campione)<br />

per conferire impulso al settore, e il<br />

31% degli intervistati è convinto che<br />

la forma di sussidio più efficace, ai<br />

fini di direzionare gli investimenti, sia<br />

quella delle tariffe incentivanti, dunque<br />

<strong>sul</strong> modello italiano.<br />

I principali freni agli investimenti sono<br />

individuati nelle incertezze e nelle<br />

lacune normative (che evidentemente<br />

non affliggono solo il nostro Paese)<br />

anche se la percentuale di quanti<br />

<strong>punta</strong>no il dito contro questo “neo”<br />

è scesa in maniera consistente dal<br />

2010 al 2011, passando dal 42 al<br />

34%. Anche il problema dell’accesso<br />

ai finanziamenti sembra molto meno<br />

stringente rispetto a quanto segnalato<br />

dalla scorsa indagine: in questa<br />

edizione dello studio, solo il 29% degli<br />

intervistati ha affermato che si<br />

tratta di un ostacolo significativo,<br />

contro il 70% del 2010. Una vera e<br />

9/2011<br />

propria minaccia, invece, viene ravvisata<br />

per il futuro del settore delle<br />

rinnovabili se i prezzi del greggio tornassero<br />

vicini ai 60 dollari al barile,<br />

portandosi quindi a livelli di competitività<br />

oggi irraggiungibili dalle fonti<br />

Green: in questo caso gli investimenti<br />

nelle fonti pulite potrebbero essere<br />

a rischio. Ma si tratta, al momento, di<br />

una minaccia alquanto remota.<br />

ma.an.<br />

Nel fotovoltaico italiano potrebbero andare avanti<br />

solamente progetti autorizzati “nudi”<br />

<strong>Il</strong> decreto per il quarto Conto energia ha ridisegnato completamente lo scenario<br />

degli investimenti nel settore fotovoltaico in Italia, sia per l’ulteriore riduzione delle<br />

tariffe, sia per il nuovo meccanismo d’incentivazione, che crea grande incertezza <strong>sul</strong><br />

se, <strong>sul</strong> quando e su quali incentivi un progetto fotovoltaico avrà diritto, anche considerando<br />

che viene per la prima volta fissato un plafond costituente l’importo massimo<br />

che lo Stato può di semestre in semestre stanziare.<br />

Una volta esauriti tutti i progetti attualmente in corso di costruzione, andranno probabilmente<br />

avanti solamente progetti fotovoltaici autorizzati “nudi”, ovvero non costruiti,<br />

restando non prevedibile se e come saranno ammessi all’incentivazione. Altri<br />

limiti sono ravvisabili nella più rigida applicazione <strong>dei</strong> criteri per la sottoposizione a<br />

Valutazione di impatto ambientale degli impianti fotovoltaici a terra e, allo stato attuale,<br />

nell’assenza di una disciplina normativa uniforme su tutto il territorio nazionale<br />

in materia di regolamentazione della fase autorizzativa.<br />

Dall’estero guardano comunque con interesse al nostro Paese per le sue eccezionali<br />

qualità di irraggiamento solare, oltre al fatto che l’Italia rimane comunque uno <strong>dei</strong><br />

pochi Paesi che incentiva con fondi pubblici, e dunque di sicura erogazione. Si ritiene<br />

comunque che le banche finanzieranno solo quei progetti per i quali sia pianificabile<br />

un determinato ritorno dell’investimento e quindi che saranno certamente ammessi<br />

alle tariffe più convenienti.<br />

Considerando lo stato delle cose, un investitore può prevedere, in alcuni casi, che<br />

siano sospesi gli effetti del contratto che viene stipulato per l’acquisto dell’impianto,<br />

fino a quando non vengano ottenuti i necessari permessi o autorizzazioni mancanti e<br />

comunque risolte le problematiche rilevate con l’attività di due diligence, il tutto entro<br />

un termine massimo. Altra garanzia è costituita dalla costituzione di un deposito fiduciario<br />

del prezzo dell’impianto, che potrà essere incassato solamente nel momento in<br />

cui si risolvano i problemi rilevati in sede di due diligence, momento nel quale si stabilisce<br />

che la proprietà dell’impianto passi all’acquirente.<br />

Roberto Pera - managing partner Roedl & Partner<br />

Piergiorgio Zettera - associate Roedl & Partner


9/2011 <strong>24</strong><br />

SCENARI<br />

La rivoluzione delle energie rinnovabili<br />

presuppone tecnologie e obiettivi di sistema<br />

<strong>Il</strong> passaggio dalle fonti fossili a quelle pulite comporta la rivisitazione di logiche<br />

globali. Bassa densità energetica e variabilità delle fonti sono le sfide da affrontare<br />

