IA INGEGNERIA AMBIENTALE - Harpo spa
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<strong>IA</strong><br />
risposta idrologica del verde pensile<br />
ti sia sempre presente un adeguato volume d’aria, per non<br />
causare l’asfissia radicale.<br />
Nei sistemi realizzati con materiale sciolto lo strato drenante,<br />
costituito da materiali minerali leggeri quali pomice, lava,<br />
ardesia e<strong>spa</strong>nsa, presenta valori di accumulo idrico valutabili,<br />
nel caso di copertura inclinata, attraverso la sola capacità di<br />
ritenzione idrica dei materiali e nel caso di coperture piane<br />
prevedendo un accumulo ulteriore dovuto alla presenza di una<br />
falda di pochi centimetri che si genera sul fondo. Lo spessore<br />
minimo dello strato deve garantire l’infiltrazione verticale<br />
dell’acqua meteorica e lo smaltimento orizzontale della stessa,<br />
evitando che le zone di ristagno idrico interessino lo strato<br />
filtrante.<br />
I sistemi con elementi drenanti preformati in piastre o rotoli,<br />
realizzati in materiale sintetico, polietilene, polistirolo o materiali<br />
termoisolanti hanno, a parità di spessore, capacità drenanti<br />
superiori a quelle dei materiali sfusi e comportano pesi<br />
più contenuti. In questi sistemi l’acqua viene immagazzinata<br />
in appositi incavi così da poter ottenere accumulo anche nel<br />
caso di coperture inclinate. Lo spessore di tali strati può variare<br />
da 2,5 a 12 cm.<br />
Il compito dello strato filtrante è quello di impedire la discesa<br />
di particelle fini dal substrato colturale verso lo strato drenante.<br />
Normalmente si utilizzano geotessili con opportune caratteristiche<br />
di resistenza alla trazione, al taglio e al punzonamento<br />
e con idonea permeabilità idraulica.<br />
Infine, al substrato di vegetazione sono richiesti un’elevata<br />
capacità drenante in condizioni di massima saturazione idrica,<br />
un coefficiente di conduttività idraulica satura superiore<br />
a 0.4 cm/s, una buona capacità di ritenzione idrica (> 35% in<br />
volume) ed una struttura chimico-fisica che garantisca stabilità<br />
per eventi meteorici intensi, ovvero una struttura che<br />
non ammetta la formazione di fango connessa alla perdita di<br />
resistenza al taglio del terreno. I materiali normalmente<br />
impiegati nella miscelazione dei substrati sono di origine<br />
vulcanica (lava, pomice) per la parte minerale, che conta<br />
circa il 60% in volume della frazione totale, e sono costituiti<br />
da torbe e residui vegetali compostati per la parte organica<br />
(in percentuale non elevata) con rapporto carbonio-azoto<br />
inferiore a 30.<br />
La ritenzione e la detenzione delle acque meteoriche operate<br />
dalle diverse stratigrafie caratteristiche delle coperture a verde<br />
pensile riducono gli afflussi alla rete di drenaggio, prevenendo<br />
l’instaurarsi di situazioni critiche nei sistemi di drenaggio<br />
urbano e limitando le condizioni limite di esercizio con conseguente<br />
riduzione del rischio di allagamento e di contaminazione<br />
delle acque superficiali. Il rischio di allagamento delle<br />
aree urbane cresce infatti con la probabilità di fallanza di tratti<br />
della rete di drenaggio o di altri manufatti idraulici, mentre<br />
il rischio di contaminazione aumenta con la probabilità di<br />
entrata in funzione degli scolmatori di piena che scaricano nel<br />
corpo idrico ricettore portate idriche che non hanno subito<br />
alcun trattamento di depurazione.<br />
I metodi utilizzati in letteratura per interpretare la risposta di<br />
un sistema a verde pensile in termini idrologici sono diversi<br />
e variano dalle semplici relazioni empiriche, agli schemi<br />
