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la<br />
<strong>TOSCANA</strong><br />
Toscana Cultura - Anno 2 - Numero 6 - <strong>Giugno</strong> <strong>2014</strong> - Registrazione Tribunale di Firenze n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227. E 2<br />
1
Con il patrocinio del<br />
Artisti e autori alle Giubbe Rosse<br />
PROGRAMMA DEI MESI DI MAGGIO-GIUGNO-LUGLIO <strong>2014</strong><br />
24 maggio - ore 17,30<br />
Presentazione del libro di grazia greco: IL GIARDINO DEI SOGNI<br />
25 maggio - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di pittura<br />
ATTIMI DI LUCE di DAVIDE SIGILLÒ<br />
28 maggio - ore 18,30<br />
Presentazione del libro: POETI IN <strong>TOSCANA</strong> <strong>2014</strong><br />
30 maggio - ore 17,30<br />
Presentazione del libro di carla Vidiri varano:<br />
LINGUAGGIO VERITIERO DELLE COSE - PREGHIERE DIPINTE<br />
1 giugno - ore 18,00<br />
presentazione del libro di ENRICO Manuelli: SEDUCENTI INFINITI<br />
7 giugno - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di pittura<br />
NEI TUOI OCCHI DI MARA FAGGIOLI<br />
8 giugno - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di pittura<br />
DAL VERO AL VEROSIMILE DI MASSIMO SONNINI<br />
11 giugno - ore 18,00<br />
presentazione del libro di eugenio D'Aniello: L'ultima malattia<br />
14 giugno - ore 18,00<br />
presentazione del libro di leonardo lovari: tornerà la mia estate<br />
21 giugno - ore 18,00<br />
presentazione del libro di GIOVANNI TERESI: sogno ad occhi aperti<br />
28 giugno - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di pittura<br />
MAILA STOLFI<br />
29 giugno - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di fotografia<br />
Massimo Nardi<br />
20 luglio - ore 18,00 - Inaugurazione mostra di pittura<br />
massimo nardi<br />
Info:<br />
JACOPO CHIOSTRI jacopochiostri@libero.it<br />
RICCARDO GHIRIBELLI riccardoghiribelli@virgilio.it<br />
Giubbe Rosse - Piazza della Repubblica 13/14 - 50123 Firenze<br />
Tel. 055 212280 - info@giubberosse.it - www.giubberosse.it
Sommario<br />
Sommario<br />
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41<br />
Il Museo Geo<br />
a Pontassieve<br />
Il Premio Filo d'Argento<br />
Geo Bruschi e Pinocchio<br />
a Collodi<br />
Giovanni Maranghi<br />
espone a Stuttgart<br />
Mara Faggioli<br />
in mostra alle Giubbe Rosse<br />
<strong>La</strong> festa del Paiolo per<br />
Giuliano Borselli<br />
Il Premio Letterario Giotto<br />
Silvano Campeggi<br />
premiato a Vicchio<br />
Afrodite al Decò<br />
Domenico Conforte<br />
ospite di Palazzo Grifoni<br />
L'universo poetico di<br />
Anna Maria Guidi<br />
Mario Luzi<br />
ricordato alle Giubbe Rosse<br />
Le rose di Maila Stolfi<br />
alle Giubbe Rosse<br />
I progetti premiati da<br />
Vivafirenze.it<br />
L'ispirazione spirituale di<br />
Marisa Vannucci Valori<br />
Ulrike Schneider:<br />
la sua mostra a Camaldoli<br />
Il Giglio Rosso<br />
& Bacio di Magritte B&B<br />
Atim's Top 60 Masters<br />
a Firenze<br />
Maestri cinesi<br />
a Palazzo Medici Riccardi<br />
Ancora un'edizione straordinaria di 48<br />
pagine per dare il dovuto spazio a tanti<br />
eventi della nostra regione che sono in<br />
corso o che stanno per avere inizio nel mese di giugno.<br />
<strong>La</strong> copertina e molte pagine interne sono dedicate<br />
a uno straordinario personaggio, l'ottuagenario<br />
Geo Bruschi, che ha fatto della sua esistenza un<br />
lungo viaggio intorno al mondo per conoscere se<br />
stesso e “l'altro”. Un suo coetaneo, Giuliano Borselli,<br />
è stato festeggiato a Villa Viviani per il prezioso<br />
contributo dato in mezzo secolo alla Compagnia del<br />
Paiolo e alla città di Firenze. Segnaliamo poi interessanti<br />
mostre internazionali; fra queste, quella di<br />
importanti artisti cinesi a Palazzo Medici Riccardi,<br />
quella di Ulrike Schneider a Camaldoli e quella<br />
dell'eccellente artista toscano Giovanni Maranghi<br />
che ha portato in Germania la nostra arte contemporanea.<br />
Parliamo anche di premi e di premiati: dal<br />
Filo d'Argento al Premio Letterario Giotto-Colle di<br />
Vespignano, dal Premio Giotto conferito a Silvano<br />
Campeggi al Vivafirenze.it assegnato a progetti di<br />
riqualificazione di Firenze. <strong>La</strong> poesia ha, anche in<br />
questo numero, ampio spazio dedicato a figure determinanti<br />
quali Mario Luzi e Anna Maria Guidi. <strong>La</strong><br />
nostra attenzione, come ogni mese, è rivolta anche<br />
alle numerose iniziative culturali del Caffè Giubbe<br />
Rosse dove espongono Mara Faggioli e Maila Stolfi.<br />
Le mostre che proponiamo svariano da quella di<br />
alta spiritualità di Marisa Vannucci Valori a quella<br />
di Domenico Monforte a San Miniato fino a quella<br />
originale e curiosa del Caffè Decò di Firenze dedicata<br />
al mito di Afrodite. Atim's Top 60 Masters ha<br />
portato a Firenze la pittrice argentina Cristina Bergoglio,<br />
nipote di Papa Francesco e ottima artista di<br />
livello mondiale, per un evento di risonanza mondiale.<br />
Di tutto questo, il lettore ne saprà di più leggendo<br />
le pagine che seguono.<br />
Fabrizio Borghini<br />
fabrizio.borghini@toscanacultura.it<br />
In copertina: “Pinocchio nel mondo” (foto di Geo Bruschi)<br />
la Toscana<br />
Periodico di attualità, arte e cultura<br />
dell’Associazione Toscana Cultura<br />
Registrazione Tribunale di Firenze<br />
n. 5905 del 6-2-2013 - Iscriz. Roc. 23227<br />
Numero 6 - <strong>Giugno</strong> <strong>2014</strong><br />
Direzione e Redazione:<br />
Via Valdichiana, 42 - 50127 Firenze<br />
Tel. 055 9336468<br />
redazione@toscanacultura.it<br />
www.toscanacultura.it<br />
Direttore responsabile:<br />
Fabrizio Borghini<br />
Segretario e curatore sito web:<br />
Emanuele Mecca<br />
Responsabile Marketing:<br />
Giuliana Paolieri<br />
Capo Redattore:<br />
Lorenzo Borghini<br />
Redazione:<br />
Lucia Bruni<br />
Jacopo Chiostri<br />
Pierfrancesco Listri<br />
Filippo Lotti<br />
Antonio Natali<br />
Daniela Pronestì<br />
Silvia Ranzi<br />
Duccio Ricciardelli<br />
Segretaria di redazione<br />
Chiara Scali<br />
Coordinamento editoriale<br />
Lucia Raveggi<br />
Foto:<br />
Geo Bruschi<br />
Giusi Celeste<br />
Antonio De Sio<br />
Veronica Gentile<br />
Luca Lupi<br />
Luca Matulli<br />
New Press Foto<br />
Sky Photografic Firenze<br />
Grafica, impaginazione e stampa:<br />
Nova Arti Grafiche srl<br />
50058 Signa (FI)<br />
Sommario<br />
3
Nel nome di<br />
Geo Bruschi<br />
inaugurato un museo<br />
etnoantropologico a Pontassieve<br />
Il famoso fotografo ha donato<br />
al Comune una collezione di straordinario<br />
valore storico e artistico<br />
di Daniela Pronestì<br />
Foto di Antonio De Sio<br />
Conoscere culture diverse dalla propria per capire il<br />
valore della diversità; verificare come cambia la<br />
creatività dell’essere umano in base alle sue necessità<br />
e all’ambiente in cui vive; fare un tuffo nella storia per<br />
ritornare al presente con maggiore consapevolezza: questo<br />
potranno fare i visitatori del Centro Studi Museo Geo inaugurato<br />
lo scorso 18 maggio nel centro storico di Pontassieve. Un evento<br />
che va ad aggiungersi ai tanti altri, sempre di altissimo livello, che<br />
negli ultimi dieci anni hanno permesso a questo piccolo Comune<br />
di diventare un punto di riferimento per l’arte in Toscana. Si va<br />
dalle mostre dedicate a Renato Guttuso, Beato Angelico, Venturino<br />
Venturi, Antonio Ligabue e Pietro Annigoni, ai tanti appuntamenti<br />
espositivi che hanno avuto per protagonisti nomi illustri dell’arte<br />
contemporanea italiana. Con l’apertura del museo, il primo di<br />
proprietà comunale, Pontassieve si dota di una struttura che<br />
L'ingresso del Museo Geo<br />
Il Sindaco Marco Mairaghi taglia il nastro tricolore insieme a Geo e Alessandro Sarti<br />
consolida ulteriormente la sua vocazione culturale, creando le basi<br />
per altre iniziative finalizzate alla valorizzazione della città e del suo<br />
territorio. Una tappa importante alla quale si è giunti grazie alla<br />
generosità del fotografo e collezionista fiorentino Geo Bruschi, che<br />
ritorna a Pontassieve, dopo la mostra Emozioni di viaggio nel 2012,<br />
per donare al Comune la sua raccolta di oggetti antichi, manufatti<br />
artistici e fotografie scattate in varie parti del mondo. Un gesto<br />
accolto con entusiasmo dagli amministratori locali e soprattutto<br />
dall’assessore alla cultura Alessandro Sarti, che, anche in<br />
quest’occasione, ha messo in campo tutto il suo impegno per far sì<br />
che, in poco più di un anno, si arrivasse all’inaugurazione della nuova<br />
realtà museale. Non poteva esserci destinazione migliore per una<br />
collezione il cui alto valore storico artistico ed etnoantropologico è<br />
confermato dalla presenza, tra l’altro, di vasi etruschi, vasellame e<br />
ceramiche del IV secolo a. C., anfore di epoca romana, reperti di<br />
4<br />
Museo Geo
Una parete del museo con alcune delle diecimila foto di Geo Bruschi<br />
<strong>La</strong> presentazione del nuovo museo nella Sala Consiliare del Comune di Pontassieve.<br />
Da sinistra, Alessandro Sarti, Geo Bruschi, Marco Mairaghi e Cristina Acidini<br />
Geo mostra al Sindaco Mairaghi e all'assessore Sarti i tesori del museo<br />
civiltà greco - italiche, armi antiche e maschere tribali di<br />
diversa provenienza. Il cuore pulsante della raccolta è<br />
rappresentato però da un eccezionale numero di fotografie -<br />
oltre 10.000 - che documentano i viaggi di Geo Bruschi intorno<br />
al mondo: più di 130 paesi, tra Cina, Africa, America, Oceania,<br />
Medio Oriente, Russia, Australia ed Europa, che egli ha più<br />
volte visitato, riportandone immagini inedite ed emozionanti.<br />
Un patrimonio straordinario di cui tutti potranno godere<br />
visitando il museo, che promette di essere un luogo destinato<br />
non solo alla conservazione e alla tutela della preziosa<br />
collezione, ma anche alla ricerca scientifica e alla formazione<br />
dei giovani. È soprattutto a loro che Geo consegna la<br />
testimonianza di una vita vissuta in difesa della diversità<br />
culturale, in quanto espressione di una ricchezza che<br />
appartiene tanto ai singoli quanto all’umanità intera. Un<br />
Alcuni reperti archeologici donati da Bruschi al museo<br />
5<br />
Museo Geo 5
Una parete del museo con una serie di maschere tribali<br />
aspetto che richiama l’idea del viaggio come esperienza che<br />
permette all’individuo di mettersi alla prova, ampliare i propri<br />
orizzonti mentali e culturali, alimentare la curiosità da cui scaturisce<br />
ogni forma di conoscenza. Tutto questo le giovani generazioni<br />
potranno scoprirlo nelle sale del museo, soffermandosi ora sugli<br />
oggetti, che raccontano le pratiche artistiche di civiltà distanti dalla<br />
nostra, ora sulle fotografie, che immortalano gli usi e i costumi di<br />
popoli ancora estranei agli effetti nefasti del progresso. Una<br />
missione educativa che la nuova struttura museale intende portare<br />
avanti anche grazie alla supervisione della Soprintendenza per i Beni<br />
Archeologici della Toscana, attualmente impegnata nella<br />
catalogazione dei pezzi più antichi della collezione, e alla<br />
collaborazione con la Facoltà di Antropologia dell’Università di<br />
Firenze. Anche l’architetto Guido Spezza, da sempre curatore delle<br />
mostre e dell’archivio fotografico di Geo Bruschi, oltre che suo<br />
fraterno amico, ha avuto un ruolo importante nella riuscita<br />
dell’iniziativa. E’ a lui, infatti, che si deve l’allestimento del museo e<br />
la scelta degli scatti fotografici momentaneamente in mostra. <strong>La</strong><br />
gestione è stata affidata invece all’associazione “Grandi viaggiatori”,<br />
una Onlus alla quale sarà possibile associarsi dal mese di settembre.<br />
Il museo, aperto al pubblico mercoledì dalle 9.30 alle 12.30 e sabato<br />
dalle 14.30 alle 17.30, ha già ricevuto moltissime visite, in particolare<br />
dagli appassionati di fotografia. Sulla pagina facebook Museo Geo<br />
Centro Studi è possibile trovare informazioni utili sulla struttura e<br />
sulle sue iniziative.<br />
Un'anfora e altri preziosi reperti custoditi nel nuovo museo di Pontassieve<br />
Alessandro Sarti, Geo Bruschi e Marco Mairaghi con i figuranti del corteggio storico<br />
6 Museo Geo
Il pubblico della Sala Consiliare durante la presentazione. In primo piano Silvano Campeggi<br />
Daniela Pronestì intervista Cristina Acidini per la rubrica Incontri con l'arte di Toscana TV<br />
<strong>La</strong> folla richiamata dall'evento in attesa di poter accedere al Museo Geo<br />
Geo Bruschi<br />
Ènato a Badia a Ripoli, presso Firenze,<br />
ottantaquattro anni fa. Nel 1949, dopo<br />
aver conseguito il diploma di ragioniere,<br />
suo padre gli regala una vespa usata: è l’inizio<br />
dei viaggi. Nel 1950, per l’Anno Santo,<br />
raggiunge Roma in bicicletta. Iscrittosi alla<br />
Facoltà di Economia e Commercio, lavora per<br />
breve tempo nella ditta di tessuti di un cugino<br />
e subito dopo nel mondo dell’avanspettacolo<br />
grazie ad un amico americano. Dopo una<br />
puntata a Beirut decide che la vita<br />
dell’impresario non è adatta a lui. È a questo<br />
punto che Eugenio Bruschi, in arte Geo, scopre<br />
la sua vocazione all’imprenditoria, tanto da<br />
diventare, dopo non poche avventure, un<br />
imprenditore di successo. In questi anni la<br />
passione per il viaggio non l’ha mai<br />
abbandonato: dopo in un viaggio in Vespa fino<br />
ad Amburgo, negli anni Sessanta arriva in auto<br />
a Capo Nord, Gerusalemme e Bombay. Da<br />
allora sono oltre 130 i paesi visitati e raccontati<br />
per mezzo della fotografia. Negli ultimi anni<br />
alterna ai viaggi l’organizzazione di mostre<br />
fotografiche, tra cui "Geo e il mondo", presso<br />
l’Oratorio di Santa Caterina di Ponte a Ema<br />
(2011), "Geo. Emozioni di viaggio" per<br />
l’apertura del Polo espositivo Casa Rossa<br />
(2012), "Il colore nelle cerimonie" nel Castello<br />
dei Conti Guidi a Poppi (2013). Nel luglio 2013<br />
insieme all’amico pittore Nano Campeggi<br />
realizza la mostra "Arte e Tauromachia" al<br />
Monastero Karolos, nell’antica città di Chania,<br />
a Creta. Ed ancora nel settembre del 2013 a<br />
Chianciano Terme è protagonista della mostra<br />
"Sguardi sul mondo". Nello stesso anno rivece<br />
dall’amministrazione del Comune di<br />
Pontassieve la massima onorificenza del<br />
“Ponte Mediceo”.<br />
Recentemente alcune sue foto sono state<br />
inserite in una monografia del Museo di Storia<br />
Naturale di Firenze di prossima pubblicazione.<br />
Museo Geo<br />
7
Geo Bruschi riceve il Premio<br />
Filo d’Argento nel Salone dei<br />
Cinquecento di Palazzo Vecchio<br />
Con lui premiate altre nove importanti personalità<br />
del mondo della cultura, dell'imprenditoria,<br />
dello sport, dello spettacolo e del sociale<br />
di Fabrizio Borghini<br />
Foto Sky Photografic Firenze<br />
Venerdi 6 giugno nel Salone dei<br />
Cinquecento di Palazzo Vecchio<br />
si è tenuta la 18ma edizione<br />
del Premio Filo d'Argento,<br />
una manifestazione promossa dall'Auser<br />
Toscana e dal Comune di Firenze.<br />
Come ogni anno sono state premiate dieci<br />
personalità espressione del mondo della<br />
cultura, dello sport, dell'imprenditoria e<br />
della società che con il loro esempio quotidiano<br />
