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Mara Franci<br />
Inquietudine del Sé, 1987, pastelli e crete su carta, cm. 50x70<br />
“Nel vedere la sua opera da spettatori puramente<br />
estetici di un lavoro artistico si va oltre, inevitabilmente,<br />
coinvolgendosi sul piano del sentire intimamente.<br />
Si coglie così l’equilibrio e il senso essenzialmente<br />
centrifugo di questi disegni tracciati con le dita<br />
come antenna dell’anima, si scorge come all’origine<br />
del tutto vi siano i movimenti circolari dell’origine<br />
<strong>della</strong> creazione e delle rotazioni degli astri.<br />
Si sente quel modo così libero e sensuale di lasciarsi<br />
andare su piani di grandi dimensioni cosparsi<br />
di pulviscolo cosmico proveniente e rinnovante<br />
quell’evento iniziale di “supernova nascente”.<br />
Le intersezioni spaziali che si aprono come voragini<br />
abissali sprofondano fin dentro le più segrete camere<br />
dell’inconscio e la sensualità del suo linguaggio<br />
a “tutto istinto” di ricercatrice visionaria di ogni<br />
moto dell’animo ci restituiscono forme archetipe,<br />
interne, riguardanti perfino forme e tessuti propri<br />
del corpo umano, forme familiari dunque…cosicché<br />
quando l’abisso si squarcia la carne si lacera e<br />
un tremito ci attraversa.<br />
Ma le lacrime, il sudore e il sangue che trasudano<br />
da forme e colori e parole diventano nelle linee sinuose,<br />
così eccezionalmente sinuose e ritmiche,<br />
per l’artista le note di una danza magica ed erotica<br />
che con rigore straordinario continua a danzare<br />
come un inno alla vita.<br />
Ed è grazie al suo rigore e alla sua generosità che<br />
la carnalità si esprime con compostezza e l’Eros è<br />
pieno di grazia. Come le sue opere espresse con<br />
compostezza e grazia perché permeate da una dolcezza<br />
celestiale che le illumina da dentro cosicché<br />
ogni segno, ogni sfumatura, ogni parola canta all’unisono<br />
la sacralità <strong>della</strong> vita.<br />
Questa melodia fa risuonare nella nostra anima il<br />
senso del sacro e ci restituisce l’unica sicurezza<br />
che ci rende tali…si può accogliere l’abisso quando<br />
si sa da che parte stare.<br />
Con la sua opera spazza via nettamente e decisamente<br />
la miseria di una vita priva di significato, l’umiltà<br />
di chi sottopone tutto sé stesso alle leggi del<br />
sacro lo sbalza di botto, i suoi blu lo rivelano poderosamente,<br />
su un piano di dignità talmente regale,<br />
maestosa direi, che ognuno si sente potentemente<br />
investito dello stesso compito e potentemente<br />
dotato <strong>della</strong> stessa responsabilità.<br />
Tanto generosamente ci restituisce l’autonomia<br />
<strong>della</strong> conoscenza quanto onestamente la responsabilità<br />
di volerla ma soprattutto dobbiamo ringraziarla<br />
per averci comunicato il fascino <strong>della</strong> sua meraviglia<br />
di fronte al mistero che le si rivela.<br />
Affascinati anche noi ne restiamo.<br />
Adrian Americo Pio<br />
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