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Trauma approccio clinico

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Valutazione <strong>clinico</strong>-strumentale del trauma addominale<br />

G. Sganga<br />

Istituto Clinica Chirurgica e C.N.R. - Centro Studio Fisiopatologia dello Shock, Università<br />

Cattolica - Roma<br />

e-mail: gsganga@tiscalinet.it<br />

Introduzione<br />

Il trauma addominale è una causa frequente di morbidità e mortalità rappresentando l’addome<br />

la terza regione più frequentemente coinvolta da patologie traumatiche.<br />

La frequenza di lesioni che richiedono un trattamento chirurgico si aggira attorno al 20%.<br />

Il paziente politraumatizzato spesso presenta lesioni addominali associate ad altre quali quelle<br />

toraciche, scheletriche e/o craniche che ne aggravano la prognosi e ne rendono più difficile la<br />

diagnosi e la terapia.<br />

A seconda del meccanismo del danno i traumi addominali si possono distinguere nelle due<br />

ampie classi: traumi chiusi e traumi penetranti.<br />

Più frequenti sono i traumi chiusi dovuti ad un meccanismo diretto: urto, compressione,<br />

azione di corpi contundenti, percosse; meno frequenti sono i traumi dovuti a meccanismi<br />

indiretti quali brusche decelerazioni (che determinano stiramenti, lacerazioni o disinserzioni<br />

di varie strutture endoaddominali).<br />

I traumi penetranti come le lesioni da arma da taglio (le più frequenti), da arma da fuoco e<br />

quelle cosiddette da impalamento; seppur più rari, specie nei centri urbani, rappresentano una<br />

percentuale ancora consistente.<br />

Le differenze tra i due tipi di trauma addominale non risiedono solo nel meccanismo d’azione<br />

del danno ma anche nella frequenza delle lesioni degli organi endoaddominali, nel<br />

ragionamento diagnostico e in alcune soluzioni chirurgiche di Damage Control.<br />

Incidenza di lesione d’organo<br />

Nel trauma chiuso<br />

Nel trauma penetrante<br />

Milza 26% Fegato 37%<br />

Piccolo intestino 16% Piccolo intestino 26%<br />

Rene 24% Stomaco 19%<br />

Fegato 15% Colon 14%<br />

Parete addominale 1-3% Omento 10%<br />

Diaframma 1-3% Milza 7%<br />

Mesentere 1-3% Rene 3-5%<br />

Pancreas 1-3% Pancreas 3-5%<br />

Duodeno 3-5%<br />

Diaframma 3-5%<br />

Essendo l’addome superiore protetto dalle ultime coste il trauma toracico e quello addominale<br />

dovrebbero essere sempre considerati compresenti fino a prova contraria; spesso infatti i<br />

traumi costali possono determinare importanti lesioni degli organi addominali ipocondriaci;<br />

viceversa violenti traumi addominali possono causare interruzione del diaframma con<br />

formazione di ernie diaframmatiche. Pertanto la possibilità di lesioni traumatiche a carico dei


visceri addominali va presa in considerazione in tutti i casi di trauma del tronco, compreso il<br />

torace ed il bacino.<br />

Valutazione del paziente con sospetto trauma addominale<br />

La valutazione iniziale dell’addome ha l’obiettivo di determinare se vi siano fonti<br />

endoaddominali di sanguinamento o di contaminazione da parte di materiale intestinale. Altre<br />

lesioni, quali danni pancreatici e/o biliari, non pongono nell’immediato a rischio la vita del<br />

paziente e pertanto risultano meno urgenti. Nonostante la presenza all’interno dell’addome di<br />

differenti organi e strutture anatomiche nonché la possibilità di un ampio spettro di possibili<br />

lesioni la domanda che il chirurgo dovrà porsi nella valutazione iniziale sarà semplicemente<br />

se vi è sangue o contaminazione peritoneale.<br />

L’indicazione chirurgica andrà posta una volta messe in atto tutte le procedure di<br />

stabilizzazione cardiocircolatoria e respiratoria del paziente. Qualora non vi fossero evidenze<br />

di immediata necessità di trattamento chirurgico il paziente potrà essere ulteriormente valutato<br />

al fine di trattare altri problemi urgenti. Non vi sono problemi addominali, neppure<br />

l’eviscerazione, che abbiano la precedenza sulle misure di stabilizzazione respiratoria ed<br />

emodinamica della valutazione primaria.<br />

La valutazione fisica dell’addome rappresenta una sfida per tutti coloro che si occupano di<br />

emergenza anche perché i segni di peritonite sono spesso tardivi (4 ore).<br />

La diagnosi organo-specifica è spesso difficile e peraltro non necessaria in caso di indicazione<br />

chirurgica immediata. La presenza di aria libera, un LPD positivo in un paziente ipoteso


appresentano un’assoluta indicazione alla laparotomia esplorativa. L’obiettivo del chirurgo<br />

sarà semplicemente identificare la necessità dell’intervento.<br />

Gli esami di laboratorio così come indagini strumentali raffinate sono utili solo nella<br />

