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SCIENZA Scienza Il sistema solare esplorato anche con tecnologia italiana La sonda dell’Esa e della Nasa chiamata Cassini, in esplorazione di Saturno. Negli ultimi anni sono state tante le sonde che hanno esplorato il sistema solare. A bordo c’è anche molta tecnologia italiana. Le novità arrivano da quasi tutti i pianeti e loro satelliti. La maggior parte dei pianeti del sistema solare sono in questo momento sotto l’occhio di sonde terrestri che ne stanno svelando i molti misteri che ancora li circondano. Altri pianeti verranno raggiunti da navicelle terrestri nei prossimi anni. Su alcune sonde vi sono strumenti di altissima tecnologia costruiti e progettati in Italia e per altre missioni sono italiani i responsabili di alcune ricerche. Partiamo dal Sole. Esso è tenuto sotto controllo da numerose sonde, tra le quali sta facendo un servizio senza confronti la SOHO (Solar and Heliospheric Observatory), di costruzione europea. Questo satellite ha permesso di studiare la superficie e l’interno della nostra stella. Grazie ad esso ora possiamo prevedere con un certo anticipo le tempeste solari che possono creare notevoli problemi alle telecomunicazioni terrestri. Tra i principali ricercatori addetti a seguire il lavoro di uno Sole: ora possiamo prevedere con anticipo le tempeste solari che possono creare notevoli problemi alle telecomunicazioni terrestri. strumento (chiamato GOLF) che studia l’interno della stella vi sono scienziati italiani dell’Università di Napoli. Vicino al Sole vi è Mercurio che dall’inizio dello scorso anno è sotto l’occhio degli strumenti della sonda della Nasa Messenger. Di questo pianeta conoscevamo ben poco perché nessuna sonda era mai entrata in orbita attorno ad esso. Sono tanti gli enigmi irrisolti di questo pianeta. Ad esempio non si sa perché esso compie tre rotazioni su se stesso mentre compie due rivoluzioni attorno al Sole. Oppure non è noto perché abbia un nucleo gigante rispetto a tutti gli altri pianeti. Messenger sta Mercurio ebbe un’attività vulcanica importante, cosa assolutamente sconosciuta fino ad ora. 26 VARESEFOCUS - Anno XIII - n.2/2012
Scienza raccogliendo un gran numero di informazioni che nei prossimi anni permetteranno sicuramente di dare alcune risposte a queste domande. Intanto ha già scoperto che anche Mercurio ebbe un’attività vulcanica importante, cosa assolutamente sconosciuta fino ad ora. Venere è attualmente studiato dalla sonda dell’Esa Venus Express. Questa navicella ha il compito di studiare nei dettagli l’atmosfera del pianeta, un’atmosfera di anidride carbonica così densa che rende impossibile l’osservazione della sua superficie. A bordo vi sono due strumenti, il PFS (Planetary Fourier Spectrometer) e il VIRTIS che studiano il primo la composizione della bassa atmosfera e traccia il movimento delle nubi, mentre il secondo rileva la temperatura dell’atmosfera tra i 55 km e i 100 km. Il loro fine è quello di cercare la presenza di eventuali vulcani in attività. Il PFS è seguito da ricercatori di Roma, mentre il VIRTIS è stato costruito dal CNR-IASF di Roma. Era noto che la superficie di Venere è caratterizzata da vulcani, anche di alte dimensioni, ma non si sapeva se fossero attivi anche ai nostri giorni. Grazie a VIRTIS si è riusciti a capire che almeno un è attivo. Giuseppe Piccioni ricercatore dell’INAF-IASF Marte: la sonda ha di Roma e Principal permesso di scoprire Investigator di VIRTIS è l’esistenza di ghiaccio davvero soddisfatto: sotto la superficie “Grazie a VIRTIS siamo già anche in prossimità stati in grado di studiare dell’equatore. con grande accuratezza la superficie del pianeta e la sua atmosfera, potendone determinare la composizione chimica e la dinamica delle sue correnti”. Marte è il pianeta dei misteri. Su di esso opera ancora il rover Opportunity, entrato nel suo nono anno di attività, quando avrebbe dovuto lavorare per circa 90 giorni. Questo eccezionale robot è accompagnato nella sua ricerca da alcune sonde in orbita marziana. Una di esse è di costruzione europea, la Mars Express e su di essa vi è un PFS seguito dall’Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario di Roma. La sonda ha permesso di scoprire l’esistenza di ghiaccio sotto la superficie anche in prossimità dell’equatore e l’esistenza di nubi di metano che, per alcuni ricercatori, sono l’evidenza dell’esistenza di organismi viventi. Tra gli asteroidi che vi sono tra Marte e Giove vi è attualmente la sonda della Nasa Dawn che si trova attorno a Vesta, un grande asteroide. Anche a bordo di essa vi è tecnologia italiana. Lo strumento VIR studia l’asteroide attraverso uno spettrometro che osserva nel visibile e nell’infrarosso. La ricerca è condotta da Venere: era nota la presenza di vulcani. Ora si è riusciti a capire che almeno un o è attivo. ricercatori dell’INAF e sta dando importanti risultati. Tra questi il fatto che si sta capendo che Vesta assomiglia più ad un pianeta che non ad un asteroide. Nello studio degli oggetti più primitivi del sistema solare vi è anche Rosetta, una sonda che, ora in viaggio, nel 2014 raggiungerà la cometa Churyumov-Gerasimenko e su di essa farà scendere una sonda-figlia che perforerà il nucleo per analizzarne la composizione. La tecnologia italiana è concentrata sul lander e in particolare sugli strumenti di perforazione e analisi dei campioni. Giove è attualmente sprovvisto di sonde che lo stanno studiando, ma in viaggio vi è Juno, una sonda della Nasa che arriverà in orbita attorno al pianeta nel 2016. Poi vi è Saturno, attorno al quale dal 2004 ruota una sonda dell’Esa e della Nasa chiamata Cassini. Essa ci sta dando un volto del tutto nuovo di Saturno e dei suoi satelliti. In particolare, grazie all’atterraggio di una sonda-figlia - la Huygens - sulla luna Titano e di studi condotti con i radar di bordo della Cassini, gli scienziati hanno scoperto che questo satellite assomiglia moltissimo alla Terra. Esso possiede laghi, fiumi, nubi e piogge, anche se di metano. Ma vi sono anche montagne e mari. E qualcuno non esclude che lassù vi possa essere qualche forma di vita molto semplice. A bordo l’antenna ad alto guadagno per le comunicazioni con la Terra è stata costruita dall’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, mentre un italiano, Claudio Sollazzo, è stato il responsabile delle operazioni della Huygens. Se Urano e Nettuno in questo momento non sono oggetto di ricerche, lo sarà presto Plutone, il pianeta più lontano dal Sole e da pochi anni declassato a pianeta nano. Ora in viaggio, la sonda New Horizon arriverà a Plutone nel 2015 e lo osserverà da vicino per la prima volta nella storia dell’esplorazione spaziale. Luigi Bignami THE SOLAR SYSTEM WITH ITALIAN TECHNOLOGY Most of the planets in the Solar System are currently under the watchful eye of space probes which are unveiling many of the mysteries surrounding them. Other planets will be reached by probes in a few years' time. Some of these have extremely advanced technology on board which was designed and developed in Italy and a number of other exploratory missions are also co-ordinated by Italians. Anno XIII - n.2/2012 - VARESEFOCUS SCIENZA 27
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