244 Capitolo 17 I rivelatori di particelle
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Vi sono stati <strong>di</strong>stinti <strong>di</strong> singoletto e <strong>di</strong> tripletto. Lo stato fondamentale S 0 è uno<br />
stato <strong>di</strong> singoletto. Sopra <strong>di</strong> esso vi sono i livelli eccitati <strong>di</strong> singoletto S*, S**, ecc.<br />
e gli stati <strong>di</strong> tripletto T 0 , T*, T**, ecc. Associata con ciascun livello elettronico vie<br />
è una struttura fine che corrisponde a mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> eccitazione vibrazionale. La<br />
spaziatura energetica tra le varie bande <strong>di</strong> livelli è dell’or<strong>di</strong>ne dell’elettronvolt,<br />
mentre quella tra i livelli vibrazionali è dell’or<strong>di</strong>ne del decimo <strong>di</strong> elettronvolt. La<br />
ra<strong>di</strong>azione incidente eccita i livelli come mostrato dalle frecce. Le eccitazioni <strong>di</strong><br />
singoletto in genere decadono in qualche picosecondo dalla banda S** alla banda S*<br />
senza emissione <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione. Viceversa la probabilità <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento ra<strong>di</strong>ativo da<br />
S* a S 0 è elevatissima: i tempi caratteristici <strong>di</strong> questo processo sono <strong>di</strong> qualche<br />
nanosecondo, e questa è la cosiddetta componente pronta. Tra l’altro, il fatto che<br />
S* decade a stati eccitati vibrazionali <strong>di</strong> S 0 implica che la ra<strong>di</strong>azione luminosa è<br />
leggermente minore <strong>di</strong> quella necessaria per la transizione S 0 →S* e spiega quin<strong>di</strong> la<br />
trasparenza dello scintillatore alla sua stessa ra<strong>di</strong>azione. Gli stati <strong>di</strong> tripletto<br />
invece decadono per degradazione interna non ra<strong>di</strong>ativa allo stato T 0 che non può<br />
decadere, a causa <strong>di</strong> regole <strong>di</strong> selezione, allo stato S 0 . Il meccanismo <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>seccitazione, più lento, avviene tramite interazione con un altro stato T 0 come<br />
schematizzato qui sotto:<br />
T 0 +T 0 → S* + S 0 + fononi.<br />
Lo stato S* si <strong>di</strong>seccita come descritto sopra. Questo processo contribuisce alla<br />
cosiddetta componente lenta o ritardata della luce <strong>di</strong> scintillazione. Tra gli<br />
scintillatori organici ricor<strong>di</strong>amo l’antracene ( C 14 H 10 ), lo stilbene ( C 14 H 12 ) e molti<br />
materiali plastici. Alcuni scintillatori organici possono essere allo stato liquido: in<br />
questo caso sono utilizzati per la rivelazione <strong>di</strong> <strong>particelle</strong> beta <strong>di</strong> bassissima energia<br />
( 3 H, 14 C). Il campione ra<strong>di</strong>oattivo viene <strong>di</strong>sciolto all’interno dello scintillatore e si<br />
evita così qualsiasi spessore morto tra rivelatore e sorgente, massimizzando inoltre<br />
l’angolo solido <strong>di</strong> accettanza che in questa geometria vale 4π.<br />
Gli scintillatori organici producono segnali estremamente veloci, con tempi <strong>di</strong> durata<br />
<strong>di</strong> qualche nanosecondo, che li rende particolarmente adatti all’impiego come<br />
apparati <strong>di</strong> “trigger” temporale. Altro vantaggio è il loro basso costo e la semplicità<br />
dell’utilizzo. La limitazione maggiore è senza dubbio la scarsa risoluzione energetica<br />
(dovuta ad una bassa resa <strong>di</strong> luce). Inoltre, dato il loro basso valore <strong>di</strong> Z, non sono<br />
adatti alla rivelazione <strong>di</strong> fotoni, soprattutto se si vuole determinarne lo spettro<br />
energetico.<br />
<strong>17</strong>.<strong>17</strong> Scintillatori inorganici<br />
Gli scintillatori inorganici sono cristalli <strong>di</strong> alogenuri alcalini con aggiunta <strong>di</strong> piccole<br />
percentuali <strong>di</strong> “attivatori” che vengono in<strong>di</strong>cati tra parentesi. Tra i più usati<br />
ricor<strong>di</strong>amo NaI(Tl), CsI(Tl), KI(Tl), LiI(Eu) e il CsF 2 . Fra i materiali non alcalini<br />
ricor<strong>di</strong>amo soprattutto il Bi 4 Ge 3 O 12 (ossigermanato <strong>di</strong> Bismuto, noto brevemente<br />
come BGO), il BaF 2 , il ZnS(Ag).<br />
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