GREGORIANA 15 - Pontifical Gregorian University
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Vangelo e Dottrine Ridire l’evento nello spazio e nel tempo<br />
È una realtà<br />
che ci riguarda tutti...<br />
Solenne<br />
Atto Accademico<br />
della Facoltà di Teologia<br />
6<br />
Relazione introduttiva all’Atto Accademico<br />
del P. Sergio Bastianel, S.J., Decano della Facoltà di Teologia<br />
L<br />
a realtà cui si riferiscono le due<br />
relazioni (una con l’accento sul rapporto<br />
tra unicità del vangelo e pluralità dei<br />
linguaggi, l’altra con l’accento sulla<br />
dimensione escatologica della rivelazione<br />
e della sua recezione) è una realtà che ci<br />
riguarda tutti e non come spettatori.<br />
Quale che sia il nostro compito e la<br />
nostra vocazione specifica entro la<br />
chiesa, tutti abbiamo ricevuto il dono<br />
della fede attraverso una traditio<br />
vivente, viviamo in essa e di essa, siamo<br />
chiamati a farla essere tale. La salvezza<br />
donata nella comunione con Dio in Gesù<br />
Cristo e che ci è donato di vivere sulla<br />
terra e nella storia, ha per tutti i tratti<br />
dell’esperienza compresa e condivisa:<br />
molteplici le modalità dell’esperienza,<br />
diversi i livelli della comprensione<br />
esplicita e riflessa, non sempre lineare e<br />
non semplice facile la condivisione.<br />
Eppure è questa traditio vivente che<br />
ci ha reso possibile incontrare e<br />
riconoscere Dio in Gesù Cristo,<br />
riconoscere e accogliere il suo operare<br />
salvante. Vivere e dire nell’oggi ciò che<br />
abbiamo ricevuto è precisamente il<br />
nostro partecipare alla traditio e al suo<br />
essere vivente (o semplicemente al suo<br />
esserci come reale traditio).<br />
La storia ci ricorda che il confluire delle<br />
traditiones nell’unità della traditio<br />
comporta pure fatiche e tensioni. Ma la<br />
medesima storia, letta nella fede, ci<br />
ricorda come sia fondata la nostra fiducia<br />
in colui che è all’inizio, che è a<br />
fondamento, al quale affidiamo il<br />
compimento di un’opera che è<br />
radicalmente sua. La forma della<br />
riflessione che le due relazioni ci<br />
propongono è quella della “teologia<br />
accademica”, esercizio di essa e ricordo<br />
di un compito che ci è istituzionalmente<br />
affidato.<br />
A nche in una Facoltà di Teologia il<br />
lavoro di docenza chiede forme e livelli<br />
diversi e complementari. Esso ha<br />
comunque bisogno di essere sostenuto<br />
dalla ricerca teologica, non solo e non in<br />
primo luogo come interesse o stimolo del<br />
professore, bensì proprio per le esigenze<br />
della teologia riflessa e per il suo<br />
compito specifico di servizio alla fede<br />
vissuta e compresa, quindi alla continuità<br />
della traditio.<br />
Conosciamo questo compito e sappiamo<br />
che esso pure può essere esposto a<br />
qualche tentazione, come quella di<br />
livellare ogni cosa, confondendo<br />
l’insegnamento teologico con quello<br />
catechetico, la formazione accademica<br />
con quella seminaristica, la ricerca con<br />
la divulgazione, l’aiuto a comprendere ed<br />
approfondire con la ripetizione.<br />
Certo, vi è una conoscenza di Dio e<br />
del mistero di Cristo che solo la vita di<br />
fede testimonia ed incarna.<br />
Rispetto a questa, la teologia riflessa è<br />
seconda e in funzione di essa. Ma proprio<br />
per questo la teologia accademica ha un<br />
suo ruolo, limitato e specifico, di cui i<br />
teologi sono responsabili come loro<br />
compito e vocazione, dentro e per la<br />
traditio di fede della chiesa.<br />
“Quale che sia<br />
il nostro compito<br />
e la nostra<br />
vocazione specifica<br />
entro la chiesa,<br />
tutti abbiamo<br />
ricevuto il dono<br />
della fede attraverso<br />
una traditio vivente,<br />
viviamo in essa<br />
e di essa, siamo<br />
chiamati a farla<br />
essere tale”.<br />
Il tavolo della segreteria dell’Atto Accademico davanti all’Aula Magna.<br />
Il Prof. D. Massimo Grilli, il Prof. D. Dario Vitali e la Sig.ra Mabel Mercado segretaria del decanato di teologia.<br />
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