Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

ANNO XIII - N.2 

MARZO 2012 

VAR E SE FOCUS 

Varese-Ticino: 

rapporti stridenti? 

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB (VARESE)

Editoriale 

Vittorio Gandini 

What’s Next? 

“C 

he cosa, dopo (lo studio)?” Se ne parla in questo numero di Varesefocus nella rubrica 

“Vita associativa”, dedicata alle attività dell’Unione Industriali di questo territorio. E’ 

un’iniziativa che si inserisce tra quelle rivolte ai giovani. Con un salto di qualità. Non più solo 

orientamento alla scelta del percorso di studi, per indirizzare le giovani generazioni verso 

percorsi formativi coerenti sia con le proprie attitudini personali, sia con l’offerta di 

occupazione che la provincia di Varese esprime soprattutto all’interno di quel settore 

economico che la caratterizza in modo pregnante: l’industria. Ora, anche con un concreto 

incentivo economico, vista la situazione preoccupante in cui versa l’occupazione giovanile. 

L’Unione Industriali ha stanziato 100.000 euro da destinare a borse di studio per neodiplomati 

di età compresa tra 18 e 25 anni e neo-laureati con non oltre 28 anni, interessati al 

mondo dell’impresa. L’offerta riguarda 50 giovani, che potranno essere avviati nelle aziende 

con uno stage formativo della durata di tre mesi e con un rimborso spese di 500 euro mensili. 

Sono previsti inserimenti in imprese che manifestano interesse ad assumer giovani nelle aree di 

produzione/progettazione, commerciale, amministrativa, logistica. 

Nella terza di copertina di questo stesso Varesefocus sono indicate sinteticamente le modalità 

per farsi avanti, sia da parte dei giovani, sia da parte delle imprese. Un’agenzia specializzata 

nel settore Formazione e Lavoro, in particolare nell’ambito dei tirocini, si occuperà del 

matching tra domanda e offerta, facendo incontrare i requisiti dei giovani con le esigenze di 

impiego da parte delle imprese. 

Alla base di quest’iniziativa c’è una certezza: nel bene e nel male, il futuro occupazionale 

della provincia di Varese, e con esso il suo benessere, dipende ancora dall’industria. Lo 

dicono i numeri. Secondo quelli dei Centri per l’Impiego della Provincia di Varese, nel 2011 ci 

sono stati 102.186 avviamenti al lavoro. Di questi, la parte più rilevante si è verificata, 

nonostante il periodo di crisi, nel settore manifatturiero, che con il 21% del totale ha registrato 

il numero più elevato di assunzioni: 21.525, contro, ad esempio le 15.000 della ristorazione o 

le 12.000 del commercio. 

Come dire: il futuro lavorativo dei giovani, anche per le prossime generazioni, passa 

soprattutto dall’industria e dalla sua capacità di creare lavoro. Nonostante il momento difficile. 

Questo è ciò che ci dice la statistica. 

È dunque ancora nell’industria che si celano le maggiori speranze dei giovani varesini. E il 

progetto “What’s Next?” intende dimostrarlo nei fatti, con stage retribuiti propedeutici 

all’assunzione. Cinquanta stage sono una goccia nell’oceano, forse. Ma rappresentano 

un’iniziativa senza precedenti per un’associazione imprenditoriale. Che con questo progetto va 

oltre quel suo stretto ruolo di promozione degli interessi delle aziende, facendo un ulteriore 

passo verso quell’interesse generale del territorio che è uno dei suoi obiettivi strategici. 

Anno XIII - n.2/2012 - VARESEFOCUS 

1

S O M 

VAR E SE FOCUS 

Periodico di economia, politica, società, 

costume, arte e natura in provincia di Varese. 

Presidente Giovanni Brugnoli 

Direttore editoriale Vittorio Gandini 

Direttore responsabile Mauro Luoni 

Direzione, redazione, amministrazione 

Piazza Monte Grappa, 5 - 21100 Varese 

Tel. 0332 251000 - Fax 0332 285565 

info@varesefocus.it 

Reg. n. 618 del 16/11/1991 - Trib. Varese 

Richiedi il tuo abbonamento gratuito online 

collegandoti al sito 

www.varesefocus.it 

Impaginazione Olga Moia - Gavirate (Va) 

Tel. 0332 742552 

Fotolito e stampa Litografica S.r.l. 

Via L. Da Vinci, 9 - 20012 Cuggiono (Mi) 

Tel. 0331 889601 

Gestione editoriale 

Servizi & Promozioni Industriali Srl 

Via Vittorio Veneto, 8/E 

21013 Gallarate (Va) - Tel. 0331 774345 

6 

Focus 

6 Varese-Cantone Ticino, 

rapporti stridenti? 

Pubblicità 

Servizi & Promozioni Industriali Srl 

commerciale@spi-web.it 

Tel. 0331 774345 - Fax 0331 771701 

Questo numero di “Varesefocus” è stato chiuso il giorno 2 

marzo 2012. Il prossimo numero di “Varesefocus” sarà in 

edicola con “Il Sole 24 Ore” di lunedì 23 aprile 2012. 

“Varesefocus” ospita articoli e opinioni che possono anche non coincidere con le posizioni 

ufficiali dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Valore di abbonamento annuo 

Euro 20,00 (nell’ambito dei servizi istituzionali dell’editore) 

Interventi e contributi di: Luigi Bignami, Giornalista; Andrea Della Bella, Giornalista; Isabella Dalla Gasparina, Giornalista; 

Maria Grazia Gasparini, Giornalista; Margherita Giromini, Pedagogista; Alfredo Lucioni, Docente Universitario; Orlando Mastrillo, 

Giornalista; Roberto Morandi, Giornalista; Luisa Negri, Giornalista; Riccardo Prando, Giornalista; Ester Praderio, Paola Provenzano, 

Giornalista; Sergio Redaelli, Giornalista; Roberto Rotondo, Giornalista; Pier Scotti. 

In redazione: Laura Bardelli, Cristina Cannarozzo, Davide Cionfrini, Silvia Giovannini, Mauro Luoni. 

Fotografi: Archivio Reuters, Cristina Cannarozzo, Davide Cionfrini, Mauro Luoni, Cosimo Solazzo. 

Segreteria di redazione: Viviana Maccecchini, Maria Postiglione. 

Si ringrazia Parlamondo Srl di Gallarate per le traduzioni in inglese.

M A R I O 

Economia 

13 Il Giappone rialza la testa 

15 Malpensa cresce, ma anche gli 

altri... 

17 La crisi che non passa 

21 Varese turistica? Segnali 

d’ottimismo 

Scienza 

26 Il sistema solare esplorato 

anche con tecnologia italiana 

Università 

29 Università Cattaneo 

Non solo libri 

Formazione 

32 Obbligatorio toccare 

34 La grande famiglia dell’Itis di 

Saronno 

Vita associativa 

36 L’agenda 2012 dell’Unione 

Industriali 

Territorio 

21 

39 Gasparotto-Borri una bretella 

per Varese 

43 

41 Arcisate-Bisuschio cantiere aperto 

43 La pace di un parco che 

prepara all’Africa 

46 Serve un nuovo padre 

Aguggiari? 

51 Industria e politica nel Luinese 

dal 1861 

53 Restaurata a Busto Arsizio 

l’edicola di San Carlo 

54 

Foto dal mondo 

54 Un pescatore sui tradizionali 

trampoli nella baia di Unawatuna 

all'alba (REUTERS/Tim Chong - 

SRI LANKA) 

Gita a... 

56 Ricordando l’albero degli zoccoli 

Provincia da scoprire 

60 Affreschi seicenteschi a Cedrate 

Storia 

65 Il vecchio monastero femminile 

di Caronno (Pertusella) 

68 A Volandia il ricognitore 

RO.37bis e il Convertiplano 

68 

Arte 

71 Gli under 35 e il Premio Arti 

Visive Città di Gallarate 

74 Nell’incanto del Paesaggio 

77 Mostre e appuntamenti 

Musica 

80 Mariotti, Prati, Mariani trio: 

l’elettronica “improvvisata” 

Di moda 

83 Insostituibili! 

Costume 

87 Paolo Villaggio “Mi manca solo 

l’Oscar” 

Sport 

90 Calcio balilla: un gioco di lusso 

In libreria 

92 Viaggi e metafore 


5

FOCUS 

Focus 

Varese- 

Cantone Ticino, 

rapporti 

STRIDENTI? 

Black list per il segreto bancario, blocco dei 

ristorni sul frontalierato, polemiche sui 

lavoratori italiani in Ticino e strizzate d’occhio 

alle imprese al di qua del confine. Il punto 

sulla situazione. 

Il monumento alla fraternità dei popoli, a Ponte Tresa 

6 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.2/2012

Focus 

Frontalieri, ristorni, spostamenti di 

imprese, scudo fiscale e assedio al 

segreto bancario: tutti capitoli sui quali, 

negli ultimi due anni, si sono ingarbugliate 

cifre, si è mossa la politica e ha spirato 

un’aria a dir poco gelida sul confine italosvizzero. 

Ma se le cose sono andate così, si 

potrebbe dire che a fare fiasco è stato il 

fisco. Un fronte ampio e complesso che, 

per la Confederazione Elvetica, rappresenta un nervo 

scoperto nei rapporti internazionali non solo con l’Italia. I 

capitali che trovano “rifugio” nei forzieri elvetici, all’ombra 

del segreto bancario, sono i ricercati numero uno dalle 

autorità fiscali a caccia di evasori. A maggior ragione in 

tempi di crisi economico finanziaria. Così la 

Confederazione Elvetica si è trovata sotto assedio con 

ricadute negativi non solo per le sue piazze finanziarie. 

Per effetto dell’inserimento, oltre che nelle black list 

italiane, anche in quelle internazionali in fatto di 

cooperazione nella lotta all’evasione, le piccole e medie 

imprese delle zone di Confine (come il Ticino appunto), 

sono state messe ancor di più in difficoltà nel portare a 

termine il loro business abituale con i partner d’Oltralpe. 

Da questo nodo è partito il braccio di ferro sui ristorni, che 

ha acceso i riflettori su un territorio di confine e su rapporti 

non sempre lineari sotto diversi capitoli, che vanno 

dall’esportazione di capitali alle imprese che 

delocalizzano, passando per il frontalierato. 

Segreto bancario sotto assedio 

Fare affari con l’Italia? 

È diventato un affare 

complicato: parola di 

piccole e medie 

imprese targate CH. 

Stando a un sondaggio 

sugli effetti 

dell’inserimento della 

Svizzera nella black list 

italiana, presentato nel 

marzo dello scorso 

anno dalla Camera di 

Commercio del 

Cantone Ticino, il 64% 

delle 247 aziende che 

hanno risposto afferma 

di aver avuto problemi 

crescenti di burocrazia 

nelle relazioni 

commerciali con l'Italia 

negli ultimi sei mesi. 

Nell'84% dei casi ciò 

La dogana di Ponte Tresa 

Fare affari con l’Italia? È 

diventato complicato per le 

imprese targate CH dopo 

l’inclusione della Svizzera 

nella black list dei paesi 

scarsamente collaborativi nella 

lotta all’evasione fiscale. 

ha causato maggiori costi 

amministrativi con relativa perdita di 

clienti e nel 27% una diminuzione del 

giro d'affari. 

Nell'aprile del 2009 l’Ocse ha 

inserito la Svizzera nella cosiddetta 

"lista grigia" dei paesi non 

cooperativi in materia di evasione 

fiscale. La Confederazione è stata 

stralciata da quell'elenco in settembre, 

dopo aver sottoscritto dodici convenzioni contro le 

doppie imposizioni rinegoziate secondo gli standard 

Ocse in materia di scambio d'informazioni e di 

assistenza amministrativa in caso d'evasione fiscale. Ma, 

senza scendere in dettagli troppo tecnici, non tutto 

ancora quadra. Il segreto bancario, sebbene indebolito, 

non risulta comunque superato. E soprattutto, sul fronte 

con l’Italia, nessun accordo è ancora stato firmato 

(mentre ad esempio si è arrivati a un tentativo di 

soluzione condivisa con Germania e Gran Bretagna). Il 

risultato? Per la Svizzera permane l’inserimento nella 

black list decretato dall’esecutivo italiano. Una vera 

macchia per le piccole e medie imprese del Ticino, un 

ostacolo nel portare a termine affari con l’Italia che 

rappresenta il terzo mercato d’esportazione per le 

imprese svizzere. Crolli di fatturato e chiusura di un 

mercato di sbocco fino a qualche tempo fa naturale 

hanno smosso sentimenti forti sui quali la politica, come 

sempre, non ha esitato ad entrare a gamba tesa. Il 

risultato? Un braccio di ferro che va sotto il capitolo 

“blocco dei ristorni” . 


FOCUS 

7

Focus 

FOCUS 

Ristorni nei forzieri 

Le casse dei Comuni italiani di frontiera piangono. A 

giugno 2011 il Canton Ticino ha bloccato (versandoli su 

di un fondo vincolato presso la banca Cantonale) 28,5 

milioni di franchi che 

Segreto bancario: si è 

arrivati a un tentativo 

di soluzione condivisa 

con Germania e Gran 

Bretagna, ma nulla di 

fatto con la Svizzera. 

rappresentano la metà 

dei ristorni per le imposte 

prelevate alla fonte ai 

frontalieri. In base a un 

accordo del 1974 il 

Canton Ticino versa nelle 

casse italiane il 38,8% 

delle imposte derivate dai 

redditi degli italiani che 

lavorano oltre confine, ma risiedono nel raggio di 20 

chilometri dalla frontiera. Questi ristorni tornano in Italia 

per essere spesi in parte a livello centrale, ma soprattutto 

per finire nelle casse dei Comuni di frontiera che li 

devono investire per lo più in opere infrastrutturali. Di 

questi soldi sono lastricate strade, scuole, palestre tra 

Clivio, Viggiù e Ponte Tresa. Obiettivo del blocco? Indurre 

un’Italia fino ad ora “restia” a sedere a un tavolo per 

rinegoziare gli accordi sulla doppia imposizione che 

hanno oramai oltre 30 anni, ma soprattutto indurre il 

Belpaese a tornare indietro sulla black list. Non ha 

contribuito a distendere i rapporti lo scudo fiscale varato 

nel luglio del 2009 dal ministro Giulio Tremonti (non a 

caso fatto oggetto insieme ai frontalieri della campagna 

“Bala i ratt”) o la comparsa dei fiscovelox alle frontiere al 

fine di intercettare fughe di capitali. Il terzo scudo fiscale 

dell’ultimo decennio ha permesso il rientro in Italia di 

quasi 100 miliardi di euro (tra cui 66,78 miliardi 

provenienti dalla Svizzera). L’impatto sulla piazza 

finanziaria di Lugano? Secondo alcuni sarebbe stato 

“modesto” poiché era possibile anche il rimpatrio 

giuridico (senza quello materiale) delle attività finanziarie 

detenute all'estero. 

Frontalieri: ratt o risorsa? 

Filippo, 40 anni e due figli, abita a Varese. La sveglia a 

casa sua suona alle 5,30 ogni mattina nei giorni 

lavorativi. Con la neve delle scorse settimane si è alzato 

un po’ più presto: “temevo il 

traffico - dice - ma le strade 

le ho trovate pulite”. Dopo 

la laurea in chimica ha 

avuto un posto fisso in Italia 

e poi è arrivata 

l’opportunità di lavorare al 

di là della frontiera. Come 

lui sono circa 51mila (il 

dato è relativo a ottobre 

A giugno 2011 il Canton 

Ticino ha bloccato 28,5 

milioni di franchi, la 

metà dei ristorni per le 

imposte prelevate alla 

fonte ai frontalieri. 

2011) le persone che ogni giorno varcano il confine per 

andare a lavorare arrivando dai territori di Varese, 

Como e Verbano-Cusio-Ossola. “Vantaggi e svantaggi - 

dice Filippo - ce ne sono come per ogni posto di lavoro”. 

Sarebbe anche lui uno dei “ratt”, quei topastri apparsi in 

una campagna lanciata dall’Udc (Unione democratica di 

Un opificio industriale in Cantone Ticino 


Focus 

La campagna dell’Unione democratica di centro, 

partito della destra conservatrice ticinese, che teme 

il dumping salariale da parte dei lavoratori italiani. 

centro, partito della destra conservatrice) in Canton 

Ticino che ha messo sotto accusa non solo lo scudo 

fiscale di Tremonti, ma anche i lavoratori frontalieri 

intenti a rubare il formaggio svizzero. La tesi è presto 

detta: con la crisi anche il Canton Ticino ha visto 

crescere la disoccupazione. Sotto accusa sono stati messi 

i frontalieri, con i quali le frizioni non sono mai 

mancate, a cominciare dalla questione del “dumping 

salariale”. Negli ultimi anni i frontalieri sono aumentati 

di circa 3.000 unità all’anno, in un Cantone che conta 

poco più di 300 mila abitanti, 20 mila imprese e 

160mila posti di lavoro. E, per chiudere il cerchio, uno 

sguardo al tasso di disoccupazione. In Canton Ticino è 

del 4,6% (quello Svizzero totale è 3,1%). Il dato italiano? 

Varese 5,3%; Italia 8,4%. Ma i frontalieri sono o non 

sono intenti a rubare il lavoro? Il capitolo 

“disoccupazione e frontalierato” è stato sviscerato in un 

rapporto redatto dall’Ire (Istituto Ricerche Economiche) 

voluto dalla Commissione tripartita Cantonale in materia 

di libera circolazione delle persone. “Non esistono 

evidenze scientifiche di sostituzione sistematica di 

lavoratori nel mercato del lavoro Ticinese”: così si legge 

nello studio. Con la crescita del settore terziario ticinese 

sono stati ricercati sempre più lavoratori in entrata con 

Ancora la dogana di Ponte Tresa 

alti livelli di istruzione e in grado di assumere mansioni 

di responsabilità. “Non trovando appieno tali figure in 

Ticino - conclude la ricerca - il mercato si è rivolto 

all’estero”. Viceversa la disoccupazione interessa in 

Ticino soprattutto persone di mezza età (over 40) e con 

bassa scolarizzazione. 

Imprese oltre confine: tra mito e realtà 

Agevolazioni, facilità nell’approccio con la pubblica 

amministrazione, fiscalità competitiva e mercato del lavoro 

flessibile: 4 pilastri in grado di far gola agli imprenditori di 

casa nostra. Allora perché non prendere e trasferire 

l’aziendina al di là del confine? C’è chi ha parlato di 300 

imprese già trasferite in Svizzera. Ma c’è anche chi sostiene 

che cifre ufficiali è impossibile averne e che lo scenario va 

visto un po’ più nel dettaglio. “Quando una impresa 

italiana si insedia in Canton Ticino - spiega Stefano Rizzi, 

Direttore della Divisione dell’economia del Dipartimento 

delle finanze e dell’economia - diventa a tutti gli effetti un 

soggetto di diritto svizzero. Non è possibile quindi fornire 

dei numeri ”. Per il Canton Ticino, come per il Vallese, 

l’attrazione di imprese estere è una questione di marketing 

per la quale esistono progetti e uffici ad hoc. Il messaggio - 

almeno dal Canton Ticino - è chiaro: imprese decotte e poco 

specializzate? No grazie. A far gola sono gli investimenti di 

chi ha tutte le carte in regola per contribuire a far crescere il 

sistema economico locale. A Bellinzona il telefono 

dell’Ufficio di Sviluppo 

Economico del Canton Ticino è 

sommerso di telefonate: 

richieste di informazioni, 

chiarimenti, delucidazioni. Le 

chiamate sono aumentate da 

quando la crisi morde il Bel 

Paese. “Attenzione a non fare 

confusione - dice Rizzi - 

Per i Comuni italiani 

fino a 20 km dal 

confine, stop a risorse 

fin qui utilizzate in 

opere infrastrutturali. 

questo non è il Paradiso e a chi vuole trasferire l’attività 

economica non vengono stesi tappeti rossi sempre e 

comunque”. Prendiamo, ad esempio la questione delle 

agevolazioni fiscali: per poter accedere a quelle previste 

bisogna superare una serie di verifiche molto rigorose e se 

una parte dell’impresa ha comunque sede in Italia, questi 

strumenti risultano inaccessibili. E poi ci sono i terreni. 

“Forse il Vallese ha maggiori disponibilità di terreni - spiega 

ancora Rizzi - ma in Canton Ticino le cose stanno 

diversamente. I terreni industriali costano tra i 200 e i 400 

euro al metro quadro”. Ma allora perché le imprese 

dovrebbero trovare conveniente insediarsi nel Canton 

Ticino? “I maggiori punti di forza - ammette Rizzi - sono 

una facilità maggiore nei rapporti con la pubblica 

amministrazione, un fisco più leggero e un mercato del 

lavoro sicuramente più flessibile rispetto a quello italiano”. 

Ma vista da oltre confine la questione si pone anche in 

FOCUS 


9

Focus 

FOCUS 

Uno scorcio di Lugano 

L’attrattività svizzera 

verso le imprese 

italiane? Interessano in 

realtà le imprese più 

innovative, capaci di 

interagire con il tessuto 

produttivo e con la 

ricerca a livello locale. 

termini differenti. “Ben 

vengano nuove imprese - 

dice Rizzi - ma il nostro 

compito è quello di attrarre 

imprese innovative, capaci di 

interagire con il tessuto 

produttivo e con la ricerca a 

livello locale”. Insomma il 

sogno svizzero non è per 

tutti: ma a maggior ragione, 

proprio perché sviluppo e 

innovazione sono fattori che aprono le porte, gli 

amministratori di casa nostra sono avvisati: senza riforme 

che snelliscano e semplifichino burocrazia, fisco e mondo 

del lavoro il pericolo è che se ne vadano proprio le imprese 

migliori. 

A onore di cronaca, comunque, parlano i dati: la Svizzera è 

il sesto investitore diretto estero in Italia (22 miliardi di 

franchi nel 2009). Tra le principali aziende svizzere attive in 

Italia vi sono ABB, Nestlé, Novartis, Roche, Zurich, UBS, 

Frontaliers 

Credit Suisse e Swisscom. Le 

imprese elvetiche danno 

lavoro a circa 78.000 persone 

nella penisola. 

Tra le maggiori imprese 

italiane attive in Svizzera vi 

sono invece Generali, Fiat, 

Pirelli e Bulgari. Gli 

investimenti italiani nella 

Confederazione, a cui sono 

legati 14.000 posti di lavoro, 

ammontano a 6 miliardi di 

franchi all'anno. 

Insomma Italia e Canton Ticino 

sono così vicini, ma a volte 

anche così lontani. I legami 

che corrono al di là e al di 

qua della frontiera sono evidentemente troppi e troppo forti 

per evitare che si creino attriti, ma anche per non indurre a 

trovare soluzioni. 

Paola Provenzano 

STRAINED RELATIONS BETWEEN VARESE AND THE 

CANTON OF TICINO? 

Frontier workers, cross-border tax arrangements, company 

mobility, tax amnesty and the scrutiny of bank secrecy laws: 

over the last two years all of these matters have been 

characterised by indecipherable figures. Consequently, political 

powers have decided to intervene and this has been greeted 

with an extremely cold welcome on the Swiss-Italian border. 

All things considered, there are undoubtedly too many interests 

connecting both sides of the border. These ties are so strong that 

tension is unavoidable but, at the same time, their number and 

strength also mean that it is in everybody's best interests to try 

to find a solution. 

I frontalieri sono sbarcati sul grande schermo e sono diventati persino protagonisti di un album 

di figurine. Nel 2011 Frontaliers - una produzione della RSI Rete3 in collaborazione con le 

Guardie di Frontiera - in Ticino ha sbancato il botteghino. Terza pellicola più vista, dopo Checco 

Zalone (20mila spettatori) e Harry Potter (18mila), con i suoi 16mila biglietti venduti rappresenta 

un risultato mai raggiunto prima da un film svizzero. I protagonisti sono Roberto Bussenghi, 

frontaliere residente a Usmate Carate, provincia di Como, che tutti i giorni va a lavorare a Lugano 

e la guardia svizzera Loris J. Bernasconi in servizio alla dogana di Chiasso. Mattina e sera i due discutono di Svizzera e 

Italia: ne nascono divertenti battibecchi in cui ciascuno cerca di dimostrare perché il proprio Paese è quello giusto, e 

quello dell’altro è sbagliato. Il Dvd è stato anche messo in vendita ai valichi: 18mila le copie vendute e 110 mila i franchi 

devoluti in beneficenza. Già prodotta e andata a ruba anche una seconda edizione di esilaranti episodi. Obiettivo? Ridere 

sopra le differenze per superare le barriere culturali. E, visto il successo, la Panini ha deciso anche di stampare un album 

di figurine con tutti i personaggi (compreso il cane Rex): 28, pagine, oltre 160 figurine di cui 18 speciali. 


Economia 

Il Giappone 

rialza la testa 

A un anno dallo tsunami dell’11 marzo 2011, il 

Giappone si è risollevato grazie al forte spirito di 

compattezza. L’economia ha riassorbito il dramma. 

Il timore di una contrazione dell’export made in 

Italy? L’economia varesina fa i conti e scopre che… 

giugno 1896. Tsunami nella baia di Honshu: 30mila 

15vittime. 17 gennaio 1995. Terremoto a Kobe: 6.500 

vittime. 11 marzo 2011. Terremoto e tsunami nel Giappone 

nord-orientale: 30mila vittime. 

Il maremoto unito al terremoto, l'ultima grande calamità nel 

Paese del Sol Levante, è solo una delle tante catastrofi 

naturali che ciclicamente portano morte e distruzione in 

questa regione ad alto rischio sismico e geologicamente 

instabile. Chi ci abita sa bene di vivere in una parte del 

mondo sempre a rischio e proprio per questo i giapponesi 

hanno costruito una società capace di convivere con il 

pericolo inatteso, con una natura imprevedibile, con un 

ambiente potenzialmente nemico. E’ questa, secondo il 

Console generale aggiunto Hiroshi Watanabe in missione 

a Milano, la chiave della ripresa, certo faticosa ma rapida 

e solida, che da quel maledetto 11 marzo 2011 a oggi ha 

caratterizzato l'economia della terza potenza industriale al 

mondo. “Nel mio Paese siamo abituati agli sconvolgimenti 

della natura che all'improvviso diventa cattiva e nemica” 

dice il console. “Tutti i giapponesi sanno perfettamente che 

la terra può cominciare a tremare da un momento all'altro 

senza preavviso. A questo li ha preparati la storia, un 

passato fatto di grandi lotte per la sopravvivenza. Dai 

terremoti hanno imparato a difendersi con gli edifici 

antisismici. Ma sono anche perfettamente preparati ad 

affrontare l'emergenza, di qualsiasi natura essa sia: per i 

giapponesi i piani evacuazione e le esercitazioni su come 

comportarsi in caso di pericolo sono 

materie che si apprendono a scuola e 

che entrano quindi nel dna della 

popolazione”. 

Ecco perché abbiamo assistito a ben 

poche scene di panico durante quei 

terribili momenti in cui la terra ha 

tremato e il mare ha varcato i suoi 

naturali confini riversando onde alte oltre 

dieci metri sulla terraferma e devastando 

Hiroshi Watanabe 

Immagini della ricostruzione in Giappone dopo lo Tsunami 

del 2011 

I giapponesi sono 

perfettamente preparati 

ad affrontare 

l'emergenza, di qualsiasi 

natura essa sia. 

città e campagne. Ecco 

perché chi è 

sopravvissuto ha trovato 

la forza per reagire e per 

ricostruire. I dati parlano 

infatti di un Paese che è 

stato capace di 

risollevarsi e di ripartire. Dopo un'inevitabile fase di 

caduta dell'economia, con il Prodotto interno lordo in 

netta discesa nel primo e nel secondo trimestre 2011, 

l'estate scorsa ha visto il ritorno alla crescita, con il segno 

della produzione di nuovo positivo: il Pil è infatti 

aumentato dell'1,5% per chiudere l'anno con un valore 

complessivo pari a 542mila miliardi di yen (5.300 

miliardi di euro) contro i 540mila (5.277 miliardi di euro) 

del 2010. Tra luglio e settembre 2011 le esportazioni 

sono addirittura aumentate del 6,2%, soprattutto per 

merito delle auto. E anche l'import ha guadagnato il 

3,4% grazie alla ripresa della macchina produttiva. 

Che cosa ha funzionato in una nazione colpita al cuore, 

con danni per almeno 40 miliardi di dollari che avevano 

minato profondamente la sua forza e con una centrale 

nucleare, quella di Fukushima, trasformatasi 

all'improvviso da fonte di energia e di ricchezza in evento 

di paura e di morte? “Nel momento in cui la terra ha 

tremato, ero al ministero degli Esteri a Tokyo”, ricorda il 

console. “Sono stati tre lunghissimi minuti di paura. I 

danni sono stati enormi. Ma i 

palazzi, costruiti per far fronte a 

casi come questo, hanno resistito. 

Certo, la vita ha cominciato a 

complicarsi da un giorno all’altro. 

Io ero abituato ad arrivare al 

lavoro in pochi minuti. Con le 

strade chiuse e i mezzi pubblici 

non più funzionanti ho impiegato 

per settimane quasi due ore nel 

Vittorio Volpi 


ECONOMIA 

13

Economia 

ECONOMIA 

mio tragitto da casa all’ufficio. 

Come me, tutti i giapponesi 

hanno affrontato i disagi 

trovando delle alternative. E 

risolvendo i problemi quotidiani, 

piccoli o grandi che fossero”. 

”Ha funzionato insomma la 

capacità tutta propria del 

Giappone di ripescare, dentro 

la sua cultura e la sua storia, i 

valori più forti e caratterizzanti 

di una società e di una cultura 

millenaria: senso della 

collettività, disciplina, attenzione 

alla sicurezza”, spiega Vittorio 

Volpi, scrittore e giornalista 

vissuto a lungo nei Paesi asiatici 

e in particolare in Giappone, 

dove ha trascorso trent'anni 

della sua vita. “Innanzitutto è 

stato riscoperto il significato di 

sentirsi parte di una comunità, 

sentimento che a mio avviso era 

stato smarrito negli ultimi anni. Da privati e imprese sono 

arrivati aiuti per 4 miliardi di dollari, che si sono aggiunti 

a quelli del governo. E 760mila volontari sono accorsi nei 

luoghi della tragedia per dare il via alla ricostruzione. I 

giapponesi hanno inoltre riscoperto l’importanza della 

disciplina. Fukushima era annientata e la produzione di 

energia molto ridotta. Il Paese ha imparato dunque a 

ridimensionare il suo stile di vita riducendo i consumi. Ed 

è stato risparmiato il 20% di energia. Infine, è riemerso il 

bisogno di sicurezza, 

Le verifiche sul nucleare 

si sono fatte molto più 

stringenti, misurazioni e 

valutazioni dei sistemi di 

sicurezza sono stati 

rimessi in moto con la 

massima precisione. 

riacceso proprio dal 

disastro nucleare”. 

