CENTINAIA DI FINANZIERI DELLA LEGIONE DI TRIESTE ...

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IL MINISTRO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE ALLA SCUOLA DI POLIZIA TRIBUTARIA INAUGURA L’ANNO DI STUDI 2004-2005 Il 1° dicembre 2004 è stato inaugurato l’Anno di studi 2004-2005 alla presenza del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Domenico Siniscalco, nella prestigiosa Sala Conferenze della Scuola di Polizia Tributaria di Ostia Lido, alla presenza di un folto pubblico di Autorità, docenti e frequentatori dei corsi in atto, dal Corso superiore di Polizia tributaria ai vari corsi di specializzazione programmati per il nuovo anno di studi, aperti ufficialmente, con il consenso del Signor Ministro, dal Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale di C.A. Roberto Speciale. Sulla cattedra anche il Comandante in Seconda, il Generale di C.A. Osvaldo Cucuzza, l’Ispettore per i Reparti di Istruzione,Generale di C.A. Italo Pappa, e il Comandante della Scuola, il Generale D. Edoardo Esposito. Con le varie Autorità intervenute il Capo di Stato Maggiore, il Generale C.A. Nino di Paolo, e numerosi alti ufficiali del Corpo. La prolusione è stata tenuta dal Signor Ministro, che ha messo l’accento sulla necessità di rispondere adeguatamente ai cambiamenti tumultuosi e rapidi nel complesso sistema della Economia mondiale, soprattutto in quelli di devianza dalla legalità, accrescendo ed aggiornando continuamente la preparazione tecnico-professionale, anche in linea con l’accrescimento delle competenze affidate alla Guardia di Finanza. Dando atto che presso la Scuola di Polizia Tributaria lo sviluppo della cultura professionale avviene efficacemente nei corsi didattici che si svolgono nella Scuola di Polizia tributaria della Guardia di Finanza, se anche il nuovo modello organizzativo del Corpo risponde già ad una più efficiente funzione di polizia economico-finanziaria per il Paese e per l’Unione Europea. Ha preso quindi la parola il nuovo Comandante della Scuola, il Generale di Divisione Edoardo Esposito, che ha illustrato sinteticamente l’attività svolta nell’anno precedente ed ha presentato la nuova impostazione di insegnamento affiancando alle metodologie di insegnamento in aula l’apertura di un portale informatico per la formazione a distanza, oltre al piano predisposto per intensificare e qualificare ulteriormente la preparazione culturale e professionale dei discenti e, in sostanza, di tutta l’attività operativa della Guardia di Finanza. È quindi intervenuto il Comandante Generale, che, dopo aver ringraziato il Signor Ministro per la sua partecipazione, ha sottolineato l’importanza del ruolo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, al quale è stata adeguata anche la sua struttura organizzativa per l’assolvimento di compiti primari, riferendosi in particolare alla Riforma dei Reparti Speciali del Corpo. Affermando, fra l’altro, che non c’è alcuna ipotesi di riforma della Guardia di Finanza, ventilata da qualche organo di stampa, riprendendo quanto dichiarato al riguardo anche dal Presidente del Consiglio, Onorevole Silvio Berlusconi. Il Comandante Generale ha chiuso i lavori dopo aver presentato il Calendario del Corpo per il 2005, dedicato alle Stazioni di Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, operative dal 1965 (su proposta avanzata dalla prestigiosa Scuola Alpina di Predazzo) su tutto l’arco alpino, in Abruzzo e sull’Etna, impegnando provetti uomini di montagna, ben addestrati in operazioni di soccorso, anche con l’impiego di cani antivalanga, che dalla loro istituzione si sono distinti anche per i riconosciuti risultati a di Tommaso Santamaria Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Domenico Siniscalco, durante la prolusione svolta all’inaugurazione dell’Anno di studi 2004-2005 alla Scuola di Polizia Tributaria di Ostia. favore delle popolazioni colpite da calamità naturali. Fra questi uomini, che si adoperano per i fini istituzionali fino all’estremo sacrificio, ci sono state tante vittime del dovere, e fra esse recentemente il Vice brigadiere Francesco Plazzotta e il Finanziere scelto Stefano Gottardi, di cui erano presenti in aula la vedova del sottufficiale e i genitori del finanziere: non senza commozione il Signor Ministro, sceso dalla cattedra, si è avvicinato ai parenti delle due vittime, abbracciandole, in senso di sincero riconoscimento e affetto per coloro che non hanno esitato a sacrificare la loro vita per il prossimo. Visibilmente commosso anche il Comandante Generale, quando si è avvicinato ai suddetti parenti delle vittime del dovere del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, prima di chiudere i lavori con l’augurio di buon lavoro al nuovo Comandante della Scuola, dichiarandosi sicuro che saprà continuare ad adempiere fedelmente la qualificante missione di educatore nel prestigioso Istituto per la crescita professionale del Corpo. (Gli importanti avvenimenti sono stati illustrati più ampiamente da “Il Finanziere” n. 12/2004 e dalla Stampa d’informazione). 6 Fiamme Gialle 2-3 / 2005
