244 Capitolo 17 I rivelatori di particelle
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Questa trattazione è solo approssimata nel caso <strong>di</strong> assorbimento completo della<br />
ra<strong>di</strong>azione. In questo caso si deve introdurre un fattore F < 1, detto fattore <strong>di</strong><br />
Fano:<br />
w<br />
R = 2.35 ⋅ F che rende la risoluzione migliore <strong>di</strong> quanto stimato. Il valore <strong>di</strong> F è<br />
E<br />
una funzione del tipo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione e <strong>di</strong> rivelatore.<br />
<strong>17</strong>.3 Funzione <strong>di</strong> risposta.<br />
Per la misura degli spettri <strong>di</strong> energia un fattore importante da conoscere è la<br />
funzione <strong>di</strong> risposta del rivelatore al tipo <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azione. Questa rappresenta lo<br />
spettro <strong>di</strong> ampiezza <strong>di</strong> impulso prodotto dal rivelatore quando le <strong>particelle</strong> incidenti<br />
sono monocromatiche. Fino ad ora abbiamo considerato gaussiana la risposta, ma<br />
questo è vero solo in pochi casi, tipicamente se la ra<strong>di</strong>azione è costituita da<br />
<strong>particelle</strong> cariche pesanti.<br />
Se per esempio consideriamo elettroni, questi in alcuni casi potranno subire<br />
deflessioni a grossi angoli ed uscire dal rivelatore senza avervi depositato tutta la<br />
propria energia. La funzione <strong>di</strong> risposta non sarà più gaussiana, ma presenterà una<br />
“coda” (fig. <strong>17</strong>.3) nella zone dello spettro a bassa energia, originata dagli eventi <strong>di</strong><br />
tipo B (ve<strong>di</strong> figura <strong>17</strong>.4) Lo stesso effetto è prodotto nel caso che l’elettrone perda<br />
energia per irraggiamento ed il fotone <strong>di</strong> bremsstrahlung generato sfugga al<br />
rivelatore (evento C).<br />
dN/dE<br />
Fig. <strong>17</strong>.3 “coda” della funzione <strong>di</strong> risposta ad elettroni<br />
E<br />
Se le <strong>particelle</strong> incidenti sono fotoni, la funzione <strong>di</strong> risposta è ancora più<br />
complicata. Risulta chiaro che il rivelatore “vede” il fotone attraverso gli elettroni<br />
da esso generato per interazione fotoelettrica, compton o produzione <strong>di</strong> coppie<br />
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