Già, perché proprio il 

Paese delle più grandi 

catastrofi nucleari, 

Hiroshima e Nagasaki, 

ha rivissuto le paure e 

gli effetti dell'atomo 

Gennaio-settembre 

2011 su 2010: da 50 

a 130 mln di euro 

l’export varesino in 

Giappone. 

fuori controllo. “Le verifiche 

sul nucleare si sono fatte 

molto più stringenti” 

interviene Wutanabe. 

“Stress-test, misurazioni e 

valutazioni dei sistemi di 

sicurezza sono stati rimessi 

in moto con la massima 

precisione. Il Giappone 

vuole scongiurare qualsiasi 

ipotesi di un Fukushima 2. 

E’ ripartito più forte che 

mai il dibattito sulle centrali 

nucleari” precisa Volpi. 

“Con le sue 50 centrali 

attive la popolazione fino a 

quell’11 marzo non si rendeva conto di vivere sull'orlo di 

una polveriera. Il caso Fukushima ha fatto sapere al 

Giappone, e al mondo intero, che l'incubo nucleare può 

risvegliarsi in ogni momento”. Anche se la centrale 

avrebbe in realtà potuto reggere davanti a un “semplice” 

terremoto, sottolinea il console: “A determinare la fuga 

radioattiva non sono state le scosse, ma lo tsunami. Per 

un tale evento le misure di sicurezza approntate non 

erano sufficienti. D’altra parte, il nucleare per il nostro 

Paese è fondamentale: ci dà il 30% dell’energia. Posso 

però dire una cosa con certezza: Fukushima ha dato 

nuova linfa agli investimenti sulle fonti di energia 

alternative, dal solare all’eolico, al fotovoltaico. A cui il 

Giappone sta riservando un’attenzione crescente”. 

Per il benessere, e la sicurezza, suoi. Ma anche, 

prevedibilmente, di molti altri Paesi. 

Isabella Dalla Gasperina 

Cresce l’export varesino in Giappone 

Anche la tradizionale attività di export dal territorio varesino verso il Giappone non ha subito particolari 

penalizzazioni dovute all'effetto tsunami, anzi. I dati definitivi sul valore delle esportazioni si riferiscono per ora 

soltanto ai primi tre trimestri dello scorso anno. E parlano di una netta crescita, pari al 158%: dai 50 milioni di euro 

del 2010 si è passati ai 130 milioni del 2011. E, se è vero che pesano molto le vendite di alcuni elicotteri (68 

milioni di valore per un notevole 1.100%), va sottolineato che risultano in aumento anche settori come calzature 

(+134%), abbigliamento (+8%), maglieria (+330%), cuoio e borse (60%). L'effetto tsunami insomma non ha 

affossato l'economia giapponese. Ma neanche i rapporti del Sol Levante con l'industria del nostro territorio. 


Economia 

Malpensa 

cresce, ma 

anche gli altri… 

I risultati pur positivi del 2011 confermano che 

Malpensa soffre di una forte concorrenza da parte 

di altri aeroporti della regione. Un ruolo strategico 

non può che essere ritrovato all’interno di un Piano 

nazionale del trasporto aereo. 

Cresce il numero di passeggeri in Lombardia, anche nel 

2011: i principali aeroporti tra il Ticino e il Veneto 

registrano dati positivi, ma con percentuali molto diverse. 

"Giganti" in termini di crescita sono gli scali di Orio al Serio e 

Linate che sfiorano entrambi il +10%, mentre Malpensa chiude 

con un trend limitatamente positivo. Lo scalo della brughiera, 

nel cuore dell'area più produttiva d'Italia, conferma invece un 

aumento notevole del settore cargo: +4,2% nel corso 

dell'anno. 

Guardando al settore passeggeri, nel 

complesso gli aeroporti di 

Milano registrano 

un totale di 

28.148.845 passeggeri, con una crescita appunto del +4,2%. 

Sea - il gestore dei due aeroporti - rimarca che il risultato 

operativo del 2011 è positivo anche considerato che l'anno è 

stato "particolarmente complesso per il settore aereo, 

apparendo già evidenti segnali di una nuova fase recessiva": 

Malpensa registra un +2%, rispetto all’anno precedente, con 

19.087.069 passeggeri complessivi. Dato più confortante 

viene dal calcolo dei passeggeri di Malpensa che si riferisce 

ai soli voli di linea: qui si parla di un significativo +4%. In 

percentuale però il vero boom è quello di Linate che registra 

un +9,2% con 9.061.749 passeggeri. Oggi il city airport - 

che secondo il Decreto D'Alema del 1999 doveva andare 

verso un progressivo ridimensionamento - genera traffico 

passeggeri per una quota corrispondente al 50% del traffico 

su Malpensa: quale sia il futuro di questa tendenza, lo dirà il 

futuro, in considerazione del fatto che una parte dei vettori - 

in particolare KLM ed Air France 

- ha mostrato di preferire, per la 

gran parte delle proprie 

operazioni, lo scalo di viale 

Forlanini. 

Ma il 2011 è stato, ancora una 

volta, anche un anno in cui si è 

Nel 2011 Malpensa 

+4% il traffico 

passeggeri; Linate e 

Orio al Serio +10%. 

rafforzato il ruolo dello scalo della brughiera verso i Paesi di 

economia emergente, in particolare il Far East: otto nuovi 

vettori passeggeri e “all cargo” hanno scelto Malpensa, tra cui 

Gulf Air, Ethiopian Airlines, Biman Bangladesh, Air Europa, 

Transavia, Silk Way, Jade Cargo e Africa West. Lo scalo ha 

così ampliato i collegamenti internazionali, 

incrementando anche rotte e frequenze 

che erano garantite da parte 

di vettori già 

ECONOMIA 

Il 2011 è stato peraltro, ancora 

una volta, anche un anno in cui 

si è rafforzato il ruolo di 

Malpensa verso i Paesi di 

economia emergente, in 

particolare il Far East. 


15

Economia 

ECONOMIA 

presenti a Milano Malpensa: nel corso del 

2011 sono stati introdotti un totale di circa 180 

voli aggiuntivi, di cui una trentina stagionali. 

Anche guardando 

ai tassi di crescita per vettore, 

le compagnie che crescono di più sono proprio 

quello verso l'Oriente, Cathay Pacific (+81%) e 

Sri Lankan (+76%). Se si guarda nel complesso alle aree 

geografiche, il traffico verso il Nord America cresce del 

10,5% (36 collegamenti settimanali), quello per il Medio 

Oriente 2,4% ( 66 voli), l'Estremo Oriente +22,9% (55 voli), 

l'Africa 9,7%, i cosidetti paesi BRIC del 24%. 

Malpensa anche nel 2011 si è confermata primo aeroporto 

cargo in Italia per numero di merci trasportate. Tuttavia, la 

crisi si è fatta sentire anche in questo settore, un campanello 

d’allarme dello stato di salute di un’economia che vede 

diminuire importazioni ed esportazioni. Il settore cargo, 

comunque, registra un +4.2% con 440.250 tonnellate di 

merci: la significativa crescita dei vettori operanti sullo scalo 

di Malpensa, che nel 2011 hanno trasportato oltre 17 mila 

tonnellate di merce in più rispetto al corrispondente periodo 

del 2010, ha consentito a Malpensa di registrare un 

incremento sia nell’all cargo che nei voli misto. Nel 2011, 

la forte attrattività, la politica di sviluppo di nuove rotte e 

frequenze attuata dal Gruppo Sea e la prosecuzione delle 

attività di revisione degli accordi bilaterali, hanno portato 

all’ingresso a Malpensa di due nuovi vettori all cargo: Jade 

Cargo e Silk Way, che hanno iniziato a operare 

rispettivamente due collegamenti settimanali verso Shanghai 

e un volo a settimana verso Baku; al raddoppio dei voli 

settimanali da parte di Saudi Arabian sulla tratta Milano- 

Jeddah-Riad; all’apertura da parte di Cargolux Italia del 

nuovo volo diretto verso il Brasile sullo scalo di San Paolo, 

che usa anche il gigantesco 747-800 freighter, che ha 

operato il primo volo commerciale in Europa. La tumultuosa 

crescita dei vettori cargo asiatici ha avuto come 

Il settore cargo ha 

registrato un +4.2% 

con 440.250 

tonnellate di merci. 

ripercussione negativa la chiusura dell'attività di 

CargoItalia, messa in liquidazione a fine anno. 

I dati del 2011 sono stati influenzati anche da 

alcuni altri fattori: la contrazione quasi totale del 

traffico verso il Nord Africa, effetto collaterale 

della "Primavera Araba"; la decisione del 

Gruppo Lufthansa di rinunciare al progetto Lufthansa Italia, 

che ha pesato però solo sull'ultima parte dell'anno, dopo il 

cambio orario invernale; lo stop totale dell'attività della 

compagnia aerea Livingston (ferma da ottobre 2010) che, 

tradotto in numeri, a Malpensa ha significato un milione di 

passeggeri in meno. Nel 2011 Livingston - rilevata da nuovi 

proprietari e attualmente di base a Cardano al Campo - 

prevede di riavviare le operazioni aeree con un progetto 

industriale nuovo orientato al charter di qualità. Il progetto 

di Livingston - che ha annunciato significativi investimenti a 

Malpensa, anche in termini di formazione piloti - potrebbe 

essere determinante per rafforzare anche questo segmento 

operativo, che vede a Malpensa la presenza consolidata di 

numerosi vettori. Altro segmento fondamentale, quello dei 

voli low-cost, rappresentato a Malpensa da Easy Jet, che qui 

ha la sua principale base continentale. Il settore si conferma 

in forte crescita, come confermato anche dai dati di 

Bergamo Orio al Serio, che nel 2011 ha visto 8.419.948 

passeggeri in partenza (+9,7%). La parallela crescita dei tre 

principali aeroporti lombardi (Malpensa, Linate, Orio) 

ripropone il tema di un piano nazionale del trasporto aereo, 

strumento fondamentale anche per la programmazione 

infrastrutturale degli scali della Pianura Padana, distribuiti 

da Ovest a Est nell'area più produttiva d'Europa, da Torino 

a Trieste. All'estremità di Lombardia sta a ricordarlo 

l'aeroporto di Brescia Montichiari, che non vede 

operazioni passeggeri da quattro anni e cerca, 

faticosamente, una specializzazione nel settore postale. 

Roberto Morandi 

In arrivo il Piano nazionale del trasporto aereo? 

Sul tema del trasporto aereo è da registrare la dichiarata volontà del Governo di approvare, finalmente, il Piano nazionale del 

trasporto aereo, oggi parcellizzato in una pletora di aeroporti tutti o quasi del medesimo rango, Il piano prevedrebbe 14 scali 

strategici, che manterrebbero una vocazione internazionale o intercontinentale (in Lombardia, sarebbero tali soltanto Malpensa, 

Linate e Orio al Serio) e 10 strutture di media grandezza, mentre gli altri 24 scali più piccoli andrebbero incontro, secondo i casi, 

al ridimensionamento o alla scomparsa. 

Nel frattempo SEA, Società Esercizi Aeroportuali, ed ENAV, la Società nazionale per l’assistenza al volo, hanno firmato un 

Memorandum d'intesa per dare attuazione al Programma A-CDM (Airport Collaborative Decision Making) finalizzato al 

miglioramento della gestione dei flussi di traffico del sistema aeroportuale di Milano e all’ottimizzazione dei processi legati 

all’utilizzo delle infrastrutture e delle risorse aeroportuali. Si tratta di una piattaforma informatica che viene condivisa da tutti i 

soggetti coinvolti nel processo operativo, finalizzata ad ottimizzare la gestione dei voli per migliorare i tempi di rotazione e 

l’assistenza degli aerei a terra. In Italia A-CDM sarà sperimentato, oltre che a Malpensa e Linate, a Fiumicino e Venezia, mentre è 

già attivo in altri aeroporti europei, fra cui, Monaco, Francoforte, Parigi e Bruxelles dove sono stati raggiunti importanti risultati 

quali: riduzione dei ritardi, miglioramento nella pianificazione delle partenze, aumento della prevedibilità degli eventi, miglior 

uso degli slot e ottimizzazione dell’utilizzazione di tutte le risorse aeroportuali. Ciò consente concreti benefici per gestore 

aeroportuale, vettori aerei, fornitori di servizi di controllo del traffico aereo e fornitore di servizi di assistenza a terra. (ML) 


Economia 

La crisi che 

non passa 

Il XVI rapporto sull’economia globale e italiana 

del centro di ricerca Luigi Einaudi di Torino, 

presentato a Varese in un convegno della Banca 

Popolare di Bergamo. 

Afare gli onori di casa, Antonio Bulgheroni, vice 

presidente della Banca Popolare di Bergamo. Ad 

illustrare il rapporto, Giorgio Arfaras, componente del pool 

di ricercatori coordinato da Mario Deaglio che ha steso il 

XVI rapporto sull’economia globale e italiana. Con una 

premessa: la crisi in cui l’Occidente ha cominciato a 

scivolare durante l’estate 2007 e nella quale è 

definitivamente precipitato nel settembre 2008 non si è 

ancora risolta, ma se ne deve constatare 

l’estensione dall’economia alla società, alla 

politica, ai grandi equilibri politico-strategici 

internazionali. La speranza che potessero 

bastare poche misure tecniche di 

stabilizzazione dei mercati ha ormai ceduto il 

passo al convincimento che la crisi sia 

complessa e multidimensionale: non si potrà 

tornare a uno sviluppo stabile, in un contesto 

mondiale assestato, senza rimedi innovativi e 

regole nuove. 

I fatti 

Qual è il volto di questa crisi che non passa? 

E’ quello di una spirale negativa, con cause ed 

effetti che si intrecciano. Se, infatti, essa ha 

avuto inizio da una criticità delle finanze 

pubbliche - e mai come ora si erano 

manifestate con tanta forza le conseguenze 

sull’economia reale della dilatazione dei debiti 

degli Stati - la crisi globale finisce per 

ripercuotersi a sua volta sulle finanze 

medesime. Si verificano infatti riduzioni delle 

entrate fiscali a fronte peraltro non di una 

contrazione della spesa pubblica ma di un 

aumento di quest’ultima per fronteggiare i 

bisogni sociali causati dalla crisi. Le misure di 

risanamento (tagli alle spese e inasprimenti 

fiscali) determinano nuovi stimoli negativi alla 

domanda globale, oltre a generico scontento 

politico che indebolisce l’azione dei governi proprio sul 

fronte del risanamento. Insomma, un cane che si morde 

la coda. 

Sul piatto della bilancia occorre poi mettere un altro 

elemento di portata storica: le quote percentuali dei 

paesi ricchi sul prodotto lordo mondiale si vanno 

progressivamente assottigliando. Nel 2000 

rappresentavano il 62,8%; nel 2011 il 56,1%, con 

proiezione del 47,4% nel 2015. Per contro, le quote dei 

paesi asiatici più dinamici sono passate dal 15,2% al 

25% e sono accreditate al 28,9% nel 2015. Crescono 

anche altri paesi altrettanto dinamici, le cui quote sono 

salite dal 22% al 23,7% per rimanere sostanzialmente 

stabili da qui al 2015. 

Sotto la cenere si nasconde il pericolo inflazione. Dal 

giugno 2010 all’ottobre 2011 essa è cresciuta in tutti i 

paesi maggiormente industrializzati o di nuova 

industrializzazione. In questi ultimi, essa cresce più 

velocemente che nei primi e ciò lascia sperare in un 

recupero di competitività relativa per i prodotti fabbricati 

in Europa e Usa. 

La disoccupazione non cala e il superindice Ocse, che 

misura le prospettive economiche nell'area dei paesi più 

Da sinistra, 

Antonio Bulgheroni, 

Giorgio Arfaras 

e Gianfranco Fabi 

ECONOMIA 


17

Economia 

ECONOMIA 

industrializzati, punta di nuovo al ribasso dopo la miniripresa 

verificatasi nel 2011. 

Le prospettive 

Si va verso una nuova crisi finanziaria innescata dai 

debiti pubblici (Grecia, Portogallo, Irlanda, Usa, Italia, 

Francia) a da crisi sociali (Paesi arabi, Spagna, Grecia, 

Regno Unito)? Il venir meno delle chiavi interpretative 

avanzate con troppa sicurezza negli ultimi decenni - 

avvertono i ricercatori del centro torinese - inducono a 

prospettare diversi scenari come base di conoscenza per 

prendere le decisioni più appropriate. Un’interpretazione 

moderna del “conoscere per deliberare” che Luigi Einaudi 

proponeva ai suoi lettori nelle Prediche inutili. Vediamo 

allora questi scenari. 

Il futuro radioso - La crescita produttiva nei paesi ricchi 

recupera stabilmente tassi del 3-4%, con un forte ruolo 

dell’innovazione e riaggiustamento dei bilanci pubblici 

senza bisogno di ulteriori manovre. 

L’inflazione rimarrebbe sotto la soglia 

fisiologica del 2%. Vi sarebbe una nuova, 

efficace, regolazione dei mercati con ritorno 

dell’ottimismo e allentamento delle tensioni 

sociali. Il clima internazionale disteso 

favorirebbe la riduzione delle spese militari, 

il ché contribuirebbe al riaggiustamento dei 

bilanci pubblici. 

I compromessi inflazionistici - La crescita nei 

paesi ricchi non recupera i livelli precedenti. 

La parte non realizzata di crescita si 

tradurrebbe in inflazione. I livelli diversi di 

inflazione scatenerebbero azioni 

protezionistiche, ma nonostante tali pressioni 

la regolazione dei mercati rimarrebbe 

efficace. Vi sarebbe contrasto sociale tra 

debitori (favoriti dall’inflazione) e creditori 

(sfavoriti). Il clima internazionale non 

sarebbe disteso. 

L’insolvenza programmata - La crescita nei 

paesi ricchi rimane eccezionalmente bassa: 

scarsa innovazione, scarso aumento della 

produttività, scarsa inflazione. La 

ristrutturazione unilaterale dei debiti pubblici 

da parte dei governi (parziale non 

restituzione, allungamento del debito, 

riduzione degli interessi) darebbe luogo a 

esiti differenziati da paese a paese e in 

alcuni paesi si verificherebbero possibili 

condizioni per una nuova partenza. Il 

mercato globale sarebbe a rischio e il clima 

internazionale non disteso. Le tensioni sociali 

presenterebbero esiti politici incerti. 

La tempesta perfetta - Scarsità di 

investimenti, crescita molto bassa della 

produttività. Continua emissione di moneta, 

inflazione elevata e fuori controllo. 

Frantumazione del mercato globale, uso 

esteso del baratto nel commercio 

internazionale. Accentuazione dell’instabilità 

politico-sociale. 

Mauro Luoni 


associato 

associato 

membro

Canottaggio sul lago di Varese 

Economia 

Varese turistica? 

Segnali d’ottimismo 

ECONOMIA 

Massimiliano Serati della Liuc: “La crisi si accompagna a una svolta positiva”. Paola Della Chiesa: 

“Sport e turismo religioso le linee-guida di marketing”. 

Le cifre non sono poi così male. Secondo 

Istat e Unioncamere Lombardia-Isnart, la 

capacità della provincia di Varese di 

attrarre turisti stranieri è elevata (7,5% degli 

arrivi in Lombardia) e le prenotazioni delle 

camere d’albergo tra settembre e dicembre 

sono state, nel complesso, incoraggianti: 

forte crescita a settembre e ottobre, lieve 

flessione in novembre, stabile in dicembre. Nell’estate 

2011, l’occupazione delle camere è cresciuta dal 57.3% 

al 61% rispetto allo stesso periodo del 2010 (terza 

provincia dopo Brescia e Como). Se poi vogliamo 

confrontare il primo semestre 2011 con lo stesso periodo 

del 2010, l’Istat rileva che il trend di crescita degli arrivi 

e delle presenze turistiche non accenna a fermarsi, anche 

se la crisi economica ne ha rallentato la progressione. 

Insomma, Varese ha un ottimo appeal turistico e se non 

fosse per i “buchi neri” della congiuntura internazionale 

e del dehubbing di Malpensa che ha tagliato le rotte 

aeree e i clienti business internazionali, potremmo cantar 

vittoria: “Il volume dei flussi del turismo d’affari tiene e 

quello “leisure” legato alle aree di lago e alle eccellenze 

culturali è in pieno recupero - conferma Massimiliano 

Serati, professore associato di Politica economica 

Il Varesotto ha un ottimo 

appeal turistico e se non 

fosse per i “buchi neri” 

della congiuntura 

internazionale e del 

dehubbing di Malpensa. 

all’Università Carlo 

Cattaneo-LIUC e 

consulente dell’Agenzia 

del Turismo con un 

accurato studio strategico 

sui flussi e le tendenze 

della domanda - La crisi 

sembra accompagnarsi a 

una svolta strutturale positiva. Più o meno 

dieci anni fa nel ranking delle province 

lombarde, Varese “stazionava” intorno a 

metà classifica con poco meno di 400 

mila contatti l’anno; oggi sono più che 

raddoppiati (oltre 900 mila nel 2010, un 

milione e 600 mila le notti trascorse dai 

turisti sul territorio) e il Varesotto si alterna 

con la provincia di Como, storica potenza turistica, al 

terzo posto della graduatoria lombarda con una 

progressione di crescita senza eguali in Lombardia”. 

Massimiliano Serati 

Paola Della Chiesa 

PRIMO, RIEMPIRE I LETTI 

Perché, allora, gli operatori si lamentano? “Purtroppo è 

vero, i numeri sono cresciuti ma la situazione economica 

non è brillante e soprattutto l’area della Malpensa vive 


21

Economia 

ECONOMIA 

Golf sul campo di Luvinate 

un momento difficile - risponde Serati - Le rotte 

internazionali viaggiano con compagnie low cost e 

passeggeri a più bassa capacità di spesa e il turismo 

business in transito produce meno valore aggiunto che 

in passato. Gli investimenti pianificati prima del 

“dehubbing” dell’Alitalia si basavano su previsioni di 

sviluppo dell’aeroporto 

e su un profilo del 

turista medio che sono 

rimasti in parte sulla 

carta e la nascita di 

nuovi alberghi non 

sempre si è tradotta 

nell’aumento dei 

fatturati per singola 

azienda”. 

Con questi chiari di luna, insomma, anche i grandi 

Entra in gioco la bontà 

dei piani di marketing: 

cultura, sport e itinerari 

religiosi, attività “green” 

e buona tavola con un 

occhio attento ai costi. 

alberghi devono riposizionare i prezzi verso il basso per 

riempire i letti. I margini di manovra sono pochi e 

Federalberghi pensa, ad esempio, a centrali d’acquisto 

per raggruppare gli imprenditori e aiutarli a stipulare 

contratti di fornitura vantaggiosi. 

Entra in gioco a questo punto la bontà dei piani di 

marketing, cultura, sport e itinerari religiosi, attività 

“green” e buona tavola con un occhio attento ai costi. 

Con questo spirito l’Agenzia del Turismo si è presentata 

a un’edizione della Bit (Borsa Internazionale del Turismo 

- 16/19 febbraio alla Fiera di Milano) diversa dal 

solito. La Regione Lombardia metteva a disposizione 

appena un terzo dello spazio dell’anno scorso e ha 

promosso le province non singolarmente ma per aree 

tematiche (turismo attivo, città d’arte, laghi, montagna 

ecc.). Tutte le risorse in comune. Niente loghi 

d’identificazione nello stand tranne t-shirt, gadgets e 

brochure. 

Liuc: il trend decennale del turismo è positivo 

• La crescita degli arrivi turistici a Varese nel periodo 2006-2010 è stata pari al 42% (la più elevata in Lombardia). 

• La corrispondente crescita delle presenze turistiche sul territorio di Varese nel periodo 2006-2010 è stata pari al 

33.3% (seconda posizione in Lombardia a stretta ruota di Como, 33.6%). 

• Varese oggi “pesa” per più del 7.5% degli arrivi in Lombardia 

• Nel periodo 2000-2010 la crescita degli arrivi a Varese ha superato il 80% con un passaggio dal settimo al terzoquarto 

posto in Lombardia 

• All’esplosione della domanda ha risposto una forte crescita dell’imprenditorialità in campo ricettivo: la crescita dei 

posti-letto alberghieri sul territorio nel periodo 2006-2010 è stata pari a 36.2% (seconda posizione in Lombardia 

dopo la provincia di Monza-Brianza, 38.2%). 

• Il territorio ha consolidato sempre più una evidente vocazione internazionale con un’incidenza del turismo di 

provenienza straniera nel 2010 (calcolato sul dato delle presenze) pari a 52.7% (terza provincia in Lombardia). 

Fonte: rielaborazione LIUC su dati Istat, Eupolis Lombardia. 


Economia 

COINVOLTI GLI STUDENTI 

“E’ una scelta innovativa e senza campanilismi - spiega 

il direttore dell’Agenzia del Turismo, Paola Della Chiesa 

- Quest’anno abbiamo un budget di 700 mila euro (100 

mila meno del 2011) e deve bastare per la 

comunicazione, i costi di gestione, il personale, la sede 

e la partecipazione alle fiere; meno materiale negli 

stand rispetto agli anni scorsi, solo una decina di 

brochure per i luoghi dell’Unesco, gli itinerari religiosi, il 

turismo sportivo e l’enogastronomia. Abbiamo puntato 

sulla scuola. Con noi c’erano gli stagisti dell’istituto 

turistico Itpa Nuccia Casula con compiti di reception e 

front desk. Le traduzioni in lingua inglese e tedesca sono 

state curate dagli allievi del liceo linguistico Manzoni (su 

Internet anche in francese e in spagnolo). Siamo 

soddisfatti. In un colpo solo abbiamo ridotto i costi, 

coinvolto i ragazzi nel processo produttivo e fatto 

formazione”. 

Ma quali sono le linee-guida di marketing 

per i prossimi mesi? Si punta sugli sport. 

Canottaggio, golf, scherma e trekkingalpinismo. 

Quest’anno diverse competizioni 

internazionali sono in programma a Varese, 

a cominciare dai Campionati europei di 

canottaggio (14-16 settembre), cui 

seguiranno i Master per gli hobbisti nel 

2013 e i Mondiali Under 23 nel 2014. 

Porteranno turisti e delegazioni di canottieri 

da tutto il mondo e le nostre strutture lavoreranno a 

pieno ritmo grazie agli accordi sottoscritti con le varie 

federazioni, da quella italiana all’inglese. 

CANOTTAGGIO, SCHERMA E GOLF 

“Chi pratica canottaggio vuole la pensione completa e 

ciò ha effetti positivi sull’occupazione - spiega il direttore 

dell’Agenzia - Nei prossimi tre anni 

tutto il sistema si muoverà, dai cuochi 

ai camerieri al personale 

alberghiero. La nazionale inglese si 

allena già da noi, l’Australia ha qui 

l’European Training Center e gli atleti 

vengono a Varese ad allenarsi. E’ in 

fase di definizione un accordo con il 

Ministero dello Sport australiano per 

promuovere Varese nel Paese dei 

canguri, provate solo a immaginare 

quanto costerebbe affrontare un 

workshop o un road show dall’altra 

parte del mondo, invece sarà gratis”. 

Anche il golf attira turisti che 

spendono. In Europa sette milioni di 

persone praticano questo sport e il 

75% dichiara di scegliere campi 

Le linee-guida di 

marketing per i prossimi 

mesi? Si punta sugli 

sport: canottaggio, golf, 

scherma e trekkingalpinismo. 

sempre diversi. Vares e ne ha sei tra club e circoli privati. 

“Finora non abbiamo mai ospitato eventi internazionali 

o azioni di promozione - aggiunge Della Chiesa - 

abbiamo rotto il ghiaccio in settembre con l’invito a 

Matteo Manassero, il più giovane vincitore di una prova 

dell’European Tour e quest’anno ospiteremo una gara di 

challenge a Luvinate. Altro sport sorprendente è la 

scherma. Dal 15 al 20 giugno si disputeranno gli 

Europei al castello di Legnano e al Palaborsani di 

Castellanza, sponsorizzati fra gli altri anche 

dall’Agenzia del Turismo e dall’Università Carlo 

Cattaneo. Per sei giorni gli atleti e le delegazioni 

riempiranno gli hotel di Castellanza e della zona di 

Malpensa”. 

TOUR MARIANI E BENEDETTINI 

Altre idee? Si parla di turismo matrimoniale e degli 

anniversari (in Italia la spesa media per la luna di miele è 

di 3-5 mila euro a coppia, fonte Eurispes 

2008), di wellness, archeologia, trekking 

fotonaturalistico, di Relais de Charme e 

ville d’epoca per clienti ricchi e colti e di 

turismo religioso. “Stiamo preparando un 

itinerario mariano che va dal Sacro 

Monte a Saronno e un percorso 

benedettino tra Ganna, Voltorre, Cairate 

e Santa Caterina del Sasso. Pensiamo di 

promuoverli nei circuiti specializzati e 

nelle fiere. I pellegrini spendono poco? Forse, ma Santa 

Caterina del Sasso nel 2011 ha registrato180 mila 

presenza, 80 mila più del 2010. I percorsi di fede al 

Sacro Monte si potrebbero abbinare al trekking nel 

paradiso ambientale del Campo dei Fiori, alle mete per 

rocciatori e bikers, agli appassionati di botanica, un mix 

di spiritualità e buona tavola a km zero. In Abruzzo, per 

Nuovi materiali promozionali per il turismo in provincia 

di Varese. Curati dall’Agenzia del Turismo, sono 

stati presentati alla recente Borsa Internazionale del 

Turismo di Milano-Bit (16-19 febbraio), alla Free di 

Monaco di Baviera (22-26 febbraio) e all’Itb di Berlino 

(7-9 marzo). Una cartellina che fa da contenitore per 

una numerosa serie di brochure dedicate ai tanti 

motivi di interesse per una vacanza nella “provincia 

dei sette laghi”. I laghi, appunto, e i fiumi; le valli; le 

ville con i parchi e i giardini; gli impianti sportivi tipici 

(volo a vela, canottaggio, golf); i luoghi sacri per il 

turismo religioso. “Brillantata” la carta usata per la 

brochure relativa ai quattro siti dichiarati Patrimonio 

dell’Umanità dall’Unesco (un record per un territorio 

così piccolo come la provincia di Varese), a significare 

la preziosità degli stessi. 

