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4 - Società Chimica Italiana

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Scienze e linguaggio<br />

Dal punto di vista delle procedure scientifiche, ma anche da quello dell’apprendimento, è importante, però, che le<br />

ipotesi negoziate oralmente vengano “fissate” sulla carta; il procedimento sperimentale, secondo il criterio di<br />

scientificità, deve essere riproducibile nel futuro e, dunque, le ipotesi di partenza vanno annotate. Allo stesso modo, i<br />

bambini devono poter “ripercorrere a ritroso” la démarche expérimentale senza perdere di vista le speculazioni iniziali.<br />

Si tratta, quindi, di “scritti intermedi”(ad esempio, una raccolta di frasi affermative che esprimono le ipotesi da<br />

verificare), cioè di scritti di lavoro che non devono essere sottoposti a valutazione, poiché le loro funzioni sono quella<br />

del “fare memoria” e del “supportare” l’avvio del metodo investigativo.<br />

d. Progettazione dell’esperienza<br />

Per la DD-SCI il piano didattico proposto per l’ambito delle scienze naturali e sperimentali nella scuola primaria deve<br />

essere gestito giocando sulla differenza tra esperimento ed esperienza, ove il primo si presenta come “qualcosa di<br />

chiuso, lineare, riproducibile, descritto dal protocollo (o dalla ricetta) da seguire, che non consente scelte da parte del<br />

bambino, mentre l’esperienza è una situazione semistrutturata e aperta”. Naturalmente anche qui il linguaggio può<br />

svolgere una funzione regolativa: parlare e scrivere servono al bambino per pianificare le azioni da compiere, per<br />

anticiparne le conseguenze e le eventuali problematiche e per regolare il proprio ed altrui comportamento. “Il<br />

linguaggio organizza l’azione ed il pensiero. Esso manifesta e trasmette lo sforzo di separazione delle variabili che<br />

permette di passare dall’emissione delle ipotesi alla sperimentazione o all’osservazione, e fornisce un piano di<br />

lavoro” 13 .<br />

In questa fase, dunque, è importante che ai bambini sia lasciato il tempo per negoziare il progetto sperimentale; essi<br />

dovranno essere accompagnati, pur con la necessaria gradualità, a scegliere le condizioni dell’esperimento, cioè il<br />

setting (il laboratorio, un’uscita didattica, la classe o altro), i materiali e gli strumenti, le variabili in gioco, le<br />

tempistiche, la modalità di lavoro (individuale o in piccolo gruppo) ed ogni altro aspetto caratterizzante l’esperienza.<br />

Il documento della DD-SCI molto opportunamente sottolinea la fondamentale importanza che al bambino venga offerta,<br />

nell’ambito delle sue attività di “esplorazione-ricerca”, la possibilità “di assumere responsabilità di scelta, di<br />

argomentazione, di giustificazione, di critica e revisione”. Vi si legge inoltre l’importanza del momento della<br />

“rielaborazione collettiva delle esperienze per giungere, attraverso confronto e discussione, a delle generalizzazioni dei<br />

fenomeni osservati, da considerarsi comunque sempre come provvisorie in quanto riferite al livello fin qui esplorato”<br />

Il confronto orale infatti permette l’instaurarsi di una dinamica collettiva di ricerca: ogni allievo, avendo partecipato<br />

alla formulazione del problema, delle ipotesi ed alla progettazione delle condizioni sperimentali, si sente implicato in<br />

prima persona nel percorso conoscitivo. Le formulazioni individuali diverranno sempre più precise e, progressivamente,<br />

i bambini utilizzeranno un lessico appropriato.<br />

Per rispettare i criteri di rigore scientifico, sarà bene, nuovamente, che queste decisioni organizzative siano scritte sul<br />

quaderno di laboratorio di ogni allievo (eventualmente con l’aggiunta di schemi, tabelle, griglie di osservazione, griglie<br />

di intervista, questionari, e disegni del dispositivo sperimentale messo in campo), cosicché in futuro sia possibile ad altri<br />

soggetti (o agli stessi membri della classe) ripetere l’ esperienza. Queste produzioni scritte prendono il nome di “scritti<br />

di ricerca” e, essendo ancora degli scritti intermedi, non devono essere soggetti ad una valutazione formale da parte<br />

dell’insegnante 14 .<br />

e. Attività “di tipo osservativo- logico- linguistico”<br />

Anche quando i bambini sono impegnati nell’osservazione, nell’azione, o nella raccolta dei dati, le attività linguistiche<br />

si rivelano essenziali. “Pasticciare è importante, ma ancora più importante è che da questo pasticciamento nascano<br />

pensieri e parole”. 15<br />

Quando i bambini lavorano in piccoli gruppi di 2-3 membri lo scambio orale tra i componenti accompagna<br />

costantemente l’azione, il che favorisce la coesione e la collaborazione tra gli allievi, oltre a far evolver il modo di<br />

lavorare. I movimenti delle mani e le percezioni sensoriali si trasformano in parole significative: compito<br />

dell’insegnante è quello di aiutare ad esplicitare le osservazioni compiute per renderle comunicabili agli altri gruppi (è<br />

possibile, infatti, che i diversi gruppi realizzino contemporaneamente esperienze diverse e, in seguito, siano chiamati a<br />

renderne conto ai compagni). Parlando, gli allievi riescono ad organizzare meglio le proprie attività, a prolungarle, a<br />

fare il punto della situazione per poi procedere oltre.<br />

La comunicazione, inoltre, mette in evidenza gli ostacoli che provengono dal dato sensoriale e le controversie che ne<br />

nascono aiutano ad isolare le cause ipotetiche dei fenomeni e le loro interazioni.<br />

Degli scambi comunicativi, delle osservazioni compiute e dei dati raccolti, va conservata traccia scritta anche per<br />

garantire la conservazione nel tempo dei risultati emersi. Le tipologie di scritti possibili sono molteplici: prendere ap-<br />

______________________________<br />

13. GIORDAN A., Il bambino e l’educazione scientifica, Giunti & Lisciani Editori, Teramo, 1987, pag. 108<br />

14. GARCIA- DEBANC C., LAURENT D., op. cit., pag. 116<br />

15. PRANDO R., op. cit., pag. 57<br />

30<br />

CnS – La <strong>Chimica</strong> nella Scuola Ottobre – Dicembre 2009

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