rappresentano uno stimolo costante<br />
per chi vive la terza età con rassegnazione<br />
accettando passivamente l'emarginazione<br />
verso la quale spinge una società sempre<br />
più competitiva.<br />
Nelle precedenti edizioni sono stati premiati<br />
personaggi del calibro di Gino Bartali.<br />
Mario Monicelli, Margherita Hack, Tina Anselmi,<br />
Nino Benvenuti, Silvano Campeggi,<br />
Ferruccio Valcareggi, Arnoldo Foà, Carla<br />
Fracci, Carlo Lizzani, Fiorenzo Magni, Ottavio<br />
Missoni, Nilla Pizzi, Gillo Pontecorvo,<br />
Folco Quilici e tante altre eccellenze della<br />
storia italiana dal dopoguerra ad oggi. Ma<br />
il premio non è rivolto al loro passato che<br />
li ha posizionati ai vertici delle rispettive<br />
professioni, ma al presente che vivono –<br />
pur essendo ormai approdati all'età della<br />
pensione – con il medesimo impegno che<br />
li ha visti imporsi a livello nazionale e internazionale.<br />
Per questo motivo sono sembrati estremamente<br />
appropriati i premi – consistenti<br />
nella medaglia in bronzo “Florentia Mater”<br />
- assegnati al campione del mondo di ciclismo<br />
Ercole Baldini, grande esempio di ret-<br />
titudine morale sportiva e imprenditoriale,<br />
al novantenne Cardinale Silvano Piovanelli<br />
luminoso esempio di guida spirituale e sociale,<br />
all'archistar Marco Dezzi Bardeschi<br />
che ha regalato recentemente alla città di<br />
Firenze una mostra piena di nostalgia ma<br />
anche di grande spessore storico, al giornalista<br />
Umberto Cecchi che dopo aver diretto<br />
testate importanti come la Nazione e Canale<br />
10, per amore verso la sua città, Prato, ha<br />
deciso di porsi al timone del Teatro Metastasio,<br />
alla novantaquattrenne professoressa<br />
Flora Gestri Greco che profonde in libri<br />
e conferenze tutta la sua determinazione<br />
a favore dell'emancipazione femminile, al<br />
pallavolista Aldo Bellagambi, campione in<br />
campo e in panchina ma anche maestro di<br />
vita per una generazione di atleti capaci di<br />
portare a Firenze un'irripetibile serie di titoli<br />
nazionali nel volley, allo scenografo teatrale<br />
e cinematografico Enrico Fiorentini che<br />
dopo aver lavorato ad oltre 100 pellicole<br />
di successo ha deciso di ritornare al suo<br />
primo amore, il mare di Castiglioncello, dedicandosi<br />
all'organizzazione di gare di vela<br />
e di pesca, al professor Roberto Ciabani,<br />
artista di livello internazionale che dopo il<br />
pensionamento ha deciso di trasformare il<br />
suo studio in una bottega di stampo rinascimentale<br />
per trasmettere, soprattutto ai<br />
Geo Bruschi riceve la medaglia Florentia Mater da Claudio Bini amministratore delegato di Silfi<br />
8<br />
Premio Filo d'Argento
giovani, la sua arte, al professor Francesco Sabatini, presidente onorario<br />
dell'Accademia della Crusca divenuto in età avanzata volto noto Rai come<br />
curatore della rubrica Le voci dell'italiano, a Eugenio “Geo” Bruschi singolare<br />
ed eclettica figura di imprenditore, mecenate, artista. Mentre conquistava<br />
i mercati internazionali con la sua azienda non ha mai abbandonato<br />
la adolescenziale passione per il viaggio inteso come ponte verso culture<br />
“altre”. Spinto da una inappagabile curiosità verso l'altro, Geo fino dagli<br />
inizi degli anni Cinquanta si è messo in cammino - prima con una Vespa<br />
Piaggio usata, poi con auto e, sempre più spesso, aerei - verso i cinque<br />
continenti mosso dalla voglia di conoscere religioni, usanze, riti tribali non<br />
con l'atteggiamento “colonialista” del turista europeo ma con un approccio<br />
che aveva alla base tutto il sentimento espresso dalla sua anima, un'anima<br />
grande che ha prodotto gesti di incomparabile altruismo spinto dalla ricerca<br />
di empatia nei confronti del “diverso”.<br />
Nel ricevere il premio ha raccontato alcuni episodi della sua vita che lo hanno<br />
riempito d'orgoglio; fra questi, l'aver consentito a tre giovani diseredati<br />
di studiare mantenendoli fino alle rispettive lauree in Legge e in Medicina e<br />
sostenendoli fino all'ingresso nel mondo del lavoro. L'ultimo gesto di mecenatismo<br />
è rappresentato dalla donazione alla comunità della Val di Sieve di<br />
un museo del quale si parla diffusamente in altre pagine di questo numero<br />
de <strong>La</strong> Toscana.<br />
E nonostante gli ottantaquattro anni compiuti, Geo non demorde: ha già<br />
pronta la valigia con le inseparabili macchine fotografiche per affrontare<br />
l'ennesimo viaggio alla scoperta di nuove conoscenze ma, crediamo, soprattutto<br />
alla scoperta della sua complessa e ricca personalità che di viaggio<br />
in viaggio ha sempre indagato con la stessa curiosità che lo ha spinto ad<br />
approfondire la conoscenza dei popoli.<br />
E insieme alla valigia, ancora una volta Geo porterà con se il suo grande<br />
cuore, uno scrigno perennemente aperto dal quale attinge in continuazione<br />
per donare al prossimo.<br />
Salone dei Cinquecento.<br />
In alto, Geo Bruschi fra Aldo Bellagambi, Francesco Sabatini e Mauro Pagliai<br />
prima della consegna del premio.<br />
Al centro altri due premiati: Umberto Cecchi e il Cardinale Piovanelli<br />
Sotto, i campioni della Ruini insieme al loro allenatore Aldo Bellagambi durante<br />
la premiazione.<br />
Nella foto a fianco Eugenio Giani premia il campione del mondo Ercole Baldini<br />
Premio Filo d'Argento<br />
9
Geo e<br />
Pinocchio<br />
Dai cinque continenti<br />
fino a Collodi<br />
Il fotografo e il celebre burattino insieme<br />
nella mostra “Pinocchio nel mondo”<br />
Pinocchio, il burattino più famoso del mondo, e Geo Bruschi,<br />
un uomo che ha attraversato il mondo in lungo e in<br />
largo. <strong>La</strong> mostra fotografica “Pinocchio nel mondo” promossa<br />
dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi e in<br />
corso dal 5 giugno al 6 luglio nel Museo del Parco di Pinocchio, nel<br />
Giardino Garzoni e in alcuni esercizi pubblici del centro di Collodi,<br />
celebra l’incontro fra questi due insoliti personaggi, che hanno in<br />
comune l’aver fatto del superamento di ogni confine culturale il loro<br />
punto di forza. Dopo essere stato nominato, nel 2011, ambasciatore<br />
di Pinocchio nel mondo, Geo Bruschi ha preso per mano il burattino<br />
di Daniela Pronestì<br />
Foto Geo Bruschi<br />
10<br />
Il Pinocchio di Geo
<strong>La</strong> Fondazione<br />
Pinocchio:<br />
origini e finalità<br />
<strong>La</strong> Fondazione Nazionale Carlo Collodi è un ente non profit che dal 1962 si<br />
dedica a promuovere la cultura dei bambini e per i bambini, partendo dal<br />
capolavoro letterario per la gioventù riconosciuto nel mondo: Le Avventure<br />
di Pinocchio. I suoi valori artistici ed umani, e soprattutto il suo amatissimo<br />
protagonista, Pinocchio, rendono quest’opera uno strumento straordinariamente<br />
efficace per sensibilizzare bambini e adulti ai temi più diversi, suscitando<br />
entusiasmo e atteggiamento positivo verso le proposte educative e ricreative<br />
di qualità. <strong>La</strong> Fondazione Collodi nasce dal Comitato per un Monumento a<br />
Pinocchio, presieduto dal professor Rolando Anzilotti, che realizzò la parte originaria<br />
del Parco di Pinocchio e avviò anche altre iniziative culturali, poi ereditate<br />
e continuate dalla Fondazione Collodi: la raccolta delle edizioni collodiane,<br />
lo studio della vita e delle opere di Carlo Lorenzini/Collodi, concorsi di scrittura<br />
e illustrazione di libri per ragazzi, concorsi per le scuole. <strong>La</strong> scelta di continuare<br />
a lavorare nel campo della cultura e del turismo culturale, insieme al successo<br />
del Parco di Pinocchio perseguito dalla Fondazione con impegno e professionalità<br />
e decretato dai visitatori, hanno permesso che nel 1962 si costituisse<br />
la Fondazione Nazionale Carlo Collodi, riconosciuta con Decreto del Presidente<br />
della Repubblica n. 1313 del 18 luglio 1962. Oggi la Fondazione Collodi possiede<br />
e gestisce il Parco di Pinocchio, gestisce attraverso la Sviluppo Turistico<br />
Collodi srl lo Storico Giardino Garzoni e la Collodi Butterfly House curandovi<br />
direttamente attività didattiche e culturali, ha acquistato e restaurato Villa<br />
Arcangeli a Collodi per farne la propria sede e conservarvi la Biblioteca Collodiana,<br />
ha realizzato mostre permanenti e itineranti, promosso convegni, ricerche<br />
e traduzioni, pubblicato saggi, collaborando con istituzioni ed operatori<br />
culturali in Italia e nel mondo. Per affermare un’immagine culturalmente motivata<br />
del burattino Pinocchio e al tempo stesso sostenere economicamente le<br />
proprie attività, ha depositato un Pinocchio fedele all’originale impostazione<br />
collodiana che concede il licensing (contatti: Fondazione Nazionale Carlo Collodi)<br />
e più di recente un’attività di certificazione di prodotti connessi a Pinocchio<br />
che certifica con specifici bollini.<br />
e lo ha reso suo compagno di viaggio, portandolo con<br />
sè in Africa, America e Asia e fotografandolo accanto<br />
ad un bambino, in braccio ad un adulto oppure con lo<br />
sfondo di un paesaggio. Il risultato è un’ampia raccolta<br />
di foto che documenta l’internazionalità della<br />
fiaba di Carlo Lorenzini, che è in assoluto la più letta<br />
dai bambini di ogni latitudine geografica, anche grazie<br />
alle sue innumerevoli traduzioni. Un successo<br />
dovuto al valore universale del messaggio che que-<br />
11
sta storia trasmette, perché invita il lettore a riflettere sulle difficoltà<br />
che è necessario superare per acquisire quel bagaglio di consapevolezze<br />
che solo il tempo e la conoscenza diretta della vita possono<br />
concedere. Un racconto che va oltre le frontiere geografiche e culturali<br />
per unire, oggi come ieri, grandi e piccini, popoli e paesi nel<br />
nome della fantasia. Nelle fotografie di Geo, il personaggio collodiano<br />
entra nella realtà per scoprire ora la bellezza di un paesaggio,<br />
come in Guatemala o in Camerun, ora le cerimonie sacre del Tikal e<br />
del Kumbh Mela, ora, invece, il sorriso di un bambino o l’espressione<br />
divertita di un adulto che volentieri si fa immortalare in sua compagnia.<br />
Come spesso accade nelle sue mostre, anche in questo caso<br />
sono i ritratti quelli che più emozionano, perché raccontano la sua<br />
rara capacità di entrare in empatia con l’altro: poco importa che davanti<br />
all’obiettivo ci sia un uomo o una donna, un ragazzino o una<br />
persona adulta; quel che conta per lui è cogliere l’attimo in cui l’anima<br />
s’imprime sul volto, facendo di ogni fotografia un’opera unica e<br />
irripetibile. Viaggiando per il mondo insieme a Geo, Pinocchio incontra<br />
la disperazione e la miseria, il presente e le tracce della storia, lo<br />
splendore ancora intatto di certi luoghi e i colori sgargianti dei costumi<br />
realizzati con antica sapienza. Ma soprattutto impara il rispetto<br />
dell’altro, della diversità, come presupposto indispensabile per rico-<br />
12 Il Pinocchio di Geo
noscere e tutelare la dignità di ogni essere umano. Una mostra<br />
che non solo emoziona e diverte, ma risponde anche a precise<br />
finalità educative, come sottolineato durante l’inaugurazione<br />
da Pier Francesco Bernacchi, segretario generale della Fondazione<br />
Collodi. Da qui la scelta di allestirla all’interno del Parco<br />
di Pinocchio, meta di giovani e giovanissimi accompagnati dalle<br />
famiglie, per poi estendere il percorso alla vicina Osteria del<br />
Gambero Rosso, allo “Spaccio di Rosina”, struttura da cui si<br />
accede allo Storico Giardino Garzoni, tra i più belli d’Italia, e ad<br />
alcune attività commerciali che volentieri hanno aderito all’iniziativa.<br />
Geo Bruschi rende omaggio a Collodi e Collodi lo ringrazia<br />
con un’accoglienza che certamente non dimenticherà.<br />
<strong>La</strong> mostra, aperta fino al 6 luglio, è visitabile negli orari di apertura<br />
delle strutture ospitanti.<br />
Per maggiori informazioni visitare il sito www.pinocchio.it<br />
Il Parco<br />
di Pinocchio<br />
Il Parco di Pinocchio più che un parco tematico è un vero e proprio<br />
museo all’aperto, nel quale si rivivono le avventure del famoso<br />
burattino in un percorso immerso nella natura, nell’arte e nel<br />
divertimento. L’idea per la sua realizzazione nasce nel 1951 dall’intenzione<br />
dell’allora sindaco di Pescia di celebrare Pinocchio con un<br />
complesso monumentale. Il professor Rolando Anzillotti indisse un<br />
concorso tra i maggiori artisti del tempo tra i quali vinsero ex equo<br />
Emilio Greco con la statua "Pinocchio e la Fata" (nella foto in alto) e<br />
Venturino Venturi con la Piazzetta dei Mosaici. Nel 1956 le opere vennero<br />
inaugurate all’interno di uno spazio ideato dagli architetti Renato<br />
Baldi e Lionello De Luigi. Nel 1963 accanto al parco fu costruita l’Osteria<br />
del Gambero Rosso disegnata da Giovanni Michelucci, che oggi<br />
ospita un ristorante ed uno spazio dedicato a convegni, animazioni e<br />
laboratori. Nel 1972 a continuazione del parco fu inaugurato il Paese<br />
dei Balocchi un percorso fantastico immerso in un ettaro di macchia<br />
mediterranea, progettato da Pietro Porcinai e arricchito da 21 sculture<br />
in bronzo e acciaio di Pietro Consagra e da costruzioni dell’architetto<br />
Marco Zanuso. Successivamente è stato allestito anche un Museo<br />
Biblioteca “<strong>La</strong>boratorio delle Parole e delle Figure” su progetto di<br />
Giovanni Michelucci, riservato all’allestimento di mostre artistiche<br />
sulla illustrazione o sul fumetto. Oggi all’interno del parco si trovano<br />
anche spazi per la sosta, un bar-ristoro ed un ampio spazio giochi.<br />
Per maggiori informazioni contattare i recapiti:<br />
Tel. 0572 429341 - Fax 0572 429614<br />
Il Pinocchio di Geo<br />
13
Giovanni Maranghi<br />
e la sua “Casta Diva” al<br />
Business Club di Stuttgart<br />
Il direttore degli Uffizi Antonio Natali e Alessandro Sarti<br />
hanno presentato in Germania la mostra del maestro<br />
sponsorizzata dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa<br />
di Fabrizio Borghini<br />
dalla Banca di Credito Cooperativo di Signa è stata organizzata<br />
a due mani, dalla signora Anja Beck, proprietaria<br />
dell’AP Kunstgalerie di Stuttgart che lavora da tempo con<br />
Maranghi, e da Jorg Mink, proprietario e amministratore<br />
del Business Club. L'esposizione è stata inaugurata durante<br />
una serata di gala dove ha fatto gli onori di casa la signora<br />
Susanne Eisenmann, assessore alla Cultura. Durante il<br />
vernissage, fra gli altri, si sono alternati al microfono Alessandro<br />
Sarti, insieme alla collega tedesca per un saluto<br />
istituzionale, Antonio Natali per la presentazione criticoartistica<br />
del progetto “Casta Diva” e il soprano Nina Fallier<br />
che ha cantato varie arie d’opera, fra le quali Casta Diva.<br />
Fino alla fine del mese la mostra sarà visibile su appuntamento<br />
presso la sede dell’AP Kunstgalerie in Schorndorf.<br />
Lo Schloss Solitude di Stuttgart al cui interno si trova il Business Club<br />
Casta “<br />
Diva” nasce nel 2012 pensando ad una esposizione da<br />
farsi all’interno della Sala delle Colonne nel Palazzo Sansoni-Trombetta<br />
sede del Comune di Pontassieve.<br />
L’idea era quella di esporre una serie di dipinti che in qualche<br />