ECONOMIA 


23

Economia 

ECONOMIA 

Santa Caterina del Sasso 

esempio, gli eremi di Celestino V sulla Majella sono 

diventati un affascinante “tour dei romitaggi” abbinato 

alla cucina povera a base di cacio, uova e vincotto”. 

“Abbiamo tanto verde, i laghi, la montagna e versatili 

strutture ricettive, alberghi di lusso, accoglienti bed & 

breakfast e agriturismi come in Toscana e in Umbria. I 

b&b sono cresciuti da 40 a 150 nel giro di sette anni. Nel 

frattempo l’Agenzia 

Si punta anche sul turismo 

matrimoniale e degli 

anniversari, su wellness, 

archeologia, trekking 

fotonaturalistico, Relais de 

Charme e ville d’epoca per 

clienti ricchi e colti e sul 

turismo religioso. 

prova a essere più 

presente sui mercati 

europei, a Milano e 

negli aeroporti 

lombardi. All’area 

arrivi di Malpensa c’è 

l’ufficio di 

rappresentanza con 

materiali e personale 

addestrato. E’ la 

prima vetrina del Varesotto. Chi atterra ci trova subito”. 

Sergio Redaelli 

www.vareselandoftourism.it 

VARESE AS A TOURIST DESTINATION? SIGNS OF 

OPTIMISM 

According to Istat (The National Institute for Statistics) and 

Unioncamere Lombardy-Isnart (the Lombard Chambers of 

Commerce Association), the province of Varese attracts numerous 

foreign tourists (7.5% of those in Lombardy) and hotel reservation 

numbers between September and December were encouraging. 

In short, Varese appeals to tourists and if it wasn't for the “black 

holes” caused by the global recession and the dehubbing of 

Malpensa, which brought about cuts in flights and international 

business clients, we could cry victory. 

Il rilancio passa anche dalla procedura VAS 

Battelli elettrici in crociera sui laghi, “stazione unica” a Varese in base all’accordo sottoscritto il 29 marzo 2007 da 

Regione, Provincia, Comune, Ferrovie Nord, Rete Ferroviaria Italiana e Ilspa: sono oltre trecento i progetti del piano di 

sviluppo turistico inviati all'Agenzia da Comuni, associazioni di categoria e privati che devono conformarsi alla logica 

del green, il turismo compatibile con la natura e il paesaggio. Il Piano è sottoposto alla procedura di valutazione 

ambientale strategica (VAS) e deve rispondere a criteri di sostenibilità ambientale per avere accesso ai bandi e ai 

finanziamenti regionali. (S.R.) 


SCIENZA 

Scienza 

Il sistema solare 

esplorato anche con 

tecnologia 

italiana 

La sonda dell’Esa e della Nasa chiamata 

Cassini, in esplorazione di Saturno. 

Negli ultimi anni sono state tante le 

sonde che hanno esplorato il sistema 

solare. A bordo c’è anche molta 

tecnologia italiana. Le novità arrivano 

da quasi tutti i pianeti e loro satelliti. 

La maggior parte dei pianeti del sistema 

solare sono in questo momento sotto 

l’occhio di sonde terrestri che ne stanno 

svelando i molti misteri che ancora li 

circondano. Altri pianeti verranno 

raggiunti da navicelle terrestri nei prossimi 

anni. Su alcune sonde vi sono strumenti di 

altissima tecnologia costruiti e progettati in Italia e per 

altre missioni sono italiani i responsabili di alcune 

ricerche. Partiamo dal Sole. Esso è tenuto sotto controllo 

da numerose sonde, tra le quali sta facendo un servizio 

senza confronti la SOHO (Solar and Heliospheric 

Observatory), di costruzione europea. Questo satellite ha 

permesso di studiare la superficie e l’interno della nostra 

stella. Grazie ad esso ora possiamo prevedere con un 

certo anticipo le tempeste solari che possono creare 

notevoli problemi alle telecomunicazioni terrestri. Tra i 

principali ricercatori addetti a seguire il lavoro di uno 

Sole: ora possiamo prevedere 

con anticipo le tempeste solari 

che possono creare notevoli 

problemi alle 

telecomunicazioni terrestri. 

strumento (chiamato GOLF) che 

studia l’interno della stella vi sono 

scienziati italiani dell’Università di 

Napoli. 

Vicino al Sole vi è Mercurio che 

dall’inizio dello scorso anno è sotto 

l’occhio degli strumenti della sonda 

della Nasa Messenger. Di questo pianeta conoscevamo 

ben poco perché nessuna sonda era mai entrata in 

orbita attorno ad esso. Sono tanti gli enigmi irrisolti di 

questo pianeta. Ad esempio non si sa perché esso 

compie tre rotazioni su se 

stesso mentre compie due 

rivoluzioni attorno al Sole. 

Oppure non è noto perché 

abbia un nucleo gigante 

rispetto a tutti gli altri 

pianeti. Messenger sta 

Mercurio ebbe 

un’attività vulcanica 

importante, cosa 

assolutamente 

sconosciuta fino ad ora. 


Scienza 

raccogliendo un gran numero di 

informazioni che nei prossimi anni 

permetteranno sicuramente di dare alcune 

risposte a queste domande. Intanto ha già 

scoperto che anche Mercurio ebbe 

un’attività vulcanica importante, cosa 

assolutamente sconosciuta fino ad ora. 

Venere è attualmente studiato dalla sonda dell’Esa Venus 

Express. Questa navicella ha il compito di studiare nei 

dettagli l’atmosfera del pianeta, un’atmosfera di anidride 

carbonica così densa che rende impossibile 

l’osservazione della sua superficie. A bordo vi sono due 

strumenti, il PFS (Planetary Fourier Spectrometer) e il 

VIRTIS che studiano il primo la composizione della bassa 

atmosfera e traccia il movimento delle nubi, mentre il 

secondo rileva la temperatura dell’atmosfera tra i 55 km 

e i 100 km. Il loro fine è quello di cercare la presenza di 

eventuali vulcani in attività. Il PFS è seguito da ricercatori 

di Roma, mentre il VIRTIS è stato costruito dal CNR-IASF 

di Roma. Era noto che la superficie di Venere è 

caratterizzata da vulcani, anche di alte dimensioni, ma 

non si sapeva se fossero attivi anche ai nostri giorni. 

Grazie a VIRTIS si è riusciti a capire che almeno un è 

attivo. Giuseppe Piccioni 

ricercatore dell’INAF-IASF 

Marte: la sonda ha 

di Roma e Principal 

permesso di scoprire 

Investigator di VIRTIS è 

l’esistenza di ghiaccio 

davvero soddisfatto: 

sotto la superficie 

“Grazie a VIRTIS siamo già 

anche in prossimità stati in grado di studiare 

dell’equatore. 

con grande accuratezza la 

superficie del pianeta e la 

sua atmosfera, potendone 

determinare la composizione chimica e la dinamica delle 

sue correnti”. 

Marte è il pianeta dei misteri. Su di esso opera ancora il 

rover Opportunity, entrato nel suo nono anno di attività, 

quando avrebbe dovuto lavorare per circa 90 giorni. 

Questo eccezionale robot è accompagnato nella sua 

ricerca da alcune sonde in orbita marziana. Una di esse 

è di costruzione europea, la Mars Express e su di essa vi 

è un PFS seguito dall’Istituto di Fisica dello Spazio 

Interplanetario di Roma. La sonda ha permesso di 

scoprire l’esistenza di ghiaccio sotto la superficie anche 

in prossimità dell’equatore e l’esistenza di nubi di 

metano che, per alcuni ricercatori, sono l’evidenza 

dell’esistenza di organismi viventi. 

Tra gli asteroidi che vi sono tra Marte e Giove vi è 

attualmente la sonda della Nasa Dawn che si trova 

attorno a Vesta, un grande asteroide. Anche a bordo di 

essa vi è tecnologia italiana. Lo strumento VIR studia 

l’asteroide attraverso uno spettrometro che osserva nel 

visibile e nell’infrarosso. La ricerca è condotta da 

Venere: era nota la 

presenza di vulcani. Ora 

si è riusciti a capire che 

almeno un o è attivo. 

ricercatori dell’INAF e sta dando 

importanti risultati. Tra questi il fatto che 

si sta capendo che Vesta assomiglia più 

ad un pianeta che non ad un asteroide. 

Nello studio degli oggetti più primitivi 

del sistema solare vi è anche Rosetta, 

una sonda che, ora in viaggio, nel 2014 raggiungerà la 

cometa Churyumov-Gerasimenko e su di essa farà 

scendere una sonda-figlia che perforerà il nucleo per 

analizzarne la composizione. La tecnologia italiana è 

concentrata sul lander e in particolare sugli strumenti di 

perforazione e analisi dei campioni. 

Giove è attualmente sprovvisto di sonde che lo stanno 

studiando, ma in viaggio vi è Juno, una sonda della 

Nasa che arriverà in orbita attorno al pianeta nel 2016. 

Poi vi è Saturno, attorno al quale dal 2004 ruota una 

sonda dell’Esa e della Nasa chiamata Cassini. Essa ci sta 

dando un volto del tutto nuovo di Saturno e dei suoi 

satelliti. In particolare, grazie all’atterraggio di una 

sonda-figlia - la Huygens - sulla luna Titano e di studi 

condotti con i radar di bordo della Cassini, gli scienziati 

hanno scoperto che questo satellite assomiglia moltissimo 

alla Terra. Esso possiede laghi, fiumi, nubi e piogge, 

anche se di metano. Ma vi sono anche montagne e mari. 

E qualcuno non esclude che lassù vi possa essere 

qualche forma di vita molto semplice. A bordo l’antenna 

ad alto guadagno per le comunicazioni con la Terra è 

stata costruita dall’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, 

mentre un italiano, Claudio Sollazzo, è stato il 

responsabile delle operazioni della Huygens. 

Se Urano e Nettuno in questo momento non sono 

oggetto di ricerche, lo sarà presto Plutone, il pianeta più 

lontano dal Sole e da pochi anni declassato a pianeta 

nano. Ora in viaggio, la sonda New Horizon arriverà a 

Plutone nel 2015 e lo osserverà da vicino per la prima 

volta nella storia dell’esplorazione spaziale. 

Luigi Bignami 

THE SOLAR SYSTEM WITH ITALIAN TECHNOLOGY 

Most of the planets in the Solar System are currently under the 

watchful eye of space probes which are unveiling many of the 

mysteries surrounding them. Other planets will be reached by 

probes in a few years' time. Some of these have extremely 

advanced technology on board which was designed and 

developed in Italy and a number of other exploratory missions 

are also co-ordinated by Italians. 


SCIENZA 

27

Università Cattaneo 

Non solo libri 

La biblioteca dell’Università Carlo Cattaneo-LIUC, 

intitolata all’imprenditore Mario Rostoni, è essa 

stessa scuola per gli allievi nell’imparare un 

corretto metodo di ricerca bibliografica. E non 

solo per gli studenti dell’ateneo… 

La biblioteca dell'Università Carlo Cattaneo-LIUC è 

una realtà in crescita che, sempre più, è il punto di 

riferimento degli studenti che frequentano l'ateneo ma 

anche di docenti e studenti delle scuole superiori della 

zona. Da quando ha aperto, 21 anni fa, ne ha fatta di 

strada e dai 1.500 volumi che conteneva 

nel 1991 è arrivata a quasi 100mila nel 

2012. Difficile dire con certezza se la 

soglia sia stata superata e il perchè lo 

spiega Piero Cavaleri, secondo direttore 

nella storia della biblioteca dopo Giuseppe 

Origgi che la diresse dal '91 al '97: “Lavoro qui da 21 

anni, ho iniziato il primo giorno di apertura e da 15 

anni ne sono anche il direttore - racconta Cavaleri - il 

numero di libri, articoli e pubblicazioni varie è 

impreciso anche perchè, con l'avvento della 

digitalizzazione, 

abbiamo ormai un 

patrimonio 

vastissimo di 

conoscenza che 

conta anche 15 mila 

e-book mentre gli 

articoli non li 

contiamo 

nemmeno”. 

Un patrimonio che 

non è certo 

paragonabile alle 

Quasi 100mila volumi, un 

patrimonio che non è certo 

paragonabile alle grandi 

biblioteche delle università 

millenarie italiane ma che, a 

differenza di queste ultime, 

resta più un servizio per gli 

studenti che un luogo di 

conservazione. 

grandi biblioteche delle università millenarie italiane 

ma che, a differenza di queste ultime, resta più un 

servizio per gli studenti che un luogo di conservazione: 

“Nelle grandi biblioteche una parte ingente 

di risorse e investimenti non va 

nell'aggiornamento e nella crescita 

dell'offerta quanto nella conservazione del 

grande patrimonio culturale che vi è 

conservato - spiega Cavaleri - noi 

manteniamo una dimensione più a misura di studente e 

questo è un bel vantaggio”. Cavaleri sottolinea 

UNIVERSITA’ 


29


UNIVERSITA’ 

l'importanza che questa parte del'università ha nella vita 

degli studenti della Liuc: “Qui dentro gli studenti ci 

passano una bella fetta del loro tempo tra ricerca e 

studio dei testi - racconta - e per questo noi abbiamo 

deciso di dare a loro gli strumenti per potersi orientare 

all'interno del mare magnum della conoscenza 

soprattutto tramite i corsi che teniamo nelle tre facoltà”. 

I corsi sono importantissimi e anche laddove non sono 

obbligatori vengono frequentati moltissimo dagli 

studenti: “Per gli studenti di Economia teniamo corsi per 

tutto il triennio partendo dall'idea che non esistono solo 

i manuali che acquistano per ogni esame ma che è 

necessario saper consultare anche altri testi propedeutici 

al manuale - racconta - al secondo anno passiamo 

all'abstracting, ovvero la capacità di sintetizzare un 

libro in base a criteri oggettivi, infine al terzo anno si 

lavora sul concetto di ricerca”. A Giurisprudenza si 

tiene un corso al terzo anno mentre a Ingegneria si 

svolgono al terzo anno e al quinto. 

Tutto questo lavoro viene svolto grazie anche alla 

collaborazione di Laura Ballestra, preziosissima figura 

sia per Piero Cavaleri che per i tanti studenti che si 

affidano a lei per le loro tesi: “Mi propongo come una 

figura di counseling, di valutazione complessiva e di 

ricerca della documentazione - racconta - è un ruolo 

importante che serve a focalizzare gli ambiti di interesse 

della tesi che mi viene sottoposta. Questo tipo di lavoro 

lo svolgo anche per i professori delle scuole superiori 

dal 2004 grazie ad appositi corsi che svolgiamo 

durante l'anno proprio per loro. Dall'anno scorso lo 

facciamo anche per i ragazzi del quinto anno delle 

scuole superiori perchè ci siamo accorti che, anche a 

causa delle nuove 

Un’attività di counseling 

anche per i professori 

delle scuole superiori, 

grazie ad appositi corsi 

che si svolgono durante 

l'anno scolastico. 

tecnologie, gli studenti non 

hanno un metodo 

consolidato nella ricerca 

della documentazione”. 

Stanno, infatti, avendo un 

successo piuttosto 

inaspettato questo tipo di 

corsi rivolti all'esterno della 

Liuc e con risultati 

eccellenti da studenti che 

non godono, nella loro 

classe, della fama di 

grandi studiosi: “Il metodo 

non lo abbiamo inventato 

noi, è semplicemente 

quello che si utilizza nelle 

università americane - 

conclude Cavaleri - 

partendo da un argomento 

generico invogliamo lo 

studente che vuole effettuare una tesina a declinare 

quell'argomento in tutte le direzioni possibili; una volta 

individuati questi ambiti lo spingiamo a creare subargomenti 

che potrà sviluppare. A quel punto si passa 

alla ricerca dei testi utili e alla sintetizzazione delle 

parti che interessano. Infine provochiamo la domanda 

di ricerca, ovvero il punto focale di tutto il loro lavoro e 

da lì riescono a capire cosa devono scrivere nel loro 

elaborato”. 

Si tratta di un lavoro non facile da far capire agli 

studenti di oggi, abituati a fare ricerche utilizzando le 

prime dieci voci di Google, basandosi spesso su 

materiale incompleto, poco approfondito e, spesso, 

proveniente da una stessa fonte. Per invogliarli Laura 

Ballestra usa la figura del giornalista investigativo che, 

pare, faccia molta presa sui ragazzi. Insomma la 

biblioteca della Liuc, oltre a fornire una vasta scelta di 

documentazione che valica spesso i confini delle tre 

facoltà che oggi sono presenti in Università, è anche 

una scuola vera e propria nella quale si impara ad 

orientarsi nel vasto mondo della conoscenza, sempre 

più grande e, quindi, sempre più difficile da penetrare. 

Orlando Mastrillo 

www.liuc.it 

Corsi anche per i 

ragazzi del quinto anno 

delle scuole superiori 

perchè ci si è accorti 

che, anche a causa delle 

nuove tecnologie 

(Google), gli studenti 

non hanno un metodo 

consolidato nella ricerca 

della documentazione. 



Pubbliche Amministrazioni a scuola di management 

Contribuire alla crescita dei processi manageriali e dei sistemi informativi per il miglioramento della qualità dei servizi 

pubblici: questo l’obiettivo dell’attività dell’Osservatorio sulle performance delle Pubbliche Amministrazioni, che opera 

all’interno del CePA (Centro di Ricerca sulla Pubblica Amministrazione) dell’Università Carlo Cattaneo - LIUC. 

Tre sono i principali ambiti di intervento all’interno dei quali l’Osservatorio si muove: creazione di un luogo d’incontro, 

in una logica di benchmarking, favorendo la diffusione di esperienze e il confronto tra amministrazioni; sviluppo di 

approcci, metodologie e tecniche per svolgere analisi economiche, organizzative e gestionali; sviluppo di un centro 

informativo sulle esperienze di performance management e trasparenza nella Pubblica Amministrazione. 

Il tema delle performance, del loro sviluppo e della loro gestione è diventato infatti istituzionale e riconosciuto dalla 

normativa italiana, la quale sostiene la necessità di individuare, misurare e valutare le performance delle Pubbliche 

Amministrazioni, affinché esse rendano conto ai cittadini delle attività svolte e abbiano una costante tensione al 

miglioramento. Quello del performance management è tuttavia un tema complesso, rispetto al quale non si può 

ragionare per adempimenti, ma che deve essere affrontato con strumenti teorici chiari e soprattutto con costanti 

applicazioni pratiche. 

“Occorre precisare - spiega il professor Renato Ruffini, Direttore dell’Osservatorio sulle performance delle Pubbliche 

Amministrazioni - che dietro il “tecnicismo” del performance management ci sta la ricerca di una pubblica 

amministrazione che produca sevizi di valore, utili alla crescita economica e civile dell’Italia, e che sia trasparente; temi 

questi che con l’attuale crisi economica e considerata la necessità di liberizzazione sono sempre più centrali in Italia”. 

Per il 2012, l’Osservatorio propone un ricco programma di appuntamenti. Dopo il primo workshop sul tema “Relazioni 

sindacali e Performance della P.A.: quale evoluzione futura?”, seguiranno altri appuntamenti nei mesi di marzo, giugno, 

ottobre, dicembre 2012 dedicati a: trasparenza e comunicazione esterna; contrazione degli organici; casi di 

miglioramento nelle performance delle Pubbliche Amministrazioni. Per partecipare a questi workshop è necessario 

iscriversi all’Osservatorio. Per informazioni più dettagliate sul calendario degli incontri e sui costi: osservatoriopa@liuc.it 

(M.L.) 

UNIVERSITA’ 

Nuove linee di autobus per gli studenti 

Dopo l’entrata in funzione della nuova stazione delle Ferrovie Nord Milano, a metà strada tra Castellanza e Busto 

Arsizio, la LIUC aveva istituito un servizio gratuito di autobus navetta tra la stessa Università e la nuova stazione, molto 

più distante rispetto a quella vecchia, dismessa, oltre che verso la 

stazione ferroviaria di Legnano. Dallo scorso febbraio la navetta 

LIUC è stata integrata in un più ampio servizio di linea istituito dal 

Comune di Castellanza, con il sostegno della Provincia di Varese, 

in collaborazione con l’Università, le due case di cura Humanitas 

Mater Domini e Multimedica e l’ipermercato Esselunga. 

Rimane in essere il collegamento con la stazione di Legnano, così 

da poter offrire il medesimo servizio di trasporto a quelli che 

raggiungono l’Università, anziché con le Ferrovie Nord Milano, con 

le Ferrovie dello Stato. Il nuovo servizio di trasporto urbano 

integrato di Castellanza si sviluppa su quattro linee che vanno a 

toccare tutti i punti sensibili della Città: la vecchia stazione FNM, 

l’Università, le due ricordate case di cura, l’Esselunga, ma anche 

l’Isis Facchinetti situato al confine con Busto Arsizio. Punto di 

partenza e capolinea di tutte le corse è la nuova stazione FNM. 

Novantuno le corse giornaliere (tra andata e ritorno), dal lunedì al 

sabato dalle ore 6.20 alle ore 21.20, per un totale di 15 ore di 

servizio giornaliero effettuato con un autobus da 30 posti. Gli orari sono stati stabiliti per ora in via sperimentale fino al 

30 giugno 2012, tale fase servirà per calibrare al meglio orari e percorsi e raccogliere eventuali nuove esigenze, per poi 

istituire un servizio definitivo. 

(M.L.) 


31

FORMAZIONE 

Formazione 

Obbligatorio 

TOCCARE 

Esperienze per educare i sensi, per adulti e 

bambini. Apprendimento sensoriale al Museo 

Tattile di Varese. 

Nell’aprile scorso a Villa Baragiola, di proprietà 

del Comune di Varese, è stato inaugurato il 

Museo Tattile (V. Varesefocus n. 4/2011). Obiettivo 

prioritario: consentire alle persone non vedenti una 

più concreta conoscenza del 

mondo che ci circonda. Nato 

dalla volontà della giovane 

Associazione Controluce Onlus, 

è il terzo museo in Europa, 

dopo quelli di Madrid e 

Ancona, che però prediligono 

un percorso espositivo dedicato 

Quello allestito a 

Varese 

è il terzo 

museo in Europa, 

dopo quelli di 

Madrid e Ancona. 

alla scultura, con modelli in scala delle più importanti 

opere d’arte della storia. La sede di Varese invece ha 

scelto di offrire un aiuto per la scoperta della realtà 

nei suoi aspetti geografico, architettonico, 

archeologico, artistico. 

Una trentina di modelli in legno riproducono case, 

chiese, mulini, ponti, vallate, tutto da toccare e 

riconoscere, o conoscere. Il percorso è di grande 

interesse anche per le persone dotate di normale 

vista, che, ad occhi coperti, sono condotte per mano 

da un’accompagnatrice lungo le sale dello spazio 

espositivo. 

Sono state circa 2.500 le persone che hanno visitato il 

museo, 270 i laboratori per bambini attivati nella 

sede comunale e molti altri già prenotati dalle scuole 

per la restante parte dell’anno. 

La visita costituisce un'esperienza emozionante. 

Abituati a conoscere soprattutto ciò che vediamo, e 

vivendo in un mondo pervaso dalle immagini, non 

sempre siamo in grado di attribuire il giusto valore 

alla vista, un senso che ha la netta predominanza 

sugli altri sensi. Questo spazio ci propone di ribaltare 

le abitudini mentali consolidate per recuperare il 

valore dell'esperienza tattile. 

Si attraversa una galleria dove si toccano modelli 

lignei in scala, tutti realizzati a mano dall'artista 

Qui il non vedente e l’ipovedente hanno la 

possibilità di apprendere informazioni 

architettoniche e urbanistiche presenti in un 

determinato paesaggio urbano. 

Giorgio Caporale di Luvinate: tra gli altri il ponte di 

Malnate con la sottostante valle dell’Olona, la chiesa 

romanica di Comerio, il museo Salvini, un giardino 

alla francese, un gruppo di mulini, il centro di una 

città, il particolare di una guglia. Con la serie di 

dettagli tattili che si toccano in successione, alla fine si 

è in grado di ricomporre le immagini che aiutano a 

riconoscere un monumento, un luogo agricolo, un 

particolare artistico. 

Qui il non vedente e l’ipovedente hanno la possibilità 

di apprendere informazioni architettoniche e 

urbanistiche presenti in un determinato paesaggio 

urbano, e possono dare un significato concreto ai 

concetti teorici di prospettiva o di collocazione 

spaziale. 

Ma anche noi, che disponiamo di normali capacità 

percettive, impariamo ad attivare più sensi e a 

utilizzare le svariate abilità della nostra mente: ad 

esempio la memoria, la fantasia, la previsione, 

l’attenzione ai dettagli. 

TOCCARE PER IMPARARE 

Le insegnanti che per prime si sono recate in visita al 

museo con le classi di bambini della scuola 

dell’infanzia o della primaria, hanno mostrato un tale 

entusiasmo che le richieste di approfondire, capire 

meglio per sfruttare le potenzialità dei piccoli, si sono 

tradotte in una proposta di formazione specifica. Con 

l’intervento della BTicino, e con il patrocinio 

dell’Ufficio Scolastico Territoriale, ha avuto inizio dai 

primi di febbraio un percorso di approfondimento per 

ben 90 insegnanti della provincia: tre incontri per 

ogni gruppo di 30 docenti, dislocati nei centri 

scolastici del nord, centro e sud della provincia. Con 

lezioni di esperti per un approccio alla PNL 

(Programmazione Neuro-Linguistica), una tecnica che 

aiuta a potenziare e migliorare il funzionamento 

della comunicazione umana, aprendo nuove vie. Gli 

iscritti seguiranno una lezione pratica nei locali del 

museo per sperimentare il percorso didattico, 

analizzare i materiali, progettare ulteriori attività per i 

propri alunni. 

Accanto allo spazio conferenze è collocata una 

particolare libreria, con schede in Braille dei titoli di 

più recente pubblicazione, un servizio che garantisce 

a non vedenti e a ipovedenti la possibilità di tenersi 

aggiornati sulle novità librarie. 


Formazione 

LABORATORI DIDATTICI 

Dede Conti, di Controluce Onlus, ci illustra le proposte 

dei laboratori didattici rivolti alle scuole di diverso 

ordine e grado, incentrati sulle tante possibilità offerte 

dai sensi. I laboratori possono avere un andamento 

prefissato oppure essere concordati di volta in volta in 

base alle esigenze espresse dalle scuole. Ma il perno 

delle attività 

La didattica del Museo Tattile è al 

passo con la moderna pedagogia 

che ci ricorda l’importanza per i 

piccoli dell'uso delle mani, della 

libertà di manipolare, maneggiare, 

giocare con la terra, l'erba, l'acqua. 

ruota intorno 

alle esperienze 

multisensoriali 

generate da 

diversi 

materiali, da 

odori e suoni 

che 

consentono di rivisitare esperienze e di registrare nella 

propria memoria nuovi significati. La didattica del 

Museo Tattile è al passo con la moderna pedagogia 

che ci ricorda l’importanza per i piccoli dell'uso delle 

mani, della libertà di manipolare, maneggiare, giocare 

con la terra, l'erba, l'acqua. 

Le insegnanti che partecipano con le classi ai 

laboratori possono chiedere anche dei materiali in 

prestito per brevi periodi di utilizzazione, e magari 

come modello per papà e nonni che vogliano 

riprodurre i modellini del museo. Molti oggetti infatti 

non si trovano in vendita: li hanno pensati, progettati e 

realizzati le fondatrici della Onlus Controluce! Che ora 

si augurano di ricevere supporto da nuovi mecenati, 

sull’esempio della BTicino. Perché il museo deve 

mantenersi vivo e allo stesso tempo consolidarsi per 

essere conosciuto fuori provincia. Nuovi visitatori infatti 

significa più risorse (con il biglietto di ingresso) ma 

anche più idee, più proposte, e suggerimenti. 

La presenza e la crescita di questo museo vanno visti, 

nel territorio di Varese e provincia, come una valida 

opportunità per le persone con disabilità nell’area 

visiva e percettiva e per chi, “normodotato” voglia 

conoscere alcune delle infinite possibilità della 

percezione, avvicinandosi alla conoscenza del mondo 

esterno “con le mani”. 

Margherita Giromini 

Scorcio del Museo Tessile. 

Sotto, esempi di giochi sensoriali 

FORMAZIONE 

Museo Tattile Varese, Villa Baragiola, via Francesco 

Caracciolo 46, Varese. 

Aperto martedì-venerdì 14.30-18.30; sabato e 

domenica 10.30-12.30 e 14.30-18.30. 

Per informazioni: 0332-737545, 

www.controluceonlus.org. 


33

FORMAZIONE 

Formazione 

La grande 

famiglia dell’Itis 

di Saronno 

570 alunni per i corsi diurni, un centinaio di 

frequentanti al serale, un corpo docente di 70 

professori: i numeri di un istituto che punta sul 

legame con l’industria del territorio. 

Il racconto dell’impegno con cui i ragazzi si buttano nei 

progetti di attività extrascolastiche, il rimprovero volante 

a cinque studenti ‘beccati’ in una pausa 

furtiva alla nicotina, la meticolosa 

descrizione delle difficoltà d’insegnamento, 

il tono da precisa guida turistica mentre 

mostra i laboratori di chimica, l’orgoglio nel 

presentare uno dei suoi alunni come “il 

portiere della primavera dell’Inter”. Visitare 

l’Istituto Tecnico Industriale Statale “Giulio Riva” di 

Saronno insieme al suo dirigente scolastico, Giuseppe 

Garagiola, è come osservare istantanee di vita famigliare 

con gli occhi di un padre. 

