gennaio-febbraio - Carte Bollate
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L’ISOLA DEI FAMOSI<br />
Ancona: tenta di evadere a soli due giorni dal fine pena<br />
Fori sulla parete della cella, occultati grazie all’applicazione di gomme da masticare riciclate dopo l’uso. Occultati<br />
sì, ma non abbastanza da evitare che una guardia penitenziaria si accorgesse delle scalfitture nel corso di un’ispezione<br />
di routine. È così che a Nikolin Murataj sono stati contestati i reati di tentata evasione e danneggiamento a soli due<br />
giorni dal suo ritorno in libertà. Per lui ha di conseguenza avuto inizio la relativa vicenda giudiziaria.<br />
Ieri la prima udienza del processo. L’albanese, ora 35enne e all’epoca recluso nel carcere di Montacuto, avrebbe<br />
secondo l’accusa realizzato i buchi sulla parere confinante con l’esterno adoperando una delle barre del letto a mo’ di<br />
scalpello. Ma il 22 dicembre del 2000 il fatto era stato scoperto.<br />
Quel giorno il personale di custodia riscontrò dietro un termosifone una piccola rientranza nel muro. Ma la nicchia,<br />
nella quale erano state applicate diverse gomme da masticare, non era così profonda da risultare assimilabile ad<br />
un foro.<br />
Quello che viene naturale chiedersi è il perché del suo gesto. Ovvero: perché un detenuto albanese avrebbe dovuto<br />
tentare di evadere dal carcere di Montacuto se la sua liberazione era prevista due giorni dopo il fatto È quello che si è<br />
chiesto, ponendo la stessa domanda in aula di fronte al giudice monocratico Cantarini, l’avvocato Marco Fanciulli, al<br />
quale è stata affidata la difesa d’ufficio di Nikolaj. Due giorni dopo l’uomo sarebbe uscito dal carcere. Nikolin aveva ormai<br />
scontato per intero la sua pena. Gli sarebbe stato necessario molto più tempo per ricavarsi la via d’uscita piuttosto<br />
che attendere pazientemente il giorno della scarcerazione. Inizialmente era stato indagato anche il suo ex compagno di<br />
cella, sudamericano la cui posizione è stata però successivamente stralciata. La guardia penitenziaria non era mai stata<br />
in grado di affermare con assoluta certezza a chi dei due fosse da imputare il fatto. Nikolaj risulta attualmente libero e<br />
irreperibile. Il processo è stato rinviato al 20 <strong>febbraio</strong>.<br />
Il Messaggero, 31 <strong>gennaio</strong> 2005<br />
Milano: stare in casa con mia moglie Meglio il carcere…<br />
“In carcere, almeno, c’è l’ora d’aria”. Meglio la cella, quella vera. Con le sbarre, i letti a castello e le guardie. “Meglio<br />
di mia moglie”, sbotta il pregiudicato siciliano, di fronte al carabiniere di Cassano D’Adda. “Evasione dagli arresti<br />
domiciliari - sentenzia il militare - lei torna in carcere”.<br />
Sorriso: “Grazie. Finalmente”. Evasione alla rovescia. Pregiudicato di Caltanissetta, 3 anni e 9 mesi da scontare,<br />
fugge dalla casa dove vive con la moglie, e dove il giudice gli ha concesso di trascorrere la pena. Esausto, esasperato,<br />
dopo mesi di urla e liti. Perderà il privilegio: è quello che vuole.<br />
All’alba dell’altro giorno confessa ai carabinieri: “Sono scappato dai domiciliari per scappare da quella lì”. Il portone<br />
di San Vittore gli si chiude alle spalle.<br />
Storie di reclusi volontari<br />
Agosto 2005: pregiudicato ai domiciliari, 35 anni, passa l’intero giorno davanti alla televisione, fino a notte fonda.<br />
La sorella vuole che spenga alle 11. Una sera, dopo l’ennesima lite, bussa al commissariato: “Portatemi in carcere, così<br />
potrò vedermi la Tv in pace”. Accontentato.<br />
Pavia, 2002. Operaio, 40 anni, condannato per furto, una notte di novembre mette i vestiti in valigia e si incammina<br />
verso la caserma. Con tono esasperato, spiega: “Mia suocera è un’ossessione. Fatemi tornare in carcere. Lì, nessuno<br />
mi offenderà più”. Desiderio esaudito. Non sempre va liscia.<br />
Monza, 2003. Piccolo spacciatore evade dai domiciliari e si presenta alla guardiola del penitenziario: “Mettetemi<br />
dentro”. Prego “Mia madre è una rompiscatole”. Risponde l’agente: “Se vuole tornare in carcere, il suo avvocato deve<br />
fare un’istanza”. Deluso. Lo spacciatore viene riportato nella casa-galera.<br />
carte<strong>Bollate</strong> 33<br />
Corriere della Sera, 5 <strong>febbraio</strong> 2006