L<br />

’ultimo rapporto dell’International<br />

energy agency (Iea) <strong>sul</strong>le prospettive<br />

energetiche globali, reso pubblico alla fine<br />

del 2010, conteneva una conferma largamente<br />

anticipata da molti esperti, ma passata<br />

generalmente in sordina sui mezzi di<br />

informazione di massa. Eppure, le sue<br />

conseguenze avranno un impatto radicale<br />

<strong>sul</strong>l’economia mondiale nel lungo periodo.<br />

<strong>Il</strong> picco di estrazione del greggio<br />

convenzionale è stato raggiunto nel 2006,<br />

e la produzione mondiale non potrà che<br />

decrescere gradualmente, non importa<br />

quante risorse tecniche ed economiche<br />

saranno messe in campo. Semplicemen-<br />

te, le riserve mondiali si stanno esaurendo<br />

(si veda la figura in basso). Ciò non significa<br />

una fine imminente dell’era <strong>dei</strong> combustibili<br />

fossili che hanno plasmato la società<br />

moderna dall’inizio dell’era industriale,<br />

perché le riserve di greggio non<br />

convenzionale, di gas naturale e di carbone<br />

potranno supplire alla domanda crescente<br />

nei prossimi decenni. Ma la transizione<br />

dal sistema energetico attuale, basato<br />

per l’82% su fonti fossili, sarà inevitabile.<br />

Tuttavia, il passaggio verso un sistema<br />

energetico alternativo che sfrutti le fonti<br />

rinnovabili sarà un processo molto più<br />

Previsione della produzione mondiale di greggio<br />

lungo e complesso di quanto generalmente<br />

non si pensi. Le straordinarie proprietà<br />

<strong>dei</strong> combustibili fossili (alta densità<br />

energetica, facilità di estrazione e di trasporto,<br />

possibilità di immagazzinamento<br />

su larga scala) hanno plasmato la struttura<br />

stessa del mondo moderno, caratterizzato<br />

da un’agricoltura altamente meccanizzata<br />

e dipendente da massicci input di<br />

fertilizzanti (che sono prodotti a partire<br />

dal gas naturale mediante sintesi dell’ammoniaca),<br />

da una produzione industriale<br />

di beni di consumo e, infine, da un’elevata<br />

mobilità di merci e persone.<br />

Persino l’organizzazione del territorio,<br />

Greggio non convenzionale<br />

Gas naturali liquidi<br />

Giacimenti ancora<br />

non scoperti<br />

Giacimenti ancora<br />

non sfruttati<br />

Giacimenti attualmente<br />

sfruttati<br />

Fonte: Iea, World Energy Outlook 2010<br />

67


68<br />

<strong>24</strong><br />

con la concentrazione crescente della<br />

popolazione umana in mega agglomera-<br />

ti urbani ad altissima densità, riflette e<br />

ben si coniuga con la densità energetica<br />

caratteristica <strong>dei</strong> combustibili fossili.<br />

Non basta, quindi, sostituire una centrale<br />

termoelettrica a carbone con un parco<br />

eolico. L’intera struttura della società<br />

moderna deve essere adattata alle caratteristiche<br />

radicalmente diverse delle fonti<br />

rinnovabili. Si tratta di una transizione<br />

su enorme scala, resa ancora più urgente<br />

dall’impatto ambientale crescente, in<br />

termini di emissioni, dovuto alla combustione<br />

e alla trasformazione delle fonti<br />

fossili.<br />

Una valutazione a 360 gradi<br />

A questo proposito, osserviamo che il riscaldamento<br />

globale dovuto alle emissioni<br />

di gas serra è solo un aspetto<br />

dell’impatto ambientale. La realtà è che<br />

qualsiasi sistema energetico ha un impatto<br />

ambientale, misurabile su molteplici<br />

dimensioni, e che la scala del fabbisogno<br />

energetico attuale ci costringerà a com-<br />

Confronto multidimensionale tra due sistemi energetici alternativi<br />

Sistema 1<br />

Valutazioni<br />

9/2011<br />

promessi difficili. Diviene quindi fondamentale<br />

adottare un metodo il più possibile<br />

completo per confrontare sistemi<br />

energetici alternativi secondo una molteplicità<br />

di dimensioni di valutazione. Questo<br />

“approccio multidimensionale”, che<br />

abbiamo adottato, per esempio, nella definizione<br />

di piani energetici comunali,<br />

consente di presentare ai decisori politici<br />

un insieme più ricco di informazioni su cui<br />

basare le proprie scelte. La figura sottostante<br />

mostra la valutazione di due soluzioni<br />

possibili per ottenere lo stesso obiet-<br />

Sistema 2<br />

Efficienza industria Efficienza industria<br />

Elettrodomestici Cogenerazione<br />

Biomasse dedicate<br />

Elettrodomestici<br />

Biomasse<br />

Biomasse<br />

Area verde<br />

Solare termico<br />

Solare fotovoltaico<br />

Area verde<br />

Solare<br />

termico<br />

Valutazioni<br />

Efficienza energetica Efficienza energetica<br />

Economicità Rinnovabilità Economicità<br />

Rinnovabilità<br />

Riutilizzo/<br />

smaltibilità<br />

Riqualificazioni<br />

edili<br />

Riduzione<br />

delle emissioni<br />

Riutilizzo/<br />

smaltibilità<br />

Solare fotovoltaico<br />

Densità energetica Densità energetica<br />

Cogenerazione<br />

Riduzione<br />

delle emissioni<br />

Riqualificazioni<br />

edili<br />

Fonte: Cefriel


9/2011 <strong>24</strong><br />

tivo di riduzione delle emissioni. In questo<br />

caso, due sistemi energetici alternativi sono<br />

stati valutati in base a sei criteri di merito,<br />

per ciascuno <strong>dei</strong> quali la metodologia<br />

assegna un voto tra 0 e 10. La rappresentazione<br />

grafica mediante un semplice diagramma<br />

radar evidenzia a colpo d’occhio<br />

la valutazione complessiva del sistema<br />

energetico, mostrandone i punti di forza<br />

e di debolezza.<br />

Le peculiarità delle rinnovabili<br />

Un sistema energetico basato su fonti rinnovabili<br />

dovrà essere progettato tenendo<br />

conto delle loro caratteristiche peculiari, in<br />

