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Maurizio Calvesi - Fondazione Internazionale Premio Balzan

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Discorso di ringraziamento<br />

Auditorium, Accademia Nazionale dei Lincei, Roma – 21 novembre 2008<br />

Signor Presidente della Repubblica,<br />

Signori membri della <strong>Fondazione</strong> <strong>Balzan</strong>,<br />

Signori membri del Comitato Generale Premi,<br />

Signore e Signori,<br />

<strong>Maurizio</strong> <strong>Calvesi</strong><br />

Non solo la gratitudine mia personale, vivissima, ma anche la gratitudine di tutti<br />

gli storici dell’arte, porgo e porgiamo alla <strong>Fondazione</strong> <strong>Balzan</strong>, per aver inserito<br />

tra quelle suscettibili di premio anche una materia nobilissima e fondamentale,<br />

come, appunto, la storia e la critica dell’arte, altrimenti troppo spesso<br />

dimenticata nel calendario di grandi e piccoli premi. “Istituzione che ha acquisito<br />

benemerenza assoluta nei confronti della cultura universale”: riprendo parole<br />

pronunciate, qui, per la <strong>Fondazione</strong> <strong>Balzan</strong>, da Giovanni Conso, nostro<br />

presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei di cui mi onoro di far parte da<br />

lunghi anni. Mi è difficile, peraltro, esprimere quanto il premio attribuitomi dalla<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Balzan</strong> appaghi non la mia vanità ma la fiducia nel mio stesso lavoro<br />

e lo incoraggi a consolidarsi nelle sue fasi conclusive. È un riconoscimento<br />

che va al di là di ogni riconoscimento che io possa aver ottenuto nella mia ormai<br />

lunga vita. Infatti il <strong>Premio</strong> <strong>Balzan</strong>, come è stato detto a giusto e inconfutabile<br />

titolo, è il riconoscimento più prestigioso che il cultore di una disciplina<br />

umanistica possa conseguire.<br />

Questo riconoscimento mi ha raggiunto in quell’età il cui numero viene definito<br />

nella lingua francese quatre-vingts, quattro volte venti anni, in quell’età cioè a<br />

cui difficilmente fa seguito la quinta frazione. Tuttavia ho la buona sorte di poter<br />

contare ancora su molte energie lavorative, e questo premio, rendendomi anche<br />

più libero da eventuali occupazioni di sussistenza, interviene come una scossa<br />

salutare a stimolare vieppiù queste energie, offrendomi la speranza di portare<br />

a termine almeno alcuni dei lavori scientifici che avrei ancora in serbo, e anche<br />

di poter continuare a trovare un contatto con i giovani, coordinando ricerche<br />

di studiosi, che di quelle ventine di anni ne hanno vissuto (i più) meno di<br />

due: alcuni dei quali, peraltro, sono miei ex allievi, ma tra gli ultimi ovvero i più<br />

recenti dei tantissimi che ho avuto, e che come tali non ho potuto assistere nel-<br />

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