valutazione successiva del paziente che non presenti nelle prime fasi dell’assistenza<br />

un’immediata indicazione all’intervento chirurgico<br />

Lavaggio peritoneale diagnostico (LPD)<br />

E' sicuramente l’esame con più alta sensibilità<br />

e specificità (falsi negativi 0.5-1%, falsi<br />

positivi 1%); inoltre la facilità ed i tempi rapidi<br />

in cui può essere eseguito, unitamente alla<br />

bassa incidenza di complicanze, fanno sì che il<br />

LPD costituisca un test diagnostico<br />

fondamentale nella valutazione dei pazienti con<br />

trauma chiuso dell’addome.<br />

Indicazioni principali al LPD:<br />

- dolore o dolorabilità addominale<br />

- ipotensione inspiegabile<br />

- fratture delle ultime coste<br />

- fratture pelviche<br />

- fratture delle vertebre toraciche o lombari<br />

- paraplegia o tetraplegia<br />

- alterazioni dello stato di coscienza.<br />

L’unica vera controindicazione assoluta al LPD<br />

è la immediata indicazione alla laparotomia d' urgenza.<br />

Controindicazioni relative al Lavaggio peritoneale sono rappresentate da:<br />

- gravidanza,<br />

- presenza di cicatrici da pregressi interventi chirurgici addominali,<br />

- obesità,<br />

- cirrosi avanzata o una preesistente coagulopatia.<br />

Le limitazioni del LPD riguardano la sua non attendibilità nella documentazione dei<br />

traumi retroperitoneali, della vescica, del diaframma, dei visceri cavi (a meno di una<br />

identificazione di bile, feci o batteri).<br />

Se dal catetere si aspira francamente<br />

sangue, si impone subito la necessità di<br />

una laparotomia esplorativa. Se<br />

l’aspirazione è negativa bisogna<br />

eseguire il lavaggio della cavità<br />

peritoneale introducendo 20 ml/kg di<br />

soluzione fisiologica o Ringer lattato:<br />

effettuato il lavaggio un campione<br />

(intorno ai 75 ml) viene inviato in<br />

laboratorio per l' analisi.<br />

Secondo gli attuali protocolli la<br />

positività del LPD rappresenta una precisa indicazione alla laparotomia esplorativa urgente.<br />

Se il risultato è dubbio si può ripetere il lavaggio dopo 4-6 ore.<br />

Studi clinici retrospettivi recenti dimostrano che la principale indicazione all’intervento in<br />

caso di emoperitoneo documentato (LPD o ECO o TC positive) è rappresentata dalla stabilità<br />

emodinamica del paziente indipendentemente dall’entità del grado di lesione dell’organo o<br />

dall’entità dell’emoperitoneo stesso.<br />

Radiografia di torace, addome, pelvi<br />

Sono eseguite al fine di identificare i seguenti reperti:<br />

- fratture costali, ernia diaframmatica<br />

Il LPD viene considerato positivo se:<br />

- dal catetere si aspira francamente sangue<br />

(sono sufficienti 10 ml nel bambino, 20 ml negli<br />

adulti);<br />

- globuli rossi >100.000/mm3<br />

- globuli bianchi >500/mm3 (dopo almeno 3 ore dal<br />

trauma)<br />

- diastasi >175 U/100 ml<br />

- batteri (all’esame microscopico diretto con Gram)<br />

- bile (per il colore verdastro o per > di bilirubina)<br />

- particelle di cibo.


- presenza di aria libera (rottura di un viscere cavo)<br />

- presenza di gas nella regione duodenale (possibile rottura duodenale retro-<br />

peritoneale)<br />

- scomparsa del profilo dello psoas<br />

(emorragia retroperitoneale, possibile<br />

rottura retroperitoneale duodenale o<br />

pielo-ureterale con formazione di un<br />

urinoma)<br />

- ingrandimento dell’ombra renale<br />

(rottura di rene con ematoma<br />

perirenale)<br />

- frattura delle vertebre lombo-sacrali<br />

- frattura della pelvi<br />

Esami radiologicí contrastografici<br />

Sono indicati nel sospetto di lesioni di<br />

specifici organi intraaddominali:<br />

- urografia, in presenza di ematuria<br />

- Rx-prime vie digerenti con<br />

Gastrografin e colangiopancreatografia<br />

retrogra<br />

da endoscopica (CPRE), nel sospetto di<br />

un trauma duodenopancreatico.<br />

Chiaramente in assenza di altre lesioni<br />

richiedenti una laparotomia d’urgenza,<br />

e se le condizioni cliniche generali<br />

del paziente lo consentono.<br />

Indicazioni alla laparotomia in urgenza<br />

¾ Ipotensione con evidenza di lesione<br />

addominale<br />

- ferita d’arma da fuoco<br />

- ferita da taglio<br />

- trauma chiuso con presenza di sangue al<br />

LPD<br />

¾ Peritonite precoce o tardiva<br />

¾ Ipotensione ricorrente dopo adeguata<br />

rianimazione<br />

¾ Aria libera in addome<br />

Ecografia<br />

Tra gli esami diagnostici nel trauma addominale l’ecografia sta assumendo un ruolo sempre<br />

più significativo soprattutto grazie all’introduzione delle scansioni FAST (Focused<br />