particolare bassa densità energetica, variabilità<br />

e geo-localizzazione. Le fonti rinnovabili,<br />

infatti, hanno generalmente una bassa<br />

densità energetica, ciò significa che necessitano<br />

di ampie estensioni per soddisfare<br />

un dato fabbisogno (si veda la figura in<br />

questa pagina). Per esempio, i parchi eolici<br />

moderni producono circa 2 Watt per metro<br />

quadrato e generano elettricità per non<br />

più del 25% del tempo (rispetto, per esempio,<br />

al 70% di una centrale a carbone). Se<br />

volessimo coprire il fabbisogno mondiale di<br />

elettricità con turbine eoliche, avremmo<br />

bisogno di un’area di circa 4 milioni di chilometri<br />

quadrati, pari a tredici volte la superficie<br />

dell’Italia. La bassa densità energetica<br />

non si riflette soltanto <strong>sul</strong>l’occupazione<br />

di territorio, ma anche <strong>sul</strong>la necessità di<br />

costruire le infrastrutture necessarie per<br />

concentrare l’energia così prodotta e distribuirla<br />

agli utilizzatori finali (l’industria, il<br />

residenziale e i trasporti), che sono in larga<br />

parte strutturati in agglomerati ad altissima<br />

densità di consumo.<br />

La variabilità e la geo-localizzazione pongono<br />

ulteriori requisiti strutturali. Rimanendo<br />

<strong>sul</strong> caso dell’energia eolica, occorre<br />

realizzare migliaia di chilometri di linee di<br />

trasmissione per trasmettere l’energia prodotta<br />

dalle regioni ventose (le zone centrali<br />

negli Stati Uniti, il Mare del Nord in Europa)<br />

agli utilizzatori finali (le fasce costiere<br />

del Nord America e le zone altamente industrializzate<br />

dell’Europa centrale). La variabilità<br />

intrinseca della fonte primaria potrebbe<br />

essere poi attenuata grazie a infrastrutture<br />

ancora più complesse, come una<br />

rete elettrica altamente interconnessa su<br />

scala nazionale o meglio continentale, in<br />

grado di distribuire in modo intelligente<br />

l’energia generata in eccesso in una data<br />

zona geografica in modo da supplire alla<br />

carenza di generazione in un’altra zona.<br />

Oltre agli inevitabili impatti <strong>sul</strong> territorio<br />

dell’imponente infrastruttura necessaria<br />

(torri eoliche, cabine di trasformazione, linee<br />

ad alta tensione, strade di accesso), la<br />

costruzione e manutenzione di un tale apparato<br />

richiederà enormi flussi di materiali,<br />

con problemi intuibili di disponibilità<br />

delle materie prime, estrazione, trasformazione,<br />

smaltimento.<br />

<strong>Il</strong> ruolo delle tecnologie digitali<br />

Un sistema energetico basato prevalentemente<br />

su flussi rinnovabili si configura quindi<br />

come un sistema altamente interconnesso,<br />

decentralizzato, alimentato da una<br />

molteplicità di fonti di svariate dimensioni,<br />

dal pannello solare su scala residenziale agli<br />

immensi campi eolici marini con capacità<br />

paragonabili a una centrale nucleare. Una<br />

struttura di questo tipo richiede intrinsecamente<br />

un sistema di controllo intelligente,<br />

distribuito e in tempo reale per gestirne la<br />

complessità, coordinare la generazione con<br />

il fabbisogno, ottimizzare le prestazioni e<br />

ridurre i costi operativi e di manutenzione.<br />

Solo le moderne tecnologie digitali possono<br />

Densità energetica delle fonti<br />

fossili e delle rinnovabili<br />

Fonte: Cefriel<br />

realizzare tale sistema di controllo. Per questo<br />

motivo, sono ormai divenute essenziali<br />

nelle recenti trasformazioni che coinvolgono<br />

tutti i settori energetici. Ciò si riflette<br />

nella nostra esperienza professionale, nei<br />

progetti che realizziamo a ogni livello della<br />

catena di trasformazione dell’energia,<br />

dall’ottimizzazione <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> residenziali<br />

e industriali, alle reti di distribuzione “intelligenti”<br />

di elettricità, gas e acqua, ai cicli<br />

di raccolta e smaltimento <strong>dei</strong> rifiuti, alla mobilità<br />

elettrica. Ma l’intelligenza digitale, per<br />

quanto sofisticata, non può fissare gli obiettivi<br />

del sistema, che devono essere stabiliti<br />

dai decisori politici in base al mandato della<br />

società civile. L’auspicio è che siano fissati in<br />

modo non ideologico, ma basandosi su informazioni<br />

e metodi di valutazione il più<br />

possibile completi, scientifici e trasparenti.<br />

Diego Ragazzi<br />

manager Green Ict di Cefriel<br />

69


70<br />

<strong>24</strong><br />

EFFICIENZA ENERGETICA<br />

Nuova illuminazione a Led<br />

per i quadri della Pinacoteca Ambrosiana<br />

L’installazione, sponsorizzata da Eon, permette di risparmiare energia e riduce<br />

i costi di manutenzione, consentendo una miglior fruizione delle opere d’arte<br />

Valorizzare le opere esposte attraverso<br />

una miglior illuminazione,<br />

ottenendo nel contempo un considerevole<br />

risparmio energetico: è quanto si è<br />

proposta Eon Italia sponsorizzando, nella<br />

Biblioteca Pinacoteca Ambrosiana di<br />

Milano, un nuovo impianto a Led (Light<br />

emitting diode), che promette una migliore<br />

efficienza energetica tagliando i<br />

<strong>consumi</strong> del 70%.<br />

L’installazione è stata realizzata, per il<br />

momento, in sei sale della Pinacoteca,<br />

ma è prevista in futuro anche in altre<br />

sezioni. Le soluzioni a Led utilizzate, come<br />

ha sottolineato l’amministratore delegato<br />

della società Luca Dal Fabbro,<br />

hanno una potenza inferiore rispetto al<br />

vecchio sistema di illuminazione alogena<br />

Una delle sale della Pinacoteca Ambrosiana rinnovata con la nuova illuminazione<br />

