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Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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Scienza<br />

raccogliendo un gran numero <strong>di</strong><br />

informazioni che nei prossimi anni<br />

permetteranno sicuramente <strong>di</strong> dare alcune<br />

risposte a queste domande. Intanto ha già<br />

scoperto che anche Mercurio ebbe<br />

un’attività vulcanica importante, cosa<br />

assolutamente sconosciuta fino ad ora.<br />

Venere è attualmente stu<strong>di</strong>ato dalla sonda dell’Esa Venus<br />

Express. Questa navicella ha il compito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are nei<br />

dettagli l’atmosfera del pianeta, un’atmosfera <strong>di</strong> anidride<br />

carbonica così densa che rende impossibile<br />

l’osservazione <strong>della</strong> sua superficie. A bordo vi sono due<br />

strumenti, il PFS (Planetary Fourier Spectrometer) e il<br />

VIRTIS che stu<strong>di</strong>ano il primo la composizione <strong>della</strong> bassa<br />

atmosfera e traccia il movimento delle nubi, mentre il<br />

secondo rileva la temperatura dell’atmosfera tra i 55 km<br />

e i 100 km. Il loro fine è quello <strong>di</strong> cercare la presenza <strong>di</strong><br />

eventuali vulcani in attività. Il PFS è seguito da ricercatori<br />

<strong>di</strong> Roma, mentre il VIRTIS è stato costruito dal CNR-IASF<br />

<strong>di</strong> Roma. Era noto che la superficie <strong>di</strong> Venere è<br />

caratterizzata da vulcani, anche <strong>di</strong> alte <strong>di</strong>mensioni, ma<br />

non si sapeva se fossero attivi anche ai nostri giorni.<br />

Grazie a VIRTIS si è riusciti a capire che almeno un è<br />

attivo. Giuseppe Piccioni<br />

ricercatore dell’INAF-IASF<br />

Marte: la sonda ha<br />

<strong>di</strong> Roma e Principal<br />

permesso <strong>di</strong> scoprire<br />

Investigator <strong>di</strong> VIRTIS è<br />

l’esistenza <strong>di</strong> ghiaccio<br />

davvero sod<strong>di</strong>sfatto:<br />

sotto la superficie<br />

“Grazie a VIRTIS siamo già<br />

anche in prossimità stati in grado <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are<br />

dell’equatore.<br />

con grande accuratezza la<br />

superficie del pianeta e la<br />

sua atmosfera, potendone<br />

determinare la composizione chimica e la <strong>di</strong>namica delle<br />

sue correnti”.<br />

Marte è il pianeta dei misteri. Su <strong>di</strong> esso opera ancora il<br />

rover Opportunity, entrato nel suo nono anno <strong>di</strong> attività,<br />

quando avrebbe dovuto lavorare per circa 90 giorni.<br />

Questo eccezionale robot è accompagnato nella sua<br />

ricerca da alcune sonde in orbita marziana. Una <strong>di</strong> esse<br />

è <strong>di</strong> costruzione europea, la Mars Express e su <strong>di</strong> essa vi<br />

è un PFS seguito dall’Istituto <strong>di</strong> Fisica dello Spazio<br />

Interplanetario <strong>di</strong> Roma. La sonda ha permesso <strong>di</strong><br />

scoprire l’esistenza <strong>di</strong> ghiaccio sotto la superficie anche<br />

in prossimità dell’equatore e l’esistenza <strong>di</strong> nubi <strong>di</strong><br />

metano che, per alcuni ricercatori, sono l’evidenza<br />

dell’esistenza <strong>di</strong> organismi viventi.<br />

Tra gli asteroi<strong>di</strong> che vi sono tra Marte e Giove vi è<br />

attualmente la sonda <strong>della</strong> Nasa Dawn che si trova<br />

attorno a Vesta, un grande asteroide. Anche a bordo <strong>di</strong><br />

essa vi è tecnologia italiana. Lo strumento VIR stu<strong>di</strong>a<br />

l’asteroide attraverso uno spettrometro che osserva nel<br />

visibile e nell’infrarosso. La ricerca è condotta da<br />

Venere: era nota la<br />

presenza <strong>di</strong> vulcani. Ora<br />

si è riusciti a capire che<br />

almeno un o è attivo.<br />

ricercatori dell’INAF e sta dando<br />

importanti risultati. Tra questi il fatto che<br />

si sta capendo che Vesta assomiglia più<br />

ad un pianeta che non ad un asteroide.<br />

Nello stu<strong>di</strong>o <strong>degli</strong> oggetti più primitivi<br />

del sistema solare vi è anche Rosetta,<br />

una sonda che, ora in viaggio, nel 2014 raggiungerà la<br />

cometa Churyumov-Gerasimenko e su <strong>di</strong> essa farà<br />

scendere una sonda-figlia che perforerà il nucleo per<br />

analizzarne la composizione. La tecnologia italiana è<br />

concentrata sul lander e in particolare sugli strumenti <strong>di</strong><br />

perforazione e analisi dei campioni.<br />

Giove è attualmente sprovvisto <strong>di</strong> sonde che lo stanno<br />

stu<strong>di</strong>ando, ma in viaggio vi è Juno, una sonda <strong>della</strong><br />

Nasa che arriverà in orbita attorno al pianeta nel 2016.<br />

Poi vi è Saturno, attorno al quale dal 2004 ruota una<br />

sonda dell’Esa e <strong>della</strong> Nasa chiamata Cassini. Essa ci sta<br />

dando un volto del tutto nuovo <strong>di</strong> Saturno e dei suoi<br />

satelliti. In particolare, grazie all’atterraggio <strong>di</strong> una<br />

sonda-figlia - la Huygens - sulla luna Titano e <strong>di</strong> stu<strong>di</strong><br />

condotti con i radar <strong>di</strong> bordo <strong>della</strong> Cassini, gli scienziati<br />

hanno scoperto che questo satellite assomiglia moltissimo<br />

alla Terra. Esso possiede laghi, fiumi, nubi e piogge,<br />

anche se <strong>di</strong> metano. Ma vi sono anche montagne e mari.<br />

E qualcuno non esclude che lassù vi possa essere<br />

qualche forma <strong>di</strong> vita molto semplice. A bordo l’antenna<br />

ad alto guadagno per le comunicazioni con la Terra è<br />

stata costruita dall’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana,<br />

mentre un italiano, Clau<strong>di</strong>o Sollazzo, è stato il<br />

responsabile delle operazioni <strong>della</strong> Huygens.<br />

Se Urano e Nettuno in questo momento non sono<br />

oggetto <strong>di</strong> ricerche, lo sarà presto Plutone, il pianeta più<br />

lontano dal Sole e da pochi anni declassato a pianeta<br />

nano. Ora in viaggio, la sonda New Horizon arriverà a<br />

Plutone nel 2015 e lo osserverà da vicino per la prima<br />

volta nella storia dell’esplorazione spaziale.<br />

Luigi Bignami<br />

THE SOLAR SYSTEM WITH ITALIAN TECHNOLOGY<br />

Most of the planets in the Solar System are currently under the<br />

watchful eye of space probes which are unveiling many of the<br />

mysteries surroun<strong>di</strong>ng them. Other planets will be reached by<br />

probes in a few years' time. Some of these have extremely<br />

advanced technology on board which was designed and<br />

developed in Italy and a number of other exploratory missions<br />

are also co-or<strong>di</strong>nated by Italians.<br />

Anno XIII - n.2/2012 - VARESEFOCUS<br />

SCIENZA<br />

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