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PROGETTI<br />
CONCORSO PER IL RESTAURO<br />
E L’AMPLIAMENTO DELLA<br />
BANCA CENTRALE A TIRANA<br />
Capogruppo progettista<br />
Marco Petreschi<br />
Gruppo di progettazione<br />
Giulia Amadei, Maurizio Pascucci,<br />
Nilda Valentin<br />
Principali collaboratori<br />
Claudio Merler, Luca J. Senatore<br />
Collaboratori<br />
Antonio Archilletti, Roberta Sulpizio,<br />
Fabiola Pontecorvo<br />
Consulenti<br />
Enzo Siviero, Annio Calandrelli,<br />
Piergiorgio Santoro, Marco Travaglini<br />
• La scala interna in acciaio e vetro esalta i giochi<br />
di trasparenza nello spazio di interposizione tra<br />
vecchio e nuovo manufatto<br />
studi internazionali, tra cui i francesi Architecture<br />
Studio, i danesi Henning Larsen<br />
Tegnestue, i belgi 51N4E, gli olandesi<br />
MVRDV e gli italiani Studio Archea.<br />
Nel rispetto dei vincoli fissati dal bando di<br />
concorso, il progetto proposto da Marco Petreschi<br />
attribuisce particolare significato all’immagine<br />
architettonica, in cui tradizione<br />
e modernità sono ben integrate tra loro.<br />
Si è voluto valorizzare l’atmosfera complessiva<br />
della preesistenza, cui si è riconosciuto<br />
un ruolo identitario che deve essere conservato,<br />
sia per i caratteri di pacata monumentalità,<br />
sia per la sobrietà del linguaggio<br />
che lo rende gradevole ed accogliente. Grazie<br />
ad un’attenta ricerca nell’archivio di<br />
Morpurgo, un uso di tecnologie semplici,<br />
moderne ed adeguate ai rispettivi linguaggi<br />
espressivi, l’edificio esistente acquista<br />
flessibilità e razionalità senza stravolgimenti<br />
tipologici. Peraltro il corpo esistente è<br />
parte di un più ampio impianto, previsto<br />
da Morpurgo con morfologia a blocco chiuso<br />
e con una corte interna irregolare, ma<br />
che, a causa delle manomissioni realizzate<br />
nel tempo e dalla parziale esecuzione del<br />
progetto, presenta un sistema distributivo<br />
confuso e poco funzionale.<br />
Viste le particolari e delicate funzioni contenute<br />
nel complesso, molta attenzione è<br />
stata riservata al sistema degli accessi ed alla<br />
selezione dei flussi. Gli ingressi previsti<br />
sono due: il primo per le autorità e il per-<br />
sonale dal vecchio edificio; il secondo per<br />
il pubblico dal taglio diagonale nel nuovo<br />
corpo. Nell’accesso d’angolo si concentrano<br />
tutti gli elementi più espressivi dell’intervento:<br />
dal setto in travertino, che fuoriesce<br />
a sbalzo generando il muro d’acqua,<br />
alla cascata di vetro che si riflette sullo<br />
specchio d’acqua.<br />
Sebbene allineato all’edificio esistente il<br />
nuovo corpo edilizio è del tutto distinto<br />
per linguaggio espressivo, inserendosi con<br />
garbo nel contesto e definendo un principio<br />
di ‘continuità nella diversità’. La sua<br />
modernità emerge nei tagli netti, nei contrasti<br />
tra luce e ombra, tra pieni e vuoti.<br />
Approccio espresso in modo tanto congruente<br />
che i progettisti si possono consentire<br />
di affrontare l’unità di materia tra<br />
esistente e nuovo: il mattone paglierino –<br />
scelto con lo stesso timbro di colore,<br />
grana e texture – rafforza la valenza stereometrica.<br />
Il linguaggio architettonico proposto è in<br />
linea con l’austerità dell’istituzione e la sobrietà<br />
del manufatto antico. Lo stesso carattere<br />
aulico dell’originale ingresso principale<br />
si accentua nella relazione con il<br />
nuovo impianto, in particolare nello spazio<br />
ampio con la galleria vetrata che circonda<br />
la sala rotonda.<br />
Quale processo oggettivo di individuazione<br />
di segni e valori comuni, su cui si innesta<br />
il portato individuale del progettista<br />
con le proprie memorie di situazioni e di<br />
siti vagheggiati, il progetto esalta il requisito<br />
critico-interpretativo che aggiunge<br />
valore al luogo e, coniugando sensibilità<br />
poetica e razionalità, prefigura il grado di<br />
trasformabilità.<br />
Linguaggi e tecnologie semplici, ma assolutamente<br />
in linea con le ricerche figurative<br />
attuali, specie quelle più lontane dalle<br />
mode.<br />
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