(da 71 Watt a 6,5 Watt) e presentano<br />

numerosi vantaggi, tra i quali, per esempio,<br />

l’assenza di sostanze tossiche, con<br />

componenti facilmente smaltibili, e una<br />

maggior durata delle lampade (circa<br />

Anche la Pa <strong>punta</strong> sui diodi per abbattere i <strong>consumi</strong><br />

L’impegno di Eon si sta concentrando anche <strong>sul</strong>lo sviluppo di progetti di efficienza per le<br />

Pubbliche amministrazioni e le aziende. In particolare, Eon sta realizzando un nuovo impianto<br />

di illuminazione stradale per il Comune di Bellegra, in provincia di Roma. Per<br />

questo progetto Eon si è affidato a Gelbison Electronics, realtà salernitana che opera nel<br />

settore dell’illuminazione a Led,<br />

con la quale l’azienda ha siglato un<br />

accordo. Sono stati sostituiti 534<br />

corpi illuminanti con la tecnologia<br />

a Led e messi in sicurezza gli impianti,<br />

con l’obiettivo di abbattere<br />

i <strong>consumi</strong> del 70% e di ridurre i<br />

costi di manutenzione di 18.000<br />

euro all’anno, grazie alla maggior<br />

durata delle luci.<br />

9/2011<br />

30mila ore), con conseguente riduzione<br />

<strong>dei</strong> costi di manutenzione e sostituzione<br />

<strong>dei</strong> corpi illuminanti.<br />

Dal nuovo impianto trae beneficio anche<br />

la conservazione delle opere d’arte,<br />

in quanto la luce a Led non scalda, poiché<br />

il calore viene dissipato nella parte<br />

posteriore del corpo illuminante.<br />

La maggior difficoltà incontrata nell’installazione<br />

è stata valorizzare ogni singola<br />

opera adattando l’illuminazione a<br />

dimensioni e soggetti molto diversificati,<br />

facendo risaltare il quadro su uno<br />

sfondo murale tenuto volutamente in<br />

ombra. Tra i progetti futuri di Eon c’è,<br />

oltre all’ampliamento del progetto ad<br />

altre sale della Pinacoteca, l’illuminazione<br />

della facciata. l.m.m.


<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

Sede legale e Amministrazione: Via Monte Rosa 91 - 20149 Milano - Tel. 02 3022.1 - www.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Capitale Sociale Euro 35.123.787,40 i.v. - n. 00777910159 di Cod. Fisc., P.IVA e iscrizione nel Registro Imprese di Milano -<br />

R.E.A. n. 694938 pubblicato ai sensi dell'articolo 9, della delibera 129/02/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,<br />

