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Artisti contemporanei del territorio delle Signe

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Antonio Manzi<br />

<strong>Artisti</strong> <strong>contemporanei</strong> <strong>del</strong> <strong>territorio</strong> <strong>del</strong>le <strong>Signe</strong><br />

Ballerina, 2001, bronzo. Lastra a Signa (FI)<br />

Lastra a Signa andata e ritorno. È qui infatti che<br />

nasce la storia artistica e umana <strong>del</strong> maestro<br />

Antonio Manzi che, nonostante i riconoscimenti<br />

internazionali e il museo a lui dedicato a Campi<br />

Bisenzio, ha voluto sempre mantenere e, anzi,<br />

potenziare negli anni, il rapporto con il <strong>territorio</strong> lastrigiano.<br />

Antonio Manzi è nato a Montella (Avellino) nel 1953<br />

e si è quindi trasferito a Lastra a Signa nel 1957.<br />

Proprio qui, ancora bambino, è riuscito a trasformare<br />

in espressione artistica la rabbia e la maturità di<br />

un’infanzia non semplice. Il tratto <strong>del</strong> Manzi, prima<br />

di farsi conoscere dal pubblico e dalla critica nazionale<br />

e internazionale, ha preso vita sui tavoli in marmo<br />

<strong>del</strong>la trattoria Sanesi dove l’artista, appena dodicenne,<br />

ha trovato accoglienza umana e artistica.<br />

Tuttora, non a caso, lo storico ristorante di Lastra a<br />

Signa ha dedicato alle prime opere cariche di una<br />

rabbia graffiante, una piccola ma interessantissima<br />

esposizione permanente.<br />

Scoperta la potenza <strong>del</strong> disegno con il “Ritratto <strong>del</strong><br />

nonno”, Manzi ha iniziato un articolato percorso da<br />

autodidatta: nel 1968, con un paesaggio, ha vinto il<br />

primo premio alla mostra di pittura estemporanea<br />

proprio a Lastra a Signa e, sempre alla trattoria Sanesi,<br />

ha iniziato a incontrare e convincere critici e<br />

collezionisti. Ai primi disegni, eseguiti sul lino, si è<br />

alternata la pittura, finché, nel 1972, a soli 19 anni,<br />

è arrivata la prima mostra personale alla Galleria<br />

Guelfa di Firenze.<br />

Tra il 1976 e il 1977, ha disegnato la grande tovaglia<br />

“La vita e la morte” (cm 350x260) che, insieme a<br />

“L’amore” (cm 450x240), è stata poi donata dall’artista,<br />

dieci anni più tardi, al Comune di Lastra a Signa.<br />

Entrambe le opere, imponenti disegni a biro su<br />

stoffa di lino, si trovano tuttora nella Sala Consiliare<br />

<strong>del</strong> Comune.<br />

Dello stesso periodo sono i viaggi e la scoperta di<br />

Cell. 339 7290402<br />

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