modellistici concettuali, ai modelli fisicamente basati. Le<br />
relazioni empiriche, generalmente sviluppate in ambiti<br />
diversi dall’ingegneria idraulica e dall’idrologia, analizzano<br />
i dati di letteratura suddividendoli opportunamente in base<br />
alle scale temporali di riferimento ed hanno l’obiettivo di<br />
individuare correlazioni significative tra altezza e durata di<br />
pioggia, spessore del substrato, pendenza della copertura,<br />
tempo secco antecedente, ecc. I risultati sono relazioni polinomiali<br />
che consentono di calcolare il volume di scorrimento<br />
subsuperficiale complessivo in un assegnato intervallo di<br />
tempo, i volumi trattenuti o i ritardi nell’arrivo del picco in<br />
funzione delle variabili ritenute significative per la caratterizzazione<br />
del processo (Mentens et al., 2006; Tillinger et<br />
al., 2006).<br />
Gli schemi modellistici impiegati sono il metodo razionale<br />
(Moran et al., 2005), il modello a serbatoio lineare (Zimmer<br />
e Geiger, 1997) ed il metodo del Curve Number (Carter e<br />
Jackson, 2007). Gli approcci rigorosi, che affrontano la formulazione<br />
del campo di moto per l’infiltrazione in mezzo<br />
insaturo attraverso soluzioni dell’equazione di Richards<br />
generalmente integrata sulla verticale (Hilten, 2005), sono<br />
meno diffusi.<br />
Sebbene il controllo dei deflussi di origine meteorica ad opera<br />
delle copertura a verde, in termini di riduzione dei volumi<br />
complessivi e dell’altezza del picco dell’idrogramma operati<br />
a scala del singolo edificio, sia stata oggetto di numerose<br />
indagini, il trasferimento di tali risultati a scala di comprensorio<br />
urbano è ad oggi scarsamente investigato (Carter e<br />
Rasmussen, 2006). Tuttavia, la valutazione delle prestazioni<br />
delle coperture a verde per installazioni diffuse sul territorio<br />
urbano consente di quantificare opportunamente i benefici<br />
idraulico-ambientali nel loro complesso in termini di prevenzione<br />
dei fenomeni di inondazione nonché di riduzione dell’impatto<br />
ambientale sui corpi idrici ricettori.<br />
2. IL SITO SPERIMENTALE<br />
Al fine di valutare l’influenza del verde pensile sulla gestione<br />
e sul controllo delle acque meteoriche in un ambiente urbano<br />
tipico della regione mediterranea, in collaborazione con il<br />
Comune di Genova e l’Associazione Italiana per il Verde Pensile<br />
(A.I.Ve.P.), è stata predisposta l’installazione di un sito<br />
dimostrativo per il monitoraggio quali/quantitativo delle<br />
acque meteoriche sulla copertura a verde del Laboratorio di<br />
Ingegneria Ambientale dell’Università di Genova.<br />
Il lotto centrale della copertura a verde del Laboratorio (cfr.<br />
Figura 1), di estensione pari a circa 350 m 2 , è stato rinnovato<br />
nel Maggio del 2007, con riferimento alle linee guida espresse<br />
nella norma UNI 11235 “Istruzioni per la progettazione e<br />
la manutenzione di coperture a verde” e parcellizzato in due<br />
settori di uguale area, differenziati per la composizione del<br />
substrato drenante. La stratigrafia realizzata è costituita da un<br />
elemento di impermeabilizzazione (guaina bituminosa con<br />
protezione antiradice), un tessuto non tessuto a protezione<br />
meccanica della guaina (peso 300 gr/m 2 ), uno strato drenante<br />
in materiale granulare (lapillo con granulometria 3/16 mm),<br />
un tessuto non tessuto con funzione filtrante (peso 100 gr/m 2 ),<br />
uno strato colturale di spessore pari a 0,20 m, realizzato con<br />
VULCAFLOR per un settore e con VULCAFLOR addittivato<br />
con il 10% di zeolite per l’altro settore. Presso il sito sperimentale<br />
è disponibile una centralina meteorologica (stazione<br />
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