denominata Informativa Economica di Settore.<br />

ATTIVITÀ<br />

31.12.2010 31.12.2009<br />

Attività non correnti<br />

Immobili, impianti e macchinari 80.929 86.125<br />

Avviamento 18.233 513<br />

Attività immateriali 35.708 18.915<br />

Partecipazioni in società collegate e joint venture 1.320 1.320<br />

Attività finanziarie disponibili per la vendita 875 2.875<br />

Altre attività finanziarie non correnti 19.7<strong>24</strong> 19.168<br />

Altre attività non correnti 119.062 150.668<br />

Attività per imposte anticipate 37.623 18.092<br />

Totale<br />

Attività correnti<br />

313.474 297.676<br />

Rimanenze 5.645 10.770<br />

Crediti commerciali 152.767 149.408<br />

Altri crediti 10.821 8.291<br />

Altre attività finanziarie correnti 9.928 21.420<br />

Altre attività correnti 5.320 5.459<br />

Disponibilità liquide e mezzi equivalenti 68.873 87.383<br />

Totale 253.355 282.731<br />

Attività destinate alla vendita - 1.591<br />

TOTALE ATTIVITÀ 566.828 581.998<br />

CONTO ECONOMICO<br />

BILANCIO AL 31.12.2010<br />

STATO PATRIMONIALE<br />

<br />

2010 2009<br />

Ricavi quotidiani, libri e periodici 134.006 146.642<br />

Ricavi pubblicitari 182.637 161.554<br />

Altri ricavi 101.732 99.007<br />

Totale ricavi 418.375 407.203<br />

Altri proventi operativi 17.833 13.604<br />

Costi del personale (157.647) (153.756)<br />

Variazione delle rimanenze (6.821) (1.842)<br />

Acquisti materie prime e di consumo (19.519) (28.596)<br />

Costi per servizi (2<strong>24</strong>.051) (213.046)<br />

Costi per godimento di beni di terzi (27.860) (25.680)<br />

Oneri diversi di gestione (10.689) (9.561)<br />

Accantonamenti (3.048) (2.396)<br />

Svalutazione crediti (7.181) (5.623)<br />

Margine operativo lordo (20.608) (19.693)<br />

Ammortamenti attività immateriali (6.594) (3.369)<br />

Ammortamenti attività materiali (10.300) (10.005)<br />

Minusvalenze/Plusvalenze (2.008) 225<br />

da cessione attività non correnti<br />

Ri<strong>sul</strong>tato operativo (39.509) (32.842)<br />

Proventi finanziari 1.840 3.199<br />

Oneri finanziari (602) (472)<br />

Totale Proventi (Oneri) finanziari 1.238 2.727<br />

Altri proventi (oneri) da attività (4.074) (20.642)<br />

e passività di investimento<br />

Ri<strong>sul</strong>tato prima delle imposte (42.346) (50.757)<br />

Imposte <strong>sul</strong> reddito 6.660 4.321<br />

Ri<strong>sul</strong>tato netto (35.686) (46.436)<br />

<br />

PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ<br />

A) Patrimonio netto 31.12.2010 31.12.2009<br />

Patrimonio netto<br />

Capitale sociale 35.1<strong>24</strong> 35.1<strong>24</strong><br />

Riserve di capitale 180.316 180.316<br />

Riserve di rivalutazione 20.561 20.561<br />

Riserve di copertura e di traduzione (339) (333)<br />

Riserve - Altre 26.638 35.385<br />

Utili (Perdite) portati a nuovo 62.190 99.252<br />

Utile (Perdita) dell'esercizio (35.686) (46.436)<br />

Totale Patrimonio netto 288.804 323.869<br />

B) Passività non correnti<br />

Passività finanziarie non correnti 7.481 10.144<br />

Benefici ai dipendenti 33.189 32.041<br />

Passività per imposte differite 6.562 740<br />

Fondi rischi e oneri 14.944 13.717<br />

Altre passività non correnti 34 34<br />

Totale 62.211 56.676<br />

C) Passività correnti<br />

Scoperti e finanziamenti bancari scadenti entro l’anno 2.663 3.143<br />

Altre passività finanziarie correnti 478 4.162<br />

Passività finanziarie detenute per la negoziazione 468 459<br />

Debiti commerciali 150.510 140.<strong>24</strong>4<br />

Altre passività correnti 5.177 4.398<br />

Altri debiti 56.519 49.047<br />

Totale 215.813 201.453<br />

Passività destinate alla vendita - -<br />

Totale passività 278.0<strong>24</strong> 258.129<br />

TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ 566.828 581.998<br />

PROSPETTO DI DETTAGLIO DELLE VOCI DI BILANCIO<br />

PUBBLICATO AI SENSI DELL'ART. 9<br />

DELLA DELIBERA 129/02/CONS DELL'AUTORITÀ<br />

PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI,<br />

DENOMINATA INFORMATIVA ECONOMICA DI SISTEMA<br />

01 Vendita di copie 123.866.427,61<br />

02 Pubblicità 133.977.577,78<br />

03 - Diretta 133.977.577,78<br />

04 - Tramite concessionaria -<br />

05 Ricavi da editoria online 4<strong>24</strong>.843,71<br />

06 - Abbonamenti 4<strong>24</strong>.843,71<br />

07 - Pubblicità -<br />

08 Ricavi da vendita e di informazioni -<br />

09 Ricavi da altra attività editoriale 43.106.788,43<br />

10 Totale voci 01+02+05+08+09 301.375.637,53<br />

ELENCO DELLE TESTATE IN ESCLUSIVA PUBBLICITARIA<br />

PER L'ANNO 2010


72<br />

EVENTI<br />

<strong>24</strong><br />

giunto all’undicesima edizione<br />

È l’Italian Energy Summit, l’ap<strong>punta</strong>mento<br />

annuale che <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> Ore propone<br />

agli operatori del settore per offrire<br />

una panoramica del mercato<br />

energetico a livello nazionale e internazionale.<br />

Articolato in tre giornate, il 26, 27 e 28<br />

settembre, nella sede di Milano del<br />

Gruppo <strong>24</strong> Ore, in Via Monte Rosa 91,<br />

quest’anno sarà incentrato <strong>sul</strong>l’argomento<br />

“Quale futuro per il nuovo<br />

energy mix?”.<br />

Lo svolgimento dell’evento prevede<br />

una conferenza inaugurale dal titolo<br />

“Energy mix: la gara tra le fonti. Lo<br />

sviluppo del sistema italiano tra elettrico,<br />

petrolio, carbone, gas e rinnovabili”,<br />

seguita, nelle prime due giornate,<br />

da momenti di approfondimento<br />

<strong>sul</strong>le seguenti tematiche: il mercato<br />

del gas, il mercato elettrico, il<br />

mercato delle rinnovabili e le dinamiche<br />

di sistema, efficienza energetica<br />

e ottimizzazione <strong>dei</strong> <strong>consumi</strong> in<br />

azienda.<br />

<strong>Il</strong> giorno 28, invece, sono in programma<br />

due workshop: il primo, al mattino,<br />

9/2011<br />

a cura di Laura Marinoni Marabelli<br />

<strong>Il</strong> giusto mix energetico per il nostro Paese<br />

Se ne parlerà presso l’Italian Energy Summit, dal 26 al 28 settembre a Milano<br />

14-16 settembre<br />

Nella Capitale cinque fiere <strong>sul</strong>l’energia alternativa<br />

In settembre, alla Fiera di Roma, sono in mostra Zeroemission Rome,<br />

dedicato a energie rinnovabili, sostenibilità ambientale<br />

ed emission trading, che si svolge in concomitanza con Eolica Expo<br />

Mediterranean, <strong>sul</strong>l’energia eolica, CO2 Expo, <strong>sul</strong> mercato <strong>dei</strong> crediti<br />

di carbonio, Pv Rome Mediterranenan, <strong>sul</strong>le tecnologie fotovoltaiche,<br />

e Solartech, dedicato a solare a concentrazione<br />

e termico. <strong>Il</strong> sito Internet per avere ulteriori dettagli è<br />

