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il santuario del ss crocifisso di siculiana - alphonse doria

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pure prima al teatro poi alla poesia e alla ricerca e traduzione <strong>di</strong><br />

articoli dalla Francia ut<strong>il</strong>i alla cultura <strong>del</strong>la città. Nella rivista <strong>del</strong><br />

tempo “Guida d‟Italia” viene definito uno dei più gran<strong>di</strong> pittori<br />

viventi <strong>del</strong>la Sic<strong>il</strong>ia. Nel 1826 fu Regio Custode <strong>del</strong>le Antichità<br />

Agrigentine. Per la sua ricchezza culturale viene invitato a<br />

partecipare dai maggiori istituti e a<strong>ss</strong>ociazioni d‟Italia. Nel 1835<br />

Politi incontrò Ale<strong>ss</strong>andro Dumas (padre) in visita a Girgenti sotto<br />

falsa identità pertanto senza sapere chi fo<strong>ss</strong>e realmente strinse un<br />

rapporto fortemente amichevole, lo verrà a sapere nel 1860 solo<br />

dopo la caduta <strong>del</strong>la corona <strong>del</strong> Borbone, quando Dumas a seguito<br />

<strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> rivelerà la sua vera identità. Nel 1837 a causa <strong>di</strong> una<br />

epidemia muore la moglie Laura, è un su<strong>ss</strong>eguirsi <strong>di</strong> sventure nella<br />

famiglia Politi. Di seguito la sorella venne avvelenata dal marito<br />

poi ancora morì <strong>il</strong> padre (1842). Si risposò con la siracusana<br />

Brigida La Bruno morta anche lei nel 1865. Politi aveva così nove<br />

figli con la prima moglie e otto con quest‟ultima. Dei <strong>di</strong>cia<strong>ss</strong>ette<br />

figli ne<strong>ss</strong>uno si curò <strong>di</strong> Raffaello nella sua vecchiaia lasciandolo<br />

tristemente solo e in povertà, così scri<strong>ss</strong>e nel suo autoritratto in<br />

poesia:<br />

“(…) senza pace né conforto dalla fame <strong>di</strong>vorato e dai figli a<strong>ss</strong>a<strong>ss</strong>inato”.<br />

Il nostro grande Artista ha vi<strong>ss</strong>uto i suoi anni nella Salita,<br />

che oggi ha <strong>il</strong> suo nome, incrocio Via Foderà. La sua casa aveva<br />

un meraviglioso giar<strong>di</strong>no anne<strong>ss</strong>o, e da descrizione <strong>del</strong> signor<br />

Angelo Cannarella, vi erano ben settanta colonne doriche rivestite<br />

<strong>di</strong> tralci <strong>di</strong> vite che si arrampicavano su una tettoia. La sua casa era<br />

un autentico museo sia per i reperti archeologici <strong>di</strong> valore, ma<br />

anche per i quadri, tra i quali un‟originale <strong>di</strong> Leonardo da Vinci.<br />

Tra i reperti, uno per tutti, una scultura in marmo <strong>di</strong> Apollo.<br />

Lo stato <strong>di</strong> povertà <strong>di</strong> Raffaello Politi era una vergogna per<br />

tutta Girgenti e Sic<strong>il</strong>ia. Ale<strong>ss</strong>andro Dumas lo ha esplicitato in un<br />

articolo <strong>del</strong>l‟In<strong>di</strong>pendente <strong>del</strong> 26 agosto 1862:<br />

“Nulla non mi commuove tanto quanto l‟um<strong>il</strong>tà nella vecchiaia, quanto la povertà<br />

nella scienza. Se questo uomo fo<strong>ss</strong>e nato nel <strong>di</strong>partimento <strong>del</strong>le Ardemmes o (…) è<br />

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