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☛ CHIP DETECTOR e studio del particolato metallico<br />
Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />
18<br />
Tecniche di campionamento<br />
e mezzi di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />
del particolato<br />
Le dimensioni delle particelle<br />
sono s<strong>in</strong>tomo della severità del processo<br />
e la morfologia suggerisce il<br />
meccanismo del fenomeno; non<br />
rimane che identificare la composizione<br />
chimica per poterle associare<br />
al particolare dal quale si sono<br />
distaccate. Con tali elementi è possibile<br />
<strong>in</strong>dividuare univocamente: il<br />
particolare che si sta usurando, se<br />
si sta usurando più o meno pericolosamente<br />
ed <strong>in</strong> che modo.<br />
Ma quali mezzi la scienza ci<br />
mette a disposizione? Per ripercorrere<br />
cronologicamente la storia<br />
delle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sul particolato metallico<br />
si deve fare un salto nel<br />
passato di molti decenni.<br />
Lʼ<strong>in</strong>teresse per i fenomeni di<br />
usura su componenti meccaniche<br />
di impiego aeronautico è<br />
legato essenzialmente allʼanalisi<br />
di particolato metallico<br />
disperso <strong>in</strong> oli lubrificanti.<br />
Per i primi studi dei fenomeni<br />
di usura era possibile<br />
affidarsi solo alla microscopia<br />
ottica per osservare <strong>in</strong> dettaglio<br />
la superficie di particelle<br />
comunque evidenti ad occhio<br />
nudo; negli anni ʻ70 è stata<br />
sviluppata una tecnica, la ferrografia,<br />
che permette lʼosservazione<br />
di particolato ferromagnetico di<br />
dimensioni tra 1 e dec<strong>in</strong>e di micrometri<br />
disperso negli oli lubrificanti<br />
basandosi sulla precipitazione<br />
selettiva <strong>in</strong> funzione della suscettività<br />
magnetica e delle dimensioni.<br />
Dove lʼaspetto chimico e il<br />
carattere di urgenza sono pr<strong>in</strong>cipali<br />
rispetto a quello morfologico, e più<br />
<strong>in</strong> generale di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, viene eseguita<br />
lʼanalisi spettrometrica (<strong>in</strong><br />
“emissione” vengono analizzate le<br />
radiazione emesse dagli elementi<br />
metallici presenti nel campione<br />
Formazione di uno strato<br />
di ossido superficiale<br />
Asportazione dellʼossido<br />
e conseguente formazione<br />
della particella<br />
Formazione di un nuovo<br />
strato di ossido e reiterazione<br />
del meccanismo<br />
f<strong>in</strong>o allʼassenza di contatto<br />
fisico tra le superfici<br />
opportunamente eccitato; <strong>in</strong><br />
“assorbimento” vengono analizzate<br />
le radiazione assorbite dagli elementi<br />
metallici presenti nel campione<br />
volatilizzato) ed è il caso del<br />
programma S.O.A.P. (spectrometric<br />
oil analysis program) effettuato<br />
dai Laboratori Tecnici di Controllo -<br />
Servizio dei Supporti del Comando<br />
Logistico - sul particolato di dimensione<br />
tra 0,1 e unità di micrometri<br />
presenti negli oli lubrificanti degli<br />
aeromobili.<br />
Il problema dellʼ<strong>in</strong>trappolamento<br />
delle particelle provenienti dallʼusura<br />
di parti meccaniche di primaria<br />
importanza è stato risolto <strong>in</strong>stallando<br />
chip detectors nel circuito di<br />
lubrificazione. I chip sono costituiti<br />
da sensori magnetici che trattengono<br />
particelle di grandezza tra i 10<br />
μm e qualche millimetro.<br />
Le particelle che hanno provocato<br />
lʼattivazione del warn<strong>in</strong>g del chip<br />
si possono osservare al microscopio<br />
elettronico a scansione (S.E.M.)<br />
e analizzare per la determ<strong>in</strong>azione<br />
della composizione elementare<br />
mediante spettroscopia a dispersione<br />
di energia (E.D.S.), (fig. 9) .<br />
Il sistema dei chip detectors correlato<br />
al suddetto sistema di analisi<br />
consente lʼacquisizione di immag<strong>in</strong>i<br />
con <strong>in</strong>grandimenti f<strong>in</strong>o a dec<strong>in</strong>e di<br />
migliaia di volte per lo studio accurato<br />
della morfologia e lʼanalisi<br />
semi-quantitativa puntuale degli<br />
elementi chimici costituenti per risalire<br />
alla natura della particella. Le<br />
analisi SEM - EDS sono effettuate<br />
dal Gruppo Materiali Strutturali -<br />
Reparto Chimico C.S.V.<br />
Un caso esemplare ed alcuni<br />
dati degli ultimi c<strong>in</strong>que anni<br />
Fig. 8 - Usura da corrosione<br />
Il G.222 è un caso esemplare di<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e tecnica a scopo preventivo.<br />
Infatti per questo velivolo,<br />
ormai al term<strong>in</strong>e del servizio operativo,<br />
è stato previsto il controllo on<br />
condition ovvero un “sistema di<br />
monitoraggio <strong>in</strong> servizio mediante<br />
