il santuario del ss crocifisso di siculiana - alphonse doria
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ostruiscono la vista, forzando la concentrazione dei fe<strong>del</strong>i verso <strong>il</strong><br />
centro <strong>del</strong>l'altare. La navata centrale <strong>di</strong>viene predominante, mentre<br />
le due laterali sono state ut<strong>il</strong>izzate per altari laterali.<br />
Quin<strong>di</strong> abbiamo un e<strong>di</strong>ficio a croce latina e tra le navate e <strong>il</strong><br />
presbiterio vi è solo una ringhiera in marmo che sottolinea la<br />
sacralità. Nel presbiterio sia a destra e a sinistra vi sono i banchi<br />
<strong>del</strong> clero e all‟inizio <strong>di</strong> questi due cattedre, quella <strong>di</strong> destra<br />
guardando la navata serviva da ambone, oggi dopo la riforma, vi è<br />
un piccolo leggio che funge da ambone appena fuori la ringhiera.<br />
Oggi vi sono ben quattro altari nella navata centrale, due<br />
nelle navate <strong>del</strong> transetto e l‟altare maggiore ad Deum. Oggi<br />
quello rivolto verso la navata, versus populum, dopo la riforma è<br />
l‟unico attivo alla celebrazione <strong>del</strong>la santa me<strong>ss</strong>a. A cosa<br />
servi<strong>ss</strong>ero tutti questi altari? Dopo la riforma liturgica seguita al<br />
Conc<strong>il</strong>io ecumenico Vaticano II è stato introdotto nel rito romano<br />
or<strong>di</strong>nario la po<strong>ss</strong>ib<strong>il</strong>ità <strong>del</strong>la concelebrazione, ovvero la presenza<br />
<strong>di</strong> più sacerdoti che tutti insieme fungono da celebranti. Prima vi<br />
erano le celebrazioni <strong>del</strong>le me<strong>ss</strong>e private, pertanto i sacerdoti<br />
potevano celebrare senza pubblico. Così era po<strong>ss</strong>ib<strong>il</strong>e la<br />
celebrazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse me<strong>ss</strong>e contemporaneamente nella ste<strong>ss</strong>a<br />
chiesa. Non tutti vedono positivamente la concelebrazione perché<br />
<strong>di</strong>minuiscono <strong>il</strong> numero <strong>del</strong>le me<strong>ss</strong>e e l‟e<strong>ss</strong>ere più sacerdoti non<br />
aumenta né <strong>il</strong> valore né la quantità numerica <strong>del</strong>la me<strong>ss</strong>a ste<strong>ss</strong>a<br />
che rimane sempre una.<br />
Il Santuario è l‟immagine spaziale, l‟e<strong>di</strong>ficio culturale<br />
<strong>del</strong>la comunità spirituale locale, un tetto sopra l‟a<strong>ss</strong>emblea,<br />
ricordando che la vera Chiesa è l‟e<strong>di</strong>ficio composto dalle pietre<br />
vive e scelte dei fe<strong>del</strong>i.<br />
Dopo questa dovuta preme<strong>ss</strong>a, po<strong>ss</strong>o descrivere le mie<br />
sensazioni da visitatore entrando nel Santuario <strong>del</strong> SS. Crocifi<strong>ss</strong>o<br />
<strong>di</strong> Siculiana. Si percepisce <strong>il</strong> fascino <strong>del</strong> tempio, persino la propria<br />
voce a<strong>ss</strong>ume un suono <strong>di</strong>verso, si viene rapiti da una “sobria<br />
ebbrezza”. Vi è una respirazione <strong>di</strong> linee architettoniche che si<br />
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