Vol. XXXIV Suppl. 2 - Giornale Italiano di Ortopedia e Traumatologia

Il trattamento chirurgico della scoliosi dell’adolescente con strumentario S.I.R. ®
piano frontale e sagittale, nonché per effettuare una derotazione
stabile della colonna, risulta oramai evidente essere quella che
prevede l’utilizzo di sole viti peduncolari 14 15 . L’esilità dei peduncoli
dal lato concavo delle curve associata allo stretto contatto con
le strutture nervose rende, tuttavia, tale tecnica più rischiosa 10 13 .
Rischi che risulteranno più contenuti quando i “sistemi di navigazione
computer assistiti” diverranno più affidabili, ma che attualmente
consideriamo eccessivi.
Una nota a parte merita, a nostro avviso, la correzione del gibbo
mediante la toracoplastica, che noi eseguiamo al termine dell’intervento
di correzione delle curve utilizzando la medesima incisione 6 .
I risultati estetici da noi ottenuti sono eccellenti (residuando mediamente
un gibbo di 0,5 centimetri da un valore medio iniziale di 4,5
centimetri) a fronte di un allungamento dei tempi chirurgici di 10
minuti circa e scarse complicanze (possibili versamenti pleurici
post-operatori generalmente risolvibili in modo incruento). Tali
risultati, tuttavia, sono difficilmente comparabili essendo la letteratura
in proposito alquanto scarsa. In particolare, nelle pubblicazioni
da noi visionate, questo aspetto non viene nemmeno menzionato.
CONCLUSIONI
Confrontando i nostri risultati con quanto espresso in letteratura
possiamo affermare che la tecnica da noi utilizzata per la correzione
della scoliosi ha dato risultati sovrapponibili a quelli ottenuti
con la tecnica CD (con soli uncini) pur essendo semplificata. Ciò
ci ha consentito di ridurre i tempi chirurgici e, di conseguenza, le
complicanze senza per questo rinunciare ad ottenere buone correzioni
sufficientemente stabili nel tempo.
Sicuramente migliori sono i risultati ottenibili con l’utilizzo di sole
viti peduncolari ma a fronte di rischi di complicanze neurologiche
che riteniamo ancora eccessivi. Tuttavia, essendo questo il futuro
nel trattamento chirurgico della scoliosi, ci auspichiamo che lo
sviluppo di tecniche di navigazione computer assistita subisca
un’accelerazione tale da consentire di ridurre al minimo il rischio
di complicanze neurologiche.
Infine, evidenziamo ancora una volta l’importanza della correzione
del gibbo, ai fini estetici, ottenibile agevolmente e con scarse complicanze
associando una toracoplastica al termine dell’intervento
correttivo della scoliosi. La soddisfazione dei pazienti, più attenti al
risultato estetico che ai gradi Cobb di correzione della curva, rende
questa tecnica, a nostro avviso, irrinunciabile.
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