12 APRILE 1944 – MORIRE PER NON TRADIRE ALLIEVO SOTTUFFICIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA Beniamino Minicucci Il Colonnello Ludwig Schanze, brillante ufficiale dello Stato Maggiore tedesco, comandante il 69° Reggimento corazzato, non poteva immaginare che il suo nome sarebbe rimasto legato, nella storia militare, a quel gruppo di combattimento “infernale” come lo ha definito il noto scrittore Gerhard Schreiber, che operò nei mesi di marzo ed aprile 1944 nell’Appennino centrale, contro i partigiani e civili inermi, documentando con 314 croci le efferatezze commesse dalla variegata schiera dei suoi sottoposti. Alla fine del mese di marzo 1944, il Comando germanico, approfittando della stasi delle operazioni sul fronte di Anzio e Cassino, decise di interessarsi della situazione del “retrofronte” attuando una massiccia operazione di controguerriglia. Il comando delle operazioni venne affidato al Colonnello Schanze che fu posto a capo di un agguerrito gruppo di combattimento, del quale siamo riusciti a ricostruire l’organigramma con documenti provenienti dall’Archivio Militare di Friburgo, composto dai seguenti reparti: – II Battaglione del 3° Rgt. “Brandenburg” Comandante il Magg. Pohlmann; – I Battaglione del 20° Rgt. SS Polizei Comandante Magg. Wilcke; – I03° Reparto esplorante corazzato della 3^ Div. Pz. Gren.; – 190° Reparto esplorante corazzato della 90^ Div. Pz. Gren; – Unità d’allarme del Quartier Generale della 14^ Armata – Unità di allarme di Rieti – Compagnia Flak del Cap. Hank – Plotoni della 116^ Legione della Guardia Nazionale Repubblicana di Rieti. Il Battaglione Brandeburgo apparteneva alla omonima Divisione che sguinzagliava i suoi battaglioni autonomi, in giro per l’Europa e nelle zone più calde dei fronti di guerra; questo Battaglione era stato trasferito dalla Francia in Italia con compiti di controguerriglia. Il Battaglione SS Polizei svolgeva servizio di sicurezza nei territori occupati, ed era reduce con il suo comandante, Magg. Verner Wilcke, da operazioni antipartigiane condotte dietro il fronte russo e contro gli Ebrei in Polonia. Il gruppo di combattimento operò inizialmente dal 31 marzo al 7 aprile 1944 sugli altopiani di Leonessa, Cascia, Norcia e territori limitrofi ; poi, in quei giorni, giunse l’ordine di Hitler, di passare la conduzione delle operazioni contro i partigiani ai comandi delle SS.. Quindi il Col. Schanze si fece da parte e il suo Gruppo di combattimento passò sotto la direzione operativa del Magg. Herrmann dello “Stab fur Bandenbekampfung” ovvero il comando per la lotta contro le bande, alle dirette dipendenze del Generale SS Polizei Jurgen von Kamptz, con sede a Spoleto. Ha inizio così la operazione “Osterei” ovvero operazione uova di Pasqua, perché condotta nel periodo pasquale, che ha per obiettivo il rastrellamento del territorio montano ad ovest di Rieti e a sud di Narni. Il Magg. Herrmann traccia sulla carta il piano delle operazioni, assegnando il settore nord al Btg. Brandenburg e il settore sud al Btg. SS Polizei del Magg. Wilcke, al quale come obiettivo primario è assegnato il rastrellamento di Vacone. Vacone, paesino in provincia di Rieti, situato su di un cocuzzolo tra i fitti boschi del versante nord del Monte Cosce, viene attaccato alle ore 5 del mattino del giorno 12 aprile 1944. Quasi subito, per fatali circostanze, cadono nella mani delle SS Polizei l’allievo sottufficiale della Guardia di Finanza Beniamino Minicucci, che fedele al giuramento si era dato alla macchia nella zona, per non prestare servizio alle dipendenze della Repubblica di Salò, ed un altro giovane, Amilcare Baldoni. Il Minicucci, indicato da un delatore come persona pratica dei boschi circostanti, viene per primo sottoposto ad un di Enzo Climinti pesante interrogatorio e gli viene offerta salva la vita, purché fornisca indicazioni sul nascondiglio dei partigiani e dei militari anglo-americani fuggiti dai campi di concentramento. Il Minicucci, come confermato da testimonianze rese durante il processo instaurato nel dopoguerra a carico del La Lapide eretta in memoria dei due giovani Eroi di Vacone, Minicucci e Baldoni, dalla Amministrazione Comunale del luogo. delatore, mantenne contegno fiero e sprezzante nei confronti dell’ufficiale tedesco che lo interrogava. Bastonato reagì riuscendo a ferire un soldato, talché venne finito sul posto. Anche l’altro giovane si rifiutò di dare indicazioni ai tedeschi e affrontò la morte gridando: Viva l’Italia! Questi eroi, con il loro coraggio e con il loro sacrificio, dettero tempo a numerosi partigiani e ad altri fuggiaschi di sottrarsi all’accerchiamento, come venne ammesso dallo stesso Comando tedesco, che afferma nei rapporti diretti alla 14^ Armata, che “il nemico non era stato agganciato”. Sono trascorsi 60 anni da quegli avvenimenti e quasi tutte le 314 croci con i nomi delle vittime sono scomparse; i responsabili degli eccidi sono rimasti impuniti, e quando conosciuti, provvide amnistie e la morte dei protagonisti e di testimoni, non hanno consentito di fare chiarezza e porre la parola fine a tanti oscuri episodi. Nel frattempo l’Amministrazione Comunale ha riservato ai due giovani eroi di Vacone una lapide posta nel Paese. La Guardia di Finanza ha intitolato a Beniamino Minicucci la caserma di Rieti. Fiamme Gialle 2 -3/ 2005 7
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