www.zeroemissionrome.eu/it_zer.<br />

23-25 settembre<br />

Klimaenergy è alla quarta edizione<br />

Klimaenergy, il salone internazionale delle energie rinnovabili,<br />

si presenta quest’anno a Fiera Bolzano con un ampio spazio<br />

espositivo, un programma di eventi collaterali (workshop e<br />

conferenze) e i tour guidati a impianti già realizzati che utilizzano<br />

energie rinnovabili. Nell’ambito del salone, vi è il Klimaenergy<br />

Award, il concorso organizzato da Fiera Bolzano e Fondazione Cassa<br />

di Risparmio, che premia i più validi progetti nel campo delle energie<br />

rinnovabili che Comuni, Province e Regioni realizzano per coprire il<br />

Altri ap<strong>punta</strong>menti<br />

sugli aspetti contabili e fiscali degli investimenti<br />

e <strong>dei</strong> prodotti del mercato<br />

delle rinnovabili, mentre il pomeriggio<br />

sarà dedicato alla sessione <strong>sul</strong> trading<br />

di energia.<br />

Maggiori informazioni <strong>sul</strong> programma,<br />

<strong>sul</strong>le quote di partecipazione e <strong>sul</strong>le modalità<br />

di acquisto sono reperibili <strong>sul</strong> sito<br />

www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/st/<br />

energy2011/.<br />

Per iscriversi al Summit e ai workshop<br />

occorre telefonare allo 0256601887 o<br />

inviare una mail al seguente indirizzo:<br />

iscrizioni@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com.<br />

proprio fabbisogno energetico. Altre informazioni sono <strong>sul</strong> sito<br />

www.fierabolzano.it/klimaenergy.<br />

5-6 ottobre<br />

Un Forum <strong>sul</strong> Billing nel capoluogo lombardo<br />

I modelli, le soluzioni e i sistemi per gestire la fatturazione<br />

nelle società energetiche: sono gli argomenti del Billing & Crm<br />

Forum, la mostra convegno organizzata dall’Istituto<br />

internazionale di ricerca che si svolge all’Ata Hotel Executive. <strong>Il</strong><br />

programma dettagliato e la quota di iscrizione<br />

sono reperibili all’indirizzo www.iir-italy.it.<br />

5-8 ottobre<br />

Tre aree tematiche per il Saie 2011<br />

All’insegna del motto “Innovare, integrare, costruire”, Saie,<br />

il salone internazionale dell’edilizia, in programma a Bologna<br />

Fiera, si articola in tre aree tematiche: Saienergia & sostenibilità,<br />

Saiecantiere & produzione e Saieservizi, con diversi percorsi<br />

espositivi. Le Piazze di Saie e e le aree Demo, punto d’incontro<br />

per i vari operatori, sono corredate da un ampio calendario di<br />

convegni e seminari. Per altre informazioni collegarsi al sito<br />

www.saie.bolognafiere.it.


Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

Sede legale e Amministrazione: Via Monte Rosa 91 - 20149 Milano - Tel. 02 3022.1 - www.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Capitale Sociale Euro 35.123.787,40 i.v. - n. 00777910159 di Cod. Fisc., P.IVA e iscrizione nel Registro Imprese di Milano -<br />

R.E.A. n. 694938 pubblicato ai sensi dell'articolo 9, della delibera 129/02/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni,<br />

