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Volume II, Nuove best practices nei servizi alle famiglie

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SARA MAZZUCCHELLI<br />

to sia alla transizione alla genitorialità sia al coinvolgimento nel mercato del lavoro<br />

non si situano dunque nell’hic et nunc della giovane coppia, ma in una trama intergenerazionale<br />

che funge da termine imprescindibile di paragone rispetto al quale viene<br />

attuato un processo simbolico-identitario di identificazione o differenziazione.<br />

Alla luce di ciò è quindi interessante affrontare questo tema superando il confronto<br />

tra uomini e donne in funzione di chi fa cosa, non solo indagando le reciproche<br />

percezioni circa lo svolgimento delle attività lavorative e domestiche, ma cercando<br />

di comprendere maggiormente come si giochi nella coppia il processo (cosciente<br />

e – spesso – non cosciente) di negoziazione e di presa di decisione in merito<br />

all’organizzazione familiare. Esso infatti implica non una rigida contabilizzazione in<br />

termini orari (quante ore dedico/dedica il mio partner a), ma una considerazione<br />

previa di cosa sia il lavoro, cosa significhino il lavoro domestico e la cura dei figli in<br />

famiglia, chi presidi l’una o l’altra area (o entrambe), cosa comporti, per la strutturazione<br />

e la definizione della propria identità personale e di coppia, svolgere o meno<br />

determinate mansioni e coinvolgersi in taluni o talaltri compiti 12 .<br />

In tale scenario occorre dunque prendere coscienza di come la conciliazione non<br />

riguardi solo le donne e i nuclei familiari con figli piccoli: occorre considerare le esigenze<br />

conciliative lungo tutto l’arco di vita, riconoscere e valorizzare, in un’ottica<br />

sussidiaria, l’intervento dei diversi attori sociali (istituzioni politiche, imprese, privato<br />

sociale e <strong>famiglie</strong>) finalizzato alla compiuta realizzazione di un welfare comunitario<br />

13 , fondato sulla promozione di una buona relazione tra famiglia e lavoro. La relazione<br />

famiglia-lavoro, secondo un’ottica di sussidiarietà, può infatti assumere il carattere<br />

di bene in sé, generato attraverso un framework relazionale, in cui hanno spazio<br />

e cittadinanza le politiche sociali per la famiglia, le politiche del lavoro, le politiche<br />

di gender e fiscali.<br />

2.2<br />

Perché una ricerca sul welfare aziendale?<br />

Delineato, seppur sinteticamente, il frame di riferimento, chiariamo ora la prima opzione<br />

teorico-metodologica alla base della presente ricerca: abbiamo deciso infatti di<br />

focalizzare maggiormente la nostra attenzione su uno degli attori sociali implicati<br />

nella conciliazione, le aziende, in quanto riteniamo che il loro contributo, quali ambiti<br />

strategici e fondamentali nel processo di ricomposizione dei tempi di vita, assuma<br />

una significativa rilevanza.<br />

L’azienda infatti, secondo una visione di corporate citizenship 14 , è chiamata oggi<br />

a ben radicarsi nel proprio territorio e a diventare, quindi, un nuovo attore della so-<br />

12. S. Mazzucchelli, The Impact of Law 53/00 (Regulation of Parental Leaves) on Fathers: A Good Law<br />

Disregard in Daily Life, in M. Contini, G. Tanucci, E. Morin (eds.), Boundaryless Careers and Occupational<br />

Wellbeing, Palgrave Macmillan, Houndmills-Basingstoke 2011, pp. 241-55.<br />

13. P. Donati, La cittadinanza societaria, Laterza, Roma-Bari 2003; Id. (a cura di), Sociologia delle politiche<br />

familiari, Carocci, Roma 2003.<br />

14. P. Donati, R. Prandini (a cura di), La conciliazione famiglia-lavoro nelle piccole e medie imprese.<br />

Costruire e governare nuove reti, FrancoAngeli, Milano 2009.<br />

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