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Maurizio Calvesi - Fondazione Internazionale Premio Balzan

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<strong>Premio</strong> <strong>Balzan</strong> 2008 per le arti figurative<br />

quadra con coloriture nazionaliste ma anche anarchico-socialiste e radicaleggianti,<br />

nel secondo decennio del XX secolo, pur trovando in seguito in Marinetti,<br />

acceso nazionalista, interventista (come però molti altri intellettuali) e indubbiamente<br />

“esteta della guerra” (da lui sentita come equivalente della rivoluzione),<br />

un adepto del fascismo tuttavia autonomo e problematico (ho rivisitato anche<br />

il manifesto politico del Futurismo, che espone un pensiero schiettamente<br />

“radicale”. Marinetti fu comunque l’unico intellettuale italiano a protestare vivacemente<br />

sulla stampa per i provvedimenti razziali contro gli ebrei). Ho inoltre<br />

messo in luce, attraverso un’attenta analisi dei “Manifesti”, gli apporti indubitabili<br />

dei manifesti marinettiani al dadaismo del Cabaret Voltaire, alla scrittura automatica<br />

del Surrealismo, all’uso di materiali extrapittorici attraverso il “polimaterismo”<br />

boccioniano e prampoliniano e su una serie di anticipazioni fino a<br />

Burri e, a mio avviso, alla Pop Art. Quest’ultima discendenza è stata confermata<br />

da una dichiarazione di Georges Segal.<br />

In sostanza il Futurismo italiano è stato radicalmente da me rivisitato, approfondito<br />

nelle sue motivazioni e poetiche, chiarito nelle sue date, nel suo dare<br />

e nel suo avere, e consegnato così, totalmente ristrutturato criticamente, alla<br />

grande mostra Futurismo e Futurismi curata da Pontus Hulten nel 1986 in Palazzo<br />

Grassi a Venezia, che ha segnato il forte attenuarsi della caparbia ostilità al<br />

Futurismo nella cultura italiana.<br />

Ho ampiamente rivalutato e indagato anche la personalità di De Chirico e i rapporti<br />

tra De Chirico e Carrà all’interno della “Metafisica”, portando inediti contributi<br />

con il libro La Metafisica schiarita. Da De Chirico a Carrà, da Morandi a<br />

Savinio, del 1982. Un terzo blocco della mia bibliografia relativa alle avanguardie<br />

della prima metà del XX secolo è il libro su Duchamp già ricordato, e corredato<br />

di molti altri scritti.<br />

L’arte della seconda metà del XX secolo è stata tempestivamente accompagnata<br />

nel suo farsi dalla mia partecipazione critica, con indicazioni spesso in notevole<br />

anticipo, dall’astrattismo del secondo dopoguerra all’informale, alla Pop Art americana,<br />

agli anni Sessanta in Italia e all’arte povera, all’arte concettuale, e alle avanguardie<br />

extrapittoriche degli anni Settanta, fino al ritorno alla pittura che parte<br />

dagli inizi degli anni Ottanta.<br />

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