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Aprile 2011 - ANNO XC - N° 4 - Associazione Nazionale Alpini

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Finalmente il destino, oggi non più ostile,<br />

ha permesso di scoprire, per una serie di<br />

circostanze casuali, che i resti dell’alpino<br />

Uberto Uberotti non sono più ignoti. Essi<br />

riposano sull'Altipiano di Asiago, nel<br />

monumentale Sacrario dedicato ai Caduti<br />

della prima guerra mondiale.<br />

Lì, in quel luogo sacro, tutti possono rendergli<br />

onore ed anche la figlia potrà deporvi,<br />

prima di morire, un fiore ed una lacrima<br />

per il suo amato papà alpino.<br />

Restano, a sfondo tanto reale quanto<br />

terribile di questa vicenda di vita, le<br />

montagne: esse stanno sempre lì come<br />

gigantesche dita, le dita di Dio, a volerci<br />

indicare a volgere lo sguardo in alto, verso<br />

grandi sacrifici ma anche verso grandi<br />

speranze e grandi ideali.<br />

Un ringraziamento particolare va a tutti<br />

coloro che, a vario titolo, hanno contribuito<br />

al ritrovamento di Uberto Uberotti<br />

e, specialmente, agli alpini Sergio Leonardi<br />

e Ivan Martinelli del gruppo ANA di Arco<br />

(Trento). Alla sezione ANA di La Spezia,<br />

presieduta da Alfredo Ponticelli, all'alpino<br />

Roberto Giannoni e al gruppo alpini<br />

di Vezzano Ligure, nelle persone di<br />

Giuseppe Ricci e di Giovanni Ravenna. La<br />

signora Maria Uberotti, figlia del Caduto<br />

ritrovato, esprime a tutti ed a ciascuno, a<br />

quanti hanno collaborato la sua più<br />

profonda e commossa gratitudine. A nostra<br />

volta, siamo grati alla signora Uberotti<br />

perché consentendoci di accedere ai<br />

suoi personali ricordi ci ha donato molto<br />

più di quanto non ci abbia richiesto. ●<br />

IN BREVE<br />

CAVALIERE DEL<br />

LAVORO IN CANADA<br />

Arnaldo Zanon, classe<br />

1926, 8° <strong>Alpini</strong>, a<br />

Edmonton ha ricevuto<br />

l’onorificenza di<br />

Cavaliere del Lavoro<br />

dalle mani del console d’Italia Arnaldo Minuti.<br />

Roma - Il monumento nazionale<br />

ai Caduti di Russia<br />

ALPINI SOCCORRITORI DEL VAJONT<br />

Un gruppo di alpini che furono soccorritori nella<br />

tragedia della diga del Vajont (ottobre 1963), si ritrova<br />

tutti gli anni in una località diversa. Vengono da<br />

Belluno, Treviso, Vicenza, Bologna, Forlì, Ascoli Piceno<br />

e Roma. L’anno scorso la località prescelta è stata<br />

Roma dove, partecipando all’udienza generale<br />

del Santo Padre, Adriano Zilio (che sorregge il cartello)<br />

ha consegnato al Papa due libri sul Vajont. Benedetto<br />

XVI ha ringraziato dicendo: “Siate fieri del<br />

cappello che portate”.<br />

Foto Comune di Roma.<br />

Inaugurato a Roma il monumento nazionale<br />

ai Caduti sul fronte russo, nel<br />

giardino loro dedicato con questo<br />

nome. È stata una celebrazione solenne,<br />

per iniziativa del “Comitato per Nikolajewka”,<br />

alla presenza del sindaco della<br />

città Alemanno, di alti gradi delle varie<br />

armi, la fanfara dei bersaglieri, associazioni<br />

d’Arma, ANA compresa con una folta<br />

rappresentanza di alpini, una Compagnia<br />

storica di lancieri di Montebello e un picchetto<br />

di bersaglieri con fanfara.<br />

Un corteo di centinaia di appartenenti alle<br />

varie associazioni e semplici cittadini,<br />

aperto dai carabinieri a cavallo, ha raggiunto<br />

il giardino dove era stato posto il<br />

monumento, formato da un basamento<br />

sormontato da una colonna romana e sul<br />

quale sono affisse venti formelle con i<br />

nomi delle regioni, a simboleggiare il sacrificio<br />

d’una Nazione intera in quella<br />

sciagurata Campagna voluta dal regime.<br />

Una Messa, accompagnata dai canti del<br />

coro ANA Malga Roma, è stata celebrata<br />

da monsignor Giacomino Feminò, che all’omelia<br />

ha ricordato, fra i Caduti in guerra<br />

anche i “Caduti per la pace”, come i nostri<br />

alpini in Afghanistan. ●<br />

IN RICORDO DI UMBERTO VENTURINI<br />

Questa, che raffigura il Monte Altissimo di Nago<br />

(Monte Baldo) è una delle tante bellissime foto<br />

scattate dall’alto da un appassionato scalatore, alpino<br />

doc, inviata a L’Alpino qualche tempo fa. È di Umberto<br />

Venturini, “volato” avanti nel settembre 2009,<br />

trent’anni dopo essere atterrato con il suo piper sulla<br />

Cima Tosa del Gruppo Brenta.<br />

SCOLARI ALLE TRINCEE SUL CARSO<br />

Il gruppo di San Giorgio di Nogaro, sezione di Palmanova,<br />

ha accompagnato i ragazzi di quinta elementare<br />

a Redipuglia sui percorsi della Grande Guerra. Visita<br />

al Museo, salita sul monte Sei Busi e visita delle<br />

trincee. Pensando al sacrificio dei soldati in quelle<br />

trincee, i ragazzi hanno poi scritto pensieri e poesie.<br />

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4-<strong>2011</strong>

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