In questo caso, però, il focolare è di quelli numerosi: 570 

L’Istituto aderisce al 

Progetto Generazione 

d’Industria dell’Unione 

Industriali. 

alunni per i corsi diurni, un centinaio di frequentanti del 

serale, un corpo docente costituito da una settantina di 

professori. C’è di che penare, se non fosse per i risultati 

positivi. A partire da quelli che l’Itis saronnese miete sul 

mercato del lavoro: “Devo dire - 

racconta Giuseppe Garagiola - 

che i nostri diplomati non 

incontrano tante difficoltà a 

trovare un’occupazione una 

volta finiti gli studi”. Successi che 

si registrano ancor prima 

dell’ottenimento dell’ambito 

Le previsioni per il 

prossimo anno 

scolastico: iscrizioni 

in crescita del 20%. 

pezzo di carta. “Anche nelle iniziative di alternanza 

scuola-lavoro che accompagnano in stage gli alunni del 

terzo e quarto anno, il rapporto con le aziende è 

proficuo e sta portando ad ottimi risultati”. Segno per 

Garagliola di quanto “sia importante per un istituto 

tecnico lavorare a stretto contatto con l’industria del 

territorio, con la quale portare avanti un intenso e 

aperto confronto diretto”. 

È per questo motivo che l’Itis “Giulio Riva” ha 

deciso di far parte del gruppo di quei 9 

istituti tecnici e professionali del Varesotto 

che aderiscono al Progetto “Generazione 

d’Industria” promosso dai Gruppi 

merceologici delle imprese “Meccaniche” e 

quelle “Siderurgiche, Metallurgiche e 

Fonderie” dell’Unione degli Industriali della Provincia di 

Varese, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico 

Territoriale di Varese e della Provincia di Varese. 

Obiettivo: creare un ponte tra scuola e mondo del lavoro 

basato su esperienze nuove. Non solo stage curricolari 

lunghi e borse di studio per i ragazzi più meritevoli. Ma 

anche coinvolgimento diretto degli imprenditori nelle 

lezioni in aula e aggiornamento dei docenti in corsi da 

tenere direttamente nelle imprese. Nell’ambito di questa 

iniziativa gli istituti si legano in partnership con 

determinate imprese, che nel caso dell’Itis di Saronno 

sono l’Adr, la Pangborn Europe e la Samic. 

Ma il mondo della meccanica non è il solo rappresentato 

all’interno dell’istituto tecnico di Saronno. A completare 

l’offerta formativa sono anche gli indirizzi in chimica, 

elettronica, energia e, ultimo arrivato in ordine di tempo, 

quello dell’informatica. Opportunità didattiche sempre 

più apprezzate dai ragazzi. “Il messaggio che quella 

tecnica sia un’istruzione di qualità, che nulla ha da 

invidiare ad altri percorsi di studio, sta arrivando forte 

chiaro a ragazzi e famiglie”. La campagna di 

rivalutazione funziona, insomma. Almeno a Saronno, 

visto che, come racconta Garagiola “i dati delle 

preiscrizioni ci segnalano un aumento del 15-20% 

rispetto ai numeri di un anno fa”. 

(D.C.) 


LIUC 

Università Carlo Cattaneo 

ECONOMIA 

INGEGNERIA 

GIURISPRUDENZA 

L’Università che ti prepara 

per le imprese e per le professioni. 

UNIVERSITÀ APERTA 

venerdì 30 marzo 2012 

> presentazione dei corsi 

> test d’ammissione 

TI ASPETTIAMO! 

www.liuc.it/test 

orientamento@liuc.it 

tel. 0331.572.300 

GS02912A

VITA ASSOCIATIVA 


L’agenda 2012 

dell’Unione Industriali 

La conferenza stampa 

dell’Unione Industriali 

Occupazione giovanile, welfare territoriale, internazionalizzazione delle imprese, azioni per 

favorire l’accesso al credito: le iniziative al fianco del sistema produttivo illustrate dal Presidente 

Giovanni Brugnoli durante la conferenza stampa di inizio anno. 

Le priorità? Le persone e i mercati. Due linee d’azione 

che verranno declinate sul piano del concreto con tre 

iniziative: Progetto Giovani, Progetto Welfare 

Territoriale, Progetto Internazionalizzazione. Senza 

dimenticare la situazione di difficile accesso al credito 

delle imprese. È questa l’agenda 2012 dell’Unione degli 

Industriali della Provincia di 

Giovanni Brugnoli: 

“L’Unione Industriali 

deve oggi, ancor 

più che in passato, 

rafforzarsi sul 

territorio come un 

attore sociale”. 

Varese, presentata, durante la 

tradizionale conferenza stampa 

di inizio anno, dal suo stesso 

Presidente, Giovanni Brugnoli: 

“La nostra associazione deve 

oggi, ancor più che in passato, 

rafforzarsi sul territorio come 

un attore sociale, andando 

oltre il ruolo di semplice parte 

sociale. Dobbiamo superare i confini della stretta 

promozione delle istanze dell’industria manifatturiera 

locale. Questa attività, sia ben inteso, rimane il nostro 

core business. Ma ad essa dobbiamo saper affiancare 

un’azione capace di stimolare politiche condivise volte 

allo sviluppo della provincia”. 

Questo il file rouge di un’azione che ha tra le sue 

priorità quella di favorire l’occupazione giovanile. Da 

qui la prima iniziativa denominata “Progetto Giovani - 

What’s next?” 

“PROGETTO GIOVANI - WHAT’S NEXT?” 

L’obiettivo è quello di favorire l’inserimento nel mondo 

del lavoro di giovani diplomati (tra i 18 e i 25 anni) e 

di neolaureati (con un’età massima di 28 anni). Grazie 

a questo progetto 50 ragazzi della provincia di Varese 

potranno svolgere uno stage retribuito di tre mesi 

all’interno di imprese associate all’Unione Industriali, 

con lo scopo di favorirne, al termine di questo periodo, 

l’inserimento in azienda. Il sostegno economico ai 

ragazzi sarà garantito dallo stanziamento di 100mila 

euro già deliberato dalla 

Giunta dell’Unione 

Industriali. Dopo la raccolta, 

tra le imprese, delle 

disponibilità ad ospitare in 

stage i ragazzi, in corso in 

questi giorni, verrà redatto 

un bando sulla base del 

quale i giovani potranno 

candidarsi inviando i propri 

curriculum. 

Progetto Giovani 

“What’s Next?”: 

per 50 ragazzi stage 

retribuiti grazie allo 

stanziamento di 

100mila euro deciso 

dalla Giunta 

dell’Unione Industriali. 

“PROGETTO WELFARE TERRITORIALE” 

Su questo fronte, è stato l’annuncio del Presidente 

Giovanni Brugnoli, “intendiamo dar vita ad una 

strategia a 360 gradi basata su un piano condiviso 


con i Sindacati locali. Abbiamo già avuto degli incontri 

con i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, durante i 

quali come Unione Industriali, abbiamo avanzato alcune 

proposte, ora allo studio e oggetto di confronto”. 

Tra queste l’idea di stipulare un accordo in grado di 

rafforzare la possibilità da parte delle imprese di 

utilizzare le potenzialità dei contratti a termine, per 

assumere gli studenti durante le pause scolastiche, siano 

esse estive o natalizie. 

L’altro versante è quello della 

conciliazione dei tempi del 

lavoro con gli impegni 

familiari dei singoli lavoratori 

e lavoratrici. “Ci siamo dati 

l’obiettivo - ha spiegato il 

Presidente Giovanni Brugnoli 

- di riuscire ad arrivare ad 

un accordo territoriale che 

metta a sistema iniziative in 

grado di sostenere i 

Il tentativo di 

impostare insieme ai 

Sindacati una 

strategia a 360 gradi 

per arrivare ad un 

progetto complessivo 

di “Welfare 

Territoriale”. 

dipendenti nell’acquisto di servizi, per così dire, di 

welfare”. Qualche esempio? Baby sitting, baby parking, 

centri estivi, centri diurni per anziani, servizi di 

assistenza domiciliare. A questo scopo, è l’idea 

proposta, verrebbero individuati degli operatori con cui 

sottoscrivere apposite convenzioni che permetterebbero 

ai lavoratori di acquistare i servizi a prezzi agevolati. 

Altro punto che l’Unione Industriali vuole affrontare in 

questo piano organico di Welfare Territoriale è quello di 

trovare, insieme ai Sindacati, quei fondi necessari per 

un’opera ragionata e di sistema in grado di 

riqualificare, attraverso la formazione, le persone 

disoccupate, con un occhio di riguardo alle risorse che 

mette a disposizione Fondimpresa, il più grande fondo 

interprofessionale italiano per la formazione continua, 

costituito a livello nazionale da Confindustria insieme a 

Cgil, Cisl e Uil. 

In questo modo si chiuderebbe un cerchio. Il Progetto 

potrebbe così affrontare tre nodi chiave del welfare 

locale: l’inserimento dei giovani nelle imprese, le 

problematiche della gestione del tempo dei lavoratori 

che un’occupazione ce l’hanno, il ricollocamento di 

quelle persone che il lavoro l’hanno perso. 

“Mentre per il ‘Progetto Giovani What’s Next’ - ha 

precisato il Presidente dell’Unione Industriali - parliamo 

di un’iniziativa già in pista, per il Progetto di ‘Welfare 

Territoriale’ siamo ancora sul piano delle proposte. Il 

risultato finale, visto gli argomenti su cui vogliamo 

intervenire, è legato a tutta una serie di ipotesi che solo 

il dialogo con i Sindacati può tradurre in concreto. 

Faremo il possibile per impostare un confronto aperto, 

da cui possa trarre vantaggio il territorio nel suo 

complesso” 

“PROGETTO INTERNAZIONALIZZAZIONE” 

Obiettivo di questa iniziativa, i cui contenuti sono stati 

anticipati nello scorso numero di Varesefocus (1/2012), è 

di incrementare il già alto 

numero di imprese varesine che 

operano sui mercati stranieri. 

Per questo una quarantina di 

imprese della provincia, che 

non hanno ancora esperienze 

oltre confine, verranno 

coinvolte in missioni all’estero. 

Trasferte che saranno 

organizzate insieme a imprenditori e aziende del Varesotto 

che già da tempo operano sui mercati più promettenti. Nel 

2012 verranno toccati il Brasile e la Cina. Nel 2013 si 

proseguirà con India, Polonia, Russia e Turchia. 

CREDITO, FINANZA, MERCATO DEI CAPITALI 

“All’interno, invece, delle più tradizionali azioni al fianco 

degli interessi delle imprese - ha concluso il Presidente 

dell’Unione Industriali - riteniamo che una delle priorità 

dell’azione da impostare per il 2012 debba riguardare la 

situazione dell’accesso al credito. La stretta creditizia sta 

portando anche nel Varesotto a problemi non solo di 

accesso a nuovi finanziamenti, ma anche di mantenimento 

dei livelli in essere”. Un annuncio, quello proferito in 

conferenza stampa dal Presidente Brugnoli, a cui hanno 

fatto seguito le decisioni prese nella Giunta dell’Unione 

Industriali riunitasi due giorni dopo. Convocazione del 

“Tavolo del Credito”, per riaprire un canale di confronto 

diretto con le principali banche presenti sul territorio; una 

nuova emissione, già sperimentata in passato, dei 

cosiddetti Bond di Distretto, 

attraverso i quali le imprese 

potranno sottoscrivere un 

prestito obbligazionario, 

mettendo così a disposizione 

risorse fresche per il 

finanziamento di altre 

imprese; monitoraggio sullo 

stato del credito, con 

rilevazioni trimestrali tra le 

aziende; attività di informazione e acculturamento, con la 

messa in calendario di un ciclo di eventi sulle più stringenti 

tematiche di carattere finanziario-creditizio; l’ideazione di 

servizi da mettere a disposizione del sistema produttivo 

tramite la società Servizi & Promozioni Industriali Srl. 

Queste le attività messe in campo dall’Unione Industriali 

per far fronte a quella che, senza mezzi termini, viene 

definita “emergenza restrizione del credito”. 

Davide Cionfrini 

www.univa.va.it 


Progetto 

Internazionalizzazione: 

incrementare il già alto 

numero di imprese 

varesine che operano 

sui mercati stranieri. 

Combattere il credit 

crunch attraverso la 

convocazione del 

“Tavolo del Credito” e il 

ritorno ad un’emissione 

di “Bond di Distretto”. 

VITA ASSOCIATIVA 


37

Territorio 

Gasparotto-Borri 

una bretella 

per VARESE 

TERRITORIO 

L’ingresso a Varese 

dell’autostrada 

Passi avanti sul percorso della bretella che congiungerà via Gasparotto con viale Borri. Un miglioramento alla 

viabilità cittadina e un contributo a snellire l’ingresso in città che per chi proviene dall’autostrada. 

Mancano un po’ di soldi, ma non la volontà. La 

nuova bretella stradale che unirà via Gasparotto a 

viale Borri, in questo momento, è subordinata alla 

penuria di denaro nelle casse del Comune. I tempi si 

fanno necessariamente più lunghi e il 

problema va affrontato con un po’ di 

pazienza. La crisi ha rallentato il mercato 

dell’edilizia. Non solo le nuove costruzioni 

ma soprattutto le ristrutturazioni. In 

particolare quelle di zone dismesse, che il 

comune incentiva a rimettere a nuovo. Di 

conseguenza ci sono meno oneri di 

urbanizzazione per Palazzo Estense. 

Il sindaco Attilio Fontana chiarisce la 

posizione della giunta comunale: “Il 

La strada costa 16 milioni 

di euro ed è divisa in 2 

tranches. Una è carico 

dell’operatore che vuole 

ristrutturare la Ex Malerba 

e consta di 3 rotatorie in 

via Gasparotto, e di un 

sottopasso ferroviario e 

autostradale. 

progetto della Gasparotto-Borri procede compatibilmente 

con le risorse finanziarie. Purtroppo il Comune non può 

fare grandi investimenti, mancano oltre 5 milioni di euro 

per la copertura di tutti i costi. Ci siamo attivati per 

trovare finanziamenti - osserva - ma i 

tempi si allungano per forza di cose, ad 

eccezione dell'ultimo tratto con il piano 

integrato, che procede in tempi più 

rapidi con l'intervento del privato”. 

I tempi si allungano, ma di quanto? 

“Meglio non dare date - aggiunge Fabio 

Binelli, assessore all’urbanistica - la 

pratica si sta completando, mi auguro 

che per l’autunno possa essere portata 

in consiglio comunale la ratifica della 


39

Territorio 

TERRITORIO 

variante urbanistica”. 

Il cammino della nuova strada è 

stato rallentato anche da una serie 

di procedure e normative che 

andavano completate, in particolare 

la valutazione di impatto 

ambientale. 

“Le opere collegate all’intervento - conferma Binelli - 

richiedono valutazioni molto complesse e pareri da 

esprimersi da parte di organi superiori come Regione, 

Anas, Ferrovie dello stato, e tutto ciò ha reso più arduo il 

conseguimento di tutti i documenti”. 

Tra le varie operazioni procedurali effettuate, il progetto 

è stato sottoposto a uno studio dei flussi di traffico, che 

oggi è agli atti, e che conferma il ruolo che la bretella 

avrebbe nella risoluzione delle problematiche viabilistiche 

della città. C’è un assenso dei tecnici sulla sostenibilità 

locale dell’intervento, la funzionalità delle rotatorie e 

degli svincoli previsti. 

La strada costa 16 milioni di euro ed è divisa in 2 

tranches. Una è carico dell’operatore che vuole 

ristrutturare la Ex Malerba e consta di 3 rotatorie in via 

Il tracciato della bretella 

Gasparotto-Borri 

I due lotti della bretella sono 

indipendenti. Ciò significa che le 

opere finanziate con la 

ristrutturazione della ex Malerba 

saranno comunque realizzate. 

Gasparotto, e di un sottopasso 

ferroviario e autostradale. Costa 8 

milioni di euro. Una cifra analoga serve 

per collegare tutte queste opere al viale 

Borri. Per trovare nuovi soldi il comune 

può contare sulle entrate derivanti dal 

programma integrato di intervento di 

via Gozzi (1,5 milioni). Un altro di 1,5 milioni, deriva 

da contributi messi a disposizione dalla Camera di 

Commercio e della Regione Lombardia. Il dilemma è 

come fare per rintracciare i 5 milioni di euro mancanti. 

“Ci sono più strade - fa notare l’assessore Fabio Binelli.- 

O destinare risorse derivanti da altri interventi 

urbanistici, oppure attingere ad altre forme di 

finanziamento, regionali o nazionali. Stiamo per 

partecipare a un bando nazionale, di cui stiamo 

preparando la documentazione. Gli uffici 

dell’urbanistica hanno sott’occhio un altro intervento in 

viale Borri, nell’area davanti al vecchio ingresso 

dell’ospedale di circolo, i 

cui proventi destineremo 

alla bretella”. 

Il tracciato passerebbe in 

mezzo alle case, dopo 

alcune curve, per arrivare 

nei pressi della chiesa dei 

frati cappuccini. Va 

ovviamente ricordato che, 

per comprensibili motivi, 

Il sistema delle rotatorie è 

stato oggetto di studio. Il 

vantaggio sarà un traffico 

più veloce e snello, oltre 

che un’alternativa 

all’accesso autostradale. 

da anni un comitato di residenti della zona è contrario 

all’opera. Il mondo produttivo è a favore, anche se va 

segnalato che le associazioni dei commercianti hanno 

evidenziato qualche problematica rispetto alla creazione, 

nell’area della ex Malerba, di un supermercato. 

E’ però interessante sapere che i due lotti della bretella 

sono indipendenti. Ciò significa che le opere finanziate 

con la ristrutturazione della ex Malerba, saranno 

comunque realizzate e potrebbero regalarci 

un’interessante sorpresa, come anticipa l’assessore 

Binelli: “Le rotonde si faranno comunque, e una 

potrebbe diventare la terza uscita-entrata 

dell’autostrada. Ne sarebbe comunque agevolato il 

passaggio tra l’autolaghi e il viale Europa”. 

Il Comune potrebbe quindi realizzare la nuova viabilità 

di via Gasparotto, e trasformare una delle 3 rotonde 

nella nuova rampa di accesso al peduncolo stradale 

Anas che immette alla A8. Il viale Europa avrebbe così 

due diversi accessi per il traffico milanese. I lavori 

saranno sottoposti a una gara. Il sistema delle rotatorie è 

stato oggetto di studio e per Binelli il vantaggio sarà un 

traffico più veloce e snello, oltre che un’alternativa 

all’accesso autostradale. 

Roberto Rotondo 


Territorio 

Arcisate-Bisuschio 

cantiere aperto 

TERRITORIO 

Al via la variante alla strada statale 344 “di Porto Ceresio” tra i Comuni di Arcisate e Bisuschio per dare 

concreto avvio ai lavori di realizzazione di un’opera molto sentita dal territorio e quindi fortemente voluta 

dalle amministrazioni regionali e locali. 

La strada che collega Varese a Porto Ceresio è da 

sempre una delle più trafficate del territorio. Ecco 

allora una variante alla strada principale, che attraversa 

diversi centri abitati, dove si formano code alle strettoie e 

agli incroci con semaforo. Un’opera che prosegue 

l’intervento realizzato tempo fa dalla Provincia di Varese 

con la tangenziale di Induno Olona e Arcisate. 

Un’opera, inoltre, che si inserisce 

nell’ambito di un accordo di programma 

Governo-Regione del 2000 per il 

potenziamento del sistema infrastrutturale 

regionale lombardo che ha interessato, tra 

le altre, la provincia di Varese. 

Ed è proprio con l’Amministrazione 

4,7 km di tracciato, 6 

assi principali intervallati 

da 6 rotatorie per 

bypassare gli abitati di 

Arcisate e Bisuschio. 

Provinciale che l’Anas ha stipulato, nel 2003, un accordo 

programmatico nell’ambito del quale ha trovato spazio 

la variante alla strada statale 344 “di Porto Ceresio”: 

l’opera, infatti, è cofinanziata dall’Anas e dalla Provincia 

di Varese e l’importo complessivo è pari ad oltre 27 

milioni e 817 mila euro. 

Il nuovo tracciato viabilistico, il cui progetto definitivo e 

tutti gli studi di fattibilità e di impatto 

ambientale sono stati curati dalla Provincia, 

avrà un’estensione di 4,7 km - oltre a tratti 

di collegamento con la viabilità locale - e 

prevede la realizzazione di sei assi 

principali intervallati da sei rotatorie 

all’intersezione con le viabilità locali. 


41

Territorio 

TERRITORIO 

Un’opera che prosegue 

l’intervento realizzato 

tempo fa dalla 

Provincia di Varese con 

la tangenziale di Induno 

Olona e Arcisate. 

Mediante un caposaldo 

iniziale alla rotatoria di 

via Cavour - nel territorio 

comunale di Arcisate - si 

bypasseranno gli abitati di 

Arcisate e Bisuschio, 

sottopassando la linea 

ferroviaria Arcisate-Stabio 

e la strada provinciale 51 mediante un’opera in cemento 

armato precompresso, fino ad innestarsi sulla strada 

statale 344 con la realizzazione 

di una nuova rotatoria, nel 

Comune di Bisuschio. 

Il nuovo tracciato permetterà 

agli abitanti della Valceresio di 

evitare i centri abitati di Arcisate 

e Bisuschio, permettendo loro di 

Ultimazione lavori 

prevista entro il 29 

giugno 2013. 

disporre di un più rapido collegamento con il capoluogo 

varesino. La durata dei lavori è prevista in 660 giorni. La 

loro ultimazione dovrà avvenire entro il 29 giugno 2013. 

(M.L.)

TERRITORIO 

Territorio 

La pace di 

un parco 

che prepara 

all’Africa 

Il parco del castello 

dei missionari 

comboniani di 

Venegono Superiore, 

luogo del noviziato 

dei padri in partenza 

per le missioni nel sud 

del mondo, è sempre 

aperto alle visite e alle 

passeggiate di chi è 

alla ricerca di un 

luogo di pace e di un 

rigenerante contatto 

con la natura. 


43

Territorio 

TERRITORIO 

Dal giorno di Natale sino a fine gennaio è un 

continuo via vai di pullman, scolaresche, gite 

domenicali delle famiglie e degli oratori che visitano il 

notissimo presepe animato (quest’anno il tema era “Ogni 

bimbo è un sorriso di Dio” e la tenerezza della natività 

era ancora maggiore) ma il castello dei missionari 

comboniani di Venegono Superiore, con il suo splendido 

parco sempre aperto ai visitatori, è un luogo da scoprire 

con calma, ritagliandosi un pomeriggio di 

pace da trascorrere tra i viali, le radure e le 

panchine silenziose. 

L’origine del castello è complessa ed 

evidenzia interventi successivi sovrapposti: Il 

castello (Castrum) di Venegono Superiore, 

la cui struttura originaria era costituita da: 

“un grande recinto murato, nell'interno del quale, 

correva il cammino di ronda, e si stipavano alcune 

casette”, nasce a difesa delle invasioni degli Ungari, 

avvenute nella prima metà del decimo secolo. Al suo 

interno infatti si riparavano, durante le scorrerie, gli 

abitanti del borgo. Più che di un castello inteso in senso 

moderno, si trattava di un fortilizio, accuratamente 

recintato, che sfruttava l'altura del colle, munito verso le 

parti degradanti di terrazzamenti fortificati. La parte 

centrale (domus magna castri) doveva avere la forma di 

L’origine del castello è 

complessa ed 

evidenzia interventi 

successivi sovrapposti. 

un castelletto, che poteva essere lo sviluppo dell'antica 

torre di vedetta e di segnalazione collegata al Seprio. 

Era comunque fin d'allora un centro di riferimento e di 

vita per gli abitanti del luogo: nei magazzini confluivano 

prodotti agricoli, provenienti dai campi antistanti o dalle 

immediate vicinanze. Il castrum di Vengono Superiore 

conserverà quella struttura fino al secolo XIV quando, 

per merito dei Pusterla, sarà ristrutturato e trasformato in 

un castello vero e proprio. 

Il Castello, dal 1921, è sede dell'Istituto 

Comboniano per le Missioni. Avevano infatti 

bisogno di una struttura grande e imponente 

i missionari Comboniani negli anni 20, 

quando le vocazioni da accogliere erano 

molto numerose. 

La struttura è sempre stata una casa di formazione: da 

qui sono passate, nel loro periodo formativo, schiere di 

missionari ora sparsi in tutto il mondo. 

Qui c’è il “noviziato”, il periodo in cui il candidato 

(novizio) alla vita missionaria viene iniziato alla vita 

religiosa comboniana; al termine, egli vi fa il suo 

ingresso con la professione religiosa, emettendo i voti di 

castità, di povertà e di obbedienza: è un periodo di 

lavoro interiore, di discernimento, di scelta, di 

consacrazione. 

Col passare degli anni i 

numeri delle vocazioni 

sono vistosamente 

diminuiti; ma “qualcuno 

c’è sempre”. 

La comunità 

comboniana di 

Venegono si è 

impegnata e si impegna 

in un assiduo lavoro di 

animazione 

missionaria: da quella 

spicciola delle giornate 

missionarie nelle 

parrocchie, dove si 

raccolgono anche fondi 

per le missioni, a quella 

più importante di 

animazione e 

formazione, a livello di 

decanato, dei vari 

gruppi missionari 

esistenti. Importante è 

inoltre l’attività che 

ruota attorno al presepe 

annuale che, come 

accennavamo in 

apertura di questo 

44 

VARESEFOCUS - Anno XIII - n.2/2012

Territorio 

articolo, raccoglie numerosi visitatori e che è spunto di 

volta in volta per un’intelligente sensibilizzazione su un 

tema tipicamente missionario. 

Al Castello risiede anche una comunità di Suore 

Comboniane, che hanno la 

Questo è un luogo da 

scoprire con calma, 

ritagliandosi un 

pomeriggio di pace da 

trascorrere tra i viali, 

le radure e le 

panchine silenziose. 

cura del servizio 

domestico. 

Passeggiando nel silenzio 

dei 12 ettari di parco del 

castello dei missionari di 

Venegono è facile trovare 

dentro di sé sentimenti di 

ammirazione e a volte un 

desiderio di emulazione 

verso questi coraggiosi 

eroi dei nostri giorni, e così all’improvviso ci si imbatte 

in un monumento dedicato a Padre Daniele 

Comboni, fondatore dei missionari comboniani, che 

consacrò la sua vita all’Africa, in cui si profila 

chiaramente la sagoma del continente nero a lui tanto 

caro. Ma non è la sola scoperta che si può fare in 

questo parco: c’è una grotta dedicata alla madonna di 

Lourdes, ci sono le arnie con le api, c’è più 

prosaicamente un campo da calcio (un po’ malandato) e 

un’altrettanto malmesso campo da tennis. C’è poi un 

enorme albero sempreverde dal fusto policormico dove è 

facile arrampicarsi ed è per questo la gioia dei bambini. 

E’ una pianta esotica che ricorda il grande Cedro del 

Libano 

di Villa Mirabello a Varese (il più grande albero 

monumentale della provincia 

di cui abbiamo parlato nel 

numero 7/2011 di 

Varesefocus), la 

classificazione di questa 

pianta resta dubbia ma, 

secondo le voci di paese, la 

provenienza è da attribuire 

Da qui sono passate, 

nel loro periodo 

formativo, schiere di 

missionari ora sparsi 

in tutto il mondo. 

ad un missionario che la portò con sé ritornando dalle 

Americhe. Fino a 20/25 anni fa le stalle del castello 

ospitavano anche le bestie di un contadino del luogo e 

andare a fare una passeggiata nel parco del castello per 

i bambini era davvero un’esperienza avventurosa. 

Anche oggi, che non ci sono più la mucca, l’asino che 

scalciava alla porta (guai ad avvicinarsi troppo!) e le 

numerose caprette, una gita nel parco rappresenta 

sempre una grande occasione di divertimento per 

grandi e piccini grazie al contatto con la natura ma 

anche e soprattutto grazie alla possibilità di incontrare 

qualche giovane novizio, magari appena tornato dalla 

missione, con un sacco di cose da raccontare! 

Cristina Cannarozzo 

TERRITORIO 

www.comboniani.it 


45

TERRITORIO 

Territorio 

Serve un nuovo padre 

Aguggiari? 

Il frate cappuccino all’inizio del 

‘600 e l’arciprete Pasquale Macchi 

nel secolo scorso hanno saputo 

coinvolgere privati, banche e 

istituzioni nella costruzione, prima 

e, poi, nella valorizzazione del 

sacro Monte. Il vescovo monsignor 

Luigi Stucchi, presidente della 

Fondazione Paolo VI: “Il Sacro 

Monte è capace di sollecitare la 

responsabilità di tutti”. 

L’XI cappella e, qui a sinistra, il tratto pericolante 

della Via Sacra delimitato da una protezione 


Il Sacro Monte di Varese ha bisogno di un nuovo 

slancio di generosità popolare come ai tempi di padre 

Giambattista Aguggiari e come negli anni, più recenti, di 

monsignor Pasquale Macchi. Lo richiedono i costosi 

interventi - in corso e ancora da fare - sulla Via Sacra 

afflitta dal pericolo di cedimenti all’XI Cappella, 

all’interno del santuario dove il rilevante restauro della 

cripta pone delicati problemi statici e pittorici che 

coinvolgono il Politecnico di Milano e nei cantieri aperti 

alla Prima Cappella. 

Sono spese ingenti e 

richiedono uno “sforzo 

collettivo” che evoca gli 

esempi del passato. Padre 

Aguggiari, con la sua 

veemente predicazione, 

Il Sacro Monte di 

Varese ha bisogno di 

restauri che richiedono 

costosi interventi. 

seppe parlare al cuore dei fedeli e convogliare le offerte 

della comunità parrocchiali per costruire la Via Sacra 

all’inizio del ‘600; emulato, secoli dopo, dall’arciprete di 

S. Maria del Monte monsignor Macchi che, tra le tante 

virtù religiose ne aveva anche una laica: la capacità di 

convincere enti, banche e privati a fare rilevanti 

donazioni per il Sacro Monte utilizzate, nei primi anni, 

per il restauro delle cappelle e del santuario. 

GLI ENTI PUBBLICI 

Da allora, la Fondazione Paolo VI gestisce con 

oculatezza l’eredità di Macchi per fronteggiare le 

inevitabili emergenze provocate dallo scorrere del tempo. 

