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Aprile 2011 - ANNO XC - N° 4 - Associazione Nazionale Alpini

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150°<br />

Una spontanea<br />

dimostrazione<br />

di amor di Patria<br />

Il Presidente<br />

Napolitano<br />

8<br />

4-<strong>2011</strong><br />

Avranno sicuramente un lungo seguito le celebrazioni del<br />

150° dell’Unità d’Italia, un anniversario che - possiamo<br />

ben dirlo - ha lasciato un segno certamente positivo, ma<br />

con variabili e sfumature critiche che sarebbe opportuno approfondire.<br />

Il 17 marzo “ufficiale” si è svolto tutto, o quasi, come previsto.<br />

Cerimonie con l’intervento del Capo dello Stato, il suo splendido<br />

discorso a Camere riunite, il suo appello all’unità del Paese<br />

nel corso del quale ha ricostruito la storia partendo dai primi<br />

moti del Risorgimento per arrivare ai nostri giorni. Per contro,<br />

l’ostentazione di una indifferenza ideologica ha avuto, anche in<br />

esponenti delle istituzioni, un riscontro appena dovuto, se non<br />

addirittura apatico della celebrazione.<br />

Ma l’aspetto più importante, insperato per contenuti e condivisione,<br />

è stato quello della partecipazione della gente, degli italiani<br />

e, in particolare, dei giovani, la cui spontaneità non ha avuto<br />

nulla di costruito, di partitico. Eppure, con la crisi che li colpisce<br />

e il futuro incerto che li attende, potevano essere i primi a nutrire<br />

qualche riserbo sull’attuale condizione sociale ed economica<br />

dell’Italia e non avere troppo desiderio di festeggiare. Il loro genuino<br />

sentire è stato contagioso e suggerisce speranza.<br />

È esemplare quanto è avvenuto a Padova, all’austera inaugurazione<br />

dell’anno accademico dell’antichisissima università (istituita<br />

nel 1222): cinque docenti si sono appuntati sull’ermellino la<br />

coccarda tricolore per onorare il contributo dato dagli studenti<br />

nell’insurrezione del 1848. “Siamo veneti – hanno spiegato – ma<br />

prima di tutto italiani. E orgogliosi di esserlo”.<br />

Non è mancata nemmeno la voce della Chiesa, che ha espresso<br />

l’augurio sincero al popolo italiano.<br />

E gli alpini Ancora una volta, in cento e cento paesi, sono stati<br />

un riferimento che ha attraversato l’Italia da Nord a Sud, da Est<br />

ad Ovest. E all’estero, dovunque ci sia un gruppo ANA. Uno per<br />

tutti: la pattuglia alpina della sezione Balcanica-Carpatica-<br />

Danubiana guidata da Stefano Benazzo, ambasciatore d’Italia a<br />

Sofia, si è riunita davanti al monumento ai Caduti italiani nella<br />

Grande Guerra, per l’alzabandiera e deporre una corona.<br />

Da Aosta a Trieste, da Torino - prima capitale dell’Italia unita - a<br />

Roma, da Trieste a Napoli, da Cagliari a Catania un coinvolgente<br />

fermento patriottico ha percorso tutto lo Stivale. Non è stato<br />

un patriottismo retorico, nessuno ha costretto centinaia di migliaia<br />

di cittadini a mettere il tricolore alle finestre, ad andare<br />

nelle piazze, a far ala a chi celebrava questa storica data. Spesso<br />

sono stati gli stessi cittadini a partecipare alla ricorrenza organizzata<br />

dagli alpini e alla presenza di scolaresche, conclusasi con<br />

la lettura del messaggio inviato ai Gruppi dal nostro presidente<br />

nazionale Perona.<br />

È stata una lezione di storia patria. **<br />

a Roma<br />

a Varese<br />

a Torino<br />

a Milano

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