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delle autorità mo<strong>net</strong>arie cinesi di reinvestire in Treasury USA gli avanzi commerciali costituiscono un modo<br />
per importare in Cina l’inflazione creata in America. In America si eccede nel consumo e nell’indebitamento,<br />
in Cina si eccede negli investimenti produttivi che genereranno una recessione non appena il necessario<br />
riequilibrio si sarà ristabilito. Il fenomeno può essere anche visto come una mo<strong>net</strong>izzazione del debito<br />
sovrano americano attuato dalla Banca Popolare della Cina al posto della FED. A qual fine lo scopriremo in<br />
un prossimo futuro (riprendere Taiwan?).<br />
Per chi osserva anche distrattamente i mercati, il 2004 fino a oggi è stato una barzelletta senza sale. E’ stato<br />
messo in moto il più prodigioso controllo dei mercati da parte della autorità da sempre. Il Dow Jones lo si è<br />
fissato a 10000 per l’eternità, il NASDAQ poco sotto 2000, il cambio euro/dollaro tra 1.20 e 1.25, lo yen<br />
poco sopra 100, l’oro batte da un anno la testa a quota $ 430 e 350 euro l’oncia.<br />
Solo il petrolio sembra essere fuori controllo. Tutte le tensioni economiche causate dalla manipolazione sono<br />
come l’energia delle masse tettoniche che si scontrano nelle profondità della terra: riveleranno tutta la loro<br />
energia nello stesso momento. Qualcosa dovranno mollare: è naturale.<br />
Un ultima annotazione: si vocifera in ambienti ufficiali che le banche centrali più importanti abbiano una<br />
certa quantità di riserve auree, polverose riserve improduttive. Dal 1999 con il Washington Agreement le<br />
banche centrali europee si sono impegnate ad una vendita coordinata delle riserve auree. In realtà non è<br />
possibile sapere quanto oro sia ancora nella disponibilità delle suddette banche. Le regole contabili stabilite<br />
dal Fondo Mo<strong>net</strong>ario Internazionale consentono ai bilanci delle banche centrali di non differenziare tra l’oro<br />
ancora nelle loro riserve e quello prestato per un risibile interesse a bullion bank, che lo rivendono sul<br />
mercato. L’impegno delle bullion bank a restituire l’oro loro prestato non vale la carta su cui è scritto. Nel<br />
momento in cui il prezzo dell’oro nei termini delle mo<strong>net</strong>e di <strong>Stato</strong> dovesse sfuggire da ogni controllo, le<br />
BULLION BANK non potranno certo stampare l’oro dovuto. Se c’è una cosa che le élite mondialiste hanno<br />
fisso nella testa da decenni è l’instaurazione di una unica valuta inconvertibile pla<strong>net</strong>aria sul modello dei<br />
Diritti Speciali di Prelievo del FMI, come ribadito da Soros nel suo libro sulla globalizzazione.<br />
Recentemente, anche il premio Nobel Mundell ha ribadito da Firenze il concetto, rivendicando però all’oro<br />
un ruolo portante nella nuova mo<strong>net</strong>a mondiale. A questo punto, però, il problema è andarlo a riprendere dal<br />
collo delle signore di Bombay dove è probabilmente finito. Compiuta la formalità mediatica delle elezioni<br />
presidenziali USA, i mercati verranno scongelati. Se l’oro dovesse rompere le annose resistenze, gli<br />
investitori non potranno fare a meno di notare che la mo<strong>net</strong>a vera si apprezza costantemente sui buoni<br />
acquisto governativi. Potrebbe essere l’inizio della fine di uno sciagurato esperimento iniziato più di trenta<br />
anni fa.<br />
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