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Quercia Dott.ssa Manuela Mortari Introduzione ... - Anthropos & Iatria

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Questo ramo, definito ‘doro’ perché parassitato da una varietà di vischio molto rara, che cresce soltanto sulle querce e produce<br />

bacche giallastre invece che bianche, si pensava fosse la materializzazione in terra del fuoco celeste: si credeva, infatti, che il<br />

vischio cadesse sul ramo della quercia assieme al fulmine, consacrandolo.<br />

La quercia presso le altre popolazioni indoeuropee:<br />

Presso i Germani le querce ombreggiavano la Thing Platz, luogo in cui si radunava la tribù ed erano sacre a Thor, divinità<br />

della stirpe degli Asi che aveva soppiantato Donar, dio del tuono, analogo ad altri dei della tradizione indoeuropea quali Indra,<br />

Giove, Dagda (il più vecchio dio irlandese) e Taranis.<br />

Un dio del tuono associato a Thor e a Perenu (dio del cielo slavo) e denominato Perkuons, a cui le querce erano consacrate, si<br />

ritrova anche presso gli antichi abitanti delle attuali Lituania e Lettonia, detti Balti. La tradizione popolare lituana narra inoltre<br />

di un sovrano molto amato dal suo popolo, di nome Perkunas, che alla sua morte divenne una divinità del cielo.[8,12]<br />

Gli Slavi della Bielorussia, come Germani e Celti, rendevano giustizia sotto una quercia ed a Pron celebravano i riti religiosi in<br />

un tempio costituito da farnie consacrate a Perun, dio del tuono.<br />

Gli Estoni che invece non sono slavi ma ugro-finnici consacravano querce al dio Taara, denominato anche ‘Vecchio Padre’.<br />

Infine anche in Giappone si sono rintracciate fonti sull’esistenza di un dio della quercia arcaico detto Kashima-No Kami.<br />

La quercia nella lotta contro il Paganesimo:<br />

Agli inizi del Cristianesimo il processo di evangelizzazione messo in atto dai primi missionari mira a stroncare tutti i culti<br />

pagani che sopravvivono nei territori dell’impero, tra cui quelli riguardanti gli alberi e i boschi sacri.<br />

Così Colombano giunto dall’Irlanda sul lago di Costanza attorno al 590 d.C. distrugge un tempio pagano in legno a Tuggen.<br />

Martino, pontefice dal 649 al 653 fa sradicare querce in tutta Europa, mentre Bonifacio, missionario fra i Germani della Frisia<br />

nel 716 e dell’Assia nel 721, con l’appoggio del re franco Carlo Martello, fa abbattere la sacra quercia del dio pagano Donar<br />

(altrimenti Thor) presso Geismar, e col legname costruisce una chiesa in onore di S.Pietro a Fritzlar [1], trasformando in<br />

cristiano il simbolo cultuale più importante di quelle genti.Addirittura San Luigi IX, re di Francia, amministrerà la giustizia in<br />

nome di Dio sotto una quercia.<br />

Comunque il culto degli alberi riesce a sopravvivere, tant’è vero che nel 1.128 il Vescovo Ottone di Bamberg scopre querce<br />

sacre a Stettino, ma, non riuscendo a farle abbattere a causa della reazione violenta dei contadini del posto, fa diffondere la<br />

voce che esse sono abitate dagli spiriti malvagi. [8] In epoca più tarda i Germani utilizzeranno simbolicamente il legno di<br />

quercia per le else delle loro spade e per le lapidi.<br />

La leggenda della Madonna della <strong>Quercia</strong>:<br />

Alcune leggende medioevali narrano di apparizioni della Beata Vergine col Bambin Gesù tra le fronde delle querce nel<br />

viterbese.<br />

Curiosa però è la vicenda di cui ci informa Niccolò di Tuccia, il quale racconta che attorno al 1.414“nel tenimento di Viterbo,<br />

intra le vigne nella contrada del Mandriale” un uomo molto pio di nome Battista commissionò al maestro pittore detto Moneto<br />

un dipinto della Vergine “in una tegula”……”che conficcò in una quercia nella strada pubblica per andare a Bagnaia”.<br />