modo potessero dare al maestro Maranghi motivo di ripercorrere e<br />
riapplicare le varie tecniche artistiche usate durante 35 anni di lavoro.<br />
È partito quindi da un quadro matrice, per rileggerlo dieci volte con<br />
dieci diverse tecniche, mantenendo inalterata misura e soggetto; si va<br />
dall’encausto alla resina, dal collage all’incisione, dalla serigrafia ridipinta<br />
a mano al plexiglass per arrivare a due puzzle di diversa natura.<br />
L’esposizione venne inaugurata il 13 aprile 2013 a Pontassieve, presentata<br />
dall’assessore alle Politiche Culturali Alessandro Sarti, impreziosita<br />
da un catalogo contenente due saggi critici, il primo di Daniela Pronestì,<br />
critica e storica dell’arte, il secondo di Antonio Natali, direttore della<br />
Galleria degli Uffizi.<br />
Ed è stato proprio Antonio Natali che insieme ad Alessandro Sarti ha<br />
accompagnato Giovanni Maranghi in questo secondo “atto” in terra tedesca<br />
inaugurato il 14 maggio <strong>2014</strong>.<br />
L'artista, insieme al professor Natali, Alessandro Sarti e al critico Roberto<br />
Milani, è stato ospitato Business Club di Stuttgart presso lo Schloss<br />
Solitude, castello che domina la città di Stuttgart, capitale del Baden-<br />
Wurttemberg.<br />
<strong>La</strong> mostra arricchita da un nuovo catalogo in lingua tedesca sponsorizzato<br />
Casta Diva, kristal, cm. 120x115<br />
14 Giovanni Maranghi
Da sinistra Alessandro Sarti, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Pontassieve,<br />
Antonio Natali, direttore della Galleria degli Uffizi, Anja Beck, titolare di AP<br />
Kunstgalerie, Giovanni Maranghi e Roberto Milani, titolare della Galleria San Lorenzo<br />
I ritagli della memoria<br />
di Antonio Natali<br />
Casta Diva,<br />
plexiglas, cm. 120x115<br />
Si cammina sul crinale d’una sponda alta dell’Arno e Giovanni Maranghi<br />
m’addita luoghi storici e al contempo però mi segnala i tanti<br />
fabbricati in cui un artigianato intelligente e nobile ha vissuto e talora<br />
séguita a vivere. E, con l’occhio risalendo l’Arno, mi figuro in<br />
quegli edifici semplici la gente che s’impegna in mestieri imparati<br />
dai vecchi di famiglia e poi con acume perfezionati e sovente aggiornati<br />
con tecniche sempre nuove.<br />
Sotto la balza, su cui ci si muove con Alessandro Sarti, scorgo stavolta<br />
altre fucine, altre botteghe, tuttora attive. Lo studio di Giovanni,<br />
da fuori, si prospetta come una di quelle; e, anche dentro,<br />
le sembianze sono le stesse d’un laboratorio. È un’impressione che<br />
s’avvalora spostandosi negli spazi stretti che i quadri, i tavoli, gli<br />
scaffali, le mensole coi colori nei tubetti o, più spesso, in recipienti<br />
di vetro, lasciano per il passaggio. M’avvedo, aggirandomi, che<br />
la disposizione degli oggetti e l’ingombro sui piani di lavoro quasi<br />
s’addicono più, giustappunto, a un piccolo opificio che a un atelier<br />
d’artista. Idea che i rendiconti tecnici di Giovanni decisamente ratificano,<br />
giacché dalle parole di lui s’apprende che ogni sua opera è<br />
una commistione di poesia e ricerca. E la seconda non è strumentale,<br />
ma sostanziale. Come se il fervore artigianale della sua terra<br />
avesse informato la sua stessa lingua; fin a essere parte integrante<br />
(e, anzi, ineludibile) della sua poesia.<br />
L’unicità di un’opera di Giovanni non va intesa soltanto nel senso<br />
tradizionale d’un lavoro che ha un suo tempo, un suo soggetto, una<br />
sua espressione.<br />
Si capisce bene proprio nell’esposizione di Pontassieve, dove l’artista<br />
ha voluto presentare una decina di quadri in cui il soggetto<br />
è sempre il medesimo, senza variazioni tematiche. A cambiare è<br />
giusto la tecnica che n’è sottesa. E ogni quadro ne sorte differente:<br />
c’è il prototipo (che si potrebbe definire tradizionale, se non fosse<br />
ch’esso pure è esito d’una tecnica che tradizionale, in senso stretto,<br />
non è) e ci sono i suoi gemelli; che in nessun modo si possono qualificare<br />
come repliche, giacché la tecnica adottata in ciascun opera<br />
n’ha fatto una creazione assolutamente inedita.<br />
<strong>La</strong> ricerca che impronta e che proprio contrassegna l’operatività<br />
dell’artista è rigorosa e sistematica. Obbedisce a quelle regole ferme<br />
cui s’attengono i tanti artigiani che gli sono fisicamente contigui.<br />
E vien di pensare - al cospetto dei quadri di lui che la resina<br />
finale ha come vetrificato - agli scultori robbiani, che appunto nelle<br />
argille e nei colori da forgiare alle vampe dei forni s’esercitavano<br />
per le loro terrecotte invetriate.<br />
Si dice dei quadri di Giovanni che la lucida e specchiante loro apparenza<br />
possa nuocere all’apprezzamento della figurazione.<br />
Mi pare di poter dire che anche Giovanni consapevolmente ammetta<br />
l’accidentalità degli sbattimenti luminosi sulle sue creazioni.<br />
Non mi riesce difficile sospettarlo, giacché nei suoi lavori è proprio<br />
la casualità di lacerti assunti dall’esistenza a ricomporsi nell’unità<br />
dell’opera. Sono collages di memorie personali (appunti vergati per<br />
fermare pensieri connessi a una contingenza quotidiana, numeri di<br />
telefoni e indirizzi trascritti su carte pescate al momento dell’occorrenza)<br />
oppure fogli scartati da uno stampatore dopo le prime prove<br />
al torchio. Ma sono anche colature di bevande calde, che, rapprendendosi<br />
magari su un cartone, producono effetti ora di radica, ora di<br />
damasco. E cosa c’è di più casuale d’una colatura D’uno sgocciolamento<br />
D’un vaso che trabocca<br />
Di qui si perviene a un'altra riflessione. I supporti di Giovanni - siano<br />
tele, siano tavole, siano pezze di tessuti industriali, siano lastre di<br />
plexiglas - sono sovente schizzati di colore, conforme a un processo<br />
gestuale che fu peculiare dell’Action Painting. L’artista schizza<br />
col pennello intriso sulla superficie che sarà supporto della sua invenzione<br />
o assume carte casualmente maculate da gocce di colore<br />
cadute durante l’esecuzione d’altre opere. Carte sùbito nobilitate<br />
da Giovanni, che le adotta nella costruzione di un’immagine che peraltro<br />
non ha niente a che fare con l’informale americano. Semmai,<br />
la figurazione che n’esce mostra attinenze visive e concettuali con<br />
la pop-art: campiture compatte di cromie vibranti per oggetti quotidiani<br />
elevati al rango d’icone. Il caso e l’accidente sono innalzati<br />
alla dignità d’una vita nuova che l’opera sa loro restituire.<br />
Nello studio di Giovanni vedo d’un tratto due grandi volti, appena<br />
tracciati nei contorni, ancorché con un segno fermo e spesso. Sono<br />
fisionomie essenziali. Immote, alla stregua di totem. E si ritagliano,<br />
lucide, su tinte forti o su fondi che tornano a evocare il dripping<br />
americano. Vi scorgo i segni d’una libertà creativa che non dirò contrapposta<br />
alle figure femminili della sequenza di Pontassieve, ma<br />
certo indizi di un’aspirazione a imboccare percorsi d’affrancamento<br />
dalla grazia estenuata d’effigi di più agevole approccio.<br />
Giovanni Maranghi<br />
15
Mara<br />
Faggioli<br />
e i sentieri dell’anima<br />
Al Caffè Storico Letterario delle<br />
Giubbe Rosse di Firenze si è<br />
inaugurata sabato 7 giugno<br />
la mostra personale di pittura<br />
“Nei tuoi occhi” e “Gocce di Poesia”<br />
di Mara Faggioli, un evento che ha<br />
riscosso un notevole successo di<br />
pubblico e di critica con un boom di<br />
affluenza: artisti, poeti e moltissimi<br />
amici erano presenti in un’atmosfera<br />
ricca di pathos. Hanno presentato la<br />
mostra: Jacopo Chiostri, giornalista<br />
e scrittore, Antonella De Pascale,<br />
arteterapeuta e Lucetta Risaliti,<br />
Direttore Artistico dell’Associazione<br />
“<strong>La</strong> Rosa d’oro dell’arte”<br />
di Lucia Bruni<br />
L’universo espressivo di Mara è un grande abbraccio al mondo.<br />
<strong>La</strong> sua sensibilità narrativa, in qualunque disciplina si realizzi<br />
Caffè Letterario delle Giubbe Rosse: nelle tre foto alcuni momenti<br />
del partecipato vernissage di sabato 7 giugno<br />
- pittura, scultura, poesia - fa da perno all’uso della metafora,<br />
che diviene mezzo e fine al tempo stesso, segno e simbolo<br />
dell’atto creativo, spazio affabulatorio dell’io, esplicita materia di composizione.<br />
Ciò che colpisce di più in tutta l’arte di Mara, oltre all’abilità<br />
16 Mara Faggioli<br />
Il tratto deciso e raffinato in pittura asseconda la morbidezza nella linea<br />
dei soggetti, costruisce la dinamica delle forme, stende colori vivi, quasi<br />
invitandoci a un dialogo ideale.<br />
È il caso dei volti (oltre una ventina) presentati allo spazio espositivo del<br />
Caffè Giubbe Rosse, dove le tante realtà di un quotidiano immaginato attraverso<br />
lo sguardo dei ritratti, ci offre un panorama di grande respiro.<br />
nell’uso del mezzo pittorico, è la serenità che si coglie<br />
nei suoi lavori e con la quale riesce a far da tramite fra i<br />
soggetti raffigurati e lo spettatore.<br />
In questo caso dei ritratti. Si aggiunga poi che il volto è<br />
sempre una scelta coraggiosa: dall’impaginazione della<br />
posa, all’espressione degli occhi, da ciò che si vuole rivela-
Il pensiero oltre lo sguardo<br />
re, magari per raccontare tutto di sé (come la tenera bimba de “Lo stupore<br />
dei bambini”) a ciò che si desidera nascondere, vuoi per pudore (la<br />
delicata signora con ventaglio de “Il pensiero oltre lo sguardo”) o per una<br />
gelosa ritrosia assolutamente legittima (l’espressione trasognata dell’opera<br />
“Fiorenza”); è un terreno difficile da esperire e mostrare. Ecco,<br />
Mara lo fa con disinvolta e aperta armonia fra forme e contenuto, e non<br />
si cela ma si mostra in tutta semplicità come nell’ “Autoritratto”, dove<br />
ci viene incontro con l’aperto sorriso e la forza espressiva di chi non ha<br />
nulla da nascondere.<br />
<strong>La</strong> medesima solarità si trova anche nella scultura, dove accanto alla<br />
delicata abilità nel dare corpo alle forme dei soggetti (non dimentichiamo<br />
che la terracotta, da lei prediletta, è “materia viva”) troviamo la disinvolta<br />
armonia del messaggio a cui si dà vita come se camminasse da sé.<br />
Se poi entriamo nella poesia di Mara (alle pareti delle Giubbe Rosse,<br />
sotto i quadri, esposte alcune fra le più significative e premiate) il pensiero<br />
si dilata, i confini si allargano creando un respiro ancora più ampio. Qui<br />
troviamo Mara nel pieno della propria efficacia rappresentativa. C’è dentro<br />
la donna con la sua forza interiore che si manifesta attraverso i tanti<br />
ruoli che il mondo le chiede di ricoprire; nelle infinite metafore c’è tenerezza,<br />
determinazione, sogni, rivelazioni e soprattutto amore, aspetti che<br />
compaiono anche nella pittura: toni delicati, volontà tenaci, qualche volo<br />
di fantasia (pensiamo alla Deledda de <strong>La</strong> madre o alla Banti di Artemisia)<br />
che si uniscono alla scelta consapevole di essere se stesse, sempre.<br />
<strong>La</strong> luce dell'oriente<br />
Lo stupore dei bambini, 48° Premio Nazionale di Pittura Città di <strong>La</strong>stra<br />
Premio Gruppo Donatori Sangue Fratres - <strong>La</strong>stra a Signa<br />
Mara Faggioli<br />
“Fiorino d’Oro” per la poesia 2004<br />
“Fiorino d’Argento” per la scultura 2007<br />
Premio “Donna Città di Scandicci” 2011<br />
Abitazione e studio:<br />
<strong>La</strong>rgo dei Mille, 6 - 50018 Scandicci (FI)<br />
Tel. 339 3594145 - marafaggioli@hotmail.it<br />
Esposizione permanente:<br />
Studio Sbraci - Piazza Marconi, 8 - 50018 Scandicci (FI)<br />
Mara Faggioli<br />
17
<strong>La</strong> Compagnia del Paiolo fu fondata intorno<br />
al 1512 da Giovan Francesco Rustici scultore e<br />
architetto fiorentino. Ne facevano parte Andrea<br />
Del Sarto, Aristotile da San Gallo, Roberto di<br />
Filippo Lippi ed altri pittori, scultori ed orafi<br />
fiorentini. (da “Le vite” del Vasari)<br />
Paiolanti d’onore<br />
Giovanni Spadolini<br />
Henry Moore<br />
Luigi Montanarini<br />
Andrés Segovia<br />
Giocomo Devoto<br />
Piero Bargellini<br />
Rodolfo Siviero<br />
M. Alberto Bucciolotti<br />
Cardinale Giovanni Benelli<br />
Max Kohnstamm<br />
Pietro Annigoni<br />
Severino Gazzelloni<br />
Franco Scaramuzzi<br />
Raffaello Torricelli<br />
Franco Zeffirelli<br />
Giovanni Nencioni<br />
Marisa Lino<br />
Fedora Barbieri<br />
Umberto Benedetto<br />
Mario Luzi<br />
Antonio Paolucci<br />
Paolo Blasi<br />
Riccardo Berti<br />
Marcello Fantoni<br />
Bino Bini<br />
Roberto Zaccaria<br />
<strong>La</strong>mberto Dini<br />
Tommaso Paloscia<br />
Bruno Bartoletti<br />
Giuliano Gori<br />
Narciso Parigi<br />
Luisa Boccuzzi<br />
Francesco Mazzoni<br />
Silvio Loffredo<br />
Maria Luigia Guaita<br />
Gino Terreni<br />
Alberto Brasca<br />
Claudio De Polo<br />
Manfredo Fanfani<br />
Sergio Scatizzi<br />
Fioretta Mazzei<br />
Giorgio <strong>La</strong> Pira<br />
Eugenio Giani<br />
Pier Francesco Listri<br />
Silvano Campeggi<br />
Riccardo Saldarelli<br />
Cristina Acidini<br />
Vito Cappellini<br />
Domenico Viaggiano<br />
Mariella Zoppi<br />
Francesco Carrassi<br />
Carlo Conti<br />
Mauro Pagliai<br />
Luca Alinari<br />
Franco Torrini<br />
Giuliano Ghelli<br />
Giuseppe Mascambruno<br />
Antonio Ciccone<br />
Torello <strong>La</strong>tini<br />
Paolo Padoin<br />
Francesco Gurrieri<br />
Carla Fracci<br />
Amalia Ciardi Dupré<br />
Marcello Mancini<br />
Giampiero Maracchi<br />
Giampaolo Talani<br />
Cinzia Torrini<br />
Cesare Prandelli<br />
Giuliano Vangi<br />
Franco Lucchesi<br />
Alberto Tesi<br />
<strong>La</strong>ura Gucci<br />
Piero Tosi<br />
Cosimo Ceccuti<br />
Rossella Annigoni<br />
Gabriele Canè<br />
Antonio Possenti<br />
Andrea Della Valle<br />
Giuliano Borselli<br />
18 Antica Compagnia del Paiolo
Festa grande del Paiolo<br />
a Villa Viviani in onore<br />
di Giuliano Borselli<br />
di Fabrizio Borghini<br />
Foto di Giusi Celeste<br />
Il 15 marzo a Villa Viviani sono stati<br />
festeggiati i 50 anni di appartenenza<br />
all’Antica Compagnia del Paiolo del<br />
comm. Giuliano Borselli, l’attuale<br />
presidente del sodalizio fondato a Firenze<br />
oltre 500 anni fa. Nell’occasione Borselli è<br />
stato nominato anche Paiolante d’onore e il<br />
suo nome è andato ad aggiungersi a quelli di<br />
altri 78 personaggi di spicco che hanno ricevuto<br />
l’ambita onorificenza che ha per simbolo<br />
proprio un paiolo.<br />
Alla festa erano presenti, insieme a tanti<br />
paiolanti, anche molti vip come Luca Alinari,<br />
Antonio Lovascio, Massimo Lucchesi,<br />
Teresita Mazzei, Alfonso <strong>La</strong> Cava, Cosimo<br />
Ceccuti, Giampiero Masieri, Giovanni<br />
Pallanti, Silvano Campeggi, Francesco Nesi.<br />
Nel discorso di ringraziamento, Borselli ha<br />
ricordato con commozione i grandi personaggi<br />
che lo hanno affiancato nel mezzo secolo<br />
trascorso nell’antica compagnia senza<br />
però dimenticare di menzionare la moglie<br />
Morena e i figli Simone e Filippo per averlo<br />
sostenuto in un impegno così gravoso, e anche<br />
l’attuale vicepresidente Roberto Ariani<br />
che ha impeccabilmente organizzato e coordinato<br />
la festa in suo onore.<br />
Il presidente ha poi voluto consegnare 7 medaglie<br />
di bronzo ad altrettante personalità<br />
per testimoniare il prezioso contributo dato<br />
