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RESTAURO<br />
cessivi, sia infine per le difficoltà di restituire<br />
coerentemente tutto l’apparato in<br />
stucco … Una rilettura distinguibile dello<br />
spazio interno appare quella più capace di<br />
rispettare l’autenticità del manufatto, praticamente<br />
immune da trasformazioni successive<br />
all’intervento del Salvi” (ibid.).<br />
Si è optato quindi per una reintegrazione<br />
dell’invaso interno voltato con strutture<br />
metalliche che fossero in grado di riproporre<br />
le linee essenziali, sia architettoniche<br />
che strutturali, del monumento del Salvi,<br />
preservandone la spazialità originaria.<br />
Tali strutture sono costituite da capriate<br />
metalliche (collegate fra loro da controventature<br />
in tondi di acciaio) che riprendono il<br />
ritmo dei costoloni binati originali ricostituendo,<br />
con un’aggiunta innovativa, nelle<br />
parti mancanti il ‘segno’ delle volte.<br />
Gli elementi con funzione di “catene” delle<br />
capriate sono stati realizzati con piatti<br />
metallici e si sviluppano sempre in conformità<br />
alle curvature originarie in muratura<br />
del tutto perdute. Per rendere meno<br />
astratto l’intervento si sta studiando di<br />
realizzare, con analoghi materiali contemporanei<br />
(ad esempio ‘tessuti’ di rete metallica<br />
piuttosto fitta), una superficie voltata<br />
che permetta di comprendere pienamente<br />
il vecchio involucro spaziale tardobarocco.<br />
L’obiettivo è stato quello di restituire<br />
“il dato spaziale in modo criticamente<br />
corretto, non imitativo né ripristinatorio,<br />
ma assonante con l’antico e comunque<br />
garbatamente distinguibile; in altre parole<br />
restituire la leggibilità della struttura<br />
formale della chiesa ma non la lettera o il<br />
dettaglio per lo più irriproducibili” (ibid.).<br />
Si tratta quindi di una struttura moderna,<br />
fortemente evocativa della volta originaria<br />
del Salvi, che si raccorda gradualmente con<br />
la zona inferiore della chiesa, interessata da<br />
un restauro reintegrativo curato dall’arch.<br />
Rosa Gemma Cipollone, funzionario della<br />
Soprintendenza, e con la fascia intermedia,<br />
oggetto di un restauro puramente conservativo;<br />
all’esterno, nel rispetto dell’ambiente<br />
urbano ormai storicizzato, si è adottata<br />
una metodologia conservativa che rispettasse<br />
l’immagine consolidata del contesto.<br />
Di fondamentale importanza è risultata la<br />
stretta collaborazione con i tecnici incaricati<br />
dall’Università della Tuscia affinché si<br />
pervenisse a un’accurata progettazione<br />
degli impianti compatibile con le finalità<br />
del progetto di restauro.<br />
In particolare l’impianto di riscaldamento<br />
sarà del tipo radiante a pavimento, mentre<br />
l’impianto di climatizzazione e di ricambio<br />
d’aria, con canali di mandata, sarà<br />
posizionato al di sopra dell’estradosso<br />
della volta; l’unità di trattamento aria sarà<br />
posta al di sopra delle volte su un apposito<br />
solaio in posizione tale da sfruttare come<br />
uscita verso l’esterno l’oculo originario sul<br />
timpano della facciata. La ripresa d’aria<br />
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