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Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese

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Territorio<br />

TERRITORIO<br />

Stefania Peregalli racconta il 1848<br />

attraverso le lettere ine<strong>di</strong>te dell’esule<br />

lavenese Luigi Tinelli, mentre Daniele<br />

Cassinelli rievoca le vicende del<br />

pionieristico “stabilimento fotografico” <strong>di</strong><br />

Eugenio e Francesco Fidanza, padre e<br />

figlio, che scattarono le più antiche<br />

immagini <strong>di</strong> <strong>Varese</strong> che oggi rappresentano la prima<br />

testimonianza <strong>di</strong> una commessa pubblica dei Musei<br />

Civici.<br />

Emilio Rossi ricostruisce, invece, la figura <strong>di</strong> Francesco<br />

Branca che nel 1879 fondò a Luino Il Corriere del<br />

Verbano e si battè per lo sviluppo del territorio, per i<br />

<strong>di</strong>ritti dei più deboli, l’istruzione e l’educazione. “Io<br />

<strong>di</strong>scendo dalla sua stessa famiglia - <strong>di</strong>ce Elena Ciuti,<br />

l’attuale <strong>di</strong>rettore del Corriere del Verbano (che proprio<br />

in queste settimane ha convertito on-line le proprie<br />

e<strong>di</strong>zioni) - Di lui ho sentito parlare fin da bambina e mi<br />

hanno chiamata come una delle sue figlie. Francesco<br />

Branca era un filantropo che non si dava mai per vinto,<br />

Poesia <strong>di</strong> Pasquale Contini per l’inaugurazione del monumento<br />

varesino ai Cacciatori delle Alpi<br />

Protagonista è il<br />

Risorgimento, ma si narra<br />

anche ciò che dall’Unità<br />

d’Italia nacque in termini <strong>di</strong><br />

sviluppo e innovazione.<br />

sosteneva <strong>di</strong> tasca propria i progetti <strong>di</strong><br />

pubblica utilità e lo slancio civico lo<br />

portava a guardare oltre l’imme<strong>di</strong>ato.<br />

Partecipò da ragazzo alle Cinque<br />

Giornate <strong>di</strong> Milano, abitò a Parigi dove<br />

affinò la propria formazione giornalistica<br />

e le relazioni con il mondo <strong>della</strong> cultura<br />

e dell'e<strong>di</strong>toria. Rientrato in Italia, si lanciò nell’impresa<br />

del Corriere del Verbano con un’idea del mondo<br />

svincolata dai confini”.<br />

Fabrizio Panzera, docente universitario e archivista a<br />

Bellinzona, illustra attraverso le carte svizzere la<br />

partecipazione <strong>di</strong> Emilio Morosini e dei fratelli Dandolo<br />

alle Cinque Giornate <strong>di</strong> Milano; Francesca Boldrini rivela<br />

“i timori e gli ardori” risorgimentali del clero varesino;<br />

mentre Ilaria Gorini e Gabriele Polita narrano il sacrificio<br />

<strong>di</strong> Pietro Pirinoli, studente <strong>di</strong> Cunardo che morì sulle<br />

barricate a Milano.<br />

La figura <strong>di</strong> Giuseppe Ferrari, deputato avverso all’Unità<br />

d’Italia eletto nel collegio Gavirate-Luino (il busto scolpito<br />

dallo scultore Martinoli è <strong>di</strong> recente riapparso a<br />

Gavirate) è al centro <strong>degli</strong> interventi <strong>di</strong> Robertino<br />

Ghiringhelli e <strong>di</strong> Giuseppe Armocida, presidente <strong>della</strong><br />

Società Storica Varesina. “E’ un intellettuale maltrattato<br />

dalla storiografia crociana e risorgimentale - spiega<br />

Armocida - Tutti parlano <strong>di</strong> Cattaneo ma Ferrari, filosofo<br />

socialista e federalista, fu<br />

molto più importante per la<br />

battaglia contro l’Unità<br />

d’Italia che si svolse in<br />

Parlamento: immaginava<br />

un Paese fatto <strong>di</strong> regioni<br />

con una capitale federata<br />

e una sola rappresentanza<br />

estera e militare. Per il<br />

resto ogni regione doveva<br />

avere autonomia<br />

La faticosa<br />

organizzazione <strong>della</strong><br />

macchina dello Stato, i<br />

mandamenti <strong>di</strong> <strong>Varese</strong>,<br />

gli abitanti e i comuni<br />

come li “fotografò” il<br />

censimento del 1861.<br />

linguistica e fiscale. Su <strong>di</strong> lui scese il silenzio. Al<br />

fascismo non piaceva perché socialista e per trovare il<br />

primo convegno si dovette aspettare il 1990 a Luino con<br />

Spadolini, Ghiringhelli e una biografa inglese”.<br />

Dopo i contributi <strong>di</strong> Marco Tamborini, Ivana Pederzani e<br />

Carolina De Vittori, Serena Contini chiude con la figura<br />

e le poesie del quasi omonimo Pasquale Contini, amico<br />

<strong>di</strong> Tullio Dandolo e frequentatore del Manzoni: “E’ un<br />

poeta oggi <strong>di</strong>menticato ma all’epoca famoso a <strong>Varese</strong> -<br />

spiega - fu in contatto con Giuseppe Garibal<strong>di</strong> e legato<br />

da amicizia con Adelaide Cairoli, la “mamma d’Italia” a<br />

cui mandò una poesia scritta in morte del figlio Ernesto,<br />

che fu poi stampata in tutte le cerimonie pubbliche a<br />

ricordo dell’eroe caduto il 26 maggio 1859 nella<br />

battaglia <strong>di</strong> Biumo”.<br />

Sergio Redaelli<br />

52 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.2/2012

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