al Paiolo nel corso degli anni. Fra loro l’attuale<br />
direttore della Nazione Marcello<br />
Mancini, il consigliere regionale Eugenio<br />
Giani e il soprintendente al Polo Museale<br />
Fiorentino Cristina Acidini. Tre personaggi di<br />
rilievo che hanno fatto la storia del Paiolo<br />
sono stati ricordati grazie alla presenza di<br />
loro familiari: per l’ex sindaco di Firenze<br />
Piero Bargellini ha ritirato il riconoscimento<br />
la nipote Sara Funaro - neo assessore al<br />
Comune di Firenze -<br />
mentre per il suo successore<br />
Luciano Bausi il<br />
compito è spettato alla<br />
figlia Susanna. Per il<br />
grande ceramista<br />
Marcello Fantoni ha<br />
presenziato alla cerimonia<br />
la figlia Donatella.<br />
Un altro personaggio<br />
che molto ha dato al sodalizio<br />
è stato Vinicio<br />
Nencioni, patron di Villa<br />
Viviani, che ha fatto sì<br />
che la splendida dimora<br />
nobiliare adagiata su un<br />
fianco della collina di Settignano divenisse<br />
per anni la sede dei più importanti eventi<br />
promossi dal Paiolo. Per rinsaldare questo<br />
ormai storico legame, Borselli ha consegnato<br />
la medaglia ricordo alla figlia Maria<br />
Grazia e alla moglie Maria Luisa.<br />
Nella pagina seguente, un ritratto del festeggiato<br />
di Pier Francesco Listri apparso su<br />
<strong>La</strong> Nazione di domenica 23 marzo <strong>2014</strong> che<br />
pubblichiamo per gentile concessione del<br />
direttore Marcello Mancini.<br />
Eugenio Giani e Cristina Acidini consegnano a Borselli il trittico "<strong>La</strong> tua Firenze"<br />
<strong>La</strong> mega torta offerta dai Paiolanti al loro presidente Borselli<br />
<strong>La</strong> signora Rossella Segreto Annigoni si complimenta con il presidente Borselli per<br />
la nomina a Paiolante d'Onore. Alle loro spalle Roberto Ariani, Riccardo Saldarelli,<br />
Eugenio Giani, Cesare Novi e Cristina Acidini<br />
Antica Compagnia del Paiolo<br />
19
Un fiorentino doc diventa<br />
Paiolante d’Onore dopo<br />
mezzo secolo di fedeltà<br />
all’antico sodalizio<br />
di Pier Francesco Listri<br />
Foto di Giusi Celeste<br />
<strong>La</strong> semimillenaria Antica Compagnia del Paiolo, sodalizio<br />
di artisti fiorentini fondato dal pittore Gian<br />
Francesco Rustici ai primi del ‘500, ha da cinquant’anni<br />
sulla tolda di comando un uomo infaticabile, grande<br />
suscitatore di convivialità che è Giuliano Borselli.<br />
Si tratta di uno degli ultimi esempi di fiorentino doc che ha dato<br />
molto alla sua città. L’attività di Borselli può dividersi in tre grandi<br />
campi: quello di mercante di dolciumi ( i suoi ricciarelli sono<br />
leggendari), poi quello della politica come consigliere e gran<br />
commis di importanti figure fiorentine, e infine quello dell’arte,<br />
dove ha espresso il meglio di sé, giacché tenere uniti un numeroso<br />
gruppo di artisti e per di più fiorentini, non è davvero cosa<br />
semplice.<br />
Giovanissimo, durante l’ultima guerra, si distinse nella milizia<br />
partigiana. Arrestato riuscì a scappare attraverso un bosco mentre<br />
veniva tradotto nella terribile Villa Triste di Carità.<br />
Borselli diventa poi un attivo membro della Democrazia Cristiana<br />
e si pone a fianco a Giorgio <strong>La</strong> Pira, a Adone Zoli, e a Cappugi. Ma<br />
vero ‘capo di stato maggiore’, come scherzosamente si autodefinisce,<br />
Borselli lo diviene quando accompagna l’impolitico Piero<br />
Il Sindaco di Firenze Piero Bargellini con Giuliano Borselli<br />
20<br />
Bargellini sia sulla poltrona di sindaco di Firenze sia più tardi<br />
come senatore della Repubblica. In questa veste Borselli è essenziale,<br />
accanto al sindaco, nei durissimi giorni dell’alluvione<br />
fiorentina.<br />
Poi è a fianco di Luciano Bausi e anche qui è l’organizzatore delle<br />
sue campagne elettorali e poi stretto collaboratore delle iniziati-<br />
Veduta della Sala delle Feste di Villa Viviani in occasione della manifestazione<br />
Giuliano Borselli<br />
ve anche artistiche che quel sindaco promosse a Firenze. Più<br />
tardi, ormai figura di spicco, Boselli è accanto a Mario e Vittorio<br />
Cecchi Gori.<br />
Autorevole membro della Compagnia del Paiolo, di cui ormai da<br />
anni è presidente, Borselli ha anche avvicinato la politica all’arte,<br />
invitando e premiando uomini come Giovanni Spadolini e<br />
Giuliana Signorini consegna il "Paiolo" a Giuliano Borselli
Amintore Fanfani, e accompagnando la<br />
Compagnia non una sola volta, a Palazzo<br />
Madama, sede del Senato. Nessuna porta è<br />
rimasta chiusa davanti a questo infaticabile<br />
fiorentino fino a giungere alle soglie del<br />
Vaticano, quando Borselli accompagnò<br />
Luciano Bausi in visita al Pontefice Paolo VI,<br />
offrendo al papa grandi vini di Toscana e ricevendo<br />
da Papa Montini i più cari saluti per<br />
l’amato Bargellini.<br />
Quanto all’attività artistica e conviviale nel<br />
Paiolo, è impossibile rammentarla tutta: qui<br />
sono passati Annigoni, Loffredo, Bino Bini,<br />
Primo Conti e tanti, tanti altri godendo di<br />
mostre eccezionali, di premi e di serate conviviali.<br />
L’unico assente nella storia del Paiolo<br />
il grande Rosai, ed è un peccato. E accanto<br />
ai paiolanti, i grandi personaggi che Giuliano<br />
ha portato da Moore a Fedora Barbieri, da<br />
Segovia a Montanelli, al Cardinale Benelli.<br />
Il Paiolo, grazie a Giuliano, è stato una cerniera<br />
ed un discrimine che ha attira in città<br />
ed ha vivificato in città l’Arte con l’”A” maiuscola.<br />
Ne restano testimonianze straordinarie,<br />
come la lettera del pittore Mirò o la litografia<br />
di Picasso, quando gli portarono un<br />
toro, fino al ‘Processo a De Chirico’. Che fu<br />
un memorabile dibattito sull’arte contemporanea.<br />
Tutto da solo No, certo, si sono succeduti<br />
alla presidenza della compagnia grandi nomi,<br />
da Mario Borgiotti a Antonio Berti, da Bausi a<br />
Cecchi Gori, a Paloscia. Molti dei quali diciamo<br />
pure guidati e confortati dall’insonne attività<br />
di Giuliano. Il quale ha anche avuto con<br />
sé tante figure decisive da Miniati a Fantoni,<br />
da Viggiano a Saldarelli alla cara Signorini.<br />
Così una compagnia che ha mezzo millennio<br />
di storia, è stata e resta, in una città che è fra<br />
le più celebrate per intelligenza dell’arte, un<br />
centro vivo di raccolta, un luogo di serena<br />
allegria, uno strumento per animare e far conoscere<br />
l’arte di ieri e di oggi.<br />
Firenze dunque, ora che Borselli ha compiuto<br />
quattro giovinezze, è grata a questo suo insonne<br />
cittadino.<br />
Una foto ricordo di una delle recenti edizioni<br />
del conferimento del Paiolo d'Onore a Villa Viviani.<br />
Da sinistra Domenico Viggiano, Vito Cappellini,<br />
Giuliano Borselli, Cristina Acidini, Riccardo<br />
Saldarelli e Marcello Fantoni<br />
Foto New Press Photo<br />
Borselli premia Cristina Acidini<br />
In ricordo di Marcello Fantoni ritira il premio la figlia<br />
Donatella<br />
Un riconoscimento anche all'attuale direttore della Nazione<br />
Marcello Mancini<br />
Il neo assessore al Comune di Firenze Sara Funaro ritira<br />
il premio dedicato al nonno Piero Bargellini<br />
Un altro Sindaco di Firenze, Luciano Bausi, è stato ricordato<br />
con un premio consegnato alla figlia Susanna<br />
Maria Luisa e Maria Grazia Nencioni di Villa Viviani mostrano<br />
la medaglia destinata a Vinicio Nencioni<br />
Giuliano Borselli<br />
21
L’Associazione Artistico Culturale<br />
dalle Terre di Giotto e dell’Angelico<br />
presenta<br />
1° Premio<br />
Letterario<br />
“Giotto - Colle<br />
di Vespignano”<br />
Attività alla Casa<br />
Museo di Giotto<br />
Sabato 21 giugno alla Casa di Giotto alle ore 16,30 inaugurazione della<br />
mostra del pittore Silvano Campeggi, in arte Nano. Nello stesso<br />
giorno consegna del premio “Giotto e l’Angelico” alla presenza delle<br />
autorità e del Gruppo storico “Dante Ghibellino” di San Godenzo.<br />
Domenica 29 giugno alla Casa di Giotto alle ore 16,00 “Un artista e un<br />
Beato sotto il cielo di Vespignano”, il Beato Giovanni Bruni e Paolo<br />
Schiavo - con passeggiata alla Cappellina della Bruna, raccontato dallo<br />
scrittore e giornalista Paolo Marini.<br />
Domenica 13 luglio evento annuale “Da sole a sole” alla Casa di Giotto:<br />
gli artisti dalle ore 10,00 si incontrano per trascorrere una giornata<br />
all’insegna dell’arte. Parteciperanno all’evento il gruppo Folk Band di<br />
Vicchio, il gruppo Alpini “Carlo Manzani” di Vicchio.<br />
Per informazioni: Cell: 328 5990920 - 329 9293044 - 339 2593932<br />
www.dalleterredigiottoedellangelico.it<br />
info@dalleterredigiottoedellangelico.it<br />
L’Associazione artistico - culturale Dalle Terre di<br />
Giotto e dell’Angelico rende noto il risultato del 1°<br />
Premio Letterario “Giotto - Colle di Vespignano”<br />
nato per promuovere la cultura dell’arte e la creatività<br />
in tutte le sue espressioni.<br />
Vicchio (Firenze), Casa di Giotto 10 maggio <strong>2014</strong><br />
Le letture dei testi sono state a cura del Gruppo Teatrale Sipario<br />
Aperto: Antonio Rugani, Nadia Capocchini, Giovan Battista<br />
Vanella, Rita Panfili<br />
Classifiche finali:<br />
Poesie<br />
Un cappello pieno di pioggia (Tiziana Monari, Prato)<br />
Toto corde (Lucia Bonanni, San Piero a Sieve)<br />
T'insegnerò (Virginia Murru, Girasole, Sardegna)<br />
Le foglie sui rami...( M. Cristina Biasoli, Molinella, Bologna)<br />
Ali di farfalla (Monica Sprio, Barberino)<br />
Senza di noi (Alessandro Corsi, Livorno)<br />
Durante il giorno (Lorenza Negri, Rignano sull'Arno)<br />
Rue de Buci (Gennaro De Falco, Milano)<br />
Le donne (Fiorenza Perotto, Prato)<br />
Ricordo di un padre (Fabrizio Scheggi, Vicchio)<br />
Racconti<br />
<strong>La</strong> ipsilon indesiderata (Andrea Bambi, Borgo San Lorenzo)<br />
Il valzer dei fiocchi di neve (<strong>La</strong>ura Giorgi, Grosseto)<br />
Martino... (Rita Muscardin, Savona)<br />
Fasci d'ombre (Federica Avagnano, Firenze)<br />
Se soffia il vento (Emanuela Fagnani, San Giuliano, Pisa)<br />
Una figlia (Luisa Bolleri, Empoli)<br />
Il pentito... (Virginia Murru, Girasole, Sardegna)<br />
Le tante vite di una bibliotecaria (Lorenza Negri, Rignano sull'Arno)<br />
Il biglietto rosa (R. Guerra, S. Ippolito-PU)<br />
Viola di Primavera (Fabio Muccin, Casarsa-PN)<br />
L’Associazione mette a disposizione l’antologia<br />
dei racconti e delle poesie al costo di 5,00 euro.<br />
Il Sindaco di Vicchio Roberto Izzo intervistato da Paola Leoni di<br />
Tele Iride.<br />
A sinistra la pratese Tiziana Monari prima classificata nella sezione<br />
poesia.<br />
In alto Andrea Bambi di Borgo San Lorenzo, primo classificato<br />
nella sezione racconti, premiato dal Sindaco Izzo<br />
22<br />
Dalle Terre di Giotto e dell’Angelico
Silvano<br />
Campeggi<br />
Al famoso pittore del cinema<br />
il Premio Giotto e l’Angelico<br />
L’Associazione artistico -<br />
culturale “Dalle Terre di Giotto e<br />
dell’Angelico” ha istituito il<br />
riconoscimento “Giotto e<br />
l’Angelico” per onorare i due grandi maestri<br />
e premiare artisti e personalità che si sono<br />
distinte nel campo dell’arte.<br />
Il Premio Giotto e l’Angelico è alla sesta edizione<br />
ed ha visto premiati lo scultore e pittore<br />
Marco Lukolic, il professore e direttore<br />
dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, lo scultore<br />
Giuliano Vangi, il critico d’arte e professore<br />
Philippe Daverio, il pittore Alfredo<br />
Cifariello. Il Premio è assegnato quest’anno<br />
al pittore del cinema Silvano Campeggi, in<br />
arte “Nano”, per la sua straordinaria competenza<br />
e il suo amore verso il mondo<br />
dell’arte.<br />
Campeggi nasce a Firenze nel 1923. <strong>La</strong> sua<br />
fama è principalmente dovuta all'attività di<br />
cartellonista per le case di produzione cinematografiche<br />
di Hollywood nell’epoca d’oro<br />
del cinema (1945/1970); negli Stati Uniti è<br />
considerato tra i più importanti artisti grafici<br />
nella storia del cinema americano. Il padre,<br />
tipografo e stampatore, introduce il giovane<br />
Silvano alla grafica e al design. Frequenta<br />
l’Istituto d’Arte di Porta Romana a Firenze e<br />
studia con Ottone Rosai e Ardengo Soffici.<br />
Alla fine della seconda guerra mondiale riceve<br />
un incarico dalla Croce Rossa<br />
Americana per dipingere alcuni ritratti di<br />
soldati prossimi al congedo; in questo modo<br />
entra in contatto con la cultura, la musica e<br />
il cinema d’oltreoceano. Dopo la guerra si<br />
trasferisce a Roma, dove entra in contatto<br />
con il pittore Orfeo Tamburi e con il cartellonista<br />
Luigi Martinati e definisce il suo interesse<br />
per la cartellonistica cinematografica.<br />
Il suo primo manifesto è del 1946, per il film<br />
Aquila nera di Riccardo Freda. Dopo poco<br />
tempo viene contattato dalla Metro-<br />
Goldwyn-Mayer per la realizzazione del manifesto<br />
del film Via col vento, al quale seguiranno<br />
altri 3000 lavori, oltre che per la MGM<br />
anche per Warner Brothers, Paramount,<br />
Universal, Columbia Pictures, United Artists,<br />
RKO, Twentieth Century Fox. Fra i cartelloni<br />
Ben-Hur<br />
più famosi: Casablanca, Cantando sotto la pioggia,<br />
Un americano a Parigi, West Side Story, <strong>La</strong><br />
gatta sul tetto che scotta, Vincitori e vinti,<br />
Exodus, Colazione da Tiffany. Molte delle immagini<br />
create da Nano per i film più famosi hanno<br />
assunto valore iconico e sono immediatamente<br />
riconoscibili, come i quattro cavalli bianchi su<br />
sfondo rosso di Ben Hur e il volto di Leslie Caron<br />
utilizzato come puntino sulla prima lettera i di<br />
Gigi (che compare anche sulla copertina dell’album<br />
Ummagumma, dei Pink Floyd).<br />
Con la crisi del cinema, Campeggi rientra a<br />
Firenze, dove prosegue l’attività pittorica in ambiti<br />
diversi. Nel 1975 il suo ritratto di Salvo<br />
D’Acquisto, commissionato insieme a molti altri<br />
lavori dall’Arma dei Carabinieri, viene usato da<br />
Poste Italiane per un francobollo commemorativo.<br />
Nel 1988 una mostra organizzata dal Comune<br />
di Firenze presso il Palazzo Medici Riccardi, dal<br />
titolo "Il cinema nei manifesti di Silvano<br />
Campeggi”, risveglia nel pubblico e negli appassionati<br />
del genere l’interesse per il lavoro di<br />
Nano; la mostra viene poi replicata a Parigi e a<br />
New York e da quel momento in poi vengono<br />
organizzate numerose mostre in tutta Italia e<br />
all’estero.<br />
Si ricordano una sua personale al Palazzo delle<br />
Esposizioni a Roma, nel 1995; la mostra “Sogni<br />
attaccati ai muri”, a cura di Enrico Crispolti, presso<br />
il Castello di Poppi, nel 1998; “3000 Times -<br />
The Art of the Movie Poster”, organizzata dalla<br />
Film Society of Lincoln Center a New York nel<br />
2007; “Maestro, do I need to get undressed”<br />
(frase che il pittore racconta essergli stata rivolta<br />
da Marilyn Monroe in occasione di una sua posa<br />
per un ritratto), alla Galleria Varart di Firenze nel<br />
2012, e la partecipazione al Festival Internazionale<br />
Silvano Campeggi<br />
del Cinema di Syracuse (NY) nel 2013.<br />
Per quanto riguarda la sua attività non<br />
riferita al grande schermo, nel 1997 realizza<br />
35 dipinti ispirati al calcio storico<br />
fiorentino, esposti poi in una mostra al<br />
