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Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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Focus<br />

La campagna dell’<strong>Unione</strong> democratica <strong>di</strong> centro,<br />

partito <strong>della</strong> destra conservatrice ticinese, che teme<br />

il dumping salariale da parte dei lavoratori italiani.<br />

centro, partito <strong>della</strong> destra conservatrice) in Canton<br />

<strong>Ticino</strong> che ha messo sotto accusa non solo lo scudo<br />

fiscale <strong>di</strong> Tremonti, ma anche i lavoratori frontalieri<br />

intenti a rubare il formaggio svizzero. La tesi è presto<br />

detta: con la crisi anche il Canton <strong>Ticino</strong> ha visto<br />

crescere la <strong>di</strong>soccupazione. Sotto accusa sono stati messi<br />

i frontalieri, con i quali le frizioni non sono mai<br />

mancate, a cominciare dalla questione del “dumping<br />

salariale”. Negli ultimi anni i frontalieri sono aumentati<br />

<strong>di</strong> circa 3.000 unità all’anno, in un Cantone che conta<br />

poco più <strong>di</strong> 300 mila abitanti, 20 mila imprese e<br />

160mila posti <strong>di</strong> lavoro. E, per chiudere il cerchio, uno<br />

sguardo al tasso <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupazione. In Canton <strong>Ticino</strong> è<br />

del 4,6% (quello Svizzero totale è 3,1%). Il dato italiano?<br />

<strong>Varese</strong> 5,3%; Italia 8,4%. Ma i frontalieri sono o non<br />

sono intenti a rubare il lavoro? Il capitolo<br />

“<strong>di</strong>soccupazione e frontalierato” è stato sviscerato in un<br />

rapporto redatto dall’Ire (Istituto Ricerche Economiche)<br />

voluto dalla Commissione tripartita Cantonale in materia<br />

<strong>di</strong> libera circolazione delle persone. “Non esistono<br />

evidenze scientifiche <strong>di</strong> sostituzione sistematica <strong>di</strong><br />

lavoratori nel mercato del lavoro Ticinese”: così si legge<br />

nello stu<strong>di</strong>o. Con la crescita del settore terziario ticinese<br />

sono stati ricercati sempre più lavoratori in entrata con<br />

Ancora la dogana <strong>di</strong> Ponte Tresa<br />

alti livelli <strong>di</strong> istruzione e in grado <strong>di</strong> assumere mansioni<br />

<strong>di</strong> responsabilità. “Non trovando appieno tali figure in<br />

<strong>Ticino</strong> - conclude la ricerca - il mercato si è rivolto<br />

all’estero”. Viceversa la <strong>di</strong>soccupazione interessa in<br />

<strong>Ticino</strong> soprattutto persone <strong>di</strong> mezza età (over 40) e con<br />

bassa scolarizzazione.<br />

Imprese oltre confine: tra mito e realtà<br />

Agevolazioni, facilità nell’approccio con la pubblica<br />

amministrazione, fiscalità competitiva e mercato del lavoro<br />

flessibile: 4 pilastri in grado <strong>di</strong> far gola agli impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong><br />

casa nostra. Allora perché non prendere e trasferire<br />

l’azien<strong>di</strong>na al <strong>di</strong> là del confine? C’è chi ha parlato <strong>di</strong> 300<br />

imprese già trasferite in Svizzera. Ma c’è anche chi sostiene<br />

che cifre ufficiali è impossibile averne e che lo scenario va<br />

visto un po’ più nel dettaglio. “Quando una impresa<br />

italiana si inse<strong>di</strong>a in Canton <strong>Ticino</strong> - spiega Stefano Rizzi,<br />

Direttore <strong>della</strong> Divisione dell’economia del Dipartimento<br />

delle finanze e dell’economia - <strong>di</strong>venta a tutti gli effetti un<br />

soggetto <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto svizzero. Non è possibile quin<strong>di</strong> fornire<br />

dei numeri ”. Per il Canton <strong>Ticino</strong>, come per il Vallese,<br />

l’attrazione <strong>di</strong> imprese estere è una questione <strong>di</strong> marketing<br />

per la quale esistono progetti e uffici ad hoc. Il messaggio -<br />

almeno dal Canton <strong>Ticino</strong> - è chiaro: imprese decotte e poco<br />

specializzate? No grazie. A far gola sono gli investimenti <strong>di</strong><br />

chi ha tutte le carte in regola per contribuire a far crescere il<br />

sistema economico locale. A Bellinzona il telefono<br />

dell’Ufficio <strong>di</strong> Sviluppo<br />

Economico del Canton <strong>Ticino</strong> è<br />

sommerso <strong>di</strong> telefonate:<br />

richieste <strong>di</strong> informazioni,<br />

chiarimenti, delucidazioni. Le<br />

chiamate sono aumentate da<br />

quando la crisi morde il Bel<br />

Paese. “Attenzione a non fare<br />

confusione - <strong>di</strong>ce Rizzi -<br />

Per i Comuni italiani<br />

fino a 20 km dal<br />

confine, stop a risorse<br />

fin qui utilizzate in<br />

opere infrastrutturali.<br />

questo non è il Para<strong>di</strong>so e a chi vuole trasferire l’attività<br />

economica non vengono stesi tappeti rossi sempre e<br />

comunque”. Pren<strong>di</strong>amo, ad esempio la questione delle<br />

agevolazioni fiscali: per poter accedere a quelle previste<br />

bisogna superare una serie <strong>di</strong> verifiche molto rigorose e se<br />

una parte dell’impresa ha comunque sede in Italia, questi<br />

strumenti risultano inaccessibili. E poi ci sono i terreni.<br />

“Forse il Vallese ha maggiori <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> terreni - spiega<br />

ancora Rizzi - ma in Canton <strong>Ticino</strong> le cose stanno<br />

<strong>di</strong>versamente. I terreni industriali costano tra i 200 e i 400<br />

euro al metro quadro”. Ma allora perché le imprese<br />

dovrebbero trovare conveniente inse<strong>di</strong>arsi nel Canton<br />

<strong>Ticino</strong>? “I maggiori punti <strong>di</strong> forza - ammette Rizzi - sono<br />

una facilità maggiore nei rapporti con la pubblica<br />

amministrazione, un fisco più leggero e un mercato del<br />

lavoro sicuramente più flessibile rispetto a quello italiano”.<br />

Ma vista da oltre confine la questione si pone anche in<br />

FOCUS<br />

Anno XIII - n.2/2012 - VARESEFOCUS<br />

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