“Il patrimonio del Sacro Monte appartiene 

giuridicamente alla parrocchia di S. Maria del Monte 

che è perciò il committente e il responsabile dei lavori 

che si rendono necessari - spiega il vescovo vicario 

monsignor Luigi Stucchi che presiede la Fondazione 

Paolo VI - la parrocchia, numericamente piccola ma 

spiritualmente importantissima, non può avere i mezzi 

per fare fronte ai costosi interventi di manutenzione. La 

Fondazione Paolo VI ha un ruolo amministrativo e di 

controllo ma sente la responsabilità diretta di contribuire 

a conservare il patrimonio e mette a disposizione le 

proprie risorse, per quanto di competenza. Io credo che 

il Sacro Monte sia un bene del territorio, 

capace di sollecitare la responsabilità di tutti. 

Nessuno dovrebbe restare indifferente di 

fronte alla necessità di custodire la realtà 

storica, artistica e religiosa che fa da 

La Via Sacra afflitta dal pericolo di 

cedimenti all’XI Cappella e, all’interno 

del santuario, il rilevante restauro della 

cripta pone delicati problemi statici e 

pittorici. 

Mons. Luigi Stucchi 

L’ex ristorante Samaritana, futuro centro museale 

attrazione della città di Varese. Per esempio, i parcheggi 

delle auto, a monte e a valle, sono indispensabili per 

facilitare l’accesso ai pellegrini ed è un’ottima cosa che 

gli enti pubblici (Regione, Provincia, Comune e Parco del 

Campo dei Fiori) concorrano a stabilire un programma 

che risolva i problemi logistici senza danneggiare la 

stabilità e le caratteristiche paesaggistiche”. 

Coinvolgere tutti dunque, ma in che modo? A volte basta 

guardarsi indietro per trovare le soluzioni, magari le 

stesse di chi ci ha preceduto. Se il concorso e 

l’entusiasmo dei fedeli resero possibile la costruzione 

della Via Sacra, perché non provare, nello stesso modo, 

a conservarla? Si potrebbe aprire la Fondazione ad altri 

soggetti che contribuiscano a garantire il futuro dell'ente 

applicando il principio a ogni singolo intervento. Per il 

restauro della cripta c’è già il progetto 

esecutivo approvato dagli organi preposti tra 

cui la Curia e la Sovrintendenza. Chiunque 

voglia farsi parte attiva, può rivolgersi alla 

parrocchia o alla Fondazione in una sorta di 

“azionariato” popolare, di cui resterà una 

traccia storica. 

PRIVATI E ASSOCIAZIONI 

La Fondazione Paolo VI (i cui consiglieri 

sono nominati dall’arcivescovo di Milano) 

non produce ricchezza in proprio e 


TERRITORIO 

47

Territorio 

TERRITORIO 

La Fondazione Paolo VI gestisce con 

oculatezza il Sacro Monte, che è un bene 

del territorio oltre che Patrimonio 

Mondiale Unesco. 

La cripta del Santuario 

contribuisce a mantenere i beni, a 

restaurarli e a esporli al pubblico a 

proprie spese. “E’ un ente finalizzato a 

sostenere un patrimonio che dal punto 

di vista del significato è di tutti e ha 

una fruizione internazionale che giova 

all’immagine della città di Varese - 

osserva ancora monsignor Stucchi - se Riccardo Broggini 

altri soggetti prendessero a cuore 

questo obbiettivo, con tutte le trasparenze del caso, la 

Fondazione potrebbe diventare un tramite per 

raccogliere contributi a cui potrebbero aderire soggetti 

privati, istituzionali e associazioni che rappresentano il 

territorio”. 

In questi anni la Fondazione non è stata con le mani in 

mano, anzi ha svolto quasi da sola il ruolo di silenziosa 

“sentinella” del Sacro Monte. Dieci anni fa riaprì al 

pubblico il museo Baroffio con gli splendidi reperti 

leonardeschi, più di recente ha sostenuto il restauro della 

statua della Madonna nera in santuario, ha 

costruito gli ascensori per agevolare l’accesso ai 

pellegrini, ha sistemato il ristorante Sacro Monte 

di proprietà della parrocchia, ha finanziato la 

conservazione delle Cappelle lungo la Via Sacra, 

ha promosso le celebrazioni per il quarto 

centenario e, da due anni, gestisce la rassegna 

del teatro sacro. 

“Fra il 1982 e il 1995 la Fondazione ha destinato 

importanti risorse (qualche miliardo di vecchie 

lire), raccolte presso banche e privati, al restauro 

del patrimonio religioso, storico e artistico di 

proprietà della parrocchia - chiarisce Riccardo 

Broggini, dottore commercialista e vicepresidente 

della Fondazione - il costo delle varie opere, tra 

cui gli ascensori che consentono di salire al 

santuario, è stato finanziato al 30% dalla 

Fondazione Paolo VI e al 70% dalla Fondazione 

Cariplo. Altri 2,5 milioni di euro, circa, sono stati 

investiti per acquisire e restaurare l’ex ristorante 

La Samaritana, che sarà adibito a centro museale 

e accoglierà le opere d’arte e gli oggetti liturgici 

appartenuti a monsignor Pasquale Macchi; e 

l’edificio prospiciente la Prima Cappella che 

diverrà la sede della Fondazione, con l’infopoint 

per i pellegrini. Per quanto riguarda l’XI 

Cappella, come ha più volte giustamente 

denunciato l'arciprete don Angelo Corno, il 

muraglione rischia di cedere lungo un tratto di 25 

metri che già presenta delle crepe; e c’è da 

riassestare la ‘rizzada’, sconnessa da anni di 

passaggio indiscriminato delle auto. Per questi 

lavori servono altri 425 mila euro che saranno 

finanziati dalla Fondazione Cariplo e dalla 

Fondazione Paolo VI”. 

RIZZADA E XI CAPPELLA 

Al progetto si lavora dal 2010 su commissione della 

parrocchia di S.Maria del Monte, della Soprintendenza 

alle Belle Arti (architetto Giuseppe Stolfi), della diocesi di 

Milano e del Parco del Campo dei Fiori. Il periodo 

previsto per l'intervento è la primavera-estate. 

Il piano prevede di chiudere il transito ai veicoli davanti 

alla fontana della Samaritana e, in alto, ai piedi del 

Mosè con paracarri di granito bianco di 80 cm per 22 

d’altezza, chiusi da catene e gradoni di 20 cm per 3 

metri e 70 di larghezza. Sarà garantito l'accesso fino ai 


Territorio 

ristoranti Montorfano 

e Milano solo ai mezzi 

di soccorso e di 

rifornimento, con un 

varco di tre metri. 

Nuove panchine 

saranno sistemate 

lungo il viale e sarà 

allargato di 60 cm 

l'accesso tra l'angolo della scalinata del Mosè e il 

muraglione per i mezzi di soccorso. All’XI Cappella, 

l’edificio sarà ancorato alla roccia con tiranti metallici di 

dieci metri ciascuno interrati sotto la rizzada. Due 

caditoie raccoglieranno l'acqua piovana per evitare 

infiltrazioni. 

Insomma, il Sacro Monte è sempre un grande cantiere 

aperto destinato ad diventare sempre più bello e fruibile. 

La storia, ancora una volta, può indicare la strada da 

seguire: nel 1605 il borgo di Varese volle seguire 

l’esempio di Malnate, Binago e Biumo che erano state le 

prime comunità a raccogliere denaro per costruire la Via 

Sacra e vi fu chi sconsigliò l’impresa con varie 

motivazioni: quell’anno la grandine aveva provocato forti 

danni, il borgo era gravato dall’alloggio di soldati 

stranieri, inoltre era già in corso la raccolta di elemosine 

per la fabbrica di San Vittore e un’oblazione per San 

Carlo. Ma i varesini, toccati 

L’edificio prospiciente 

la Prima Cappella 

diverrà la sede della 

Fondazione, con 

l’infopoint per i 

pellegrini. 

Il restauro dell’ex-ristorante 

La Samaritana, che sarà 

adibito a centro museale e 

accoglierà le opere d’arte e 

gli oggetti liturgici 

appartenuti a monsignor 

Pasquale Macchi. 

nell’anima, smentirono gli 

scettici e donarono mille 

scudi - racconta la cronaca 

di Giulio Tatto - “tra denari, 

vesti, gioie ed altre cose 

preziose”. 


Una sala del Museo Baroffio 

DO WE NEED ANOTHER FATHER AGUGGIARI? 

The Sacred Mountain of Varese needs to rekindle the generosity 

shown by people when Father Giambattista Aguggiari was 

around. The money is needed for the expensive work - some of 

which is underway and some of which is still to be started- to be 

carried out on the Sacra Via (Sacred Road). The 11th Chapel, 

which is within the sanctuary, is unstable and the restoration of 

the crypt means dealing with delicate structural problems and 

restoring pictorial art. The Politecnico di Milano (the largest 

technical university in Italy) is carrying out work both on this 

chapel and on the 1st Chapel. 

TERRITORIO 

Entro l’anno il via al nuovo parcheggio alla Prima Cappella 

Le ruspe dovrebbero entrare in azione entro la fine del 2012. Sta per diventare realtà il progetto di un 

parcheggio da 120 posti-auto che, dopo anni di discussioni, eliminerà finalmente le auto dall’inizio del viale 

delle Cappelle. Sorgerà accanto alla curva a gomito che s'imbocca salendo verso l’arco della Prima Cappella, 

interrato e disposto su due piani (più un eventuale terzo se dovessero arrivare i fondi per altri sessanta posti). 

“Costerà 2 milioni 400 mila euro, di cui 350 mila per acquisire il terreno - ha spiegato l'assessore provinciale al 

territorio, all'urbanistica e alle grandi opere Pietro Galparoli - il 49% a carico della Regione, il 40 in capo a 

Palazzo Estense, il 10 a Villa Recalcati e l'1% sulle spalle del Parco del Campo dei Fiori”. L'opera è prevista 

dall’accordo di programma e va ad aggiungersi ai parcheggi già esistenti in piazzale Montanari, prima del tunnel 

per la funicolare e al termine della salita in piazzale Pogliaghi-via Del Ceppo. L'accordo tra Regione, Provincia, 

Comune, Parrocchia e Parco del Campo dei Fiori prevede di realizzare in due anni 210 posti-auto complessivi: 

dopo i primi 120 nel parcheggio interrato alla Prima Cappella, altri 90 da riorganizzare in cima alla Via Sacra (30 

in via del Ceppo solo per i residenti, 30 alle Pizzelle per eventi particolari e altrettanti nell'attuale parcheggio 

sopra al cimitero, prima di arrivare al Mosè, dove lo spazio “tolto” ai residenti trasferiti in via del Ceppo sarà 

riadattato a lisca di pesce per guadagnare quattordici posti in più degli attuali sedici). (S.R.) 


49

CI SONO FIGURE IMPOSSIBILI 

CHE L’UOMO È STATO IN GRADO DI DISEGNARE. 

CI SONO CORSI DI FORMAZIONE POSSIBILI 

CHE ABBIAMO SENTITO LA NECESSITÀ DI STRAVOLGERE. 

FORMAZIONE ED EVENTI DAVVERO EFFICACI PER LA TUA AZIENDA? 

Scegli Ebi Consulting. Insieme troveremo la soluzione migliore. 

In un modo, o nell’altro. 

Ebi Consulting S.r.l. Via Ronchi 49 - 20025 Legnano (MI) - Tel. +39 0331.1554790 

info@ebiconsulting.it - www.ebiconsulting.it 

IN UN MODO, O NELL’ALTRO.

Territorio 

Industria e politica 

nel Luinese dal 1861 

TERRITORIO 

“Terra e gente”, la rivista 

storica racconta il 

Risorgimento attraverso il 

censimento e i primi 

sindaci delle nostre valli, il fondatore del Corriere 

del Verbano, i patrioti e la trasformazione di Luino. 

La prima manifattura Huber poi divenuta Stehli vicino 

al ponte di Germignaga, i cotonifici Hussy, la ferrovia 

del Gottardo, l’urbanistica e l’edilizia con gli ampi viali, 

il lungolago e le eclettiche palazzine: Federico 

Crimi spiega in “Terra e gente 2011” il 

cambiamento industriale a Luino fra il 1848 e 

il 1915 già al centro di una mostra a Palazzo 

Verbania nell’autunno scorso. E’ uno dei 

contributi della rivista storico-letteraria curata 

da Serena Contini per conto della Comunità 

Montana Valli del Verbano presieduta da 

Marco Magrini, dedicata al 150° anniversario 

della proclamazione del Regno d’Italia. 

Protagonista è il Risorgimento, ma narra anche ciò che 

dall’Unità d’Italia nacque in termini di sviluppo e 

innovazione, la faticosa organizzazione della macchina 

dello Stato, i mandamenti di Varese, gli abitanti e i 

comuni come li “fotografò” il censimento del 1861. 

La rivista (in realtà è un volume) si snoda fra grandi 

firme e capitoli ricchi di curiosità storiche. Gianni Pozzi 

delinea i cambiamenti amministrativi che avvennero con 

l’Unità d’Italia nei Comuni dell’allora provincia di Como, 

spiega l’evoluzione dei nomi dei paesi, cita i primi 

sindaci e gli assessori delle nostre valli, pubblica le 

tabelle con il numero degli abitanti nei centri dei vari 

mandamenti. Le notizie sono estrapolate 

La prima manifattura 

Huber, poi Stehli, a 

Germignaga, i cotonifici 

Hussy, la ferrovia del 

Gottardo, l’urbanistica 

e l’edilizia con gli ampi 

viali, il lungolago e le 

eclettiche palazzine. 

dall’almanacco della provincia di Como 

e si apprende che nel 1861 S. Maria del 

Monte contava 340 residenti, molti più 

di quanti vi abitano oggi (215 iscritti 

alle liste elettorali nel 2011), S. 

Ambrogio 640 e il “residenziale” rione 

di Velate aveva già 1.357 abitanti. 

“Povera Italia! A che che uomini si 

affidano i tuoi destini!” è il titolo con cui 

Francesco Branca Luigi Tinelli Pasquale Contini 


51

Territorio 

TERRITORIO 

Stefania Peregalli racconta il 1848 

attraverso le lettere inedite dell’esule 

lavenese Luigi Tinelli, mentre Daniele 

Cassinelli rievoca le vicende del 

pionieristico “stabilimento fotografico” di 

Eugenio e Francesco Fidanza, padre e 

figlio, che scattarono le più antiche 

immagini di Varese che oggi rappresentano la prima 

testimonianza di una commessa pubblica dei Musei 

Civici. 

Emilio Rossi ricostruisce, invece, la figura di Francesco 

Branca che nel 1879 fondò a Luino Il Corriere del 

Verbano e si battè per lo sviluppo del territorio, per i 

diritti dei più deboli, l’istruzione e l’educazione. “Io 

discendo dalla sua stessa famiglia - dice Elena Ciuti, 

l’attuale direttore del Corriere del Verbano (che proprio 

in queste settimane ha convertito on-line le proprie 

edizioni) - Di lui ho sentito parlare fin da bambina e mi 

hanno chiamata come una delle sue figlie. Francesco 

Branca era un filantropo che non si dava mai per vinto, 

Poesia di Pasquale Contini per l’inaugurazione del monumento 

varesino ai Cacciatori delle Alpi 

Protagonista è il 

Risorgimento, ma si narra 

anche ciò che dall’Unità 

d’Italia nacque in termini di 

sviluppo e innovazione. 

sosteneva di tasca propria i progetti di 

pubblica utilità e lo slancio civico lo 

portava a guardare oltre l’immediato. 

Partecipò da ragazzo alle Cinque 

Giornate di Milano, abitò a Parigi dove 

affinò la propria formazione giornalistica 

e le relazioni con il mondo della cultura 

e dell'editoria. Rientrato in Italia, si lanciò nell’impresa 

del Corriere del Verbano con un’idea del mondo 

svincolata dai confini”. 

Fabrizio Panzera, docente universitario e archivista a 

Bellinzona, illustra attraverso le carte svizzere la 

partecipazione di Emilio Morosini e dei fratelli Dandolo 

alle Cinque Giornate di Milano; Francesca Boldrini rivela 

“i timori e gli ardori” risorgimentali del clero varesino; 

mentre Ilaria Gorini e Gabriele Polita narrano il sacrificio 

di Pietro Pirinoli, studente di Cunardo che morì sulle 

barricate a Milano. 

La figura di Giuseppe Ferrari, deputato avverso all’Unità 

d’Italia eletto nel collegio Gavirate-Luino (il busto scolpito 

dallo scultore Martinoli è di recente riapparso a 

Gavirate) è al centro degli interventi di Robertino 

Ghiringhelli e di Giuseppe Armocida, presidente della 

Società Storica Varesina. “E’ un intellettuale maltrattato 

dalla storiografia crociana e risorgimentale - spiega 

Armocida - Tutti parlano di Cattaneo ma Ferrari, filosofo 

socialista e federalista, fu 

molto più importante per la 

battaglia contro l’Unità 

d’Italia che si svolse in 

Parlamento: immaginava 

un Paese fatto di regioni 

con una capitale federata 

e una sola rappresentanza 

estera e militare. Per il 

resto ogni regione doveva 

avere autonomia 

La faticosa 

organizzazione della 

macchina dello Stato, i 

mandamenti di Varese, 

gli abitanti e i comuni 

come li “fotografò” il 

censimento del 1861. 

linguistica e fiscale. Su di lui scese il silenzio. Al 

fascismo non piaceva perché socialista e per trovare il 

primo convegno si dovette aspettare il 1990 a Luino con 

Spadolini, Ghiringhelli e una biografa inglese”. 

Dopo i contributi di Marco Tamborini, Ivana Pederzani e 

Carolina De Vittori, Serena Contini chiude con la figura 

e le poesie del quasi omonimo Pasquale Contini, amico 

di Tullio Dandolo e frequentatore del Manzoni: “E’ un 

poeta oggi dimenticato ma all’epoca famoso a Varese - 

spiega - fu in contatto con Giuseppe Garibaldi e legato 

da amicizia con Adelaide Cairoli, la “mamma d’Italia” a 

cui mandò una poesia scritta in morte del figlio Ernesto, 

che fu poi stampata in tutte le cerimonie pubbliche a 

ricordo dell’eroe caduto il 26 maggio 1859 nella 

battaglia di Biumo”. 



Territorio 

Restaurata a 

Busto Arsizio 

l’edicola 

di San Carlo 

TERRITORIO 

Sita in via Matteotti, risale alla metà 

del ‘600. Del ‘700 l’altare e la 

cancellata. Persa alla fine dell’800 la 

pittura di fondo, si realizzarono in 

gesso la statua del santo e le teste di 

angeli. “Un’edicola da sempre punto 

di riferimento per la religiosità 

popolare, nel rapporto - scrive 

Augusto Spada - sia con le antiche 

istituzioni delle Crocette, sia con le 

processioni del Corpus Domini, sia con 

le annuali Litanie Minori che si 

celebravano per la benedizione della 

campagna”. 


53

FOTO DAL MONDO 


FOTO DAL MONDO 

Un pescatore sui tradizionali trampoli nella baia di 

Unawatuna all'alba (REUTERS/Tim Chong - SRI LANKA) 


55

RUBRICHE 

Gita a … 

Ricordando l’albero 

degli zoccoli 

Viaggio nella natura e nella storia camminando o pedalando 

sulle alzaie del Naviglio Grande, del Canale Industriale e del 

Villoresi. La seconda puntata di Varesefocus sui “solchi”del 

territorio riguarda i canali artificiali. 

à ca la cur, và ca la cur!”, 

“V “guarda che corre!” grida il 

barcaiolo indaffarato al collega timoniere 

come a dirgli di fare attenzione, mentre il 

barcone prende a correre “lung el 

navili”, lungo il naviglio. Tecnicamente, 

siamo al rullo 21, scena 176 d’una 

poesia al cinema, quella de “L’albero 

degli zoccoli”, regia di Ermanno Olmi, 

anno di produzione 1978: come si legge 

Tre vie d’acqua 

artificiali che, come 

autostrade antelitteram, 

irroravano di 

vita l’ampia distesa di 

terra pedemontana fra 

il Ticino e la pianura 

lombarda. 

nella sceneggiatura, “il barcone naviga 

dolcemente portato dalla corrente e 

intorno il paesaggio si muove e cambia 

agli occhi degli sposi”, fra i protagonisti 

del film. E’ così che il grande regista 

italiano immagina cosa significasse a fine 

Ottocento muovere dalla campagna verso 

Milano e la sua darsena, nei pressi della 

quale il solito barcaiolo intima ai numerosi 

passeggeri di sedersi, perché “quand la 


RUBRICHE 

Equitazione 

a Tornavento 

Il Naviglio Grande 

nei pressi di Turbigo 

tuca se riscia de andà a gam per ari!”, “quando (il 

barcone) tocca l’approdo si rischia di andare a gambe 

per aria!”, fra “manovre di barche, agitarsi sulla 

riva, richiami, azioni rapide degli uomini addetti 

all’attracco”. 

SEDUZIONE A “BASSO IMPATTO 

AMBIENTALE” 

Rivedere in home video quelle scene tra 

documentario storico e finzione recitativa conferisce 

un sapore particolare ad una giornata trascorsa 

lungo il Naviglio Grande, il Canale Villoresi, il 

Canale Industriale. Tre vie 

Naviglio Grande: i barconi 

ne risalivano la corrente 

tirati da cavalli per portare 

verso il lago Maggiore 

derrate alimentari, sale, 

tessuti e altri manufatti. 

d’acqua artificiali che, 

come autostrade antelitteram, 

irroravano di vita 

l’ampia distesa di terra 

pedemontana fra il Ticino 

e la pianura lombarda. 

Oggi hanno perduto gran 


57

Gita a... 

RUBRICHE 

L’opera di presa 

del Canale Villoresi 

a Pan Perduto 

(Somma Lombardo) 

parte della loro funzione, soprattutto 

quella di via di comunicazione per 

uomini e commerci (mentre conservano 

l’altra, originaria, di canalizzazione 

delle acque a scopi agricoli ed 

energetici); tuttavia ne trattengono il 

fascino d’antan, l’incanto paesaggistico, 

la seduzione di opere “a basso impatto 

ambientale” perché qui uomo e natura 

hanno saputo darsi la mano nel rispetto reciproco che 

Indro Montanelli ama tanto: quella “delle fosse, delle 

darsene, degli scricchiolanti ponti di legno, affabile, 

cordiale e senza assilli di tempo”. Vale la pena, allora, 

percorrerne le alzaie, almeno nei tratti - e non sono 

pochi - dove ciò è reso possibile da piste ciclopedonali 

che bene attrezzate, immerse nel verde e nel silenzio, 

prossime o addirittura prospicienti alberghi e trattorie che 

invitano alla sosta. 

Villoresi: nato a fine 

Ottocento per scopi irrigui, 

venne utilizzato anche come 

via di comunicazione 

dell’alta pianura fra il 

Milanese e la Brianza. 

carni), tessuti e ogni genere di 

manufatti; in senso inverso e dopo un 

viaggio lungo l’intera giornata di luce, 

sul mercato milanese riversavano 

materiali da costruzione, legnami, 

marmi (quello famoso di Candoglia per 

la Fabbrica del Duomo, che a tale 

motivo viaggiava gratis Ad Usum 

Fabricae, da cui l’espressione popolare 

“a ufo”), legno e legnami, formaggi, pesce. Oltre cento 

“bocche” forniscono ancora acqua in abbondanza ai 

prati e ai campi fra Milano e Pavia. 

SUPERATO SUL NASCERE DALLA FERROVIA 

Anche il Canale Villoresi si abbevera al Fiume Azzurro, 

ma dalla diga detta Pan Perduto, alla Maddalena di 

Somma Lombardo per sfociare dopo sessanta chilometri 

nell’Adda dopo aver intersecato i corsi d’acqua del 

UN GIORNO PER SCENDERE, SETTE PER 

RISALIRE 

Il Naviglio Grande (ideato inizialmente a scopi difensivi 

addirittura nel 1152) sfrutta le acque del Ticino partendo 

da Tornavento, una ventina di chilometri a sud di Sesto 

Calende (in realtà, le modifiche lo fanno accorciato a 

quaranta chilometri per iniziare da Turbigo, un passo 

oltre il confine tra le province di Varese e di Milano) e 

termina alla darsena di Porta Ticinese. Cagnoni, mezzani 

o borcelli, i barconi del tempo, ne risalivano in una 

settimana la corrente tirati da cavalli per portare verso il 

lago Maggiore, dopo una quarantina di chilometri, 

derrate alimentari (grano e vino in particolare), ma 

anche sale (indispensabile alla conservazione delle 

REMEMBERING L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI 

(THE TREE OF WOODEN CLOGS) 

Nowadays, the waterways have lost most of their original 

function, especially if we consider them as a means of 

communication for people and trade. They do, however, still 

serve as a means of channelling water for agricultural and 

energy production purposes. What's more, they still keep some 

of their original appeal and are seen as aesthetically pleasing 

“low impact” landscape assets. It's well worth going for a 

peaceful nature walk or a ride along the many parts of the 

waterways which are equipped with pedestrian/cycle paths. 


Gita a... 

basso Varesotto, dall’Olona 

all’Arnetta, dal Bozzente al Lura, 

tra i comuni di Somma, Vizzola e 

Lonate Pozzolo, e poi il Seveso ed 

il Lambro fino ad un altro Naviglio, 

quello della Martesana. Nato a 

fine Ottocento eminentemente per 

scopi irrigui, venne utilizzato anche come via di 

comunicazione dell’alta pianura fra il Milanese e la 

Brianza, ben presto soppiantato però dalla ferrovia. 

UN CANALE PER QUATTRO CENTRALI 

ELETTRICHE 

Sempre dal Ticino e sempre dalla diga del Pan Perduto 

si dirama, questa volta verso il Naviglio Grande del 

quale costituisce un affluente, il Canale Industriale o 

Canale Industriale: a servizio delle 

industrie come fornitore di materia 

prima per produrre energia 

elettrica nelle centrali di Vizzola 

Ticino, Tornavento e Turbigo. 

Vizzola, il più recente fra i tre che 

abbiamo preso in considerazione 

(lungo una ventina di chilometri, 

venne inaugurato nel 1900), la cui 

funzione originaria - come indica il 

nome - era a servizio delle industrie 

come fornitore di materia prima per 

produrre energia elettrica grazie alle centrali di Vizzola 

Ticino, Tornavento e Turbigo, cui mediante un ulteriore 

canale artificiale, si aggiunge quella di Varzi. Anche il 

Canale Industriale dimostra dunque una realtà storica: 

Milano ed il suo hinterland devono buona parte della 

propria forza produttiva al Varesotto, con il Ticino, i 

canali artificiali, le dighe e le centrali idroelettriche 

realizzate tra fine Ottocento e primo Novecento. 

Riccardo Prando 

RUBRICHE 

Dove fare sport (in attesa di rivedere attivo “porto di Milano”) 

Le possibilità di usufruire a scopo sportivo delle alzaie lungo i corsi d’acqua artificiali ricordati nell’articolo sono 

molteplici. Indicazioni precise si possono trovare, tra l’altro, sui siti www.consorzionavigli.it, 

www.turismo.regione.lombardia.it, all’Associazione Naviglio Grande (Alzaia Naviglio Grande 4, Milano, tele. 02- 

89409971). Ricordiamo che, oltre a camminare, correre, pedalare, è possibile anche navigare su queste acque e 

per questo è consigliabile prendere contatto con la storica Società Canottieri Milano, Alzaia Naviglio Grande 160, 

tel. 02-48951211, che fra l’altro organizza nel mese di luglio la tradizionale “Estate sui Navigli”. Circa il recupero 

delle “vie d’acqua” intorno a Milano, sono in corso diversi progetti, fra cui quello che dal Lago Maggiore dovrebbe 

condurre attraverso il Ticino fino al Po e all’Adriatico. Il recente convegno d’inizio febbraio al Teatro Dal Verme su 

“La darsena ritrovata”, ovvero il porto di Milano, voluto dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni 

e dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia in vista di Expo 2015, ha dato ulteriore impulso ad 

un progetto di 

navigazione ad uso turistico e commerciale che attende da troppo tempo di essere realizzato, anche per alleggerire 

strade e autostrade del traffico pesante di materiali non deperibili. (R.P.) 

A tavola fra storia e attualità 

E’ un angolo di Varesotto che merita di essere valorizzato anche sotto il profilo gastronomico, quello che s’infrange 

contro la storica linea di confine segnata dal fiume Ticino. Ne sintetizziamo i motivi attraverso tre esempi che 

possono servire al ritorno dalla nostra gita lungo i canali artificiali. Iniziamo dalla frazione Case Nuove di Somma 

Lombardo, dove in via Tornavento 11 troviamo ospitalità al ristorante La Quercia, locale “intimo” che dal 1965 

vanta un’attenta conduzione familiare all’insegna dello slogan dal sapore cinematografico “Pane, amore e 

Lombardia”; il menù comprende infatti i più bei piatti della tradizione lombarda, dal culatello di Zibello al manzo 

marinato di verdure, dal carrello di arrosti a quello di bolliti, cui si aggiunge un’ottima lista di vini (chiuso il 

martedì, prenotazioni allo 0332-230808). A Tornavento, che è frazione di Lonate Pozzolo, lo spettacolo - per così 

dire - di un ristorante che ha da poco spento il mezzo secolo di vita e di cui ci siamo già occupati in passato, ma 

che vogliamo tornare a ricordare per l’originalità dei suoi “menù d’epoca”, ovvero portate che (accanto a quelle più 

tradizionali) si rifanno alle pietanze in vigore fra Quattro e Ottocento, con la carne a farla da padrona: l’indirizzo è 

ristorante Bertoni, via Sant’Anna, telefono 0332-302001, chiuso la domenica e lunedì a mezzogiorno. Nel centro 

storico di Sesto Calende, nella tranquilla ruga Porto Vecchio, è la trattoria Sole, specializzata in due piatti 

tradizionali come il risotto al pesce persico e la cassoeuola: è sempre aperto e risponde allo 0331-914273. (R.P.) 


59

RUBRICHE 


Affreschi 

seicenteschi 

a Cedrate 

Un visitatore occasionale, passando dalla chiesa 

parrocchiale di Cedrate, rione di Gallarate, 

rimarrebbe senz’altro stupito dalla presenza di un ciclo 

completo di affreschi seicenteschi, collocati all’interno 

della sacrestia. Si tratta, infatti, di un luogo 

apparentemente insolito per tali 

dipinti, se si considerano 

l’architettura attuale della chiesa e 

la sua decorazione pittorica, ma 

tale situazione è facilmente 

spiegabile dalle vicende storicoarchitettoniche 

che si sono 

susseguite nei secoli. 