Palagio di Parte Guelfa in Firenze e a<br />
Lione, in Francia.<br />
Nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina<br />
Magnifico Messere del calcio storico<br />
fiorentino, e nel 2000 è insignito del<br />
Fiorino d’Oro della città di Firenze.<br />
Nel 2001 realizza il drappellone per il<br />
palio dell’Assunta, a Siena, e contemporaneamente<br />
la mostra “Pittura in diretta:<br />
è Palio” viene allestita nel Museo di<br />
Santa Maria della Scala.<br />
Nel 2008, in occaione del 150º anniversario<br />
della nascita di Giacomo Puccini,<br />
Campeggi espone a Torre del <strong>La</strong>go una<br />
serie di ritratti immaginari delle protagoniste<br />
dell’ opera del compositore, in una<br />
mostra dal titolo “Puccini e le sue donne”.<br />
Sempre nel 2008 a Portoferraio viene<br />
allestita la mostra Napoleone all’Elba,<br />
per commemorare il 200º anniversario<br />
della permanenza di Napoleone<br />
Bonaparte sull’isola d’Elba.<br />
È del 2010 la mostra allestita presso il<br />
castello dei Conti Guidi di Poppi (Arezzo),<br />
intitolata “Verso Campaldino: dal Pian di<br />
Ripoli alla battaglia”, serie di opere ispirate<br />
alla battaglia di Campaldino del<br />
1289, svoltasi proprio nella piana vicina<br />
alla città di Poppi.<br />
Il 2011 lo vede protagonista con i suoi<br />
lavori “Divi di Hollywood” nella Sala delle<br />
Colonne di Pontassieve (FI)<br />
Suo il manifesto per il festival del<br />
Maggio Musicale Fiorentino del 2013.<br />
Dalle Terre di Giotto e dell’Angelico<br />
23
AFRODITE<br />
AL DECÒ<br />
Pittura - Scultura - Poesia<br />
Presentazione del libro:<br />
“Afrodite”<br />
Storia e psicologia di un Mito<br />
di Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori<br />
di Silvia Ranzi<br />
Presso i locali del Caffè Decò in piazza Libertà a Firenze si<br />
è svolto un evento plurimo che ha visto la presentazione<br />
critica di un saggio originale (Roma 2011, Ed. Scientifiche<br />
Ma.Gi.srl), frutto di una lunga ricerca sulla genealogia<br />
storico-mitologica della Dea dell’Amore, nelle sue stratificazioni<br />
psicologiche, rituali e simboliche attraverso i secoli. Gli autori sono<br />
due noti psicanalisti di formazione Junghiana, residenti a Firenze:<br />
Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori. <strong>La</strong> loro ampia ed esegetica indagine<br />
ha favorito l’ispirazione di artisti e poeti convocati ad un simposio<br />
conviviale sull’area semantica figurale dell’archetipo della<br />
bellezza femminile: procreativa, rigenerativa, celeste e terrena, armonia<br />
cosmica che restituisce unità all’universale, nella ricerca di<br />
senso tra soggetto e oggetto dinnanzi alla molteplicità del reale,<br />
filtrato attraverso il bipolarismo eroticomaschio e femmina.<br />
<strong>La</strong> trattazione risente di un principio informatore, la “circolarità del<br />
dettato narrativo”, verso una conoscenza inesauribile del sé, in un<br />
tracciato labirintico che si incarna nel MITO definito dagli autori,<br />
una dimensione “altra” che si situa in un territorio fluido nella commistione<br />
tra umano e divino: “Il Mito non prende posizione, abita<br />
luoghi altri, siderei, rispetto<br />
alla nostra etica, al nostro principio<br />
di non contraddizione” e “<br />
la Bellezza è la mediazione che<br />
permette di superare il conflitto<br />
tra la limitazione della carne,<br />
della vita terrena e l’infinito<br />
piacere, l’accesso attraverso<br />
l’Eros a mete superiori spirituali”.<br />
Il libro è un ricco excursus<br />
che spalanca l’universo<br />
dell’ermeneutica mitologica<br />
legata al modello di Grazia e<br />
Seduzione dell’avvenente<br />
Afrodite nel tempo: dalle origini<br />
Mesopotamiche al Pantheon greco, dalla Venere romana progenitrice<br />
degli Eneadi alla dissoluzione nel IV secolo d.C nel felice<br />
epilogo nel “De Rerum natura” di Lucrezio. Variegata è la costellazione<br />
di divinità immortali che accompagnano la Dea: Ares, Dio<br />
della guerra, l’amante preferito; il marito Efesto, Dio del fuoco;<br />
Attis-Adone, il fragile figlio-amante, colto nella variante anatolica<br />
poco nota di Agdistis; il figlio Eros o Cupido ed il goffo Priapo, protettore<br />
dei campi e degli armenti.<br />
Venerazione è tributata all’antica Dea Madre-mediterranea, ben<br />
rappresentata dalle turgidi Veneri del Paleolitico diffuse in tutta<br />
Europa nell’apoteosi dell’Afrodite Morpho, nella sua polimorfa potenzialità<br />
nell’indistinta cosmogonia dei quattro elementi in cui si<br />
sommano fertilità e fecondità di tutte le specie terrestri. Segue la<br />
nascita della Dea nell’Olimpo greco, secondo due versioni mitiche:<br />
l’Afrodite omerica, figlia di Zeus e della ninfa Dione; Afrodite esiodea,<br />
detta“Anadiomene”, “l’emersa” dalla schiuma del mare<br />
(afros, schiuma) in primavera, fecondata dai genitali di Urano, nascente<br />
sopra una conchiglia di madreperla, spinta dal vento di<br />
24 Afrodite al Decò
L'interno del Caffè Decò di Firenze in occasione della manifestazione<br />
16 Maggio a Firenze - Evento di presentazione del libro “Afrodite. Storia e psicologia di un<br />
Mito”, Edizioni Scientifiche Ma.Gi srl., Roma 2011. Sono intervenuti: gli autori del saggio<br />
Paolo Tranchina e Maria Pia Teodori; l’organizzatore della serata Giuseppe Pinzauti; il<br />
critico d’arte e letterario Silvia Ranzi; letture a cura di Ilaria Bucchioni, attrice, regista,<br />
docente di recitazione. Artisti espositori: Angelo Vadalà, Amalia Ciardi Duprè, Sergio Staino,<br />
Luigi Arcuri, Massimo Podestà, Uros Sitar, Giovanna Ugolini, Roberto Carchedi, Gloria De Marco,<br />
Ivana De Marco, Zerva Paraskevì, Mimma Di Stefano, Fabrizio Tani, Mauro Papale, Margherita<br />
Oggiana, Enrica Cappelli, Lucia Introna, Lucia Petroni, Annamaria Cappelletti, Gabriella Tatini,<br />
Nadia Gilli, Caterina Brezzo, Maria Luisa Zen, Antonietta Moschi, Chiara Cassese, Silvia Jafisco,<br />
Antonella Marchesoni, Lucetta Risaliti, Sonia Paladini, Marcello Manzoli, Vincenzina Tassone,<br />
Pina Pettè, Maria Pia Gonnelli, Il Bottega, Mario Catalano, Franco Saponaro, Stefano Turrini,<br />
Diego Scarpellini. Artisti dell’Atelier della Tinaia: Umberto Ammannati, Angela Fidilio,<br />
Giovanni Galli, <strong>La</strong>ura Nutini, Tommaso Bartoloni. Poeti e scrittori: Giancarlo Bianchi, Roberto<br />
Mosi, Zerva Paraskevì, Andrea Berti, Antonio Sabatino, Maria Paola Graziani, Donato Massaro,<br />
Marta Peruzzi, Silvia Jafisco.<br />
Sculture di Paolo Tranchina<br />
Zefiro sull’isola di Cipro.<br />
Innumerevoli sono gli appellativi che la definiscono<br />
sulla base dei culti legati all’origine<br />
ed alla sua diffusione:la “Cipride” da Paphos<br />
o Cipro; “Citerea” dal Santuario dell’isola di<br />
Citera in cui era venerata;<br />
“Venere Ericina” in Sicilia<br />
nella sua propagazione in<br />
occidente; i rinomati epiteti<br />
platonici tra l’Afrodite<br />
Urania, simbolo dell’amore<br />
puro e celestiale, e l’Afrodite<br />
“Pandemia”o Pubblica,<br />
amore fisico e materiale.<br />
<strong>La</strong> disanima in chiave psicanalitica<br />
si arricchisce di<br />
studi antropologici e storici<br />
sulle potenzialità simboliche<br />
delle rappresentazioni, offrendoci una<br />
differenziazione delle istanze primigenie del<br />
Sacro presso il pensiero politeista dei greci<br />
nella contaminazione con le Culture orientali:<br />
da simbolo incipiente dell’Aurora, perinflusso<br />
della fenicia Astarte, alla venustà divina<br />
dell’Amore tramandata dalla statuaria<br />
greca di età classica ed ellenistica, fino alle<br />
varianti iconografiche romane: vestita,<br />
nuda, eroica, intimista e naturalizzata, pudica,<br />
accovacciata, sensuale, armata, per<br />
evocare l’Eden parallelo, “Imago dell’anima”,<br />
in cui il divino si esprime nell’Eros per<br />
poi separarsi dall’essere fluente cosmogonico<br />
della Natura, generare la coscienza<br />
della sua nuova identità post-panteistica e<br />
tramandarsi come archetipo dinamicostrutturale<br />
dell’inconscio collettivo, derivante<br />
da un fondo ancestrale ereditario comune<br />
a tutta l’umanità.<br />
<strong>La</strong> Dea entra in rapporto con le grandi figure<br />
coinvolte nei Riti dell’Amore: Ecate,<br />
Persefone, Nemesi, Circe, le Sirene, Medea,<br />
Arianna, Lilith, per estendersi alla<br />
Prostituzione sacra antica praticata nel bacino<br />
del Mediterraneo e collegarsi ai dolci<br />
versi di Saffo, per includere l’Afrodite infera<br />
che sosta sulle tombe nella dialettica tra<br />
bene e male, amore-morte. Dall’interesse<br />
per la Favola di “Amore e Psiche” nella significativa<br />
dialettica tra Eros e Thanatos in<br />
Freud si passa all’alternanza tra Eros e<br />
Logos in Jung. A conclusio nel’Afrodite-farmacon,<br />
bellezza che cura nel senso olistico<br />
sul piano della salute fisica e liberazione di<br />
Creatività, per rilanciare la propositiva “humanitas”<br />
neoplatonica incarnata dalla<br />
Venere fiorentina del Botticelli, ideale di rinascita<br />
di un neo-umanesimo auspicato<br />
nell’oggi per le facoltà intuitive, cognitive<br />
ed emozionali dell’uomo “globale”, nel decollo<br />
di una transizione epocale come quella<br />
attuale che sta riscrivendo nuove dinamiche<br />
antropologiche, sapienziali ed estetiche del<br />
relazionarsi e del costruire una più stabile<br />
convivenza civile ed universale.<br />
Paolo Tranchina, autore del libro, coltiva<br />
la passione artistica di scolpire pietre di varia<br />
morfologia: pietra serena, tufo, marmo,<br />
lava. Seguendo l’andamento delle concrezioni<br />
naturali, persegue scavi lineari che<br />
delineano figurazioni di un’iconologia simbolica<br />
primigenia. <strong>La</strong> mano traduce e forgia<br />
con segno stilizzato la valenza archetipica<br />
allusiva, analogica, oracolare, esperita dalla<br />
sua attività di analista e ricercatore sul<br />
piano filosofico, per rintracciare le radici<br />
storiche dell’Europa moderna, come attesta<br />
il titolo di una sua importante mostra del<br />
2005 - 160 statue in vetrina (100 negozi) -<br />
“Grandi Madri, Dei, Guerrieri, Amazzoni”<br />
a Firenze nel centro storico - Quartiere<br />
S. Croce.<br />
Afrodite al Decò<br />
25
Domenico Conforte<br />
approda alla corte<br />
di Federico il Barbarossa<br />
Nello storico Palazzo Grifoni di San<br />
Miniato la mostra di pittura dell’artista<br />
dall'evocativo titolo “Radici e germogli”<br />
di Filippo Lotti<br />
Foto opere Luca Lupi - Foto mostra Veronica Gentile<br />
Una pittura segnica, carica di significato,<br />
un’arte che arriva da lontano quella di<br />
Conforte. Composizioni che appartengono<br />
alla tradizione ma che hanno una<br />
forte impronta innovativa, contemporanea,<br />
dove la pittura è ancora dipinta. Un racconto attraverso<br />
immagini che riassumono l’intera vita artistica di<br />
questo uomo che si è fatto pittore.<br />
L’intera esistenza, l’appartenenza alla sua terra, la Lucania,<br />
le sue radici hanno modellato (mai termine fu più<br />
giusto) il suo lavoro artistico.<br />
<strong>La</strong>voro che approda nelle sale della Fondazione Cassa di<br />
Risparmio di San Miniato con una mostra antologica,<br />
Il taglio del nastro. Da sinistra: il curatore della mostra Andrea Mancini, il sindaco di San Miniato<br />
Vittorio Gabbanini, Mario Sladojevich del comitato di gestione della Fondazione Carismi, Domenico<br />
Conforte e l'assessore del Comune di Ruoti Francesco De Leonardis<br />
Uccelli danzatori, 2011<br />
dozione.<br />
Infatti Conforte, classe 1947, nasce a Ruoti,<br />
un paese in provincia di Potenza, ma nel<br />
1968, poco dopo il diploma all’Istituto d’Arte<br />
di Salerno, si trasferisce in Toscana, a San<br />
Miniato.<br />
Figlio di pastori e agricoltori, trascorre l’infanzia<br />
e l’adolescenza nelle campagne circostanti.<br />
Studiare richiede da parte sua<br />
molta volontà e caparbietà, per i disagi, i ritardi<br />
e le interruzioni durante la scuola<br />
dell’obbligo, provocati dalla presenza degli<br />
edifici scolastici in centri troppo lontani e<br />
dalla mancanza di strade e mezzi.<br />
Le origini contadine, la vita giovanile trama<br />
in sé anche la sua prima vera e propria<br />
mostra, che raccoglie una sessantina di lavori<br />
dall’inizio degli anni Settanta ad oggi.<br />
<strong>La</strong> scelta, da parte del curatore Andrea Mancini,<br />
è stata quella di “riscoprire” e portare<br />
questo artista con anni di lavoro pittorico (e<br />
non solo) al cospetto del grande pubblico.<br />
“Domenico Conforte – scrive Mancini - è un<br />
importante pittore italiano, lo scopriamo<br />
solo adesso, visto che la prima esposizione<br />
della sua opera è di questo <strong>2014</strong>, quasi fuori<br />
tempo massimo.”<br />
Ancor più importante perché questo lavoro<br />
è portato in uno dei più belli e rinomati palazzi<br />
signorili di San Miniato, sua terra d’a-<br />
26<br />
Domenico Conforte
cromatiche che si erigono a simbolo. Esse esplodono in genesi e significati di vita.<br />
<strong>La</strong> natura interiorizzata si fa materialmente presente e viva nel legno delle tavole scelto<br />
a supporto delle sue immagini.”<br />
Nel 1970 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ai corsi di Pittura di Afro Basaldella<br />
e di Vinicio Berti. Approfondisce gli interessi e la ricerca in pittura e fa esperienze<br />
di Estetica Sperimentale con il professor Carmelo Genovese. Si diploma col<br />
massimo dei voti nel giugno 1974, con una tesi su Paul Klee.<br />
Un anno dopo inizia l’attività di insegnante, con la nomina a docente di Disegno dal<br />
vero all’Istituto d’arte di Volterra. In seguito passa alla scuola media ed insegna Educazione<br />
Artistica in diverse località della provincia pisana (Ponte a Egola, Monteverdi<br />
Compenetrazione universale, 2013<br />
scorsa fra i pastori e i boschi della Lucania determinano una passione<br />
per il mondo della natura che rimane viva e si arricchisce fra le<br />
colline e i boschi del paesaggio toscano, divenendo una delle sue<br />
fonti ispiratrici.<br />
“È questa la Lucania - scrive Luciana Dottore -, terra di boschi e lupi<br />
Un momento dell'inaugurazione della mostra<br />
Da sinistra: Andrea Mancini, Mario Sladojevich, Vittorio Gabbanini, Francesco De<br />
Leonardis, Domenico Conforte, Luciana Dottore, Simona Della Maggiore e Filippo Lotti<br />
e racconti antichi.<br />
È il luogo dell'infanzia per ogni abitante partito, madre-matrigna da<br />
cui si fugge e a cui si torna e ancora si fugge.<br />
Lì l'odore della natura è potente come il rosso<br />
dei papaveri tra il frumento di giugno e<br />
abbaglianti sono le cime bianche nelle lucide<br />
giornate di sole.<br />
Domenico ha interiorizzato queste immagini<br />
fin da ragazzo ed è partito con esse alla ricerca<br />
di una crescita personale.<br />
Gli archetipi di questa natura forte, a tratti<br />
violenta, dalle linee decise ed asciutte, a<br />
contatto con la morbidezza verde della campagna<br />
toscana, si sono declinati in cromie<br />
dallo sfumato delicatamente espressivo.<br />
Di questa natura, nei dipinti di Domenico, non<br />
troviamo alcuna traccia descrittiva, né alberi,<br />
né foglie né terra ma certo le sue morfologie Genesi, 1973<br />
Marittimo, Riparbella, Castellina, Montopoli Val d’Arno, Santa Maria<br />
