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Lo Stato Falsario - Luogocomune.net

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Un altro passo verso la lenta estinzione della mo<strong>net</strong>a d’oro fu l’istituzione del “sistema a lingotti d’oro”. In<br />

tale sistema la valuta non è più convertibile in mo<strong>net</strong>e; può essere convertita solo in lingotti d’oro di grandi<br />

dimensioni ed elevato valore. Ciò di fatto limita le conversioni in oro a un ristretto gruppo di specialisti nelle<br />

transazioni internazionali. Non c’è più un vero sistema aureo, ma i governi possono ancora proclamare la<br />

loro adesione all’oro. I “sistemi aurei” europei degli anni Venti erano pseudo-sistemi di questo tipo [Vedi<br />

Melchior Palyl, “The Meaning of the Gold Standard”, The Journal of Business (luglio 1941) pp. 299-304].<br />

Alla fine i governi “uscirono dall’oro” ufficialmente e completamente, in un fragore di insulti contro gli<br />

stranieri e gli “antipatriottici accaparratori dell’oro”. I biglietti del governo diventano ora la mo<strong>net</strong>a standard<br />

a corso forzoso. Talvolta la mo<strong>net</strong>a a corso forzoso è stata rappresentata dai biglietti del Tesoro più che della<br />

Banca centrale, soprattutto prima dello sviluppo di un sistema bancario centralizzato. I “Continentals”<br />

americani, i “Greenbacks” e le “Confederate notes” del periodo della Guerra civile, gli ASSIGNATS<br />

francesi, erano tutte mo<strong>net</strong>e a corso forzoso emesse dal Tesoro. MA, CHE SIA IL TESORO O LA BANCA<br />

CENTRALE, L’EFFETTO DELL’EMISSIONE DI MONETA A CORSO FORZOSO È LO STESSO: IL<br />

SISTEMA MONETARIO ORA È ALLA MERCÉ DEL GOVERNO E I DEPOSITI BANCARI SONO<br />

RIMBORSABILI SOLAMENTE IN BIGLIETTI DEL GOVERNO.<br />

11. Mo<strong>net</strong>a a corso forzoso e problema dell’oro<br />

Quando un paese esce dal sistema aureo e entra nel sistema a corso forzoso, aumenta il numero di “mo<strong>net</strong>e”<br />

esistenti. In aggiunta alle mo<strong>net</strong>e-merce, oro e argento, ora si diffondono mo<strong>net</strong>e indipendenti gestite da<br />

ciascun governo, che impone il suo comando. E poiché l’oro e l’argento avranno un rapporto di scambio sul<br />

libero mercato, allo stesso modo il mercato stabilirà tassi di cambio per tutte le varie mo<strong>net</strong>e. In un mondo di<br />

mo<strong>net</strong>e a corso forzoso, ogni valuta, se le è concesso, fluttuerà liberamente rispetto a tutte le altre. Abbiamo<br />

visto che per due mo<strong>net</strong>e qualsiasi il tasso di cambio è dato dalle relative parità dei poteri d’acquisto e queste<br />

a loro volta sono determinate dalle rispettive offerte e domande delle varie valute. Quando una valuta cambia<br />

la sua natura, da certificato rappresentativo dell’oro a biglietto a corso forzoso, la fiducia nella sua stabilità<br />

viene scossa, e la domanda di essa si riduce. Inoltre, ora che è separata dall’oro, diventa evidente la maggiore<br />

quantità di mo<strong>net</strong>a in circolazione rispetto alla quantità precedente con copertura aurea. Con un’offerta di<br />

mo<strong>net</strong>a superiore all’oro esistente e con una minore domanda, il suo potere d’acquisto, e quindi il suo tasso<br />

di cambio, si deprezza rapidamente rispetto all’oro. E poiché il governo è intrinsecamente inflazionistico, la<br />

mo<strong>net</strong>a continuerà a svalutarsi con il passare del tempo.<br />

Tale deprezzamento è motivo di forte imbarazzo per il governo - e danneggia i cittadini che cercano di<br />

importare beni. L’esistenza dell’oro nel sistema economico è un continuo memento della bassa qualità dei<br />

biglietti del governo e rappresenta sempre una minaccia di eliminazione dei biglietti come mo<strong>net</strong>a del paese.<br />

Anche se il governo offre alla sua mo<strong>net</strong>a a corso forzoso tutta la copertura data dal suo prestigio e dalle<br />

leggi sulla circolazione, le mo<strong>net</strong>e d’oro nelle mani del pubblico rappresenteranno sempre un’accusa e una<br />

minaccia permanenti al potere che il governo ha sulla mo<strong>net</strong>a del paese.<br />

Durante la prima depressione americana, nel periodo 1819-1821, quattro stati dell’Ovest (Tennessee,<br />

Kentucky, Illinois e Missouri) istituirono BANCHE DI STATO, che emettevano mo<strong>net</strong>a cartacea. Esse erano<br />

GARANTITE da riserve di mo<strong>net</strong>a a corso legale, e talvolta dal divieto di svalutare le banconote. MA anche<br />

tutti questi tentativi, sorti con grandi aspettative, in breve tempo FECERO FIASCO in seguito al rapido<br />

deprezzamento della mo<strong>net</strong>a fino a livelli infimi. I progetti dovettero essere furtivamente abbandonati.<br />

Successivamente i “greenback” circolarono a corso forzoso nel Nord durante e dopo la Guerra civile.<br />

Ciononostante, in California la gente rifiutò i “greenback” e continuò a usare l’oro come mo<strong>net</strong>a. Come<br />

affermò un importante economista: “In California, come in altri stati, i biglietti erano a corso legale ed erano<br />

utilizzabili per i pagamenti ordinari; e non vi era alcuna sfiducia o ostilità nei confronti del governo federale.<br />

Ma vi era un forte sentimento […] favorevole all’oro e contrario alla mo<strong>net</strong>a di carta […] Ogni debitore<br />

aveva giuridicamente il diritto di estinguere i suoi debiti con biglietti svalutati. Ma se avesse fatto ciò, era un<br />

uomo segnato (il creditore probabilmente gli avrebbe fatto pubblicità negativa sui giornali) e di fatto<br />

boicottato. Durante questo periodo i biglietti non furono usati in California. Gli abitanti di quello stato<br />

regolavano le loro transazioni in oro, mentre tutto il resto degli Stati Uniti usava carta mo<strong>net</strong>a<br />

convertibile” [Frank W. Taussig, Principles of Economics, 2a edizione (New York: The MacMillan<br />

Company, 1916) I, 312. Vedi anche J.K. Upton, Money in Politics, 2a edizione (Boston: <strong>Lo</strong>throp Publishing<br />

Company, 1895) pp. 69 ss.].<br />

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