Quando San Carlo Borromeo elevò 

Cedrate a parrocchia, nel 1565, il 

Nei primi anni del Novecento 

furono individuati caratteri 

morazzoniani in alcune figure 

rappresentate, ma lo stile 

esecutivo richiamano le opere 

lasciate a Roma nella seconda 

metà del Cinquecento dai 

cosiddetti pittori sistini. 

principale edificio religioso presente sul territorio era 

la chiesa dedicata a San Giorgio Martire, edificata 

verso la fine del XIV secolo, e orientata canonicamente 

da ovest a est. Dalle fonti storiche sappiamo che verso 

il 1610, per incarico del Parroco Don Orazio Buraglio, 

in corrispondenza dell’abside e del 

presbiterio, furono eseguiti ammirevoli 

affreschi. Purtroppo non abbiamo notizie 

riguardo all’estensione del ciclo pittorico 

lungo le pareti della navata, che furono 

distrutte nel XVIII secolo per lasciar spazio 

all’edificazione di un nuovo edificio, più 

ampio, reso necessario dall’aumento della 

popolazione. La nuova costruzione fu 

eretta tra il 1715 e il 1730 (questa data è 


RUBRICHE 

Curiosamente collocati 

nella sacrestia, che una 

volta era l’abside della 

vecchia chiesuola, sita 

nel’antico rione di 

Gallarate, prima 

dell’edificazione 

dell’attuale tra il 1715 e 

il 1730. 

Gli affreschi 

ricoprono l’intera 

superficie delle 

pareti e della 

volta, conferendo 

un grande effetto 

scenografico. 

incisa in un gradino 

laterale della 

chiesa), con un 

orientamento diverso 

da quello canonico, 

con asse in direzione 

NO-SE. 

Della chiesa 

cinquecentesca 

rimase solo la parte 

absidale, che fu 

adibita a sacrestia; in tal modo vennero preservati 

anche i pregevoli affreschi, che senza dubbio erano 

molto cari alla popolazione cedratese. L’utilizzo 

dell’ambiente come sacrestia non ha certamente 

aiutato la fruizione e la valorizzazione degli affreschi 

che, col passare degli anni, si sono degradati e 

anneriti a causa della polvere e della fuliggine 

accumulatesi sulla superficie pittorica. Un intervento di 

restauro eseguito nel 1989-90 ne ha riportato in luce 

la bellezza, sensibilizzando maggiormente anche la 

popolazione locale. 

Quasi nulla si sa sull’autore degli affreschi. Nei primi 

anni del Novecento furono individuati caratteri 

morazzoniani in alcune figure rappresentate, ma lo 

stile esecutivo, il taglio adoperato, l’uso del colore per 

definire le figure, richiamano le opere lasciate a Roma 

nella seconda metà del Cinquecento dai cosiddetti 

pittori sistini. Si suppone quindi che l’esecutore di 

questi affreschi possa aver intrapreso studi a Roma, 

per poi giungere in terra lombarda ed essere 

influenzato dagli artisti operanti sul territorio. 

Il registro inferiore 

Gli affreschi ricoprono l’intera superficie delle pareti e 

della volta, conferendo un grande effetto scenografico. 

Si tratta di una serie di riquadri, separati da cornici 

dipinte a imitazione stucco, raffiguranti nel registro 

inferiore scene della passione di Cristo, mentre in 

quello superiore Santi, Dottori della Chiesa, Evangelisti, 

la Vergine e Dio Padre. 

Le scene della passione, lette da sinistra a destra, si 

aprono con l’episodio dell’Ultima Cena. In 

quest’immagine sono riuniti i due diversi momenti della 

benedizione del pane, che Cristo donerà come suo 

corpo, e dell’annuncio del tradimento, esplicitato dai 

movimenti agitati e confusi degli apostoli. 

Nella seconda scena, l’Agonia di Gesù nell’orto degli 

ulivi, mentre gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni 

dormono al riparo di una roccia, un angelo appare a 

Cristo in preghiera mostrandogli la croce e il calice, 

simboli della sua passione. 

Il terzo riquadro, la Flagellazione di Gesù, costituisce il 

fulcro dell’intero ciclo, e si 

trovava, in origine, in 

corrispondenza del 

tabernacolo. Qui Gesù, 

spogliato delle vesti e legato 

a una colonna, senza 

proferir parola, riceve 

percosse dai suoi carnefici. 

Tutto il ciclo è 

perfettamente 

orchestrato per fornire 

due sensi di lettura: 

uno orizzontale e uno 

verticale. 


61


RUBRICHE 

La quarta scena raffigurata è l’Ecce Homo. 

Pilato mostra alla folla Gesù e sembra dire 

“Ecco il vostro re!”, mentre la gente 

incalzata dai sommi sacerdoti grida perché 

Gesù sia crocifisso. Tra i personaggi è 

ritratto un sacerdote, probabilmente il 

committente degli affreschi, don Buraglio, il 

cui volto è andato però distrutto. 

La quinta e ultima raffigurazione è la Salita al Calvario. 

Il volto di Gesù, posto esattamente in corrispondenza 

dell’incrocio dei bracci della croce, è il centro focale del 

dipinto, mentre il braccio più lungo evidenzia la 

direzione in cui si muove il corteo e quello più corto 

sottolinea lo sguardo pieno d’amore e compassione che 

collega Gesù alla Vergine. 

Può apparire strano che tale ciclo si concluda senza la 

rappresentazione della crocifissione, ma ciò può essere 

facilmente spiegato se si considera l’usanza di 

appendere un crocefisso in corrispondenza 

dell’iconostasi. 

Il registro superiore 

Sopra il cornicione si sussegue un gran numero di 

figurazioni inquadrate entro finte strutture architettoniche 

che scandiscono e al tempo stesso movimentano 

l’insieme. 

Nella parte inferiore, in una successione di nove lunette, 

Nel registro inferiore 

si segue la successione 

cronologica degli 

avvenimenti che 

hanno caratterizzato 

la passione di Gesù. 

sono rappresentate figure di santi, che 

rispecchiano il sentimento di devozione 

diffuso all’inizio del ‘600. La prima a 

sinistra è Santa Cecilia, la santa della 

musica e del canto, seguita da Santa Marta 

di Betania, che con l’aspersorio nella mano 

respinge il drago; poi San Carlo Borromeo, 

colui che elevò Cedrate a parrocchia, qui 

effigiato con l’aureola perché da poco proclamato santo, 

e San Giovanni Battista, il precursore di Gesù, 

richiamato dall’agnello che tiene tra le mani. 

La lunetta centrale è occupata dalla figura della Vergine 

col Bambino, posta esattamente sopra la flagellazione e 

il tabernacolo, per conferire centralità al mistero 

dell’incarnazione, quale momento fondamentale grazie 

al quale si è potuta compiere la redenzione dell’uomo. 

Proseguendo sul lato destro, troviamo San Francesco, 

riconoscibile dal saio e dalle stigmate, Sant’Antonio 

Abate, contrassegnato dal libro, il fuoco e il bastone tau, 

Santa Maria Maddalena, penitente, con un teschio tra le 

mani, e Sant’Apollonia, riconoscibile dall’attributo del 

seno, tagliatole quando subì il martirio. 

Il catino absidale, sopra le lunette, è diviso in cinque 

spicchi: quello centrale è occupato dalla colomba dello 

Spirito Santo, che irraggia la luce della sapienza divina 

su tutti i personaggi ritratti, mentre, negli altri quattro, 

sono dipinti gli evangelisti, seduti su nuvole e abbigliati 



RUBRICHE 

con ampie vesti. Nell’ordine incontriamo San Matteo con 

l’angelo, San Giovanni con l’aquila, San Marco col leone e 

San Luca con il bue, intento a dipingere la Vergine. 

Sopra le quattro lunette delle pareti laterali, all’interno di 

piccoli spicchi, sono ritratti i dottori della Chiesa, importanti 

tramiti per la diffusione del messaggio di salvezza 

proclamato dal vangelo: sulla sinistra San Gerolamo, 

vescovo eremita, mentre traduce la Bibbia in latino e San 

Gregorio Magno, teologo e Papa dei primi secoli del 

cristianesimo; sulla parete di destra, Sant’Ambrogio, Padre 

della Diocesi Ambrosiana, e Sant’Agostino, scrittore di 

grandi e profonde opere teologiche e filosofiche. 

Negli spazi ricavati tra gli spicchi, sei angeli cariatidi 

reggono la decorazione della volta, incorniciata da un 

ampio riquadro a finto 

La lettura verticale: Dio 

Padre e Creatore, per 

mezzo dello Spirito Santo, 

ha inviato sulla terra 

Cristo, grazie 

all’incarnazione nella 

Vergine Maria, per salvare 

il mondo dal peccato. 

stucco. Al suo interno c’è 

Dio Padre Creatore 

dell’universo, 

simboleggiato dal globo 

su cui poggia la mano, 

che benedice, con un 

richiamo alla 

Provvidenza. E’ 

attorniato da angeli che 

si librano quasi danzanti, lodando il suo nome. 

Due sensi di lettura 

Tutto il ciclo è perfettamente orchestrato per fornire due 

sensi di lettura: uno orizzontale e uno verticale. Il primo è 

senz’altro il più semplice: nel registro inferiore si segue la 

successione cronologica degli avvenimenti che hanno 

caratterizzato la passione di Gesù e, sopra il cornicione, vi 

è una semplice giustapposizione di figure accomunate dal 

loro ruolo all’interno della chiesa. Più complessa è la 

lettura verticale: Dio Padre e Creatore, per mezzo dello 

Spirito Santo, ha inviato sulla terra Cristo, grazie 

all’incarnazione nella Vergine Maria, per salvare il mondo 

dal peccato. Tutte le altre figure simboleggiano coloro che 

hanno ascoltato questo messaggio di salvezza e hanno 

vissuto mettendolo in pratica e testimoniandolo agli altri. 

Il messaggio evangelico è stato quindi sapientemente 

tradotto in immagini, e la pittura si è trasformata in un 

invito alla sequela di Cristo. 

Questo ciclo di affreschi è una di quelle testimonianze, 

nascoste ma preziose, della cultura artistica locale che 

talvolta rischia di essere dimenticata, ma che certamente 

val la pena conoscere e ammirare. 

Ester Praderio 


63

IL TUO 

PATRIMONIO 

È UNICO 

1981-2011 30 anni di BIM 

Lo hai costruito nel tempo con passione e determinazione. Ora vuoi che sia gestito in modo personalizzato, 

secondo le tue esigenze finanziarie. 

Banca Intermobiliare: 30 anni d’esperienza, 30 sedi sul territorio e 200 Private Banker dedicati a te. 

BANCA INTERMOBILIARE, AL SERVIZIO DEL TUO PATRIMONIO. 

www.bancaintermobiliare.com 

Filiale di Varese: Via Leopardi, 1 21100 

Tel. 0332-291611

Storia 

Il vecchio 

monastero 

femminile di 

Caronno 

(Pertusella) 

RUBRICHE 

Sort o per iniziativa di un gruppo di donne 

forse vedove o spose rimaste sole. Una 

sorta di beghinaggio che si aggregò 

all’abbazia di Fruttuaria, nel Canavese. 

rimasto solo un arco in mattoni e sassi in via 

E’ S.Pietro, a Caronno Pertusella, a testimoniare 

l’esistenza di un antico monastero di monache 

Benedettine risalente al periodo dell’Alto 

Medioevo. Dietro quell’arco, che passa 

inosservato lungo la stessa via che ha preso il 

nome dalla toponomastica del luogo, c’era anche 

un’antica chiesa, 

dedicata al santo e 

non più adibita al 

culto almeno dal 

1855, senza una 

motivazione 

registrata negli atti. 

In pochi conoscevano 

l’esistenza di questo 

complesso monastico 

Del 1109 l’atto 

fondativo sottoscritto 

dalla prima priora, 

Belexur, insieme alle 

consorelle Allegranzia, 

Romana e Concordia. 

ma ha colmato questa lacuna la dott.ssa Elena 

Sala con una tesi di laurea il cui relatore è stato il 

prof. Alfredo Lucioni, autore di importanti testi di 

storia medievale. 

La storia, che si evince dalla tesi, inizia nel 1.110 

con un atto ufficiale che ne definisce 

l’appartenenza alla rete monastica fruttuariense, 

fondata sull’osservanza cluniacense da Gugliemo 

da Volpiano (circa nell’anno 1000), che in seguito 

la rese ancor più severa. Quando Gugliemo morì, 

nel 1031, sotto la sua direzione c’erano 

L’arco di ingresso dell’ex-monastero 

Resti dell’antico monastero (foto anni ‘70) 


65

Storia 

RUBRICHE 

milleduecento monaci disseminati in 

molte abbazie e priorati. Il monastero di 

Caronno seguì la regola benedettina 

anche se inizialmente e fino al IX secolo 

fu adottata per i soli monaci. Dalle 

ricerche di Elena Sala è emerso che 

“Callono” fu uno dei primi nuclei affiliati 

nell’area tra Ticino e Adda e nell’arco di 

mezzo secolo e che furono sette le 

fondazioni nella diocesi Ambrosiana. Per 

il cenobio di S. Pietro, l’appartenenza a questa rete 

monastica fruttuariense era sancita da due elementi: la 

regola benedettina e il pagamento del censo annuo che 

ammontava per Caronno a 12 denari l’anno. 

Sicuramente l’idea di un monastero in questa precisa 

zona era dovuta al fatto che si trattava di un buon punto 

di appoggio nel percorso che dal Canavese giungeva nel 

Fin dalle origini, il 

monastero di San Pietro era 

proprietario di terre a 

Caronno dove c’erano un 

“castrum” e una “villa” 

circondata da un fossato. 

Tutt’intorno vigne, boschi e 

terreni coltivati. 

Varesotto con direzione Milano, 

passando da Ganna e Voltorre, dove 

c’erano altri monasteri benedettini 

fruttuariensi.Come nacque questo 

monastero? Sembra che, 

spontaneamente, un gruppetto di donne, 

supportate da religiosi della zona e già 

probabilmente coinvolte spiritualmente, 

decise di affrontare una sorta di 

beghinaggio. Forse c’erano tra loro 

vedove o spose rimaste sole perché i mariti erano partiti 

per le crociate, fatto sta che si misero in contatto con 

l’abbazia di Fruttuaria per l’atto di affiliazione. Erano 

dieci le donne coinvolte e qui sta l’anomalia caronnese: 

fondarono il cenobio, inizialmente, con i loro patrimoni 

personali, come sancito nell’atto di investitura del 1109 

con il quale la prima priora, Belexur, insieme alle 

consorelle Allegranzia, Romana e 

Concordia sottoscrisse l’atto. La chiesa 

esisteva già e doveva essere poco più di 

una cappella che fu divisa, dopo quasi due 

secoli, da un muro che delimitava la zona 

claustrale secondo la riforma fatta da papa 

Bonifacio VIII nel 1298 che dettava regole 

più severe inerenti la clausura, fino ad 

allora vissuta in modo tollerante. Anche il 

cenobio di Caronno si adegua alla 

disposizione papale e realizza delle 

modifiche anche strutturali. 

Fin dalle origini, il monastero di San Pietro 

era proprietario di terre a Caronno dove, 

come si legge nella tesi, c’erano un 

“castrum” e una “villa” circondata da un 

fossato. Tutt’intorno vigne, boschi e terreni 

coltivati. Nei secoli successivi il monastero 

acquisì con donazioni alcuni terreni anche 

nei paesi limitrofi di Lainate, Nerviano, 

Pogliano e soprattutto Villanova, diventando 

quindi sempre più importante nel territorio. 

Questioni economiche causarono dei 

contrasti con l’abbazia di Fruttuaria e si 

registrarono anche degli episodi di piccole 

rivolte interne o intolleranze alle regole, 

sanate dalla visita dell’abate di turno che 

sistemava le diatribe. Le badesse citate nei 

documenti storici hanno nomi inconsueti: 

Belexur, la prima, Allegranza, Celsa, 

Affresco dell’antico monastero (foto anni ‘60) 

Nel 1462 la fine del cenobio con 

la destinazione delle ultime monache 

rimaste al convento milanese di 

Santa Margherita. 


Storia 

Castellana, Catelola solo per citare i più curiosi 

dell’epoca. Nel 1284 fu eletta la prima badessa con 

nome e cognome: Letizia Crivelli proveniente dalla 

famiglia omonima che godeva di grande prestigio, cui 

seguirono altre badesse sempre Crivelli di nascita. Si 

può pensare che il censo famigliare abbia influito 

sull’elezione a badessa. Le monache presenti erano 

sempre poche, 10 o 12 al massimo. Il complesso 

monastico, fra alti e bassi ma fondamentalmente senza 

scossoni, durò fino al 1472. Si legge nella tesi, che nel 

marzo del 1428, la monaca Elisabetta Medici, 

aggregata dal convento milanese di Santa Margherita, 

chiede alle due ultime consorelle rimaste in convento di 

eleggerla a badessa in virtù delle raccomandazioni 

dell’abate fruttuariense. Una delle consorelle, 

Maddalena Crivelli, non gradisce la nomina di Elisabetta 

e si autoproclama badessa. Il fatto fu discusso alla Curia 

Arcivescovile e la causa fu portata dinanzi a papa 

Martino V che affidò all’abate del monastero di San 

Dionigi il giudizio. La sopraggiunta morte di Maddalena 

risolse il caso e, gioco forza, Elisabetta ri-divenne 

badessa, nominata non più dall’abate di Fruttuaria come 

consuetudine, ma direttamente da papa Eugenio IV. Da 

quel momento si può pensare che la competenza passi 

alla Chiesa Romana. A quel punto le monache rimaste 

erano forse due o tre e la badessa Elisabetta, che tra 

l’altro proveniva da Milano, concluse la storia del 

monastero di San Pietro con l’approvazione della 

duchessa di Milano, Bianca Maria. Era il 1462. Per altri 

10 anni durò il contenzioso con Fruttuaria, dopodiché la 

giurisdizione dei beni passò a S. Margherita. Restò 

aperta la chiesa per funzioni religiose saltuarie e l’ultima 

notizia risale al 1855. Poi più nulla. 

Elena Sala conclude così la sua interessante tesi: “Pur 

essendo stato un centro monastico femminile rurale di 

ridotte dimensioni, fu una presenza significativa non solo 

a livello locale ma anche per l’Italia settentrionale, 

principale zona di espansione del monachesimo 

fruttuariense. I contatti con famiglie della levatura dei 

Biffi e dei Crivelli, sembrano renderlo più sensibile alla 

storia delle consorterie milanesi, piuttosto che di 

Fruttaria”. 

Maria Grazia Gasparini 

RUBRICHE 

L’espansione di Fruttaria nel territorio 

dell’attuale provincia di Varese 

Chiostro di Voltorre 

Era iniziato da poco il secondo millennio quando Guglielmo da Volpiano, 

abate di S. Benigno a Digione in Borgogna, eresse un monastero su 

terreni di famiglia, in un luogo isolato e boscoso chiamato Fruttuaria, al 

confine tra le diocesi di Torino e Ivrea, nell’odierno Canavese. Dedicata a 

S. Benigno e fornita dal fondatore di protezioni papali, episcopali e 

imperiali, la nuova abbazia ebbe presto in dono chiese e terreni 

disseminati in una vasta area della zona nord-occidentale della penisola 

e già nel 1014 aveva oltrepassato la riva orientale del Ticino. La fama 

della stile di vita monastica praticato da quei monaci favorì nell’arco di 

un paio di secoli la diffusione dei fruttuariensi dal Piemonte all’Istria, 

dalla Liguria alla Corsica. Si costituì una rete di insediamenti (priorati) 

dipendenti dalla casa madre e dal suo abate, a imitazione 

dell’organizzazione della celebre abbazia di Cluny. 

La prima notizia di un insediamento nel territorio del Seprio risale al 

1110, quando alcune religiose di Caronno chiesero l’affiliazione al 

gruppo fruttuariense, ma i più importanti priorati sepriesi furono, dalla 

metà del XII secolo, S. Gemolo di Ganna e S. Michele di Voltorre (che 

diede ben due abati a Fruttuaria), dove si monacarono membri di 

prestigiose casate locali (Castiglioni, da Clivio, da Velate, da Arsago, 

Besozzi). Attorno alla metà del Duecento fu consegnata a Fruttuaria dai 

patroni, i Castiglioni, la chiesa di S. Sepolcro a Castiglione Olona, in 

seguito abbattuta per innalzare la chiesa di Villa. Altre dipendenze si 

trovavano nel vicino Canton Ticino (a Giornico e Quartino). 

Alfredo Lucioni 

Badia di Ganna 


67

RUBRICHE 

Storia 

A Volandia 

il ricognitore 

RO.37bis e il 

Convertiplano 

Insieme a questo antico cimelio, un’intera sala 

interamente dedicata al Convertiplano. 

Il biplano, ritrovato a Kabul e restaurato grazie ad un 

accordo tra Aeronautica Militare, Museo Volandia e 

sponsor privati, è l’unico esemplare al mondo 

restaurato ed esposto al pubblico. Resterà al Parco e 

Museo del Volo, 

allestito nelle ex- 

Officine Caproni a 

Somma Lombardo, 

in esposizione 

temporanea fino a 

Il velivolo storico, recuperato 

da rottami trovati Kabul, in 

mostra sino a fine marzo. Poi, 

destinazione Vigna di Valle. 


Storia 

da 550 cavalli. 

Il RO 37bis rappresenta anche un pezzo di storia 

industriale italiana. L’azienda che lo ha costruito, la 

napoletana Romeo, si è trasformata negli anni sino a 

divenire l’attuale Alenia Aermacchi. 

Se il cimelio storico è solo di passaggio a Volandia, 

qui è invece sempre visibile il prototipo del 

Convertiplano, il velivolo metà aereo, metà elicottero, 

che unisce la particolarità del decollo verticale con 

quella del volo orizzontale. Una caratteristica che fa, 

di questo mezzo volante con tecnologia 

AgustaWestland, il protagonista del futuro nel campo 

del trasporto aereo di breve e medio raggio. 

(M.L.) 

RUBRICHE 

www.volandia.it 

Due immagini del Romeo RO 37bis 

Prototipo del Convertiplano 

fine marzo di quest’anno, per poi essere trasferito al 

Museo Storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di 

Valle, sul lago di Bracciano. 

Il restauro è stato reso possibile grazie al ritrovamento, 

su segnalazione di diversi appassionati e storici, di 

diverse carcasse di RO 37bis in un deposito di rottami 

nella periferia a nord est di Kabul. 

Il Romeo RO 37 è stato il più diffuso velivolo da 

osservazione aerea italiano nella seconda metà degli 

anni ‘30. Fu costruito in 621 esemplari per le 

squadriglie della Regia Aeronautica, prestando 

servizio su tutti i fronti e in tutte le campagne. Nel 

1937 l’Aeronautica afgana ne acquistò 16 esemplari 

della versione RO 37bis con motori radiali Piaggio P.IX 


69

Arte 

Gli under trentacinque e il Premio 

Arti Visive Città di Gallarate 

RUBRICHE 

Giunge alla XXIV edizione il Premio Nazionale 

Arti Visive Città di Gallarate. Le opere esposte 

fino a fine luglio al MAGA. 

La ricerca artistica delle più giovani 

generazioni, gli under 

trentacinque per intenderci, e la 

trasformazione del linguaggio visivo 

sono in generale al centro 

dell’interesse di chi guarda all’Arte 

Contemporanea. Tendenza 

confermata anche da una recente 

intervista di Alain Elkann a Glenn Lowry, direttore del 

museo d’arte moderna di New York (Il mio MoMA in 

continuo movimento, La Stampa, 12 febbraio) che, 

mentre conferma come il grande interesse dei visitatori 

per il suo importante museo sia soprattutto dato dalle 

collezioni permanenti, dove si possono ammirare “Les 

Demoiselles d’Avignon” di Picasso o “La Danse” di 

Matisse o ancora “La notte delle stelle” di Van Gogh, 

sottolinea come il MoMa stia diventando sempre più un 

luogo interattivo, aperto 

alle novità. “Il grande 

cambiamento negli ultimi 

dieci anni è la 

Performance Art: 

cerchiamo artisti di questo 

tipo - dice Lowry - non 

per oggi, ma tra tre, 

quattro anni, il tempo per 

programmare una mostra. 

Ed è una grande 

scommessa immaginare 

chi saranno gli artisti 

davvero interessanti nel 

2016 o nel 2017”. 

Anche il nostro MAGA, 

diretto da Emma Zanella e 

fresco della nuova 

presidenza di Flavio 

Caroli, incentra la XXIV 

edizione del Premio 

Nazionale Arti Visive Città 

Nella contrapposizione tra 

Short Play e la funzione 

Long Play, sta il significato 

del titolo della mostra e il 

senso della stessa. 

di Gallarate, LONG PLAY, sulla ricerca dei giovani artisti e 

sulla pluralità del loro linguaggio espressivo, non più 

strettamente legato all’opera d’arte, ma colto nella sua 

evoluzione e nell’utilizzo di diversi strumenti multimediali, 

che cerca sempre più la sua fonte nella realtà analogica. 

Nella contrapposizione tra Short Play, 

funzione dei videoregistratori che permette 

la compressione di 360 minuti di video 

registrazione in 180 minuti e la raccolta 

delle informazioni in piccole collezioni e 

archivi personali, e la funzione Long Play, 

sta il significato del titolo della mostra e il 

senso della stessa. Spiegano i curatori del 

Premio : “La funzione Short Play è l’antesignana della 

compressione digitale, ossia quello che dal punto di vista 

sociale, economico e culturale è forse uno dei passaggi 

più rilevanti a cavallo del XXI secolo. Mentre il mondo si 

preparava alla rivoluzione della riproduzione digitale 

(moltiplicazione e alta circolazione dei dati), l’arte segue 

un doppio movimento. Da un lato accelera, incita e 

alimenta. Ne escono una serie di lavori che assecondano 

l’immediatezza, stordiscono il linguaggio pubblicitario e 

Luigi Presicce, Il grande Architetto, 2011 

performance per soli due bambini, San Cesario di Lecce, Otranto, 

Lecce, Villa Convento. Foto e video Francesco G. Raganato. 

courtesy L'artista e Marsèlleria permanent exhibition, Milano 


71

Arte 

RUBRICHE 

scuotono le frequenze dei mercati. Per un altro verso, 

altri artisti sentono forte il bisogno di ritirarsi, di 

sospendere l’esposizione e appoggiare la propria 

ricerca su basi più solide. Da qui nasce l’esigenza di 

impostare la propria ricerca sulla base degli archivi e di 

indagini a più lungo termine, che sono poi il vero e 

proprio oggetto dell’interesse critico che caratterizza 

questa edizione del Premio”. 

Il Premio, di cui è presidente Giovanni Orsini, si svolgerà 

dal 3 marzo all’8 luglio, con il fondamentale sostegno 

della Fondazione Cariplo. A operare le scelte artistiche è 

una Commissione scientifica composta da Anna Daneri, 

curatrice indipendente e da Denis Isaia, ricercatore 

culturale e curatore d’arte contemporanea, e Noah Stolz, 

critico d’arte e curatore d’arte contemporanea. Nonché 

dalla direttrice, e segretario organizzativo del premio, 

Emma Zanella, da Alessandro Castiglioni, curatore cosegretario 

del Premio, da Paolo Martinelli, architetto e 

promotore, e infine da Federico Simonelli, artista e 

promotore a sua volta. 

Il progetto della Commissione si propone di valorizzare 

ricerche artistiche di lunga durata in cui “la dimensione 

della dilatazione temporale sia coniugata con un 

ripensamento dell’opera, non più considerata come 

oggetto definito, ma come progetto di ricerca, campo 

aperto di riflessione sulla struttura stessa dell’opera”. Il 

che significa che, per la prima volta, il premio costituisce 

il riconoscimento di un lavoro già in corso, ma 

permetterà insieme l’ulteriore sviluppo dello stesso nel 

divenire della mostra, con la possibilità per il pubblico di 

osservarne nel tempo i mutamenti e di vedere gli artisti 

impegnati. L’esito finale del Premio sarà, come di 

consueto, nell’acquisizione dell’opera prodotta. 

I giovani prescelti, tra diciotto usciti da un’iniziale 

selezione di cinquanta nomi, sono Luigi Presicce (Il 

grande Architetto, 2011), Riccardo Arena (Duplice morte 

Ellero ed ecosistema visivo 2011), Maria Giovanna 

Nuzzi (Al-Rumul: Forms - of - Life and wellling, 2011), 

Mariagiovanna Nuzzi, 

Repérages, Al-Rumûl: Forms-of-Life 

and dwelling, 2011 

Diego Marcon (Spool, 2007), 

Alis/Filliol (Fusione a neve persa, 

2010), Raphael Cuomo e Maria 

Iorio (The dislay o fan idea, 2010- 

2012). Se Presicce predilige i 

tableaux vivants, siano filmati, 

fotografie, o performances, 

svelando una ricerca legata alle 

tradizioni popolari, al folklore, ai 

riti iniziatici o misterici legati alla 

sua antica terra Pugliese, Diego 

Marcon, linguaggio 

cinematografico e video arte, 

fruga a sua volta negli archivi 

anni Ottanta della famiglia, nella 

banalità quotidiana del film amatoriale, per recuperare e 

digitalizzare i prodotti delle prime videocamere VHS. 

Alis/Filliol nell’opera “Fusione a neve persa” compie una 

rimeditazione sulla tecnica scultorea e il prodotto 

artistico, scambiando neve e gesso nella fusione per la 

realizzazione degli oggetti in bronzo, ottenendo un 

processo ed un esito scultoreo inattesi. Riccardo Arena 

trae linfa dai suoi viaggi e dagli archivi personali, 

attingendo a immagini e filmati di sua produzione, per 

poi “riformularne i contenuti in sorprendenti 

costellazioni”. Ne esce un diario personale, una 

rielaborazione nuova di ogni frammento di esperienza 

cucita sulla roccia della memoria col filo della fantasia. 

Tra documentario sperimentale e arte visiva è la ricerca 

di Mariagiovanna Nuzzi, molto attenta ai temi del 

sociale, come appartenenza e integrazione. Infine, 

dedicata al Premio, è la ricerca di Cuomo e Maria Iorio, 

incentrata sulla Storia più che Cinquantennale del Premio 

Gallarate e del suo rapporto col territorio. Una 

piattaforma composta da diversi media - foto, video, 

materiale vario di documentazione - sarà messa a 

diposizione del pubblico, per capire il rapporto tra la 

storia del Premio e il suo presente. 

