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Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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Economia<br />

ECONOMIA<br />

industrializzati, punta <strong>di</strong> nuovo al ribasso dopo la miniripresa<br />

verificatasi nel 2011.<br />

Le prospettive<br />

Si va verso una nuova crisi finanziaria innescata dai<br />

debiti pubblici (Grecia, Portogallo, Irlanda, Usa, Italia,<br />

Francia) a da crisi sociali (Paesi arabi, Spagna, Grecia,<br />

Regno Unito)? Il venir meno delle chiavi interpretative<br />

avanzate con troppa sicurezza negli ultimi decenni -<br />

avvertono i ricercatori del centro torinese - inducono a<br />

prospettare <strong>di</strong>versi scenari come base <strong>di</strong> conoscenza per<br />

prendere le decisioni più appropriate. Un’interpretazione<br />

moderna del “conoscere per deliberare” che Luigi Einau<strong>di</strong><br />

proponeva ai suoi lettori nelle Pre<strong>di</strong>che inutili. Ve<strong>di</strong>amo<br />

allora questi scenari.<br />

Il futuro ra<strong>di</strong>oso - La crescita produttiva nei paesi ricchi<br />

recupera stabilmente tassi del 3-4%, con un forte ruolo<br />

dell’innovazione e riaggiustamento dei bilanci pubblici<br />

senza bisogno <strong>di</strong> ulteriori manovre.<br />

L’inflazione rimarrebbe sotto la soglia<br />

fisiologica del 2%. Vi sarebbe una nuova,<br />

efficace, regolazione dei mercati con ritorno<br />

dell’ottimismo e allentamento delle tensioni<br />

sociali. Il clima internazionale <strong>di</strong>steso<br />

favorirebbe la riduzione delle spese militari,<br />

il ché contribuirebbe al riaggiustamento dei<br />

bilanci pubblici.<br />

I compromessi inflazionistici - La crescita nei<br />

paesi ricchi non recupera i livelli precedenti.<br />

La parte non realizzata <strong>di</strong> crescita si<br />

tradurrebbe in inflazione. I livelli <strong>di</strong>versi <strong>di</strong><br />

inflazione scatenerebbero azioni<br />

protezionistiche, ma nonostante tali pressioni<br />

la regolazione dei mercati rimarrebbe<br />

efficace. Vi sarebbe contrasto sociale tra<br />

debitori (favoriti dall’inflazione) e cre<strong>di</strong>tori<br />

(sfavoriti). Il clima internazionale non<br />

sarebbe <strong>di</strong>steso.<br />

L’insolvenza programmata - La crescita nei<br />

paesi ricchi rimane eccezionalmente bassa:<br />

scarsa innovazione, scarso aumento <strong>della</strong><br />

produttività, scarsa inflazione. La<br />

ristrutturazione unilaterale dei debiti pubblici<br />

da parte dei governi (parziale non<br />

restituzione, allungamento del debito,<br />

riduzione <strong>degli</strong> interessi) darebbe luogo a<br />

esiti <strong>di</strong>fferenziati da paese a paese e in<br />

alcuni paesi si verificherebbero possibili<br />

con<strong>di</strong>zioni per una nuova partenza. Il<br />

mercato globale sarebbe a rischio e il clima<br />

internazionale non <strong>di</strong>steso. Le tensioni sociali<br />

presenterebbero esiti politici incerti.<br />

La tempesta perfetta - Scarsità <strong>di</strong><br />

investimenti, crescita molto bassa <strong>della</strong><br />

produttività. Continua emissione <strong>di</strong> moneta,<br />

inflazione elevata e fuori controllo.<br />

Frantumazione del mercato globale, uso<br />

esteso del baratto nel commercio<br />

internazionale. Accentuazione dell’instabilità<br />

politico-sociale.<br />

Mauro Luoni<br />

18 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.2/2012

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