denominata Informativa Economica di Settore.<br />

BILANCIO CONSOLIDATO AL 31.12.2010<br />

ATTIVITÀ<br />

31.12.2010 31.12.2009<br />

Attività non correnti<br />

Immobili, impianti e macchinari 84.769 90.523<br />

Avviamento 73.111 72.867<br />

Attività immateriali 89.958 100.511<br />

Partecipazioni in società collegate e joint venture 3.091 3.098<br />

Attività finanziarie disponibili per la vendita 1.179 2.903<br />

Altre attività finanziarie non correnti 19.766 19.227<br />

Altre attività non correnti 1.218 773<br />

Attività per imposte anticipate 41.336 29.617<br />

Totale 314.428 319.519<br />

Attività correnti<br />

Rimanenze 9.952 15.433<br />

Crediti commerciali 178.662 193.537<br />

Altri crediti 13.141 12.517<br />

Altre attività correnti 6.222 6.847<br />

Disponibilità liquide e mezzi equivalenti 76.713 95.277<br />

Totale 284.690 323.611<br />

Attività destinate alla vendita - 2.992<br />

TOTALE ATTIVITÀ 599.118 646.122<br />

Gruppo <strong>24</strong> ORE<br />

2010 2009<br />

Ricavi quotidiani, libri e periodici 137.421 155.443<br />

Ricavi pubblicitari 182.804 187.559<br />

Altri ricavi 161.746 159.700<br />

Totale ricavi 481.971 502.702<br />

Altri proventi operativi 18.030 14.359<br />

Costi del personale (189.975) (203.207)<br />

Variazione delle rimanenze (6.154) (2.966)<br />

Acquisti materie prime e di consumo (<strong>24</strong>.795) (34.299)<br />

Costi per servizi (235.415) (<strong>24</strong>3.605)<br />

Costi per godimento di beni di terzi (35.463) (33.443)<br />

Oneri diversi di gestione (13.081) (14.290)<br />

Accantonamenti (3.469) (2.286)<br />

Svalutazione crediti (8.426) (7.650)<br />

Margine operativo lordo (16.777) (<strong>24</strong>.685)<br />

Ammortamenti attività immateriali (18.101) (19.776)<br />

Ammortamenti attività materiali (11.456) (11.565)<br />

Perdita di valore di attività materiali e immateriali - (11.716)<br />

Plus/minusvalenze da cessione att. non corr. (1.489) 272<br />

STATO PATRIMONIALE<br />

CONTO ECONOMICO<br />

Valori in migliaia di euro<br />

PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ<br />

31.12.2010 31.12.2009<br />

A) Patrimonio netto<br />

Patrimonio netto attribuibile ad azionisti della controllante<br />

Capitale sociale 35.1<strong>24</strong> 35.1<strong>24</strong><br />

Riserve di capitale 180.316 180.316<br />

Riserve di rivalutazione 20.561 20.561<br />

Riserve di copertura e di traduzione (339) (333)<br />

Riserve - Altre 25.995 34.961<br />

Utili/(Perdite) portati a nuovo<br />

Utile (Perdita) attribuibile ad azionisti<br />

35.609 78.799<br />

della controllante (40.100) (52.564)<br />

Totale 257.166 296.864<br />

Patrimonio netto attribuibile a partecipazioni di minoranza<br />

Capitale e riserve attribuibili<br />

a partecipazioni di minoranza<br />

608 1.497<br />

Utile (perdita) attribuibile a partecipazioni di minoranza (312) (779)<br />

Totale 296 718<br />

Totale Patrimonio netto<br />

B) Passività non correnti<br />

257.462 297.581<br />

Passività finanziarie non correnti 8.109 10.886<br />

Benefici ai dipendenti 37.051 38.786<br />

Passività per imposte differite 19.047 20.997<br />

Fondi rischi e oneri 16.789 19.209<br />

Altre passività non correnti 74 34<br />

Totale<br />

C) Passività correnti<br />

81.070 89.912<br />

Scoperti e finanziamenti bancari scadenti entro l’anno 3.084 3.633<br />

Passività finanziarie detenute per la negoziazione 468 459<br />

Debiti commerciali 162.649 161.077<br />

Altre passività correnti 9.675 8.792<br />

Altri debiti 84.711 84.195<br />

Totale 260.586 258.156<br />

Passività destinate alla vendita - 472<br />

Totale passività 341.656 348.540<br />

TOTALE PATRIMONIO NETTO E PASSIVITÀ 599.118 646.122<br />

Valori in migliaia di euro<br />

2010 2009<br />

Ri<strong>sul</strong>tato operativo (47.8<strong>24</strong>) (67.470)<br />

Proventi finanziari 1.761 3.046<br />

Oneri finanziari (699) (596)<br />

Totale Proventi (Oneri) finanziari 1.061 2.450<br />

Altri proventi (oneri) da attività (1.884) (555)<br />

e passività di investimento<br />

Utili (perdite) da valutazione partecipazioni (12) (1.168)<br />

Ri<strong>sul</strong>tato prima delle imposte (48.659) (66.743)<br />

Imposte <strong>sul</strong> reddito 8.<strong>24</strong>7 13.400<br />

Ri<strong>sul</strong>tato delle attività in funzionamento (40.412) (53.343)<br />

Ri<strong>sul</strong>tato delle attività cessate - -<br />

Ri<strong>sul</strong>tato netto (40.412) (53.343)<br />

Ri<strong>sul</strong>tato attribuibile a partecipazioni di minoranza (312) (779)<br />

Ri<strong>sul</strong>tato attribuibile ad azionisti della controllante (40.100) (52.564)<br />

Utile per azione-base in euro (0,32) (0,39)<br />

Utile per azione-diluito in euro (0,32) (0,39)