Abdominal Sonography for <strong>Trauma</strong>) che permettono anche in mani non particolarmente<br />

esperte di identificare la presenza di versamento nello spazio epatorenale, splenorenale, nello<br />

scavo pelvico e nel pericardio (regola delle 4P).<br />

In mani più esperte, tale indagine ha il vantaggio di rilevare alterazioni ecostrutturali<br />

(ematomi sottocapsulari, intraparenchimali, fratture, lacerazioni) degli organi parenchimatosi<br />

e fornire informazioni su retroperitoneo, vescica, diaframma, pleura, aorta.<br />

Circa la diagnosi dell’emoperitoneo, devono essere presenti almeno 50-70 cc di liquido;<br />

inoltre è necessario avere la vescica piena per una migliore visione della pelvi.<br />

Complessivamente questa tecnica presenta una sensibilità (84%) ed una accuratezza<br />

diagnostica (85%) inferiori rispetto al LPD, ed inoltre tali valori sono influenzati<br />

dall’esperienza dell’ecografista. Considerando, tuttavia, la non invasività, la facilità di<br />

esecuzione, la quantità di informazioni che è in grado di fornire, l’ecografia rappresenta un<br />

ottimo esame diagnostico in quei casi che non necessitano di laparotomia urgentissima e/o nei<br />

casi di LPD dubbio. Risulta inoltre indiscutibilmente utile nei pazienti con pregresse<br />

laparotomie, con disordini della coagulazione e in caso di gravidanza.<br />

Tomografia computerizzata (TC)<br />

La TC costituisce l’esame diagnostico che fornisce le maggiori informazioni.<br />

I principali segni rilevabili riguardano:<br />

- ematoma dei muscoli retti<br />

¾<br />

¾<br />

Lesione diaframmatica<br />

Evidenza cistografica di perforazione<br />

vescicale intraperitoneale<br />

¾ Evidenza alla TAC di lesione<br />

pancreatica, ileo-colica, epatica,<br />

splenica e/o renale<br />

¾<br />

¾<br />

Positività di esame Rx contrastografico<br />

del tratto GI superiore e/o inferiore<br />

Persistente rialzo delle amilasi con<br />

reperto obiettivo addominale positivo


- lesioni di organi solidi intraperitoneali: milza e fegato<br />

- emoperitoneo<br />

- lesioni retroperitoneali: pancreas, reni ed ureteri (con l’iniezione di m.d.c.<br />

endovenoso); duodeno (con la somministrazione nello stomaco di m.d.c.<br />

idrosolubile - Gastrografin); vasi retroperitoneali; ematoma retroperitoneale;<br />

urinoma<br />

I limiti e gli svantaggi della TC sono rappresentati soprattutto da:<br />

- scarsa valutazione dei visceri cavi<br />

- necessità di trasportare il paziente nella sala radiologica (problemi logistici di trasporto)<br />

- necessità di collaborazione da parte del paziente<br />

- difficoltà di esecuzione nei pazienti agitati (necessità di sedazione) e nei pazienti comatosi<br />

che richiedono ventilazione artificiale<br />

- necessità di interpretazione dell’esame da parte di un radiologo esperto.<br />

Angiografia<br />

Le indicazioni principali riguardano:<br />

- assenza o riduzione asimmetrica dei polsi arteriosi degli arti inferiori<br />

- ematuria da trauma renale<br />

- ematoma retroperitoneale pelvico (sospetto o documentato alla TC) conseguente a frattura<br />

pelvica, per la diagnosi angiografica di sede dell’emorragia e per un eventuale trattamento<br />

mediante embolizzazione dell’arteria ipogastrica o dell’arteria glutea superiore<br />

Presenta gli stessi problemi logistici. della TC.<br />

Laparoscopia<br />

In vari studi tale metodica si è dimostrata estremamente valida nell’evitare il ricorso a<br />

laparotomie non necessarie (5-40% dei casi). Ulteriori vantaggi sono rappresentati dalla<br />

possibilità di intervenire direttamente in caso di lesioni “minori”; ne consegue, rispetto al<br />

ricorso a laparotomia, una riduzione dei giorni di ricovero (1,4 vs 5,1), una riduzione della<br />

morbidità (3 vs 22%), con diminuzione dei costi di ospedalizzazione. Inoltre si evidenziano<br />

un minor dolore postoperatorio, un miglior risultato estetico, una più precoce mobilizzazione<br />

e ripresa delle normali attività quotidiane e lavorative.<br />

Circa un 19% delle laparoscopie vengono convertite in laparotomie per emorragia massiva,<br />

instabilità emodinamica, intolleranza al pneumoperitoneo, impossibilità di visualizzare le<br />

strutture anatomiche.<br />

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