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Muggia, il castello e un artista<br />

di Grazia Bravar<br />

29<br />

Dei castelli che contornano il nostro<br />

golfo, quello di Muggia lo conclude<br />

nella parte meridionale, là dove<br />

inizia (e per noi anche finisce) l’Istria.<br />

Non è una presenza dominante, bisogna<br />

individuarlo nell’intrico di<br />

strade e case che si appoggiano al<br />

declivio del colle di Monte Albano,<br />

<strong>com</strong>e si chiamava un tempo. Alla fine<br />

si scorge un’ampia torre merlata che<br />

emerge dalle sottostanti murature,<br />

ben visibile in particolare dalla “porta<br />

del Porto” così denominata già negli<br />

Statuti trecenteschi del Comune.<br />

Appena nel secondo dopoguerra con<br />

l’edificazione di interi nuovi quartieri,<br />

la cittadina si espande fuori del<br />

circuito delle mura antiche medioevali<br />

e rappresenta l’unico esempio<br />

di abitato istroveneto immutato dal<br />

Medioevo rimasto in Italia, <strong>com</strong>e più<br />

volte si è fatto notare.<br />

L’insediamento più antico è il<br />

borgo fortificato noto <strong>com</strong>e “Muggia<br />

vecchia” attorno alla chiesa romanica<br />

ricca di affreschi, che domina l’altura<br />

e in cui di recente è stato creato<br />

un percorso di visita didattico che ne<br />

spiega le strutture superstiti e illustra<br />

il modo di vivere dell’alto medioevo,<br />

prima del Mille. Un documento del<br />

931 lo cita <strong>com</strong>e il “castellum” ( luogo<br />

fortificato) chiamato “Mugla” e<br />

che venne dato in feudo dal re d’Italia<br />

Lotario al Patriarca di Aquileia, a<br />

difesa del confine del patriarcato in<br />

una posizione minacciata dalle invasioni<br />

e scorrerie barbariche.<br />

La nostra Muggia nasce più tardi,<br />

perché c’è bisogno di attrezzare<br />

lo sbocco al mare, sistemando una<br />

zona paludosa ai piedi delle colline di<br />

Candia e Montalbano alla foce di un<br />

torrente, il Fugnano, zona che viene<br />

definita <strong>com</strong>e “mugla” (poi Muggia),<br />

nome che in origine non è un nome<br />

proprio ma una definizione usata anche<br />

altrove nella zona istroveneta..<br />

La parte nuova si chiamerà Borgo<br />

Lauro, ma poi s’imporrà per tutto<br />

l’abitato il nome di Muggia che si costituirà<br />

in Comune nel 1256, sempre<br />

però sotto la giurisdizione patriarcale,<br />

governato da un podestà e con<br />

degli statuti che ci sono noti dalla<br />

prima metà del 1300 e danno notizie<br />

interessanti e talvolta anche gustose.<br />

L’abitato è cinto da mura e torri che<br />

difendono anche l’accesso al porto.<br />

La zona è strategica: interessa Venezia<br />

e anche i pirati che taglieggiano la<br />

costa Adriatica. Sono tempi inquieti,<br />

anche il Comune di Trieste entra nelle<br />

ostilità in quanto il confine passa<br />

nella zona di Zaule importante economicamente<br />

per le saline e il <strong>com</strong>mercio<br />

del sale. Nel 1353 durante un<br />

conflitto tra il Patriarca di Aquileia e<br />

il Conte di Gorizia allora alleato con<br />

Trieste, Muggia Vecchia venne presa<br />

e distrutta dai triestini. Non fu più<br />

ricostruita, rimase in piedi, testimonianza<br />

di fede antica, la sola chiesa<br />

che ancora svetta solitaria.<br />

Anche la vita interna del <strong>com</strong>une<br />

muggesano non era affatto tranquilla.<br />

Si fronteggiavano le fazioni,<br />

chi era favorevole a Venezia e chi era<br />

dalla parte del Patriarca. Per una migliore<br />

difesa esterna e un controllo<br />

della situazione interna sui turbolenti<br />

cittadini, il patriarca Marquardo di<br />

Randeck, diede inizio alla costruzione<br />

di un castello sul luogo dove sorgeva<br />

una torre (1375) per rinforzare<br />

il sistema difensivo e allogarvi una<br />

guarnigione, che all’inizio era piuttosto<br />

numerosa e <strong>com</strong>andata da un<br />

“castellano” al soldo del patriarca e<br />

che nel 1399 giura fedeltà, segno che<br />

il lavoro è <strong>com</strong>piuto.<br />

Non conosciamo molto della sua<br />

forma originaria, se non che – <strong>com</strong>e<br />

tutto il resto – era in blocchi di arenaria,<br />

il “masegno” delle vicine cave. Lo<br />

stemma di Muggia porta un castello,<br />

ma è un’immagine ideale, simbolica<br />

per indicare una città turrita, e non<br />

la riproduzione di quello storico.<br />

Sappiamo che il capitano riceveva<br />

<strong>com</strong>e <strong>com</strong>penso per la custodia 400<br />

lire all’anno, che pur essendo quelle<br />

di una volta, non rappresentavano<br />

una gran cifra e – a integrazione –<br />

una regalia di cento orne di vino!<br />

Nel 1420 con la soppressione del<br />

patriarcato, Muggia sottoscrive l’atto<br />

di dedizione alla Repubblica di Venezia<br />

che s’impegnò a mantenerne gli<br />

Statuti, fino alla sua caduta nel 1797,<br />

quando passò all’Austria.<br />

Mentre il “castellano” continuava<br />

ad esser pagato da Venezia, i soldati<br />

erano a carico della <strong>com</strong>unità di<br />

Muggia. Il loro numero variava secondo<br />

necessità e in periodo di pace<br />

era assai esiguo, anche di 4-5 uomini.<br />

Muggia luogo di confine, si è detto,<br />

e questo favoriva passaggio di merci<br />

di contrabbando e di fuoriusciti triestini,<br />

il <strong>com</strong>pimento di ruberie varie,<br />

evidentemente per arrotondare lo stipendio<br />

e animare la vita castellana.<br />

Ma non sempre si era in pace:<br />

continue le vertenze con Trieste per<br />

le saline, frequenti i conflitti tra Venezia<br />

e gli Imperiali ai confini. Famoso<br />

l’assedio del 1511, quando fu<br />

bombardata dai triestini per tre giorni,<br />

ma il castello e le mura resistettero<br />

e gli assedianti dovettero desistere.<br />

Nel 1600 si ebbero anche attacchi<br />

dai pirati Uscocchi. Tuttavia in questo<br />

secolo l’amministrazione veneziana<br />

è poco efficiente, manca una manutenzione<br />

continua e il castello va<br />

progressivamente in rovina, le mura<br />

si sgretolano malgrado le relazioni e<br />

le proposte di restauro che rimangono<br />

senza seguito.<br />

Muggia nel 1681, da Prospero Petronio.

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