Maurizio Calvesi - Fondazione Internazionale Premio Balzan
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Sintesi panoramica<br />
di <strong>Maurizio</strong> <strong>Calvesi</strong><br />
Professore emerito, Università di Roma “La Sapienza”<br />
<strong>Maurizio</strong> <strong>Calvesi</strong><br />
I miei studi di storia dell’arte occupano sessanta anni, a partire dalla tesi discussa<br />
nel 1949 all’Universita di Roma “La Sapienza” con Lionello Venturi, che riguardava<br />
Simone Peterzano maestro del Caravaggio, mentre la mia prima pubblicazione,<br />
riguardante un altro manierista lombardo, Gian Paolo Lomazzo, è del 1951.<br />
Pertanto l’elenco dei temi trattati è molto lungo e non posso che limitarmi a ricordare<br />
quegli argomenti su cui credo di aver portato i contributi più interessanti.<br />
Di Simone Peterzano ho trovato alcuni inediti tra cui un autoritratto, che ci permette<br />
di conoscere il volto del maestro del Caravaggio, che si dichiara, nella firma<br />
Titiani alumnus. Dalla tesi in poi ho sempre continuato a studiare il Caravaggio,<br />
cui ho dedicato un lungo saggio nel 1971, una monografia nel 1990 e diversi<br />
studi anche in seguito. Accenno brevemente alle novità da me introdotte<br />
negli studi sul Caravaggio, in una radicale revisione della sua poetica e della sua<br />
stessa personalità, revisione che è stata a lungo avversata, ma che ormai è largamente<br />
condivisa. Intanto ho potuto fissare il luogo di nascita del pittore a Milano<br />
e non nella cittadina da cui prende nome, modificando in 29 settembre 1571<br />
la data di nascita, precedentemente creduta risalire al 28 settembre 1573. Rumorosamente<br />
contestati specie dai fans caravaggini del maestro, data e luogo sono<br />
stati confermati dal successivo ritrovamento dell’atto di battesimo.<br />
Le proposte che ho avanzato sulla lettura del Caravaggio (non più visto come<br />
“pittore maledetto” ma come esponente di una sofferta religiosità borromaica,<br />
proposte fin dall’inizio condivise e approfondite dai miei allievi oggi in cattedra,<br />
come Alessandro Zuccari, Stefania Macioce e Caterina Volpi) sono poi di tre ordini:<br />
indicazione di contenuti iconologici e simbolismi (a cominciare da quello<br />
della luce) nelle opere dell’artista, anche in quelle giovanili, e individuazione di<br />
un alto livello culturale, tutt’altro che rozzo, popolano o spontaneistico; segnalazione<br />
di una sua vicinanza all’ambiente oratoriano (già ipotizzata dal Friedländer),<br />
e spiegazione dell’accesso a tale ambiente grazie a un’originaria adesione<br />
alla religiosità di Carlo Borromeo, nonché alla presenza a Roma di Federico Bor-<br />
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