74<br />

Ne abbiamo parlato a pagina:<br />

A A2a - 52<br />

Acea - 57<br />

Acquirente unico - 27<br />

Aeeg - 26<br />

Agenzia internazionale<br />

dell’energia - 38, 63, 67<br />

Alstom - 41<br />

Althesys - 55<br />

Ance - 47<br />

Ansaldo Energia - 22<br />

Aper - 35<br />

Api Nova Energia - 7<br />

Assocarboni - 13<br />

Assoelettrica - 14<br />

Assosolare - 31<br />

Auprema - 52<br />

Autorità per l’energia elettrica<br />

e il gas - 12, 27, 44<br />

Aws Ocean Energy - 41<br />

B Banca europea per gli<br />

investimenti - 46, 58<br />

Banca Imi - 41<br />

Bluewater - 38<br />

C Camagni Olmini - 52<br />

Canadian Solar - 40<br />

Cap Holding - 58<br />

Cassa Depositi e Prestiti - 46, 57<br />

Centrobanca - 41<br />

Ciet - 22<br />

Cipe - 41<br />

Comitato termotecnico<br />

italiano - 47<br />

Conscoop - 7<br />

D Desertec industrial initiative - 41<br />

Deutsche Bank - 7, 46<br />

E Edf Energies Nouvelles - 65<br />

Edipower - 12<br />

Edra Ambiente - 7<br />

Enel - 11, 14, 15<br />

Enel Green Power - 35, 41<br />

Energy Resources - 7<br />

Indice inserzionisti pubblicitari<br />

Bologna Fiere - 10<br />

CanadianSolar - IV di cop.<br />

Dsf Spark Energy - 25<br />

Energy Resources - 37<br />

Fiera Bolzano - 54<br />

Fiera Milano - III di cop.<br />

Icenova - 28<br />

Eni - 14, 18<br />

Eon Italia - 70<br />

eSolar - <strong>24</strong><br />

Espe - 7<br />

F Fanfoni Impianti - 7<br />

Federutility - 60<br />

Fiera Bolzano - 72<br />

Fiper - 36<br />

Fondazione Cassa di risparmio - 72<br />

France Sa Electricité - 65<br />

G Ge Energy - 22, 23<br />

Ge Power and Water - 23<br />

Gelbison Electronics - 70<br />

Geogreen - 14<br />

Gme - 44<br />

Gmpr Group - 26<br />

Gruppo Gavio - 20<br />

Gruppo Tamoil - 20<br />

Gse - 26, 29, 35<br />

H Hong Kong and Shanghai<br />

Banking Corporation - 63<br />

I Iberdrola - 65<br />

Ifi - 31<br />

Isofoton - 7<br />

Istituto internazionale<br />

di ricerca - 72<br />

K Kopernico - 7<br />

L Legacoop Abitanti - 52<br />

Legacoop Abitanti Lombardia - 52<br />

M Martifer - 32<br />

Merger Market - 65<br />

MetCap Energy Investments - 23<br />

Metropolitana Milanese - 55, 58<br />

Microsoft Italia - 61<br />

Moroccan agency for solar<br />

energy - 41<br />

N Nomisma Energia - 12<br />

Novabita - 50<br />

Icim - II di cop.<br />

Iml Impianti - 8, 9, 42<br />

Schneider - 17, 19, 21<br />

Schott Solar - 4<br />

Troyer - 53<br />

W.T.E. Waste to Energy - 34<br />

P Petrolifera Italo Rumena - 20<br />

Politecnico di Milano - 29, 36, 47<br />

Ponte di Archimede - 39<br />

Publiacqua - 56, 57<br />

R Renergy - 7<br />

Renovables Sa Iberdrola - 65<br />

RePower Systems - 7<br />

Rie - 26<br />

Rodl & Partner - 65<br />

Romana Costruzioni - 22<br />

S Sanyo - 7<br />

Seconda Università degli studi<br />

di Napoli - 38<br />

Sharp - 41<br />

Siemens - 22, <strong>24</strong><br />

Smec - 52<br />

Sofregas - 14<br />

Solon - 32<br />

Solsonica - 7<br />

Sorgenia - 22<br />

Sorgenia Power - 22<br />

STMicroelectronics - 41<br />

Stogit - 15<br />

SunEdison - 41<br />

SunPower - 40<br />

T Technimont Kt - 14<br />

Technip - 14<br />

Terna - 22, 27, 35<br />

U UniAbita - 52<br />

Unicredit - 41<br />

Unido - 38<br />

Unione petrolifera - 11, 16, 18<br />

Università di Bologna - 26<br />

Università di Napoli Federico II - 39<br />

Università Mediterranea<br />

di Reggio Calabria - 38<br />

Updating - 35<br />

W Wavenergy.it - 39<br />

anno IV - n. 38 - settembre 2011<br />

DIRETTORE RESPONSABILE:<br />

Mattia Losi<br />

REDAZIONE:<br />

Maria Andreetta (Caposervizio)<br />

SEGRETERIA DI REDAZIONE:<br />

Laura Marinoni Marabelli<br />

COLLABORATORI:<br />

Agnese Ananasso, Luciano Barelli,<br />

Guido Plutino, Luca Re, Chiara Scalco,<br />

Nadia Tadioli, Gianluigi Torchiani,<br />

Ruggero Vota<br />

PROGETTO GRAFICO:<br />

Claudio Codazzi<br />

claudio.codazzi@creativebrain.it<br />

DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA:<br />

Mattia Losi<br />

PROPRIETARIO ED EDITORE:<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

SEDE LEGALE:<br />

Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano<br />

PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti<br />

AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu<br />

SEDE OPERATIVA:<br />

Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (Milano)<br />

Tel. +39 02 3022.1<br />

UFFICIO PUBBLICITÀ:<br />

Tel. +39 02 3022.6836<br />

UFFICIO TRAFFICO:<br />

Tel. +39 02 3022.6060<br />

STAMPA: Faenza Industrie Grafiche (RA)<br />

UFFICIO ABBONAMENTI: www.shopping<strong>24</strong>.it<br />

- abbonamenti@businessmedia<strong>24</strong>.com<br />

Tel. 02-30226520 - Fax 02-3022651<br />

Prezzo di una copia 5 euro.<br />

Abbonamento annuo Italia: 40 euro.<br />

Abbonamento annuo estero: 80 euro.<br />

Conto corrente postale n. 28308203<br />

intestato a: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

L’abbonamento avrà inizio<br />

dal primo numero raggiungibile.<br />

Registrazione Tribunale di Milano<br />

n. 221 del 08.04.2008<br />

ROC n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />

Associato a:<br />

<strong>24</strong>


E.TECH EXPERIENCE.<br />

LA FIERA CORRE VERSO IL FUTURO.<br />

Biennale Internazionale dell’Energia, dell’Impiantistica elettrica e dell’<strong>Il</strong>luminazione<br />

E.TECH Experience è la mostra della filiera energetica<br />

al passo coi tempi, fatta di prodotti ma soprattutto<br />

di soluzioni, con un focus <strong>sul</strong>le energie rinnovabili.<br />

Suddivisa in tre aree, ma unica nella visione d’insieme.<br />

Specializzata, ma attenta all’integrazione <strong>dei</strong> diversi settori.<br />

Nasce a Fiera Milano la “mostra intelligente” della tecnologia.<br />

Segreteria Organizzativa:<br />

Strada Statale del Sempione, 28<br />

I - 20017 Rho, Milano<br />

T: +39 02 4997.6218/6<strong>24</strong>1<br />

E: areatecnica1@fieramilano.it<br />

Fiera Milano (Rho), 16-19 novembre 2011<br />

Con il co-finanziamento<br />

del<br />

www.etechexperience.com<br />

In collaborazione con e insieme a un grande evento per la filiera dell'energia e l’automazione:<br />

4 padiglioni 68.000 metri<br />

quadrati 100 workshop<br />

e seminari 1.000 espositori 50.000 visitatori<br />

attesi<br />

Promossa da<br />

Organizzata da<br />

FEDERAZIONE NAZIONALE<br />

GROSSISTI DISTRIBUTORI<br />

DI MATERIALE ELETTRICO

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!