Luisa Negri 

XXIV EDIZIONE PREMIO NAZIONALE 

ARTI VISIVE CITTA’ DI GALLARATE-LONG PLAY 

3 marzo - luglio 2012 

Maga Museo Arte Gallarate 

Via de Magri, 1 - Gallarate 

Tel. 0331706011 - www.museomaga.it 

Orario: martedì - venerdì 10.00/18.30 

Sabato - domenica 10.00/19.30 

comunicazione@museomaga.it 

intero € 5, ridotto € 3 (dai 15 ai 26 anni); 

gratuito fino ai 14 anni, over 70 e soci AMACI e ICOM 


Soluzioni innovative 

per le vostre risorse umane 

Sede Centrale 

Via Adele Martignoni, 25 - 20124 Milano 

Tel.: 02 479647 11 - Fax: 02 479647 99 

Sedi operative 

Corso Filippo Turati, 53 - 10134 Torino - Tel. 011 0541232 

Via della Ferriera, 4 - 40133 Bologna - Tel. 051 7401911 

Via Vincenzo Lamaro, 43 - 00173 Roma - Tel. 06 94671311 

www.right.com/it Business & Talent. Aligned. ®

Informazione Redazionale 

FIM CREDIT ADVISORY, LA PIANIFICAZIONE 

STRATEGICA PER OGNI IMPRESA 

La strategia aziendale per un’impresa è tutto: quando si è 

consapevoli delle proprie forze, si può sfruttare al meglio le 

proprie risorse. Ogni imprenditore sa però che il successo 

dipende anche dal mercato, spesso fonte di cambiamenti 

improvvisi, e dal panorama competitivo. A volte possono 

quindi sorgere criticità che minano l’equilibrio di un’azienda. 

Prevenire queste situazioni con una pianificazione continua e 

un accurato controllo della gestione finanziaria è fondamentale. 

Intervenire con una ristrutturazione o riorganizzazione 

aziendale, in alcuni casi, diventa necessario. 

In entrambe le ipotesi, il ramo “Advisory” di FIM Credit può 

rivelarsi un alleato prezioso, perché pianificare e ristrutturare 

hanno qualcosa in comune: organizzare (o ri-organizzare) il 

presente per costruire un futuro aziendale solido, equilibrato. 

E, quindi, una realtà positiva e di successo. 

PIANIFICARE E’ TUTTO 

Nella vita di un’azienda la componente amministrativa e finanziaria è indispensabile, così come quella produttiva. 

Decidere quante risorse investire e come gestirle è di primaria importanza. FIM Credit aiuta ogni impresa in questo: a fare 

della pianificazione e del controllo un modus operandi che entri nella cultura aziendale, ponendo l’attenzione in particolare 

sulle analisi di bilancio e della marginalità, sul cost management, sui sistemi di budgeting, controllo e reporting, 

sul risk management e sul cash management, passando per la valutazione del rating bancario e delle regole di Basilea. 

L’obiettivo è chiaro: rendere ogni impresa capace di massimizzare le performance, di gestire la tesoreria e controllare 

tutta la gestione dell’attività, rischi compresi. 

Ogni momento è importante: dall’incontro preliminare con i vertici aziendali per individuare informazioni strategiche e 

criticità legate alla pianificazione e al controllo, passando per la scelta dello strumento più adatto per intervenire in 

modo positivo nella pianificazione aziendale, per la progettazione di un sistema di controllo e del relativo sistema di 

reportistica, fino alla formazione dei vertici manageriali. Anche dopo aver avviato la nuova pianificazione, FIM Credit 

resta al fianco delle aziende, valutando l’inserimento di eventuali correttivi di gestione. 

CAMBIARE PER CRESCERE 

Quando invece un’azienda si trova in difficoltà, la ristrutturazione e la riorganizzazione possono diventare scelte obbligate. 

FIM Credit aiuta le imprese a trasformarle in occasioni di crescita. Come? Cercando alla radice la causa delle 

difficoltà e della conseguente perdita di redditività, ma anche riprogettando la struttura finanziaria e, ove necessario, 

l’intera struttura aziendale. 

Gli step pratici sono molto simili all’attività di pianificazione aziendale: a una fase iniziale di studio delle cause di 

difficoltà segue, in questo caso, la redazione di un piano finanziario per far proseguire il business e la scelta degli 

strumenti utili a gestire e risolvere la crisi. FIM Credit si concentra in particolare sugli aspetti di liquidità, capitale circolante, 

asset disponibili, costi e rischi connessi alla riorganizzazione, relazioni con i creditori. 

Così FIM Credit scende in campo a favore delle aziende, per aiutarle a riprendere lustro e credibilità, anche di fronte agli 

Istituti di Credito. 

Molte le aziende che hanno scelto FIM Credit per ristrutturare, riorganizzare o pianificare al meglio le proprie attività. La 

molteplicità dei settori produttivi sostenuti - dal tessile al turismo, dai servizi terziari alla produzione industriale 

meccanica - è la testimonianza tangibile di ciò che FIM Credit rappresenta: un alleato strategico per ogni business. 

FIM CREDIT Mediatori Creditizi S.p.A. - Via Bizzozero, 11 - 21100 Varese Tel. 0332/235113 int. 4 - Fax 0332/1642006 - info@fimcredit.eu - www.fimcredit.eu

Arte 

Enea Bolzoni. Evoluzionismo 

MOSTRE E APPUNTAMENTI 

Con questa mostra l’artista torna al suo pubblico dopo anni dedicati ad un intenso 

lavoro di ricerca formale e di pensiero. 

Dal 30 marzo al 30 settembre 2012 

Inaugurazione giovedì 29 marzo ore 18.30 

“Spazio Arte” Unipol Assicurazioni - Varese 

Piazza Monte Grappa 12 - tel. 347 6513845 

Orari: feriali 9.00-12.00 e 14.30-18.00, sabato e 

domenica su appuntamento. Ingresso libero 

Konrad Klapheck - Wanda Richter-Forgách. 

Oggetti umani - Paesaggi dell’anima 

Doppia personale 

Sino al 30 marzo 2012 

duetart gallery - Varese - vicolo S. Chiara 4, 

via griffi 3 - tel. 0332 231003 - 

www.duetart.com - info@duetart.com 

Orari: da martedì a sabato 15.30 - 19.30. Ingresso libero 

Antonio Franzetti. Scultura come lacerante narrazione 

La mostra personale dello scultore varesino presenta una ventina di opere, tra le più recenti, 

che consentono di approfondire le tematiche più significative della sua produzione. 

Luca Scacchetti. Seven Castles of dream 

La mostra laboratorio si compone di sette sculture, sette acquerelli e sette 

disegni a matita ispirati agli affreschi eseguiti da Masolino da Panicale a 

Castiglione Olona e a Firenze e che rappresentano la commistione tra 

architettura, arte, scultura e design. 

Dal 24 marzo al 15 aprile 2012 

Inaugurazione sabato 24 marzo, ore 18.00 

Museo Civico Branda Castiglioni - 

Castiglione Olona - Piazza G. Garibaldi 1- 

tel. 0331 858301 

Orari: da martedì a sabato 9.00-12.00 e 15.00-18.00, domenica 

10.30-12.30 e 15.00-18.00. Ingresso: euro 3,00 intero; euro 2,00 ridotto 

Mirco Marchelli. Cosa gradita 

La mostra personale è frutto di un progetto espositivo da tempo 

studiato e condiviso dall'artista e dalla Galleria. Nelle sale 

settecentesche della Villa troveranno la loro perfetta ambientazione i 

nuovi lavori di Marchelli, inoltre all'interno della Galleria verrà accolta 

una grande installazione dove anche l'elemento sonoro s'introdurrà 

nello spazio estetico. 

Sino al 1 aprile 2012 

Galleria Villa Morotti - Daverio - Piazza Monte Grappa 9, 

tel. 0332 947123 - www.galleriavillamorotti.it - 

info@galleriavillamorotti.it 

Orari: da martedì a sabato 10.00-12.30 e 15.00-19.00, domenica 

15.00-19.00. Ingresso libero 

RUBRICHE 


Museo Flaminio Bertoni - Varese - Via Valverde 2 - tel. 

0332 252515 - www.flaminiobertoni.it 

museo@flaminiobertoni.it 

Orari: giovedì, sabato e domenica 14.30-18.30. Ingresso libero 

Gilberto Facchinetti. Sulla Soglia 

Mostra personale dell’artista 


Inaugurazione sabato 24 marzo ore 17.30 

Rachele Bianchi. Fragile e forte 

Mostra di scultura dell'artista milanese dedicata alla figura femminile 

Sino al 1° maggio 2012 

MIDeC Museo Internazionale Design Ceramico - 

Cerro di Laveno Mombello - Lungolago Perabò 5, 

tel. 0332 625551 - www.midec.org 

Orari: martedì 10.00-12.30, da mercoledì a domenica 10.00- 

12.30 e 14.30-17.30. Ingresso: euro 5,00 intero, euro 3,00 

ridotto (studenti fino a 26 anni), gratuito minori di 12 e oltre 65 anni e nei 

periodi dal 14 al 22 aprile e dal 28 aprile al 1° maggio 

Leonardo Patruno. Stato di fragilità dalle 

Suggestioni, gli influssi 

Mostra personale dell'artista 

Dal 12 al 22 aprile 2012 

Inaugurazione sabato 14 aprile ore 17.30 

Galleria Cascina dell’Arte - Busto Arsizio 

Via Vespri Siciliani 5/7 - per info 333 4314289 

Orari: da giovedì a domenica 16.00-19.00. 

Ingresso libero 

A cura di Laura Bardelli 


77

Arte 

RUBRICHE 

MOSTRE E APPUNTAMENTI 

Annalisa Fulvi. Paesaggi Urbani 

Il tema della mostra sarà incentrato sulla ricerca dell'artista nell'ambito 

dell'ambiente suburbano contemporaneo. 


L’arte sacra e l’arte profana di Candido 

Lazzarin 

Mostra personale dell'artista dedicata al periodo pasquale 

Dal 1 all'11 aprile 2012 

La Poetica del lago tra Piero Chiara e Vittorio Sereni 

Grande esposizione di tutti i soci del Circolo degli Artisti di Varese con 50 opere che, nelle diversità 

delle intenzioni creative di ciascun artista, nella varietà dei materiali utilizzati, richiamano, 

alludono, citano brani dai romanzi di Piero Chiara, dalle liriche di Vittorio Sereni. 

Dal 14 aprile al 6 maggio 2012 

Inaugurazione sabato 14 aprile, ore 17 

Palazzo Verbania - Luino - Via Dante Alighieri 6 - 

tel. 0332 543511 

Ho catturato il sole. Giugi Bassani 

Installazione unica e molto particolare posizionata sulla 

pavimentazione presso la stazione ferroviaria di Luino. Con un 

diametro di otto metri, l’opera sarà composta da circa 4000 

farfalle disposte circolarmente realizzate con carta gialla, filo di 

ferro, regge metalliche. 


Stazione Internazionale di Luino 

Piazza Marconi - info tel. 0332 543511 

Officina Lombarda MAGIC! 

Dopo il successo espositivo a Berlino gli artisti di Officina Lombarda si 

presentano con opere innovative che riflettono la multiforme varietà di 

questa epoca segnata da incessanti cambiamenti globali. In mostra Vanni 

Bellea, Pierangela Cattini, Mirko Cervini, Gladys Colmenares, Lorenzo 

Dariol, Max Fontana, Luca Ghielmi, Peter Hide 311065, Giordano 

Redaelli, Giuseppe Sassi. 


Palazzo Fenaroli - Rudiano (Brescia) 

Via - per info tel. 335 5443223 

Orari: da martedì a domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00. Ingresso libero 

Portraits-Ritratti. Collection du Centre Pompidou 

Una rassegna in collaborazione con il Centre Pompidou di Parigi, da cui provengono 

le oltre 60 opere di significativi artisti europei, da Antonin Artaud a Maurice de 

Vlaminck, che raccontano lo sviluppo di questo genere nel corso del ‘900. 

Sino al 24 giugno 2012 

Fondation Pierre Gianadda - Martigny (CH) 

Rue du Forum 59 - tel. (+41) 27 7223978, 

info in Italia: tel. 031 269393 - www.gianadda.ch 

Orari: tutti i giorni 10.00-18.00. Ingresso a pagamento 

Sino al 1° luglio 2012 

Giorgio Morandi 

La mostra presenta un centinaio di opere e ripercorre tutti i momenti del 

singolare percorso creativo dell'artista documentando le tecniche e i temi con 

cui si è cimentato nel corso della sua carriera: dai dipinti ad olio agli 

acquerelli, dai disegni alle incisioni; dalle nature morte ai paesaggi, ai fiori, ai 

quali si aggiunge anche il suo più importante Autoritratto. 

Museo d'Arte - Lugano (CH) - Riva Caccia 5 - 

tel. +41 (0)588667214 www.mda.lugano.ch - info.mda@lugano.ch 

Orari: da martedì a domenica 10.00-18.00, venerdì 10.00-21.00, lunedì 

19 marzo, 9 aprile e 28 maggio 10.00-18.00. Ingresso a pagamento 

Orari: martedì, giovedì e venerdì 10.00-12.00, 

mercoledì e domenica 15.00-17.00, sabato 10.00- 

12.00 e 15.00-17.00 

XX edizione Giornata FAI di 

Primavera 

Sabato 24 e domenica 25 marzo 2012 

Come ogni anno torna puntuale l'appuntamento con la 

Giornata FAI di Primavera che quest'anno festeggia i venti 

anni. Anche quest'anno sarà possibile scoprire tantissimi beni in tutta Italia, la 

maggior parte dei quali normalmente chiusi al pubblico. Visite a contributo libero. 

Donazione opere Christiane Loehr 

Due recenti acquisizioni sono entrate a fare parte della Collezione permanente di 

Villa Panza grazie alla generosità dell’artista. Le opere di Christiane Loehr, artista 

già presente nella collezione di Giuseppe Panza di Biumo dal 2003, sono state 

esposte negli spazi delle Scuderie della Villa in occasione di Dividere il vuoto 

mostra temporanea organizzata insieme a Giuseppe Panza nell'anno 2010. 

“Drei Quader (Tre cubi)” e “Bogenform und kleine Erhebung (Forma d'archi e 

piccola elevazione)” saranno allestite in dialogo con le opere di Ford Beckman, al 

primo piano della Villa. 

Maggiori informazioni su www.fondoambiente.it 


Arte 

La via della seta - Cina - 1994 - 

tecnica mista - 44,5x34 cm 

RUBRICHE 

GIANCARLO POZZI. DEL VIAGGIARE DEL DIPINGERE. GLI OCCHI E LE MANI 

La mostra presenta oltre cinquanta tele dipinte nel periodo 1970-2005, affiancate da disegni dei taccuini di viaggio e da 

incisioni/litografie a colori della serie “Conquistador”. I piccoli o i grandi tour, intrapresi periodicamente, hanno per Pozzi una valenza 

illuminante: le sensazioni visive, più o meno dettagliate, più o meno realistiche, vengono prima abbozzate in una sorta di diario di 

viaggio per immagini, quindi, nella quiete dello studio castellanzese, avviene quella fantasmatica trasformazione in dipinti e grafiche 

secondo una poetica astratta di segno lirico-simbolico, sovente incrementata nel senso e nel contenuto estetico da elementi tattilo-visivi. 

RITRATTI IN LUCE E OMBRE. OMAGGIO ALL’ARTISTA DI CLAUDIO ARGENTIERO 

Nell’ambito della mostra saranno esposti una serie di ritratti fotografici realizzati da Claudio Argentiero all’artista. 

Sino al 5 aprile 2012 

Torre Colombera - Gorla Maggiore - Via Canton Lombardo - tel. 0331 614801 - www.torrecolombera.it - info@torrecolombera.it 

Orari: martedì, giovedì e sabato 16.00-19.00, domenica 10.00-12.00 e 16.00-19.00. Ingresso libero 


79

RUBRICHE 

Musica 

Mariotti, Prati, 

Mariani trio: 

l’elettronica 

“improvvisata” 

Un trio di trombettieri tiene concerti con 

performance musicali consistenti in improvvisazioni 

di musica elettronica. Effetti speciali dal vivo. 

La musica elettronica, propriamente definita, trova le 

sue origini negli anni ’50, sebbene i primi esperimenti 

risalgano ai primi del ‘900. Per musica elettronica si 

intende la musica prodotta esclusivamente o 

prevalentemente con strumentazione elettronica, cioè con 

sintetizzatori, campionatori ed altri strumenti. In tal senso, 

con l'evoluzione della tecnologia digitale, come descritto 

nell’articolo pubblicato sul numero di VareseFocus di 

dicembre 2011, anche apparecchiature come il personal 

computer ed i tablet sono diventati strumenti per la 

produzione. Gli esponenti del genere si dividono in tante 

“famiglie”, partendo da compositori veri e propri ed 

arrivando ai conosciuti 

DJ. Un approccio 

innovativo e 

completamente differente 

lo hanno seguito tre 

musicisti italiani, con 

base a Milano, che, 

trovatisi a comporre per 

Si applica il concetto di 

composizione 

istantanea, in cui non è 

presente alcun ausilio 

tecnologico usato nelle 

fasi di post-produzione. 

il support sonoro di una installazione artistica, decidono 

di seguire la proposta del giovane Mario Mariotti. Il trio 

è composto dal saronnese Mario Mariotti diplomato in 

tromba presso il Conservatorio di Como, specializzando 

al Conservatorio di Trento nel Repertorio Solistico per 

tromba Moderno e Contemporaneo. Da Walter Prati, 

compositore ed esecutore, che svolge un’attività di 

ricerca musicale, da sempre orientata verso l’interazione 

fra strumenti musicali tradizionali e nuovi strumenti 

elettronici, frutto dell’applicazione informatica al mondo 

musicale. Da Massimo Mariani diplomato in 

Composizione al Conservatorio Verdi di Milano e Degree 

in Audio Engineer al SAE Technology College di Milano, 

è un affermato compositore, produttore, “sound 

designer” e “sound engineer”. 

Proseguendo nel "cammino" delle sperimentazioni 

iniziate a metà del XX secolo da compositori visionari 

quali Luigi Nono, Bruno Maderna e Karlheinz 

Stockhausen il trio Mariotti, Prati, Mariani propone un 

nuovo progetto di performance di improvvisazione 

basata sulla complessa interazione fra uno strumento 

acustico (la fonte sonora vera e propria) e l'utilizzo 

dell’elettronica e dei suoi strumenti. Quest'ultima, 

attraverso il processamento del segnale con software e 

strumentazione appropriata, è in grado di 

ampliare in tempo reale le potenzialità 

timbriche e acustiche dello strumento 

tradizionale utilizzato, la tromba di Mario 

Mariotti, arrivando alla creazione di una 

“esperienza sonora” altrimenti non 

realizzabile. Si applica il concetto di 

composizione istantanea, in cui non è 

presente alcun ausilio tecnologico usato 

nelle fasi di post-produzione. Ogni 

strumento o modalità di interazione tra I 

tre elementi del gruppo rappresenta un 

cardine espressivo, scatenato da una 

prima performance Sonora, quasi fosse un 

Big-Bang animato. Ogni suono o effetto 

deriva dall’intimità emozionale che 

l’ambiente, i pensieri, il percorso 

conoscitivo dell’artista sono in grado di 

far scaturire, delineando ogni volta una 

performance differente, ricca di stimoli e 

sensazioni uniche. 


Musica 

Il percorso si discosta quindi dalla stesura 

riconducibile ad una partitura codificata: i 

tre autori ritengono infatti che 

l'improvvisiazione rappresenti 

un'espressione e un’esperienza musicale, 

oggi più che mai, carica di forza emotiva 

in grado di modellarsi in funzione 

dell'ambiente in cui si tiene il concerto e 

della relazione instauratasi con il pubblico presente: due 

aspetti del “fare musica” riscoperti solo di recente. 

Il percorso compositivo comincia da una esecuzione 

dalla tromba di Mario Mariotti, il Big-Bang. A Walter 

Prati e Massimo Mariani viene lasciata completa libertà 

di interpretazione sulle note appena improvvisate ed in 

continua esecuzione; i due utilizzano diversi sistemi di 

processamento e “campionamento” del segnale in tempo 

reale, rendendolo risuonabile e reinterpretabile. Il tutto 

avviene attraverso l’utilizzo di microfoni Neumann, di 

software come Ableton Live e Avid Pro Tools, ma anche 

con l’ausilio di piattaforme hardware di controllo e di 

Max/Msp di Cycling’74 (“piattaforma software che 

permette di realizzare diversi algoritmi di trattamento e 

sintesi del suono in tempo reale con oggetti dsp e midi” 

n.d.a.). Il prodotto finale, specchio delle sensazioni del 

trio, rappresenta un risultato unico e sempre differente, 

Un risultato unico e sempre 

differente, in grado di stupire 

e coinvolgere intimamente 

ogni tipo di pubblico, che 

soggettivamente interpreta le 

sequenze ed i suoni. 

in grado di stupire e coinvolgere 

intimamente ogni tipo di pubblico, 

che soggettivamente interpreta le 

sequenze ed i suoni. 

Il progetto ha preso forma 

nell’autunno del 2011, concludendosi 

nel dicembre dello stesso anno. A 

seguito degli accordi in definizione 

con una etichetta di produzione italiana, lo stesso è in 

via di pubblicazione: sarà presto disponibile in CD ed in 

digitale su iTunes Store. Per rimanere in contatto con il 

trio, seguire le notizie che riguardano i tre compositori, 

rimanere aggiornati sulle date delle loro performance 

“live” potete collegarvi al sito di Mario Mariotti 

www.mariomariotti.eu, o alla pagina Facebook 

appositamente creata, http://www.facebook.com/#!/ 

groups/228349667228777/. Da non perdere anche il 

canale YouTube, sempre in aggiornamento, 

http://www.youtube.com/watch?v=Qw5twTTEkLI 

Pier Scotti 

Solo per i lettori di VareseFocus sono disponibili, fino alla fine di marzo 2012, 

due tracce promozionali realizzate dal trio. Le potete scaricare dai seguenti links: 

http://www.mariomariotti.eu/VareseFocus/Esempio_1_VareseFocus.wav 

http://www.mariomariotti.eu/VareseFocus/Esempio_2_VareseFocus.wav 

RUBRICHE 

O FFICINA AUTORIZZATA 

C 

ARRELLI ELEVATORI LINDE 

Piccola realtà 

Grande efficienza 

Condizioni particolari per imprese su 

- 

 

 

(D. Lgs. 81/2008 Art. 71 - Art. 73) 

 

 

Faro Service di Prando Bruno & C. s.n.c - Via Santi 4/B - 21012 Cassano Magnago (VA) 

tel. 0331 206155 - fax 0331 202618 - info@faroservice.it - www.faroservice.it 

ARTESTAMPA, Galliate Lombardo (VA)

Di moda 

Insostituibili! 

Che siano realizzati dai grandi nomi della moda 

o di qualità discutibile, le custodie per l'hi-tech 

fanno tendenza. 

f you want to be 

“I irreplaceable, you 

have to be different.” La 

citazione, inserita da 

Vogue tra le più glam 

del momento, è - 

noblesse oblige - 

dell'intramontabile 

Chanel. Non crediamo 

che Madame Cocò la 

inviasse alle amiche 

tramite Ipad, ma di 

sicuro la seduzione del suo stile, così come le sue celebri 

frasi, è oggi attualissima. Guarda caso, “be different” si 

presta perfettamente a definire di tendenze modaiole del 

momento. Sfiorando addirittura il rischio di trasformarsi 

in conformismo di ritorno, la regola del non avere 

regole, è perfetta in ogni campo e si addice perfino a 

quel che riguarda gli accessori tecnologici. 

Superata l'era della mera funzionalità e del minimal chic 

- per cui mostrare un gioiellino hi-tech, “pulito”, così 

come uscito dal costruttore, era quasi una sorta di status 

symbol - oggi la tendenza è quella della 

personalizzazione. 

Come capi d'alta moda, cover e custodie, nati per 

proteggere delicati dispositivi, li valorizzano, li esaltano e 

li rendono chic. Ma non solo. Le stesse case produttrici 

rispondono alla ricerca estetica 

dei consumatori con modelli già 

nati per essere belli. Quella 

dell'alta moda, infatti, non è una 

metafora: capo di punta della 

collezione invernale è il nuovo 

Superata l'era del 

minimal chic, la 

tendenza è la 

personalizzazione. 

smartphone LG 3.0 griffato nientemeno che da Prada. 

Naturalmente elegantissimo e total black. Prima ancora, 

su questa “passerella tecnologica”, aveva sfilato 

Jil Sander. E Christian Dior con l'esclusivo Dior 

Touch Phone, sottilissimo e arricchito da materiali 

preziosi, sintesi esemplare di lusso e 

innovazione. Un gioiello - è proprio il caso di 

dirlo - con abbinato portagioie all'altezza: una 

cover in pelle con le impunture stilose tipiche del 

marchio. E prezzo da capogiro. 

Ma la moda 2012 riguarda soprattutto gli 

accessori e li veste con dettagli di ogni tipo, 

materiale, forma e qualità. Pensiamo solo 

all'iPhone, prima donna di questo settore e 

oggetto del desiderio di molti. Per proteggere da 

urti e graffi, ma 

soprattutto motivo di 

distinzione, si va dalle 

classiche cover in silicone o in 

materiali antishock, più o 

meno eleganti, più o meno 

colorate - tra cui quelle 

“americaneggianti” di Puro, 

presentate all'ultima fiera Ces 

- all'ecopelle e materiali 

vintage. Per quanto riguarda 

le decorazioni, la realtà 

supera l'immaginazione: se 

siete tifosi varesini 

apprezzerete la cover biancorossa, mentre le ragazze 

trendy adoreranno le luccicanti custodie tempestate di 

Swarovski. Ce n'è per tutti i gusti. Accanto all'alta moda, 

il Prêt-à-Porter, accessori 

originali e alcuni...un po' 

meno; motivi eleganti e altri 

decisamente discutibili: dai 

floreali già visti nelle 

collezioni dei vestiti, fino alla 

teschio-mania, ormai 

consolidata, alla demenziale 

Booty Call a forma di natiche 

RUBRICHE 

Capo di punta della 

collezione invernale è lo 

smartphone LG di Prada. 

Naturalmente elegantissimo. 


83

Di moda 

RUBRICHE 

femminili. Per non parlare della possibilità di 

personalizzare on line con immagini su misura. Accanto 

al vezzo estetico, non manca il gusto per la funzionalità: 

dalla custodia protettiva da braccio (anche per iPod) in 

neoprene, alle custodie contenitive in nabuk, alle forme 

con chiusura “a libro”. Semplici cornici protettive, rigidi 

scrigni o simil pochette: forme e materiali praticamente 

senza limiti. Pare che lo stesso Steve Jobs avesse 

dichiarato, scherzando ma non troppo, che le aziende 

che producono cover fanno più soldi delle stesse vendite 

degli Iphone. 

Va da se' che anche il mondo dei cellulari classici, ma 

soprattutto degli smartphone, sia colorato dalla stessa 

varietà. Impossibile definire categorie di accessori: 

affascinante anche il campo degli amati-odiati e-book, in 

fervida attesa dell'arrivo sul mercato del Solar kindle, 

una cover con pannello solare e batteria integrata per 

illuminare le pagine quando si è al buio! Per non parlare 

dei telefoni “creativi”: Alcatel propone One Touche, 

particolarmente indicato per una clientela femminile 

(chiuso ricorda uno specchietto, a dire il vero, oggetto 

demodè) con tecnologia dual sim. 

Anche nel mondo dei tablet, la fantasia degli stilisti 

trionfa. Se, infatti, con tutta la comprensione per gli 

animalisti, la pelliccia è tornata a vestire le signore, 

altrettanto lo farà quest'inverno con la tecnologia, con 

una collezione di calde cover in lapin, volpe & co di 

Dellera. Il freddo evidentemente è una preoccupazione: 

esistono anche imbottiture in nylon iSkin che ricordano 

dei sacchi a pelo, con tanto di cerniera. La pelle 

prestigiosa di Tod's veste le “tavolette” di uomini 

sofisticati, mentre le ragazze apprezzano le fantasie di 

Primaclasse, per non parlare di Marc Jacobs, Burberry o 

Louis Vuitton. Les Must 

Il Solar kindle per e-book 

con pannello solare per 

illuminare le pagine 

quando si è al buio. 

(quale nome migliore?) è 

il nome della linea di cui 

fa parte anche la cover 

porta tablet con logo 

della maison Cartier, 

Per non lasciare al 

freddo il tablet: 

cover di pelliccia e 

imbottiture stile 

sacco a pelo. 

fucsia, nero e cammello con 

apertura a libro, fodera 

interna in microfibra. Morbida 

pelle e l'ambito monogramma 

per la linea firmata Chanel. 

Marchio alto, ma più legato al 

settore arredo, Alcantara si 

cimenta nel campo hi tech, 

con una collezione, anche per smarthphone, che verrà 

presentata al prossimo Pitti Uomo realizzata da celebri 

fashion designer, che reinventano il tipico tessuto in tutta 

libertà. 

Più classico è il settore informatica, con eleganti proposte 

per portatili e note-book che si avvicinano al settore della 

valigeria: dagli essenziali, a vere e proprie cartelle in 

prestigiosa pelle come quelle di Bric's o Piquadro a 

semplici e snelle custodie semi rigide nei più disparati 

tessuti. Fendi, in controtendenza rispetto alle numerose 

collezioni Ipad, firma una custodia per il laptop che 

richiama le stilosissime handbag. 

Moda, quindi, ma anche mania. Che spesso sfocia in 

esperimenti bizzarri, quanto interessanti. Uno su tutti, il 

caso della linea di custodie per iPad creata da uno 

stilista newyorkese con i ritagli dei pantaloni dell'ex 

finanziere Madoff: pochi pezzi, andati subito a ruba. 

