Biferno - Autorità di Bacino Interregionale - Regione Molise
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Progetto <strong>di</strong> Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume <strong>Biferno</strong> e minori<br />
Ogni punto della sezione deve essere georeferenziato (generalmente nel sistema Gauss-Boaga)<br />
con quote assolute riferite alla rete dei capisal<strong>di</strong> IGMI. Per ciascun caposaldo utilizzato<br />
devono essere fornite le caratteristiche ( tipo <strong>di</strong> caposaldo, co<strong>di</strong>ce, località).<br />
Il rilievo deve contenere un numero <strong>di</strong> punti sufficiente a definire in modo significativo la<br />
morfologia della sezione, incluse le strutture <strong>di</strong> contenimento e le quote del terreno lato<br />
campagna.<br />
Nel caso <strong>di</strong> sezione localizzate in prossimità <strong>di</strong> traverse o briglie occorre rilevare la sezione a<br />
monte ed a valle dell’opera stessa al fine <strong>di</strong> restituire il reale profilo longitu<strong>di</strong>nale del salto del<br />
corso d’acqua. Nel caso <strong>di</strong> sezione localizzata in corrispondenza <strong>di</strong> ponti occorre procedere al<br />
rilievo delle pile, nonché dell’intradosso, estradosso e forma dell’impalcato. Occorre poi<br />
rilevare almeno due sezioni poste circa 5-10 metri a monte e a valle della struttura per<br />
caratterizzare la geometria <strong>di</strong> ingresso e <strong>di</strong> uscita della corrente in prossimità del ponte.<br />
Le sezioni sono identificate da un co<strong>di</strong>ce alfanumerico con numerazione crescente da valle<br />
verso monte.<br />
I rilievi dovranno riguardare sia i nuovi tratti per i quali si rendesse necessaria una più precisa<br />
caratterizzazione della geoemetria dell’alveo (ad es. i tratti oggetto delle verifiche spe<strong>di</strong>tive) e<br />
anche i tratti già rilevati in modo da poterne valutare la tendenza evolutiva.<br />
3.2.5 Rilievi se<strong>di</strong>mentologici<br />
Il monitoraggio del rischio idraulico è legato anche alla conoscenza dei fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica<br />
d'alveo (erosioni e sovralluvionamenti) che, per la natura stessa dei fenomeni osservati, è<br />
meno legato al nowcasting (cioè al controllo progressivo del fenomeno nella sua evoluzione) e<br />
più proiettato alla raccolta, continua e sistematica, <strong>di</strong> informazioni e misure quantitative utili<br />
alla successiva valutazione dell'entità del rischio delle <strong>di</strong>verse zone e dei <strong>di</strong>versi tronchi dei<br />
corsi d'acqua considerati.<br />
I fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica d’alveo si manifestano essenzialmente in variazioni plano-altimetriche<br />
delle sezioni fluviali conseguenti a squilibri nel trasporto solido e/o nella capacità <strong>di</strong> trasporto<br />
del tratto. Tali squilibri innescano processi erosivi o <strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazione che spazialmente<br />
possono interessare sia brevi tratti del corso d’acqua, generalmente confrontabili con la<br />
larghezza me<strong>di</strong>a, e in tal caso si parla <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> tipo localizzato, sia tratti molto più<br />
lunghi quando si è in presenza <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> tipo esteso.<br />
La <strong>di</strong>namica d’alveo può costituire un fattore aggravante del rischio idraulico se l’entità dei<br />
fenomeni eccede valori incompatibili con la stabilità delle opere in alveo, o con la capacità <strong>di</strong><br />
smaltimento della sezione idraulica.<br />
Fenomeni rilevanti <strong>di</strong> <strong>di</strong>namica d’alveo si manifestano in generale a seguito <strong>di</strong> interventi<br />
antropici che alterano preesistenti con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> equilibrio come ad esempio, i restringimenti<br />
della sezione, la costruzione <strong>di</strong> sbarramenti, le attività estrattive, le sistemazioni dell’alveo.<br />
Di particolare importanza è la valutazione degli effetti causati da invasi artificiali sul trasporto<br />
solido e la capacità <strong>di</strong> trasporto del corso d’acqua, che si manifestano a monte dello<br />
sbarramento con fenomeni <strong>di</strong> deposito, mentre a valle si innescano tendenze evolutive<br />
generalizzate <strong>di</strong> erosione dell’alveo e <strong>di</strong> ridotti apporti soli<strong>di</strong> alla foce.<br />
La conoscenza delle caratteristiche granulometriche dell’alveo, insieme a quelle topografiche<br />
e idrauliche, consente la valutazione dell’entità <strong>di</strong> tali fenomeni e l’in<strong>di</strong>viduazione dei tratti a<br />
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