21.02.2014 Views

Lo Stato Falsario - Luogocomune.net

Lo Stato Falsario - Luogocomune.net

Lo Stato Falsario - Luogocomune.net

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

dollari l’oncia. Appena il dollaro si immerse nel mercato dei cambi quotidiano, e il marco tedesco, il franco<br />

svizzero e lo yen giapponese schizzarono verso l’alto, le autorità americane, assecondate dagli economisti<br />

friedmaniani, cominciarono a credere che questo fosse l’ideale mo<strong>net</strong>ario. È vero che, con tassi di cambio<br />

fluttuanti, l’eccesso di dollari e le improvvise crisi della bilancia dei pagamenti non nuocciono al sistema<br />

economico mondiale. In più, le imprese americane orientate all’esportazione cominciarono a compiacersi del<br />

fatto che il dollaro calante rendeva i beni americani meno costosi all’estero, e quindi beneficiava le<br />

esportazioni. È vero che i governi persistevano nell’interferire con le fluttuazioni dei cambi (“sporche”<br />

anziché “libere”), ma complessivamente sembrava che l’ordine mo<strong>net</strong>ario internazionale si fosse sciolto in<br />

un’utopia friedmaniana.<br />

Ma molto presto diventò chiaro che, in quel sistema mo<strong>net</strong>ario internazionale, le cose andavano tutt’altro che<br />

bene. Il grosso problema è che i paesi a mo<strong>net</strong>a forte non si rassegneranno per sempre a guardare le loro<br />

mo<strong>net</strong>e diventare più costose e le loro esportazioni danneggiate a vantaggio dei concorrenti americani. Se<br />

l’inflazione americana e il deprezzamento del dollaro continuano, presto scadranno nelle svalutazioni<br />

competitive, nei controlli dei cambi, nei blocchi valutari e nella guerra economica degli anni Trenta. Ma più<br />

incisiva è l’altra faccia della medaglia: il fatto che i dollari in calo comportano che le importazioni americane<br />

sono molto più care, i turisti americani all’estero sono svantaggiati e le esportazioni poco costose vengono<br />

accaparrate così rapidamente da far aumentare i prezzi di tali beni da esportazione all’interno del paese (ad<br />

esempio, l’inflazione americana dei prezzi dei generi necessari). Così che gli esportatori americani<br />

potrebbero certamente beneficiarne, ma solo a spese del consumatore americano, oppresso dall’inflazione.<br />

La paralizzante incertezza indotta dalle rapide fluttuazioni del tasso di cambio fu introdotta nelle case degli<br />

americani con il rapido crollo del dollaro sui mercati dei cambi nel luglio del 1973.<br />

DA QUANDO GLI STATI UNITI NELL’AGOSTO DEL 1971 USCIRONO COMPLETAMENTE<br />

DALL’ORO E NEL MARZO DEL 1973 ISTITUIRONO IL SISTEMA A FLUTTUAZIONE<br />

FRIEDMANIANO, ESSI E IL RESTO DEL MONDO HANNO SOFFERTO IL PIÙ INTENSO E LUNGO<br />

PERIODO DI INFLAZIONE IN TEMPO DI PACE NELLA STORIA DEL MONDO. Dovrebbe essere<br />

chiaro a questo punto che ciò è tutt’altro che una coincidenza. PRIMA CHE IL DOLLARO FOSSE<br />

SEPARATO DALL’ORO, KEYNESIANI E FRIEDMANIANI, FAVOREVOLI CIASCUNO A PROPRIO<br />

MODO ALLA MONETA CARTACEA A CORSO FORZOSO, PREDISSERO CON SICUREZZA CHE,<br />

UNA VOLTA INTRODOTTA LA MONETA A CORSO FORZOSO, IL PREZZO DI MERCATO<br />

DELL’ORO SAREBBE CROLLATO rapidamente al suo livello non-mo<strong>net</strong>ario, allora stimato a circa 8<br />

dollari l’oncia. Nel loro disprezzo per l’oro, entrambe le scuole di pensiero erano convinte che era il potente<br />

dollaro che stava spingendo verso l’alto il prezzo dell’oro, e non viceversa. DAL 1971 IL PREZZO DI<br />

MERCATO DELL’ORO NON È MAI STATO INFERIORE AL VECCHIO PREZZO DI 35 DOLLARI<br />

L’ONCIA, ED È STATO QUASI SEMPRE ENORMEMENTE SUPERIORE. Quando, durante gli anni<br />

Cinquanta e Sessanta, economisti come Jacques Rueff chiedevano un sistema aureo a una parità di 70 dollari<br />

l’oncia, il prezzo veniva considerato irragionevolmente alto. L’altissimo prezzo dell’oro è un’indicazione del<br />

disastroso deterioramento del dollaro originatosi da quando gli economisti “moderni” la ebbero vinta e tutta<br />

la copertura aurea fu rimossa.<br />

È ora chiaro che c’è una generalizzata insofferenza verso un’inflazione senza precedenti, negli Stati Uniti e<br />

nel mondo, che è stata innescata dall’era della fluttuazione delle valute inaugurata nel 1973. SIAMO<br />

STANCHI anche dell’estrema volatilità e imprevedibilità dei tassi di cambio delle mo<strong>net</strong>e. QUESTA<br />

VOLATILITÀ È LA CONSEGUENZA DEL SISTEMA MONETARIO A CORSO FORZOSO, CHE HA<br />

FRAMMENTATO LA MONETA MONDIALE E HA AGGIUNTO UN’ARTIFICIALE INSTABILITÀ<br />

POLITICA ALLA NATURALE INCERTEZZA DEL SISTEMA DEI PREZZI NEL LIBERO MERCATO. IL<br />

SOGNO FRIEDMANIANO DELLA FLUTTUAZIONE DI MONETE A CORSO FORZOSO È FINITO IN<br />

CENERE, ed è comprensibile il desiderio di ritornare ad una mo<strong>net</strong>a internazionale con tassi di cambio fissi.<br />

Purtroppo il sistema aureo classico è dimenticato, e l’obiettivo massimo della maggior parte dei leader<br />

politici americani e mondiali è la vecchia visione keynesiana di un sistema basato su un’unica mo<strong>net</strong>a<br />

cartacea a corso forzoso, una nuova unità mo<strong>net</strong>aria emessa da una Banca di Riserva Mondiale (BRM). Che<br />

la nuova mo<strong>net</strong>a sia chiamata “bancor” (secondo la proposta di Keynes), “unita” (proposto da Harry Dexter<br />

White, funzionario del Tesoro americano durante la seconda guerra mondiale) o “phoenix” (suggerito<br />

dall’Economist) non è importante. L’aspetto essenziale è che tale mo<strong>net</strong>a cartacea internazionale, sebbene<br />

immune dalle crisi delle bilance dei pagamenti (perché la BRM potrebbe emettere “bancor” a piacimento e<br />

determinarne la quantità per qualsiasi paese), offrirebbe un canale per un’inflazione mondiale illimitata, non<br />

disciplinata da eventuali crisi delle bilance dei pagamenti o da riduzioni nei tassi di cambio. La BRM sarebbe<br />

38

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!