analisi SOAP e controllo dei chip<br />
detector” per <strong>in</strong>dividuare la possibile<br />
<strong>in</strong>cipiente rottura dei riduttori giri<br />
elica (rottura che causò due <strong>in</strong>cidenti<br />
di volo). Il controllo, che è<br />
stato stabilito attraverso una apposita<br />
PTA (Prescrizione Tecnico<br />
Applicativa), è nato proprio con lo<br />
scopo di verificare la presenza, la<br />
quantità, la composizione elementare<br />
e le dimensioni del particolato.<br />
In base a tali parametri la PTA def<strong>in</strong>isce<br />
dei provvedimenti da <strong>in</strong>traprendere<br />
che comprendono, nel<br />
caso estremo, la rimozione del<br />
motore per controlli accurati.<br />
Element Weight % Atomic %<br />
Si K 0,47 0,93<br />
Cr K 12,41 13,15<br />
Mn K 0,65 0,65<br />
Fe K 85,93 84,76<br />
Ni K 0,54 0,50<br />
Commento:<br />
è stato esam<strong>in</strong>ato n. 1 truciolo delle dimensioni di<br />
6.5 mm riconducibile ad un acciaio del tipo AISI<br />
410, la cui composizione è riportata <strong>in</strong> tabella.<br />
Fig. 9 - Report analisi SEM - EDS<br />
Dallʼentrata <strong>in</strong> vigore della PTA<br />
molti chip detector hanno segnalato<br />
anomalie ed alcuni motori sono<br />
stati, nel tempo, sbarcati e controllati,<br />
ma non si sono più verificate <strong>in</strong><br />
volo avarie, o peggio, <strong>in</strong>cidenti.<br />
Al giorno dʼoggi sono diversi i<br />
velivoli che prevedono il monitoraggio<br />
mediante chip detector di parti<br />
meccaniche di notevole importanza<br />
ed i sistemi di warn<strong>in</strong>g hanno dato il<br />
corretto allarme al verificarsi di anomalie<br />
su: EFA, Tornado, AMX,<br />
C.130/J, P.180, ATR-42, AB.212,<br />
AB.412. Sono 60 i chip detector<br />
pervenuti nei laboratori negli ultimi<br />
c<strong>in</strong>que anni e cent<strong>in</strong>aia di migliaia<br />
le particelle osservate ed analizzate<br />
tanto che almeno una volta allʼanno,<br />
statisticamente, un motore deve<br />
essere sbarcato per presenza di<br />
particolato di natura pericolosa.<br />
Conclusioni<br />
Se lʼobiettivo pr<strong>in</strong>cipale della S.V.<br />
è quello di preservare le risorse e<br />
se la def<strong>in</strong>izione della cultura S.V.<br />
è lʼ<strong>in</strong>sieme di conv<strong>in</strong>cimenti,<br />
norme, atteggiamenti, pratiche tecniche<br />
e sociali mirate a m<strong>in</strong>imizzare<br />
lʼesposizione delle persone appartenenti<br />
o meno allʼorganizzazione,<br />
a condizioni ritenute pericolose<br />
e dannose[7], quanto detto sulle<br />
potenzialità dello studio del particolato<br />
metallico proveniente da chip<br />
detector non può che essere considerato<br />
una corretta azione preventiva.<br />
Il monitoraggio nel tempo dello<br />
stato di salute di un s<strong>in</strong>golo velivolo<br />
o la valutazione di più velivoli della<br />
stessa flotta è possibile attraverso i<br />
mezzi <strong>in</strong> possesso ed è qu<strong>in</strong>di possibile<br />
monitorare lʼ<strong>in</strong>tero sistema<br />
operativo della Forza Armata e dei<br />
Reparti di Volo delle altre Forze<br />
Armate e dei Corpi di Stato.<br />
Lʼ<strong>in</strong>dividuazione tempestiva di<br />
un pericolo da usura (mediante le<br />
valutazioni sulla composizione, sulla<br />
morfologia, sulle dimensioni e sul<br />
numero di particelle prodotte dal<br />
fenomeno) può ridurre sensibilmente<br />
la probabilità che si verifichi il<br />
rischio di una rottura <strong>in</strong> volo. Le<br />
l<strong>in</strong>ee che si avvalgono dellʼimpiego<br />
di chip detector hanno uno strumento<br />
di prevenzione davvero efficace.<br />
Il potenziale di questo tipo di<br />
<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e tecnica può, attraverso la<br />
fattiva collaborazione tra le l<strong>in</strong>ee<br />
volo ed il Reparto Chimico, contribuire<br />
efficacemente alla operatività<br />
<strong>in</strong> sicurezza dellʼ<strong>in</strong>tera flotta. ❑<br />
Bibliografia<br />
[1] J. Hall<strong>in</strong>g<br />
“Introduzione alla tribologia”.<br />
Ed. Tecniche Nuove<br />
[2] American society for<br />
metals<br />
“Foundamentals of friction and<br />
wear of materials”.<br />
[3] R. H. Wood,<br />
R. W. Sweg<strong>in</strong>nis<br />
“Aircraft accident <strong>in</strong>vestigation”.<br />
[4] Col. Piero Silvestri<br />
“L’attività dei laboratori<br />
chimici dell’A. M.”;<br />
“Le particelle da usura”.<br />
[5] AGARD – CP-589 NATO<br />
“Tribology for aerospace system”.<br />
[6] A. Z. Szeri<br />
“Tribology friction, lubrication,<br />
and wear”.<br />
Ed. Mc.Graw Book Company<br />
[7] Col. F. Saverio Agresti<br />
Lezioni “Sicurezza Volo”.<br />
Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />
19<br />
Sicurezza del Volo n. 271/2009<br />
Sicurezza del Volo n. 271/2009