a Monte, Pontedera); nel 1982 ottiene il trasferimento a San Miniato,<br />
dove rimane fino al 2011.<br />
Questa lunga esperienza con gli alunni, attraverso il contatto con la<br />
loro freschezza creativa, è un’importante occasione di arricchimento<br />
per l’attività di artista.<br />
Un artista che ha ben chiaro il rapporto tra natura, arte e uomo. Amori,<br />
legami che quotidianamente invadono la sua esistenza.<br />
“Una mostra – scrive Mancini - può raccontare molte cose, ma difficilmente<br />
può restituire l’immagine di un uomo, un uomo della natura<br />
come Domenico Conforte, rustico e discreto, ma anche poeta e cantore<br />
dell’incrocio misterioso che unisce uomo animale pianta, che la<br />
maggior parte di noi ha irrimediabilmente perduto.”<br />
Una mostra tutta da scoprire e da vivere come andrebbero vissuti e<br />
scoperti gli artisti, ma ancor di più con l’arte di Domenico Conforte.<br />
<strong>La</strong> mostra, organizzata in collaborazione con<br />
il Comune di San Miniato, è accompagnata<br />
da un catalogo edito da “<strong>La</strong> conchiglia di<br />
Santiago” e curato da Andrea Mancini con<br />
testi di Luciana Dottore e dello stesso Mancini.<br />
L'esposizione sarà aperta al pubblico, con<br />
ingresso libero, fino al 30 giugno con il seguente<br />
orario: dal lunedì al venerdì 9 - 13 e<br />
15 - 18, sabato e domenica 9 - 13 e 15 - 19.<br />
Chiuso il lunedì.<br />
Per info:<br />
domenico.conforte@gmail.com<br />
Domenico 339 6470712<br />
Andrea 333 5925005<br />
Domenico Conforte<br />
27
L’universo poetico di<br />
Anna Maria Guidi<br />
Seme flebile d'eterno<br />
qual reo capitano di fregata<br />
all’umanide ciurma tira la volata<br />
il lubrico miraggio<br />
dell’erotico legato:<br />
chiave e serratura<br />
ad uso e abuso della cieca transumanza<br />
che feroce e vorace bela e bruca<br />
fotte e gode<br />
chiagne e langue<br />
per un seme flebile d’eterno<br />
asservita al genetico rito<br />
che replica e moltiplica miraggio e danno<br />
nel compiacentissimo ergastolo<br />
del sì beffardo inganno<br />
Mendace appartenenza<br />
amore mio<br />
sarà perché stanotte t’ho sognato<br />
che al batticuor dell’alba<br />
ti chiamo - mendace appartenenza -<br />
amore amore mio<br />
ma non è l’amore ad-atto<br />
agli anatomici contatti<br />
nei carnefici negozi degli umani<br />
incognito rabbi senza volto<br />
di spalle a guardia dei suoi sacrati altari<br />
benigno confidando a noi affida<br />
l’offertorio dei suoi riti di grazia:<br />
acerbe spighe da maturare in campo<br />
nella mutua rinuncia<br />
al possesso del grano<br />
e soltanto nei sogni amor non mio<br />
marinando la stretta sorveglianza<br />
rubiamo assieme<br />
qualche chicco del grano maturato:<br />
gaudiosa opulenza<br />
che della mente i sensi sboccia<br />
indenni dall’infetta recisione<br />
inferta dalla lubrica falce<br />
della consumata mietitura<br />
Sognopensiero<br />
se sogno<br />
penso di sognare<br />
se penso<br />
sogno di pensare<br />
di Fabrizio Borghini<br />
e così mentre penso<br />
di poter fare a meno di sognare<br />
continuo a sognare<br />
di poter fare a meno di pensare<br />
Dolceforte sapore<br />
(L’assaggio)<br />
sul bagolaro<br />
gorgheggia il rosignolo<br />
freme il fraseggio<br />
preme l’ormeggio<br />
scricchiola il ramo:<br />
e in un solfeggio d’ali vola via<br />
il maestro di musica fantasia<br />
… ma io mi gusto così<br />
nel primo caffè della mattina<br />
l’aromatico assaggio<br />
di questo cucchiaino d’armonia:<br />
che bussa come un picchio<br />
bramisce come un cervo<br />
tuba come un colombo<br />
trilla come un fringuello<br />
insiste come un tarlo<br />
e com’ape operaia all’arnia smiela<br />
dolceforte sapore di poesia<br />
28 Anna Maria Guidi
Fiocco senza nodo<br />
due bimbe insieme<br />
al parco questa sera<br />
una piccina picciò: fata di paglia<br />
due spilli gli occhi<br />
turchini di nuova primavera<br />
più grande l’altra: una colomba bruna<br />
i ricci crespi e la bocca scolpita<br />
in un goloso chicco di caffè<br />
strette le mani<br />
nel ludo d’un fiocco senza nodo<br />
giulive s’intendono<br />
nella complice lingua dei sorrisi<br />
nel pallido calore d’un sole temerario<br />
fra le siepi di spine armate dall’inverno<br />
due raggi mai soli<br />
in uno stesso sole<br />
Il regista<br />
... e scocca in cielo<br />
una primina freccia di rondini:<br />
libere migranti<br />
al pedaggio del volo<br />
carcata d’anni e inganni<br />
nel segno d’ogni senso imparo e inseguo<br />
la libertà del sogno che bisogna<br />
al dissoluto convegno con la vita:<br />
altro non mi s-occorre<br />
mi dico randagiando in passi d’aria<br />
la mia sopita corsa<br />
di terra digerita<br />
filma pedine senza scacchiera<br />
il regista dei sogni<br />
Nata e residente a Firenze, già<br />
responsabile amministrativa del<br />
Dipartimento di Neuroscienze<br />
dell’Università, pubblica dal 1998 con illustri<br />
prefatori sei sillogi di poesia, iniziando<br />
con “Esercizi (Luti), cui seguono nel 2000<br />
“Incontri” (Mezzasalma), nel 2002 “Tenacia<br />
d’ombra” (Panella) e “Certezze” (Mazzanti),<br />
nel 2005 “In transito”(Luti, che ne<br />
presentò l’anteprima al Gabinetto Scientifico-Letterario<br />
Vieusseux, con Manghetti )<br />
e nel 2013 “Senz’alfabeto” (Manescalchi<br />
e Panella). Del 2010 il saggio “<strong>La</strong> carità<br />
erotica nell’edonismo geoestetico di S.<br />
Penna: un approccio psicocritico” prefato da Bronzi.<br />
Collaboratrice e consulente di Pianeta Poesia, ne<br />
ha curato e presentato nel trascorso decennio al<br />
Caffè Storico-Letterario Le Giubbe Rosse i programmi<br />
“Incontri con gli Autori” e (con Bronzi) “A 2<br />
Voci”. Fa parte del Consiglio della Camerata dei<br />
Poeti, è socia onoraria per meriti culturali del Centro<br />
d’Arte Modigliani di Scandicci, collabora con il<br />
Centro Studi Donati di Pistoia, per la gestione annuale<br />
dei lavori di giuria del Premio Internazionale<br />
G. <strong>La</strong> Pira, di cui è presidente.<br />
Intenso l’interesse e l’apprezzamento critico reiterato<br />
negli anni ad ogni nuova opera della Guidi,<br />
espresso sia in foglio che on line sulle varie riviste<br />
letterarie (citiamo Il Portolano, <strong>La</strong> Ballata, Caffè Michelangiolo,<br />
Città di Vita, Vernice, Dibattito Democratico,<br />
Polimnia, Poesia, Atelier, Punto d’Incontro,<br />
Capoverso, Presenza, <strong>La</strong>tmag, Silarus, Gradiva, Periferie,<br />
Pomezia-notizie,…) e sulla stampa, (<strong>La</strong> Nazione,<br />
Il Corriere di Firenze, <strong>La</strong> Gazzetta di Bolzano,<br />
Viva Piazza, L’Osservatore Toscano, Cultura Commestibile,<br />
Retroguardia 2.0, Il terzo sguardo,...),<br />
dove la Guidi compare anche come autrice di poesie,<br />
saggi e note critiche. Fra le tante e prestigiose<br />
firme di commenti e recensioni alla sua produzione<br />
segnaliamo Albisani, Ametrano, Andriuoli, Baldassarre,<br />
Balsamo, Barberi Squarotti, Bettarini, Biagini,<br />
Bianchi, Bigagli, Bonifazi, Brancale, Bronzi, Brunelli,<br />
Camiciotti, Cara, Caramella, Carifi, Carraroli,<br />
Cellini, Ciappi, Cipparrone, Civitareale, Commare,<br />
Consoli, Curabilli, Degl’Innocenti, Demarchi, De<br />
Napoli, Esposito, Faggioli, Fontanella, Gros-Pietro,<br />
<strong>La</strong>dolfi, <strong>La</strong>nuzza, <strong>La</strong>nza, Luongo Bartolini, Lucarini,<br />
Luti, Macchia, Maffia, Maggi, Manescalchi, Manghetti,<br />
Marchetti, Mazzanti, Menigatti, Mezzasalma,<br />
Micozzi, Moschini, Nanni, Nardi, Nistri, Nobbio,<br />
Panella, Pellegrini, Peralta, Pumpo, Ranzi, Ruffilli,<br />
Salvadori, Scarselli, Scerrotta Samà, Serrao,<br />
Spagnuolo, Tassinari, Ugolini, Venturini, Zaniboni,…<br />
Delle varie letterature che includono e si<br />
esprimono sulla sua produzione ricordiamo “Storia<br />
della letteratura italiana” a cura di Luti (Helicon<br />
ed.), “Letteratura italiana dal secondo nNovecento<br />
ad oggi” a cura di L.Bronzi e M.G.Lenisa (Bastogi), i<br />
“Documenti di Pianeta Poesia” (anni 2004-06/2006-<br />
2011), “Poesia del Novecento in Toscana”(a cura di<br />
F. Manescalchi), e delle antologie, “<strong>La</strong> scrittura delle<br />
donne” (Tracce),”Toscanautori”(Ibiskos), “<strong>La</strong> mia<br />
Venezia” (<strong>La</strong> Versiliana), “Poesia religiosa del III°<br />
millennio” (Lorenzo), “Slanci e partecipazione - 15<br />
poetesse fiorentine”, “I poeti dell’Arca”, “Poesia<br />
d’amore per il 3° millennio” (Bastogi), “Dal verso al<br />
segno”(Centro Internaz. Grafica di Venezia),<br />
“Pater” (Morgana), “Questo calice<br />
amaro”(Polistampa), e le recentissime<br />
“Voci fiorentine” (Ibiskos) e “Poeti in Toscana”<br />
(Masso delle Fate). Numerosi i premi,<br />
spesso assoluti e reiterati, ottenuti<br />
dalla sua produzione letteraria. Citiamo<br />
per la poesia “Il Viaggio Infinito”, “San Valentino”,<br />
“Città di Venezia”, “Città di Milano”,<br />
”Penisola Sorrentina”, “D.Rea”, “Città<br />
di Pinerolo”, “Versilia”, “Athena”, “Firenze<br />
Capitale d’Europa”, ”Città di Salò”,<br />
“Astrolabio”, “Violetta di Soragna”, “Il<br />
Golfo”, “Aeclanum” (Superpremio2007),<br />
“Firenze-Europa M. Conti” (Fiorino d’Oro<br />
2007 e Fiorino d’argento 2013), e per la<br />
saggistica il “<strong>La</strong> Pira”, “Parise”, “Il Golfo”,<br />
“Firenze capitale d’Europa”. <strong>La</strong> Guidi è stata<br />
più volte ospite di trasmissioni televisive<br />
e radiofoniche di emittenti locali e nazionali,<br />
fra cui Toscana TV, TGR e Rai 1<br />
(Zapping di A. Forbice). Promotrice delle<br />
conoscenze per l’interazione delle discipline,<br />
ha collaborato alla stesura di conferenze<br />
e letture magistrali scientifico-filosofiche,<br />
per presentazioni svoltesi in sedi<br />
universitarie e congressuali nazionali e<br />
internazionali (fra le quali il Congresso<br />
Mondiale di Psicofisiologia a Montreal nel<br />
2002, i Congressi nazionali delle Soc.It.di<br />
Neurofisiologia Clinica e Neuropsicofisiologia<br />
e i Seminari di Mosaicoscienza), e<br />
per pubblicazioni da lei prefate e presentate<br />
in varie sedi istituzionali (in Firenze<br />
alle Giubbe Rosse, alla Biblioteca Marucelliana<br />
e al Gabinetto Vieusseux). Ha<br />
inoltre curato con un gruppo interdisciplinare<br />
di docenti universitari l’edizione on<br />
line di una “Dispensa didattica illustrativa”,<br />
ad uso degli studenti e specializzandi<br />
in Neuroscienze, ed ha svolto attività didattica<br />
sulla poesia del Novecento nei<br />
corsi annuali “L’occhio di Erato”, realizzati<br />
in Bagni di Lucca da Novecento poesia con<br />
il patrocinio dei Comuni di Firenze e di Bagni<br />
di Lucca.<br />
Anna Maria Guidi<br />
Lungarno C. Colombo, 18 - 50136 Firenze<br />
Tel. 055 677633 - 339 2680588<br />
angtmn@virgilio.it<br />
Anna Maria Guidi 29
Tra ex compagni di classe,<br />
parlando del professor Luzi<br />
Gli allievi degli anni Cinquanta del poeta si sono<br />
ritrovati in un convivio alle Giubbe Rosse il 24 maggio<br />
mancato. Luzi rispose secco: “Castaldi, non<br />
è importante. Dove sto andando non importa<br />
quello che si è fatto, ma dove stiamo andando.<br />
Per questo viaggio sto preparando,<br />
pochi, essenziali bagagli”. Questi sono solo<br />
due episodi che testimoniano della profondità<br />
e della poesia che c’era anche nel Luzi<br />
quotidiano. Come esperta e studiosa della<br />
letteratura di Mario Luzi ha partecipato alla<br />
rimpatriata Chiara Luci, laureanda con una<br />
tesi proprio sul poeta di Castello. <strong>La</strong> tesi verte<br />
sul periodo dell’Ermetismo e dei poeti di<br />
quel periodo. Ampia parte della tesi tratterà<br />
infatti proprio del periodo in cui il poeta faceva<br />
parte del Circolo Letterario di San Marco<br />
e poi confluì nel cenacolo delle Giubbe<br />
Rosse dove incontrò i principali autori<br />
dell’ermetismo fiorentino. Nel 1938, Carlo<br />
Bo aveva pubblicato un saggio sul Frontespizio,<br />
“Letteratura come vita”, contenente i<br />
fondamenti teorico-metodologici della poesia<br />
ermetica. Alla base di questo movimento,<br />
che ebbe come modello i grandi del decadentismo<br />
francese come Mallarmé, Rimbaud<br />
e Verlaine, si trova un gruppo di poeti,<br />
chiamati poi dalla critica dell’epoca “ermedi<br />
Duccio Ricciardelli<br />
Gli ex alunni della Quinta C, riuniti alle Giubbe Rosse: da sinistra a destra, Vasco Cetti, Alessandro Traversari, Pierluigi<br />
Castaldi, Piero Sarti Fantoni, Sergio Pancrazi, Giuliano Pierallini, Paolo Nesti, Mario Mughini, Pietro Cappugi<br />
C’era l’atmosfera delle grandi occasioni<br />
e tanta emozione al pranzo<br />
degli ex allievi di Mario Luzi il<br />
24 maggio alle Giubbe Rosse di<br />
Firenze. Nel numero precedente avevamo<br />
annunciato questo incontro che si è tenuto<br />
nel caffè letterario più importante di Firenze,<br />
che vide passare nei suoi locali tutta l’avanguardia<br />
letteraria toscana del Novecento.<br />
Due gli artefici principali di questa originale<br />
rimpatriata tra ex compagni di classe; il<br />
prof.Piero Sarti Fantoni, nostro fedele cicerone<br />
nella memoria storica di Firenze, e Pierluigi<br />
Castaldi, ingegnere, anche lui studente<br />
di Mario Luzi che dopo mesi di ricerche è riuscito<br />
a ricompattare buona parte di quella<br />
Quinta C (anno scolastico 1955/1956) del Liceo<br />
Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze.<br />
<strong>La</strong> giornata di ricordi è cominciata con un<br />
ottimo e fresco aperitivo per passare poi al<br />
ristorante interno del locale di piazza della<br />
Repubblica. Tra le fotografie di Montale,<br />
quadri futuristi e le mostre di pittura che<br />
ogni settimana si succedono alle Giubbe<br />
Rosse, si è dunque svolto il pranzo degli ex<br />
alunni al quale era presente anche il nostro<br />
direttore Fabrizio Borghini che nell’occasione<br />
ha realizzato un lungo servizio televisivo.<br />
I ricordi all’apertura dei microfoni e alle domande<br />
di Borghini vengono fuori come un<br />
fiume in piena. Già c’è la nostalgia per i compagni<br />
che non ci sono più; la classe era molto<br />
numerosa ma oggi, purtroppo, di loro non<br />
ne rimangono più che una dozzina. Da tutti i<br />
presenti il professor Luzi viene ricordato<br />
come una persona molto umana e benevola,<br />
senza perdere però il rigore e il ruolo severo<br />
dell’insegnante scrupoloso. Appassionato di<br />
Dante, faceva innamorare anche gli alunni<br />
più lontani dalla letteratura con profonde<br />
interpretazioni delle liriche di Foscolo e di<br />
Leopardi. Alcuni ex alunni lo ricordano anche<br />
nel periodo universitario quando insegnava<br />
letteratura francesese a Scienze Politiche.<br />
Assai divertente l’episodio di Pierluigi Castaldi<br />
che, volendo fare uno scherzo al Sarti<br />
Fantoni e aspettatolo nascosto fuori dalla<br />
classe, finì per dare uno scapaccione in testa<br />
a Mario Luzi, che in quel momento stava<br />
passando in una pausa delle lezioni. Luzi,<br />
giratosi verso l’alunno mattacchione, invece<br />
di arrabbiarsi lo guardò negli occhi dicendogli<br />
in perfetto fiorentino: “ O Castaldi…o che<br />
se’ bischero” Dopo una notte insonne il Castaldi<br />
si presentò a scuola il giorno dopo e<br />
andò a scusarsi con il professore pensando<br />
di ricevere chi sa quale severa punizione. Il<br />