Negli anni successivi molti furono i tentativi di imposse<strong>ssa</strong>rsi di questa tegola, che faceva gola un po’ a tutti, ecclesiastici e<br />

non, ma e<strong>ssa</strong> ogni volta ritornava misteriosamente alsuo posto. E quando un viandante, che era stato inseguito nei boschi dai<br />

banditi nell’anno del Signore 1467, evitò la morte abbracciando il tronco della quercia sulla quale era posta la ‘tegula’,<br />

divenendo così invisibile ai suoi inseguitori, tutti parlarono di miracolo, tanto più che nella ste<strong>ssa</strong> estate il dipinto diede prova<br />

di possedere particolari poteri. Infatti quando un’epidemia di peste colpì la zona, bastò una processione di tutta la popolazione<br />

verso la sacra tegola per farla ce<strong>ssa</strong>re: a questo punto furono rotti gli indugi e attorno alla quercia venne costruito un santuario<br />

il cui soffitto venne impreziosito dai lavori di Antonio di Sangallo il Giovane, mentre Andrea della Robbia dipinse le tre<br />

lunette di terracotta che ornano le porte della facciata.[8]<br />

Descrizione botanica<br />

Raramente presente in Italia oltre i 1000 metri , nel meridione ed in Sardegna, Quercus robur vive bene su terreni alluvionali,<br />

ben drenati, composti da argille silicate o calcaree, ma non troppo acidi. Ha bisogno di luce ma non tollera l’esposizione<br />

diretta al sole e per questo preferisce le foreste miste. In condizioni ottimali di terreno può raggiungere dimensioni eccezionali<br />

(fino a 30-45 metri di altezza) e lunga vita; nei Parchi di Windsor e di Moccas, in Gran Bretagna, si possono ammirare querce<br />

di 800 anni di età, sopravvissute ai terribili disboscamenti che, nei secoli che vanno dal 1500 al 1900 hanno visto la<br />

distruzione in tutta Europa di intere foreste di querce per la costruzione delle navi.<br />

E’ un albero dalla chioma a forma espansa, con RAMI molto robusti e sinuosi, col tempo nodosi, che gli conferiscono un<br />

aspetto selvaggio che incute rispetto.<br />

La CORTECCIA , di colore grigio pallido, liscia e lucida quando la pianta è giovane, si fessura con l’invecchiamento.<br />

Ricchissima di tannini, veniva utilizzata, dopo essere stata schiacciata nell’acqua, per la concia del cuoio.<br />

Le FOGLIE, decidue, da ellittiche a obovate, alterne, lunghe sino a 12 cm e larghe 7,5 cm, presentano 3-6 lobi e sono munite<br />

di due orecchiette alla base. Sono di colore verde scuro sulla parte superiore, blu verde in quella inferiore. Le giovani foglie<br />

emergono subito dopo l’apertura dei fiori a tarda primavera (maggio). Nelle querce della Gran Bretagna non è raro assistere ad<br />

una seconda crescita di foglie, conosciuta come Lammas budding, in quanto coincide col Lammas, festivalceltico del 1°<br />

agosto.[27] La quercia è peraltro l’ultima rappresentante delle Latifoglie a perdere il suo rivestimento: non è raro che le foglie,<br />

avvizzite, siano visibili per tutto l’inverno. A tal proposito c’è una bellissima favola, originaria della Sardegna, nella quale la<br />

saggia . quercia, consultata dagli alberi a foglie decidue si ‘impegna’ a fare cadere le proprie solo nel tardo inverno, per<br />

rendere vano un patto che il Diavolo ha stretto con Dio.[8]

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