Varese-Ticino - Unione degli Industriali della provincia di Varese
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Economia<br />
La crisi che<br />
non passa<br />
Il XVI rapporto sull’economia globale e italiana<br />
del centro <strong>di</strong> ricerca Luigi Einau<strong>di</strong> <strong>di</strong> Torino,<br />
presentato a <strong>Varese</strong> in un convegno <strong>della</strong> Banca<br />
Popolare <strong>di</strong> Bergamo.<br />
Afare gli onori <strong>di</strong> casa, Antonio Bulgheroni, vice<br />
presidente <strong>della</strong> Banca Popolare <strong>di</strong> Bergamo. Ad<br />
illustrare il rapporto, Giorgio Arfaras, componente del pool<br />
<strong>di</strong> ricercatori coor<strong>di</strong>nato da Mario Deaglio che ha steso il<br />
XVI rapporto sull’economia globale e italiana. Con una<br />
premessa: la crisi in cui l’Occidente ha cominciato a<br />
scivolare durante l’estate 2007 e nella quale è<br />
definitivamente precipitato nel settembre 2008 non si è<br />
ancora risolta, ma se ne deve constatare<br />
l’estensione dall’economia alla società, alla<br />
politica, ai gran<strong>di</strong> equilibri politico-strategici<br />
internazionali. La speranza che potessero<br />
bastare poche misure tecniche <strong>di</strong><br />
stabilizzazione dei mercati ha ormai ceduto il<br />
passo al convincimento che la crisi sia<br />
complessa e multi<strong>di</strong>mensionale: non si potrà<br />
tornare a uno sviluppo stabile, in un contesto<br />
mon<strong>di</strong>ale assestato, senza rime<strong>di</strong> innovativi e<br />
regole nuove.<br />
I fatti<br />
Qual è il volto <strong>di</strong> questa crisi che non passa?<br />
E’ quello <strong>di</strong> una spirale negativa, con cause ed<br />
effetti che si intrecciano. Se, infatti, essa ha<br />
avuto inizio da una criticità delle finanze<br />
pubbliche - e mai come ora si erano<br />
manifestate con tanta forza le conseguenze<br />
sull’economia reale <strong>della</strong> <strong>di</strong>latazione dei debiti<br />
<strong>degli</strong> Stati - la crisi globale finisce per<br />
ripercuotersi a sua volta sulle finanze<br />
medesime. Si verificano infatti riduzioni delle<br />
entrate fiscali a fronte peraltro non <strong>di</strong> una<br />
contrazione <strong>della</strong> spesa pubblica ma <strong>di</strong> un<br />
aumento <strong>di</strong> quest’ultima per fronteggiare i<br />
bisogni sociali causati dalla crisi. Le misure <strong>di</strong><br />
risanamento (tagli alle spese e inasprimenti<br />
fiscali) determinano nuovi stimoli negativi alla<br />
domanda globale, oltre a generico scontento<br />
politico che indebolisce l’azione dei governi proprio sul<br />
fronte del risanamento. Insomma, un cane che si morde<br />
la coda.<br />
Sul piatto <strong>della</strong> bilancia occorre poi mettere un altro<br />
elemento <strong>di</strong> portata storica: le quote percentuali dei<br />
paesi ricchi sul prodotto lordo mon<strong>di</strong>ale si vanno<br />
progressivamente assottigliando. Nel 2000<br />
rappresentavano il 62,8%; nel 2011 il 56,1%, con<br />
proiezione del 47,4% nel 2015. Per contro, le quote dei<br />
paesi asiatici più <strong>di</strong>namici sono passate dal 15,2% al<br />
25% e sono accre<strong>di</strong>tate al 28,9% nel 2015. Crescono<br />
anche altri paesi altrettanto <strong>di</strong>namici, le cui quote sono<br />
salite dal 22% al 23,7% per rimanere sostanzialmente<br />
stabili da qui al 2015.<br />
Sotto la cenere si nasconde il pericolo inflazione. Dal<br />
giugno 2010 all’ottobre 2011 essa è cresciuta in tutti i<br />
paesi maggiormente industrializzati o <strong>di</strong> nuova<br />
industrializzazione. In questi ultimi, essa cresce più<br />
velocemente che nei primi e ciò lascia sperare in un<br />
recupero <strong>di</strong> competitività relativa per i prodotti fabbricati<br />
in Europa e Usa.<br />
La <strong>di</strong>soccupazione non cala e il superin<strong>di</strong>ce Ocse, che<br />
misura le prospettive economiche nell'area dei paesi più<br />
Da sinistra,<br />
Antonio Bulgheroni,<br />
Giorgio Arfaras<br />
e Gianfranco Fabi<br />
ECONOMIA<br />
Anno XIII - n.2/2012 - VARESEFOCUS<br />
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