poeta lo rimandò a posto, con una pacca sulle<br />
spalle, ridendo divertito dell’inconsapevole<br />
scherzo subìto. Tutto finì in maniera amichevole<br />
e serena. Castaldi, durante l’intervista<br />
rilasciata a Toscana Tv, ricorda anche un<br />
altro episodio che lo ha visto protagonista<br />
col suo ex professore, un episodio che ha un<br />
sapore un po’ amaro, che sa di melanconia e<br />
di leggera sconfitta. Luzi era a Saronno per<br />
un convegno legato alla presentazione di un<br />
libro e Castaldi decise di andare a parlarci. Il<br />
poeta aveva da poco perso il Nobel e l’ex<br />
alunno, in un momento di confidenza, gli domandò<br />
se fosse dispiaciuto per quel premio<br />
30 Mario Luzi
Gli alunni della Quinta C del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Firenze (anno 1955 -1956)<br />
Mario Luzi con il Cardinale Piovanelli e Giovanni Paolo II<br />
tici”, che seguirono la lezione di Giuseppe Ungaretti,<br />
Salvatore Quasimodo ed Eugenio Montale.<br />
Quello dell’ermetismo è uno stile difficile e<br />
chiuso nella ricerca della forma analogica, insieme<br />
all’approfondimento di un’intima esperienza<br />
interiore, che contraddistinse questo gruppo<br />
che, rifiutando in modo diretto ogni impegno politico<br />
e sociale, cercava di staccarsi dalla cultura<br />
fascista. Tra questi giovani scrittori, alcuni assunsero<br />
posizioni antifasciste come Romano<br />
Bilenchi, Elio Vittorini, Alfonso Gatto e Vasco<br />
Pratolini. <strong>La</strong> censura dell’ermetismo è una presa<br />
di posizione contro la violenza e la facilità comunicativa<br />
della nascente società di massa, che si<br />
esplica nella propaganda dei regimi dittatoriali<br />
come il fascismo, sorti dopo la prima guerra<br />
mondiale. <strong>La</strong> poesia dunque si rinchiude e si assume<br />
il compito di ridare un uso nuovo alla parola,<br />
di rinnovarla, di usarla solo quando necessaria.<br />
All’interno dell’ermetismo saranno presenti<br />
due filoni: quello cattolico o purista e quello laico<br />
o storicista. Nel primo filone è presente il<br />
tema dell’”assenza” che è anche “attesa” verso<br />
una figura salvifica e l’analogia risulta essere<br />
complessa, in quanto più lontana dalla realtà.<br />
Nel filone storicista, invece, l’analogia è più vicina<br />
alla realtà. Questi due filoni non sono contrapposti<br />
ma vicini. I poeti ermetici si ispirarono<br />
molto al secondo libro di Ungaretti, ovvero<br />
“Sentimento del tempo”, e alle immagini complesse<br />
in esso contenute; quindi possiamo considerare<br />
Ungaretti il primo esponente degli ermetici.<br />
Nella seconda metà degli anni Trenta<br />
maturarono a Firenze, intorno alle riviste Frontespizio<br />
e Solaria, un vero gruppo di ermetici che,<br />
prendendo come riferimento Ungaretti, Quasimodo<br />
e Onofri, si rifacevano direttamente al<br />
simbolismo europeo e si affacciavano alle più<br />
recenti esperienze di quegli anni, come al surrealismo<br />
e all’esistenzialismo. Sulle pareti delle<br />
Il poeta Luzi sulla spiaggia delle Ghiaie<br />
Giubbe Rosse sono presenti le tracce e il passaggio storico di questo movimento in maniera<br />
evidente e vedere da vicino questo pezzo di letteratura è, a dire il vero, molto<br />
emozionante. Anche se non presente fisicamente all’incontro, la professoressa Caterina<br />
Trombetti ha gentilmente concesso due importanti contributi storici per un approfondimento<br />
sulla figura di Luzi. È stato infatti proiettato un dvd con materiali inediti del poeta<br />
e su un cd si è potuto ascoltare la sua voce recitare alcuni brani della sua produzione.<br />
Anche il professor Sarti Fantoni ha prodotto un’interessante documentazione di articoli<br />
e saggi che sono stati regalati a tutti gli intervenuti. Chi era presente a questo nostalgico<br />
incontro ha ricevuto in dono un piccolo (ma denso di significati) libretto che è “<strong>La</strong><br />
Passione” edito da Garzanti. Il volume raccoglie i versi scritti da Luzi per la “Via Crucis al<br />
Colosseo” voluta da Giovanni Paolo II in occasione della Pasqua del 1999. Questa raccolta<br />
è una meditazione sull’incarnazione, la morte e la risurrezione di Gesù, rivolta a laici e<br />
credenti. Luzi afferma nella prefazione<br />
della silloge: “L’immaginazione<br />
già in moto mi prefigurò un testo<br />
poematico di cui Gesù fosse l’unico<br />
agonista. In un ininterrotto monologo<br />
Gesù nella tribolazione della Via<br />
Crucis avrebbe confidato al Padre la<br />
sua angoscia e i suoi pensieri dibattuti<br />
tra il divino e l’umano, la sua<br />
afflizione e la sua soprannaturale<br />
certezza. (… ) Il monologo è in corrispondenza<br />
con le stazioni tradizionali<br />
della Via Crucis e con i passi<br />
evangelici che la raccontano. Io l’ho sentito come una progressione dolorosa al ricongiungimento<br />
con il Padre e come un cammino mortale verso la Resurrezione” . Questa<br />
Via Crucis è stata letta da Sandro Lombardi e Lucilla Morlacchi durante la liturgia celebrata<br />
da Giovanni Paolo II al Colosseo per il Venerdì Santo, il 2 aprile 1999. Di questo<br />
evento non rimane molta documentazione visiva ma il testo edito da Garzanti è sufficiente<br />
a rievocare l’emozione profonda di una spiritualità molto intensa. Nei fascicoli regalati<br />
da Piero Sarti Fantoni si può anche trovare il testo che Mario Luzi redasse per l’insediamento<br />
al Senato, dettato a Caterina Trombetti nel dicembre del 2004. Luzi avrebbe<br />
voluto leggere questo testo il giorno della sua prima presenza in aula fra i senatori. Per<br />
motivi legati al protocollo però fu letto invece, il giorno dopo la sua morte, il 1 marzo<br />
2005, nell’aula del Senato dal presidente Marcello Pera, a cui lo aveva consegnato in<br />
occasione del suo secondo incontro a Palazzo Madama. Come al solito l’atteggiamento<br />
del poeta di Castello è di umile e appassionata accettazione dell’ importante onorificenza<br />
ricevuta. Queste le sue parole: “ No, non è un abbaglio, devo convincermi, e dunque<br />
io siedo veramente dove hanno seduto Manzoni, Carducci, Croce, Montale, ma anche<br />
Garibaldi, Crispi, etc”. Luzi si sente finalmente nel novero dei grandi della letteratura e<br />
della politica italiana, questa tappa è fondamentale per la sua carriera e il suo riconoscimento<br />
di poeta attento allo spirito ma anche all’attualità della società italiana.<br />
Mario Luzi<br />
31
Le “rose” di<br />
Maila Stolfi<br />
in mostra alle Giubbe Rosse<br />
di Jacopo Chiostri<br />
Difficile immaginare una<br />
donna altrettanto discorde<br />
tra come si pone nei rapporti<br />
interpersonali e come<br />
nell’accreditare la propria<br />
opera artistica.<br />
Maila Stolfi, pittrice, in queste settimane<br />
ospite del caffè Giubbe Rosse con i suoi<br />
quadri, tanto è espansiva ed estroversa con<br />
amici e conoscenti, altrettanto è schiva e<br />
apprensiva se si tratta di proporsi come artista.<br />
E questa è probabilmente la ragione per<br />
cui, nonostante non sia più una ragazzina -<br />
ha un figlio di oltre quarant’anni (liutaio prestigioso<br />
prepara le chitarre per le rock star<br />
internazionali) - è solo alla seconda ‘personale’,<br />
e c’è voluta l’amicizia e tutta l’ ‘autorità’<br />
di Riccardo Ghiribelli, direttore artistico<br />
delle ‘Giubbe’, per convincerla a mostrare i<br />
suoi quadri, le sue emozioni, in definitiva il<br />
proprio intimo, al pubblico dello storico locale.<br />
Maila dipinge sin da quando era bambina e<br />
già collezionava chiavistelli, vecchie serrature,<br />
chiodi arrugginiti, insomma quegli oggetti<br />
su cui, assieme a immagini di derivazione<br />
classica, fonda il suo linguaggio<br />
espressivo.<br />
“Quegli oggetti raccontano delle storie -<br />
spiega - hanno un vissuto”. Le opere, come<br />
si vede nelle immagini fotografiche, abbinano<br />
immagini Leonardesche e Caravaggesche<br />
- “Leonardo il più grande,<br />
Caravaggio colui che ha iniziato la pittura<br />
moderna” - a inserzioni di catene, di<br />
parti di intonaco, di balle di juta, di vecchi<br />
giornali; Maila adopra stucchi, smalti,<br />
bitume, gessi, sabbiature; spesso<br />
presente è il muro, sempre la rosa che è<br />
come una firma.<br />
“Il muro è la domanda ‘cosa ci sarà dietro’<br />
ed è testimone di tante storie”.<br />
Nel mondo di Maila tutto si lega al ricordo<br />
e all’amore per il passato. “Avrei voluto<br />
nascere nell’Ottocento” dice convinta<br />
e racconta quando, da bambina,<br />
nei boschi del suo paese di montagna si avventurava<br />
in vecchi ruderi alla ricerca di vestigia<br />
del passato, di tracce di esistenze dimenticate,<br />
di epoche andate.<br />
Le figure classiche che dipinge, rivisitandole,<br />
sono invece una memoria delle riproduzioni<br />
che ingentilivano le mura delle case<br />
dei nonni e delle zie.<br />
“Erano immagini sacre e rispondevano al<br />
profondo senso religioso di chi vi abitava.<br />
Sotto c’erano lumi, fiori, il mio lavoro affonda<br />
lì parte delle sue radici”.<br />
<strong>La</strong> rosa, come dicevamo, è la sua firma. E<br />
con la rosa, anzi con venti rose, dieci bianche<br />
e dieci rosse, ha dipinto uno dei quadri<br />
più mirabili, dedicato a venti bambini ebrei<br />
strappati alle famiglie e adoprati come cavie.<br />
Ci sono sette fili che legano queste rose,<br />
e una catena. Sette fili come i bracci della<br />
Menorah, la lampada che nell’antichità veniva<br />
accesa nel tempio di Gerusalemme, e<br />
la catena a unire il destino di queste innocenti<br />
creature.<br />
Difficilmente Maila Stolfi diverrà una prima<br />
donna - non è nel suo carattere - certo è, tra<br />
le donne, una delle prime ad avere un così<br />
alto istinto di protezione per il proprio mondo<br />
interiore, al punto di aver rischiato di non<br />
dividere la sua arte con tanti che ora ne sono<br />
divenuti estimatori.<br />
Opere della serie: "Da Leonardo alla Street Art" (2004-<strong>2014</strong>)<br />
Maila Stolfi 33
Vivafirenze.it<br />
sostegno ad arte e cultura<br />
dalle prenotazioni alberghiere<br />
di Lorenzo Borghini<br />
Restauri, progetti di valorizzazione del patrimonio<br />
artistico fiorentino e promozione<br />
della cultura. Ora hanno un supporto<br />
economico in più, grazie anche agli albergatori<br />
fiorentini che utilizzano la piattaforma di<br />
prenotazione on line Vivafirenze.it. I fondi sono parte<br />
degli introiti di Vivafirenze.it, portale di prenotazione<br />
alberghiera no profit nato dall’orientamento “Life<br />
Beyond Tourism®” senza quindi alcun aumento di<br />
costo né per gli albergatori, né per i viaggiatori.<br />
<strong>La</strong> scelta finale è avvenuta durante il Viva Day dopo<br />
una fase di preselezione su oltre trenta progetti analizzati<br />
da una giuria specializzata, composta da:<br />
Maurizio Bossi, presidente della classe discipline umanistiche e<br />
scientifiche dell’Accademia Arti del Disegno; Fabrizio Borghini,<br />
giornalista e presidente dell’associazione Toscana Cultura; Carlo<br />
Francini coordinatore scientifico - Beni Italiani Patrimonio Mondiale<br />
Unesco; Giovanni Liberatore, professore ordinario di Scienze<br />
per l’economia dell’impresa dell’Università di Firenze; Marina Misiti<br />
giornalista di esterni e viaggi, redattrice del blog di viaggio al<br />
femminile “Donne Con la Valigia”; Francesco Palla, astronomo<br />
Inaf - Osservatorio Astrofisico di Arcetri; Aurora Savelli, coordinatore<br />
scientifico del portale “Storia di Firenze”.<br />
Partendo dai progetti già selezionati dalla giuria, proprio gli albergatori<br />
hanno poi votato i quattro migliori fra gli undici finalisti: la Fondazione<br />
Angeli del Bello con “3 Piazze per Firenze” che prevede la<br />
Ecco i progetti scelti<br />
dagli albergatori:<br />
fondazione Angeli del Bello,<br />
associazione Tethys, Amici<br />
della Santissima Annunziata<br />
e associazione Akropolis<br />
Nella foto da sinistra: Elisa Bonini (Amici della Santissima Annunziata Onlus), Carlo<br />
Francini (Ufficio Unesco Comune di Firenze), Giovanni Straffi (Associazione Akropolis),<br />
Giulia Bebi (Associazione Tethys), Alessandra Zecchi (Fondazione Angeli del Bello),<br />
Carlotta Del Bianco (Amministratore Booking Hotels srl)<br />
Gli albergatori, insieme ai vincitori e ai promotori dell'iniziativa<br />
sistemazione di piazzetta dei Tre Re, piazza San Paolino e Loggia del<br />
Pesce; l’associazione Tethys con “Riscopri Firenze” che propone<br />
itinerari alla scoperta di Firenze come città della scienza fra il Parco<br />
delle Cascine, i luoghi di Galileo e l’analisi delle rocce usate per realizzare<br />
i monumenti; Amici della Santissima Annunziata per il<br />
restauro della Cappella della Madonna del Soccorso o del Giambologna<br />
nella Basilica della Santissima Annunziata di Firenze; l’associazione<br />
Akropolis con “L’altra Firenze” che propone visite in luo-<br />
ghi monumentali “minori” di Firenze. Questi saranno inseriti sulla<br />
piattaforma Vivafirenze.it e, per i prossimi dodici mesi, verranno finanziati<br />
con una piccola quota delle prenotazioni alberghiere.<br />
Fino ad oggi, attraverso questo meccanismo, Vivafirenze.it ha sostenuto<br />
le attività della Fondazione Angeli del Bello e il progetto<br />
“Firenze per bene”, in collaborazione con l’Ufficio Unesco del<br />
Comune di Firenze. “Il nostro obbiettivo - ha detto Carlotta Del<br />
Bianco Amministratore di Booking Hotels srl, la società cui fa capo<br />
VivaFirenze - è creare una sinergia fra viaggiatori, albergatori e beni<br />
culturali cittadini, in modo che il turismo non si limiti a utilizzare la<br />
città, ma diventi un’occasione reciproca di crescita culturale e di<br />
valorizzazione del patrimonio”. “Il rapporto fra città e turismo è sempre<br />
complesso - ha commentato Carlo Francini, direttore dell’Ufficio<br />
Unesco del Comune di Firenze - soprattutto in città come Venezia,<br />
Roma e Firenze in cui i flussi sono intensi. È dunque fondamentale<br />
trovare un modo per rendere virtuoso questo rapporto, rendendo<br />
il turismo un’occasione globale di crescita, senza il rischio di<br />
mettere in crisi il patrimonio artistico e culturale locale”.<br />
Vivafirenze.it<br />
35
Marisa Vannucci Valori<br />
L'artista è laica domenicana in Santa Maria<br />
del Sasso. I suoi lavori hanno sempre<br />
un’ispirazione serena e spirituale<br />
Marisa Vannucci Valori di Bibbiena è una nonna<br />
d’età, laica domenicana (per questo Ordine ha<br />
preso il nome di Suor Maddalena) ha sempre<br />
pitturato con passione e amore.<br />
Da 15 anni è iscritta al Gruppo ARCA (artisti<br />
casentinesi amici e associati all’Accademia Casentinese) con<br />
sede in un salone della suggestiva Casa del <strong>La</strong>ndino a Borgo alla<br />
Collina. Per diversi anni il Gruppo ARCA è stato seguito dal noto<br />
professor eAmedeo <strong>La</strong>nci, insegnante all’Accademia delle Belle Arti<br />
di Firenze e sempre nella città toscana promotore della corrente<br />
artistica conosciuta come “Arte Sentimentale”, che sarebbe poi<br />
stata conosciuta anche oltre i confini nazionali ed europei grazie<br />
alle numerose ed apprezzate mostre del professor <strong>La</strong>nci nelle più<br />
importanti città del mondo.<br />
Marisa negli anni più recenti ha partecipato a diverse mostre collettive:<br />
