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Maurizio Calvesi - Fondazione Internazionale Premio Balzan

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<strong>Maurizio</strong> <strong>Calvesi</strong><br />

grossolani. Attraverso la mia analisi, ho inquadrato Bomarzo nel mondo dei poemi<br />

cavallereschi, soprattutto di Bernardo Tasso (Amadigi) e del figlio Torquato,<br />

leggendo il tutto nella chiave delle selva incantata della Gerusalemme Liberata<br />

dove Lucifero si era trasferito con i suoi demoni per sconfiggere l’esercito cristiano,<br />

e ho confortato questa analisi con il ritrovamento delle fonti di quasi tutte<br />

le iscrizioni in versi del giardino che, lungi dall’essere grossolane, riprendono<br />

versi del Petrarca, del Bembo, dell’Ariosto e di Bernardo Tasso.<br />

Un ramo particolare dei miei studi è dedicato al rapporto tra arte e alchimia, tema<br />

inedito non solo in Italia. Come noto, Gustav Jung aveva riconosciuto nei sogni<br />

dei propri pazienti alcune figure del repertorio alchemico, emergenti nel sonno<br />

come forme dell’inconscio collettivo; io ho esteso questo confronto all’arte,<br />

ma non in chiave inconscia bensì di consapevole cultura alchemica, rintracciandone<br />

tracce inconfondibili lungo un arco dell’arte che va dal Rinascimento al Novecento,<br />

da Dürer, soprattutto, a Marcel Duchamp. In chiave alchemica ho potuto<br />

così decifrare la nota incisione düreriana intitolata Melencolia I, riconoscendo<br />

diversi strumenti e immagini proprie dell’opus alchemico e dimostrando<br />

come la parola Melanconia, nel gergo alchimistico, equivalga a Melanosi, ovvero<br />

Nigredo, vale a dire la prima fase del processo.<br />

Negli scritti su Duchamp e nel volume che ho dedicato al maestro francese nel<br />

1975, ho potuto spiegare la sua arte e i suoi presunti non sense alla luce della dottrina<br />

alchemica, rivisitata con sottile ironia dal pittore: il titolo dell’opera principale<br />

di Duchamp (Il Grande Vetro) è il seguente: La mariée mise à nu par ses<br />

célibataires, même, ovvero la sposa messa a nudo dai suoi celibi, idem. Mi sono<br />

reso conto che questo titolo si presta a una seconda lettura, secondo le tecniche<br />

in voga negli ambienti dadaisti dell’epoca. Il secondo titolo è: La Marie est mise<br />

à nue par ses celi-batteurs, seguito dal même che invita alla ripetizione. Sia la sposa<br />

spogliata la sera delle nozze, sia la Vergine Maria assunta in cielo (o messa nella<br />

nuvola) dai suoi battitori o trebbiatori celesti, sono figure della Pietra filosofale;<br />

sia la spoliazione sia la trebbiatura sono infatti processi di purificazione e<br />

vengono adottati come metafore nei trattati di alchimia. Tutta l’opera di Duchamp<br />

è spiegabile in base a giochi anche linguistici del genere.<br />

Siamo con ciò alla parte della mia produzione di studioso che è stata oggetto del<br />

premio (le arti figurative dal 1700). Per quanto riguarda il Settecento, ricorderò<br />

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