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Tora Kan Dojo Anno 17° n. <strong>48</strong><br />
cerimoniali e quindi, le relazioni tra l’obiettivo o lo<br />
scopo del Karate-Dō e la teosofia o religione. Per a-<br />
nalizzare le multi sfaccettature di questa questione,<br />
credo sia d’aiuto e indispensabile creare una serie di<br />
premesse riguardo le fondamenta della mia analisi e<br />
la ricerca di un particolare aspetto di ciò che il Karate<br />
-Dō ( o qualsiasi Dō) sia.<br />
PREMESSE<br />
Kata/Karate-Dō<br />
Il fondamento del Karate-Dō risiede nei suoi Kata. I<br />
Kata sono delle combinazioni sistematiche di posizioni<br />
e posture, tecniche di mani e piedi, parate, kiai,<br />
movimenti degli occhi e...visualizzazione (avversari o<br />
circostanze immaginarie - una sorta di psicodramma).<br />
Tutti gli elementi del Kata hanno uno schema che può<br />
essere descritto attraverso un grigliato o un tracciato<br />
sul pavimento del dojo. Il termine Dojo può essere<br />
tradotto come luogo dell’illuminazione. Il Kata, la<br />
vera base del Karate-Dō, è praticato continuamente e<br />
sotto le indicazioni di un maestro o Sensei - colui che<br />
ha imparato per primo. Una tale pratica si svolge generalmente<br />
in un dojo (indipendentemente dalla realtà<br />
fisica in cui si sta praticando).<br />
I seguaci del Dō nel Karate-Dō spesso descrivono i<br />
Kata come lo shugyu o un attività ripetitiva che serve<br />
a unificare la mente, il corpo e lo spirito del praticante.<br />
Religione/Cerimoniali<br />
Tutte le religioni, con l’esclusione forse di alcune primitive<br />
religioni animiste, prescrivono mezzi cerimoniali<br />
per comunicare spiritualmente con o divenire un<br />
tutt’uno con un Dio o degli dei. Tali mezzi cerimoniali<br />
o cerimonie sacre, in genere combinano vocalizzazioni,<br />
posture fisiche -specialmente gesti e posizioni<br />
delle mani – e posture meditative – un atteggiamento<br />
di devozione in cui è invocato il Dio (gli dei).<br />
Molte religioni o teosofie permettono un terminus<br />
spirituale del praticante mentre egli è ancora in vita.<br />
Comunque, un tale terminus spirituale è realizzato<br />
raramente dal praticante. Questo terminus spirituale<br />
può essere anche descritto come una santificazione o<br />
il vivere in uno stato di grazia. Viene anche attribuito<br />
a molti Bodhisattva.<br />
Una persona raggiunge lo stato di grazia attraverso<br />
lunghe e ardue pratiche degli elementi cerimoniali e<br />
l’adesione alla religione o teosofia. Il fine ultimo delle<br />
azioni cerimoniali è: divenire una sola cosa con<br />
Dio o raggiungere la vera illuminazione spirituale.<br />
Basandomi su tali premesse, sulla mia ricerca circa le<br />
diverse religioni e sul Karate-Dō, mi accontento di<br />
quest’unica sfaccettatura e infatti, l’origine del Kata,<br />
e quindi, del Karate-Dō è il raggiungimento, grazie a<br />
pratiche cerimoniali, di … un stato di grazia – illuminazione<br />
- santificazione. Un tale stato di grazia può<br />
anche avvenire su base temporanea durante la propria<br />
vita…<br />
1. L’estasi della testimonianza di colui che crede nella<br />
fede cristiana;<br />
2. Lo Shuho e il divenire uno con Dainichi nyorai<br />
(Mahavairocara Buddha) nel Mikkyo;<br />
3. Il divenire uno con Shiva attraverso la danza cerimoniale<br />
di Bharata Natyam (una danza cerimoniale);<br />
4. Il cullarsi, sentendo l’amore, di colui che è<br />
all’ultimo giorno di Ramadan, appena prima dell’Eid,<br />
e che prega il suo Dio, essendosi impegnato in molti<br />
giorni di digiuno;<br />
5. O… quel momento di vero mushin di colui che sta<br />
eseguendo ed è un tutt’uno con il Kata, standoci dentro.<br />
La Psicologia dell’Illuminazione<br />
Come seminarista, decenni fa, ero molto interessato a<br />
questo stato di grazia, tanto quanto alla correlazione<br />
della preghiera Cristiana con altre pratiche meditative.<br />
Ero indietro come adepto nel trovare la prova della<br />
grazia – il segno di una consapevolezza trascendente.<br />
Molto stranamente, non trovai prove sufficienti<br />
come quelle che trovai invece per ciò che può essere<br />
meglio descritto come: tracce fisiologiche.<br />
Un esempio di tracce… Studiai i crani degli studenti<br />
misurando le loro onde cerebrali e i tracciati modali<br />
delle loro onde cerebrali mentre pregavano, praticavano<br />
Zazen o TM (meditazione trascendentale). Notai<br />
un evidente cambiamento nelle onde cerebrali non<br />
appena essi entrarono più profondamente nelle loro<br />
rispettive pratiche di meditazione o preghiera. Più<br />
pronunciato fu il grado di attività delle onde alfa tanto<br />
quanto quello delle onde theta, durante questo stato.<br />
Le onde alfa sono più comunemente conosciute, poiché<br />
sono prevalenti durante la fase REM (Rapid Eye<br />
Movement) o durante la fase di sogno. Le onde alfa,<br />
segnalano una consapevolezza inconscia, se ciò può<br />
avere un senso. Le onde theta sono indicative di alti<br />
livelli degli stati emozionali e vengono emanate dal<br />
mesencefalo – generando il motivo per godere dei<br />
sentimenti piacevoli. Così, durante la pratica medita-<br />
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