il santuario del ss crocifisso di siculiana - alphonse doria
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costretto a recarsi a Palermo, ma riuscì a scappare raggiungendo Gaeta, dove rese<br />
omaggio a Pio IX, esule da Roma, e poi Napoli dove fu accolto da Fer<strong>di</strong>nando II che<br />
molto ne apprezzò <strong>il</strong> coraggio e la fe<strong>del</strong>tà.” 110<br />
Nel 1850 dopo l‟occupazione borbonica con la violenta<br />
riconquista <strong>di</strong> Satriano <strong>il</strong> Vescovo Lo Jacono ritornò nella <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> Girgenti, <strong>il</strong> suo operato fu abbastanza attivo, anche con <strong>di</strong>verse<br />
visite pastorali, fermo ma paterno, come era <strong>di</strong> consuetu<strong>di</strong>ne <strong>il</strong> suo<br />
carattere. Monsignore Lo Jacono morì <strong>il</strong> 24 marzo 1860. Morte in<br />
circostanze abbastanza misteriose, si è vociferato che fo<strong>ss</strong>e stato<br />
avvelenato. I motivi vanno cercate forse nel suo impegno politico<br />
anti unitario. Giuseppe Brucculeri scrive nel libro celebrativo<br />
L‟Evento garibal<strong>di</strong>no nel territorio <strong>di</strong> Agrigento a pagina 22:<br />
“(…) <strong>del</strong> Comitato faceva parte pure <strong>il</strong> Mons. Luigi Amato che, avendo aderito alla<br />
causa <strong>del</strong>l‟Unità d‟Italia, ebbe un richiamo ed una censura dal Vescovo <strong>di</strong> Agrigento<br />
Mons. Domenico Lo Jacono, Borbonico per la pelle, <strong>il</strong> quale lo scomunicò e or<strong>di</strong>nò <strong>il</strong><br />
suo es<strong>il</strong>io; dal quale venne salvato dai nuovi eventi, e dal Vescovo succe<strong>ss</strong>ivo, che,<br />
nel riab<strong>il</strong>itarlo, riconobbe in Lui la grandezza d‟animo ed <strong>il</strong> senso <strong>del</strong>l‟um<strong>il</strong>tà (in una<br />
fiera persona … contrasto evidente ma, contrasto)”.<br />
E‟ fac<strong>il</strong>e notare, senza volere criticare ne<strong>ss</strong>uno, che vi sono<br />
<strong>del</strong>le imprecisioni <strong>di</strong> carattere storico in quanto Monsignore Lo<br />
Jacono morì prima <strong>del</strong>lo sbarco <strong>di</strong> Marsala (11 maggio 1860),<br />
quin<strong>di</strong> nei fatti narrati <strong>di</strong> Naro, già era ben sepolto. Comunque<br />
questa nota mette alla luce <strong>il</strong> suo operare politico, oltre per la<br />
causa borbonica, anche per la sua ideologia a<strong>ss</strong>olutista <strong>del</strong>la<br />
monarchia. Sicuramente in quella Girgenti cattolica e<br />
fondamentalista, dove tutta la vita sociale e civ<strong>il</strong>e era in piena<br />
influenza e con<strong>di</strong>zionamento <strong>del</strong>la Chiesa e soprattutto dal suo<br />
Vescovo, Monsignore Lo Jacono era sicuramente scomodo alle<br />
manovre <strong>del</strong>la ma<strong>ss</strong>oneria, la quale già stava operando in tutta la<br />
Sic<strong>il</strong>ia sia con la propaganda che con la logistica per lo sbarco <strong>di</strong><br />
Garibal<strong>di</strong>. Ed è veramente <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e credere agli storici agrigentini<br />
che narrano la presa <strong>del</strong>la città da parte dei garibal<strong>di</strong>ni e la resa<br />
dei Borbonici in maniera rocambolesca, tanto da sembrare una<br />
sceneggiatura scritta per un f<strong>il</strong>m <strong>di</strong> “Bud Spencer e Terence H<strong>il</strong>l”.<br />
110 Il crocifi<strong>ss</strong>o <strong>di</strong> Siculiana <strong>di</strong> Domenico De Gregorio pagina 9<br />
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