Se l'offerta è così variegata, difficile, fare i relativi “due 

conti in tasca” agli italiani. Bastino un paio di numeri, 

però, per immaginare il giro d'affari. Nel giugno scorso, 

i dati Nielsen sul mercato nazionale dei telefoni cellulari 

di ultima generazione parlavano di 20 milioni di utenti 

(13,5 connessi) e una ricerca Doxa per eBay stima una 

spesa di 2 miliardi di euro all'anno per gli accessori hitech 

(naturalmente non considerando solo quelli 

“vezzosi” qui citati). Ma al di là degli zeri, emerge una 

percezione: tre italiani su cinque dichiarano di essere 

“affezionati” ai loro dispositivi. 

Che dire? Il prossimo passo è la creazione di una cabina 

armadio ad hoc. Accanto alle decolletè tacco 12 o alle 

cravatte di seta, un posticino per gli oggetti di moda hi 

tech. In fondo, hanno già il loro posto nelle vite di molti. 

Silvia Giovannini 


www.studiogirasole.com

www.studiogirasole.com 

Da quasi mezzo secolo il Consorzio di garanzia collettiva 

dei Fidi dell’Unione degli Industriali della provincia di 

Varese opera a fianco delle piccole e medie imprese 

rendendo più agevole ed economico l’accesso al credito. 

Con oltre 1300 imprese consorziate in provincia di 

Varese e 120 milioni di euro di finanziamenti garantiti 

erogati attraverso 13 istituti convenzionati, CONFIDI 

Lombardia è il partner ideale della tua impresa. 

Piazza Monte Grappa, 5 - 21100 Varese 

Tel. 0332 251000 - Fax 0332 285565 - varese@confidilombardia.it

Costume 

Paolo Villaggio 

“Mi manca 

solo l’Oscar” 

Divertente e dissacrante come sempre, l’artista 

genovese commenta così la sua lunga carriera che 

il prossimo 25 marzo, alle 15,30, al Teatro Sociale 

di Luino, gli varrà anche il premio alla carriera 

assegnato dall’Associazione Amici di Piero Chiara 

con il sostegno della rivista AD, dalla Provincia di 

Varese, dal Comune di Luino e dal Comune di 

Varese. 

RUBRICHE 

S 

e il 2012 segnerà un compleanno importante per 

Paolo Villaggio, 80 anni di vita, il 2011 ha già 

segnato un altro, ugualmente importante, anniversario: 

40 anni dalla nascita del personaggio di Fantozzi. Se 

infatti il primo film “Fantozzi” esce nelle sale nel 1975, 

seguito l’anno dopo dall’ancora più geniale e spassoso 

“Il secondo tragico Fantozzi”, il primo libro tratto dai 

racconti scritti proprio da Villaggio e pubblicati 

dall’Europeo con protagonista il Ragioniere Ugo 

Fantozzi, è datato 1971. 

Già perché Fantozzi è la geniale creatura di Villaggio al 

100%: è’ l’esperienza del comico genovese come 

impiegato della Cosinder prima e Italsinder poi, a 

ispirarlo in quegli episodi di viltà e sottomissione che 

caratterizzano la vita del ragionier Ugo. Quando si 

cominciò a lavorare al primo film si pensò di affidare la 

parte principale a Ugo Tognazzi. 

Nonostante la grande componente 

autobiografica, infatti, è solo al rifiuto 

di Tognazzi che il comico “inforcò” la 

coppola e i pantaloni ascellari e si 

calò perfettamente nell’interpretazione 

della sua creatura. 

E chissà cosa sarebbe stato, del 

personaggio di Fantozzi, se non 

avesse avuto le sembianze di 

Villaggio? Del resto gran parte del 

merito del successo della saga di 

Fantozzi è dovuta ai suoi interpreti : Milena Vukotic e, 

prima di lei, Liù Bosisio, le 2 facce della Pina (moglie 

Paolo Villaggio 

Fantozzi è la geniale creatura 

di Villaggio al 100%: è’ 

l’esperienza del comico 

genovese come impiegato a 

ispirarlo in quegli episodi di 

viltà e sottomissione che 

caratterizzano la vita del 

ragionier Ugo. 

remissiva oggetto delle angherie del ragioniere, il quale 

non appena usciva dall’azienda per rientrare in famiglia 

si trasformava da vittima a carnefice, perfetto specchio 

della miseria umana…), Anna Mazzamauro, la 

signorina Silvani (sogno proibito del Ragioniere), Gigi 

Reder, l’ingegner Filini (codardo compagno di sventure) e 

forse più di tutti Plinio Fernando, l’orribile figlia 

Mariangela. Impossibile non figurarsi questi personaggi 

e soprattutto non ritrovare nei loro atteggiamenti 

qualcosa di conosciuto (in sé stessi? nei 

colleghi?nei familiari?). 

Ma torniamo a Villaggio e andiamo 

oltre al personaggio del penoso 

ragioniere, non prima di aver ricordato 

che anche la ”ballata di Fantozzi” 

inconfondibile colonna sonora delle 

tante indimenticabili scene dei film, è 

stata composta proprio da Villaggio. Il 

successo di pubblico e la notorietà della 

lunga saga di Fantozzi non hanno 

impedito all’artista genovese di dare 

prova di grande bravura anche in film più impegnati, 

con personaggi più complessi ed accanto ad artisti di 


87

Costume 

RUBRICHE 

Anche lei come Piero Chiara iniziò a descrivere le gesta 

del suo più noto personaggio, il ragionier Ugo 

Fantozzi, in brevi racconti pubblicati a puntate. Come 

nacque questa idea di cimentarsi nei racconti? 

“Fu un’idea del direttore dell’Europeo, il settimanale dal 

grandissimo formato che negli anni ’70 faceva leggere gli 

italiani. Ai tempi si leggeva molto di più e io volevo fare 

lo scrittor , fu una grande opportunità perché da quei 

racconti a puntate nacque poi il primo libro “Fantozzi” 

che vendette più di un milione di copie. Per questo sono 

molto felice di ricevere questo premio intitolato a Piero 

Chiara, perché scrivere è la mia grande passione”. 

Paolo Villaggio sarà a Luino il prossimo 25 

marzo al Teatro Sociale per la consegna del 

Premio Chiara alla Carriera 2012. 

grande spessore; è il caso della bellissima interpretazione 

di Gonnella nel film La Voce della Luna (1990) di 

Federico Fellini o di Cari fottutissimi amici (1995) di 

Mario Monicelli. C’è anche spazio per molto teatro e 

molta televisione nella lunghissima carriera di Paolo 

Villaggio che vedremo il prossimo 25 marzo al Teatro 

Sociale di Luino per la consegna del Premio Chiara alla 

Carriera 2012, appuntamento importante del Premio 

letterario dedicato a Piero Chiara che negli anni passati 

è stato assegnato tra gli altri a Giuseppe Pontiggia, 

Mario Rigoni Stern, Dante Isella, e più di recente ad 

Andrea Camilleri e Franca Valeri. Il 

premio, sostenuto dalla rivista AD, dalla 

Provincia di Varese, dal Comune di 

Luino e dal Comune di Varese, è stato 

attribuito a Villaggio con la seguente 

motivazione “Per l'originalità con cui, 

attraverso la sua grottesca e dissacrante 

ironia, ha saputo evidenziare, in scritti, 

al cinema, in teatro, in televisione, vizi 

e virtù degli Italiani”. 

Abbiamo incontrato Paolo Villaggio al 

quale abbiamo rivolto alcune domande: 

Il successo di pubblico e la 

notorietà della lunga saga di 

Fantozzi non hanno impedito 

all’artista di dare prova di 

grande bravura anche in film 

più impegnati, con personaggi 

più complessi ed accanto ad 

artisti di grande spessore. 

La zona dell’alto varesotto, il Luinese e non solo, ha 

dato i natali a molti comici del panorama italiano: 

Renato Pozzetto, Massimo Boldi (che domenica 25 sarà 

sul palco del teatro sociale a consegnarle il premio), 

Enzo Iacchetti, Dario Fò, così come è notissima la scuola 

comica genovese che propone però una comicità molto 

diversa, sarcastica e beffarda. C’è secondo lei un 

legame tra il territorio che si abita e tipo di comicità 

che si manifesta? 

“No, non credo, anche se invece è facile che un comico 

sia influenzato dal dialetto che sente parlare nelle sue 

zone. Il dialetto dà spesso spunti di comicità, basti 

pensare ai comici toscani, romani o napoletani; un 

nome per tutti quello di Alberto Sordi, il cui grande 

successo, così difficile da esportare all’estero, è del tutto 

legato al suo parlare romanesco. Delle vostre zone, del 

Luinese, del lago maggiore, ho dei bei ricordi. Con 

Renato (Pozzetto) partivamo in barca da Laveno per 

raggiungere degli ottimi ristoranti su verso Bellinzona”. 

(E questa immagine ci ricorda tanto il romanzo di Chiara 

“La stanza del Vescovo” dove il personaggio principale 

con il suo compagno di avventure era solito partire in 

barca in cerca di avventure oltre confine). 

Nella sua lunga carriera ha calcato i palcoscenici di 

teatro e grande schermo, è stato in televisione e in 

radio, ha scritto libri e doppiato film. C’è ancora 

qualcosa che le piacerebbe fare più di 

altro? 

“Certo: un film italiano con cui vincere 

l’Oscar. Quello mi manca… A 

proposito di premi, ma che lei sappia 

questo che mi danno a Luino è in 

denaro?” 

Ehm no, signor Villaggio credo proprio 

di no… di certo però troverà un sacco 

di persone ad aspettarla ed 

applaudirla! 

Cristina Cannarozzo 


Sosteniamo le Imprese 

partendo dalle più piccole. 

Unione degli Industriali 

della Provincia di Varese 

teamwork-eu.it 

Concentrata sull’attenzione al cliente SPI, 

la società di servizi dell’Unione degli Industriali 

della Provincia di Varese, offre servizi di consulenza 

su formazione, qualità, ambiente, sicurezza, 

fi nanza e modelli organizzativi ex D.Lgs. 231/01 

SPI - Servizi & Promozioni Industriali s.r.l. - Società Unipersonale 

I - 21013 Gallarate VA - Via Vittorio Veneto 8/D 

t. +39 0331 774345 fax +39 0331 771701 - info@spi-web.it 

www.percorsi-spi.it

RUBRICHE 

Sport 

Calcio balilla: un gioco di lusso 

Il gioco del calcio non è solo quello che si disputa 

sui manti erbosi. Tra le diverse declinazioni, di cui 

Varesefocus si occuperà in una serie di puntate, 

c’è il calcio balilla. 

Dal subbuteo ai sempre più 

sofisticati e realistici Fifa o Pro 

evolution soccer. Dal fantacalcio ai 

videogames manageriali che ti 

consentono di costruirti una carriera 

virtuale nei panni del mister o di un 

dirigente di società. Il campionario del 

calcio che non si gioca con i piedi è 

assai vasto, anche se il re 

incontrastato, per longevità e fascino è 

sicuramente il calcio balilla. 

Potere di una palla che rotola, non importa se di plastica 

dura; di una porta, rappresentata da una caditoia che 

inghiotte la biglia a ogni gol segnato e di due squadre, 

in genere i rossi contro i blu, imbalsamati su quattro linee 

Potere di una palla che 

rotola, non importa se di 

plastica dura; di una porta, 

rappresentata da una 

caditoia che inghiotte la 

biglia a ogni gol segnato e 

di due squadre di calciatori 

infilzati e comandati da 

stecche metalliche. 

orizzontali, infilzati e comandati da stecche metalliche. 

Potere del calcio, quello vero che infonde passione e 

fascino anche nelle sue svariate imitazioni. 

Il calcetto, chiamato anche bigliardino, è nato quasi 

perfetto, poiché in quasi un secolo di vita ha subito 

pochissime modifiche. Anzi, l’unica e 

sostanziale innovazione, che ha mutato i 

tempi di gioco, è stata la trovata di un 

alessandrino, che ha introdotto gli angoli 

rialzati. Per il resto i calcio balilla moderni, 

se si escludono i materiali di costruzione, 

sono identici agli antenati. Certo l’oscar per 

l’esemplare più chic spetta al Teckell 

realizzato dalla B.lab di Gallarate. E’ un 

calcio balilla con struttura di cristallo, 

bacchette in acciaio e omini in alluminio 

cromato, le cui trasparenze hanno fatto 

impazzire magnati di tutto il mondo, tra i 

quali anche il re saudita Abdullah, che ha acquistato un 

modello con squadre e conta punti placcati in oro. A 

lanciare questo gioco cult nel mondo del design sono 

stati Gianfranco Barban e Gregg Brodarick, i quali 

ammettono che “eravamo alla ricerca di un oggetto 

che potesse identificare i nostri prodotti e al tempo 

stesso certificare il marchio Made in Italy e il calcio 

balilla disegnato dai fratelli Adriano ci è sembrato 

perfetto per questo scopo”. Il primo krystall, infatti, 

viene portato in tour per mostre e saloni nel 2007. Un 

anno dopo, visto il successo ottenuto, la B.lab lo mette 

in produzione. A oggi gli esemplari che fanno bella 

mostra di sé in abitazioni lussuose di tutto il mondo o 

in negozi o grandi magazzini ultra vip come Harrods 

a Londra, sono già 500. Il numero uno è stato 

acquistato da un giovane polacco e la caratteristica di 

questo bigliardino non sta tutta nel prezzo, 

sicuramente accessibile a una ridotta cerchia di 

danarosi, ma nel fatto che ci si può tranquillamente 

giocare senza temere di 

rompere il cristallo. Lo 

sanno bene i 

frequentatori dell’area vip 

allo stadio Olimpico di 

Roma, dove è ce n’è uno 

personalizzato Coni, ma 

anche campioni come 

Drogba, Materazzi, 

Chivu e Cafu che, in una 

Il calcetto, chiamato 

anche bigliardino, è 

nato quasi perfetto, 

poiché in quasi un 

secolo di vita ha 

subito pochissime 

modifiche. 


Sport 

Espressione emblematica del 

made in Italy un calcio balilla 

con struttura di cristallo, 

bacchette in acciaio e omini in 

alluminio cromato, fabbricato 

a Gallarate. 

serata di 

beneficenza, si 

sono sfidati su un 

Teckell messo 

all’asta per finalità 

benefiche e 

acquistato dall’ex 

tecnico dell’Inter 

Leonardo. 

Ma le trasparenze del Teckell non mostrano tutto. 

Nessuno, infatti, immagina che ogni esemplare è il frutto 

del lavoro certosino di 25 artigiani del gallaratese: 

tornitori, cromatori, falegnami, mollifici, mastri vetrai e 

laccatori. Professioni e professionalità che hanno fatto di 

questo gioco ultra pop un ricercato e raffinato oggetto di 

design. Ognuno dei 72 componenti è pensato, 

progettato e fatto a mano esclusivamente per questo 

bigliardino. Perfino le piccole e rare viti presenti. Il calcio 

balilla della B.lab è la quintessenza dell’artigianato che 

si fa arte e per Gregg Brodarick, americano di Chigago 

folgorato dal Belpaese “è l’oggetto che sintetizza il 

concetto di Made in Italy, un marchio che il mondo intero 

invidia perché sinonimo di bellezza, genialità e capacità 

di saper tradurre un’idea in qualcosa di unico”. 

Andrea Della Bella 

RUBRICHE 

DA POP A CULT 

Se davvero sia stato il galiziano Alejandro Finisterre a inventare il futbolìn (calcio balilla) non è dato saperlo con 

certezza. Gli storici appassionati infatti sostengono che i primi esemplari in legno siano rintracciabili in Germania. 

Di certo c’è che in Italia il gioco, come si può evincere anche dal nome, si sia diffuso a partire dagli anni 30 e 

fosse destinato per lo svago dei mutilati di guerra. Dagli anni Quaranta fino all’avvento dei videogames, il calcetto 

gode di grande popolarità: lo si può trovare nei bar, negli oratori e sulle spiagge di tutto il Belpaese. Oggi è 

considerato un cult e anche gli amanti delle consolle più sofisticate non rinunciano, quando si presenta 

l’occasione, a ingaggiare sfide con gli amici. In tutto il mondo ci sono associazioni e club che organizzano tornei. A 

Nantes, si è recentemente disputato il mondiale di calcio balilla, dove il varesino Francesco Bonanno, fondatore 

della neonata Federazione paralimpica italiana calcio Balilla, si è laureato campione nelle categoria paralimpica, 

sia nel doppio che nel singolo. 

Esiste anche una federazione nazionale, con sede a Feletto, che riunisce 350 club e conta quasi 15 mila iscritti. 

(ADB) 

NON E’ SOLO UN GIOCO 

Non di solo cristallo. Nell’immaginario di tutti il calcio balilla è quello da bar o da oratorio: un giocattolone piuttosto 

grezzo e molto tosto con gettoniera sul fianco e posacenere accanto ai segnapunti. Nella realtà e nella storia, invece, 

ne esistono svariate e assai costose declinazioni. In Italia, Massimo Ragona, presidente della Federazione calcio 

balilla e collezionista, possiede un esemplare degli anni Trenta realizzato da un marsigliese detenuto nel carcere di 

Alessandria, un modello del 1948 con gettoniera a 10 lire e uno in radica del 1936. In Francia, in occasione dei 

Mondiali sudafricani del 2010, hanno realizzato in dieci esemplari il Barbie Foot. Niente omoni rossi e blu, ma 22 

modelli della bambola più venduta al mondo. 

Tra i più costosi vi sono il Beautiful Game della Gro (quasi 50 mila euro), il Gold lux football table con rifiniture e 

inserti in oro e il Vip kicker, rivestito con 18 mila cristalli Swarovsky. Nella categoria hi-tech possiamo annoverare 

il Cool Foosball Table, che al posto dei segnapunti ha due schermi LCD oltre a porta bicchieri, rilascia palline 

automatico in carbonio o il Diamond plate con lettore Mp3 incorporato. Anche l’Audi non ha resistito alla tentazione 

e ha targato un modello di bigliardino seguendo le linee e lo stile del modello TT e imprimendo sul modello i 

quattro cerchi concatenati. (ADB) 


91

RUBRICHE 

Severino Caprioli (a cura di) 

VIAGGIA IN SALUTE 

Ars Medica, 2011 

Gabriele Peroni 

PIANTE SELVATICHE 

D'INSUBRIA 

IN ALIMENTAZIONE E IN 

MEDICINA 

Ass. Terra Insubre, 2011 

In libreria 

Viaggi 

e metafore 

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel 

cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”. - 

(M. Proust). 

Se leggere è viaggiare con la mente, vi 

suggeriamo libri per viaggiare. Davvero. 

Mariella Guidi 

SETTE GIORNI 

AD ABANO TERME 

Panda Ed., 2011 

VIAGGIA IN SALUTE 

Dimenticatevi patinate guide alle città 

d'arte o cataloghi con meravigliose 

spiagge assolate. Quello che segnaliamo 

è un manuale pratico per viaggiatori 

“furbi”. Con tutto quello che occorre 

sapere, clima compreso. Qual è la 

situazione sanitaria del paese che 

vorreste visitare, quali sono i rischi e le 

relative precauzioni da prendere, cosa 

fare per bimbi e anziani, cosa è bene 

portare nella borsetta dei medicinali 

(supposto che l'abbiate) e cosa fuggire 

come la peste. A proposito di 

quest'ultima, non pensate che siano citati 

solo i paesi a rischio di malattie gravi. 

Pericoli ci sono anche se andate ad 

Andorra. Prevenire, come si dice, è 

meglio che curare. Una “sana” lettura. 

PIANTE SELVATICHE 

D'INSUBRIA 

IN ALIMENTAZIONE E 

IN MEDICINA 

Sempre una sana lettura, ma 

di altro genere. Un nuovo 

lavoro del dottor Peroni 

investiga questa volta il 

campo delle piante dell'area 

insubrica, con un excursus 

storico sull'uso medico e 

alimentare. Come spesso nei 

suoi interessanti lavori, un 

pratico elenco di erbe tra curiosità e suggerimenti utili. 

Con delle piacevoli appendici: da “schegge” di 

medicina popolare a perle di saggezza. Se tucc 

conossessen i virtù de l'aloè/ i dottor invece che van in 

caroccia anderissen a pè. Validissimo tutt'oggi. Ma col 

SUV. 

SETTE GIORNI AD ABANO TERME 

E' la meta glam del 

momento. La vacanza 

benessere alle terme è 

desiderio di molti. Vi 

segnaliamo il libro per 

questo motivo, ma anche 

per la nota varesina della 

storia. Un romanzo breve, 

suddiviso, come da titolo, in 

sette giorni e ambientato in 

un lussuoso albergo di 

Abano. Una coppia e 

l'incontro con un'elegante 

signora con un passato da 

contessa acquisita. Una 

storia semplice “di buoni sentimenti”, a lieto - seppur 

non imprevedibile - fine, per una lettura positiva e 

benefica. Come una settimana alle terme. 

Rocco Moliterni 

PARLAMI D'AMORE RAGU' 

Mondadori, 2012 

PARLAMI D'AMORE RAGU' 

Curiosa la segnalazione del mese di Sara 

della Libreria del Corso: in mezzo ad un 

florilegio di libri di lezioni di cucina, una 

lettura ironica e frizzante tra ricette e storia 

dei piatti, in un excursus nell'arte culinaria 

nazionale, che tocca anche storia, letteratura, 

arte. Grazie all'autore, giornalista de La 

Stampa (e ottimo scrittore, il che in questa 

categoria di volumi, non è affatto scontato se 

non avete...il palato foderato!), ci si riscopre 

un po' italiani, con un appetitoso viaggio nelle 

tradizioni popolari, ma soprattutto si gusta 


L’ESTERO TI PESA? 

 

PROVEX TI SOLLEVA! 

Dal 1975 al fianco delle imprese che pensano che i confini 

non siano il traguardo ma l’inizio della propria attività 

CHIAMA IL NUMERO 0331 774377 OPPURE VISITA IL SITO WWW.PROVEX.IT

Varesefocus. Ovunque conte 

Diffuso in 17.000 copie cartacee, disponibile in versione sfogliabile 

sul sito varesefocus.it e con un App dedicata, su iPad, iPhone e 

piattaforma Android, Varesefocus rappresenta un apprezzato 

strumento di informazione che, pur mantenendo intatta l’attenzione 

alla tradizione, volge lo sguardo alle nuove tecnologie. 

A disposizione degli inserzionisti accanto agli spazi tradizionali 

sulle copie cartacee, filmati, link e pubblicità dinamica nelle 

versioni elettroniche. Ovunque tu sei, Varesefocus è con te. 

Da oggi anche 

per Android 

Per informazioni: SPI Srl - commerciale@spi-web.it - tel. 0331 774345 - fax 0331 771701 

Apple ed il logo Apple sono marchi di Apple Inc., registrati negli Stati Uniti ed in altre Nazioni. iPad è un marchio di Apple Inc.. 

App Store è un service mark di Apple Inc. 

Android is a trademark of Google Inc.

In libreria 

l'ottimo accostamento tra cibo e 

umorismo raffinato. Menzione speciale ai 

titoli e sorprese regionali (del resto 

“Paese che vai, maccherone che trovi”). 

IL LIBRO DEI PROVERBI 

Nuova 

pubblicazione di 

Stadera, che 

continua il suo 

caloroso viaggio 

nella riscoperta 

delle tradizioni 

locali. Un viaggio 

carico di affetto, 

ma anche di 

ambiziosi obiettivi, 

di riportare alla 

luce tesori culturali 

troppo spesso sotterrati. Qui troviamo 

una raccolta di detti popolari, proverbi 

per la precisione, con una selezione 

personale (ma sempre nel dialetto di 

Cazzago Brabbia. “Il solo che conosca” 

scrive l'autore) e un commento che 

suggerisce significati, senza snaturare. E 

ovviamente la traduzione, a volte 

davvero necessaria. Volete cimentarvi? 

“Ur pésg dispiasée dur òm l'è a restää 

védua e dóna”. 

IL BAMBINO E IL DOLORE 

Una lettura importante per medici e 

addetti ai lavori, ma non solo. Il rapporto 

tra il bambino e il dolore, dal punto di 

vista della psicologa pediatrica, che 

riassume le più avanzate conoscenze ed 

applicazioni. Un volume che è frutto di 

un'esperienza di oltre trent'anni e vuole 

rappresentare un 

punto di riferimento 

internazionale nella 

terapia e nella 

comprensione 

dell'esperienza di 

bambini e 

adolescenti. Un testo 

recentemente 

tradotto in italiano, 

di livello scientifico 

ma anche scorrevole 

e divulgativo, 

destinato anche alle 

famiglie e quanti partecipano 

alla vita di chi è affetto dal 

dolore. 

DALLA PARTE 

DEI BAMBINI 

L'ultima allieva di Maria 

Montessori, di recente è stata 

protagonista di una 

presentazione varesina del 

suo ultimo lavoro. Una vita 

dedicata alla pedagogia, 

premio Unicef 2008, autrice 

di numerose pubblicazioni 

destinate a genitori, nonni ed educatori per 

accompagnarli nel difficile mestiere, la Honegger dedica 

questo nuovo saggio alla scuola e al sistema educativo, 

in particolare quello italiano. Possibili percorsi per 

migliorare ciò che funziona male o non funziona proprio 

nel nostro sistema. A cinquant'anni dalla morte della sua 

maestra, una lettura ricca di stimoli, per chi conosce e 

apprezza la filosofia, o meglio dire metodo, Montessori 

e per chi ne è completamente digiuno. 

LA GUERRA DI HENDEL 

Ultimo nato della collana Green di Macchione dedicata, 

appunto, a valorizzare il talento di scrittori in erba, 

questo romanzo, scritto da una liceale varesina (ma 

iniziato già alle medie!) rientra a buon diritto nel filone 

fantasy: ambientazioni fantastiche, personaggi misteriosi 

e creature magiche, incantesimi e profezie e una 

copertina disegnata da Stefania Sforza. La topica lotta 

tra il bene e il male, in cui, non ci si accusi di spoiler, il 

bene trionfa e il costante simbolismo piacerà agli amanti 

del genere. 

IL VECCHIO RE NEL SUO ESILIO 

L'Alzheimer: chi è entrato in contatto con la malattia sa 

quanto sia destabilizzante. Una lettura sul tema che ha il 

raro pregio di essere insieme 

toccante, ma anche di strappare un 

sorriso: commuove ma senza 

incupire. Un messaggio positivo: 

l'autore, noto scrittore austriaco, 

trova il legame con il padre nel 

momento in cui logica vorrebbe che 

fosse perso. Lo stile è quello 

dell'ottimo narratore, con “perle di 

saggezza” e interessanti citazioni 

qua e là. Una lettura di rara 

raffinatezza. “I giorni dell'uomo 

sono come l'erba ...con qualche 

fiore selvatico qua e là!”. 

Luigi Stadera 

IL LIBRO 

DEI PROVERBI 

Menta e Rosmarino, 2011 

Leora Kuttner 

1L BAMBINO E 

IL DOLORE 

Artestampa, 2011 

Grazia Honneger Fresco 

DALLA PARTE 

DEI BAMBINI 

Ancora del Mediteranneo, 

2011 

Martina Cilento 

LA GUERRA DI HENDEL 

Pietro Macchione Ed., 2011 

Arno Geiger 

IL VECCHIO RE 

NEL SUO ESILIO 

Bompiani, 2012 

RUBRICHE 


95

In libreria 

RUBRICHE 

Alessandro Piperno 

INSEPARABILI 

Mondadori, 2012 

INSEPARABILI 

Probabilmente una commedia, nel 

senso storico, con i suoi personaggi e 

un sorriso ma spesso amaro. Il 

“ragazzo prodigio” della narrativa 

italiana torna con una storia 

indipendente, seppur inserita nella 

saga della famiglia Pontecorvo. 

Inseparabili, come i pappagallini della 

(bella) copertina, che non possono 

vivere se non insieme, sono (o erano) i 

fratelli Filippo e Samuel. Una capacità 

stilistica e narrativa per una storia 

dalla quale, per usare le parole di Gad 

Lerner “Piperno non lascerà che 

veniamo fuori tanto facilmente”. 

Attuale, intrigante, sorprendente. E 

sempre per citare Lerner “godurioso, 

ma tutt’altro che guardone”. Giudizio, 

quest'ultimo, che lasciamo a voi. 

Silvia Giovannini 

(in collaborazione con la LIBRERIA del Corso 

di Varese) 

MUSICA 

VECCHIE E NUOVE IDEE 

Due proposte molto diverse tra loro 

e, in modo diverso, strepitose. La 

voce ruvida e calda del canadese 

Leonard Cohen, quai 

settantacinquenne, inarrivabile 

riferimento per generazioni di 

musicisti, torna con 10 canzoni 

superlative e senza tempo. Poesia 

pura, per tutti i palati. Più giovane 

e, tuttavia, talentuoso, Dente esce 

con il suo quinto album. Dodici 

inediti: molti sentimenti e amore, ma 

niente banalità, gusto per la parola 

e ironia, per l'artista emiliano 

trentacinquenne e la sua affiatata 

band. Un lavoro varesino firmato 

dalla nostrana Ghost Records. 

Atmosfere romantiche e musicalità 

dotte ma rasserenanti. Senza troppo 

miele. Da Varese a quel Paese. 

Dente 

IO TRA DI NOI 

Ghost Records/Venus 

Distribuzione 

Leonard Cohen 

OLD IDEAS 

Columbia, 2012

WHAT’S NEXT? 

Un’iniziativa dell’Unione degli Industriali della 

Provincia di Varese per promuovere l’occupazione 

giovanile. 

Area amministrazione, area commerciale, area 

logistica, area produzione-progettazione: stage 

retribuiti per 50 ragazzi all’interno di imprese del 

territorio. 

L’offerta è rivolta ai giovani residenti in provincia di 

Varese: 

• diplomati inoccupati o disoccupati di età compresa 

tra i 18 ed i 25 anni; 

• laureati inoccupati o disoccupati massimo 

28enni. 

TUTTI I DETTAGLI PER INVIARE LA PROPRIA CANDIDATURA 

SONO DISPONIBILI SUL SITO INTERNET 

WWW.UNIVA.VA.IT 

per informazioni tel. 0332 251000

STRATEGIA PER OGNI BUSINESS 

www.fimcredit.eu 

FIM Credit, specialisti al tuo fianco 

FIM Credit 

Mediatori Creditizi S.p.A. 

Via Bizzozero, 11 

21100 - Varese 

info@fimcredit.eu 

T. 0332 235113/4 

Consulenza strategica aziendale 

Consulenza finanziaria e legale 

Mediazione finanziaria 

Finanziamenti agevolati e a fondo perduto 

Formazione

Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?