244 Capitolo 17 I rivelatori di particelle
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a<strong>di</strong>ali. Nella figure <strong>17</strong>.20 e <strong>17</strong>.21 è riportato in maggior dettaglio il sistema <strong>di</strong><br />
rivelazione degli elettroni e la ricostruzione della traccia della particella.<br />
Fig. <strong>17</strong>.21 ricostruzione <strong>di</strong> una traccia in una camera TPC<br />
<strong>17</strong>.14 Rivelatori a scintillazione<br />
I <strong>rivelatori</strong> a scintillazione sono senza dubbio tra i più <strong>di</strong>ffusi <strong>rivelatori</strong> <strong>di</strong> <strong>particelle</strong><br />
usati oggi in fisica nucleare. Sono basati sulla proprietà <strong>di</strong> alcuni materiali <strong>di</strong><br />
emettere luce quando eccitati o ionizzati dalla ra<strong>di</strong>azione incidente. Gli scintillatori<br />
sono sempre accoppiati ad un sistema <strong>di</strong> amplificazione <strong>di</strong> questa luce, un<br />
fotomoltiplicatore, in grado <strong>di</strong> convertire questo debole segnale ottico in un segnale<br />
elettrico che poi può essere processato ed analizzato e che contiene l’informazione<br />
sulla ra<strong>di</strong>azione misurata. Gli elementi fondamentali <strong>di</strong> un rivelatore a scintillazione<br />
sono riassunti nella figura <strong>17</strong>.22:<br />
Esso generalmente consiste <strong>di</strong> un materiale scintillante accoppiato otticamente ad<br />
un fotomoltiplicatore. Quando la ra<strong>di</strong>azione interagisce nello scintillatore causa<br />
emissione <strong>di</strong> luce da parte <strong>di</strong> quest’ultimo. La luce è trasmessa, attraverso il<br />
rivelatore stesso che è quin<strong>di</strong> trasparente alla luce emessa, al fotomoltiplicatore<br />
(dall’inglese: PM o PMT) dove è convertita in una debole corrente <strong>di</strong> fotolettroni<br />
che è poi ulteriormente amplificata da un sistema <strong>di</strong> moltiplicazione <strong>di</strong> elettroni. Il<br />
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