Fotografi in Toscana

Fotografi in Toscana
Luca Buti
« Ècome se ad un certo punto i pittori usassero un
pennello tecnologicamente più evoluto». È
questa l’idea del fotografo Luca Buti, un’idea
sintetizzata anni fa, quando il mondo fotografico fu
arato dalla cosiddetta “fotografia digitale”. Un’idea
che vuole lasciare sempre la tecnica in secondo piano
e ricondurre tutto al gesto mentale del fotografo, alla
sua visione, ad un’inquietudine artistica con cui continuamente
confrontarsi. In questo contesto, il click altro
non è che il passaggio: prima l’urgenza creativa,
poi l’immagine affidata alla pellicola o al sensore, e
solo così una fotografia può fregiarsi di quel (troppo
spesso vacillante) status di “opera d’arte”.
Il mondo fotografico di Luca Buti orbita intorno alla
musica, l’impalpabile energia sonora che lui riesce a
trasformare in immagini: dalla fotografia di scena dei
concerti live (a cui ha dedicato il suo libro “Jazzin”), alla
sua attività come copertinista (notevole la sua serie di
B/N usata dalla casa discografica Hat Hut per le copertine
dei suoi album), alla musica portata in palcoscenici
naturali (“Sirene e Gravità”). È proprio da “Sirene e
Gravità” che provengono le foto inserite in queste pagine:
un’associazione consequenziale tra armonia e
“fine scordatura”. L’armonia è costituita dal soggetto
(la figura femminile-musicista) e la scordatura
dall’ambiente (naturale) che sta attorno (ambiente
non deputato per lo svolgimento della musica). Qui il
suono diventa “terzo elemento”, un elemento sottointeso,
non fotografato, ma evocato. Nasce una labile
tensione che si concentra nella domanda drammatur-
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