Bibbiena (Palazzo Niccolini), <strong>La</strong> Verna (Palazzo Comunale),<br />
Strada in Casentino, Porrena (presso pub Atlantic Oil), Marina di<br />
Pietrasanta, Pratovecchio, Livorno, Firenze (Centro d’Arte Puccini),<br />
Cristo, olio su tavola, cm. 32x25<br />
Arezzo (Palazzo della Provincia) ed altre ancora.<br />
<strong>La</strong> sua pittura e i lavori in cartapesta hanno quasi sempre un’ispirazione<br />
serena, spirituale, segni di un percorso del tracciato provvidenziale<br />
(che è dentro ognuno di noi) nella speranza per il fine della<br />
salvezza.<br />
<strong>La</strong>ica domenicana in Santa Maria del Sasso (monastero savonaroliano<br />
di Bibbiena), dove nel 1347 apparve alla bimba Caterina la<br />
Vergine Maria, ha avuto per gentile concessione della Madre Priora<br />
della Clausura alcuni calchi di Gesù Bambino del 1700 che ha riprodotto<br />
in stucco e cartapesta.<br />
Marisa Vannucci Valori: Tel. 0575 593177 - Cell. 347 3840155<br />
Gesù Bambino mezzo busto in stucco e cartapesta, h. cm. 24<br />
Gesù Bambino in stucco e cartapesta, lunghezza cm. 30<br />
Crocifissi, cartapesta<br />
36 Marisa Vannucci Valori
Ulrike Schneider<br />
Artista e operatrice culturale<br />
di forte impegno in mostra a<br />
Camaldoli dal 5 luglio<br />
Ulrike nasce nel 1964 a Fussen e cresce in un ambiente<br />
multiculturale di un quartiere della città;<br />
studia le miniature persiane insieme al suo caro<br />
amico persiano Nasir. Frequenta lo studio di Ulla<br />
Tobler di scuola steineriana per tre anni successivi.<br />
Gli insegnamenti di Rudolf Steiner incidono profondamente sulla<br />
sua arte. Frequenta un corso di formazione professionale in ceramica,<br />
tenuto dal maestro Giacomo Bonifazi<br />
e poi al Work Shop nella bottega d’arte di<br />
Cesare Calandrini, sperimentando tecniche<br />
ceramiche con riflessi arabi, II° e III°<br />
fuoco. Effettua viaggi di studio nelle<br />
montagne della Svizzera per cinque anni<br />
successivi e le sponde del fiume Giordano<br />
e le montagne della Giordania.<br />
Ulrike ha esposto:<br />
Parco dei Frati Cappuccini, Fossombrone<br />
(PU).<br />
Chiesa Santa Maria Assunta del Castello<br />
di Scavolo a Sant’Agata Feltria (PU).<br />
Convento di San Girolamo, Sant’Agata<br />
Feltria.<br />
Convento delle Monache di S.Caterina e<br />
S. Barbera a Santarcangelo di Romagna<br />
(RN).<br />
Crocevia Pieve San Martino, Casteldeldi<br />
(RN).<br />
Mostre e Fiere d’arte pregiate nazionali<br />
ed internazionali.<br />
Palazzo del Principe Falconiere<br />
della Carpegna, Carpegna (PU).<br />
Ha collaborato con:<br />
Istituto delle Belle Arti di Zagabria,<br />
evento artistico internazionale<br />
per la pace, durante la prima<br />
guerra dei Balcani.<br />
MOSTRA DI PITTURA ITINERANTE A CAMALDOLI<br />
dal 5 al 12 LUGLIO <strong>2014</strong><br />
SOFFIO D'ORO<br />
I messaggeri arcaici<br />
di<br />
ULRIKE SCHNEIDER<br />
Presentazione del critico d'arte ed un brano composto per la mostra<br />
Giorgio Severini<br />
Due brani di Musica antica - Chitarra<br />
5 Luglio <strong>2014</strong> ore 16.00 Chiostro del Monastero<br />
Aula San Pier Damiano<br />
Itinerario: Pieve San Martino Casteldelci (RN) – Badia Prataglia – Camaldoli<br />
Info:silenceartinfo@gmail.com<br />
Comune di Poppi<br />
Con i patrocini<br />
Comunità monastica<br />
di Camaldoli<br />
Angelo del Borello, olio e oro su tela,<br />
cm. 90x70<br />
1° Festival Teatrale (Performance e Scenografia),<br />
regista G. Boccalini presso la<br />
Fondazione M. Pistoletto “Cittadellarte”,<br />
Biella (Piemonte).<br />
Salva l’arte, Urbino.<br />
Museo Quadreria Cesarini Fossombrone<br />
(PU).<br />
Museo della Scienza interattivo del Balì<br />
di Saltara (PU)<br />
Mostra di arte sacra, celebrazione<br />
dell’600° anniversario ispirato dal “Miracolo<br />
Eucaristia del Sacro Corpo" ed<br />
opere di Arte Sacra del 1600 e 1700 di<br />
provenienza Camaldolese, Palazzo del<br />
Capitano, Bagno di Romagna (FC).<br />
<strong>La</strong>vora come curatrice e coordinatrice per<br />
eventi artistici: ideata e curata “Il Cammino<br />
di San Vicinio”, evento sulla spiritualità,<br />
arte multimediale, convegno “Luoghi<br />
dell’Infinito” - “L’arte delle donne”.<br />
Fondatrice del gruppo performativo ”Die<br />
Traumer”.<br />
Dal 2008 collabora con enti istituzionali, politiche delle differenze ed<br />
assessorato alle pari opportunità “Contro la Violenza sulle Donne”.<br />
Collabora con il musicista e compositore contemporaneao Bernhard<br />
<strong>La</strong>ng, con lo scrittore William Rossi Tannini “Il Cammino di San Vicinio<br />
nelle terre del Santo Taumaturgo tra natura e storia”, con lo scrittore<br />
Efrem Satanassi “Mistico Dolore”, con il maestro Livio Picotti<br />
del coro toscano Cantus Anthimi, “Anghelos - la schiera celeste”-<br />
Dal 2013 collabora con il compositore, musicologo e critico d’arte<br />
Giorgio Severini. Ha curato anche il catalogo della mostra “Notte di<br />
Luna”, critico d’arte G.R. Manzoni, il catalogo della mostra “Soffio<br />
d’oro”, Luca Cesari, filosofo, poeta e presidente del Centro culturale<br />
“Pio Manzù“, la collezione e mostra permanente, Museo della<br />
Scienza Interattiva del Balì (PU) e la collezione a Albona “<strong>La</strong>bin Art<br />
Express” in Croazia.<br />
Ios - Monaco pellegrino, olio e oro su tela, cm. 120x100<br />
INFO: silenceart@gmail.com<br />
Ulrike Schneider<br />
37
Il Giglio Rosso &<br />
Bacio di Magritte B&B<br />
Uno spazio<br />
espositivo perenne,<br />
a due passi dal<br />
centro storico<br />
di Firenze,<br />
appositamente<br />
studiato per offrire<br />
arte e cordialità<br />
Questo B&B nasce dalla volontà dei proprietari, Carlo e<br />
Silvia, di fondere il gusto per l’accoglienza turistica,<br />
per l’arte e il design in modo da creare un luogo unico,<br />
particolare, in grado di potersi differenziare nell’ampio<br />
mercato extra alberghiero cittadino.<br />
Questo desiderio ha dato il “la” alla nascita de Il Giglio Rosso &<br />
Bacio di Magritte B&B che si propone come una giovane realtà nel<br />
panorama ricettivo fiorentino.<br />
<strong>La</strong> struttura è situata in una zona strategica della città, in via Guido<br />
Monaco 25, a pochi passi dalla stazione centrale Santa Maria<br />
Novella e da tutti i principali poli attrattivi fiorentini, quali i luoghi<br />
culturali e storici come il Duomo, la Galleria dell’Accademia, la<br />
Galleria degli Uffizi e di business come la Fortezza da Basso, la<br />
Stazione Leopolda ed il Centro Congressuale Fiorentino.<br />
<strong>La</strong> cura dei particolari ed il design ricercato degli interni sono stati<br />
studiati appositamente per creare una particolare atmosfera: un mix<br />
di colore, charme, arte e cordialità totalmente dedicato al benessere<br />
dei nostri graditi ospiti. L’arte prima di tutto è il principale filo conduttore<br />
del nostro B&B: a partire dal richiamo al pittore belga René<br />
François Ghislain Magritte sia nel nome del B&B che in alcuni<br />
dettagli architettonici della struttura fino all’intento di fare della<br />
struttura stessa una sorta di “spazio espositivo perenne”…un’opportunità<br />
per artisti locali e non di poter esporre le loro opere ad un<br />
38<br />
Il Giglio Rosso & Bacio di Magritte B&B
sue bellissime opere, abbiamo potuto allestire una prima mostra<br />
artistica all’interno del B&B: sia nelle zone comuni che nelle<br />
camere.<br />
Per quanto riguarda l’accoglienza e il pernottamento turistico<br />
qui tutto ruota intorno alle persone che ci scelgono e fanno così<br />
vivere questa struttura…Molti infatti sono i servizi a loro dedicati:<br />
abbiamo un ottimo programma wellness, con diversi massaggi<br />
dedicati al relax e al benessere: cosa desiderare di più<br />
dopo una giornata di shopping in centro…<br />
Il servizio caffetteria, aperto dalle 8.30 alle 18, occasione unica<br />
per conoscere anche gli altri clienti, creare relazioni e scambi di<br />
opinione in un’atmosfera internazionale, sorseggiando magari<br />
un buon caffè.<br />
Per proseguire poi con la possibilità di organizzare gite in e fuori<br />
Firenze, per degustare olio, vino, per una cena in una tipica<br />
villa toscana oppure semplicemente per lasciarsi guidare alla<br />
scoperta delle dolci colline fiorentine.<br />
"Stiamo<br />
lavorando<br />
all’organizzazione<br />
di piccoli eventi a<br />
sfondo artistico<br />
che potrebbero<br />
svariare dall’arte<br />
pittorica a quella<br />
letteraria e<br />
fotografica da<br />
tenersi nel corso<br />
del prossimo<br />
inverno"<br />
pubblico internazionale culturalmente sempre diverso ed incline<br />
all’arte. Stiamo lavorando in questo senso all’organizzazione di piccoli<br />
eventi a sfondo artistico, che potrebbero svariare dall’arte pittorica<br />
a quella letteraria e fotografica da tenersi nel corso del prossimo<br />
inverno. In questo momento, grazie alla preziosa collaborazione<br />
della pittrice toscana Veronica Filippi che ci ha fornito alcune delle<br />
Il Giglio Rosso & Il Bacio di Magritte B&B<br />
Via Guido Monaco 25<br />
50144 Firenze<br />
Tel. 055 9331853<br />
Fax: 0557349399<br />
Mail: info@ilgigliorosso.com<br />
Titolari e gestori: Carlo Venturi & Silvia Serafini<br />
Il Giglio Rosso & Bacio di Magritte B&B<br />
39
Atim’s Top 60 Masters<br />
of Contemporary Art<br />
Premiati a Firenze i migliori artisti <strong>2014</strong><br />
Li ha selezionati Arttour International Magazine<br />
Èarrivata a Firenze, unica tappa italiana prima di Miami (Usa) e Byblos (Libano), la<br />
presentazione degli “Atim’s Top 60 Masters of Conteporary Art”, ovvero dei<br />
sessanta migliori artisti dell’anno selezionati dalla rivista internazionale Arttour<br />
International Magazine di New York. Li ha annunciati Viviana Puello<br />
editrice, fondatrice di Arttour International Magazine e direttrice di Vivid Arts Network,<br />
al Nardini Bookstore di via delle Vecchie Carceri, presentando anche il libro pubblicato<br />
appositamente da Arttour International Magazine e una produzione audiovisiva<br />
in HD prodotta da Alan Grimandi del canale Atim Web Tv. Viste le distanze geografiche,<br />
non tutti gli artisti hanno potuto essere presenti all’evento fiorentino, che ha comunque<br />
avuto come protagonisti due qualificati rappresentanti dei premiati: l’argentina<br />
Maria Cristina Bergoglio, fra l’altro nipote di Papa Francesco, nonché affermatissima<br />
in patria e a livello internazionale per le sue opere e Suzanne Duncan (Australia).<br />
di Lorenzo Borghini<br />
Maria Cristina Bergoglio e Viviana Puello<br />
Suzanne Duncan<br />
Suzanne Duncan, fotografa e creativa, ha lavorato<br />
in vari Paesi e continenti, pubblicando i<br />
propri lavori in alcune delle collezioni e pubblicazioni<br />
più importanti al mondo. Il suo lavoro si<br />
sposta continuamente fra Sydney, Los Angeles e<br />
New York, per catturare lo scatto perfetto per i<br />
più celebri magazine di moda come Vogue Italia,<br />
Elle e Cosmopolitan. <strong>La</strong>vora inoltre per alcune<br />
delle più importanti agenzie di modelle, come la<br />
Ford Models di New York.<br />
Maria Cristina Bergoglio, nata a Córdoba nel<br />
1967, ha sviluppato molto presto la propria visione<br />
artistica e letteraria che è poi culminata in<br />
Un'opera di Maria Cristina Bergoglio<br />
una laurea in architettura alla National<br />
University di Córdoba. L’arte di Cristina<br />
è ispirata alla sua città e il suo lavoro<br />
trascina misteriosamente e sensualmente<br />
lo spettatore in un mondo in cui<br />
la bellezza può essere trovata in ogni<br />
elemento: una qualità universale che<br />
l’artista cattura in ciascuno dei suoi dipinti.<br />
Usando tecniche e strumenti diversi,<br />
Cristina trova un’unica prospettiva<br />
di paesaggio urbano.<br />
Un'opera di Suzanne Duncan<br />
Fra gli altri premiati: Kurt Wenner (Usa), Dale Chihuly (Usa), Fabian Perez (Argentina),<br />
Luca Cappai (Italia), Chris Dellorco (Usa), Edilson Elio Barbosa (Brasile), Aldo<br />
Basili (Italia).<br />
Arttour International Magazine è un<br />
magazine nato due anni e mezzo fa e<br />
cresciuto moltissimo, fino a raggiungere<br />
i 2.1 milioni di lettori in 64 Paesi. È attivo<br />
direttamente in 64 Paesi e partecipa a<br />
34 eventi artistici internazionali in 25<br />
città. Ha lanciato e promosso figure di<br />
grande rilievo, come Candice Swanepoel<br />
(modella di Victoria’s Secret), Kendall<br />
Jenner, Rafael Amargo (Ballando con le<br />
Stelle), la stilista delle star Irma Martinez,<br />
il produttore di video musicali Cristobal<br />
Valecillos e designers internazionali<br />
come Agua Bendita. Nel 2012, Arttour International Magazine ha creato ATIM Web<br />
Tv, un canale per la trasmissione internazionale di eventi e interviste che, in appena un<br />
anno e mezzo, ha registrato più di 500mila visite, con 4mila iscritti.<br />
40 Atim’s Top 60
Dal 24 giugno fino al 5 luglio il famoso Palazzo Medici Riccardi, sede dell’assessorato<br />
alla Cultura della Provincia di Firenze, ospiterà una spettacolare mostra di<br />
pittura cinese “Doppia Visione”. Per la prima volta in Italia quest’anno verrà<br />
esposto il nuovo stile artistico di pittura cinese ad acquerello.<br />
A questo evento parteciperanno sei giovani artisti molto noti in Cina: Dang Zhen, Zeng Jian<br />
Yong, Liu Qi, Pan Wen Xun, Li Ge Ye e Ma Jun. Questi autori mostreranno all’incirca 50 dei<br />
loro lavori migliori e di maggior ispirazione, proseguendo il dialogo e la comunicazione con<br />
il mondo dell’arte italiana.Tra gli artisti contemporanei cinesi che sono più conosciuti al panorama<br />
artistico italiano vi sono principalmente Zhang Xiaogang, Fang Lijun, Wang Guangyi,<br />
Zeng Fanghi e Cai Guoqiang. Questi autori seguono un filone ed una simbologia orientale<br />
molto precisi e definiti; i colori dei loro dipinti posseggono molta energia e danno un effetto<br />
dinamico. In questa mostra, però, si cerca di presentare diversamente le opere dei giovani talenti<br />
mandarini presentati in prima battuta. Questi sei giovani artisti utilizzano materiali tradizionali<br />
della pittura a inchiostro cinese, o acquerelli, applicando però idee, visioni ed esperimenti<br />
più contemporanei, comunque senza prescindere dalla cultura tradizionale.<br />
Infatti essi cercano di integrare l’arte contemporanea con i metodi dell’antica cultura cinese.<br />
Questa integrazione è un fenomeno tipico nello sviluppo dell’arte emergente ed ogni artista<br />
riesce ad esprimere in queste 50 opere in maniera molto significativa questa influenza classica<br />
mista a senso di innovazione, pur mantenendo ogni autore una vena di creatività unica e personale.<br />
In questo modo ogni autore rappresenta lo spirito di un’epoca artistica. Le loro opere<br />
esplorano le culture orientali e occidentali, il rapporto tra individuo e società, del singolo e del<br />
gruppo, e possiedono contemporaneamente una “doppia visione” della creazione artistica, sia<br />
verso l’interno che verso l’esterno.<br />
意 大 利 华 人 艺 术 家 协 会<br />
Associazione degli<br />
Artisti Cinesi in Italia<br />
Piazza Indipendenza, 21<br />
50129 Firenze, Italia<br />
Tel. 0039 055 4684478<br />
aacifirenze@hotmail.com<br />
www.aacitalia.com<br />
Doppia Visione<br />
41
42<br />
Dang Zhen
Zeng Jian Yong 43
44 Liu Qi
Pan Wen Xun<br />
45
46 Li Ge Ye
Ma Jun<br />
47